Lunedì nella IV Settimana d'Avvento, Feria Maggiore non privilegiata, colore liturgico violaceo.
Messa della Vigilia di Sant Tommaso Apostolo (colore liturgico violaceo) con la commemorazione della Feria.
Primi Vespri della Festa di San Tommaso Apostolo, Doppio di II Classe, colore liturgico rosso. Commemorazione della Feria.
Per le peculiarità del Tempo d'Avvento:
Al Breviario
All'Ufficio della Feria:
Al Mattutino: Invitatorio, Inno, Antifone, Salmi e Versetti dal Salterio (1 Notturno), Letture e Responsori dal Proprio del Tempo (al Lunedì nella IV Settimana d'Avvento).
A Lodi: Antifone proprie del Lunedì che precede la Vigilia di Natale (nel Proprio del Tempo, dopo le Grandi Antifone); Salmi, Capitolo, Inno e Versetto dal Salterio (Schema II), Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo.
A Prima: tutto dal Salterio (4 Salmi) con l'Antifona propria indicata.
A Terza, Sesta e Nona: tutto dal Salterio con le Antifone proprie indicate, Orazione dal Proprio del Tempo.
Le Antifone non si raddoppiano, si dicono le Preci Feriali da Lodi a Nona.
All'Ufficio di San Tommaso:
A Vespri tutto dal Comune degli Apostoli con i Salmi riportati; Antifona al Magnificat e Orazione dal Proprio dei Santi (al 21 Dicembre). Per la commemorazione della Feria Grande Antifona O Clavis David (dopo l'Ufficio della III Domenica d'Avvento), Versetto e Orazione dal Proprio del Tempo. Compieta della Domenica.
Le Antifone si raddoppiano, le Preci si omettono.
Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):
Lunedì nella IV Settimana d'Avvento, Feria Maggiore, colore liturgico violaceo. Con la disciplina canonica del Corpus Juris Canonici (anteriore al Codice del 1917) oggi è un giorno di digiuno e astinenza a causa della Vigilia di San Tommaso.
Essendo oggi un Lunedì d'Avvento libero da Uffici delle IX Lezioni, si recita l'Ufficio dei Defunti. Fuori dal coro non è obbligatorio.
Primi Vespri della Festa di San Tommaso Apostolo, Doppio di II Classe, colore liturgico rosso. Commemorazione della Feria.
Al Mattutino: Invitatorio dal Proprio del Tempo alla III Domenica d'Avvento con i Salmi dal Salterio, Inno e Versetto alla I Domenica d'Avvento, Antifona al Benedictus dal Proprio del Tempo di oggi e Orazione della IV Domenica.
A Lodi: Antifone del Lunedì che precede la Vigilia di Natale (nel Proprio del Tempo, dopo le Grandi Antifone) con i Salmi dal Salterio, e Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo di oggi, Inno e Versetto alla I Domenica d'Avvento.
A Prima: tutto dal Salterio tranne l'Antifona propria.
A Terza, Sesta e Nona: Inno, Salmi, Responsori e Versetti dal Salterio, Antifone proprie e Orazione delle Tempora.
Le Antifone non si raddoppiano (eccetto O Sapientia), si dicono le Preci Feriali da Prima a Nona.
All'Ufficio dei Defunti:
Avendo cantato il Benedicamus Domino di Lodi dell'Ufficio del giorno, senza aggiungere altro si intona direttamente la prima Antifona del I Notturno del Mattutino dei Defunti. Si canta solo questo Notturno con le sue Letture e Responsori, e seguito da Lodi. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Salmo 129 alle Preci e le tre Orazioni per tutti i fedeli defunti Deus qui inter Apostolicos Sacerdotes, Deus veniae largitor e Fidelium. Le Lodi terminano col Requiescant in pace. Amen senza aggiungere altro, e seguirà quando stabilito Prima del giorno.
All'Ufficio di San Tommaso:
A Vespri tutto dal Comune degli Apostoli con i Salmi riportati; Antifona al Magnificat e Orazione dal Proprio dei Santi (al 21 Dicembre). Per la commemorazione della Feria Grande Antifona O Clavis David (dopo l'Ufficio della III Domenica d'Avvento) e Orazione dal Proprio del Tempo (Versetto dalla I Domenica d'Avvento.
Le Antifone si raddoppiano, le Preci si omettono.
Al Messale
Si celebra la Messa della Vigilia di San Tommaso.
Messa Ego autem Comune delle Vigilie degli Apostoli:
- Il Gloria in excelsis e l''Alleluia si omettono
- Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda è la commemorazione della Feria (dalla Messa della IV Domenica d'Avvento)
- La terza de S. Maria (Deus qui de Beatae Mariae)
- Le altre ad libitum
- Prefazio Comune
- Benedicamus Domino
- Prologo di San Giovanni
Nota: a causa della commemorazione della Vigilia si omette l'Orazione Fidelium dei Lunedì feriali.
Letture del Mattutino (in latino)
AD NOCTURNUM
Lectio 1
De Isaía Prophéta
Isa 41:8-10
Et tu, Israël, serve meus, Jacob quem elégi, semen Abraham amíci mei: in quo apprehéndi te ab extremis terræ, et a longinquis ejus vocávi te, et dixi tibi: Servus meus es tu, elégi te, et non abjeci te. Ne timeas, quia ego tecum sum: ne declínes, quia ego Deus tuus: confortávi te, et auxiliátus sum tibi, et suscépit te déxtera justi mei.
Lectio 2, Isa 41:11-13
Ecce confundéntur et erubéscent omnes, qui pugnant advérsum te: erunt quasi non sint, et períbunt viri, qui contradícunt tibi. Quæres eos, et non invénies, viros rebelles tuos: erunt quasi non sint, et véluti consúmptio hómines bellántes advérsum te. Quia ego Dóminus Deus tuus apprehéndens manum tuam, dicénsque tibi: Ne tímeas, ego adjúvi te.
Lectio 3, Isa 41:14-16
Noli timére, vermis Jacob, qui mórtui estis ex Israël: ego auxiliátus sum tibi, dicit Dóminus: et redémptor tuus Sanctus Israël. Ego pósui te quasi plaustrum tritúrans novum, habens rostra serrántia: triturábis montes, et commínues: et colles quasi púlverem pones. Ventilábis eos, et ventus tollet, et turbo dispérget eos: et tu exsultábis in Dómino, in Sancto Israël lætáberis.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
NOTTURNO UNICO
Lettura 1
Isa 41:8-10
Ma tu, o Israele mio servo, tu Giacobbe che ho eletto, stirpe di Abramo mio amico: nella persona del quale io t'ho tratto dall' estremità della terra, t'ho chiamato dalla sua regione lontana, e t'ho detto: Servo mio sei tu, io t'ho eletto, e non t'ho rigettato. Non temere, perché io sono con te: non deviare, ché io sono il tuo Dio ti ho fortificato e ti ho aiutato, e la destra del mio giusto t'ha sostenuto.
Lettura 2, Isa 41:11-13
Ecco che saranno confusi e svergognati tutti quelli che combattono contro di te: saran come se non fossero, e periranno quelli che ti contraddicono. Tu li cercherai, ma non li troverai questi uomini a te ribelli: saran come se non fossero stati, e come consunti gli uomini che combattono contro di te. Poiché io sono il Signore Dio tuo che ti prendo per mano e ti dico: Non temere, io ti aiuto.
Lettura 3, Isa 41:14-16
Non temere, o verme di Giacobbe, o morti d'Israele: io ti aiuterò, dice il Signore: e tuo redentore è il Santo d'Israele. Io ti ho posto come un carro nuovo da trebbiare, armato di uncini taglienti: tu trebbierai i monti e li stritolerai: e i colli ridurrai in polvere. Tu li ventilerai, e il vento se li porterà, e il turbine li disperderà: e tu esulterai nel Signore, ti rallegrerai nel Santo d'Israele.
Ad Primam: il Martirologio del 21 Dicembre 2021
Duodecimo Kalendas Januarii, luna decima septima.
Nel dodicesimo giorno alle Calende di Gennaio, luna diciassettesima.
Parti proprie della Messa della Vigilia di San Tommaso (in latino)
INTROITUS
Ego autem, sicut olíva fructífera in domo Dómini, sperávi in misericórdia Dei mei: et exspectábo nomen tuum, quóniam bonum est ante conspéctum sanctórum tuorum. --- Quid gloriáris in malítia: qui potens es in iniquitáte? --- Glória Patri --- Ego autem, sicut olíva fructífera in domo Dómini, sperávi in misericórdia Dei mei: et exspectábo nomen tuum, quóniam bonum est ante conspéctum sanctórum tuorum.
COLLECTAE
Orémus. Da, quǽsumus, omnípotens Deus: ut beáti Thomae Apóstoli tui, quam prævenímus, veneránda sollémnitas, et devotiónem nobis áugeat et salútem. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Excita, quǽsumus, Dómine, poténtiam tuam, et veni: et magna nobis virtúte succúrre; ut per auxílium grátiæ tuæ, quod nostra peccáta præpédiunt, indulgéntiæ tuæ propitiatiónis accéleret.
Deus, qui de beátæ Maríæ Vírginis útero Verbum tuum, Angelo nuntiánte, carnem suscípere voluísti: præsta supplícibus tuis; ut, qui vere eam Genetrícem Dei credimus, ejus apud te intercessiónibus adjuvémur.
Orationes ad libitum.
EPISTOLA
Léctio libri Sapiéntiæ.
Eccli 44:25-27; 45:2-4, 6-9
Benedíctio Dómini super caput justi. Ideo dedit illi Dóminus hereditátem, et divísit illi partem in tríbubus duódecim: et invénit grátiam in conspéctu omnis carnis. Et magnificávit eum in timóre inimicórum, et in verbis suis monstra placávit. Glorificávit illum in conspéctu regum, et jussit illi coram pópulo suo, et osténdit illi glóriam suam. In fide et lenitáte ipsíus sanctum fecit illum, et elégit eum ex omni carne. Et dedit illi coram præcépta, et legem vitæ et disciplínæ, et excélsum fecit illum. Státuit ei testaméntum ætérnum, et circumcínxit eum zona justítiæ: et índuit eum Dóminus corónam glóriæ.
GRADUALE
Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur in domo Dómini. Ad annuntiándum mane misericórdiam tuam, et veritátem tuam per noctem.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.
Joann 15:12-16
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Hoc est præcéptum meum, ut diligátis ínvicem, sicut diléxi vos. Majórem hac dilectiónem nemo habet, ut ánimam suam ponat quis pro amícis suis. Vos amíci mei estis, si fecéritis quæ ego præcípio vobis. Jam non dicam vos servos: quia servus nescit, quid fáciat dóminus ejus. Vos autem dixi amícos: quia ómnia, quæcúmque audivi a Patre meo, nota feci vobis. Non vos me elegístis: sed ego elégi vos, et posui vos, ut eátis, et fructum afferátis: et fructus vester maneat: ut, quodcúmque petiéritis Patrem in nómine meo, det vobis.
OFFERTORIUM
Orémus. Glória et honore coronásti eum: et constituísti eum super ópera mánuum tuárum, Dómine.
SECRETAE
Apostólici reveréntia cúlminis offeréntes tibi sacra mystéria, Dómine, quae; sumus: ut beáti Thomae Apóstoli tui suffrágiis, cujus natalícia prævenímus; plebs tua semper et sua vota deprómat, et desideráta percípiat. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Sacrifíciis præséntibus, quǽsumus, Dómine, placátus inténde: ut et devotióni nostræ profíciant et salúti.
In mentibus nostris, quæsumus, Dómine, veræ fídei sacraménta confírma: ut, qui concéptum de Vírgine Deum verum et hóminem confitémur; per ejus salutíferæ resurrectiónis poténtiam, ad ætérnam mereámur perveníre lætítiam.
Orationes ad libitum.
PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).
COMMUNIO
Magna est glória ejus in salutári tuo: glóriam et magnum decórem impónes super eum, Dómine.
POSTCOMMUNIO
Orémus. Sancti Apóstoli tui Thomae, quǽsumus, Dómine, supplicatióne placátus: et veniam nobis tríbue, et remédia sempitérna concéde. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Sumptis munéribus, quǽsumus, Dómine: ut, cum frequentatióne mystérii, crescat nostræ salútis efféctus.
Grátiam tuam, quæsumus, Dómine, méntibus nostris infúnde: ut, qui, Angelo nuntiánte, Christi, Fílii tui, incarnatiónem cognóvimus; per passiónem ejus et crucem, ad resurrectiónis glóriam perducámur.
Orationes ad libitum.
Traduzione italiana
INTROITO
Ma io sono come olivo fecondo nella casa di Dio; ho sperato nella misericordia di Dio e confiderò nel tuo nome, perché è buono nel cospetto dei santi. --- Perché ti glorii nella malizia, tu, che sei potente nell'iniquità? --- Gloria --- Ma io sono come olivo fecondo nella casa di Dio; ho sperato nella misericordia di Dio e confiderò nel tuo nome, perché è buono nel cospetto dei santi.
COLLETTE
Preghiamo. Fa, Dio onnipotente, che l'augusta solennità, alla quale ci prepariamo, del tuo beato Apostolo Tommaso, aumenti in noi la devozione e l'aiuto per la salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. O Signore, Te ne preghiamo, súscita la tua potenza e vieni: soccòrrici con la tua grande virtú: affinché con l’aiuto della tua grazia, ciò che allontanarono i nostri peccati, la tua misericordia lo affretti.
O Dio, tu hai voluto che all'annuncio dell'angelo, il tuo Figlio si incarnasse nel seno della beata Vergine Maria: concedi a noi di essere aiutati presso di te dall'intercessione di Colei che crediamo vera Madre di Dio.
Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus, solo l'ultima ha la conclusione).
EPISTOLA
Lettura del libro della Sapienza.
Eccli 44:25-27; 45:2-4, 6-9
La benedizione del Signore è sopra il capo del giusto. Pertanto il Signore gli diede un'eredità, e divise per lui una parte nelle dodici tribù: e trovò grazia al cospetto di ogni uomo. E lo rese grande con timore dei nemici, e placò le belve con le sue parole. Lo glorificò davanti ai re, e lo comandò davanti al suo popolo, e gli mostrò la sua gloria. Lo fece santo per la fede e la mansuetudine di lui, e lo elesse fra tutti gli uomini. E diede precetti davanti a lui e legge di vita e disciplina, e lo rese eccelso. Stabilì per lui un patto eterno, e gli cinse attorno la cintura della giustizia: ed il Signore gli fece indossare la corona di gloria.
GRADUALE
Il giusto fiorirà come la palma: crescerà come il cedro del Libano nella casa del Signore. Per celebrare al mattino la tua misericordia: e la tua verità nella notte.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.
Giov 15:12-16
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «II comandamento mio è questo: che vi amiate a vicenda come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di chi dà la propria vita per i suoi amici. Voi siete gli amici miei se fate quanto vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quel che fa il padrone. Ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto sapere tutto quello che ho sentito dal Padre mio. Non voi avete eletto me, ma son io che ho eletto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutti e frutti duraturi: così che, qualunque cosa voi chiederete al Padre in nome mio, egli ve la concederà».
OFFERTORIO
Preghiamo. Lo hai coronato di gloria e di onore: e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani, o Signore.
SECRETE
Mentre ti offriamo i sacri misteri con la reverenza del culmine apostolico, ti preghiamo, o Signore, affinché tramite i suffragi del beato Tommaso tuo Apostolo, la cui festa ci prepariamo a celebrare, il tuo popolo ottenga i suoi voti e riceva le cose che desidera. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
O Signore, Te ne preghiamo, guarda benigno alle presenti offerte: affinché giovino alla nostra devozione e alla nostra salvezza.
Conferma, o Signore, nelle nostre anime i misteri della vera fede, affinché noi che proclamiamo vero Dio e vero uomo Colui che fu concepito dalla Vergine, per la potenza della sua resurrezione salvifica meritiamo di giungere all’eterna gioia.
Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (solo l'ultima ha la conclusione).
PREFAZIO COMUNE
E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).
COMUNIONE
Grande è la sua gloria per la salvezza da te avuta, lo ammanterai di gloria e di grande splendore, o Signore.
POST-COMUNIONE
Preghiamo. Ti preghiamo, o Signore, affinché placato dalla supplica del tuo santo Apostolo Tommaso, tu ci conceda il perdono ed attribuisca gli eterni rimedi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. Assunti i tuoi doni, o Signore, Ti preghiamo, affinché frequentando questi misteri cresca l’effetto della nostra salvezza.
Infondi, Signore, nelle nostre anime la tua grazia: e poiché con l'annuncio dell'angelo abbiamo conosciuto l'Incarnazione di Cristo, tuo Figlio, concedi che per la sua passione e la sua croce giungiamo alla gloria della risurrezione.
Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus, solo l'ultima ha la conclusione).
Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger
LUNEDÌ DELLA QUARTA SETTIMANA DI AVVENTO
Lettura del Profeta Isaia
Il popolo eletto, sostenuto da Dio, non ha nulla da temere.
Ma tu, Israele, mio servo,
Giacobbe, da me eletto,
stirpe d’Abramo, amico mio,
tu, che io trassi di mezzo ai popoli della terra,
e a preferenza dei maggiori di essa ti ho chiamato,
e ti ho detto : « Mio servo sei tu ;
ti ho eletto e non ti ho rigettato »;
non temere, perchè io sono con te;
non ti smarrire, perchè io sono il tuo Dio;
io ti do forza ed anche ti porgo aiuto,
ed anche ti sostengo con la mia vittoriosa destra.
I nemici d’Israele saranno annientati.
Confusi e scornati andranno tutti gli ostili a te;
si ridurranno a niente e periranno i tuoi avversari.
Cercali pure, non li troverai
quelli che ti movevano lite;
annientati e distrutti saranno
quei che ti combattevano.
Fiducia in Dio.
Perchè sono io il Signore, tuo Dio,
che ti tengo per la destra,
e ti dico: «Non temere, t’aiuto io».
Non temere, vermicciuolo di Giacobbe,
omiciattolo d’Israele;
io sono in tuo aiuto, dice il Signore,
tuo Vindice è il Santo d’Israele.
Israele schiaccerà le potenze avverse.
Ecco, io ti rendo qual trebbia acuminata,
nuova, irta di punte;
calcherai e stritolerai i monti ,
e i colli ridurrai in pula:
li spanderai e il vento se li porterà,
e li disperderà il turbine;
ma tu esulterai nel Signore,
e nel Santo d’Israele porrai il tuo vanto. (Is. 41, 8-16).
È così che tu ci risollevi nella nostra bassezza, o Figlio eterno del Padre! È così che tu ci rassicuri contro i troppi giustificati terrori che ci causano i nostri peccati. « Israele, mio servo, Giacobbe, da me eletto, stirpe d’Abramo, amico mio, io ti ho chiamato da molto lontano: non temere, perchè io sono con te ». Ma per essere così con noi, o Verbo divino, da quali altezze non ti è stato necessario discendere! Noi non potevamo venire a te; un immenso caos ti separava da noi. Inoltre, non avevamo alcun desiderio di vederti; tanto i nostri peccati ci avevano appesantito il cuore; e del resto, i nostri occhi non avrebbero potuto sopportare il tuo splendore. A questo punto, sei sceso tu stesso, e, velato della tua umanità come di una nube , ti sei mostrato ai nostri deboli occhi. « Chi metterà in dubbio – esclama san Bernardo nel suo primo Sermone sull’Avvento – chi metterà in dubbio la grandezza del fatto che una così sublime Maestà si sia degnata di scendere da tale altezza in un luogo tanto indegno? Sì, è veramente una grande cosa; perchè è una misericordia immensa, una pietà estrema, una carità infinita. Infatti, perchè egli viene? Viene per cercare la sua centesima pecorella che si era smarrita. O mirabile benevolenza di un Dio! O dignità sublime dell’uomo, oggetto di tale ricerca! Certo se l’uomo se ne gloria, non sarà senza motivo, non già che egli debba considerarsi in ciò come se fosse qualche cosa per se stesso; ma piuttosto perchè è l’oggetto di una tale stima da parte del suo autore. Tutte le ricchezze, tutta la gloria del mondo, tutto ciò che si desidera nel mondo, è inferiore a questa gloria; che dico, non è nulla al suo confronto. “O Signore, che cosa è dunque l’uomo, perchè tu lo tratti con tanta gloria, perchè gli attacchi così il tuo Cuore?” Mostrati dunque presto alle tue pecore, o divino Pastore! Tu le conosci, le hai viste dall’alto del cielo, le contempli con amore dal seno di Maria dove riposi ancora; anch’esse vogliono conoscere te; hanno fretta di vedere i tuoi dolci lineamenti, di sentire la tua voce, di entrare nei lieti pascoli che tu prometti».
20 DICEMBRE IV ANTIFONA
O chiave di David e scettro della casa d’Israele, che apri, e nessuno può chiudere; che chiudi, e nessuno può aprire: vieni e trai dalla prigione il misero che giace nelle tenebre e nell’ombra della morte.
O figlio di David, erede del suo trono e della sua potenza, tu percorri, nella tua marcia trionfale, una terra sottomessa un tempo al tuo avo, e oggi asservita dai Gentili. Riconosci da ogni parte, sul tuo cammino, tanti luoghi testimoni delle meraviglie della giustizia e della misericordia di Dio tuo Padre verso il suo popolo, nel tempo di quell’antica Alleanza che volge verso la fine. Presto, tolta la virginea nube che ti ricopre, intraprenderai nuovi viaggi su quella stessa terra, vi passerai beneficando e guarendo ogni languore ed ogni infermità, e tuttavia senza avere dove posare il capo. Oggi almeno il seno materno ti offre ancora un asilo dolce e tranquillo nel quale non ricevi che le testimonianze dell’amore più tenero e più rispettoso. Ma, o Signore, bisogna che tu esca da quel beato ritiro; bisogna che tu, o Luce eterna, risplenda in mezzo alle tenebre, poiché il prigioniero che sei venuto a liberare languisce nella sua prigione. Egli giace nell’ombra della morte, e vi perirà se non vieni prontamente ad aprirne le porte con la tua Chiave onnipotente! Il prigioniero, o Gesù, è il genere umano, schiavo dei suoi errori e dei suoi vizi. Vieni a spezzare il giogo che l’opprime e lo degrada! Il prigioniero è il nostro cuore troppo spesso asservito a tendenze che esso sconfessa. Vieni, o divino Liberatore, a riscattare tutto ciò che ti sei degnato di rendere libero con la tua grazia,e a risollevare in noi la dignità di fratelli tuoi.
ANTIFONA DELL’ ARCANGELO GABRIELE
O Gabriele, messaggero dei cieli, tu sei entrato da me a porte chiuse e mi hai detto quelle parole: Concepirai e partorirai un figlio e sarà chiamato Emmanuele.
Purtroppo mi è impossibile trovare online versioni dell'Anno Liturgico di Dom Guéranger anteriori al 1955, anno in cui, tra le perverse riforme realizzate dal massone apostata Annibale Bugnini, vi è la soppressione della quasi totalità delle Vigilie dal calendario liturgico.
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