Venerdì delle Quattro Tempora d'Avvento, Feria Maggiore non privilegiata, colore liturgico violaceo. Giorno di digiuno e astinenza.
A partire da oggi, cioè all'inizio dell'ultima settimana prima della Vigilia di Natale, devono essere interrotte tutte le Ottave eventualmente presenti nei calendari particolari, e sono proibite le Messe Votive private e le Messe quotidiane di Requiem. Ci sono delle Antifone speciali da Lodi a Nona (che seguono l'ordine dei giorni della settimana), e ai Vespri si dicono le Grandi Antifone al Magnificat (che invece seguono l'ordine dei giorni del mese).
Per le peculiarità del Tempo d'Avvento:
Al Breviario
Al Mattutino: Invitatorio (Prope est jam Dominus), Inno, Antifone, Salmi e Versetti dal Salterio (1 Notturno), Letture e Responsori dal Proprio del Tempo (al Venerdì delle Quattro Tempora d'Avvento).
A Lodi: Antifone del Venerdì che precede la Vigilia di Natale (nel Proprio del Tempo, dopo le Grandi Antifone); Salmi, Capitolo, Inno e Versetto dal Salterio (Schema II), Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo.
A Prima: tutto dal Salterio (4 Salmi) con l'Antifona propria indicata.
A Terza, Sesta e Nona: tutto dal Salterio con le Antifone proprie indicate, Orazione dal Proprio del Tempo.
A Vespri: tutto dal Salterio; Grande Antifona O Sapientia (dopo l'Ufficio della III Domenica d'Avvento) e Orazione dal Proprio del Tempo.
Le Antifone non si raddoppiano (eccetto O Sapientia), si dicono le Preci Feriali da Lodi a Compieta.
Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):
Venerdì delle Quattro Tempora d'Avvento, Feria Maggiore, colore liturgico violaceo. Giorno di digiuno e astinenza.
A partire da oggi, cioè all'inizio dell'ultima settimana prima della Vigilia di Natale, devono essere interrotte tutte le Ottave eventualmente presenti nei calendari particolari. Ci sono delle Antifone speciali da Lodi a Nona (che seguono l'ordine dei giorni della settimana), e ai Vespri si dicono le Grandi Antifone al Magnificat (che invece seguono l'ordine dei giorni del mese).
Al Mattutino: Invitatorio (Prope est jam Dominus) dal Proprio del Tempo alla III Domenica d'Avvento con l'Inno dalla I Domenica, Antifone, Salmi e Versetti dal Salterio, Letture e Responsori dal Proprio del Tempo di oggi.
A Lodi: Antifone del Venerdì che precede la Vigilia di Natale (nel Proprio del Tempo, dopo le Grandi Antifone) con i Salmi dal Salterio, e Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo di oggi, Inno e Versetto alla I Domenica d'Avvento.
A Prima: tutto dal Salterio tranne l'Antifona propria.
A Terza, Sesta e Nona: Inno, Salmi, Responsori e Versetti dal Salterio, Antifone proprie e Orazione delle Tempora.
A Vespri: Antifone e Salmi dal Salterio, Capitolo dal Lunedì nella I Settimana d'Avvento, Inno e Versetto dalla I Domenica d'Avvento, Grande Antifona O Sapientia (dopo l'Ufficio della III Domenica d'Avvento) e Orazione della III Domenica.
Le Antifone non si raddoppiano (eccetto O Sapientia), si dicono le Preci Feriali da Prima a Compieta.
Al Messale
Messa del Venerdì delle Quattro Tempora d'Avvento:
- L'Alleluia si omette
- Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda de S. Maria (Deus qui de Beatae Mariae)
- La terza Contra persecutores Ecclesiae oppure Pro Papa
- Le altre ad libitum
- Prefazio Comune
- Benedicamus Domino
- Prologo di San Giovanni
Letture del Mattutino (in latino)
AD NOCTURNUM
Lectio 1
Léctio sancti Evangélii secúndum Lucam
Luc 1:39-47
In illo témpore: Exsúrgens María ábiit in montána cum festinatióne in civitátem Juda: et intrávit in domum Zacharíæ, et salutávit Elísabeth. Et réliqua.
Homilía sancti Ambrósii Epíscopi
Lib. 2 in Luc. cap. 1 post init.
Morále est ómnibus, ut qui fidem éxigunt, fidem ástruant. Et ídeo Angelus, cum abscóndita nuntiáret, ut fidem astrúeret exémplo, senióris féminæ sterilísque concéptum Vírgini Maríæ nuntiávit: ut possíbile Deo omne, quod ei placúerit, asséreret. Ubi audívit hoc María, non quasi incrédula de oráculo, nec quasi incérta de nuntio, nec quasi dúbitans de exémplo, sed quasi læta pro voto, religiósa pro offício, festína pro gáudio, in montána perréxit. Quo enim jam Deo plena, nisi ad superióra cum festinatióne conténderet? Nescit tarda molímina Sancti Spíritus grátia.
Lectio 2
Díscite et vos, sanctæ mulíeres, sedulitátem, quam prægnántibus debeátis exhibére cognátis. Maríam, quæ ante sola in íntimis penetrálibus versabátur, non a público virginitátis pudor, non ab stúdio aspéritas móntium, non ab offício prolíxitas itíneris retardávit. In montána Virgo cum festinatióne, Virgo offícii memor, injúriæ ímmemor, afféctu urgénte non sexu, relícta perréxit domo. Díscite, vírgines, non circumcursáre per aliénas ædes, non demorári in platéis, non áliquos in público miscére sermónes. María in domo sera, festína in público, mansit apud cognátam suam tribus ménsibus.
Lectio 3
Didicístis, vírgines, pudórem Maríæ: díscite humilitátem. Venit propínqua ad próximam, júnior ad seniórem: nec solum venit, sed étiam prior salutávit. Decet enim, ut quanto cástior virgo, tanto humílior sit. Nóverit deférre senióribus. Sit magístra humilitátis, in qua est proféssio castitátis. Est et causa pietátis, est étiam norma doctrínæ. Contuéndum est enim, quia supérior venit ad inferiórem, ut inférior adjuvétur: María ad Elísabeth, Christus ad Joánnem.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
NOTTURNO UNICO
Lettura 1
Lettura del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 1:39-47
In quell'occasione: Maria si alzò, e andò in fretta in una regione montuosa, in una città di Giuda; ed entrò in casa di Zaccaria, e salutò Elisabetta. Eccetera.
Omelia di sant'Ambrogio Vescovo
Libro 2 al cap. 1 di Luca, dopo il principio
È giusto che chi vuol esser creduto cominci a provare che egli è degno di fede. Ond'è che l’ Angelo, nell'annunziare alla Vergine Maria il gran mistero, le dice, per convincerla, che una donna sterile e anziana è divenuta madre: per mostrarle così che a Dio è possibile tutto ciò che gli piace. Appena Maria ebbe ciò udito, non già che non credesse all'oracolo, 0 dubitasse del nunzio, o che esitasse intorno all'esempio, ma lieta per il compimento dei voti (della cugina), Volendo compiere un pio dovere, si diresse in fretta . e festante verso una regione montuosa. Già piena di Dio, dove se non verso regioni più alte doveva muoversi in fretta? La grazia dello Spirito Santo non conosce indugi (in ciò che ispira).
Lettura 2
Imparate voi pure, o sante donne, con quale sollecitudine dovete assistere le vostre congiunte prossime ad essere madri. Maria, che prima viveva sola nell'interno della sua casa, ora non il pudore di vergine la trattiene più dal comparire in pubblico, non l'asprezza dei monti arresta il suo zelo, non la lunghezza del viaggio la scoraggia dal rendere il suo servizio. La Vergine, lasciata la sua casa, si diresse in fretta verso una regione montuosa, preoccupata la Vergine del suo dovere, senza pensare alle difficoltà, ascoltando la (sua) carità piuttosto che la debolezza del (suo) sesso. Imparate, o vergini, a non gironzolare per le case altrui, a non fermarvi nelle piazze, a non prender parte a nessun trattenimento pubblico. Maria, lenta a uscir di casa, sollecita quand'è fuori, restò tre mesi con sua cugina.
Lettura 3
Avete appreso, o vergini, il pudore di Maria: apprendetene ora l'umiltà. Una parente va dalla parente, la più giovane alla più anziana: né va soltanto, ma è la prima a salutare. Poiché conviene che una vergine, quanto più casta, tanto più sia umile. Che sappia essere deferente verso gli anziani. Che chi fa professione di castità, insegni l'umiltà. (Il suo viaggio) è anche un effetto della sua pietà, è una norma per nostra istruzione. È da rilevare infatti qui, che è il superiore che va all'inferiore, perché l'inferiore sia soccorso: Maria ad Elisabetta, Cristo a Giovanni.
Ad Primam: il Martirologio del 18 Dicembre 2021
Quintodecimo Kalendas Januarii, luna quartadecima.
Parti proprie della Messa (in latino)
INTROITUS
Prope es tu, Dómine, et omnes viæ tuæ véritas: inítio cognóvi de testimóniis tuis, quia in ætérnum tu es. --- Beati immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini. --- Glória Patri --- Prope es tu, Dómine, et omnes viæ tuæ véritas: inítio cognóvi de testimóniis tuis, quia in ætérnum tu es.
COLLECTAE
Orémus. Excita, quǽsumus, Dómine, poténtiam tuam, et veni: ut hi, qui in tua pietáte confídunt, ab omni cítius adversitáte liberéntur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Deus, qui de beátæ Maríæ Vírginis útero Verbum tuum, Angelo nuntiánte, carnem suscípere voluísti: præsta supplícibus tuis; ut, qui vere eam Genetrícem Dei credimus, ejus apud te intercessiónibus adjuvémur.
Ecclésiæ tuæ, quæsumus, Dómine, preces placátus admítte: ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, secúra tibi sérviat libertáte.
Orationes ad libitum.
EPISTOLA
Léctio Isaíæ Prophétæ.
Isa 11:1-5
Hæc dicit Dóminus Deus: Egrediátur virga de radíce Jesse, et flos de radíce ejus ascéndet. Et requiéscet super eum spíritus Dómini: spíritus sapiéntiæ et intelléctus, spíritus consílii et fortitúdinis, spíritus sciéntiæ et pietátis; et replébit eum spíritus timóris Dómini. Non secundum visiónem oculórum judicábit: neque secúndum audítum áurium árguet: sed judicábit in justítia páuperes, et árguet in æquitáte pro mansuétis terræ: et percútiet terram virga oris sui, et spíritu labiórum suórum interfíciet ímpium. Et erit justítia cíngulum lumbórum ejus: et fides cinctórium renum ejus.
GRADUALE
Osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam: et salutáre tuum da nobis. Benedixísti, Dómine, terram tuam: avertísti captivitátem Jacob.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 1:39-47
In illo tempore: Exsúrgens María ábiit in montána cum festinatióne in civitátem Juda: et intrávit in domum Zacharíæ, et salutávit Elísabeth. Et factum est, ut audivit salutatiónem Maríæ Elísabeth, exsultávit infans in útero ejus: et repléta est Spíritu Sancto Elísabeth, et exclamávit voce magna, et dixit: Benedícta tu inter mulíeres, et benedíctus fructus ventris tui. Et unde hoc mihi, ut véniat Mater Dómini mei ad me? Ecce enim, ut facta est vox salutatiónis tuæ in áuribus meis, exsultávit in gáudio infans in útero meo. Et beáta, quæ credidísti, quóniam perficiéntur ea, quæ dicta sunt tibi a Dómino. Et ait María: Magníficat anima mea Dóminum: et exsultávit spíritus meus in Deo, salutári meo.
OFFERTORIUM
Orémus. Deus, tu convérsus vivificábis nos, et plebs tua lætábitur in te: osténde nobis, Dómine, misericórdiam tuam, et salutáre tuum da nobis.
SECRETAE
Munéribus nostris, quǽsumus, Dómine, precibúsque suscéptis: et coeléstibus nos munda mystériis, et cleménter exáudi. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
In mentibus nostris, quæsumus, Dómine, veræ fídei sacraménta confírma: ut, qui concéptum de Vírgine Deum verum et hóminem confitémur; per ejus salutíferæ resurrectiónis poténtiam, ad ætérnam mereámur perveníre lætítiam.
Prótege nos, Dómine, tuis mystériis serviéntes: ut, divínis rebus inhæréntes, et córpore tibi famulémur et mente.
Orationes ad libitum.
PRAEFATIO COMMUNIS
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).
Orationes ad libitum.
COMMUNIO
Ecce, Dóminus véniet et omnes Sancti ejus cum eo: et erit in die illa lux magna.
POSTCOMMUNIO
Orémus. Tui nos, Dómine, sacraménti libátio sancta restáuret: et a vetustáte purgátos, in mystérii salutáris fáciat transíre consórtium. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Grátiam tuam, quæsumus, Dómine, méntibus nostris infúnde: ut, qui, Angelo nuntiánte, Christi, Fílii tui, incarnatiónem cognóvimus; per passiónem ejus et crucem, ad resurrectiónis glóriam perducámur.
Quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, humánis non sinas subjacére perículis.
Orationes ad libitum.
Traduzione italiana
INTROITO
Tu, O Signore, mi stai vicino; e tutti i tuoi comandi sono sinceri; da molto tempo io so dei tuoi precetti, che Tu li hai stabiliti in eterno. --- Beato chi è perfetto nel suo cammino, chi procede secondo la legge di Dio. --- Gloria --- Tu, O Signore, mi stai vicino; e tutti i tuoi comandi sono sinceri; da molto tempo io so dei tuoi precetti, che Tu li hai stabiliti in eterno.
COLLETTE
Preghiamo. Signore, suscita la tua potenza, e vieni perché siano tosto liberati da ogni avversità coloro che confidano nella tua bontà: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. O Dio, tu hai voluto che all'annuncio dell'angelo, il tuo Figlio si incarnasse nel seno della beata Vergine Maria: concedi a noi di essere aiutati presso di te dall'intercessione di Colei che crediamo vera Madre di Dio.
Accogli, placato, o Signore le preghiere della tua Chiesa perché, distrutte tutte le avversità e gli errori, ti serva in sicura libertà.
Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.
EPISTOLA
Lettura del Profeta Isaia.
Isa 11:1-5
Dice il Signore Iddio: Un germoglio spunterà dalla radice di Iesse, un fiore verrà su da questa radice e sopra di lui si riposerà lo Spirito del Signore, spirito di sapienza e d'intelletto, spirito di consiglio e di fortezza, spirito di scienza e di pietà; lo riempirà lo spirito del timor di Dio. Egli non giudicherà secondo quello che apparisce agli occhi, non condannerà secondo quello che si sente cogli orecchi; ma giudicherà con giustizia i poveri, e prenderà le giuste difese degli umili; percuoterà la terra colla verga della sua bocca, col soffio delle sue labbra farà morire l'empio. La giustizia cingerà i suoi fianchi, la fede fascerà il suo dorso.
GRADUALE
Signore, mostraci la tua misericordia e concedici la tua salvezza. O Signore, hai benedetto la tua terra; hai liberato Giacobbe dalla schiavitù.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.
Luc 1:39-47
Or in quei giorni Maria si mise in viaggio per recarsi frettolosamente alla montagna, in una città di Giudea, ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Ed avvenne che, appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel seno; ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo; ed esclamò ad alta voce: «Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo seno. E donde a me la grazia che venga a visitarmi la madre del mio Signore? Ecco, infatti, appena il suono del tuo saluto mi è giunto all'orecchio, il bambino m'è balzato pel giubilo nel seno. E te beata che hai creduto, perché s'adempiranno le cose a te predette dal Signore». E Maria disse: «L'anima mia glorifica il Signore; ed il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore».
OFFERTORIO
Preghiamo. Non ci darai più la vita, o Dio, sì che in te gioisca il popolo tuo? Mostraci, Signore, il tuo amore, e donaci la tua salvezza.
SECRETE
O Signore, accolte queste nostre offerte e preghiere, purificaci, te ne preghiamo, con i celesti misteri e benigno ascoltaci. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Conferma, o Signore, nelle nostre anime i misteri della vera fede, affinché noi che proclamiamo vero Dio e vero uomo Colui che fu concepito dalla Vergine, per la potenza della sua resurrezione salvifica meritiamo di giungere all’eterna gioia.
Proteggi, o Signore, noi che celebriamo i tuoi misteri, perché trattando le cose divine, ti serviamo col corpo e coll’anima.
Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, l'ultima ha la conclusione.
PREFAZIO COMUNE
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).
COMUNIONE
Ecco, il Signore verrà con tutti i suoi Santi ed in quel giorno sarà gran luce.
POST-COMUNIONE
Preghiamo. O Signore, ci ristori questa sacra partecipazione al tuo Sacramento; e purificati dall'uomo vecchio ci renda partecipi di questo mistero di salute. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. Infondi, Signore, nelle nostre anime la tua grazia: e poiché con l'annuncio dell'angelo abbiamo conosciuto l'Incarnazione di Cristo, tuo Figlio, concedi che per la sua passione e la sua croce giungiamo alla gloria della risurrezione.
Ti preghiamo, Signore Iddio nostro, perché Tu non permetta che soggiacciano a umani pericoli coloro cui hai concesso di godere delle divina partecipazione.
Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.
Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger
VENERDÌ DELLE QUATTRO TEMPORA DI AVVENTO
La Chiesa non legge nulla del Profeta Isaia in questo giorno; si accontenta di ricordare, nel Mattutino, il passo del Vangelo in cui san Luca narra il mistero della Visitazione della Santa Vergine; dopo di che si legge un frammento del commento di sant'Ambrogio su questo stesso passo. Noi riserviamo per il Proprio dei Santi che segue, le considerazioni e gli affetti che deve ispirare ai fedeli questa importante circostanza della vita della Madre di Dio.
La Stazione di oggi è nella Chiesa dei SS. Apostoli. I Papi Pelagio I e Giovanni III dedicarono questa chiesa agli Apostoli san Filippo e san Giacomo. È qui che i loro corpi, sepolti sotto l'altare, attendono la seconda Venuta di colui che li scelse come suoi cooperatori nell'opera della prima, e a fianco del quale siederanno su di un trono nell'ultimo giorno, per giudicare le dodici Tribù d'Israele (Mt 19).
17 DICEMBRE INIZIO DELLE GRANDI ANTIFONE
La Chiesa apre oggi la serie settenaria dei giorni che precedono la Vigilia di Natale, e che sono celebrati nella Liturgia con il nome di Ferie maggiori. L’Ufficio ordinario dell’Avvento assume maggiore solennità; le Antifone dei Salmi, alle Laudi e alle Ore del giorno, sono proprie del tempo e hanno un rapporto diretto con la grande Venuta. Tutti i giorni, ai Vespri, si canta una grande Antifona che è un grido verso il Messia e nella quale gli si dà ogni giorno qualcuno dei titoli che gli sono attribuiti nella Scrittura.
Il numero di queste Antifone, che sono dette volgarmente antifone O dell’Avvento, perché cominciano tutte con questa esclamazione è di sette nella Chiesa romana, una per ciascuna delle sette Ferie maggiori, e si rivolgono tutte a Gesù Cristo. Altre Chiese, nel medioevo, ne aggiunsero ancora due: una alla Santissima Vergine, O Virgo Virginum! e una all’Angelo Gabriele, O Gabriel! Oppure a san Tommaso, la cui festa cade nel corso delle Ferie maggiori. Quest’ultima comincia così: O Thomas Didime! [1]. Vi furono anche delle Chiese che portarono fino a dodici il numero delle grandi Antifone, aggiungendone alle nove di cui abbiamo parlato altre tre, e cioè: una a Cristo, O Rex pacifice! una seconda alla Santissima Vergine, O mundi Domina! e infine un’ultima a mo’ d’apostrofe a Gerusalemme, O Hierusalem!
Il momento scelto per far ascoltare questo sublime appello alla carità del Figlio di Dio è l’ora dei Vespri, perché è alla sera del mondo, vergente mundi vespere, che è venuto il Messia. Si cantano al Magnificat, per denotare che il Salvatore che aspettiamo ci verrà da Maria. Si cantano due volte, prima e dopo il Cantico, come nelle feste Doppie, in segno della maggiore solennità; ed era anche antica usanza di parecchie Chiese cantarle tre volte, cioè prima del Cantico stesso, prima del Gloria Patri e dopo il Sicut erat. Infine, queste meravigliose Antifone che contengono tutto il midollo della Liturgia dell’Avvento, sono adorne d’un canto armonioso e pieno di gravità, e le diverse Chiese hanno conservato l’usanza di accompagnarle con una pompa tutta speciale, le cui manifestazioni sempre espressive variano secondo i luoghi. Entriamo nello Spirito della Chiesa e riceviamole per unirci, con tutta l’effusione del nostro cuore, alla stessa santa Chiesa, allorché fa sentire al suo Sposo questi ultimi e teneri inviti ai quali egli infine si arrende.
[1] Quest’antifona è più moderna; ma a partire dal XIII secolo sostituì quasi universalmente quella: O Gabriel!
17 DICEMBRE I ANTIFONA
O Sapienza, che sei uscita dalla bocca dell’Altissimo, che attingi l’uno e l’altro estremo, e disponi di tutte le cose con forza e dolcezza: vieni ad insegnarci le vie della prudenza.
O Sapienza increata che presto ti renderai visibile al mondo, come si vede bene in questo momento che tu disponi tutte le cose! Ecco che, con il tuo divino permesso, è stato emanato un editto dell’imperatore Augusto per fare il censimento dell’universo. Ognuno dei cittadini dell’Impero deve farsi registrare nella sua città d’origine. Il principe crede nel suo orgoglio di aver mosso a suo vantaggio tutto il genere umano. Gli uomini si agitano a milioni sul globo, e attraversano in ogni senso l’immenso mondo romano; pensano di obbedire a un uomo, e obbediscono invece a Dio. Tutto quel grande movimento non ha che uno scopo: di condurre cioè a Betlemme un uomo e una donna che hanno la loro umile dimora in Nazareth di Galilea, perché quella donna sconosciuta dagli uomini e amata dal cielo, giunta al termine del nono mese dalla concezione del suo figliuolo, dia alla luce a Betlemme il figlio di cui il Profeta ha detto: “La sua origine è fin dai giorni dell’eternità; o Betlemme, tu non sei affatto la più piccola fra le mille città di Giuda, poiché da te appunto egli uscirà”. O sapienza divina, quanto sei forte, per giungere così ai tuoi fini in un modo insuperabile per quanto nascosto agli uomini! Quanto sei dolce, per non fare tuttavia alcuna violenza alla loro libertà! Ma quanto sei anche paterna nella tua premura per i nostri bisogni! Tu scegli Betlemme per nascervi, perché Betlemme significa la Casa del Pane. Ci mostri con ciò che tu vuoi essere il nostro Pane, il nostro nutrimento, il nostro alimento di vita. Nutriti d’un Dio, d’ora in poi non morremo più. O Sapienza del Padre, Pane vivo disceso dal cielo vieni presto in noi, affinché ci accostiamo a te, e siamo illuminati dal tuo splendore; e dacci quella prudenza che conduce alla salvezza.
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