31 agosto 2021

Mercoledì 1° Settembre 2021 nella liturgia



Festa di Sant'Egidio Abate, Semplice, colore liturgico bianco. Commemorazione dei Santi dodici Fratelli Martiri.

Primi Vespri della Festa di Santo Stefano Re e Confessore, Semidoppio, colore liturgico bianco.


Qui per le peculiarità del Tempo dopo Pentecoste:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/05/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


Al Breviario

All'Ufficio di Sant'Egidio:

Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di un Confessore non Pontefice. Prime due Letture dal Proprio del Tempo al Mercoledì nella I Settimana di Settembre, III Lezione, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 1° Settembre).

La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino è <<meruit beatas scandere sedes>>. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio di Santo Stefano d'Ungheria:

Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio, il resto dai Primi Vespri di un Confessore non Pontefice, Orazione dal Proprio dei Santi (al 2 Settembre).

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Vespri e le Preci a Compieta. La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Vespri è <<meruit supremos laudis honores>>.


Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Festa di Sant'Egidio Abate, Semplice, colore liturgico bianco. Commemorazione dei Santi dodici Fratelli Martiri.

Essendo oggi il primo giorno del mese libero da Uffici delle IX Lezioni, si recita l'Ufficio dei Defunti. Fuori dal coro non è obbligatorio.

Primi Vespri della Festa di Santo Stefano Re d'Ungheria e Confessore, Semidoppio, colore liturgico bianco.


All'Ufficio di Sant'Egidio:

Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno di 12 Salmi a Mattutino, 4 Salmi a Prima), il resto dal Comune di un Confessore non Pontefice. Prime due Letture dal Proprio del Tempo al Mercoledì nella I Settimana di Settembre, III Lezione, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 1° Settembre).

La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino è <<meruit beatas scandere sedes>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hodie laetus meruit secreta scandere coeli>>. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono cinque Commemorazioni Comuni a Lodi (tutte meno quella della Croce) e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio dei Defunti:

Avendo cantato il Benedicamus Domino di Lodi dell'Ufficio del giorno, senza aggiungere altro si intona direttamente la prima Antifona del III Notturno del Mattutino dei Defunti. Si canta solo questo Notturno con le sue Letture e Responsori (l'ultimo è il Responsorio Libera me Domine de viis inferni, usato quando il III Notturno dell'Ufficio dei Defunti viene recitato come Notturno unico), e seguito da Lodi. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Salmo 129 alle Preci e le tre Orazioni per tutti i fedeli defunti Deus qui inter Apostolicos SacerdotesDeus veniae largitor e Fidelium. Le Lodi terminano col Requiescant in pace. Amen senza aggiungere altro, e seguirà quando stabilito Prima del giorno.

All'Ufficio di Santo Stefano d'Ungheria:

Ai Vespri tutto dai Primi Vespri del Comune di un Confessore non Pontefice con i Salmi indicati (che si prendono dai Primi Vespri del Comune degli Apostoli), Orazione dal Proprio dei Santi (al 2 Settembre).

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono cinque Commemorazioni Comuni a Vespri (tutte meno quella della Croce) e le Preci a Compieta. La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Vespri è <<meruit supremos laudis honores>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hac die laetus meruit supremos laudis honores>>.


Al Messale

Si può celebrare facoltativamente la Messa di Sant'Egidio.

Messa Os justi dal Comune degli Abati con le Orazioni al 1° Settembre:

  • Gloria in excelsis
  • Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda è la commemorazione dei Santi dodici Fratelli Martiri
    • La terza è Ad poscenda suffragia Sanctorum (A cunctis)
    • Le altre ad libitum
  • Prefazio Comune
  • Ite Missa est
  • Prologo di San Giovanni

    Oppure è possibile celebrare una Messa Votiva privata (senza Gloria, tre o cinque o sette Orazioni di cui la prima della Messa, la seconda è la commemorazione di Sant'Egidio, la terza la commemorazione dei Santi Fratelli Martiri e le altre ad libitum, Prefazio della Messa o Comune, Benedicamus Domino), o ancora una Messa quotidiana di Requiem (con tre Orazioni).


    Letture del Mattutino (in latino)

    AD NOCTURNUM

    Lectio 1

    De libro Job

    Job 3:1-5

    Post hæc apéruit Job os suum et maledíxit diéi suo, et locútus est: Péreat dies in qua natus sum, et nox in qua dictum est: Concéptus est homo. Dies ille vertátur in ténebras: non requírat eum Deus désuper, et non illustrétur lúmine; obscúrent eum ténebræ et umbra mortis; óccupet eum calígo, et involvátur amaritúdine.

    Lectio 2, Job 3:6-10

    Noctem illam tenebrósus turbo possídeat; non computétur in diébus anni, nec numerétur in ménsibus. Sit nox illa solitária, nec laude digna; maledícant ei qui maledícunt diéi, qui paráti sunt suscitáre levíathan. Obtenebréntur stellæ calígine ejus, exspéctet lucem et non vídeat, nec ortum surgéntis auróræ; quia non conclúsit óstia ventris, qui portávit me, nec ábstulit mala ab óculis meis.

    Lectio 3

    Ægidius Atheniénsis, regiæ stirpis, a prima ætate divinis litteris et caritátis officiis ita déditus fuit, ut nihil præterea curare viderétur. Itaque, paréntibus mórtuis, totum patrimónium in páuperes erogávit; quin étiam túnicam exuit, ut ægrotum egentem tégeret, qua ille indútus, statim conváluit. Sed multis deinceps clarior miraculis, timens sui nóminis celebritátem, Arelátem ad beátum Cæsárium contendit. A quo post biennium discédens, secessit in eremum; ubi diutius herbárum radicibus et cervæ lacte, quæ státis ad eum horis veniebat, admirábili sanctitáte vixit. Quæ cerva, insequéntibus quodam die cánibus regiis, cum in antrum Ægidii refugísset, Galliæ regem ímpulit, ut ab eo summis precibus péteret, ut in loco speluncæ monastérium éxstrui paterétur. Cujus administratiónem, flagitante rege, invitus suscépit; eoque munere aliquot annis prudenter piéque gesto, migrávit in cælum.


    Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

    NOTTURNO UNICO

    Lettura 1

    Dal libro di Giobbe

    Job 3:1-5

    Dopo di ciò Giobbe aprì la bocca per maledire il suo giorno, e parlò così: Perisca il giorno in cui nacqui, e la notte in cui fu detto; È concepito un uomo. Quel giorno si cangi in tenebre: non lo cerchi Dio dall'alto; e non sia rischiarato da luce; l'oscurino le tenebre e l'ombra di morte; lo investa la caligine e sia avvolto nell'amarezza.

    Lettura 2, Job 3:6-10

    Un turbine tenebroso pervada quella notte; non sia computata fra i giorni dell'anno, né annoverata tra i mesi. Quella notte sia solitaria né degna di udir canti; la maledicano quelli che imprecano al giorno, che ardiscono di svegliare il leviatan. Per la sua caligine si oscurino le stelle, essa aspetti la luce, senza mai vederla, né veda lo spuntar dell'aurora nascente, perché essa non mi chiuse il varco del seno che mi portò, né sottrasse ai miei occhi questi mali.

    Lettura 3

    Egidio, Ateniense, di stirpe reale, fin dai primi anni si dedicò talmente allo studio delle sacre lettere e alle opere di carità, da sembrargli indifferente tutto il resto. Quindi, mortigli i genitori, distribuì ai poveri tutto il suo patrimonio; anzi si spogliò perfino della propria tunica per vestirne un malato indigente, che al suo contatto rimase subito guarito. Ma divenuto poi sempre più illustre per molti altri miracoli, temendo che il suo nome divenisse celebre, si portò ad Arles presso san Cesario. Dal quale partitosi dopo due anni, si ritirò nell'eremo; dove visse per molto tempo con mirabile santità cibandosi solo di radici di erbe e del latte d'una cerva, che veniva da lui a certe ore. Inseguita un giorno questa dai cani del re, e rifugiatosi nella grotta di Egidio, fu causa che il re di Francia lo pressasse vivamente di permettergli di costruire un monastero in quel luogo. Ad istanza del re ne prese, sebbene a malincuore, la direzione: e dopo averlo amministrato con prudenza e pietà per alcuni anni, se ne andò in cielo.


    Ad Primam: il Martirologio del 2 Settembre 2021

    Quarto Nonis Septembris, luna vigesima quinta.



    Nel quarto giorno alle None di Settembre, luna venticinquesima.




    Parti proprie della Messa (in latino)

    INTROITUS

    Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus. --- Noli æmulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. --- Glória Patri --- Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus.

    COLLECTAE

    Orémus. Intercéssio nos, quǽsumus, Dómine, beáti Ægídii Abbátis comméndet: ut, quod nostris méritis non valémus, eius patrocínio assequámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. Fratérna nos, Dómine, Mártyrum tuórum coróna lætíficet: quæ et fídei nostræ præbeat increménta virtútum, et multíplici nos suffrágio consolétur.

    A cunctis nos, quǽsumus, Dómine, mentis et córporis defénde perículis: et, intercedénte beáta et gloriósa semper Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis, salútem nobis tríbue benígnus et pacem; ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, Ecclesia tua secúra tibi sérviat libertáte.

    Orationes ad libitum.

    EPISTOLA

    Léctio libri Sapiéntiæ.

    Eccli 45:1-6

    Diléctus Deo et homínibus, cuius memória in benedictióne est. Símilem illum fecit in glória sanctórum, et magnificávit eum in timóre inimicórum, et in verbis suis monstra placávit. Gloríficávit illum in conspéctu regum, et jussit illi coram pópulo suo, et osténdit illi glóriam suam. In fide et lenitáte ipsíus sanctum fecit illum, et elégit eum; ex omni carne. Audívit enim eum et vocem ipsíus, et indúxit illum in nubem. Et dedit illi coram præcépta, et legem vitæ et disciplínæ.

    GRADUALE

    Dómine, prævenísti eum in benedictiónibus dulcédinis: posuísti in cápite eius corónam de lápide pretióso. Vitam pétiit a te, et tribuísti ei longitúdinem diérum in saeculum saeculi.

    ALLELUJA

    Allelúja, allelúja. Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur. Allelúja.

    EVANGELIUM

    Sequéntia  ✠  sancti Evangélii secúndum Matthaeum.

    Matt 19:27-29

    In illo témpore: Dixit Petrus ad Jesum: Ecce, nos relíquimus ómnia, et secúti sumus te: quid ergo erit nobis? Jesus autem dixit illis: Amen, dico vobis, quod vos, qui secuti estis me, in regeneratióne, cum séderit Fílius hóminis in sede majestátis suæ, sedébitis et vos super sedes duódecim, judicántes duódecim tribus Israël. Et omnis, qui relíquerit domum, vel fratres, aut soróres, aut patrem, aut matrem, aut uxórem, aut fílios, aut agros, propter nomen meum, céntuplum accípiet, et vitam ætérnam possidébit.

    OFFERTORIUM

    Orémus. Desidérium ánimæ ejus tribuísti ei, Dómine, et voluntáte labiórum ejus non fraudásti eum: posuísti in cápite ejus corónam de lápide pretióso.

    SECRETAE

    Sacris altáribus, Dómine, hóstias superpósitas sanctus Ægídius Abbas, quǽsumus, in salútem nobis proveníre depóscat. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Mystéria tua, Dómine, pro sanctórum Martyrum tuórum commemoratióne devóta mente tractémus: quibus nobis et præsídium crescat et gáudium.

    Exáudi nos, Deus, salutáris noster: ut, per hujus sacraménti virtútem, a cunctis nos mentis et córporis hóstibus tueáris; grátiam tríbuens in præsénti, et glóriam in futúro.

    Orationes ad libitum.

    PRAEFATIO COMMUNIS

    Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

    COMMUNIO

    Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.

    POSTCOMMUNIO

    Orémus. Prótegat nos, Dómine, cum tui perceptióne sacraménti beátus Ægídius Abbas, pro nobis intercedéndo: ut et conversatiónis ejus experiámur insígnia, et intercessiónis percipiámus suffrágia. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, quorum memóriam sacraménti participatióne recólimus, fidem quoque proficiéndo sectémur.

    Mundet et múniat nos, quǽsumus, Dómine, divíni sacraménti munus oblátum: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis; a cunctis nos reddat et perversitátibus expiátos, et adversitátibus expedítos.

    Orationes ad libitum.


    Traduzione italiana

    INTROITO

    La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio. --- Non invidiare i malvagi e non essere geloso degli operatori di iniquità. --- Gloria --- La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio.

    COLLETTE

    Preghiamo. O Dio, per appianarci la via della salvezza eterna, desti alla nostra fragilità un esempio ed un presidio nei tuoi Santi; concedici di venerare il beato Egidio Abate in modo da sperimentarne l'intercessione e seguirne le orme. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. La corona fraterna dei tuoi Martiri ci rallegri, o Signore, accrescendo le virtù della nostra vita cristiana e consolandoci con la loro molteplice intercessione.

    Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione).

    EPISTOLA

    Lettura del Libro della Sapienza.

    Eccli 45:1-6

    Egli fu amato da Dio e dagli uomini: la sua memoria è in benedizione. Dio lo rese simile ai santi nella gloria, lo fece potente e terribile per i suoi nemici, e per le sue parole fece cessare i prodigiosi castighi. Lo rese glorioso al cospetto dei re, gli diede i precetti per il suo popolo, e gli fece vedere la sua gloria. Lo santificò per la sua fedeltà e dolcezza, e lo elesse fra tutti i mortali. Gli fece udire la sua voce, e lo fece entrare nella nube; gli consegnò, a faccia a faccia, i suoi comandamenti ed una legge di vita e di saggezza.

    GRADUALE

    Lo hai prevenuto, Signore,con dolci benedizioni: hai posto sul suo capo una corona di gemme preziose. Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa, lunghi giorni in eterno, senza fine.

    ALLELUIA

    Alleluia, alleluia. Il giusto fiorirà come un giglio e crescerà come un cedro del Libano. Alleluia.

    VANGELO

    Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo.

    Matt 19:27-29.

    In quel tempo Pietro disse a Gesù: «Ecco noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che cosa adunque avremo noi?». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: Voi che mi avete seguito, nella rigenerazione, quando il Figlio dell'uomo sederà sul trono della sua gloria, sederete anche voi sopra dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. E chiunque avrà lasciato casa, fratelli o sorelle, o padre o madre, o moglie o figli, o campi per amore del nome mio, riceverà il centuplo e possederà la vita eterna».

    OFFERTORIO

    Preghiamo. Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, non hai respinto il voto delle sue labbra e hai posto sul suo capo una corona di gemme preziose.

    SECRETE

    Per intercessione del santo Abate Egidio, o Signore, queste offerte deposte sull'altare giovino alla nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Per la commemorazione dei tuoi santi Martiri, o Signore, fa' che possiamo compiere con mente devota i tuoi misteri, mediante i quali crescano in noi e l'aiuto e la gioia.

    O Dio nostra salvezza, esaudiscici; e, in virtù di questo sacramento proteggici da ogni nemico della mente e del corpo, dandoci la grazia nel tempo presente e la gloria nell'eternità.

    Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (solo l'ultima ha la conclusione).

    PREFAZIO COMUNE

    E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).

    COMUNIONE

    Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno.

    POST-COMUNIONE

    Preghiamo. Ci protegga, o Signore, insieme al tuo sacramento che abbiamo ricevuto l'intercessione del beato Egidio Abate; affinché della sua vita seguiamo gli esempi e della sua protezione sentiamo gli effetti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. Concedi, onnipotente Dio, che avendo onorato la memoria dei tuoi Martiri con la partecipazione al sacramento, ne seguiamo con profitto anche la fede.

    Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus, solo l'ultima ha la conclusione).


    Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

    1 SETTEMBRE SANT’EGIDIO, ABATE

    Per molti secoli Sant’Egidio godette fama eccezionale e le innumerevoli opere d’arte, che lo raffigurano o ricordano un episodio della sua leggenda, le chiese, le cappelle, gli altari a lui dedicati ci dicono quanto il suo culto fu caro alla pietà cristiana. Fra i santi ausiliatori fu uno dei più invocati.

    L’eremita.

    La sua vita è semplice. Si dice che sia originario della Grecia, ma vi sono dubbi. Si può affermare con maggiore certezza che visse solitario in una grotta delle rive del Gard dove san Fredemio, che lo aveva preceduto nel romitaggio, lo iniziò ai segreti della contemplazione. Poi sant’Egidio lasciò il maestro e si stabilì più a sud, nella foresta, che si estendeva sulla sponda destra del Rodano, poco lontano dalla costa del Mediterraneo. Restò ignorato fino al giorno in cui alcuni cacciatori, inseguendo una cerva, scoprirono il suo ritiro. L’animale, ormai sfinito, si rifugiò nella macchia ai piedi del santo e la muta non osò avvicinarsi. Un arciere scoccò la sua freccia e i compagni, aprendosi una strada fra i rovi, scoprirono sant’Egidio con le mani trapassate dalla freccia.

    Ciò avvenne verso il 653 allorché Wamba, re dei Visigoti, al dire di Flavio, venuto a questione col suo successore, aveva passato i Pirenei e avanzava verso la Settimania, la regione che si estendeva fino al Rodano, per rivendicare i suoi diritti.

    I cacciatori erano ufficiali del re e Wamba era con loro. L’incontro, pittoresco e tragico insieme, diventò il tema spesso offerto agli artisti. Fu soprattutto l’occasione di fondare un monastero. È la sorte di tanti eremiti, che fuggono per immergersi nell’infinito, e poi « non potendo la lampada restare sotto il moggio » diventano dei condottieri e il loro splendore arriva lontano, spesso in tutto il mondo.

    Non fu questo il caso di sant’Egidio, almeno nella vita su questa terra, perchè la storia di lui ha conservato poco e il racconto dei suoi viaggi a Orléans, presso il re di Francia e a Roma, presso Papa Benedetto IV, si presta a critiche molto serie. Il primo dei viaggi godette tuttavia di molta celebrità e, con il titolo di Messa di sant’Egidio, si raccontava che il santo, mentre all’altare celebrava il santo Sacrificio, conobbe da un angelo un peccato segreto del re e che il peccato sarebbe perdonato grazie alle sue preghiere, perchè « chiunque lo invocherà sarà perdonato ».

    Il monastero di sant’Egidio.

    Il monastero, come il suo fondatore, restò oscuro fino all’organizzarsi dei grandi pellegrinaggi del Medioevo. La posizione geografica ne faceva insieme una tappa sulla via di san Giacomo e una tappa su uno degli itinerari per la Terra Santa. Albergo di tappa e porto di imbarco, partecipò alle grandi correnti di scambio attraverso le quali si è sviluppata l’epica leggenda di Carlomagno. Sant’Egidio entra anche lui nel ciclo e proprio questo rende oggi difficile la conoscenza esatta della sua vita, ma ha tuttavia costituito la sua gloria. Il monastero, una delle abbazie famose, e i resti della chiesa , con le magnifiche sculture dei portali, bastano a darci un’idea della sua importanza.

    Il santo ausiliatore.

    Prima di imbarcarsi per una lunga traversata, piena di pericoli, il pellegrino si affidava a sant’Egidio, a lui si raccomandava l’uomo d’armi, avviato a guerreggiare in Spagna contro i Mori. Una folla di sventurati, di afflitti, di poveri e di giocolieri frequentava il monastero o qualcuna delle sue cappelle, che si andavano moltiplicando nella cristianità in onore di sant’Egidio. Febbri, convulsioni, epilessia diventano cose di sua competenza e protegge i fittavoli, gli storpi e i mendicanti, i giocolieri, i giocatori, « gentile patrono del popolo povero ». Un potente signore, il capo della Linguadoca di Tolosa, prende il titolo di conte di sant’Egidio quando un Raimondo, il più importante dei feudatari, ha preso la croce per correre alla liberazione della Terra Santa.

    Poi la sabbia invade il porto; san Luigi costruisce più vicina alla sponda Aquaviva. Ma il pellegrinaggio rimane fiorente. Più tardi l’abbazia declina e tuttavia sant’Egidio resta popolare. Nei tempi moderni rimane troppo dimenticato, sebbene la sua tomba abbia un ritorno di celebrità col vicino Santuario di Santa Maria, che attira oggi una folla variopinta di zingari e di saltimbanchi.

    Dato che la Chiesa conserva il culto di sant’Egidio, egli avrà ancora favori per coloro che lo invocano, soprattutto nelle chiese e negli oratori eretti in suo onore e nei quali tante generazioni hanno invocato la protezione di Dio attraverso i suoi santi.

    Orazione: « Dio onnipotente e misericordioso, che hai favorito di speciali privilegi, più di tutti gli altri santi, i tuoi martiri Giorgio, Biagio, Erasmo, Pantaleone, Guido, Cristoforo, Egidio, Acace, Dionigi, Ciriaco, Eustachio, Caterina, Margherita e Barbara, concedi, te ne supplichiamo, a tutti coloro che, nelle necessità, implorano il loro soccorso, la grazia che tu hai promessa e accorda alle loro domande un effetto salutare » (Orazione ai quattordici santi ausiliatori).


    LO STESSO GIORNO COMMEMORAZIONE DEI DODICI FRATELLI, MARTIRI

    Più antico del culto di sant’Egidio è il culto reso dalla Chiesa ai 12 fratelli che oggi commemoriamo. Subirono il martirio in luoghi e date diverse: Felice e Donato a Bisaccio, presso Napoli, il i settembre; Oronzio, Onorato, Fortunato e Sabiniano a Potenza, nella Lucania, il 27 settembre; Settimio, Gennaro e Felice a Venosa, il 28 settembre; Vitale, Satore e Reposito a Velino, nei Sabini, il 29 settembre. Il loro biografo li dice originari di Adrumeto, in Africa, e figli di Bonifacio e di Tecla. Nel 760 il duca Arichis trasportò i loro corpi a Benevento, nella basilica di santa Sofia.

    Chiediamo la loro protezione recitando la colletta della Messa: « Il gruppo fraterno dei tuoi martiri, o Signore, ci sia oggi motivo di santa gioia, affinchè, irrobustendo tutti la nostra fede con il loro coraggioso esempio, essi tutti difendano, con la loro potente intercessione, la nostra causa ».

    30 agosto 2021

    Martedì 31 Agosto 2021 nella liturgia



    Festa di San Raimondo Nonnato Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco.

    Ai Vespri commemorazioni di Sant'Egidio Abate e dei Santi dodici Fratelli Martiri.


    Qui per le peculiarità del Tempo dopo Pentecoste:

    https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/05/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


    Al Breviario

    Antifone e Salmi dal Salterio (3 Notturni a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di un Confessore non Pontefice. Letture del I Notturno dal Proprio del Tempo al Martedì nella I Settimana di Settembre, Letture del II Notturno e Orazione dal Proprio dei Santi (al 31 Agosto, ai Vespri commemorazioni al 1° Settembre), Letture del III Notturno dal Comune.

    La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino e Vespri è <<meruit supremos laudis honores>>. Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio e le Preci si omettono.


    Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

    Festa di San Raimondo Nonnato Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco.

    Ai Vespri commemorazioni di Sant'Egidio Abate e dei Santi dodici Fratelli Martiri.

    Essendo domani il primo giorno del mese libero da Uffici delle IX Lezioni, oggi si recitano i Vespri dell'Ufficio dei Defunti. Fuori dal coro non è obbligatorio.


    Tutto dal Comune di un Confessore non Pontefice con i Salmi riportati a Mattutino, quelli domenicali a Lodi (a Prima come alle Feste), e quelli indicati ai Vespri (che si prendono dai Primi Vespri del Comune degli Apostoli). Letture del I Notturno dal Proprio del Tempo al Martedì nella I Settimana di Settembre, Letture del II Notturno e Orazione dal Proprio dei Santi (al 31 Agosto, ai Vespri commemorazioni al 1° Settembre), Letture del III Notturno dal Comune.

    La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino e Vespri è <<meruit supremos laudis honores>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hac die laetus meruit supremos laudis honores>>Le Antifone si raddoppiano, le Commemorazioni Comuni e le Preci si omettono.

    All'Ufficio dei Defunti:

    Avendo cantato il Benedicamus Domino dei Vespri dell'Ufficio del giorno, senza aggiungere altro si intona direttamente la prima Antifona Placebo Domino dell'Ufficio dei Defunti. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Salmo 145 alle Preci e le tre Orazioni per tutti i fedeli defunti Deus qui inter Apostolicos Sacerdotes, Deus veniae largitor e Fidelium. I Vespri terminano col Requiescant in pace. Amen senza aggiungere altro, e seguirà quando stabilito Compieta del giorno.


    Al Messale

    Messa Os justi dal Comune di un Confessore non Pontefice con le Orazioni al 31 Agosto:

    • Gloria in excelsis
    • Orazione unica della Messa
    • Prefazio Comune
    • Ite Missa est
    • Prologo di San Giovanni


    Letture del Mattutino (in latino)

    AD I NOCTURNUM

    Lectio 1

    De libro Job

    Job 2:1-5

    Factum est autem, cum quadam die veníssent fílii Dei et starent coram Dómino, venísset quoque Satan inter eos et staret in conspéctu ejus, ut díceret Dóminus ad Satan: Unde venis? Qui respóndens ait: Circuívi terram et perambulávi eam. Et dixit Dóminus ad Satan: Numquid considerásti servum meum Job, quod non sit ei símilis in terra, vir simplex et rectus ac timens Deum et recédens a malo et adhuc rétinens innocéntiam? Tu autem commovísti me advérsus eum, ut afflígerem eum frustra. Cui respóndens Satan ait: Pellem pro pelle, et cuncta, quæ habet homo, dabit pro ánima sua. Alióqui mitte manum tuam, et tange os ejus et carnem; et tunc vidébis quod in fáciem benedícat tibi.

    Lectio 2, Job 2:6-10

    Dixit ergo Dóminus ad Satan: Ecce in manu tua est, verúmtamen ánimam illíus serva. Egréssus ígitur Satan a fácie Dómini percússit Job úlcere péssimo a planta pedis usque ad vérticem ejus; qui testa sániem radébat sedens in sterquilínio. Dixit autem illi uxor sua: Adhuc tu pérmanes in simplicitáte tua? Bénedic Deo et mórere. Qui ait ad illam: Quasi una de stultis muliéribus locúta es: si bona suscépimus de manu Dei, mala quare non suscipiámus? In ómnibus his non peccávit Job lábiis suis.

    Lectio 3, Job 2:11-13

    Igitur audiéntes tres amíci Job omne malum quod accidísset ei, venérunt sínguli de loco suo, Eliphaz Themanítes et Baldad Suhítes et Sophar Naamathítes. Condíxerant enim ut páriter veniéntes visitárent eum et consolaréntur. Cumque elevássent procul óculos suos, non cognovérunt eum et exclamántes ploravérunt, scissísque véstibus, sparsérunt púlverem super caput suum in cælum. Et sedérunt cum eo in terra septem diébus et septem nóctibus, et nemo loquebátur ei verbum; vidébant enim dolórem esse veheméntem.

    AD II NOCTURNUM

    Lectio 4

    Raymundus, Nonnatus cognomento dictus, quia præter communem naturæ legem e mortuæ matris dissecto latere in lucem eductus fuit, Portelli in Catalaunia piis et nobilibus parentibus ortus, ab ipsa infantia futuræ sanctitatis indicia dedit. Nam puerilia oblectamenta, mundique illecebras respuens, ita pietati operam dabat, ut omnes in puero adultam virtutem admirarentur. Cresconte vero ætate, litterarum studiis incubuit: sed mox jubente patre vitam ruri agens, sacellum sancti Nicolai in Portelli finibus situm crebro adibat, ut sacram Deiparæ imaginem, quæ in eo summa fidelium veneratione étiam nunc colitur, visitaret. Ibi effusus in preces, ipsam Dei parentem, ut se in filium adoptare viamque salutis ac scientiam sanctorum edocere dignaretur, enixe deprecabatur.

    Lectio 5

    Nec defuit votis ejus benignissima Virgo. Ab ipsa enim intellexit gratissimum sibi fore, si religionem sub titulo de Mercede, seu de Misericordia redemptionis captivorum, ea suggerante nuper fundatam, ingrederetur. Qua monitione percepta, Barcinonem statim profectus, illud tam præcellentis erga proximum caritatis institutum amplexus est. Regulari igitur militiæ adscriptus, virginitatem, quam pridem beatæ Virgini consecraverat, perpetuo coluit, ceterisque virtutibus enituit, caritate præsertim erga Christianos, qui sub potestate paganorum miseram in captivitate vitam degebant. Hos ut redimeret, in Africam missus, cum jam multos a servitute liberasset, ne, consumpta pecunia, aliis item in proximo abnegandæ fidei discrimine constitutis deesset, se ipsum pignori dedit; sed cum ardentissimo salutis animarum desiderio succensus, plures Mahometanos suis concionibus ad Christum converteret, in arctam custodiam a barbaris conjectus, variisque suppliciis cruciatus, mox labiis perforatis et sera ferrea clausis, crudele martyrium diu sustinuit.

    Lectio 6

    Ob hæc et alia fortiter gesta sanctitatis ejus fama longe lateque diffúsa est. Qua permotus Gregorius nonus, in amplissimum sanctæ Romanæ Ecclesiæ Cardinalium collegium Raymundum adscripsit: sed vir Dei in ea dignitate ab omni pompa abhorrens, religiosæ humilitatis tenacissimus semper fuit. Romam vero pergens, statim ac Cardonam pervenit, extremo morbo confectus, ecclesiasticis sacramentis muniri summis precibus postulavit. Cumque morbus ingravesceret, et sacerdos diutius tardaret, Angelorum ministerio, sub specie religiosorum sui ordinis apparentium, salutari viatico refectus fuit. Quo sumpto, et gratiis Deo peractis, migravit ad Dominum Dominica ultima Augusti, anno millesimo ducentesimo quadragesimo. Mortui corpus, cum circa locum sepulturæ contentio orta esset, arcæ inclusum, et mulæ cæcæ impositum, ad sacellum sancti Nicolai Dei nutu delatum fuit, ut ibi tumularetur, ubi prima jecerat sanctioris vitæ fundamenta. Illic constructo sui ordinis cænobio, a confluentibus voti causa ex universa Catalaunia fidelibus populis honoratur, variis miraculis et signis gloriosus.

    AD III NOCTURNUM

    Lectio 7

    Léctio sancti Evangélii secúndum Lucam

    Luc 12:35-40

    In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Sint lumbi vestri præcincti, et lucernæ ardentes in mánibus vestris. Et réliqua.

    Homilía sancti Gregórii Papæ

    Homilia 13 in Evangelia

    Sancti Evangélii, fratres caríssimi, apérta vobis est léctio recitata. Sed ne alíquibus ipsa ejus planities alta fortásse videátur, eam sub brevitate transcurrimus, quátenus ejus expositio ita nescientibus fiat cógnita, ut tamen sciéntibus non sit onerosa. Dóminus dicit: Sint lumbi vestri præcincti. Lumbos enim præcingimus, cum carnis luxuriam per continentiam coarctamus. Sed quia minus est, mala non ágere, nisi étiam quisque studeat, et bonis opéribus insudare, protinus additur: Et lucernæ ardentes in mánibus vestris. Lucernas quippe ardentes in mánibus tenemus, cum per bona ópera próximis nostris lucis exémpla monstramus. De quibus profécto opéribus Dóminus dicit: Lúceat lux vestra coram homínibus, ut vídeant ópera vestra bona, et glorificent Patrem vestrum qui in cælis est.

    Lectio 8

    Duo autem sunt, quæ jubentur, et lumbos restringere, et lucernas tenere: ut et munditia sit castitátis in córpore, et lumen veritátis in operatióne. Redemptori étenim nostro unum sine áltero placére nequáquam potest: si aut is qui bona agit, adhuc luxuriæ inquinamenta non déserit: aut is qui castitate præeminet, necdum se per bona ópera exercet. Nec castitas ergo magna est sine bono ópere, nec opus bonum est aliquod sine castitate. Sed et si utrúmque agitur, restat, ut quisquis ille est, spe ad supérnam pátriam tendat, et nequáquam se a vítiis pro mundi hujus honestate contineat.

    Lectio 9

    Et vos símiles homínibus exspectantibus dóminum suum, quando revertatur a núptiis: ut cum vénerit et pulsaverit, conféstim aperiant ei. Venit quippe Dóminus, cum ad judícium properat: pulsat vero, cum jam per ægritudinis molestias esse mortem vicinam designat. Cui conféstim aperimus, si hunc cum amóre suscipimus. Aperire enim judici pulsanti non vult, qui exíre de córpore trépidat: et vidére eum, quem contempsisse se meminit, júdicem formidat. Qui autem de sua spe et operatióne secúrus est, pulsanti conféstim aperit, quia lætus júdicem sústinet; et, cum tempus propinquæ mortis advénerit, de glória retributionis hilarescit.


    Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

    I NOTTURNO

    Lettura 1

    Dal libro di Giobbe

    Job 2:1-5

    Or avvenne, che il giorno in cui i figli di Dio si presentarono davanti al Signore, venne pure Satana tra loro a presentarsi al cospetto di lui, e il Signore disse a Satana: Donde vieni? Ed egli rispose: Ho fatto il giro della terra e l'ho scorsa. E il Signore disse a Satana: Hai tu osservato il mio servo Giobbe, come non ha l'uguale sulla terra, uomo semplice e retto e timorato di Dio, e alieno dal male, e che conserva ancora l'innocenza? Eppure tu m'incitasti contro di lui, perché lo tribolassi senza ragione. Satana gli rispose e disse: Pelle per pelle; e chiunque darebbe quanto ha per la sua vita. Ma stendi un po' la tua mano e toccalo nelle ossa e nella carne; e allora vedrai se non ti maledirà in faccia.

    Lettura 2, Job 2:6-10

    Il Signore disse allora a Satana: Eccotelo in tuo potere, solo risparmia la sua vita. E Satana partitosi dalla presenza del Signore, percosse Giobbe con una ulcera maligna dalla pianta dei piedi sino alla cima dei capo; 8 sì che seduto sopra un letamaio, si raschiava la marcia con un coccio. Onde sua moglie gli disse: Sei ancora sempre così semplice? Benedici Dio, e poi muori. Ed egli le rispose Parli proprio come una donna stolta; se abbiamo ricevuto i beni dalla mano di Dio perché non ne accettiamo anche i mali? In tutto questo Giobbe non peccò colle sue labbra.

    Lettura 3, Job 2:11-13

    Avendo pertanto udito tre amici di Giobbe tutta la sventura che l'aveva incolto, si mossero ciascuno dal proprio paese, Elifaz di Teman, e Baldad di Sue e Sofar di Naamat. Poiché si erano accordati di andare a visitarlo e consolarlo. Ma alzati gli occhi da lontano, non lo riconobbero, allora alzarono la voce piangendo, e, stracciatesi le vesti, cosparsero il loro capo di polvere (lanciandola) verso il cielo. Poi rimasero seduti con lui per terra sette giorni e sette notti, ma nessuno però gli rivolgeva la parola; perché vedevano che il dolore era troppo grande.

    II NOTTURNO

    Lettura 4

    Raimondo, soprannominato Nonnato perché contrariamente alle leggi ordinarie della natura, venne alla luce dopo la morte della madre mediante operazione cesarea, nato a Portel nella Catalogna da pii genitori, fin dall'infanzia diede indizi della futura santità. Infatti, insensibile ai divertimenti dei fanciulli e alle attrattive del mondo, si diede talmente alla pietà, che tutti ammiravano in lui fanciullo una virtù già matura. Crescendo nell'età, si applicò allo studio delle lettere; ma bentosto, per ordine del padre, si ritirò in campagna, dove visitava spesso la cappella di san Nicola, situata nei dintorni di Portel, per venerarvi una sacra immagine della Madre di Dio tuttora in grandissima venerazione presso i fedeli. Là effondendosi in preghiere, supplicava incessantemente la madre di Dio, che si degnasse di adottarlo per figlio e d'insegnargli la via della salvezza e la scienza dei Santi.

    Lettura 5

    La Vergine clementissima non respinse le sue domande. E da lei egli intese che le farebbe cosa gratissima, se entrasse nell'ordine della Mercede per la redenzione degli schiavi fondata di fresco per sua ispirazione. Ricevuto questo avviso, si recò subito a Barcellona ad abbracciarvi questo istituto votato a sì eccellente opera di carità verso il prossimo. Arruolatosi così nella santa milizia, conservò sempre la verginità, che già aveva consacrato alla beata Vergine, e si segnalò pure nelle altre virtù e soprattutto nella carità verso i Cristiani, che, caduti in potere dei pagani, trascinavano una vita miserabile nella schiavitù. Inviato in Africa per riscattarli, dopo averne liberati molti dalla schiavitù, avendo consumate le risorse, diede se stesso in ostaggio per non lasciare gli altri, che rimanevano, correre il rischio d'apostatare. Ma siccome, infiammato di zelo ardentissimo per la salvezza delle anime, convertiva a Cristo colle sue prediche molti Maomettani, i barbari lo gettarono in un angusto carcere e lo sottoposero a vari supplizi, poi forategli le labbra e chiusele con un lucchetto di ferro, gli fecero soffrire un lungo e crudele martirio.

    Lettura 6

    Queste cose ed altre azioni coraggiose diffusero la fama della sua santità dappertutto. Quindi Gregorio IX chiamò Raimondo a far parte del sacro collegio dei cardinali di santa Romana Chiesa. Ma l'uomo di Dio, aborrente da ogni pompa, in questa dignità praticò sempre strettamente l'umiltà religiosa. Partito per Roma, appena giunto a Cardona, cadde gravissimamente malato, e domandò istantissimamente di ricevere i Sacramenti della Chiesa. Aggravandosi il male e il sacerdote tardando a venire, egli ricevé il santo Viatico per ministero di Angeli apparsigli sotto l'aspetto di religiosi del suo ordine. Ricevutolo e ringraziatone Dio, se ne andò al Signore l'ultima Domenica di Agosto del 1241. Essendo sorta discussione circa il luogo della sua sepoltura, il suo corpo, rinchiuso in una cassa, fu posto su d'una mula cieca, che lo portò, non senza disposizione di Dio, alla cappella di san Nicola, perché fosse seppellito là dove aveva gettato i primi fondamenti della sua vita santissima. E là, costruttovi un convento del suo ordine, è onorato dai popoli fedeli che vi affluiscono da ogni parte della Catalogna per sciogliervi i loro voti, ed egli manifesta la sua gloria con ogni sorta di miracoli e prodigi.

    III NOTTURNO

    Lettura 7

    Lettura del santo Vangelo secondo Luca

    Luca 12:35-40

    In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: "Siano cinti i vostri fianchi e accese le lucerne nelle vostre mani". Eccetera

    Omelia di san Gregorio papa

    Omelia 13 sui Vangeli

    La lettura del santo Vangelo, fratelli carissimi, è chiara. Ma affinché, per la sua stessa semplicità, non sembri a qualcuno troppo elevata, esaminiamola brevemente in modo che la sua esposizione sia chiara per quelli che la ignorano, senza essere gravosa per quelli che la conoscono. Il Signore dice: "Siano cinti i vostri fianchi". Noi cingiamo i fianchi, quando freniamo con la continenza i movimenti della carne. Ma poiché è poco astenersi dal male, se ciascuno non si applica ancora, e con assidui sforzi, a fare il bene, subito si aggiunge: "e le lucerne siano accese nelle vostre mani". Noi teniamo in mano le lucerne accese, quando diamo al nostro prossimo con le buone opere esempi che lo illuminano. A proposito di tali opere il Signore dice: "La vostra luce risplenda davanti agli uomini, affinché essi vedano le vostre opere buone e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli".

    Lettura 8

    Sono due quindi le cose che vengono comandate: cingere i fianchi e tenere le lucerne: cioè la castità deve risplendere nel nostro corpo e la luce della verità nelle nostre opere. Infatti l'una cosa senza l'altra non può assolutamente essere gradita al nostro Redentore; né colui che compie opere buone, finché non abbandoni le sozzure della lussuria, né colui che eccelle per la sua castità ma non si esercita nelle opere buone. Né la castità dunque è una grande virtù senza le opere buone, né le opere buone possono valere qualcosa senza la castità. Ma anche se si osservano i due comandamenti, rimane il dovere, per chiunque si tratti, di tendere con la speranza alla patria superna e di non star lontano in alcun modo dai vizi soltanto per l'onore di questo mondo.

    Lettura 9

    "E voi siate come coloro che aspettano il loro padrone quando torni dalle nozze, per aprirgli subito appena giungerà e picchierà alla porta". Il Signore in verità viene quando si affretta al giudizio; picchia poi quando, con gli affanni della malattia, ci avverte che ormai la morte è vicina. Noi gli apriamo subito, se lo riceviamo con amore. Non vuole infatti aprire al giudice che picchia, colui che ha paura di uscire dal corpo e ha timore di vedere questo giudice, che ricorda di aver disprezzato. Ma chi è tranquillo per la sua speranza e per il suo modo di agire, apre subito a chi picchia, perché accoglie con gioia il giudice; e, quando è vicino il tempo della morte, egli si rallegra pensando ad una gloriosa retribuzione.


    Ad Primam: il Martirologio del 1° Settembre 2021

    Kalendis Septembris, luna vigesima quarta.



    Nel giorno delle Calende di Settembre, luna ventiquattresima.




    Parti proprie della Messa (in latino)

    INTROITUS

    Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus. --- Noli æmulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. --- Glória Patri --- Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus.

    COLLECTA

    Orémus. Deus, qui in liberándis fidélibus tuis ab impiórum captivitáte beátum Raymúndum Confessórem tuum mirábilem effecísti: ejus nobis intercessióne concéde; ut, a peccatórum vínculis absolúti, quæ tibi sunt plácita, líberis méntibus exsequámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    EPISTOLA

    Léctio libri Sapiéntiæ.

    Eccli 31:8-11

    Beátus vir, qui invéntus est sine mácula, et qui post aurum non ábiit, nec sperávit in pecúnia et thesáuris. Quis est hic, et laudábimus eum? fecit enim mirabília in vita sua. Qui probátus est in illo, et perféctus est, erit illi glória ætérna: qui pótuit tránsgredi, et non est transgréssus: fácere mala, et non fecit: ídeo stabílita sunt bona illíus in Dómino, et eleemosýnas illíus enarrábit omnis ecclésia sanctórum.

    GRADUALE

    Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur in domo Dómini. Ad annuntiándum mane misericórdiam tuam, et veritátem tuam per noctem.

    ALLELUJA

    Allelúja, allelúja. Beátus vir, qui suffert tentatiónem: quóniam, cum probátus fúerit, accípiet corónam vitæ. Allelúja.

    EVANGELIUM

    Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.

    Luc 12:35-40

    In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Sint lumbi vestri præcíncti, et lucernæ ardéntes in mánibus vestris, et vos símiles homínibus exspectántibus dóminum suum, quando revertátur a núptiis: ut, cum vénerit et pulsáverit, conféstim apériant ei. Beáti servi illi, quos, cum vénerit dóminus, invénerit vigilántes: amen, dico vobis, quod præcínget se, et fáciet illos discúmbere, et tránsiens ministrábit illis. Et si vénerit in secúnda vigília, et si in tértia vigília vénerit, et ita invénerit, beáti sunt servi illi. Hoc autem scitóte, quóniam, si sciret paterfamílias, qua hora fur veníret, vigiláret útique, et non síneret pérfodi domum suam. Et vos estóte paráti, quia, qua hora non putátis, Fílius hóminis véniet.

    OFFERTORIUM

    Orémus. Véritas mea et misericórdia mea cum ipso: et in nómine meo exaltábitur cornu ejus.

    SECRETA

    Laudis tibi, Dómine, hóstias immolámus in tuórum commemoratióne Sanctórum: quibus nos et præséntibus éxui malis confídimus et futúris. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    PRAEFATIO COMMUNIS

    Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

    COMMUNIO

    Beátus servus, quem, cum vénerit dóminus, invénerit vigilántem: amen, dico vobis, super ómnia bona sua constítuet eum.

    POSTCOMMUNIO

    Orémus. Refécti cibo potúque cœlesti, Deus noster, te súpplices exorámus: ut, in cujus hæc commemoratióne percépimus, ejus muniámur et précibus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.


    Traduzione italiana

    INTROITO

    La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio. --- Non invidiare i malvagi e non essere geloso degli operatori di iniquità. --- Gloria --- La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio.

    COLLETTA

    Preghiamo. O Dio, che facesti mirabile nella liberazione dei cristiani dalla schiavitù degli infedeli il beato Raimondo Confessore tuo; concedici che per sua intercessione, sciolti dalle catene del peccato, con libero animo conseguiamo ciò che a te piace. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    EPISTOLA

    Lettura del libro della Sapienza.

    Eccli 31:8-11

    Beato l'uomo che è trovato senza macchia, che non è andato dietro all'oro, e non ha sperato nel danaro e nei tesori. Chi è costui e gli daremo lode? Poiché certo ha fatto meraviglie nella sua vita. Costui, che fu provato con l'oro e rimase incorrotto, sicché ridonda a sua gloria? Costui, che poteva peccare e non peccò, fare del male e non lo fece? Per questo i suoi beni sono resi stabili nel Signore, e le sue lodi celebrate in pubblica riunione.

    GRADUALE

    Il giusto fiorisce come palma; cresce come cedro del Libano nella casa del Signore. È bello, o Dio, celebrare la tua misericordia al mattino, e la tua fedeltà nella notte.

    ALLELUIA

    Alleluia, alleluia. Beato l'uomo che supera la prova; perché dopo essere stato provato, avrà la corona di vita. Alleluia.

    VANGELO

    Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.

    Luc 12:35-40

    In quel tempo: Disse Gesù ai suoi discepoli: «I vostri fianchi sian cinti ed accese nelle vostre mani le lucerne, come coloro che aspettano il loro padrone quando torni da nozze, per aprirgli appena giunge e picchia. Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà desti. In verità vi dico, che, cintosi, li farà sedere a tavola e si metterà a servirli. E se giungerà alla seconda vigilia e se giungerà alla terza vigilia e li troverà così, beati loro! Sappiate pero che se il padrone conoscesse in qual ora viene il ladro, veglierebbe senza dubbio, e non si lascerebbe sfondare la casa. E anche voi tenetevi pronti, perché, nell'ora che non pensate, verrà il Figlio dell'uomo.

    OFFERTORIO

    Preghiamo. Con lui staranno la mia fedeltà e il mio e s'innalzerà nel mio Nome la sua forza.

    SECRETA

    Ti offriamo, o Signore, un sacrificio di lode in memoria dei tuoi santi, e per esso speriamo di essere liberati dai mali presenti e futuri. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    PREFAZIO COMUNE

    E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).

    COMUNIONE

    Beato è quel servo se il padrone, quando ritorna, lo troverà al lavoro: in verità, vi dico, lo preporrà a tutti i suoi beni.

    POST-COMUNIONE

    Preghiamo. Ristorati dal cibo e dalla bevanda celeste, ti supplichiamo, o Signore Dio nostro, sia nostra difesa la preghiera del santo, nella cui festa abbiamo partecipato a questi doni. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


    Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

    31 AGOSTO SAN RAIMONDO NONNATO, CONFESSORE

    Festa di liberazione.

    Agosto termina, come è cominciato, con una festa di liberazione, sigillo divino dell’eterna Sapienza su questo mese a lei consacrato. Avendo fatto suo fine la redenzione del genere umano, che cercava il suo amore, tutti i suoi privilegiati ebbero parte nell’opera grandiosa, parte con fatica, preghiera, sofferenze, come fu la sua nella carne, parte feconda nella misura stessa dell’unione ch’essa si degna concedere nelle sue rinunzie misericordiose. Pietro in catene fece progredire l’emancipazione del mondo più di tutti i cospiratori levatisi contro la tirannia dei Cesari e Raimondo Nonnato e i suoi fratelli , prendendo sopra se stessi le catene dei prigionieri, fecero più di tutti i filosofi predicatori di eguaglianza e dei declamatori di libertà, per l’abolizione della schiavitù e l’estinzione della barbarie.

    Le feste di san Raimondo di Pegnafort e di Pietro Nolasco ci hanno fatto assistere al sorgere dell’Ordine illustre in cui Raimondo brilla di un fulgore grandissimo. Presto la stessa augusta fondatrice, la Madonna della Mercede, si degnerà dare occasione alla riconoscenza del mondo per tanto beneficio.

    Vita. – San Raimondo Nonnato nacque probabilmente a Portello, in Catalogna, nel 1204. La madre morì prima di metterlo alla luce e da questo fatto deriva il suo nome di Nonnato, non natus, nonché l’essere stato scelto a patrono delle donne incinte. Fin dall’infanzia ebbe una tenera divozione alla Madre di Dio, che gli apparve e lo invitò ad entrare nell’Ordine della Mercede, fondato per il riscatto degli schiavi. Inviato in Algeria, ne liberò molti e, mancando di denaro, diede per il riscatto se stesso. San Pietro Nolasco lo fece liberare e lo richiamò in Spagna, dove venne fatto Cardinale da Papa Gregorio IX. Conservata da cardinale la sua semplicità di vita, parti per Roma nel 1240, ma morì a Barcellona, senza raggiungere la meta. Senza che il suo culto fosse approvato da Roma, il suo nome venne iscritto nel martirologio romano.

    La libertà.

    « Signore che, per liberare i tuoi fedeli dalla schiavitù dei Maomettani, hai reso ammirabile lo zelo del beato Raimondo, fa’ che, per le sue preghiere, liberi dai nostri peccati, ci impegniamo, in piena libertà di spirito, a fare ciò che piace alla tua santa volontà ».

    La libertà! Ecco il grande dono concesso da Dio all’umanità e restituito da Cristo con la redenzione sul Calvario. Il mondo si inganna spesso sulla natura della vera libertà. Prima di andare a liberare schiavi in Algeria, tu, o gran santo, hai avuto cura di restare libero della libertà che i musulmani non poterono rapirti, neppure quando ti gettarono nelle prigioni. Insegnaci quale sia questa libertà e fa’ che ne abbiamo sincero desiderio.

    Ci si crede liberi nel mondo quando andiamo dove vogliamo, senza controlli, in balia di tutti gli errori e di tutte le passioni. Alcuni chiamano libertà il loro traviamento, come i bambini, che si credono liberi, quando sono fuggiti dalla casa del padre e corrono l’avventura. Libertà immaginaria! Libertà mal compresa! Libertà che si perde! Persuadici, o san Raimondo, che il freno della vita cristiana, accettato per servire Dio solo, lungi dal diminuire la libertà, la perfeziona. Poter peccare, farsi schiavi delle passioni, dei vizi, del male non è libertà. La libertà prima è non peccare, la libertà suprema è non poter più peccare ed è la libertà del cielo. L’impossibilità di peccare, che appartiene agli eletti, è quella di Dio, è condizione della loro felicità, e in terra la conobbe la Santissima Vergine Maria. La preghiera della Vergine e la tua ci ottengano questa grazia!