13 agosto 2021

Sabato 14 Agosto 2021 nella liturgia



Vigilia dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, Vigilia Comune, colore liturgico violaceo. Commemorazione di Sant'Eusebio Confessore. Giorno di digiuno e astinenza (è una delle quattro "Vigilie digiunate" a norma del Can. 1252).

Primi Vespri della Festa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, Doppio di I Classe con Ottava Comune, colore liturgico bianco. Commemorazione della XII Domenica dopo Pentecoste e III di Agosto.


Nota: a seguito della Solenne Proclamazione del Dogma dell'Assunzione della Beatissima Vergine Maria nel 1950, sono stati promulgati una nuova Messa della Festa quello stesso anno, e un nuovo Ufficio tanto della Festa che dell'Ottava nel 1951. La Festa del Cuore Immacolato di Maria, che sostituisce il Giorno Ottavo dell'Assunzione, è stata invece inserita nel calendario universale, dotata di Ufficio e Messa propri, nel 1944. Questi Uffici e queste Messe non si possono trovare nei libri liturgici precedenti la loro promulgazione, a meno che non siano stati aggiunti dagli antichi proprietari gli appositi aggiornamenti editi dalla Sacra Congregazione dei Riti.


Qui per le peculiarità del Tempo dopo Pentecoste:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/05/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


Al Breviario

All'Ufficio della Vigilia:

Tutto dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, II Schema a Lodi, quarto Salmo a Prima), Letture del Mattutino, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 14 Agosto); i tre Responsori delle Letture del Mattutino si prendono al Proprio del Tempo al Sabato nella II Settimana di Agosto.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi (il secondo Suffragio, quello senza la menzione della Santa Vergine che è già nominata nell'Orazione dell'Ufficio) e le Preci Feriali da Lodi a Nona.

All'Ufficio della Festa:

Ai Vespri tutto dal Proprio dei Santi (al 15 Agosto) con i Salmi del Comune delle Feste della Beata Vergine Maria. Commemorazione della Domenica dal Proprio del Tempo: Antifona al Magnificat del Sabato nella II Settimana di Agosto e Orazione della XIII Domenica dopo Pentecoste. Compieta della Domenica.

Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio e le Preci si omettono. A partire dai Vespri e fino alla Compieta della Festa del Cuore Immacolato di Maria la conclusione degli Inni aventi stessa metrica è quella propria della Beata Vergine Maria: <<Jesu tibi sit gloria, qui natus es de Virgine, cum Patre et almo Spiritu, in sempiterna saecula>>.


Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Quinto giorno tra l'Ottava di San Lorenzo Martire, Semidoppio, colore liturgico rosso. Commemorazioni della Vigilia dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, e di Sant'Eusebio ConfessoreGiorno di digiuno e astinenza.

Primi Vespri della Festa dell'Assunzione della Beata Vergine Maria, Doppio di I Classe con Ottava, colore liturgico bianco. Commemorazione della XII Domenica dopo Pentecoste e III di Agosto.


All'Ufficio dell'Ottava di San Lorenzo:

Tutto come alla Festa di San Lorenzo. Letture del I Notturno dal Proprio del Tempo al Sabato nella II Settimana di Agosto, Letture del II e del III Notturno e commemorazioni dal Proprio dei Santi (al 14 Agosto, l'Antifona al Benedictus e il Versetto per commemorazione della Vigilia dell'Assunzione si prendono dal Salterio delle Lodi).

Le Antifone non si raddoppiano, le Commemorazioni Comuni e le Preci si omettono.

All'Ufficio dell'Assunzione:

Ai Vespri tutto dal Proprio dei Santi (al 15 Agosto) con i Salmi e l'Inno del Comune delle Feste della Beata Vergine Maria. Commemorazione della Domenica dal Proprio del Tempo: Antifona al Magnificat del Sabato nella II Settimana di Agosto e Orazione dell'XII Domenica dopo Pentecoste.

Le Antifone si raddoppiano, le Commemorazioni Comuni e le Preci si omettono. A partire da questa Compieta e fino alla Compieta del Giorno Ottavo dell'Assunzione (anche se quest'anno è soltanto commemorato all'Ufficio di San Gioachino) la conclusione degli Inni aventi stessa metrica è quella propria della Beata Vergine Maria: <<Jesu tibi sit gloria, qui natus es de Virgine, cum Patre et almo Spiritu, in sempiterna saecula>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<Gloria tibi Domine, qui natus es de Virgine, cum Patre et Sancto Spiritu, in sempiterna saecula>>.


Al Messale

Messa al 14 Agosto:

  • Il Gloria in excelsis e l'Alleluia si omettono
  • Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda è la commemorazione di Sant'Eusebio
    • La terza è dello Spirito Santo: Deus qui corda fidelium
    • Le altre ad libitum
  • Prefazio Comune
  • Benedicamus Domino
  • Prologo di San Giovanni


Letture del Mattutino (in latino)

AD NOCTURNUM

Lectio 1

Léctio sancti Evangélii secúndum Lucam

Luc 11:27-28

In illo témpore: Loquénte Jesu ad turbas, extóllens vocem quædam múlier de turba dixit illi: Beátus venter qui te portávit. Et réliqua.

Homilía sancti Joánnis Chrysóstomi

In Joann. c. 2 Homilia 20 circa finem

Cum audíeris mulíerem illam dicéntem: Beátus venter qui te portávit, et úbera quæ tu suxísti; deínde Dóminum respondéntem: Quinímmo beáti qui áudiunt verbum Dei et custódiunt illud; ea senténtia dictum exístima, non quod Matrem neglégeret, sed nihil ei utilitátis matris nomen allatúrum osténderet, nisi bonitáte et fide præstáret. Quod si Maríæ nihil, sine virtúte, matérna cáritas erat profutúra; longe minus nobis patris, fratris, matris, fílii bónitas, nisi áliquid nostrum afferámus.

Lectio 2

In nullo namque álio, nisi in solis sui ipsíus virtútibus, post divínam grátiam, de salúte cuípiam sperándum est. Nam, si id profutúrum erat per se Maríæ, profuísset étiam Judǽis, quorum consanguíneus Christus secúndum carnem; profuísset civitáti, in qua natus est; profuísset frátribus. Atqui, dum fratres rerum suárum curam habuérunt, nihil eis propinquitátis nomen prófuit, sed cum réliquo mundo damnáti erant.

Lectio 3

Tunc autem admiratióni esse cœpérunt, quando própria claruérunt virtúte. Pátria vero nihil inde consecúta cécidit, et incéndio absúmpta est; concíves mísere interémpti periére; consanguínei secúndum carnem nil ad salútem lucráti sunt, deficiénte virtútis patrocínio. Verum Apóstoli ante omnes claríssimi evasérunt, cum se ad veram et expeténdam ejus familiaritátem consuetudinémque per obediéntiam contulérunt. Hinc intellégimus, fide semper nobis opus esse, et vita quæ virtútibus lúceat: hæc dumtáxat salvos nos fácere póterit.


Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

NOTTURNO UNICO

Lettura 1

Lettura del santo Vangelo secondo

Luca 11:27-28

In quell'occasione: Mentre Gesù parlava alle turbe, una donna, dalla folla levò la voce e gli disse: Beato il seno che t'ha portato. Eccetera.

Omelia di san Giovanni Crisostomo

Su San Giovanni capitolo 2 Omelia 20 verso la fine

All'udire quella donna dire: «Beato il seno che t'ha portato, e le poppe che hai succhiato», e il Signore risponderle: «Non solo, ma beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» [Lc 11,28], intendi averlo egli detto non perché misconoscesse sua Madre, ma per mostrare che la sua maternità non le servirebbe nulla senza la fede e la virtù. Ora se non avrebbe servito nulla a Maria, senza la virtù, l'aver messo al mondo il Cristo; molto meno servirà a noi l'avere un padre, un fratello, una madre, un figlio ragguardevole per virtù, se noi non li imitiamo affatto.

Lettura 2

In nessun’altra cosa infatti, dopo la grazia di Dio si deve riporre la speranza della salvezza, se non nelle sole proprie virtù. Se la maternità di Maria fosse stata un titolo sufficiente di salvezza, i Giudei, che erano parenti di Cristo per il sangue avrebbero goduto d’un titolo simile; così pure gli abitanti della città in cui era nato; e anche i suoi fratelli vissero con negligenza, non ebbero alcun vantaggio dalla loro parentela, ma rimasero soggetti alla condanna che pesava su tutto il mondo.

Lettura 3

Allora solo cominciarono ad essere ammirati, quando divennero illustri colla propria virtù. La patria poi non ne ebbe alcun vantaggio, ma fu presa e incendiata; i concittadini perirono miseramente trucidati; i congiunti per sangue non ne ritrassero vantaggio alcuno per la salvezza, perché non erano sotto il patrocinio della virtù. Quelli che divennero più gloriosi di tutti furono gli Apostoli, perché cercarono i legami più propri a unirli strettamente a lui: i legami dell'ubbidienza. Da ciò si comprende la fede e una vita molto virtuosa esserci indispensabili: questa via è la sola che possa condurci alla salvezza.


Ad Primam: il Martirologio del 15 Agosto 2021

Decimo octavo Kalendas Septembris, luna septima.



Nel diciottesimo giorno alle Calende di Settembre, luna settima.




Parti proprie della Messa (in latino)

INTROITUS

Vultum tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: adducéntur Regi Vírgines post eam: próximæ ejus adducéntur tibi in lætítia et exsultatióne. --- Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. --- Glória Patri --- Vultum tuum deprecabúntur omnes dívites plebis: adducéntur Regi Vírgines post eam: próximæ ejus adducéntur tibi in lætítia et exsultatióne.

COLLECTAE

Orémus. Deus, qui virginálem aulam beátæ Maríæ, in qua habitáres, elígere dignátus es: da, quǽsumus; ut, sua nos defensióne munitos, jucúndos fácias suæ interésse festivitáti: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Deus, qui nos beáti Eusébii Confessóris tui ánnua sollemnitáte lætíficas: concéde propítius; ut, cujus natalítia cólimus, étiam actiónes imitémur.

Deus, qui corda fidélium Sancti Spíritus illustratióne docuísti: da nobis in eódem Spíritu recta sápere; et de ejus semper consolatióne gaudére.

Orationes ad libitum.

EPISTOLA

Léctio libri Sapiéntiæ.

Eccli 24:23-31

Ego quasi vitis fructificávi suavitátem odóris: et flores mei fructus honóris et honestátis. Ego mater pulchræ dilectiónis, et timóris, et agnitiónis, et sanctæ spei. In me grátia omnis viæ et veritátis: in me omnis spes vitæ et virtútis. Transíte ad me, omnes, qui concupíscitis me, et a generatiónibus meis implémini. Spíritus enim meus super mel dulcis, et heréditas mea super mel et favum. Memória mea in generatiónes sæculórum. Qui edunt me, adhuc esúrient: et qui bibunt me, adhuc sítient. Qui audit me, non confundétur: et qui operántur in me, non peccábunt. Qui elúcidant me, vitam ætérnam habébunt.

GRADUALE

Benedícta et venerábilis es, Virgo María: quæ sine tactu pudóris invénta es Mater Salvatóris. Virgo, Dei Génitrix, quem totus non capit orbis, in tua se clausit víscera factus homo.

EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.

Luc 11:27-28

In illo témpore: Loquénte Jesu ad turbas, extóllens vocem quædam múlier de turba, dixit illi: Beátus venter, qui te portávit, et ubera, quæ suxísti. At ille dixit: Quinímmo beáti, qui áudiunt verbum Dei, et custódiunt illud.

OFFERTORIUM

Orémus. JBeáta es, Virgo María, quæ ómnium portásti Creatórem: genuísti qui te fecit, et in ætérnum pérmanes Virgo.

SECRETAE

Múnera nostra, Dómine, apud cleméntiam tuam Dei Genetrícis comméndet orátio: quam idcírco de præsénti sǽculo transtulísti; ut pro peccátis nostris apud te fiduciáliter intercédat. Per eúndem Dóminum nostrum Jesum Christum Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Laudis tibi, Dómine, hóstias immolámus in tuórum commemoratióne Sanctórum: quibus nos et præséntibus éxui malis confídimus et futúris.

Múnera, quǽsumus, Dómine, obláta sanctífica: et corda nostra Sancti Spíritus illustratióne emúnda.

Orationes ad libitum.

PRAEFATIO COMMUNIS

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

COMMUNIO

Beáta víscera Maríæ Vírginis, quæ portavérunt ætérni Patris Fílium.

POSTCOMMUNIO

Orémus. Concéde, miséricors Deus, fragilitáti nostræ præsídium: ut, qui sanctæ Dei Genetrícis festivitátem prævénimus; intercessiónis ejus auxílio a nostris iniquitátibus resurgámus. Per eúndem Dóminum nostrum Jesum Christum Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Refécti cibo potúque cœlésti, Deus noster, te súpplices exorámus: ut, in cujus hæc commemoratióne percépimus, ejus muniámur et précibus.

Sancti Spíritus, Dómine, corda nostra mundet infúsio: et sui roris íntima aspersióne fecúndet.

Orationes ad libitum.


Traduzione italiana della Messa

INTROITO

I ricchi del popolo implorano il tuo volto. Dal re sono introdotte le vergini con lei: le sue compagne ti sono portate con festevole esultanza. --- Vibra nel mio cuore un ispirato pensiero, mentre al Sovrano canto il mio poema. --- Gloria --- I ricchi del popolo implorano il tuo volto. Dal re sono introdotte le vergini con lei: le sue compagne ti sono portate con festevole esultanza.

COLLETTE

Preghiamo. O Dio, che ti degnasti di scegliere come dimora l'aula verginale della beata Maria, concedici, te ne preghiamo, che, difesi dalla sua protezione, con gioia prendiamo parte alla sua festa: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. O Dio, che ci rallegri con l'annua festività del beato Eusebio, confessore tuo, fa' che per la tua misericordia noi, che ne celebriamo l'anniversario, imitando i suoi esempi avanziamo verso di te.

O Dio, che hai ammaestrato i tuoi fedeli con la luce dello Spirito Santo, concédici di sentire correttamente nello stesso Spirito, e di godere sempre della sua consolazione.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione).

EPISTOLA

Lettura del libro della Sapienza.

Eccli 24:23-31

Come una vite, io produssi pàmpini di odore soave, e i miei fiori diedero frutti di gloria e di ricchezza. Io sono la madre del bell'amore, del timore, della. conoscenza e della santa speranza. In me si trova ogni grazia di dottrina e di verità, in me ogni speranza di vita e di virtù. Venite a me, voi tutti che mi desiderate, e dei miei frutti saziatevi. Poiché il mio spirito è più dolce del miele, e la mia eredità più dolce di un favo di miele. Il mio ricordo rimarrà per volger di secoli. Chi mangia di me, avrà ancor fame; chi beve di me, avrà ancor sete. Chi mi ascolta, non patirà vergogna; chi agisce con me, non peccherà; chi mi fa conoscere, avrà la vita eterna.

GRADUALE

Tu sei benedetta e venerabile, o Vergine Maria, che senza offesa del pudore sei diventata la Madre del Salvatore. O Vergine Madre di Dio, nel tuo seno, fattosi uomo, si rinchiuse Colui che l'universo non può contenere.

VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.

Luc 11:27-28

In quel tempo, mentre Gesù parlava alla folla, avvenne che una donna, tra la folla, alzò la voce e disse: «Beato il seno che ti ha portato e il petto che ti ha nutrito». Ma egli disse: «Beati, piuttosto, coloro che ascoltano la parola di Dio, e la custodiscono».

OFFERTORIO

Preghiamo. Beata te, o Vergine Maria, che hai portato il Creatore di tutti; generasti chi ti ha fatto e rimani vergine in eterno.

SECRETE

O Signore, queste offerte siano presentate alla tua clemenza dalla preghiera della Madre di Dio, che togliesti dal presente secolo affinché con fiducia interceda presso di te per i nostri peccati. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Ti offriamo, o Signore, un sacrificio di lode in memoria dei tuoi santi, e per esso speriamo di essere liberati dai mali presenti e futuri.

Santifica, Te ne preghiamo, o Signore, i doni che Ti vengono offerti, e monda i nostri cuori con la luce dello Spirito Santo.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (solo l'ultima ha la conclusione).

PREFAZIO COMUNE

E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).

COMUNIONE

Beato il seno della Vergine Maria, che portò il Figlio dell'eterno Padre.

POST-COMUNIONE

Preghiamo. O Dio misericordioso, porgi aiuto alla nostra debolezza; affinché noi, che ci prepariamo alla festa della Madre di Dio, risorgiamo per la sua intercessione dalle nostre iniquità. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Ristorati dal cibo e dalla bevanda celeste, ti supplichiamo, o Signore Dio nostro, sia nostra difesa la preghiera del santo nella cui festa abbiamo partecipato a questi doni.

Fa, o Signore, che l’infusione dello Spirito Santo purifichi i nostri cuori, e li fecondi con l’intima aspersione della sua grazia.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus, solo l'ultima ha la conclusione).


Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

14 AGOSTO VIGILIA DELL’ASSUNZIONE DI MARIA SANTISSIMA

Il quadro austero e penitenziale degli Uffici, che precedono le grandi solennità, lascia spesso intravvedere la gioia, contenuta ma gustosa, di un’attesa. Letture e canti della vigilia dell’Assunzione portano questa caratteristica, che lascia indovinare il travaglio di una grazia premurosa. Né parole, né riti però provocano per primi questa serenità, ma la gioia zampilla dal profondo del cuore e si gusta in silenzio, nell’intimo dell’anima.

Il cristiano oggi si prepara alla festa della Madre. Sì, davvero, la Madre, perché Maria è vera Madre per ogni fratello del suo Figlio. Mediatrice e tesoriera della grazia, Maria è lo strumento docile e perfetto, che gli trasmette la vita soprannaturale, con le sue ricchezze incomparabili. Ma Maria è inoltre la Madre per eccellenza, la Madre unica e perfetta, Madre verginale e in senso pieno e, in una parola, che dice tutto, la Madre di Dio. Vedremo domani come la pietà cristiana fu portata a celebrare questo giorno natalizio della Madonna e a ricordare il suo trionfale ingresso, in corpo e anima, nel Regno della gloria celeste. Ora dobbiamo pensare alla Madre, dobbiamo prepararci insieme con i Santi tutti del cielo e della terra e con Dio stesso a onorarla degnamente.

Una madre di quaggiù si festeggia, onorandola nel giorno dedicato al Santo o alla Santa di cui porta il nome, ma per Maria la cosa è diversa. La sua festa non è festa di un’altra Santa sua Patrona, è festa soltanto sua, e ciò che la Chiesa vuole celebrare è la pienezza della sua santità. Un solo omaggio salirà a Colei, che è insieme la Madre e la Santa.

La santità personale di Maria sta nell’essere la Madre perfetta, voluta da Dio per il Figlio suo e per noi: è questa la sua vocazione meravigliosa. In Essa, la perfezione della carità, che in ciascuno di noi costituisce la santità, per privilegio mai udito e commovente, diventa perfezione dell’amore materno e amare Dio è amare suo Figlio. Festeggiare in Maria la Madre e la Santa è perciò lodare una identica perfezione, un solo amore: e un unico slancio di lode esprimerà in noi e la pietà religiosa e la pietà filiale.

L’anima, che vuole onorare Maria, deve, in questa vigilia di festa, porre prima di tutto due condizioni: essere pura e ricca di amore. La grazia dei sacramenti le realizzerà e la Chiesa, immagine visibile e vivente della Regina del cielo, guiderà gli affetti con i pensieri suggeriti dallo Spirito di Dio.

MESSA

Fino alla fine del secolo VIII la Vigilia dell’Assunzione non compare nei libri liturgici e, fatta eccezione per l’Oremus, tutte le parti della Messa sono da quel tempo mutate e quelle che leggiamo ancora si trovano in parecchie altre Messe della Madonna e, come gioielli meravigliosi, brillano di uno splendore più puro, nell’aurora trionfale in cui oggi si presentano.

Da principio si cantava nel giorno stesso dell’Assunzione l’Introito Vultum tuum, modellato sulla Messa delle Vergini, che in seguito, dopo qualche secolo, sostituito dal Gaudeamus, passò alla Messa della Vigilia, la quale cominciava una volta col Salve sancta Parens.

EPISTOLA (Eccli 34,23-31). – Come vite diedi frutti di soave odore, e i miei fiori dàn frutti di gloria e di ricchezza. Io sono la madre del bell’amore e del timore, della scienza e della santa speranza. In me ogni grazia della vita e della verità, in me ogni speranza di vita e di virtù. Venite a me, o voi tutti che mi bramate, e saziatevi dei miei frutti; perché il mio spirito è più dolce del miele, e il mio retaggio più del favo di miele. Il ricordo di me durerà nelle generazioni dei secoli. Chi mi mangia avrà ancora fame, e chi mi beve avrà ancora sete. Chi mi ascolta non sarà confuso e chi lavora per me non peccherà; chi mi illustra avrà la vita eterna.

I versetti, dei quali consta l’Epistola oggi, erano assegnati ad una Messa mariana fin dal secolo VIII, ma non pare che fossero assegnati da principio a questa Vigilia. La diversità estrema dei più antichi documenti conosciuti impedisce di stabilire l’uso primitivo di tali versetti. Dobbiamo però riconoscere che l’Epistola della Messa di oggi si adatta alle circostanze in modo perfetto. La Chiesa ha veduto che, accostandoci a Maria, noi saremmo incapaci di esprimere un complimento degno e perciò Maria parla per prima, prevenendo ogni nostro desiderio.

Le parole che ci rivolge sono le parole della divina Sapienza della quale essa è la Madre e il Trono. Apriamo interamente lo spirito e il cuore, perché penetrino fino in fondo questi appelli di amore.

VANGELO (Lc 11,27-28). – In quel tempo: Mentre Gesù parlava alle turbe, una donna, alzando la voce in mezzo alla folla, gli disse: Beato il seno che t’ha portato, e il petto che hai succhiato. Ed egli aggiunse: Beati invece quelli che ascoltano la parola di Dio e la praticano.

È questo il Vangelo di tutte le Messe della Madonna, ma è stato introdotto nella Messa della Vigilia in modo singolare. Da principio era letto il giorno dell’Assunzione, subito dopo la scena di Marta e Maria, tolta essa pure dalla Messa delle Vergini, e l’aggiunta era delicata e suggestiva applicazione alla Madre di Dio dell’elogio fatto da Cristo alla vita contemplativa. In seguito questa finezza non fu più compresa e, istituita la Vigilia, l’ammirevole accostamento dei due quadri fu tolto, per riservare la pericope mariana alla Messa della Vigilia.

Tuttavia è evidente che si inquadra bene nella Messa, perché continua e sviluppa il tema fornito dall’Epistola. Qui però è la Sapienza Incarnata, il Figlio di Maria, che, con linguaggio misterioso, esalta le grandezze misteriose della Madre sua. Non è necessario ricordare la scena evangelica ben nota, per coglierne il significato profondo. Il Salvatore ci invita ad ammirare nella Madre perfetta, acclamata da un’umile donna, la disposizione di fede e di fedeltà, che fece di essa il docile strumento dei più alti disegni di Dio. La fede in Essa non ha soltanto trasportato le montagne: ha generato un Dio. Solo l’umile e obbediente ancella del Signore poteva cooperare a questo fatto, che è la meraviglia di tutta la creazione.



14 AGOSTO LO STESSO GIORNO SANT’EUSEBIO, CONFESSORE

Nell’Ufficio e nella Messa, la Chiesa fa la commemorazione di Sant’Eusebio, fondatore a Roma di una chiesa, che porta il suo nome. La chiesa sorta nel iv secolo, restaurata e ricostruita più volte, non ha interesse archeologico, ma è il luogo designato per una delle stazioni della Quaresima.

Il Martirologio romano, con un agiografo del IV secolo, ci dice che egli fu tenuto prigioniero nella sua casa su ordine di Costanzo, per la sua fedeltà alla fede cattolica. Egli è morto dopo sette mesi, trascorsi in continua preghiera.

Dal Sacramentario gregoriano ricaviamo questo prefazio in suo onore: «È cosa veramente degna e giusta il lodarti… Dio eterno, e umilmente supplicare la tua misericordia, affinchè, per l’intercessione del Beato Eusebio, tuo confessore, confermi nelle nostre anime la divozione, che assicura la nostra salvezza, e possiamo averti in nostro soccorso continuo, poiché ti crediamo nostro Creatore e ti adoriamo quale Salvatore».

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