30 novembre 2021

Mercoledì 1° Dicembre 2021 nella liturgia



Mercoledì nella I Settimana d'Avvento, Feria Maggiore non privilegiata, colore liturgico violaceo.

Primi Vespri della Festa di Santa Bibiana Vergine e Martire, Semidoppio, colore liturgico rosso. Commemorazione della Feria.


Per le peculiarità del Tempo d'Avvento:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2020/11/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-davvento.html


Al Breviario

All'Ufficio della Feria:

Al Mattutino: Invitatorio, Inno, Antifone, Salmi e Versetti dal Salterio (1 Notturno), Letture e Responsori dal Proprio del Tempo.

A Lodi: tutto dal Salterio (Schema II), Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo.

A Prima: tutto dal Salterio (4 Salmi) con l'Antifona propria indicata.

A Terza, Sesta e Nona: tutto dal Salterio con le Antifone proprie indicate, Orazione dal Proprio del Tempo.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono le Preci Feriali da Lodi a Nona.

All'Ufficio di Santa Bibiana:

Antifone e Salmi dal Salterio, il resto dal Comune delle Vergini, Orazione dal Proprio dei Santi (al 2 Dicembre), commemorazione dal Proprio del Tempo.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono le Preci a Compieta.


Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Mercoledì nella I Settimana d'Avvento, Feria Maggiore, colore liturgico violaceo.

Essendo oggi il primo giorno del mese di Dicembre libero da Uffici delle IX Lezioni, si recita l'Ufficio dei Defunti. Fuori dal coro non è obbligatorio.

Primi Vespri della Festa di Santa Bibiana Vergine e Martire, Semidoppio, colore liturgico rosso. Commemorazione della Feria.


All'Ufficio della Feria:

Al Mattutino: Invitatorio e Inno dal Proprio del Tempo alla I Domenica d'Avvento, Antifone, Salmi e Versetti dal Salterio, Letture e Responsori dal Proprio del Tempo di oggi.

A Lodi: Antifone e Salmi dal Salterio, Capitolo e Antifona al Benedictus dal Proprio del Tempo di oggi, Inno, Versetto e Orazione alla I Domenica d'Avvento.

A Prima: tutto dal Salterio tranne l'Antifona presa dalla I Domenica d'Avvento.

A Terza, Sesta e Nona: Inno, Salmi, Responsori e Versetti dal Salterio, Antifone e Orazioni dalla I Domenica d'Avvento.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono le Preci Feriali da Prima a Nona.

All'Ufficio dei Defunti:

Avendo cantato il Benedicamus Domino di Lodi dell'Ufficio del giorno, senza aggiungere altro si intona direttamente la prima Antifona del III Notturno del Mattutino dei Defunti. Si canta solo questo Notturno con le sue Letture e Responsori, e seguito da Lodi. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Salmo 129 alle Preci e le tre Orazioni per tutti i fedeli defunti Deus qui inter Apostolicos SacerdotesDeus veniae largitor e Fidelium. Le Lodi terminano col Requiescant in pace. Amen senza aggiungere altro, e seguirà quando stabilito Prima del giorno.

All'Ufficio di Santa Bibiana:

Tutto dal Comune delle Vergini con i Salmi indicati (che si prendono dal Comune delle Feste della Beata Vergine Maria), Orazione dal Proprio dei Santi (al 2 Dicembre). Per la commemorazione della Feria Antifona al Magnificat dal Proprio del Tempo, Versetto e Orazione dalla I Domenica d'Avvento.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono le Preci a Compieta.


Al Messale

Si può celebrare facoltativamente la Messa della I Domenica d'Avvento con le seguenti variazioni:

  • L'Alleluia e il Credo si omettono
  • Si possono dire cinque o sette Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda de S. Maria (Deus qui de Beatae Mariae)
    • La terza Contra persecutores Ecclesiae oppure Pro Papa
    • Le altre ad libitum
  • Prefazio Comune
  • Benedicamus Domino
  • Prologo di San Giovanni

Altrimenti si può celebrare una Messa Votiva privata (senza Gloria, la prima Orazione della Messa, la seconda della Feria, la terza di S. Maria e le altre ad libitum, Prefazio della Messa o Comune, Benedicamus Domino), o ancora una Messa quotidiana di Requiem (con tre Orazioni).

Nota: in Avvento si omette l'Orazione Fidelium della prima Feria libera del mese (anche se non quella dei Lunedì feriali).


Letture del Mattutino (in latino)

AD NOCTURNUM

Lectio 1

De Isaía Prophéta

Isa 3:1-4

Ecce enim Dominátor Dóminus exercítuum áuferet a Jerúsalem et a Juda válidum et fortem, omne robur panis, et omne robur aquæ: fortem, et virum bellatórem, Júdicem, et prophétam, et aríolum, et senem: príncipem super quinquagínta, et honorábilem vultu, et consiliárium, et sapiéntem de architéctis, et prudéntem elóquii mýstici. Et dabo púeros príncipes eórum, et effemináti dominabúntur eis.

Lectio 2, Isa 3:5-7

Et írruet pópulus vir ad virum, et unusquísque ad próximum suum: tumultuábitur puer contra senem, et ignóbilis contra nóbilem. Apprehéndet enim vir fratrem suum domésticum patris sui: Vestiméntum tibi est, princeps esto noster, ruína autem hæc sub manu tua. Respondébit in die illa, dicens: Non sum médicus, et in domo mea non est panis, neque vestiméntum: nolíte constitúere me príncipem pópuli.

Lectio 3, Isa 3:8-11

Ruit enim Jerúsalem, et Judas cóncidit: quia lingua eórum et adinventiónes eórum contra Dóminum, ut provocárent óculos majestátis ejus. Agnítio vultus eórum respóndit eis: et peccátum suum quasi Sódoma prædicavérunt, nec abscondérunt: væ ánimæ eórum, quóniam réddita sunt eis mala. Dícite justo quóniam bene, quóniam fructum adinventiónum suárum cómedet. Væ ímpio in malum: retribútio enim mánuum ejus fiet ei.


Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

NOTTURNO UNICO

Lettura 1

Dal Profeta Isaia

Isa 3:1-4

Poiché ecco che il Dominatore, il Signore degli eserciti, toglierà da Gerusalemme e da Giuda ogni valido e forte, ogni sostentamento di pane e ogni sostentamento di acqua: l'uomo forte e guerriero, il giudice e il profeta, l'indovino e l'anziano, il comandante di cinquanta e l'uomo di riguardo, il consigliere e l'artefice sapiente e il conoscitore del mistico linguaggio. E darà loro per principi dei ragazzi, e degli effeminati domineranno su loro.

Lettura 2, Isa 3:5-7

E il popolo si scaglierà con furore, l'uomo contro l'uomo, e ognuno contro il suo prossimo: il ragazzo si solleverà contro il vecchio, e il plebeo contro il nobile. L'uomo prenderà suo fratello, dalla famiglia di suo padre (dicendo): «Tu hai un vestito, sii tu nostro principe, porgi la tua mano a questa rovina». Egli allora risponderà: «Io non son medico, e in casa mia non c'è né pane né vestito: non costituitemi governatore del popolo».

Lettura 3, Isa 3:8-11

Giacché Gerusalemme rovina e Giuda si perde: perché la loro lingua e i toro disegni sono contro il Signore, per irritare gli occhi della sua maestà. L'aspetto della loro faccia risponderà contro di essi: come Sodoma si sono vantati del loro peccato e non l'han celato: guai all'anima loro, poiché sono stati ripagati con dei mali. Dite al giusto che avrà bene perché gusterà il frutto dei suoi consigli. Guai all'empio malfattore poiché gli sarà data retribuzione secondo l'opera delle sue mani.


Ad Primam: il Martirologio del 2 Dicembre 2021.

Quarto Nonas Decembris, luna vigesima septima.



Nel quarto giorno alle None di Dicembre, luna ventisettesima.




Parti proprie della Messa (in latino)

INTROITUS

Ad te levávi ánimam meam: Deus meus, in te confíde, non erubéscam: neque irrídeant me inimíci mei: étenim univérsi, qui te exspéctant, non confundéntur. --- Vias tuas, Dómine, demónstra mihi: et sémitas tuas édoce me. --- Glória --- Ad te levávi ánimam meam: Deus meus, in te confíde, non erubéscam: neque irrídeant me inimíci mei: étenim univérsi, qui te exspéctant, non confundéntur.

COLLECTAE

Orémus. Excita, quaesumus, Dómine, poténtiam tuam, et veni: ut ab imminéntibus peccatórum nostrórum perículis, te mereámur protegénte éripi, te liberánte salvári.

Orémus. Deus, qui de beátæ Maríæ Vírginis útero Verbum tuum, Angelo nuntiánte, carnem suscípere voluísti: præsta supplícibus tuis; ut, qui vere eam Genetrícem Dei credimus, ejus apud te intercessiónibus adjuvémur.

Ecclésiæ tuæ, quæsumus, Dómine, preces placátus admítte: ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, secúra tibi sérviat libertáte.

Orationes ad libitum.

EPISTOLA

Lectio Epístolæ beati Pauli Apostoli ad Romános.

Rom 13:11-14

Fatres: Scientes, quia hora est iam nos de somno súrgere. Nunc enim própior est nostra salus, quam cum credídimus. Nox præcéssit, dies autem appropinquávit. Abiiciámus ergo ópera tenebrárum, et induámur arma lucis. Sicut in die honéste ambulémus: non in comessatiónibus et ebrietátibus, non in cubílibus et impudicítiis, non in contentióne et æmulatióne: sed induímini Dóminum Jesum Christum.

GRADUALE

Univérsi, qui te exspéctant, non confundéntur, Dómine. Vias tuas, Dómine, notas fac mihi: et sémitas tuas édoce me.

EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.

Luc 21:25-33

In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Erunt signa in sole et luna et stellis, et in terris pressúra géntium præ confusióne sónitus maris et flúctuum: arescéntibus homínibus præ timóre et exspectatióne, quæ supervénient univérso orbi: nam virtútes coelórum movebúntur. Et tunc vidébunt Fílium hóminis veniéntem in nube cum potestáte magna et maiestáte. His autem fíeri incipiéntibus, respícite et leváte cápita vestra: quóniam appropínquat redémptio vestra. Et dixit illis similitúdinem: Vidéte ficúlneam et omnes árbores: cum prodúcunt jam ex se fructum, scitis, quóniam prope est æstas. Ita et vos, cum vidéritis hæc fíeri, scitóte, quóniam prope est regnum Dei. Amen, dico vobis, quia non præteríbit generátio hæc, donec ómnia fiant. Coelum et terra transíbunt: verba autem mea non transíbunt.

OFFERTORIUM

Orémus. Ad te levávi ánimam meam: Deus meus, in te confído, non erubéscam: neque irrídeant me inimíci mei: étenim univérsi, qui te exspéctant, non confundéntur.

SECRETAE

Hæc sacra nos, Dómine, poténti virtúte mundátos ad suum fáciant purióres veníre princípium. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

In mentibus nostris, quæsumus, Dómine, veræ fídei sacraménta confírma: ut, qui concéptum de Vírgine Deum verum et hóminem confitémur; per ejus salutíferæ resurrectiónis poténtiam, ad ætérnam mereámur perveníre lætítiam.

Prótege nos, Dómine, tuis mystériis serviéntes: ut, divínis rebus inhæréntes, et córpore tibi famulémur et mente.

PRAEFATIO COMMUNIS

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

Orationes ad libitum

COMMUNIO

Dóminus dabit benignitátem: et terra nostra dabit fructum suum.

POSTCOMMUNIO

Orémus. Suscipiámus, Dómine, misericórdiam tuam in médio templi tui: ut reparatiónis nostræ ventúra sollémnia cóngruis honóribus præcedámus. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Orémus. Grátiam tuam, quæsumus, Dómine, méntibus nostris infúnde: ut, qui, Angelo nuntiánte, Christi, Fílii tui, incarnatiónem cognóvimus; per passiónem ejus et crucem, ad resurrectiónis glóriam perducámur.

Quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, humánis non sinas subjacére perículis.

Orationes ad libitum.


Traduzione italiana

INTROITO

A Te ho innalzato l'anima mia: Dio mio, in Te confido, che io non abbia ad arrossire, né abbiano a deridermi i miei nemici: poiché quelli che confidano in Te non saranno confusi. --- Mostrami le tue vie, o Signore, e insegnami i tuoi sentieri. --- Gloria --- A Te ho innalzato l'anima mia: Dio mio, in Te confido, che io non abbia ad arrossire, né abbiano a deridermi i miei nemici: poiché quelli che confidano in Te non saranno confusi.

COLLETTE

Preghiamo. Suscita, o Signore, Te ne preghiamo, la tua potenza, e vieni: affinché dai pericoli che ci incombono per i nostri peccati, possiamo essere sottratti dalla tua protezione e salvati dalla tua mano liberatrice. Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. O Dio, tu hai voluto che all'annuncio dell'angelo, il tuo Figlio si incarnasse nel seno della beata Vergine Maria: concedi a noi di essere aiutati presso di te dall'intercessione di Colei che crediamo vera Madre di Dio.

Accogli, placato, o Signore le preghiere della tua Chiesa perché, distrutte tutte le avversità e gli errori, ti serva in sicura libertà.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.

EPISTOLA

Lettura del'Epistola di San Paolo Apostolo ai Romani.

Rom 13:11-14

Fratelli: Sapete che è ormai tempo di risvegliarsi. Poiché adesso la salvezza è più vicina a noi di quando venimmo alla fede. La notte è inoltrata e si appressa il giorno. Spogliamoci dunque delle opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Portiamoci con decoro, come di giorno, non tra i banchetti e le ubriachezze, non nei piaceri e nelle impudicizie, non con discordia e invidia: ma rivestendoci del Signore Gesù Cristo.

GRADUALE

Tutti quelli che Ti aspettano, o Signore, non saranno confusi. Mostrami le tue vie, o Signore, e insegnami i tuoi sentieri.

VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.

Luc 21:25-33

In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: Ci saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e nella terra costernazioni di genti sbigottite dal rimbombo delle onde e dall'agitazione del mare, mentre gli uomini tramortiranno dalla paura e dall'attesa di quello che starà per accadere alla terra: perché anche le potenze dei cieli saranno sconvolte. Allora si vedrà il Figlio dell'uomo venire sulle nubi in gran potenza e maestà. Quando ciò incomincerà ad accadere, sorgete ed alzate il capo, perché s'avvicina la vostra redenzione. E disse loro una similitudine: Osservate il fico e tutti gli alberi: quando germogliano, sapete che l'estate è vicina. Così quando vedrete accadere tali cose, sappiate che il regno di Dio è prossimo. In verità vi dico non passerà questa generazione prima che tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

OFFERTORIO

Preghiamo. A Te ho innalzato l'ànima mia: Dio mio, in Te confido, che io non abbia ad arrossire, né abbiano a deridermi i miei nemici: poiché quelli che confidano in Te non saranno confusi.

SECRETE

Questi misteri, o Signore, purificandoci con la loro potente virtù, ci facciano pervenire più mondi a Te che ne sei l'autore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Conferma, o Signore, nelle nostre anime i misteri della vera fede, affinché noi che proclamiamo vero Dio e vero uomo Colui che fu concepito dalla Vergine, per la potenza della sua resurrezione salvifica meritiamo di giungere all’eterna gioia.

Proteggi, o Signore, noi che celebriamo i tuoi misteri, perché trattando le cose divine, ti serviamo col corpo e coll’anima.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, l'ultima ha la conclusione.

PREFAZIO COMUNE

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).

COMUNIONE

Il Signore ci sarà benigno e la nostra terra darà il suo frutto.

POST-COMUNIONE

Preghiamo. Fa, o Signore, che  per mezzo di questo divino mistero in mezzo al tuo tempio sperimentiamo la tua misericordia, al fine di prepararci convenientemente alle prossime solennità della nostra redenzione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Infondi, Signore, nelle nostre anime la tua grazia: e poiché con l'annuncio dell'angelo abbiamo conosciuto l'Incarnazione di Cristo, tuo Figlio, concedi che per la sua passione e la sua croce giungiamo alla gloria della risurrezione.

Ti preghiamo, Signore Iddio nostro, perché Tu non permetta che soggiacciano a umani pericoli coloro cui hai concesso di godere delle divina partecipazione.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.


Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

MERCOLEDÌ DELLA PRIMA SETTIMANA DI AVVENTO

Lettura del Profeta Isaia

Ecco il Signore Dio degli eserciti

sottrae a Gerusalemme ed a Giuda

ogni sorta di sostegno,

ogni sostentamento sia di pane che d’acqua,

il gagliardo ed il guerriero,

il giudice ed il profeta,

l’indovino e l’anziano,

il centurione e l’autorevole,

il consigliere e l’esperto artigiano,

e il pratico d’incantesimi.

Farò che abbiano ragazzi per loro principi

e monelli che loro comandino.

Infatti rovina Gerusalemme e Giuda precipita

perchè contro il Signore vanno le loro lingue e le loro azioni

fino ad irritare la vista di sua Maestà.

Il loro contegno li accusa

E la propria colpa, come già Sodoma,

pubblicano senza nulla celare.

Guai alla loro vita,

perchè si tirano addosso il male!

Felice il giusto! Bene! godrà il frutto delle sue azioni.

Guai all’iniquo! Male! riceverà la pariglia delle sue opere. (Is. 3, 1-4; 8-11).

Poiché Gerusalemme va verso la rovina, la forza dell’intelletto si spegne in essa con tutte le altre forze. Non sa più dove va, ed ignora l’abisso che deve inghiottirla. Così sono gli uomini che non pensano alla Venuta del Supremo Giudice, quelli di cui Mosè ha detto nel Cantico: Razza senza consiglio e senza prudenza; se almeno avessero la sapienza e l’intelligenza per prevedere la fine delle cose! Il Figlio di Dio viene ora nei panni della debolezza, nell’umiltà di servo, e, per dirla con i Profeti, come la rugiada che cade goccia a goccia e senza rumore; ma non sarà sempre così. Questa terra, che sostiene i nostri peccati e la nostra insensibilità, cadrà anch’essa davanti al Giudice terribile. A che cosa ci aggrapperemo se non abbiamo amato che essa? «Una morte improvvisa avvenuta sotto i vostri occhi – dice san Giovanni Crisostomo una scossa di terremoto, la sola minaccia d’una calamità imprevista vi costerna e vi abbatte: che sarà dunque quando tutta la terra mancherà sotto i vostri piedi; quando vedrete il perturbamento della natura; quando sentirete il suono della tromba fatale; quando il supremo Padrone dell’universo si mostrerà ai vostri sguardi nella pienezza della sua Maestà? Avrete certamente visto dei disgraziati trascinati al supplizio: quante morti non hanno dovuto subire prima di arrivare al luogo dell’esecuzione! Annientati dallo spavento, a volte non hanno da presentare al carnefice che un cadavere ». O terrore di quell’ull’ultimo istante! Come si osa affrontarti, quando, per evitarti, basta aprire oggi la propria anima a Colui che viene dolce e mansueto, chiede un asilo ai nostri cuori, e promette, se vorranno riceverlo, di salvarli dall’ira futura? O Gesù, noi non siamo in grado di lottare contro di te nell’ultimo giorno; ora tu sei nostro fratello, nostro amico, un tenero Bambino che deve nascere per noi. Vogliamo dunque far alleanza con te; e quando ti avremo amato nella tua prima Venuta, non temeremo più l’ultima. Fa’ che noi possiamo sentire allora risonare al nostro orecchio le parole che i tuoi Angeli diranno ai giusti: Tutto è bene!

29 novembre 2021

Martedì 30 Novembre 2021 nella liturgia



Festa di Sant'Andrea Apostolo, Doppio di II Classe, colore liturgico rosso. Commemorazione del Martedì nella I Settimana d'Avvento.


Per le indulgenze del mese di Novembre vedasi qui.


Sussidi cattolici per il mese di Novembre: qui.


Qui per le peculiarità del Tempo dopo Pentecoste:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/05/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


Al Breviario

Tutto dal Proprio dei Santi (al 30 Novembre) con i Salmi riportati a Mattutino, quelli domenicali da Lodi a Nona (a Prima come alle Feste), e ai Vespri quelli del Comune degli Apostoli. Commemorazione della Feria dal Proprio del Tempo. Compieta della Domenica.

Le Antifone si raddoppiano, le Preci si omettono.

 

Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Festa di Sant'Andrea Apostolo, Doppio di II Classe, colore liturgico rosso. Commemorazione del Martedì nella I Settimana d'Avvento.

Essendo domani il primo giorno del mese di Dicembre libero da Uffici delle IX Lezioni, oggi si recitano i Vespri dell'Ufficio dei Defunti. Fuori dal coro non è obbligatorio.


All'Ufficio di Sant'Andrea:

Tutto dal Proprio dei Santi (al 30 Novembre) con i Salmi dal Comune degli Apostoli a Mattutino e Vespri, e quelli domenicali a Lodi (a Prima come alle Feste). Commemorazione della Feria dal Proprio del Tempo. Per la commemorazione della Feria Antifone al Benedictus e al Magnificat dal Proprio del Tempo, Versetto e Orazione dalla I Domenica d'Avvento.

Le Antifone si raddoppiano, le Preci si omettono.

All'Ufficio dei Defunti:

Avendo cantato il Benedicamus Domino dei Vespri dell'Ufficio del giorno, senza aggiungere altro si intona direttamente la prima Antifona Placebo Domino dell'Ufficio dei Defunti. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Salmo 145 alle Preci e le tre Orazioni per tutti i fedeli defunti Deus qui inter Apostolicos SacerdotesDeus veniae largitor e Fidelium. I Vespri terminano col Requiescant in pace. Amen senza aggiungere altro, e seguirà quando stabilito Compieta del giorno.


Al Messale

Messa al 30 Novembre:

  • Gloria in excelsis
  • Si dicono due Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda è la commemorazione della Feria (dalla Messa della I Domenica d'Avvento)
  • Credo
  • Prefazio degli Apostoli
  • Ite Missa est
  • Prologo di San Giovanni


Letture del Mattutino (in latino)

AD I NOCTURNUM

Lectio 1

De Epístola beáti Pauli Apóstoli ad Romános

Rom 10:4-9

Finis legis, Christus, ad justítiam omni credénti. Móyses enim scripsit, quóniam justítiam, quæ ex lege est, qui fécerit homo, vivet in ea. Quæ autem ex fide est justítia, sic dicit: Ne díxeris in corde tuo: Quis ascéndet in cælum? id est, Christum dedúcere: aut, Quis descéndet in abýssum? hoc est, Christum a mórtuis revocáre. Sed quid dicit Scriptúra? Prope est verbum in ore tuo, et in corde tuo: hoc est verbum fídei, quod prædicámus. Quia si confiteáris in ore tuo Dóminum Jesum, et in corde tuo credíderis quod Deus illum suscitávit a mórtuis, salvus eris.

Lectio 2, Rom 10:10-15

Corde enim créditur ad justítiam: ore autem conféssio fit ad salútem. Dicit enim Scriptúra: Omnis qui credit in illum, non confundétur. Non enim est distínctio Judǽi et Græci: nam idem Dóminus ómnium, dives in omnes qui ínvocant illum. Omnis enim quicúmque invocáverit nomen Dómini, salvus erit. Quómodo ergo invocábunt, in quem non credidérunt? aut quómodo credent ei, quem non audiérunt? quómodo autem áudient sine prædicánte? Quómodo vero prædicábunt nisi mittántur? sicut scriptum est: Quam speciósi pedes evangelizántium pacem, evangelizántium bona!

Lectio 3, Rom 10:16-21

Sed non omnes obédiunt Evangélio. Isaías enim dicit: Dómine, quis crédidit audítui nostro? Ergo fides ex audítu, audítus autem per verbum Christi. Sed dico: Numquid non audiérunt? Et quidem in omnem terram exívit sonus eórum, et in fines orbis terræ verba eórum. Sed dico: Numquid Israël non cognóvit? Primus Móyses dicit: Ego ad æmulatiónem vos addúcam in non gentem: in gentem insipiéntem, in iram vos mittam. Isaías autem audet, et dicit: Invéntus sum a non quæréntibus me: palam appárui iis, qui me non interrogábant. Ad Israël autem dicit: Tota die expándi manus meas ad pópulum non credéntem, et contradicéntem.

AD II NOCTURNUM

Lectio 4

Andréas Apóstolus, Bethsáidæ natus, qui est Galilǽæ vicus, frater Petri, discípulus Joánnis Baptistæ, cum eum de Christo dicéntem audísset: Ecce Agnus Dei; secútus Jesum, fratrem quoque suum ad eúndem perdúxit. Cum póstea una cum fratre piscarétur in mari Galilǽæ, ambo a prætereúnte Christo Dómino ante álios Apóstolos vocáti illis verbis: Veníte post me, fáciam vos fíeri piscatóres hóminum; nullam interponéntes moram, et relíctis rétibus, secúti sunt eum. Post cujus passiónem et resurrectiónem, Andréas, cum in Scýthiam Európæ, quæ ei província ad Christi fidem dísseminandam obtígerat, venísset, deínde Epírum ac Thráciam peragrásset; doctrína et miráculis innumerábiles hómines ad Christum convértit. Post, Patras Achájæ proféctus, et in ea urbe plúrimis ad veritátem evangélicam perdúctis, Ægéam procónsulem, prædicatióni evangelicæ resisténtem, libérrime increpávit, quod, qui judex hóminum habéri vellet, Christum Deum ómnium júdicem, a dæmónibus elúsus, non agnósceret.

Lectio 5

Tum Ægéas irátus, Désine, inquit, Christum jactáre, cui simília verba nihil profuérunt, quóminus a Judǽis crucifigerétur. Andréam vero de Christo nihilóminus líbere prædicántem quod pro salúte humani géneris se crucifigéndum obtulísset, ímpia oratióne interpéllat, ac demum hortátur, ut sibi cónsulens, diis velit immoláre. Cui Andréas: Ego omnipoténti Deo, qui unus et verus est, ímmolo quotídie, non taurórum carnes, nec hircórum sánguinem, sed immaculátum Agnum in altári; cujus carnem posteáquam omnis pópulus credéntium manducáverit, Agnus, qui sacrificátus est, ínteger perservérat et vivus. Quam ob rem ira accénsus Ægéas, jubet eum in cárcerem detrúdi unde pópulus Andréam fácile liberásset, nisi ipse sedásset multitúdinem, veheméntius rogans, ne se ad optatíssimam martýrii corónam properántem impedírent.

Lectio 6

Igitur paulo post in tribúnal prodúctum, cum Ægéas crucis extolléntem mystéria sibíque suam impietátem exprobrántem diútius ferre non posset, in crucem tolli, et Christi mortem imitári jussit. Addúctus Andréas ad locum martýrii, cum crucem vidísset, longe exclamáre cœpit: O bona crux, quæ decórem ex membris Dómini suscepísti, diu desíderata, sollícite amáta, sine intermissióne quæsíta, et aliquándo cupiénti ánimo præparáta: áccipe me ab homínibus, et redde me magístro meo; ut per te me recípiat, qui per te me redémit. Itaque cruci affíxus est: in qua bíduum vivus pendens, et Christi fidem prædicáre numquam intermíttens, ad eum migrávit, cujus mortis similitúdinem concupíerat. Quæ ómnia presbýteri et diáconi Achájæ, qui ejus passiónem scripsérunt, se ita ut commemoráta sunt, audísse et vidísse testántur. Ejus ossa primum Constantíno imperatóre Constantinópolim, deínde Amálphim transláta sunt. Caput, Pio secúndo Pontífice, Romam allátum, in basílica sancti Petri collocátum est.

AD III NOCTURNUM

Lectio 7

Léctio sancti Evangélii secúndum Matthǽum

Matt 4:18-22

In illo témpore: Ambulans Jesus juxta mare Galilǽæ, vidit duos fratres, Simónem, qui vocátur Petrus, et Andréam fratrem ejus, mitténtes rete in mare. Et réliqua.

Homilía sancti Gregórii Papæ

Homilia 5 in Evangelia

Audístis, fratres caríssimi, quia ad uníus jussiónis vocem Petrus et Andréas relíctis rétibus secúti sunt Redemptórem. Nulla vero hunc fácere adhuc mirácula víderant, nihil ab eo de prǽmio ætérnæ retributiónis audíerant: et tamen ad unum Dómini præcéptum hoc quod possidére videbántur, oblíti sunt. Quanta nos ejus mirácula vidémus, quot flagéllis afflígimur, quántis minárum asperitátibus deterrémur, et tamen vocántem sequi contémnimus.

Lectio 8

In cælo jam sedet, qui de conversióne nos ádmonet; jam jugo fidei colla géntium súbdidit, jam mundi glóriam strávit, jam ruínis ejus crebrescéntibus, distrícti sui judícii diem propínquantem denúntiat: et tamen supérba mens nostra adhuc non vult hoc sponte desérere, quod quotídie perdit invíta. Quid ergo, fratres caríssimi, quid in ejus judício dictúri sumus, qui ab amore præséntis sǽculi nec præcéptis fléctimur, nec verbéribus emendámur?

Lectio 9

Sed fortásse áliquis tácitis sibi cogitatiónibus dicat: Ad vocem Domínicam utérque iste piscátor quid, aut quantum dimísit, qui pene nihil hábuit? Sed hac in re, fratres caríssimi, afféctum debémus potius pensáre quam censum. Multum relíquit, qui sibi nihil retínuit: multum relíquit, qui quantúmlibet parum, totum deséruit. Certe nos et hábita cum amore póssidemus, et ea, quæ mínime habémus, ex desidério quǽrimus. Multum ergo Petrus et Andréas dimísit, quando utérque étiam desidéria habéndi derelíquit.


Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

I NOTTURNO

Lettura 1

Dalla Lettera dell'Apostolo san Paolo ai Romani

Rom 10:4-9

Il fine della legge è Cristo, per render giusti tutti i credenti. Infatti Mosè scrisse che l'uomo, il quale osserverà la giustizia che viene dalla legge, vi troverà la vita. Ma la giustizia che viene dalla fede, dice così: Non dire in cuor tuo: Chi salirà in cielo? cioè per farne discendere il Cristo: o chi scenderà nell'abisso? cioè per risuscitare il Cristo dalla morte. Ma che dice la Scrittura ? «Presso di te è la parola, nella tua bocca e nel tuo cuore» Deut. 30,14: cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca confesserai il Signore Gesù e crederai in cuor tuo che Dio l'ha risuscitato dalla morte, sarai salvo.

Lettura 2, Rom 10:10-15

Poiché la fede del cuore mena alla giustizia, e la confessione della bocca alla salvezza. Difatti la Scrittura dice: «Chiunque crede in lui, non rimarrà confuso» Is. 28,16. Perché non c'è distinzione fra Giudeo o Greco: perché per tutti c'è il medesimo Signore, munifico verso tutti quelli che lo invocano. Infatti «chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvo» Joel. 2,32. Ora, come si può invocare uno, in cui non si sia ancora creduto? E come sì può credere in uno, del quale non si sia sentito parlare? E come si può sentirne parlare, se non c'è chi Io predichi? E come si può predicare, se non si è mandati? Secondo che sta scritto: «Come son belli i piedi di quelli che annunziano la pace, che annunziano la felicità!» Is. 22,7.

Lettura 3, Rom 10:16-21

Ma non tutti danno retta al Vangelo. Onde Isaia dice: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?» Is. 53,1. La fede dunque viene dalla predicazione udita, e la predicazione si fa colla parola di Cristo. Ma, dico io: Non hanno essi udito predicare)? Ma sì, «per tutta la terra s'è sparsa la loro voce e sino ai confini dell'orbe terrestre son giunte le loro parole» (Sal. 18,5). Ma, dico io: Israele non l'ha conosciuto? Mosè è il primo a dire: «Vi farò gelosi d'una nazione che non è nazione: vi muoverò a sdegno contro una nazione stolta» Deut. 32,21. Isaia poi non dubita di dire: «M'hanno trovato quelli che non mi cercavano: mi son mostrato pubblicamente a quelli che non domandavano di me» Is. 65,1. Ad Israele poi dice: «Tutto il giorno ho steso le mani mie ad un popolo incredulo e ribelle» Is. 65,2.

II NOTTURNO

Lettura 4

L’Apostolo Andrea nacque a Betsaida, borgo della Galilea, ed era fratello di Pietro e discepolo di Giovanni Battista: avendo sentito dire da questo del Cristo: «Ecco l'Agnello di Dio» Gv 1,36 egli seguì Gesù e gli condusse pure suo fratello. Più tardi mentre pescava col fratello nel mare di Galilea, chiamati tutti e due prima di tutti gli altri apostoli dal Cristo Signore che passava, con quelle parole; «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori d'uomini» Mt 4,19, subito, senza frapporre indugi, abbandonate le reti, lo seguirono. Dopo la sua passione e risurrezione, Andrea andò a predicare la fede di Cristo nella provincia toccatagli, la Scizia d'Europa, poi percorse l'Epiro e la Tracia; e colla predicazione e i miracoli convertì a Cristo innumerevoli persone. Quindi giunto a Patrasso, città dell'Acaia, condusse moltissimi alla verità del Vangelo, riprese coraggiosamente il proconsole Egea, che resisteva alla predicazione del Vangelo, perché mentre voleva essere riconosciuto giudice dei suoi simili, si lasciava ingannare dai demoni a tal punto da misconoscere Cristo Dio giudice di tutti.

Lettura 5

Allora Egea irritato: «Finiscila, gli disse, di vantare il Cristo, che propositi simili non gl'impedirono d'essere crocifisso dai Giudei». Ma siccome Andrea continuava a predicare intrepidamente che Cristo s'era offerto da se stesso alla croce per la salvezza del genere umano, egli l'interruppe con un discorso empio, esortandolo infine a provvedere alla sua salute sacrificando agli dèi. Allora Andrea: «Per me c'è un solo vero Dio onnipotente, al quale io sacrifico sull'altare ogni giorno, non già le carni dei tori né il sangue dei capri, ma l'Agnello senza macchia; e dopo che tutto il popolo dei credenti s'è cibato della sua carne, l'Agnello ch'è stato immolato, rimane sempre intero e vivo». Perciò Egea acceso d'ira lo fece gettare in prigione: donde il popolo avrebbe facilmente liberato Andrea, se questi non avesse calmata la moltitudine, supplicandola istantemente di non impedirgli di arrivare alla desideratissima corona del martirio.

Lettura 6

Poco dopo essendo stato condotto davanti al tribunale, Egea non potendolo più soffrire perché esaltava il mistero della croce e gli rimproverava ancora la sua empietà, comandò che lo si mettesse in croce per fargli imitare la morte di Cristo. Andrea, giunto al luogo del martirio, al vedere la croce cominciò ad esclamare da lontano: «O buona croce, resa gloriosa dalle membra del Signore, lungamente desiderata, ardentemente amata, continuamente cercata e finalmente preparata all'animo mio bramoso, ritirami dagli uomini e rendimi al mio maestro; affinché per te mi riceva colui che per te m'ha redento». Egli fu dunque appeso alla croce: sulla quale restò appeso vivo due giorni, non cessando mai di predicare la fede di Cristo, andandosene poi a lui, la cui morte aveva bramato d'imitare. I preti e i diaconi dell'Acaia, che scrissero la sua passione, atte- stano d'aver udito e visto tutte queste cose così come sono state raccontate. Le sue ossa furono trasportate prima a Costantinopoli sotto l'imperatore Costante, e poi ad Amalfi. Il suo capo, portato a Roma sotto il Pontificato di Pio II, fu collocato nella basilica di san Pietro.

III NOTTURNO

Lettura 7

Lettura del santo Vangelo secondo Matteo.

Matt 4:18-22

In quell'occasione: Gesù camminando lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello, mentre gettavano la rete in mare. Eccetera.

Omelia di san Gregorio Papa

Omelia 5 sul Vangelo

Avete udito, fratelli carissimi, che al primo cenno di voce, Pietro e Andrea, abbandonate le reti, seguirono il Redentore. Non lo avevano ancora veduto fare alcun miracolo, non lo avevano udito parlare del benefizio d'una ricompensa eterna: e tuttavia al primo ordine del Signore, dimenticano e abbandonano ciò che possiedono. E noi quanti suoi miracoli non ve diamo, da quante prove non siamo ammaestrati, da quante terribili minacce atterriti, eppure disprezziamo la sua chiamata?

Lettura 8

Colui che ci esorta alla conversione siede già nei cielo; ha già curvato il collo dei Gentili al giogo della fede, ha già confuso la gloria del mondo, già ci annunzia per le rovine di esso così frequenti l'avvicinarsi del giorno del suo rigoroso giudizio: e tuttavia la superba nostra mente non vuole ancora spontaneamente abbandonare ciò che ogni giorno perde involontariamente. Che diremo dunque, fratelli carissimi, il giorno in cui egli ci giudicherà, noi che né coi suoi precetti possiamo essere distaccati dall'amore del secolo presente, né ci correggiamo alle sue percosse?

Lettura 9

Ma forse qualcuno dirà in cuor suo: Che cosa, o quanto lasciarono alla voce del Signore, questi due pescatori che non avevano quasi nulla? Ma in ciò, fratelli carissimi, noi dobbiamo guardare piuttosto all'affetto che al valore. Lascia molto chi non ritiene nulla per sé: lascia molto chi, per quanto poco, lascia tutto. Noi al contrario e siamo attaccati alle cose che possediamo, e col desiderio cerchiamo quelle che non abbiamo. Molto, dunque, lasciarono Pietro e Andrea, quando l'uno e l'altro rinunziarono fin'anche al desiderio di possedere.


Ad Primam: il Martirologio del 1° Dicemnre 2021

Kalendis Decembris, luna vigesima sexta.



Nel giorno delle Calende di Dicembre, luna ventiseiesima.




Parti proprie della Messa (in latino)

INTROITUS

Mihi autem nimis honoráti sunt amíci tui, Deus: nimis confortátus est principatus eórum. --- Dómine, probásti me et cognovísti me: tu cognovísti sessiónem meam et resurrectiónem meam. --- Glória --- Mihi autem nimis honoráti sunt amíci tui, Deus: nimis confortátus est principatus eórum.

COLLECTAE

Orémus. Majestátem tuam, Dómine, supplíciter exorámus: ut, sicut Ecclésiæ tuæ beátus Andréas Apóstolus éxstitit prædicátor et rector; ita apud te sit pro nobis perpétuus intercéssor. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Excita, quǽsumus, Dómine, poténtiam tuam, et veni: ut ab imminéntibus peccatórum nostrórum perículis, te mereámur protegénte éripi, te liberánte salvári: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

EPISTOLA

Lectio Epístolæ beati Pauli Apostoli ad Romános.

Rom 10:10-18

Fratres: Corde enim créditur ad justítiam: ore autem conféssio fit ad salútem. Dicit enim Scriptúra: Omnis, qui credit in illum, non confundétur. Non enim est distínctio Judǽi et Græci: nam idem Dóminus ómnium, dives in omnes, qui ínvocant illum. Omnis enim, quicúmque invocáverit nomen Dómini, salvus erit. Quómodo ergo invocábunt, in quem non credidérunt? Aut quómodo credent ei, quem non audiérunt? Quómodo autem áudient sine prædicánte? Quómodo vero prædicábunt, nisi mittántur? sicut scriptum est: Quam speciósi pedes evangelizántium pacem, evangelizándum bona! Sed non omnes obédiunt Evangélio. Isaías enim dicit: Dómine, quis crédidit audítui nostro? Ergo fides ex audítu, audítus autem per verbum Christi. Sed dico: Numquid non audiérunt? Et quidem in omnem terram exívit sonus eórum, et in fines orbis terræ verba eórum.

GRADUALE

Constítues eos príncipes super omnem terram: mémores erunt nóminis tui, Dómine. Pro pátribus tuis nati sunt tibi fílii: proptérea pópuli confitebúntur tibi.

ALLELUJA

Allelúja, allelúja. Diléxit Andréam Dóminus in odórem suavitátis. Allelúja.

EVANGELIUM

Sequéntia  ✠  sancti Evangélii secúndum Matthaeum.

Matt 4:18-22

In illo témpore: Ambulans Jesus juxta mare Galilǽæ, vidit duos fratres, Simónem, qui vocátur Petrus, et Andréam fratrem ejus, mitténtes rete in mare - erant enim piscatóres - et ait illis: Veníte post me, et fáciam vos fíeri piscatóres hóminum. At illi contínuo, relíctis rétibus, secúti sunt eum. Et procédens inde, vidit álios duos fratres, Jacóbum Zebedæi et Joánnem, fratrem ejus, in navi cum Zebedæo patre eórum reficiéntes rétia sua: et vocávit eos. Illi autem statim, relíctis rétibus et patre, secúti sunt eum.

OFFERTORIUM

Orémus. Mihi autem nimis honoráti sunt amíci tui, Deus: nimis confortátus est principátus eórum.

SECRETAE

Sacrificium nostrum tibi, Dómine, quǽsumus, beáti Andréæ Apóstoli precátio sancta concíliet: ut, in cujus honóre sollémniter exhibétur, ejus méritis efficiátur accéptum. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Hæc sacra nos, Dómine, poténti virtúte mundátos ad suum fáciant purióres veníre princípium. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

PRÆFATIO DE APOSTOLIS

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre: Te, Dómine, supplíciter exoráre, ut gregem tuum, Pastor ætérne, non déseras: sed per beátos Apóstolos tuos contínua protectióne custódias. Ut iísdem rectóribus gubernétur, quos óperis tui vicários eídem contulísti præésse pastóres. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: (Sanctus)

COMMUNIO

Veníte post me: fáciam vos fíeri piscatóres hóminum; at illi contínuo, relíctis rétibus, secúti sunt Dóminum.

POSTCOMMUNIO

Orémus. Súmpsimus, Dómine, divína mystéria, beáti Andréæ Apóstoli festivitáte lætántes: quæ, sicut tuis Sanctis ad glóriam, ita nobis, quǽsumus, ad véniam prodésse perfícias. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Suscipiámus, Dómine, misericórdiam tuam in médio templi tui: ut reparatiónis nostræ ventúra sollémnia cóngruis honóribus præcedámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.


Traduzione italiana

INTROITO

I tuoi amici, o Dio, sono da me sommamente onorati; veramente forte è diventato il loro principato. --- Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando siedo e quando sorgo. --- Gloria --- I tuoi amici, o Dio, sono da me sommamente onorati; veramente forte è diventato il loro principato.

COLLETTE

Preghiamo. Signore, umilmente supplichiamo la tua maestà, affinché come il beato Apostolo Andrea fu della tua Chiesa predicatore e reggitore, così sia presso di te nostro perpetuo intercessore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Súscita, o Signore, Te ne preghiamo, la tua potenza, e vieni: affinché dai pericoli che ci incombono per i nostri peccati, possiamo essere sottratti dalla tua protezione e salvati dalla tua mano liberatrice. Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

EPISTOLA

Lettura dell'Epistola di San Paolo Apostolo ai Romani.

Rom 10:10-18

Fratelli, la fede che giustifica è quella del cuore, e quella che salva è quella delle opere. Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in Cristo, non sarà confuso». Non c'è dunque distinzione fra Giudeo o pagano, perché lo stesso è il Signore di tutti, ugualmente ricco verso quelli che lo invocano. Infatti, sta scritto: «Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvo». Ma come invocheranno uno in cui non hanno creduto? E come crederanno in uno di cui non hanno sentito parlare? Come potranno sentire parlare, senza chi predichi? E come predicheranno se non sono mandati? Sta scritto, infatti: «Quanto son belli i piedi di coloro che evangelizzano la pace, che annunziano il bene!». Ma non tutti obbediscono al vangelo. Isaia infatti dice: «Signore, chi ha creduto alla nostra predicazione?). La fede vien dunque dalla predicazione, e questa si fa per mandato di Cristo. Ma dico io: Non han forse udito? Che anzi: «Per tutta la terra ha risuonato la loro voce, e le loro parole son giunte fino agli estremi confini della terra».

GRADUALE

Li metterai come capi in tutta la terra, conserveranno il ricordo del tuo nome, Signore. Al posto dei tuoi padri ci saranno i tuoi figli; perciò i popoli ti renderanno lode.

ALLELUIA

Alleluia, alleluia. Il Signore amò Andrea come olocausto soavissimo. Alleluia.

VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo.

Matt 4:18-22

In quel tempo camminando lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli: Simone detto Pietro e Andrea, suo fratello, che gettavano le reti in mare, essendo essi pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini». Ed essi, lasciate subito le reti, lo seguirono. E di lì andando innanzi, vide due altri fratelli: Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello, che in una barca, con Zebedeo loro padre, erano intenti a rassettar le reti, e li chiamò. Ed essi, lasciata subito la barca ed il padre, lo seguirono.

OFFERTORIO

Preghiamo. I tuoi amici, o Dio, sono sommamente onorati; veramente forte è diventato il loro principato.

SECRETE

O Signore, accompagni il nostro sacrificio la santa preghiera del beato Andrea, Apostolo tuo, affinché esso, offerto solennemente in suo onore, ti riesca per i suoi meriti gradito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Questi misteri, o Signore, purificandoci con la loro potente virtù, ci facciano pervenire piú mondi a Te che ne sei l'autore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PREFAZIO DEGLI APOSTOLI

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza innalzare a te, Signore, la nostra preghiera. Ti supplichiamo, Pastore eterno: non abbandonare il tuo gregge, ma per mezzo dei tuoi Santi Apostoli custodiscilo e proteggilo sempre. Continui ad essere governato da quelli che tu stesso hai eletto vicari dell'opera tua, e hai costituito pastori. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria: (Sanctus)

COMUNIONE

Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini. Ed essi, subito, abbandonate le reti, seguirono il Signore.

POST-COMUNIONE

Preghiamo. O Signore, rallegràti dalla festa del beato Andrea Apostolo tuo abbiamo ricevuto questi sacri misteri; fa', te ne preghiamo, che come essi sono a gloria dei tuoi santi, così giovino a noi per ottenere perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Fa, o Signore, che (per mezzo di questo divino mistero) in mezzo al tuo tempio sperimentiamo la tua misericordia, al fine di prepararci convenientemente alle prossime solennità della nostra redenzione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

30 NOVEMBRE SANT’ANDREA APOSTOLO

Poniamo sant’Andrea al principio di questo Proprio dei Santi dell’Avvento perché, per quanto la sua festa cada spesso prima dell’apertura dell’Avvento, avviene tuttavia di tanto in tanto che questo sacro tempo è già cominciato quando si celebra dalla Chiesa la memoria del grande Apostolo. Questa festa è dunque destinata ogni anno a chiudere maestosamente il Ciclo cattolico che si spegne o a brillare in testa al nuovo che si è appena aperto. Senza dubbio, era giusto che l’Anno Cristiano, cominciasse e finisse con la Croce, che ci ha meritato ciascuno degli anni che alla misericordia divina piace concederci, e che deve apparire nell’ultimo giorno sulle nubi del cielo, come un sigillo posto sui tempi.

Diciamo questo perché ogni fedele deve sapere che sant’Andrea è l’Apostolo della Croce. A Pietro Gesù Cristo ha dato la solidità della Fede; a Giovanni la tenerezza dell’Amore; Andrea ha ricevuto la missione di presentare la Croce del Divino Maestro. Ora, è con l’aiuto di queste tre prerogative, Fede, Amore e Croce, che la Chiesa si rende degna del suo Sposo: tutto in essa ricalca questo triplice carattere. È dunque per questo che dopo i due Apostoli che abbiamo nominati, sant’Andrea costituisce l’oggetto d’un culto particolare nella Liturgia universale.

Ma leggiamo le gesta dell’eroico pescatore del lago di Genezareth, chiamato a diventare più tardi il successore di Cristo stesso e il compagno di Pietro sul legno della Croce. La Chiesa le ha attinte dagli antichi Atti del Martirio del santo Apostolo.

VITA. – Andrea Apostolo, nato a Betsaida, borgo della Galilea, era fratello di Pietro e discepolo di san Giovanni. Avendo sentito quest’ultimo dire di Cristo: “Ecco l’Agnello di Dio!”, seguì Gesù, e gli condusse il fratello. Più tardi, mentre egli pescava insieme con il fratello nel mare della Galilea, furono entrambi chiamati, prima di tutti gli altri Apostoli, dal Signore che, passando vicino, disse loro: “Seguitemi: vi farò pescatori di uomini”. Essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. Dopo la passione e la risurrezione, Andrea andò a predicare la fede cristiana nella provincia che gli era toccata in sorte, la Scizia d’Europa; quindi percorse l’Epiro e la Tracia e con la predicazione e i miracoli convertì a Gesù Cristo una moltitudine innumerevole. Giunto a Patrasso, città dell’Acaia, fece abbracciare a molti la verità del Vangelo, e non esitò a riprendere coraggiosamente il proconsole Egeo, che resisteva alla predicazione evangelica, rimproverandogli di voler essere il giudice degli uomini, mentre i demoni lo ingannavano fino a fargli misconoscere il Cristo Dio, Giudice di tutti gli uomini.

Egeo adirato gli dice: Finiscila di esaltare il tuo Cristo che simili propositi non hanno impedito che venisse crocifisso dai Giudei. E siccome Andrea continuava tuttavia a predicare intrepido che Gesù Cristo s’era lui stesso offerto alla Croce per la salvezza del genere umano, Egeo lo interrompe con un discorso empio, e lo avverte di pensare alla sua salvezza, sacrificando agli dei. Andrea gli dice: Per me, c’è un Dio onnipotente, solo e vero Dio, al quale sacrifico tutti i giorni, non già le carni dei tori né il sangue dei capri, ma l’Agnello senza macchia immolato sull’altare; e tutto il popolo partecipa alla sua carne, e l’Agnello che è sacrificato rimane integro e pieno di vita. Perciò Egeo, fuor di sé dalla collera, lo fa gettare in prigione. Il popolo ne avrebbe facilmente tratto fuori il suo Apostolo, se quest’ultimo non avesse calmato la folla, scongiurandola di non impedirgli di giungere alla corona del martirio.

Poco dopo, condotto davanti al tribunale, siccome esaltava il mistero della Croce e rimproverava ancora al Proconsole la sua empietà, Egeo esasperato ordinò che lo si mettesse in croce, per fargli imitare la morte di Cristo. Fu allora che, giunto sul luogo del martirio e vedendo la croce, Andrea esclamò da lontano: O buona Croce che hai tratto la tua gloria dalle membra del Signore, Croce lungamente bramata, ardentemente amata, cercata senza posa e finalmente preparata ai miei ardenti desideri, toglimi di mezzo agli uomini, e restituiscimi al mio Signore, affinché per te mi riceva Colui che per te mi ha riscattato. Fu dunque infisso alla croce, sulla quale rimase vivo per due giorni, senza cessar di predicare la fede di Gesù Cristo, e passò così a Colui del quale si era augurato di imitare la morte. I Sacerdoti e i Diaconi dell’Acaia, che hanno scritto la sua Passione, attestano che hanno visto e sentito tutte quelle cose così come le hanno narrate. Le sue ossa furono trasportate dapprima a Costantinopoli, sotto l’imperatore Costanzo, e quindi ad Amalfi. Il suo capo, recato a Roma sotto il papa Pio II, fu posto nella basilica di S. Pietro.

Preghiamo ora, in unione con la Chiesa, questo santo Apostolo il cui nome e la cui memoria costituiscono la gloria di questo giorno; rendiamogli onore, e chiediamogli il soccorso di cui abbiamo bisogno.

Sei tu, o beato Andrea, che incontriamo per primo in quella mistica via dell’Avvento nella quale camminiamo, cercando il nostro divin Salvatore Gesù Cristo; e ringraziamo Dio per averci voluto concedere un simile incontro. Quando Gesù, nostro Messia, si rivelò al mondo, tu avevi già prestato docile orecchio al santo Precursore che annunciava il suo avvicinarsi, e fosti uno dei primi fra i mortali a confessare, nel figlio di Maria, il Messia promesso nella Legge e nei Profeti. Ma non volesti rimanere il solo confidente di così meraviglioso Segreto; facesti presto partecipe della Buona Novella Pietro tuo fratello, e lo conducesti a Gesù. Santo Apostolo, anche noi desideriamo il Messia, il Salvatore delle anime nostre; poiché tu l’hai trovato, degnati dunque di condurre anche noi a lui. Poniamo sotto la tua protezione il sacro periodo di attesa e di preparazione che ci rimane da percorrere, fino al giorno in cui il Salvatore tanto atteso apparirà nel mistero della sua meravigliosa Nascita. Aiutaci nel renderci degni di vederlo in mezzo alla notte radiosa in cui apparirà. Il battesimo della penitenza ti preparò a ricevere la insigne grazia di conoscere il Verbo di vita; ottieni anche a noi di essere veramente pentiti e di purificare i nostri cuori, in questo sacro tempo, affinché possiamo contemplare con i nostri occhi Colui che ha detto: Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Tu sei potente per introdurre le anime presso il Signore Gesù, o glorioso Andrea, poiché colui stesso che il Signore doveva costituire Capo di tutto il gregge fu presentato da te al divino Messia. Non dubitiamo che il Signore abbia voluto, chiamandoti a sé in questo giorno, assicurare la tua intercessione ai cristiani che, cercando nuovamente, ogni anno, Colui nel quale tu vivi per sempre, vengono a chiedere la via che conduce a lui.

Questa via, tu ce l’hai insegnata, è la via della fedeltà, della fedeltà fino alla Croce. Tu vi hai camminato con coraggio; e poiché la Croce conduce a Gesù Cristo, hai amato con passione la Croce. Prega, o Apostolo santo, affinché comprendiamo l’amore della Croce; affinché, dopo averlo compreso, lo mettiamo in pratica. Il tuo fratello ci dice nella sua Epistola: Poiché Cristo ha sofferto nella carne, armatevi, o fratelli, di questo pensiero (1Pt 4,1). Tu, o beato Andrea, ci presenti oggi il commento vivente di questa massima. Poiché il tuo Maestro è stato crocifisso, hai voluto esserlo anche tu. Dall’alto del trono a cui sei stato elevato con la Croce, prega dunque affinché la Croce sia per noi l’espiazione dei peccati che ci coprono, l’estinzione delle fiamme mondane che ci bruciano, e infine il mezzo per unirci con l’amore a Colui che solo l’amore vi ha affisso.

Ma, per quanto importanti e preziose siano per noi le lezioni della Croce, ricordati, o grande Apostolo, che esso è la consumazione e non il principio. È il Dio bambino, il Dio della mangiatoia che noi dobbiamo innanzitutto conoscere e gustare; è l’Agnello di Dio indicatoti da san Giovanni che noi abbiamo sete di contemplare. Il tempo attuale è quello dell’Avvento, e non quello della dolorosa Passione del Redentore. Fortifica dunque il nostro cuore per il giorno della battaglia; ma aprilo in questo momento alla compunzione e alla tenerezza. Poniamo sotto il tuo patrocinio la grande opera della nostra preparazione alla Venuta di Cristo nei nostri cuori.

Ricordati anche, o beato Andrea, della santa Chiesa di cui sei una delle colonne, e che hai irrorata con il tuo sangue; leva le tue potenti mani su di essa, davanti a Colui per il quale essa milita senza posa. Chiedi che la Croce che essa porta attraverso questo mondo sia alleviata; prega anche perché ami quella Croce, e vi attinga la forza e la vera felicità. Ricordati in particolar modo della santa Romana Chiesa, Madre e Maestra di tutte le altre, e ottienile la vittoria e la pace mediante la Croce, per il tenero amore che ha per te. Visita nuovamente, nel tuo Apostolato, la Chiesa di Costantinopoli, che ha perduto la vera luce insieme con l’unità, perché non ha voluto rendere omaggio a Pietro, tuo fratello, che tu hai onorato come tuo Capo per amore del comune Maestro. Infine, prega per il regno di Scozia, che da quattro secoli ha dimenticato la tua dolce tutela; fa’ che i giorni dell’errore siano abbreviati, e che quella metà dell’Isola dei Santi rientri presto, insieme con l’altra, sotto il vincastro dell’Unico Pastore.


MARTEDÌ DELLA PRIMA SETTIMANA DI AVVENTO

Lettura del Profeta Isaia

Le cose vedute da Isaia riguardo a Giuda e a Gerusalemme.

Accadrà poi in tempi avvenire, che si ergerà in cima ai monti e s’innalzerà sopra i colli il monte del tempio del Signore, e ad esso affluiranno tutte le nazioni, e accorreranno molti popoli, e diranno:

« Venite, ascendiamo al monte del Signore,

al tempio del Dio di Giacobbe;

Egli ci insegnerà le sue vie,

e noi sapremo seguirne i sentieri »;

perchè da Sion deve uscire la Legge

e la Parola del Signore da Gerusalemme. (Is. 2, 1-3).

Con quanta compiacenza la santa Chiesa ascolta e ripete le belle parole del Profeta: Venite, ascendiamo al monte del Signore! Ogni giorno di Feria, nell’Avvento, essa le ridice nell’Ufficio delle Laudi; e tutti i suoi figli rendono gloria al Signore che, per attirare più sicuramente i nostri sguardi, s’è fatto simile a una Montagna elevata, ma accessibile a tutti. È vero che questa Montagna come dice un altro Profeta, è dapprima impercettibile come un sassolino, per indicare l’umiltà del Messia nella sua nascita; ma presto si fa grande alla vista di tutti i popoli, che sono chiamati a venire ad abitare sui suoi fertili pendii, e fin sulla vetta illuminata dai raggi del Sole di giustizia. È così, o Gesù, che tu ci chiami tutti, che sei a tutti accessibile; che la grandezza e l’elevazione dei tuoi misteri non hanno nulla di incompatibile con la nostra debolezza. Noi vogliamo, fin da questo momento, unirci alle folle che camminano verso di te: ecco che partiamo; vogliamo andar a piantare la nostra tenda sotto le tue ombre, o Montagna benedetta! Accoglici; e che non abbiamo più a sentire i rumori mondani che si levano dalla pianura. Ponici così in alto che i nostri occhi non vedano più le vanità della terra. Che non abbiamo mai a dimenticare i sentieri attraverso i quali si giunge fino a quella vetta beata, ove la montagna, che è la figura, svanisce e l’anima si trova per sempre faccia a faccia con Colui che gli Angeli contemplano in un eterno rapimento, e la cui delizia è di stare con i figli degli uomini (Prov. 8, 31).