15 febbraio 2021

DISPENSA DI LITURGIA SUL TEMPO DI QUARESIMA: disciplina canonica del digiuno e dell'astinenza, rubriche, cerimonie e pratiche devote





Disciplina canonica del digiuno e dell’astinenza dei Tempi di Quaresima e Passione

Riassumo quanto imposto dai Canoni 1250-1254 del Codex Iuris Canonici del 1917 con l’apporto del contributo di teologi moralisti e canonisti.

  • Sono tenuti per tutta la vita alla legge dell'astinenza coloro che abbiano raggiunto l'età di 7 anni. Sono tenuti alla legge del digiuno quelli che hanno raggiunto l'età di 21 anni, fino al compimento dei 60 anni.
  • La legge dell’astinenza vieta la consumazione della sola carne di animali a sangue caldo (mammiferi e uccelli) e i condimenti come brodi e salse da essa derivati; consente invece quella di rettili, pesci, molluschi, crostacei, e animali a sangue freddo in genere. Sono altresì permessi, con la disciplina vigente (prima del 1917 erano proibiti), derivati animali quali latte e latticini, uova, lardo e grasso.
  • La legge del digiuno prescrive che nell’arco della giornata si faccia un unico pasto, ma non vieta che si possa assumere un po’ di cibo alla mattina e alla sera. I canonisti e i moralisti sono concordi sul fatto che la colazione non debba superare i 60 grammi di cibo solido (caffè e the, anche con un po’ di latte, sono liberi), e la cena i 250 grammi; tuttavia è possibile invertire i pasti facendo quello completo la sera e quello limitato a pranzo. Il digiuno, se non viene accompagnato dall’astinenza, non esclude la consumazione di carne. In ogni caso le bevande, anche alcoliche, sono sempre consentite sia col digiuno che con l’astinenza, purché non siano proteiche o nutrienti al punto da poter essere considerate alimenti veri e propri, come il latte e i suoi derivati. Inoltre, secondo i canonisti, il pasto non può durare più di due ore.
  • L’astinenza col digiuno va osservata il Mercoledì delle Ceneri, il Mercoledì delle Quattro Tempora, e tutti i Venerdì e Sabati di Quaresima e Passione fino al mezzogiorno del Sabato Santo escluso.
  • Il solo digiuno va osservato tutti gli altri giorni di Quaresima e Passione eccetto le Domeniche.
  • La Festa di San Giuseppe, l’unica di precetto che può cadere in questo periodo dell’anno, non dispensa né dal digiuno ne dall’astinenza.
  • Stando al Can. 1245 § 1, i soli Ordinari dei luoghi e i Parroci (quindi non i confessori) possono, in casi singolari e per giusta causa, e non in maniera abituale ma per singole volte, dispensare i loro sudditi, sia singoli fedeli che singole famiglie, dal digiuno e dall’astinenza, sia dentro che fuori il territorio della loro giurisdizione; e nel loro territorio possono dispensare anche coloro che vi si trovano pur non avendovi domicilio o quasi-domicilio canonico (es. pellegrini).
  • Quanto a coloro che sono dispensati in virtù del loro stato:
    • Possono non praticare l’astinenza: i poveri che ricevono carne in elemosina e non hanno altro da mangiare; gli infermi, i convalescenti, i deboli di stomaco, le donne che allattano, le donne incinte se deboli; gli operai che fanno lavori più pesanti quotidianamente; mogli, figli, servi, tutti coloro che esercitano in servizio essendovi costretti, e che non possono avere altro cibo sufficientemente nutriente.
    • Possono non praticare il digiuno: coloro che digiunerebbero con grave incomodo: ammalati, convalescenti, deboli di nervi, donne che allattano o incinte; poveri che hanno già poco cibo a disposizione; coloro che esercitano un lavoro che è moralmente e ordinariamente incompatibile con il digiuno (es: lavori pesanti); coloro che fanno un lavoro intellettuale molto faticoso (es. studenti sotto esami); chi deve fare un lungo e faticoso viaggio; per un maggiore bene o per un’opera di pietà più grande, se questa è moralmente incompatibile con il digiuno (es.: assistenza ai malati).

Non essendovi traccia di queste dispense de facto nel Codex Iuris Canonici, suppongo che debbano derivare dalla disciplina canonica precedente, o dalla volontà dei Sommi Pontefici, o ancora dalla legittima consuetudine; tuttavia l’argomento è ampiamente trattato dai moralisti che considerano tali dispense – per altro assolutamente conformi al buon senso – come assodate.

Per chi è interessato ad una conoscenza più sviluppata dell’argomento, la questione del digiuno e dell’astinenza è sviscerata dal punto di vista della teologia morale negli ottimi Manuale Theologiae Moralis del P. Dominik Maria Prümmer OP, Tomo II, Herder 1960, pag. 501-514, e Summa Theologiae Moralis del P. Benedikt Heinrich Merkelbach OP, Tomo II, Desclée de Brouwer 1962, pag. 893-918. Invece un riassunto canonico tanto conciso quanto dettagliato lo da il P. István Sipos SJ nel suo Enchiridion Iuris Canonici, Herder 1960, pag. 580-581, dal quale ho preso alcune delle nozioni sopra riportate per integrare la genericità delle disposizioni del Codice.

Onestamente mi pongo un problema di epikeia: poiché da 55 anni la quasi totalità del Clero aderisce all’eresia vaticansecondista, coloro che per diritto comune detengono l'autorità, Vescovi e Parroci, credono alla versione iper-ridotta del digiuno quaresimale del diritto canonico della Chiesa conciliare (anzi molto spesso nemmeno a quello): dunque dubito che reagirebbero bene ad una motivata richiesta di dispensa che si attenga ai santi Canoni. Penso che i fedeli che ne abbiano bisogno, dovrebbero rivolgersi a quegli Istituti o Sacerdoti che aderiscono alla Tradizione e preservano la vera fede e i veri sacramenti.

Fin qui il Codice di Diritto Canonico del 1917. La devastante (per usare un immenso eufemismo) riforma di Pio XII ha completamente distrutto quel poco che il Codice ha lasciato della disciplina canonica del digiuno e dell'astinenza, togliendo quasi tutti i giorni di penitenza come se la Tradizione Apostolica fosse cosa di nessun conto - ma si sa, il modernismo non è venuto fuori come un fungo col conciliabolo, era già pienamente operante da due decadi. Dato che queste riforme sono state volute e realizzate sotto l'influenza di prelati eretici e corrotti, tutti intenti a nuocere alle anime e alla Chiesa, e a cercare di sminuire l'onore dovuto a Dio, ma che disgraziatamente godevano della mal riposta fiducia del Pontefice, personalmente posso solo consigliare di attenersi integralmente, per quanto possibile, al Codice di Diritto Canonico.

Inoltre nulla vieta che coloro che sono dotati di buona volontà e ancor miglior fibra possano decidere di osservare, a condizione che né la salute né i loro doveri di stato ne patiscano detrimento, le leggi ancor più rigorose dell’antico Corpus Iuris Canonici, che sono state pesantemente ritoccate in senso lassista dallo stesso Codice del 1917. Queste antiche leggi non obbligano più poiché abrogate, ma essendo più strette della disciplina corrente non sono di per sé impedite. In esse l’astinenza quaresimale veniva praticata tutti i giorni, Domeniche comprese, e proibiva anche la consumazione dei derivati animali di cui sopra quali latte e latticini, uova, lardo e grasso (gli Orientali, che amano strafare, si privano anche di olio e vino); il pasto completo del giorno è fissato al pranzo.


Calendario del digiuno e dell'astinenza per i Tempi di Quaresima e Passione dell'anno corrente (2022) in base alle summenzionate norme canoniche

  • Giorni dopo le Ceneri
    • Il 2 Marzo (Mercoledì delle Ceneri): Digiuno e astinenza.
    • Il 3 Marzo (Giovedì dopo le Ceneri): Solo digiuno.
    • 4 e 5 Marzo (Venerdì e Sabato dopo le Ceneri): Digiuno e astinenza.
  • I Settimana di Quaresima
    • 7, 8, 10 Marzo: Solo digiuno.
    • 9, 11, 12 Marzo (Quattro Tempora di Quaresima): Digiuno e Astinenza.
  • II Settimana di Quaresima
    • Dal 14 al 17 Marzo: Solo digiuno.
    • 18 e 19 Marzo: Digiuno e astinenza (malgrado San Giuseppe sia di precetto).
  • III Settimana di Quaresima
    • Dal 21 al 24 Marzo: Solo digiuno.
    • 25 e 26 Marzo: Digiuno e astinenza (l'Annunciazione non è nemmeno di precetto).
  • IV Settimana di Quaresima
    • Dal 28 al 31 Marzo: Solo digiuno.
    • 1° e 2 Aprile: Digiuno e astinenza.
  • Settimana di Passione
    • Dal 4 al 7 Aprile: Solo digiuno.
    • 8 e 9 Aprile: Digiuno e Astinenza.
  • Settimana Santa
    • Dall'11 al 14 Aprile: Solo digiuno.
    • 15 Aprile (Venerdì Santo): Digiuno e astinenza.
    • 16 Aprile (Sabato Santo): Digiuno e astinenza fino a mezzogiorno escluso.

 

Caratteristiche liturgiche della Quaresima in generale

La Quaresima in senso largo incomincia col Mattutino del Mercoledì delle Ceneri e finisce con la Vigilia Pasquale la mattina del Sabato Santo. In senso stretto finisce con Nona del Sabato della IV Settimana, dato che con i Vespri successivi inizia il Tempo di Passione che ha delle peculiarità uniche e una liturgia diversa. In questa dispensa si sceglie il senso stretto che è il più appropriato e specifico. Dunque la Quaresima dura in totale 32 giorni: le Ceneri e i tre giorni seguenti, e le quattro settimane successive. Essendo il 46° giorno prima della Domenica di Pasqua, il Mercoledì delle Ceneri può cadere dal 4 Febbraio al 10 Marzo.

Il colore liturgico de tempore è violaceo, ma a differenza della precedente Settuagesima Diacono e Suddiacono indossano le pianete plicate e l’Altare non si orna di fiori né si suona l’organo se non per sostenere il canto. Fa eccezione la IV Domenica detta Laetare, nella quale si possono mettere i fiori e suonare normalmente l’organo, e si usa il colore liturgico rosa (solo la Domenica, non le Ferie di quella settimana come avviene per la III di Avvento, poiché in Quaresima ogni giorno ha una Messa propria), o se non disponibile, il violaceo; in questo unico giorno Diacono e Suddiacono mettono comunque dalmatica e tunicella, che siano rosa o violacee.  L’Alleluia resta ovviamente del tutto proibito.

Il Mercoledì delle Ceneri è una Feria Maggiore Privilegiata che non cede ad alcuna Festa, nemmeno alle più importanti; le altre sono Ferie Maggiori non privilegiate che cedono a tutte le Feste eccetto quelle di rito Semplice, e quando impedite sono sempre commemorate. Le Domeniche sono Maggiori di I Classe, anch’esse dunque non cedono a nessuna Festa.

Il Mercoledì delle Ceneri e i tre giorni seguenti hanno un rito misto tra il Tempo di Settuagesima e quello di Quaresima: in essi l’Ufficio è quasi del tutto come nella Settuagesima con poche eccezioni di cui sotto, la Messa invece è interamente come in Quaresima. La mia personale opinione è che la Chiesa abbia realizzato questa strana mescolanza per dare in qualche modo una forma conclusione alla settimana di Quinquagesima, che altrimenti resterebbe tronca al Martedì. A partire dai Primi Vespri della I Domenica di Quaresima incomincia la liturgia quaresimale vera e propria.

Ancora, dal Mercoledì delle Ceneri in poi sono proibite sia la celebrazione solenne delle nozze, che tutte le Ottave particolari (se ve ne sono di già iniziate, vengono semplicemente interrotte con le Ceneri), e non si celebra Santa Maria in Sabato.

L’unica Vigilia che potrebbe cadere in Quaresima, quella di San Mattia, è commemorata alla Festa di San Pier Damiani il 23 Febbraio: essa si commemora solo alla Messa e mai all’Ufficio. La commemorazione si anticipa al Sabato quando il 23 Febbraio cade di Domenica, mentre negli anni bisestili si posticipa al 24 (sempre che il 24 non sia Domenica, e allora resta al suo giorno proprio) in tal caso il 24 si fa la Messa della Feria con la commemorazione della Vigilia; nelle sole Messe private si può anche fare viceversa, mai però il Mercoledì delle Ceneri. Ricordo che negli anni bisestili tutte le Feste, anche particolari, dal 24 al 28 Febbraio, sono ritardate di un giorno, poiché è come se il 24 Febbraio, che nell’antico calendario romano, il cui uso la liturgia conserva nel Martirologio, viene denominato con la dicitura ecclesiastica Sexto Kalendas Martii, venga ripetuto due volte (bis fit, donde annus bissextilis). Infatti, spostandosi San Mattia dal 24 al 25, la sua Vigilia lo segue.

La I Settimana di Quaresima vi sono le Quattro Tempora, che però, similmente a quanto succede in Avvento, non comportano alcuna particolarità all’Ufficio.

Al massimo dopo Nona del Sabato della IV Settimana di Quaresima, ma comunque prima della celebrazione o della recita dei Primi Vespri della Domenica di Passione, è d’obbligo coprire di veli violacei semplici (senza decorazioni né raffigurazioni) tutte le immagini, statue e croci della chiesa, comprese le croci degli Altari e della sacristia, ma non le Stazioni della Via Crucis. Tali veli resteranno per tutto il Tempo di Passione, e saranno rimossi dalle croci il Venerdì Santo dopo la Messa dei Presantificati, dalle altre immagini e statue il Sabato Santo al Gloria in excelsis della Messa.

 

Al Breviario

Dal Mattutino del Mercoledì delle Ceneri a Nona del Sabato dopo le Ceneri, come dicevo sopra, si adopera ancora l’Ufficio della Settuagesima, e della Quaresima vengono introdotte solo le particolarità di cui sotto circa: l’interruzione della Scrittura occorrente, l’Antifona al Benedictus, le Preci Feriali e le Orazioni.

Coi Primi Vespri della I Domenica di Quaresima cambiano molte cose. Innanzitutto i Vespri stessi, se cantati (nella recita privata ciò è solo consigliato) da questo momento e fino alla Pasqua devono essere celebrati ogni giorno, Feste comprese, non più il pomeriggio ma prima di mezzogiorno; si eccettuano solo i Secondi Vespri delle Domeniche che si cantano di pomeriggio. Ciò nasce da un’antica prassi ormai in disuso per cui nei giorni di digiuno l’unico pasto completo del giorno poteva essere consumato solo dopo i Vespri: avendo man mano la disciplina canonica anticipato questo pasto dalla cena al pranzo, i Vespri sono stati anch’essi anticipati al mattino; le Domeniche invece, nelle quali la tradizione romana vieta il digiuno, i Vespri restano al pomeriggio. Però il fatto che l’anticipazione dei Vespri al mattino cominci dal Sabato dopo le Ceneri mi fa supporre che sia più antica della sospensione domenicale del digiuno e dell’istituzione del Mercoledì delle Ceneri come inizio della Quaresima (ricordo che è una prerogativa del rito romano, in tutti gli altri riti eccetto forse quelli gallicani romanizzati – e quindi quelli di certi Ordini religiosi – la Quaresima inizia con la I Domenica). Ai giorni nostri, avendo il Codice del 1917 permesso di scegliere se fare l’unico pasto a pranzo oppure a cena, il problema di fatto non si porrebbe, ma resta comunque l’obbligo liturgico di cantare i Vespri prima di mezzogiorno.  Compieta invece si recita all’ora solita.

Inoltre si passa alla parte primaverile (pars verna) del Breviario. Essendo la Quaresima un po' diversa rispetto agli altri tempi liturgici, mi soffermerò in dettaglio:

  • Tanto le Domeniche che le Ferie:
    • Si dice l’Invitatorio Non sit vobis per tutta fino al Sabato della IV Settimana.
    • Gli Inni delle Ore Maggiori sono fissi: Ex more docti mystico a Mattutino, O Sol salutis intimis a Lodi, Audi benigne Conditor a Vespri, fino a Nona del Sabato nella IV Settimana.
    • Il Te Deum è sostituito dal IX o dal III Responsorio.
    • Si continua ad usare lo Schema II, dunque a Prima le Domeniche si antepongono i Salmi 92 e 99 al 117, e le Ferie si dice come quarto Salmo quello che a Lodi è stato sostituito dal Miserere.
    • I Capitoli, Versetti e Responsori di Lodi, Terza, Sesta, Nona e Vespri sono propri, e si trovano nel Proprio del Tempo le Domeniche, nel Salterio le Ferie. A Prima si dice la Lettura Breve Quaerite Dominum.
    • Ogni giorno vi sono le Antifone al Benedictus e al Magnificat proprie.
    • L’Antifona finale delle Ore resta Ave Regina Caelorum col suo Versetto e Orazione fino al Mercoledì della Settimana Santa.
  • Alle sole Domeniche:

    • Essendovi tre Notturni, continua la Scrittura occorrente col Libro della Genesi le prime tre Domeniche, mentre nella IV si legge l’Esodo (stranamente non l’Incipit del libro).
    • Nel Proprio del Tempo vi sono Antifone che si usano solo da Lodi a Nona. Come in Settuagesima, le Antifone di Lodi sono diverse da quelle delle Ore minori.
    • Vi è un'unica Orazione che si dice a entrambi i Vespri, Lodi e da Terza a Nona (e se nella recita privata lo si separa dalle Lodi, anche a Mattutino), quella corrispondente alla Colletta della Messa.

    • Si dicono il Suffragio a Lodi e Vespri e le Preci Domenicali a Prima e Compieta, a meno che non si commemori una Festa di rito Doppio.

      • Il Simbolo Atanasiano continua ad essere omesso poiché la riforma della Costituzione Divino Afflatu lo ha limitato alle sole Domeniche per annum.
    • Alle sole Ferie:
      • Tutte le Antifone si prendono dal Salterio.
      • La Scrittura occorrente si interrompe e viene sostituita da un Vangelo (corrispondente a quello della Messa del giorno) con l’omelia di un Padre o Dottore della Chiesa.

      • Vi sono due Orazioni: quella di Lodi che si dice anche da Terza a Nona (e a Mattutino se lo si separa dalle Lodi) e corrisponde alla Colletta della Messa, e quella dei Vespri che corrisponde all’Oratio super populum della Messa. Però le Orazioni super populum delle Messe dei Sabati non corrispondono a nessuna Orazione dell’Ufficio, poiché i Vespri sono della Domenica, nella quale, come detto sopra, vi è un’Orazione unica per tutte le Ore eccetto le due Compiete e Prima.

      • Si dicono il Suffragio a Lodi e Vespri e le Preci Feriali da Lodi a Compieta, anche qualora si facesse commemorazione di Feste di rito Semplice. Il Mercoledì delle Ceneri essendo una Feria Maggiore Privilegiata, l’eventuale commemorazione di Feste di rito Doppio non impedisce né il Suffragio né le Preci.
    • Alle Feste:
      • Come al solito Antifone e Salmi si prendono dal Salterio (Schema I), il resto dal Proprio o dal Comune.
      • Con la Scrittura occorrente interrotta, il Breviario stesso, e di norma anche i Propri locali, indicano le Letture del I Notturno che si prendono dal Comune.
      • Alla IX Lezione si legge sempre la I Lezione della Feria commemorata. Alla commemorazione che si fa a Lodi e Vespri si usano le Orazioni corrispondenti della Feria e mai quella della Domenica precedente.
      • Le Feste di rito Semplice sono commemorate solo a Vespri e Lodi dell’Ufficio feriale e domenicale.

      • Quando una Festa prevede già di per sé una o più commemorazioni, a Lodi e alla Messa prima si commemora la Feria e poi il resto. Si eccettua la Cattedra di San Pietro ad Antiochia (22 Febbraio) nella quale si fa prima la commemorazione di San Paolo, poi della Feria. Ai Vespri invece la Feria si commemora per prima solo se l’indomani si celebra l’Ufficio feriale, altrimenti è al secondo posto dopo la commemorazione dei Vespri dell’Ufficio precedente o di quello seguente, a seconda di chi ha ottenuto la precedenza nella concorrenza.

      • Il Suffragio e le Preci Domenicali si dicono solo alle Feste di rito Semidoppio.

    Secondo le rubriche tradizionali (anteriori al 1912) in Quaresima si cantano tre Uffici addizionali la Settimana: quello dei Defunti i Lunedì, i Salmi Graduali i Mercoledì, e i Salmi Penitenziali con le Litanie dei Santi i Venerdì, se non ricorrono Feste di rito Doppio o Semidoppio. Per quanto il loro obbligo sia stato abrogato, non per questo sono proibiti, anzi è lodevole farli anche nella recita privata. L'Ufficio dei Defunti si dicono nel seguente ordine: i Vespri dopo il Benedicamus Domino dei Vespri precedenti (omesso Fidelium animae), Mattutino e Lodi dopo il Benedicamus Domino delle Lodi dell'Ufficio quotidiano. I Salmi Graduali si cantano prima del Mattutino, detta la preghiera Aperi Domine. I Salmi Penitenziali seguiti dalle Litanie si cantano dopo il Benedicamus Domino delle Lodi (similmente all'Ufficio dei Defunti).

     

    Al Messale

    Dal Mercoledì delle Ceneri alla Domenica in Albis sono proibite tutte le Messe Votive private, mentre sono consentite quelle pro re gravi e publica simul causa e quelle Privilegiate (non le Domeniche però). Le Messe quotidiane di Requiem sono permesse solo il primo giorno di ciascuna settimana (eccetto la Settimana Santa) non impedito da Feste di rito Doppio; invece sono permesse le Messe di Requiem privilegiate – compresi gli anniversari – secondo le rubriche; e i soli funerali possono essere celebrati anche di Domenica. Alle Feste di rito Semidoppio e Doppio minore e Maggiore, le sole Messe private possono essere a scelta della Festa o della Feria.

    Come in Settuagesima, il Gloria in excelsis è sempre omesso alle Messe de tempore, e dunque alla fine si dice il Benedicamus Domino invece dell’Ite Missa est. L’Alleluia è sostituito dal Tratto alle Messe domenicali e festive, e a quelle Votive permesse. Quanto alle Messe feriali, nei Lunedì, Mercoledì e Venerdì si dice il Tratto Domine non secundum peccata nostra, nel quale si genuflette al Versetto Adjuva nos; gli altri giorni si dice solo il Graduale. Il Prefazio è quello di Quaresima sia le Domeniche e le Ferie, che alle Feste e alle Messe Votive permesse non aventi Prefazio proprio. Alle Feste si legge sempre, come Ultimo Vangelo, quello della Messa della Feria commemorata.

    A parte questo, la più significativa variazione alla struttura della Messa è l’Oratio super populum, che si dice alle Messe feriali dopo le Orazioni Postcommunio (il Sacerdote dice Oremus. Humiliate capita vestra Deo, fa l’inchino e legge l’Orazione con la conclusione).

    Alle Messe feriali cantate e solenni ci si inginocchia a tutte le Orazioni Collette e Postcommunio, a meno che non siano state precedute dal Levate, e dal Sanctus al Pax Domini.

    Da notare che generalmente le Epistole e i Vangeli delle Messe di Quaresima sono straordinariamente più lunghi rispetto al normale, e vi sono numerosi casi allucinanti in cui essi da soli prendono diverse pagine del Messale.

    Dal Mercoledì delle Ceneri al Sabato della IV Settimana le Orazioni pro diversitate Temporum assignatae sono Per chiedere il suffragio dei Santi A cunctis, e Per i vivi e i defunti Omnipotens sempiterne Deus; l’obbligo di recitare l’Orazione Fidelium per i defunti la prima Feria libera del mese e della settimana cessa fino all’inizio del Tempo dopo Pentecoste.

    Quanto ad alcuni giorni particolari, il Mercoledì delle Ceneri la Messa principale è preceduta dalla Benedizione e imposizione delle Sacre Ceneri, normata dal Messale per la celebrazione solenne, dal Memoriale rituum per quella nelle chiese con scarso clero, e dal Caeremoniale Episcoporum per quella pontificale. Queste ceneri, ricordo, si preparano con la combustione dei rami usati la Domenica delle Palme dell’anno precedente È prassi che le Ceneri benedette siano imposte anche la Domenica successiva dopo la Messa, dato che non tutti i fedeli possono andare in chiesa in un giorno feriale. Il Mercoledì e Sabato nelle Quattro Tempora vi sono rispettivamente alla Messa una e cinque Profezie con Tratti e Orazioni; per qualche strana ragione, la Messa del Mercoledì della IV Settimana di Quaresima ha struttura identica a quella del Mercoledì delle Tempora.

     

    All’Antifonario e al Graduale

    Si usano il Kyriale XVII le Domeniche e XVIII le ferie, al Benedicamus Domino rispettivamente i toni VIII e VII.

     

    Pratiche

    In diversi Paesi d’Europa vi è la tradizione di stendere il Mercoledì delle Ceneri un grande tendaggio violaceo, eventualmente con delle raffigurazioni della Passione di Nostro Signore, dal soffitto della chiesa al pavimento, in modo che occluda totalmente la vista del presbiterio dalla navata (similmente all’iconostasi degli Orientali). Il significato simbolico è il seguente: la Quaresima è il tempo liturgico più propizio per la meditazione sul peccato e sulla redenzione, e come il peccato rende inaccessibile il paradiso, così durante questo tempo si rende invisibile il presbiterio, simbolo del Cielo. Dopo la sua Passione, l’anima di Nostro Signore è sceso nel limbo dei padri a liberare le anime dei giusti morti prima di allora, confinati in quel luogo di attesa poiché col peccato originale gli uomini non potevano accedere alla beatitudine finché Cristo non avesse patito; con la sua Risurrezione Egli ha aperto le porte del paradiso a coloro che attendevano la salvezza, ed ecco perché questo telo viene rimosso il Sabato Santo durante il Gloria in excelsis della Messa (insieme a quelli che dall’inizio del Tempo di Passione velano e immagini e statue della chiesa). Questa tradizione è stata annichilita dal movimento liturgico e dalla rivoluzione vaticansecondista, che sponsorizzano un concetto di liturgia in cui tutti devono vedere e udire tutto (donde anche la riduzione prima e l’eliminazione poi delle parti della Messa e dell’Ufficio recitate sottovoce), ma vi è ancora chi la pratica lodevolmente, e penso che tale pia consuetudine non sia contraria né alle rubriche né allo spirito della Quaresima, dunque personalmente la incoraggio.

    È quasi universalmente diffusa la prassi di fare, i Venerdì di Quaresima e Passione, il pio esercizio della Via Crucis. Coloro che lo svolgessero presso le Stazioni legittimamente erette possono lucrare alle solite condizioni l'indulgenza plenaria, ed inoltre ne possono lucrare una seconda (sempre plenaria) qualora lo stesso giorno assistessero alla Santa Messa. Cfr. Enchiridion Indulgentiarum. Preces et pia opera, Typis Polyglottis Vaticanis 1952, n. 194, ove oltre a queste si specificano anche altre indulgenze annesse alla Via Crucis per circostanze particolari (es. naviganti, infermi etc.).

    Il mese di Marzo essendo particolarmente dedicato alla venerazione di San Giuseppe, se ne consiglia la recita quotidiana delle Litanie.


    Per ulteriori dettagli sulle rubriche dei Tempi di Quaresima e Passione: L. Stercky, Manuel de liturgie et Cérémonial selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1935, Tomo II, pag. 248-261.


    Per la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri:

    Nelle chiese dotate di Clero numeroso, a norma del Missale Romanum: Manuel de liturgie... cit., Tomo II, pag. 248-255

    Nelle piccole chiese con scarso Clero, a norma del Memoriale Rituum: Manuel de liturgie... cit., Tomo II, pag. 420-425

    Celebrata pontificalmente, a norma del Caeremoniale Episcoporum: L. Stercky, Les Fonctions Pontificales selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1932, Tomo II, pag. 29-45.

    Per quanto il Baldeschi non sia nemmeno lontanamente completo e dettagliato quanto lo Stercky, ha comunque l'indubbio vantaggio di essere in italiano: G. Baldeschi, Esposizione delle Sacre Cerimonie per le funzioni ordinarie, straordinarie e pontificali, Roma, Desclée & C. 1931, pag. 199-206 per un riassunto delle cerimonie della Quaresima e del Mercoledì delle Ceneri.


    Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger sul Tempo di Quaresima:

    Storia del Tempo di Quaresima: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/tempo-diquaresima-lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitolo-i-storia-della-quaresima/

    Mistica del Tempo di Quaresima: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/tempo-diquaresima-lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitolo-ii-mistica-della-quaresima/

    Pratica del Tempo di Quaresima: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/tempo-diquaresima-lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitolo-iii-pratica-della-quaresima/

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