Venerdì nella IV Settimana di Quaresima, Feria Maggiore non privilegiata, colore liturgico violaceo. Giorno di digiuno e astinenza.
Primo Venerdì del Mese: ricorre la Messa Votiva Privilegiata del Sacro Cuore (colore liturgico bianco).
Primi Vespri della Festa di San Francesco di Paola Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco. Commemorazione della Feria.
Qui per le peculiarità del Tempo di Quaresima:
https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/02/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-di.html
Al Breviario
All'Ufficio della Feria:
Tutto dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, II Schema a Lodi, 4 Salmi a Prima). Letture del Mattutino, Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo.
Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi e le Preci Feriali da Lodi a Nona.
All'Ufficio di San Francesco di Paola:
Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio, Capitolo, Inno e Versetto dal Comune di un Confessore non Pontefice e Orazione dal Proprio dei Santi al 2 Aprile. Commemorazione della Feria dal Proprio del Tempo.
Le Antifone si raddoppiano, Suffragio e Preci si omettono. La prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Vespri termina con <<meruit beatas scandere sedes>>.
Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):
Venerdì nella IV Settimana di Quaresima, Feria Maggiore, colore liturgico violaceo. Giorno di digiuno e astinenza.
Essendo oggi il primo giorno del mese libero da Uffici delle IX Lezioni, si recita l'Ufficio dei Defunti (colore liturgico nero). E poiché siamo in un Venerdì di Quaresima similmente non impedito, al termine delle Lodi dei Defunti si cantano i Salmi Penitenziali con le Litanie dei Santi. Entrambi gli Uffici addizionali nella recita privata non sono obbligatori.
Primi Vespri della Festa di San Francesco di Paola Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco. Commemorazione della Feria.
All'Ufficio della Feria:
Tutto dal Salterio (12 Salmi a Mattutino, 4 Salmi a Prima). Letture del Mattutino, Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo.
Le Antifone non si raddoppiano, si dicono tutte e sei le Commemorazioni Comuni a Lodi e le Preci Feriali da Lodi a Nona.
All'Ufficio dei Defunti:
Avendo cantato il Benedicamus Domino di Lodi dell'Ufficio del giorno, senza aggiungere altro si intona direttamente la prima Antifona del II Notturno del Mattutino dei Defunti. Si canta solo questo Notturno con le sue Letture e Responsori, e seguito da Lodi. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Salmo 129 alle Preci e le tre Orazioni per tutti i fedeli defunti Deus qui inter Apostolicos Sacerdotes, Deus veniae largitor e Fidelium. Le Lodi terminano col Requiescant in pace. Amen senza aggiungere altro; seguono i Salmi Penitenziali con le Litanie e, quando stabilito, Prima del giorno.
All'Ufficio di San Francesco di Paola:
Ai Vespri tutto dal Comune di un Confessore non Pontefice con i Salmi indicati, Orazione dal Proprio dei Santi al 2 Aprile. Commemorazione della Feria dal Proprio del Tempo.
Le Antifone si raddoppiano, le Commemorazioni Comuni e le Preci si omettono. La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Vespri è <<meruit beatas scandere sedes>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hodie laetus meruit secreta scandere caeli>>.
Al Messale
Messa del Venerdì nella IV Settimana di Quaresima.
- Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda Ad poscenda suffragia Sanctorum A cunctis
- La terza Per i vivi e i defunti Omnipotens sempiterne Deus
- Le altre a scelta del celebrante
- Tratto Domine non secundum; ci si inginocchia al Versetto Adjuva nos
- Prefazio di Quaresima
- Oratio super populum
- Benedicamus Domino
- Prologo di San Giovanni
È particolarmente indicato celebrare la Messa Votiva Privilegiata del Sacratissimo Cuore di Gesù:
- Gloria
- Si dicono due Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda è la commemorazione della Feria
- Credo
- Prefazio del Sacro Cuore
- Ite Missa est
- Come Ultimo Vangelo si legge quello della Messa della Feria
Letture del Mattutino
AD NOCTURNUM
Lectio 1
Léctio sancti Evangélii secúndum Joánnem
Joann 11:1-45
In illo témpore: Erat quidam languens Lázarus a Bethánia, de castéllo Maríæ et Marthæ soróris ejus. Et réliqua.
Homilía sancti Augustíni Epíscopi
Tract. 49 in Joannem, post initium
In superióri lectióne méministis, quod Dóminus éxiit de mánibus eórum, qui lapidáre illum volúerant, et discéssit trans Jordánem, ubi Joánnes baptizábat. Ibi ergo Dómino constitúto, infirmabátur in Bethánia Lázarus: quod castéllum erat próximum Jerosólymis. María autem erat, quæ unxit Dóminum unguénto, et extérsit pedes ejus capíllis suis, cujus frater Lázarus infirmabátur. Misérunt ergo soróres ejus ad eum. Jam intellégimus quo misérunt, ubi erat Jesus: quóniam absens erat, trans Jordánem scílicet. Misérunt ad Dóminum, nuntiántes quod ægrotáret frater eárum, ut si dignarétur, veníret, et eum ab ægritúdine liberáret. Ille dístulit sanáre, ut posset resuscitáre.
Lectio 2
Quid ergo nuntiavérunt soróres ejus? Dómine, ecce quem amas, infirmátur. Non dixérunt: Veni: amánti enim tantúmmodo nuntiándum fuit. Non ausæ sunt dícere: Veni, et sana. Non ausæ sunt dícere: Ibi jube, et hic fiet. Cur enim non et istæ, si fides illíus centuriónis inde laudátur? Ait enim: Non sum dignus ut intres sub tectum meum; sed tantum dic verbo, et sanábitur puer meus. Nihil horum istæ, sed tantúmmodo: Dómine, ecce quem amas, infirmátur. Súfficit ut nóveris: non enim amas, et déseris.
Lectio 3
Dicit áliquis: Quómodo per Lázarum peccátor significabátur, et a Dómino sic amabátur? Audiat enim dicéntem: Non veni vocáre justos, sed peccatóres. Si enim peccatóres Deus non amáret, de cælo ad terram non descénderet. Audiens autem Jesus, dixit eis: Infírmitas hæc non est ad mortem, sed pro glória Dei, ut glorificétur Fílius Dei. Talis glorificátio ipsíus non ipsum auxit, sed nobis prófuit. Hoc est ergo quod ait: Non est ad mortem, sed pótius ad miráculum: quo facto créderent hómines in Christum, et vitárent veram mortem. Sane vidéte quemádmodum tamquam ex oblíquo Dóminus Deum se dixit: propter quosdam qui negant Fílium Dei Deum esse.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
NOTTURNO UNICO
Lettura 1
Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni
Giov 11:1-45
In quell'occasione: Si era ammalato un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Eccetera.
Omelia di sant'Agostino Vescovo
Tratt. 49 su Giovanni, dopo il principio
Voi ricordate dalla lezione precedente che il Signore fuggì dalle mani di quelli che volevano lapidarlo, e si ritirò al di là del Giordano, dove Giovanni battezzava. Mentre dunque il Signore era là, Lazzaro si ammalava in Betania, villaggio ch'era vicino a Gerusalemme. «Or Maria era quella che aveva unto di profumo il Signore e gli aveva asciugato i piedi coi suoi capelli, e Lazzaro, il malato, era suo fratello. Le sorelle di questo mandarono dunque a lui» Joann. 11,2. Noi sappiamo già dove mandarono, là dov'era Gesù: perché era assente, cioè al di là del Giordano. Mandarono al Signore, facendogli sapere che il loro fratello era ammalato, affinché, se si fosse degnato, andasse a liberarlo dall' infermità. Ma egli differì di guarirlo, per poterlo risuscitare.
Lettura 2
Cosa gli mandarono a dire le sue sorelle? «Signore, ecco colui che tu ami è malato» Joann. 11,3. Non dissero: Vieni: perché colui che lo amava bastava solo d'essere avvertito. Non osarono dire: Vieni a guarirlo; non osarono dire: Comanda ivi stesso, e qui sarà fatto. E perché non gli fecero anch'esse questa preghiera) che valse gli elogi alla fede del centurione? Infatti questi disse: «Io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; ma di' solo una parola, e il mio servo sarà guarito» (Matth. 8,8. Esse non dissero nulla di simile, ma soltanto: Signore, ecco colui che tu ami, è malato. Basta che tu lo sappia: perché tu non abbandoni quelli che ami.
Lettura 3
Qualcuno dirà: Come poteva Lazzaro essere una figura del peccatore, ed essere amato così dal Signore? Costui ricordi ch'egli dice: «Non son venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» Matth. 9,15. Se Dio non amasse i peccatori, non sarebbe disceso dal cielo in terra. «E Gesù udendo ciò, disse loro: Questa malattia non finirà colla morte, ma è venuta per la gloria di Dio, perché ne sia glorificato il Figlio di Dio» Joann. 11,4. Questa glorificazione non accrebbe punto la sua gloria, ma fu utile a noi. Egli dice dunque: «Non finirà colla morte» perché la stessa morte (di Lazzaro) non era per farlo morire, ma piuttosto per avere un miracolo, che inducesse gli uomini a credere in Cristo e ad evitare la vera morte. Di vero osservate come il Signore dà qui una prova indiretta della sua Divinità contro coloro che negano che il Figlio di Dio sia Dio.
Ad Primam: il Martirologio del 2 Aprile 2022
Quarto Nonas Aprilis, luna trigesima.
Parti proprie della Messa