22 marzo 2022

Mercoledì 23 Marzo 2022 nella liturgia



Mercoledì nella III Settimana di Quaresima, Feria Maggiore non privilegiata, colore liturgico violaceo. Giorno di digiuno.

Primi Vespri della Festa di San Gabriele Arcangelo, Doppio Maggiore, colore liturgico bianco. Commemorazione della Feria.


Qui per le peculiarità del Tempo di Quaresima:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/02/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-di.html


Al Breviario

All'Ufficio della Feria:

Tutto dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, II Schema al III Notturno e a Lodi, 4 Salmi a Prima). Letture del Mattutino, Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi e le Preci Feriali da Lodi a Nona.

All'Ufficio di San Patrizio:

Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio, Capitolo, Inno e Versetto dal Comune di un Confessore Pontefice e Orazione dal Proprio dei Santi al 17 Marzo. Commemorazione della Feria dal Proprio del Tempo.

Le Antifone si raddoppiano, Suffragio e Preci si omettono. La prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Vespri termina con <<meruit beatas scandere sedes>>.

  

Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Mercoledì nella III Settimana di Quaresima, Feria Maggiore, colore liturgico violaceo. Giorno di digiuno e (con la disciplina canonica del Corpus Juris Canonici, anteriore al Codice del 1917) astinenza.

Essendo oggi un Mercoledì di Quaresima libero da Uffici delle IX Lezioni,  prima del Mattutino si cantano i Salmi Graduali (al di fuori della recita corale non sono obbligatori).


Tutto dal Salterio (12 Salmi a Mattutino, 4 Salmi a Prima). Letture del Mattutino, Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono tutte e sei le Commemorazioni Comuni a Lodi e Vespri e le Preci Feriali da Lodi a Compieta.


Al Messale

Messa del Mercoledì nella III Settimana di Quaresima.

  • Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda Ad poscenda suffragia Sanctorum A cunctis
    • La terza Per i vivi e i defunti Omnipotens sempiterne Deus
    • Le altre a scelta del celebrante

  • Tratto Domine non secundum; ci si inginocchia al Versetto Adjuva nos
    • Prefazio di Quaresima
    • Oratio super populum
    • Benedicamus Domino
    • Prologo di San Giovanni


    Letture del Mattutino

    AD NOCTURNUM

    Lectio 1

    Léctio sancti Evangélii secúndum Matthǽum

    Matt 15:1-20

    In illo témpore: Accessérunt ad Jesum ab Jerosólymis scribæ et pharisǽi, dicéntes: Quare discípuli tui transgrediúntur traditiónem seniórum? Et réliqua.

    Homilía sancti Hierónymi Presbýteri

    Liber. 2 Comment. in cap. 15 Matthæi

    Mira pharisæórum scribarúmque stultítia. Dei Fílium árguunt, quare hóminum traditiónes et præcépta non servet: Non enim lavant manus suas, cum panem mandúcant. Manus, id est ópera, non córporis útique, sed ánimæ lavándæ sunt, ut fiat in illis verbum Dei. Ipse autem respóndens ait illis: Quare et vos transgredímini mandátum Dei propter traditiónem vestram? Falsam calúmniam vera responsióne confútat. Cum, inquit, vos propter traditiónem hóminum præcépta Dómini negligátis: quare discípulos meos arguéndos putátis, quod seniórum jussa parvipéndant, ut Dei scita custódiant?

    Lectio 2

    Nam Deus dixit: Honóra patrem et matrem; et, Qui maledíxerit patri, vel matri, morte moriátur. Vos autem dícitis: Quicúmque díxerit patri, vel matri: Munus quodcúmque est ex me, tibi próderit: et non honorificábit patrem suum, aut matrem suam. Honor in Scriptúris non tantum in salutatiónibus et offíciis deferéndis, quantum in eleemósynis, ac múnerum oblatióne sentítur. Honóra, inquit Apóstolus, víduas, quæ vere víduæ sunt. Hic honor donum intellégitur. Et in álio loco: Presbýteri dúplici honóre honorándi sunt, máxime qui labórant in verbo et doctrína Dei. Et per hoc mandátum jubémur bovi trituránti os non cláudere: et dignus sit operárius mercéde sua.

    Lectio 3

    Præcéperat Dóminus, vel imbecillitátes, vel ætátes, vel penúrias paréntum consíderans, ut fílii honorárent, étiam in vitæ necessáriis ministrándis, paréntes suos. Hanc providentíssimam Dei legem voléntes scribæ et pharisǽi subvértere, ut impietátem sub nómine pietátis indúcerent, docuérunt péssimos fílios, ut si quis ea, quæ paréntibus offerénda sunt, Deo vovére volúerit, qui verus est pater, oblátio Dómini præponátur paréntum munéribus: vel certe ipsi paréntes, quæ Deo consecráta cernébant, ne sacrilégii crimen incúrrerent, declinántes, egestáte conficiebántur. Atque ita fiébat, ut oblátio liberórum sub occasióne templi et Dei, in sacerdótum lucra céderet.


    Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

    NOTTURNO UNICO

    Lettura 1

    Lettura del santo Vangelo secondo Matteo

    Matt 15:1-20

    In quell'occasione: Si accostarono a Gesù degli scribi e dei farisei di Gerusalemme, dicendo: Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Eccetera.

    Omelia di san Girolamo Prete

    Libro 2 Commento al cap. 15 di Matteo

    Meravigliosa stoltezza dei farisei e degli scribi! Rimproverano al Figlio di Dio di non osservare le tradizioni e gli ordini degli uomini: «Ché i tuoi discepoli non si lavano le mani quando prendono cibo» Matth. 15,2. Le mani, cioè le opere, che bisogna purificare, non sono quelle del corpo, ma quelle dell'anima, affinché si adempia in esse la parola di Dio. «Ma egli rispose loro dicendo: E voi perché trasgredite il comando di Dio per amore della vostra tradizione?» Matth. 15,3. Egli confuta un'accusa falsa con una risposta piena di verità. Mentre voi, dice, per amore delle tradizioni degli uomini trascurate i comandamenti del Signore, come osate accusare i miei discepoli di tener poco conto delle prescrizioni degli antichi, per osservare gli ordini di Dio?

    Lettura 2

    Poiché Dio ha detto: Onora il padre e la madre; e: Chi maledirà il padre o la madre sia punito di morte. Voi invece dite: Chiunque dica al padre o alla madre: Di quello con cui avrei potuto aiutarvi, ho fatto un'offerta: e non è più obbligato ad assistere suo padre o sua madre» Matth. 15,4. La parola «onore» nelle Scritture, non si riferisce tanto a saluti e ad atti di deferenza, quanto alle elemosine e a rendere i buoni uffici. «Onora, dice l'Apostolo, le vedove che sono veramente vedove» 1Tim. 5,3. Qui per onore significa l'assistenza. E in un altro luogo: «I Preti si devono onorare con doppio onore, massimamente quelli che si affaticano nel ministero della parola e dell'insegnamento di Dio» Tim 5,17. Noi riceviamo ancora l'ordine di assisterli per il precetto che comanda di «non chiudere la bocca al bue che trebbia» Deut. 25,4: e «l'operaio è degno della sua mercede» Luc. 10,7.

    Lettura 3

    Il Signore, in vista della debolezza, dell'età e dell'indigenza dei genitori, aveva comandato ai figli di onorarli (i loro genitori) anche sovvenendo ai bisogni della loro vita. Gli scribi e i farisei volendo rovesciare questa legge divina sì saggia e previdente, per stabilire l'empietà sotto il nome di pietà, insegnarono a dei pessimi figli, che se qualcuno voleva offrire a Dio, nostro vero padre, ciò che si deve dare ai parenti, questa offerta al Signore doveva giudicarsi migliore dell'assistenza resa ai genitori: allora senza dubbio i genitori medesimi rinunciavano, per non essere sacrileghi, a delle risorse che vedevano consacrate a Dio, e si consumavano di miseria. E così avveniva che le offerte dei figli, col pretesto dell'onore del tempio e di Dio, divenivano guadagno dei sacerdoti.


    Ad Primam: il Martirologio del 24 Marzo 2022

    Nono Kalendas Aprilis, luna vigesima prima.



    Nel nono giorno alle Calende di Aprile, luna ventunesima.




    Parti proprie della Messa

    INTROITUS

    Ego autem in Dómino sperábo: exsultábo et lætábor in tua misericórdia: quia respexísti humilitátem meam. --- In te, Dómine, sperávi, non confúndar in ætérnum: in justítia tua líbera me et éripe me.  --- Glória Patri --- Ego autem in Dómino sperábo: exsultábo et lætábor in tua misericórdia: quia respexísti humilitátem meam.

    COLLECTAE

    Orémus. Præsta nobis, quǽsumus, Dómine: ut salutáribus jejúniis erudíti, a nóxiis quoque vítiis abstinéntes, propitiatiónem tuam facílius impetrémus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. A cunctis nos, quǽsumus, Dómine, mentis et córporis defénde perículis: et, intercedénte beáta et gloriósa semper Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis, salutem nobis tríbue benígnus et pacem; ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, Ecclésia tua secúra tibi sérviat libertáte.

    Omnípotens sempitérne Deus, qui vivórum domináris simul et mortuórum, omniúmque miseréris, quos tuos fide et ópere futúros esse prænóscis: te súpplices exorámus; ut, pro quibus effúndere preces decrévimus, quosque vel præsens sǽculum adhuc in carne rétinet, vel futúrum jam exútos córpore suscépit, intercedéntibus ómnibus Sanctis tuis, pietátis tuæ deméntia ómnium delictórum suórum véniam consequántur.

    Orationes ad libitum.

    EPISTOLA

    Léctio libri Exodi.

    Exod 20:12-24

    Hæc dicit Dóminus Deus: Hónora patrem tuum et matrem tuam, ut sis longǽvus super terram, quam Dóminus, Deus tuus, dabit tibi. Non occídes. Non mœcháberis. Non furtum fácies. Non loquéris contra próximum tuum falsum testimónium. Non concupísces domum próximi tui: nec desiderábis uxórem ejus, non servum, non ancíllam, non bovem, non ásinum nec ómnia, quæ illíus sunt. Cunctus autem pópulus vidébat voces, et lámpades, et sónitum búccinæ, montémque fumántem: et, pertérriti ac pavóre concússi, stetérunt procul, dicéntes Móysi: Lóquere tu nobis, et audiámus: non loquátur nobis Dóminus, ne forte moriámur. Et ait Móyses ad pópulum: Nolite timére: ut enim probáret vos, venit Deus, et ut terror illíus esset in vobis, et non peccarétis. Stetítque pópulus de longe. Móyses autem accéssit ad calíginem, in qua erat Deus. Dixit prætérea Dóminus ad Móysen: Hæc dices fíliis Israël: Vos vidístis, quod de cœlo locútus sim vobis. Non faciétis deos argénteos, nec deos áureos faciétis vobis. Altáre de terra faciétis mihi, et offerétis super eo holocáusta et pacífica vestra, oves vestras et boves in omni loco, in quo memória fúerit nóminis mei.

    GRADUALE

    Miserére mei, Dómine, quóniam infírmus sum: sana me, Dómine, Conturbáta sunt ómnia ossa mea: et ánima mea turbáta est valde.

    TRACTUS

    Dómine, non secúndum peccáta nostra, quæ fécimus nos: neque secúndum iniquitátes nostras retríbuas nobis. Dómine, ne memíneris iniquitátum nostrarum antiquarum: cito antícipent nos misericórdiæ tuæ, quia páuperes facti sumus nimis. Adjuva nos, Deus, salutáris noster: et propter glóriam nóminis tui, Dómine, libera nos: et propítius esto peccátis nostris, propter nomen tuum.

    EVANGELIUM

    Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Matthǽum.

    Matt 15:1-20

    In illo témpore: Accessérunt ad Jesum ab Jerosólymis scribæ et pharisǽi, dicéntes: Quare discípuli tui transgrediúntur traditiónem seniórum? Non enim lavant manus suas, cum panem mandúcant. Ipse autem respóndens, ait illis: Quare et vos transgredímini mandátum Dei propter traditiónem vestram? Nam Deus dixit: Hónora patrem et matrem. Et: Qui male díxerit patri vel matri, morte moriátur. Vos autem dícitis: Quicúmque díxerit patri vel matri: munus quodcúmque est ex me, tibi próderit: et non honorificábit patrem suum aut matrem suam: et írritum fecístis mandátum Dei propter traditiónem vestram. Hypócritæ, bene prophetávit de vobis Isaías, dicens: Pópulus hic lábiis me honórat: cor autem eórum longe est a me. Sine causa autem colunt me, docéntes doctrínas et mandáta hóminum. Et convocátis ad se turbis, dixit eis: Audíte, et intellégite. Non quod intrat in os, coínquinat hóminem: sed quod procédit ex ore, hoc coínquinat hóminem. Tunc accedéntes discípuli ejus, dixérunt ei: Scis, quia pharisǽi, audíto verbo hoc, scandalizáti sunt? At ille respóndens, ait: Omnis plantátio, quam non plantávit Pater meus cœléstis, eradicábitur. Sínite illos: cæci sunt et duces cæcórum. Cæcus autem si cæco ducátum præstet, ambo in fóveam cadunt. Respóndens autem Petrus, dixit ei: Edíssere nobis parábolam istam. At ille dixit: Adhuc et vos sine intelléctu estis? Non intellégitis, quia omne, quod in os intrat, in ventrem vadit, et in secéssum emíttitur? Quæ autem procédunt de ore, de corde éxeunt, et ea coínquinant hóminem: de corde enim exeunt cogitatiónes malæ, homicídia, adultéria, fornicatiónes, furta, falsa testimónia, blasphémiæ. Hæc sunt, quæ coínquinant hóminem. Non lotis autem mánibus manducáre, non coínquinat hóminem.

    OFFERTORIUM

    Orémus. Dómine, fac mecum misericórdiam tuam, propter nomen tuum: quia suávis est misericórdia tua.

    SECRETAE

    Súscipe, quǽsumus, Dómine, preces pópuli tui cum oblatiónibus hostiárum: et tua mystéria celebrántes, ab ómnibus nos defénde perículis. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Exáudi nos, Deus, salutáris noster: ut, per hujus sacraménti virtútem, a cunctis nos mentis et córporis hóstibus tueáris; grátiam tríbuens in præsénti, et glóriam in futúro.

    Deus, cui soli cógnitus est númerus electórum in supérna felicitáte locándus: tríbue, quǽsumus; ut, intercedéntibus ómnibus Sanctis tuis, universórum, quos in oratióne commendátas suscépimus, et ómnium fidélium nómina beátæ prædestinatiónis liber adscrípta retíneat.

    Orationes ad libitum.

    PRAEFATIO DE QUADRAGESIMA

    Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et prǽmia: per Christum Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim, sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces, ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes: (Sanctus).

    COMMUNIO

    Notas mihi fecísti vias vitæ: adimplébis me lætítia cum vultu tuo, Dómine.

    POSTCOMMUNIO

    Orémus. Sanctíficet nos, Dómine, qua pasti sumus, mensa cœléstis: et a cunctis erróribus expiátos, supérnis promissiónibus reddat accéptos. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. Mundet et múniat nos, quǽsumus, Dómine, divíni sacraménti munus oblátum: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis; a cunctis nos reddat et perversitátibus expiátos, et adversitátibus expedítos.

    Puríficent nos, quǽsumus, omnípotens et miséricors Deus, sacraménta quæ súmpsimus: et, intercedéntibus ómnibus Sanctis tuis, præsta; ut hoc tuum sacraméntum non sit nobis reátus ad pœnam, sed intercéssio salutáris ad véniam: sit ablútio scélerum, sit fortitúdo fragílium, sit contra ómnia mundi perícula firmaméntum: sit vivórum atque mortuórum fidélium remíssio ómnium delictórum.

    Orationes ad libitum.

    ORATIO SUPER POPULUM

    Orémus. Humiliáte cápita vestra Deo. Concéde, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui protectiónis tuæ grátiam quǽrimus, liberáti a malis ómnibus, secúra tibi mente serviámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.


    Traduzione italiana

    INTROITO

    Confido nel Signore. Avrò da gioire e rallegrarmi della sua benevolenza; perché Egli tenne conto della mia miseria. --- In te, Signore, confido che io non resti confuso in eterno: liberami e salvami nel tuo amore. --- Gloria --- Confido nel Signore. Avrò da gioire e rallegrarmi della sua benevolenza; perché Egli tenne conto della mia miseria.

    COLLETTE

    Preghiamo. Concedici, o Signore, che ammaestrati da questi salutari digiuni, e stando lontani dai vizi, più facilmente possiamo meritare la tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    Dio onnipotente, Signore dei vivi e dei morti, che hai pietà di quanti prevedi che saranno tuoi per la fede e le opere: umilmente ti supplichiamo, affinché coloro per i quali preghiamo, siano essi ancora in vita o già, privati del corpo, passati all'eterna vita, ottengano, per l'intercessione dei tuoi santi, la remissione di ogni peccato.

    Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.

    EPISTOLA

    Lettura del libro dell'Esodo.

    Esod 20:12-24

    Questo dice il Signore Iddio: «Onora tuo padre e tua madre, affinché tu viva lungamente sulla terra che ti darà il Signore Dio tuo. Non ammazzare. Non commettere adulterio. Non rubare. Non attestare il falso contro il tuo prossimo. Non desiderare la casa del prossimo, non desiderare la sua moglie, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né altra cosa che gli appartenga». Ora il popolo sentiva i tuoni e il suono della tromba, e vedeva i lampi e il monte che fumava: pertanto atterrito e oppresso dalla paura, se ne stava da lungi, dicendo a Mosè: «Parlaci tu, e noi ascolteremo: non ci parli il Signore, che non abbiamo a morirne». E Mosé disse al popolo: «Non v'impaurite: Dio è venuto solo per provarvi, affinché il suo timore sia in voi, e non pecchiate» Il popolo adunque se ne stette in lontananza e Mosè si appressò alla nuvola nella quale era Dio. Poi il Signore disse a Mosè: «Queste cose dirai ai figli d'Israele: Voi avete veduto come vi ho parlato dal cielo. Non vi farete degli dèi d'argento né d'oro. Mi farete un altare di terra e sopra di esso offrirete i vostri olocausti, le vostre ostie pacifiche, le vostre pecore ed i vostri buoi, in ogni luogo in cui vi sarà la memoria del mio nome».

    GRADUALE

    Pietà di me, Signore, ché sono infermo: sanami, Signore. Tutte le mie ossa sono sconquassate, e profondamente turbata è l'anima mia.

    TRATTO

    Signore, non ci retribuire secondo i peccati che abbiamo commessi, né secondo le nostre iniquità. Signore, non Ti ricordare delle nostre passate iniquità: ci prevenga prontamente la tua misericordia, perché siamo divenuti oltremodo miserabili. Soccorrici, o Dio nostra salvezza: e a gloria del tuo nome, o Signore, liberaci: e perdona i nostri peccati per il tuo nome.

    VANGELO

    Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo.

    Matt 15:1-20

    In quel tempo si presentarono a Gesù Scribi e Farisei di Gerusalemme e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti non si lavano le mani quando mangiano». Egli rispose loro: «Come va che pur voi trasgredite il comandamento di Dio per la vostra tradizione? Dio infatti ha detto: “Onora il padre e la madre, e chi maledirà il padre e la madre, sia punito di morte”; voi invece dite: “Chiunque abbia detto al padre o alla madre: è sacra offerta il sussidio che dovrei darti, non è tenuto ad onorare il padre e la madre”; e cosi in nome della vostra tradizione avete annullata la legge di Dio. Ipocriti! Ben profetò di voi Isaia, quando disse: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il cuore è lontano da me; perciò mi onorano invano, insegnando dottrine e comandamenti d'uomo”». E chiamata a sé la folla, disse: «Ascoltate e intendete: non quello che entra per la bocca contamina l'uomo; ma quello che esce dalla bocca, quello sì che contamina l'uomo». Allora i suoi discepoli, accostatisi, gli dissero: «Sai che i Farisei, udite le tue parole, ne son restati scandalizzati?». Ed egli rispose loro: «Ogni pianta non piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. Lasciateli! son ciechi che guidano dei ciechi: e se un cieco ne guida un altro, tutti e due vanno a finire in una fossa». Pietro allora gli disse: «Spiegaci questa parabola». Ed egli rispose: «Ora anche voi siete senza intelletto? Non capite che quanto entra per la bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna? Ma quel che esce dalla bocca viene dal cuore e questo sì che contamina l'uomo. Ché dal cuore vengono i cattivi pensieri, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze e bestemmie. Queste cose contaminano l'uomo, ma il mangiare senza essersi lavate le mani non contamina l'uomo».

    OFFERTORIO

    Preghiamo. Opera in mio favore, o Signore, in grazia del tuo Nome; poiché soave è la tua misericordia.

    SECRETE

    Ti preghiamo, o Signore: accetta insieme a queste offerte le preci del tuo popolo; e difendi da ogni pericolo noi che celebriamo i tuoi sacri misteri. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    O Dio nostra salvezza, esaudiscici; e, in virtù di questo sacramento proteggici da ogni nemico della mente e del corpo, dandoci la grazia nel tempo presente e la gloria nell'eternità.

    O Dio, che solo conosci il numero degli eletti destinati alla superna felicità, concedici, te ne preghiamo, che, per l'intercessione di tutti i santi, i nomi di quanti ti raccomandiamo nella preghiera e di tutti i fedeli rimangano scritti nel libro della beata predestinazione.

    Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, solo l'ultima ha la conclusione.

    PREFAZIO DI QUARESIMA

    È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizii, sollevi la mente, largisci virtú e premii: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtú celesti e i beati Serafini la célebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: (Sanctus).

    COMUNIONE

    Mi farai vedere le vie della vita; e di gioia mi riempirai con la tua presenza.

    POST-COMUNIONE

    Preghiamo. Ci santifichi, o Signore, questo cibo celeste, di cui ci hai nutriti; e dopo averci liberati da ogni colpa ci renda degni delle divine promesse. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    O Dio onnipotente e misericordioso, i sacramenti che abbiamo ricevuto ci purifichino, e, per l'intercessione di tutti i santi tuoi fa' che questo sacramento non ci sia motivo di condanna ma salutare strumento di perdono; sia purificazione dei peccati, sostegno dei deboli; sia protezione contro tutti i pericoli del mondo sia remissione di ogni colpa per i fedeli vivi e defunti.

    Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.

    ORAZIONE SOPRA IL POPOLO

    Preghiamo. Chinate il vostro capo dinanzi a Dio. Ti preghiamo, o Signore: concedi a noi, che cerchiamo la grazia della tua protezione, che, liberati da ogni male, ti serviamo con cuore sereno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen


    Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

    MERCOLEDÌ DELLA TERZA SETTIMANA DI QUARESIMA

    La Stazione, a Roma, è nella chiesa di S. Sisto, sulla Via Appia, oggi chiamata di S. Sisto Vecchio, per distinguerla da un’altra chiesa consacrata alla memoria del medesimo santo Papa e Martire.

    Lezione (Es 20,12-24). – Queste cose dice il Signore Iddio: Onora tuo padre e tua madre, affinché tu viva lungamente sulla terra che ti darà il Signore Dio tuo. Non ammazzare. Non commettere adulterio. Non rubare. Non attestare il falso contro il tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo; non desiderare la sua moglie, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né altra cosa che gli appartenga. Or tutto il popolo, sentendo i tuoni e il suono della tromba, e vedendo i lampi e il monte che fumava, atterrito e oppresso dalla paura se ne stette da lungi, dicendo a Mosè: Parlaci tu, e noi ascolteremo; non ci parli il Signore, che non abbiamo a morirne. E Mosè disse al popolo: Non v’impaurite. Dio è venuto per provarvi, affinché il suo timore sia in voi; e non pecchiate. Il popolo dunque se ne stette in lontananza, e Mosè s’avvicinò alla caligine nella quale era Dio. Poi il Signore disse a Mosè: Queste cose dirai ai figli d’Israele: Voi avete veduto come vi ho parlato dal cielo. Non vi farete degli dei ne d’argento né d’oro. Mi farete un altare di terra e sopra di esso offrirete i vostri olocausti, le vostre ostie pacifiche, le vostre pecore e i vostri buoi, in luogo dove vi sarà la memoria del mio nome.

    Doveri verso Dio ed il prossimo.

    Oggi la Chiesa ci richiama alla mente i precetti che riguardano il prossimo, cominciando da quello che impone il rispetto verso i genitori. In questo tempo di riforma e di conversione giova ai fedeli rammentarsi che i nostri doveri verso gli uomini poggiano sull’autorità di Dio; donde risulta che noi offendemmo lo stesso Dio, quando peccammo contro i nostri simili. Anzitutto il Signore reclama i suoi propri diritti, esigendo d’essere adorato e servito e interdicendo il culto grossolano degl’idoli; quindi prescrive l’osservanza del Sabato, i sacrifici e le cerimonie. Ma nello stesso tempo vuole che l’uomo ami il prossimo suo come se stesso, dichiarandosi vendicatore dei nostri fratelli, qualora li offendessimo e non risparmiassimo il torto o l’ingiuria. Nel reclamare i diritti del nostro prossimo, la sua voce suona come quando, sul Sinai, promulgò agli uomini i loro obblighi verso il Creatore. Chiarita così l’origine dei nostri doveri, comprendiamo meglio lo stato delle nostre coscienze, e quanto siamo debitori alla giustizia di Dio. Ma se l’antica legge, scolpita su tavole di pietra, sanziona con tanta autorità il precetto dell’amore del prossimo, quanto più la nuova legge, suggellata dal sangue di Gesù Cristo, morente sulla Croce per i suoi fratelli ingrati, ci rivela l’importanza del precetto della carità fraterna! Queste due leggi stanno davanti a noi come il doppio testo sul quale saremo giudicati. Siamo dunque solleciti a conformarci a ciò ch’esse prescrivono, perché si compia in noi la parola del Signore: “Da questo conosceran tutti che siete miei discepoli, se avrete mutuo amore” (Gy 13,35).

    VANGELO (Mt 15,1-20). – In quel tempo: S’accostarono a Gesù degli Scribi e dei Farisei di Gerusalemme e gli dissero: Perché i tuoi discepoli trasgrediscono le tradizione degli antichi? Infatti non si lavano le mani quando mangiano. Ma egli rispose loro: E anche voi, perché trasgredite i comandamenti di Dio per la vostra tradizione? Dio infatti ha detto: Onora il padre e la madre; e chi maledirà il padre e la madre sia punito di morte; ma voi altri dite: Chiunque abbia detto al padre o alla madre: Quello che dovresti avere da me sia offerto a Dio, e non è più obbligato ad onorare il padre e la madre; e con la vostra tradizione avete annullato il comandamento di Dio. Ipocriti, ben profetò di voi Isaia, quando disse: Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me: però mi onorano invano, insegnando dottrine e comandamenti d’uomini. E chiamata a sé la folla, disse loro: Ascoltate e intendete: Non quello che entra dentro la bocca contamina l’uomo; ma quello che esce dalla bocca, quello sì che contamina l’uomo. Allora i suoi discepoli accostatisi gli dissero: Sai che i Farisei, udite le tue parole, ne sono restati scandalizzati! Ed egli rispose loro: Qualunque pianta non piantata dal mio padre celeste sarà sradicata. Lasciateli, son ciechi che guidano dei ciechi: e se un cieco ne guida un altro, tutti e due cadono in una fossa. Pietro allora prese a dirgli: Spiegaci questa parabola. Ed egli disse: Ora siete anche voi senza intelletto? Non capite che quanto entra per la bocca, passa nel ventre e va a finire nel cesso ? Ma quel che esce dalla bocca viene dal cuore, e questo sì che contamina l’uomo. Perché dal cuore vengono i cattivi pensieri, gli omicidi, gli adulteri, le fornicazioni, i furti, le false testimonianze e le bestemmie. Queste cose contaminano l’uomo; ma il mangiare senza lavarsi le mani non contamina l’uomo.

    Le pratiche esteriori.

    La legge che diede Dio a Mosè imponeva una quantità di pratiche e di cerimonie esteriori, che i Giudei fedeli osservavano con scrupolo e puntualità. Anche Gesù, ch’era il supremo legislatore, vi si conformò con tutta umiltà. Ma i Farisei avevano aggiunto alle leggi e ordinanze divine delle tradizioni umane e superstiziose, quasi da far consistere la religione in queste invenzioni della loro superbia. Gesù ristabilisce il vero senso delle osservanze esteriori, per venire in aiuto ai deboli ed ai semplici, che potevano essere fuorviati da questo falso insegnamento. Durante il corso della giornata i Farisei praticavano una serie di lozioni, sostenendo che, se non si fossero lavate spesso le mani, ed una volta al giorno anche tutto il corpo, il loro cibo era impuro, per le immondezze contratte nell’incontrare o nel toccare mille cose che non erano affatto segnate nella legge. Gesù, volendo liberare i Giudei da un peso così umiliante ed arbitrario, rimprovera i Farisei d’aver pervertita la legge di Mosè.

    Ciò che contamina l’anima.

    Venendo poi a giudicare l’intimo di tali pratiche, insegna che nessuna creatura è per se stessa impura, e che la coscienza d’un uomo non può essere macchiata dal cibo che entra nello stomaco. “Ciò che fa l’uomo colpevole, dice il Salvatore, sono i pensieri e le opere cattive, che vengono dal cuore”. Gli eretici pretendevano trovare in queste parole la condanna della pratiche esteriori imposte dalla Chiesa, specialmente quella dell’astinenza; ma a questo proposito dobbiamo applicare loro ciò che disse Gesù ai Farisei: “Sono come ciechi che guidano dei ciechi”. Infatti se i peccati che si fanno con le cose materiali si devono attribuire alla volontà spirituale dell’uomo che li commette, non ne segue che la volontà ne possa usare innocentemente, quando Dio, o la Chiesa che comanda in nome suo, le vietano. Dio proibì ai nostri progenitori, sotto pena di morte, di mangiare del frutto d’una data pianta: ma essi ne mangiarono e si resero colpevoli. Forse perché il frutto era impuro in se stesso? No, perché era una creatura di Dio come gli altri frutti del paradiso; ma il cuore dei nostri progenitori si compiacque dell’idea della disobbedienza, ed essi disobbedirono: ecco come si spiega il loro peccato, che aveva per oggetto un frutto. Con la legge promulgata sul Sinai, Dio aveva proibito agli Ebrei l’uso della carne di alcune specie d’animali: se ne mangiavano, peccavano, non perché erano maledette in se stesse, ma perché disobbedivano al Signore. Ora, i precetti della Chiesa riguardanti il digiuno e l’astinenza sono della stessa natura di quelli cui abbiamo accennato. Per darci occasione d’applicare a noi, e unicamente nel nostro interesse, il principio della penitenza cristiana, la Chiesa ci prescrive, in una certa misura, l’astinenza: se violiamo la sua legge, non è l’uso delle vivande che ci contamina, ma la ribellione contro il sacro potere che Gesù Cristo ieri ci raccomandava con tale energia, da non esitare dall’affermare che chi non ascolta la Chiesa dev’essere considerato come un pagano.

    PREGHIAMO

    A noi, che cerchiamo la grazia della tua protezione, concedi, o Signore onnipotente, di servirti, liberati da ogni male, con animo tranquillo.

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