02 marzo 2022

Giovedì 3 Marzo 2022 nella liturgia



Giovedì dopo le Ceneri, Feria Maggiore non privilegiata, colore liturgico violaceo. Giorno di digiuno.

Primo Giovedì del Mese: ricorre la Messa Votiva Privilegiata di Nostro Signore Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote (colore liturgico bianco).

Primi Vespri della Festa di San Casimiro Confessore, Semidoppio, colore liturgico violaceo. Commemorazioni della Feria e di San Lucio I Papa e Martire.


Qui per le peculiarità del Tempo di Quaresima:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/02/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-di.html


Al Breviario

All'Ufficio della Feria:

Tutto dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, II Schema a Lodi, 4 Salmi a Prima). Letture del Mattutino, Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi e le Preci Feriali da Lodi a Nona.

All'Ufficio di San Casimiro:

Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio, il resto dal Comune di un Confessore non Pontefice; Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi al 4 Marzo, commemorazione della Feria dal Proprio del Tempo.

Le Antifone non si raddoppiano; la conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino è <<meruit beatas scandere sedes>>. Si dicono il Suffragio a Vespri e le Preci a Compieta.

  

Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Giovedì dopo le Ceneri, Feria Maggiore, colore liturgico violaceo. Giorno di digiuno e (con la disciplina canonica del Corpus Juris Canonici, anteriore al Codice del 1917) astinenza.

Primi Vespri della Festa di San Casimiro Confessore, Semidoppio, colore liturgico violaceo. Commemorazioni della Feria e di San Lucio I Papa e Martire.


All'Ufficio della Feria:

Tutto dal Salterio (12 Salmi a Mattutino, 4 Salmi a Prima). Letture del Mattutino, Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono tutte e sei le Commemorazioni Comuni a Lodi e le Preci Feriali da Lodi a Nona.

All'Ufficio di San Casimiro:

Tutto dal Comune di un Confessore non Pontefice con i Salmi indicati; Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi al 4 Marzo, commemorazione della Feria dal Proprio del Tempo.

Le Antifone non si raddoppiano. La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino è <<meruit beatas scandere sedes>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hodie laetus meruit secreta scandere caeli>>. Si dicono cinque Commemorazioni Comuni a Vespri (tutte meno quella della Croce) e le Preci a Compieta.


Al Messale

Messa del Giovedì dopo le Ceneri.

  • Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda Ad poscenda suffragia Sanctorum A cunctis
    • La terza Per i vivi e i defunti Omnipotens sempiterne Deus
    • Le altre a scelta del celebrante

  • Il Tratto si omette
  • Prefazio di Quaresima
  • Oratio super populum
  • Benedicamus Domino
  • Prologo di San Giovanni

Oppure, essendo la prima Feria libera dopo il Mercoledì delle Ceneri, è possibile celebrare una Messa quotidiana di Requiem (con tre Orzioni; per qualche motivo a me ignoto l'Ordo della St. Lawrence Press prevede questa possibilità per Sabato, ma suppongo debba trattarsi di un errore).

È particolarmente indicato celebrare la Messa Votiva Privilegiata di Nostro Signore Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote:

  • Gloria
  • Si dicono due Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda è la commemorazione della Feria
  • Credo
  • Prefazio della Santa Croce
  • Ite Missa est
  • Come Ultimo Vangelo si legge quello della Messa della Feria


Letture del Mattutino

AD NOCTURNUM

Lectio 1

Léctio sancti Evangélii secúndum Matthǽum

Matt 8:5-13

In illo témpore: Cum introísset Jesus Caphárnaum, accéssit ad eum centúrio, rogans eum, et dicens: Dómine, puer meus jacet in domo paralýticus, et male torquétur. Et réliqua.

Homilía sancti Augustíni Epíscopi

Liber 2 de Consensu Evangelist. cap. 20, tom. 4

Videámus, utrum sibi de hoc servo centuriónis Matthǽus Lucásque conséntiant. Matthǽus enim dicit: Accéssit ad eum centúrio, rogans eum, et dicens: Puer meus jacet in domo paralýticus. Cui vidétur repugnáre quod ait Lucas: Et cum audísset de Jesu, misit ad eum senióres Judæórum, rogans eum ut veníret, et sanáret servum ejus. At illi cum veníssent ad Jesum, rogábant eum sollícite, dicéntes ei: Quia dignus est ut hoc illi præstes: díligit enim gentem nostram, et synagógam ipse ædificávit nobis. Jesus autem ibat cum illis: et cum jam non longe esset a domo, misit ad eum centúrio amícos, dicens: Dómine, noli vexári: non enim dignus sum ut sub tectum meum intres.

Lectio 2

Si enim hoc ita gestum est, quómodo erit verum, quod Matthǽus narrat: Accéssit ad eum quidam centúrio, cum ipse non accésserit, sed amícos misérit: nisi diligénter adverténtes intellegámus Matthǽum non omnímodo deseruísse usitátum morem loquéndi? Non solum enim dícere solémus, accessísse áliquem étiam antequam pervéniat illuc, quo dícitur accessísse: unde étiam dícimus: Parum accéssit, vel multum accéssit eo, quo áppetit perveníre: verum étiam ipsam perventiónem cujus adipiscéndi causa accéditur, dícimus plerúmque factam, etsi eum, ad quem pérvenit, non vídeat ille qui pérvenit, cum per amícum pérvenit ad áliquem, cujus ei favor est necessárius. Quod ita ténuit consuetúdo, ut jam étiam vulgo perventóres appelléntur, qui poténtium quorúmlibet tamquam inaccessíbiles ánimos, per conveniéntium personárum interpositiónem, ambitiónis arte pertíngunt.

Lectio 3

Non ergo absúrde Matthǽus, étiam quod vulgo possit intéllegi, per álios facto accéssu centuriónis ad Dóminum, compéndio dícere vóluit: Accéssit ad eum centúrio. Verúmtamen non negligénter intuénda est étiam sancti Evangelístæ altitúdo mýsticæ locutiónis, secúndum quam scriptum est in Psalmo: Accédite ad eum, et illuminámini. Proínde quia fidem centuriónis, qua vere accéditur ad Jesum, ipse ita laudávit, ut díceret: Non invéni tantam fidem in Israël: ipsum pótius accessísse ad Christum dícere vóluit prudens Evangelísta, quam illos, per quos verba sua míserat.


Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

NOTTURNO UNICO

Lettura 1

Lettura del santo Vangelo secondo Matteo.

Matt 8:5-13

In quell'occasione: Entrato che fu Gesù in Cafarnao, gli si presentò un centurione, e lo pregava dicendo: Signore, il mio servo giace in casa paralizzato, e soffre molto. Eccetera.

Omelia di sant'Agostino Vescovo.

Libro 2 sulla Concordanza dei Vangeli, cap. 20 tomo 4

Vediamo se Matteo e Luca convengano intorno al racconto di questo servo del centurione. Perché Matteo dice: «Gli si presentò un centurione, e lo pregava, dicendo: Il mio servo giace in casa paralizzato» Matth. 8,5. Al che sembra contraddire quanto riferisce Luca: «E sentito parlare di Gesù, mandò da lui gli anziani dei Giudei a pregarlo che andasse a guarire il suo servo. Questi dunque, andati a Gesù, lo pregavano istantemente dicendogli: Egli merita che tu gli faccia questo: perché ama la nostra nazione e ci ha fabbricato lui stesso la sinagoga. Gesù pertanto andò con loro: e, quando ormai non era lontano dalla casa, il centurione mandò degli amici a dirgli: Signore, non ti disturbare: io non son proprio degno che tu entri sotto il mio tetto» Luc. 7,3-4.

Lettura 2

Ché se veramente la cosa andò così, come ammettere la verità del racconto di Matteo: «Gli si presentò un centurione», quando non gli si presentò lui, ma mandò degli amici, se non dopo attenta osservazione che ci farà comprendere Matteo non aver qui lasciato affatto di usare una maniera di parlare assai ordinaria? Perché non solo noi sogliamo dire che uno è andato da un altro anche prima d'esser giunto là dove si dice d'essere andato: onde così diciamo: È andato poco lontano, o molto lontano secondo la mèta che si vuol raggiungere: ma diciamo ancora spesso che si è andati da uno al quale si desidera d'arrivare, ancorché, chi ci è arrivato, non veda colui al quale è arrivato, dacché per mezzo d'un amico è arrivato presso quegli che ha interesse di vedere. Questa maniera di parlare è talmente passata in uso, che si dà volgarmente il nome di arrivisti a coloro che, coll'aiuto di raggiri ambiziosi, agiscono sull'animo di certi personaggi potenti per interposizione di quelli che hanno presso di essi più facile accesso.

Lettura 3

Il centurione essendo dunque andato dal Signore per mezzo di altri, Matteo, per abbreviare, ben poté usare questa forma di parlare che può essere compresa da tutti: «Gli si presentò un centurione». Tuttavia non è da considerare con leggerezza la profondità del senso mistico di questa locuzione del santo Evangelista, secondo che sta scritto nel Salmo: «Avvicinatevi a lui, e sarete illuminati» Ps. 33,6. Perciò avendo Gesù fatto della fede del centurione, per la quale ci avviciniamo veramente a lui, questo magnifico elogio: «Neppure in Israele ho trovato tanta fede» Matth. 8,10, l'Evangelista non senza motivo ha voluto dire ch'egli (il centurione) per questa virtù s'era avvicinato a Cristo più di coloro che aveva incaricati della sua richiesta.


Ad Primam: il Martirologio del 4 Marzo 2022

Quarto Nonas Martii, luna prima.



Nel quarto giorno alle None di Marzo, luna prima.



Parti proprie della Messa

INTROITUS

Dum clamárem ad Dóminum, exaudívit vocem meam ab his, qui appropínquant mihi, et humiliávit eos, qui est ante sǽcula et manet in ætérnum: jacta cogitátum tuum in Dómino, et ipse te enútriet. --- Exáudi, Deus, oratiónem meam, et ne despéxeris deprecatiónem meam: inténde mihi et exáudi me.  --- Glória Patri --- Dum clamárem ad Dóminum, exaudívit vocem meam ab his, qui appropínquant mihi, et humiliávit eos, qui est ante sǽcula et manet in ætérnum: jacta cogitátum tuum in Dómino, et ipse te enútriet.

COLLECTAE

Orémus. Deus, qui culpa offénderis, pæniténtia placáris: preces pópuli tui supplicántis propítius réspice; et flagélla tuæ iracúndiæ, quæ pro peccátis nostris merémur, avérte. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. A cunctis nos, quǽsumus, Dómine, mentis et córporis defénde perículis: et, intercedénte beáta et gloriósa semper Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis, salutem nobis tríbue benígnus et pacem; ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, Ecclésia tua secúra tibi sérviat libertáte.

Omnípotens sempitérne Deus, qui vivórum domináris simul et mortuórum, omniúmque miseréris, quos tuos fide et ópere futúros esse prænóscis: te súpplices exorámus; ut, pro quibus effúndere preces decrévimus, quosque vel præsens sǽculum adhuc in carne rétinet, vel futúrum jam exútos córpore suscépit, intercedéntibus ómnibus Sanctis tuis, pietátis tuæ deméntia ómnium delictórum suórum véniam consequántur.

Orationes ad libitum.

EPISTOLA

Léctio Isaíæ Prophétæ.

Is 38:1-6

In diébus illis: Ægrotávit Ezechías usque ad mortem: et introívit ad eum Isaías fílius Amos Prophéta, et dixit ei: Hæc dicit Dóminus: Dispóne dómui tuæ, quia moriéris tu, et non vives. Et convértit Ezechías fáciem suam ad paríetem, et orávit ad Dóminum, et dixit: Obsecro, Dómine, meménto, quæso, quómodo ambuláverim coram te in veritáte et in corde perfécto, et, quod bonum est in óculis tuis, fécerim. Et flevit Ezechías fletu magno. Et factum est verbum Dómini ad Isaíam, dicens: Vade, et dic Ezechíæ: Hæc dicit Dóminus, Deus David patris tui: Audívi oratiónem tuam, et vidi lácrimas tuas: ecce, ego adjíciam super dies tuos quíndecim annos: et de manu regis Assyriórum éruam te et civitátem istam, et prótegam eam, ait Dóminus omnípotens.

GRADUALE

Jacta cogitátum tuum in Dómino, et ipse te enútriet. Dum clamárem ad Dóminum, exaudívit vocem meam ab his, qui appropínquant mihi.

EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Matthǽum.

Matt 8:5-13

In illo témpore: Cum introísset Jesus Caphárnaum, accéssit ad eum centúrio, rogans eum, et dicens: Dómine, puer meus jacet in domo paralýticus, et male torquétur. Et ait illi Jesus: Ego véniam et curábo eum. Et respóndens centúrio, ait: Dómine,non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur puer meus. Nam et ego homo sum sub potestáte constitútus, habens sub me mílites, et dico huic: Vade, et vadit; et alii: Veni, et venit; et servo meo: Fac hoc, et facit. Audiens autem Jesus, mirátus est, et sequéntibus se dixit: Amen, dico vobis, non invéni tantam fidem in Israël. Dico autem vobis, quod multi ab Oriénte et Occidénte vénient, et recúmbent cum Abraham et Isaac et Jacob in regno cœlórum: fílii autem regni ejiciéntur in ténebras exterióres: ibi erit fletus et stridor déntium. Et dixit Jesus centurióni: Vade, et, sicut credidísti, fiat tibi. Et sanátus est puer in illa hora.

OFFERTORIUM

Orémus. Ad te, Dómine, levávi ánimam meam: Deus meus, in te confído, non erubéscam: neque irrídeant me inimíci mei: étenim univérsi, qui te exspéctant, non confundéntur.

SECRETAE

Sacrifíciis præséntibus, Dómine, quǽsumus, inténde placátus: ut et devotióni nostræ profíciant et salúti. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Exáudi nos, Deus, salutáris noster: ut, per hujus sacraménti virtútem, a cunctis nos mentis et córporis hóstibus tueáris; grátiam tríbuens in præsénti, et glóriam in futúro.

Deus, cui soli cógnitus est númerus electórum in supérna felicitáte locándus: tríbue, quǽsumus; ut, intercedéntibus ómnibus Sanctis tuis, universórum, quos in oratióne commendátas suscépimus, et ómnium fidélium nómina beátæ prædestinatiónis liber adscrípta retíneat.

Orationes ad libitum.

PRAEFATIO DE QUADRAGESIMA

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine, sancte Pater, omnípotens ætérne Deus: Qui corporáli ieiúnio vítia cómprimis, mentem élevas, virtútem largíris et prǽmia: per Christum Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Cæli cælorúmque Virtútes, ac beáta Séraphim, sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces, ut admítti iúbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes: (Sanctus).

COMMUNIO

Acceptábis sacrifícium justítiæ, oblatiónes et holocáusta, super altáre tuum, Dómine.

POSTCOMMUNIO

Orémus. Cœléstis doni benedictióne percépta: súpplices te, Deus omnípotens, deprecámur; ut hoc idem nobis et sacraménti causa sit et salútis. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Mundet et múniat nos, quǽsumus, Dómine, divíni sacraménti munus oblátum: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis; a cunctis nos reddat et perversitátibus expiátos, et adversitátibus expedítos.

Puríficent nos, quǽsumus, omnípotens et miséricors Deus, sacraménta quæ súmpsimus: et, intercedéntibus ómnibus Sanctis tuis, præsta; ut hoc tuum sacraméntum non sit nobis reátus ad pœnam, sed intercéssio salutáris ad véniam: sit ablútio scélerum, sit fortitúdo fragílium, sit contra ómnia mundi perícula firmaméntum: sit vivórum atque mortuórum fidélium remíssio ómnium delictórum.

Orationes ad libitum.

ORATIO SUPER POPULUM

Orémus. Humiliáte cápita vestra Deo. Parce, Dómine, parce populo tuo: ut, dignis flagellatiónibus castigátus, in tua miseratióne respíret. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.


Traduzione italiana

INTROITO

Io ho gridato al Signore ed Egli ha udito la mia voce contro i miei assalitori: li ha umiliati: Egli che siede fin dai secoli eterni. Affida al Signore il tuo affanno ed Egli sarà il tuo conforto. --- Ascolta, Dio, la mia preghiera, non sfuggire la mia invocazione, prestami ascolto e dammi risposta. --- Gloria --- Io ho gridato al Signore ed Egli ha udito la mia voce contro i miei assalitori: li ha umiliati: Egli che siede fin dai secoli eterni. Affida al Signore il tuo affanno ed Egli sarà il tuo conforto.

COLLETTE

Preghiamo. O Dio, che sei offeso dalla colpa e placato dalla penitenza; guarda benigno le preghiere del tuo popolo supplice; e distogli da noi i flagelli della tua collera, meritata dai nostri peccati. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

Dio onnipotente, Signore dei vivi e dei morti, che hai pietà di quanti prevedi che saranno tuoi per la fede e le opere: umilmente ti supplichiamo, affinché coloro per i quali preghiamo, siano essi ancora in vita o già, privati del corpo, passati all'eterna vita, ottengano, per l'intercessione dei tuoi santi, la remissione di ogni peccato.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.

EPISTOLA

Lettura del Profeta Isaia.

Is 38:1-6

In quel tempo Ezechia cadde in una malattia mortale, e il profeta Isaia figlio di Amos, andato a trovarlo, gli disse: «Così dice il Signore: - Ordina per bene le tue cose, perché tu morrai e non potrai vivere». Ezechia, voltata la faccia verso la parete, pregò il Signore, dicendo: «Te ne prego, o Signore, e ti scongiuro a ricordarti come io ho camminato dinanzi a te nella verità e con cuore perfetto, e che ho fatto ciò che è buono dinanzi ai tuoi occhi».

GRADUALE

Getta nel Signore il tuo affanno, ed egli ti sosterrà. Io ho invocato il Signore, ed egli ha ascoltato la mia voce, mi ha liberato dagli assalitori.

VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo.

Matt 8:5-13

In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli si accostò un centurione che lo implorava, dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». E Gesù gli disse: «Verrò e lo guarirò». Rispose il centurione: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma soltanto di' una parola e il mio servo sarà guarito. Io pure infatti, sebbene sottoposto ad altri, ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: «Va'», ed egli va, e a un altro: «Vieni», ed egli viene; e al mio servo: «Fa' questo», e lo fa». Udendolo, Gesù ne rimase ammirato, e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico: non ho trovato tanta fede in Israele. E vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e sederanno a mensa nel regno dei cieli con Abramo, Isacco e Giacobbe; mentre i figli del regno saranno gettati nelle tenebre esteriori, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va', e ti sia fatto secondo la tua fede». E in quell'istante il servo fu guarito.

OFFERTORIO

Preghiamo. A te offro, Dio, la mia vita: Dio mio, in te confido. Che io non resti confuso, non esultino per me i miei nemici. Chiunque in te spera non resta confuso.

SECRETE

Guarda placato, o Signore, queste offerte; affinché giovino alla nostra devozione e alla nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

O Dio nostra salvezza, esaudiscici; e, in virtù di questo sacramento proteggici da ogni nemico della mente e del corpo, dandoci la grazia nel tempo presente e la gloria nell'eternità.

O Dio, che solo conosci il numero degli eletti destinati alla superna felicità, concedici, te ne preghiamo, che, per l'intercessione di tutti i santi, i nomi di quanti ti raccomandiamo nella preghiera e di tutti i fedeli rimangano scritti nel libro della beata predestinazione.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, solo l'ultima ha la conclusione.

PREFAZIO DI QUARESIMA

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che col digiuno corporale raffreni i vizii, sollevi la mente, largisci virtú e premii: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtú celesti e i beati Serafini la célebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: (Sanctus).

COMUNIONE

Allora gradirai i sacrifici del giusto, olocausti e vittime di espiazione salgano sul tuo altare, Signore.

POST-COMUNIONE

Preghiamo. Da questa celeste Comunione benedetti, ti supplichiamo, o Dio onnipotente, perché questo stesso dono significhi ed in noi produca la salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

O Dio onnipotente e misericordioso, i sacramenti che abbiamo ricevuto ci purifichino, e, per l'intercessione di tutti i santi tuoi fa' che questo sacramento non ci sia motivo di condanna ma salutare strumento di perdono; sia purificazione dei peccati, sostegno dei deboli; sia protezione contro tutti i pericoli del mondo sia remissione di ogni colpa per i fedeli vivi e defunti.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.

ORAZIONE SOPRA IL POPOLO

Preghiamo. Chinate il vostro capo dinanzi a Dio. Perdona, o Signore, perdona al tuo popolo, perché mortificato da degne penitenze, nella tua misericordia respiri. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


Parti proprie della Messa Votiva Privilegiata di Nostro Signore Gesù Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote

INTROITUS

Jurávit Dóminus, et non pœnitébit eum: Tu es sacérdos in ætérnum secúndum órdinem Melchísedech. --- Dixit Dóminus Dómino meo: Sede a dextris meis. --- Glória Patri --- Jurávit Dóminus, et non pœnitébit eum: Tu es sacérdos in ætérnum secúndum órdinem Melchísedech.

COLLECTE

Orémus. Deus, quia ad majestatis tuae gloriam et generis humani salutem, Unigenituum tuum summum atque æternum constituisti Sacerdotem: præsta; ut quos ministros et mysteriorum suorum dispensatores elegit, in accepto ministerio adimplendo fideles inveniantur. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia sæcula sæculórum. Amen.

Orémus. Deus, qui culpa offénderis, pæniténtia placáris: preces pópuli tui supplicántis propítius réspice; et flagélla tuæ iracúndiæ, quæ pro peccátis nostris merémur, avérte. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

EPISTOLA

Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Hebrǽos.

Hebr 5, 1-11

Fratres: Omnis pontifex ex hominibus assumptus, pro hominibus constituitur in iis quæ sunt ad Deum, ut offerat dona, et sacrificia pro peccatis: qui condolere possit iis qui ignorant et errant: quoniam et ipse circumdatus est infirmitate: et propterea debet, quemadmodum pro populo, ita etiam et pro semetipso offerre pro peccatis. Nec quisquam sumit sibi honorem, sed qui vocatur a Deo, tamquam Aaron. Sic et Christus non semetipsum clarificavit ut pontifex fieret: sed qui locutus est ad eum: Filius meus es tu, ego hodie genui te. Quemadmodum et in alio loco dicit: Tu es sacerdos in æternum, secundum ordinem Melchisedech. Qui in diebus carnis suæ preces, supplicationesque ad eum qui possit illum salvum facere a morte cum clamore valido, et lacrimis offerens, exauditus est pro sua reverentia. Et quidem cum esset Filius Dei, didicit ex iis, quæ passus est, obedientiam: et consummatus, factus est omnibus obtemperantibus sibi, causa salutis æternæ, appellatus a Deo pontifex juxta ordinem Melchisedech. De quo nobis grandis sermo, et ininterpretabilis ad dicendum.

GRADUALE

Spíritus Dómini super me: propter quod unxit me. Evangelizáre paupéribus misit me, sanáre contrítos corde.

TRACTUS

Exsúrge, Dómine Deus, exaltétur manus tua: ne obliviscáris páuperum. Vide quóniam tu labórem et dolórem consíderas. Tibi derelíctus est pauper: órphano tu eris adjútor.

EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Lucam.

Luc 22, 14-20

In illo témpore: Discúbuit Jesus et duodecim apostoli cum eo. Et ait illis: Desiderio desideravi hoc pascha manducare vobiscum, antequam patiar. Dico enim vobis, quia ex hoc non manducabo illud, donec impleatur in regno Dei. Et accepto calice gratias egit, et dixit : Accipite, et dividite inter vos.  Dico enim vobis quod non bibam de generatione vitis donec regnum Dei veniat.Et accepto pane gratias egit, et fregit, et dedit eis, dicens: Hoc est corpus meum, quod pro vobis datur: hoc facite in meam commemorationem. Similiter et calicem, postquam cœnavit, dicens: Hic est calix novum testamentum in sanguine meo, qui pro vobis fundetur.

OFFERTORIUM

Orémus. Christus unam pro peccátis ófferens hóstiam, in sempitérnum sedet in déxtera Dei: una enim oblatióne consummávit in ætérnum sanctificátos.

SECRETAe

Hæc múnera, Dómine, mediator noster Jesus Christus tibi reddat  accépta:et nos, una secum, hóstias tibi gratas exhíbeat: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Sacrifíciis præséntibus, Dómine, quǽsumus, inténde placátus: ut et devotióni nostræ profíciant et salúti. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

PRÆFATIO DE SANCTA CRUCE

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui salútem humáni géneris in ligno Crucis constituísti: ut, unde mors oriebátur, inde vita resúrgeret: et, qui in ligno vincébat, in ligno quoque vincerétur: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicentes: (Sanctus).

COMMUNIO

Hoc Corpus, quod pro vobis tradétur: hic calix novi testamenti est in meo sánguine, dicit Dóminus: hoc fácite, quotiescúmque súmitis, in meam commemoratiónem.

POSTCOMMUNIO

Orémus. Vivíficet nos, quǽsumus, Dómine, divína quam obtúlimus et súmpsimus hóstia: ut, perpétua tibi caritáte conjúncti, fructum, qui semper máneat, afferámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

Orémus. Cœléstis doni benedictióne percépta: súpplices te, Deus omnípotens, deprecámur; ut hoc idem nobis et sacraménti causa sit et salútis. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

ULTIMUM EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Matthǽum.

Matt 8:5-13

In illo témpore: Cum introísset Jesus Caphárnaum, accéssit ad eum centúrio, rogans eum, et dicens: Dómine, puer meus jacet in domo paralýticus, et male torquétur. Et ait illi Jesus: Ego véniam et curábo eum. Et respóndens centúrio, ait: Dómine,non sum dignus, ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanábitur puer meus. Nam et ego homo sum sub potestáte constitútus, habens sub me mílites, et dico huic: Vade, et vadit; et alii: Veni, et venit; et servo meo: Fac hoc, et facit. Audiens autem Jesus, mirátus est, et sequéntibus se dixit: Amen, dico vobis, non invéni tantam fidem in Israël. Dico autem vobis, quod multi ab Oriénte et Occidénte vénient, et recúmbent cum Abraham et Isaac et Jacob in regno cœlórum: fílii autem regni ejiciéntur in ténebras exterióres: ibi erit fletus et stridor déntium. Et dixit Jesus centurióni: Vade, et, sicut credidísti, fiat tibi. Et sanátus est puer in illa hora.


Traduzione italiana

INTROITO

Il Signore ha giurato e non si pentirà: Tu sei Sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech. --- Il Signore ha detto al mio Signore: Siedi alla mia destra. --- Gloria ---Il Signore ha giurato e non si pentirà: Tu sei Sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech.

COLLETTE

Preghiamo. O Dio, che per la gloria della tua maestà e per la salvezza del genere umano costituisti il tuo Unigenito Sommo ed Eterno Sacerdote, fa’ che coloro i quali Egli elesse suoi ministri e dispensatori dei suoi misteri, siano trovati fedeli nell’adempimento di un ministero accettevole. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. O Dio, che sei offeso dalla colpa e placato dalla penitenza; guarda benigno le preghiere del tuo popolo supplice; e distogli da noi i flagelli della tua collera, meritata dai nostri peccati. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

EPISTOLA

Lettura dell'Epistola di San Paolo Apostolo agli Ebrei.

Ebr 5: 1-11

Fratelli, ogni Pontefice, preso tra gli uomini, è preposto a pro degli uomini a tutte quelle cose che riguardano Dio, onde offerisca presenti e sacrifizi pei peccati. Egli è così in grado di poter compatire gl’ignoranti e gli erranti, per il fatto stesso che egli pure è rivestito d’infermità. Pertanto per il popolo ed al contempo pure per se stesso deve offrir sacrifizi pei peccati . Né alcuno si attribuisce tale onore, ma solo chi, come Aronne, è chiamato da Dio. Così pure Cristo non glorificò se stesso per essere costituito Pontefice, ma lo glorificò Colui che gli disse: “Tu sei il mio Figliuolo, oggi io ti ho generato”. Allo stesso modo in un altro luogo dice: “Tu sei Sacerdote in eterno secondo l’ordine di Melchisedech”. Egli pertanto nei giorni di sua vita terrena offerse le sue preci e suppliche con forti grida e lagrime a Dio che poteva liberarlo dalla morte e fu esaudito in virtù della sua pietà. E pur essendo Figliuol di Dio imparò l’obbedienza mercé i patimenti e, reso perfetto, fu costituito causa d’eterna salvezza per tutti coloro che gli ubbidiscono, chiamato da Dio Pontefice giusta l’ordine di Melchisedech. Su questo argomento v’è molto dire ed è difficile a dirsi.

GRADUALE

Lo Spirito del Signore è sopra di me per questo mi ha consacrato con l'unzione. Mi ha mandato per annunziare ai poveri la lieta novella e per sanare i contriti di cuore.

TRATTO

Sorgi, Signore, alza la tua mano, non dimenticare il misero. Poiché tu vedi l'affanno e il dolore. A te si abbandona il misero, dell'orfano tu sei il sostegno.

VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.

Luc 22:14-20

In quel tempo Gesù si mise a tavola e seco i dodici Apostoli. E disse loro: “Ho ardentemente desiderato mangiare con voi questa Pasqua, prima di patire. Infatti vi dico che non ne mangerò più, finché non si compia nel regno di Dio”. E presi il calice, rese grazie e disse: “Prendete e dividetelo fra voi. Vi dico infatti che non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio”. E preso il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo:” Questo è il Corpo mio, il quale è dato per voi: fate questo in mia commemorazione”. In somigliante maniera dopo che ebbe cenato prese anche il calice dicendo : “Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue, il quale per voi sarà sparso” .

OFFERTORIO

Preghiamo. Cristo, offrendo una sola vittima, sempiternamente siede alla destra di Dio: infatti con un'unica oblazione egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati.

SECRETE

Il nostro Mediatore Gesù Cristo ti renda accette, o Signore, queste offerte e, in unione con Lui, ti presenti pure noi come vittime gradite: Egli che è Dio e vive e regna con Dio Padre nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Guarda placato, o Signore, queste offerte; affinché giovino alla nostra devozione e alla nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PREFAZIO DELLA SANTA CROCE

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che hai procurato la salvezza del genere umano col legno della Croce: così che da dove venne la morte, di là risorgesse la vita, e chi col legno vinse, dal legno fosse vinto: per Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtù celesti e i beati Serafini la celebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: (Sanctus).

COMUNIONE

Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me. Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me.

POST-COMUNIONE

Preghiamo. Ci vivifichi, te ne preghiamo, o Signore, la vittima divina che ti abbiamo offerto e che abbiamo consumato: onde, congiunti a te in perpetuo amore, diamo il frutto che mai viene meno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Da questa celeste Comunione benedetti, ti supplichiamo, o Dio onnipotente, perché questo stesso dono significhi ed in noi produca la salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

ULTIMO VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo.

Matt 8:5-13

In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli si accostò un centurione che lo implorava, dicendo: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente». E Gesù gli disse: «Verrò e lo guarirò». Rispose il centurione: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma soltanto di' una parola e il mio servo sarà guarito. Io pure infatti, sebbene sottoposto ad altri, ho sotto di me dei soldati; e dico a uno: «Va'», ed egli va, e a un altro: «Vieni», ed egli viene; e al mio servo: «Fa' questo», e lo fa». Udendolo, Gesù ne rimase ammirato, e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico: non ho trovato tanta fede in Israele. E vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e sederanno a mensa nel regno dei cieli con Abramo, Isacco e Giacobbe; mentre i figli del regno saranno gettati nelle tenebre esteriori, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va', e ti sia fatto secondo la tua fede». E in quell'istante il servo fu guarito.


Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

GIOVEDÌ DOPO LE CENERI

La legge del digiuno ci vincola da ieri; ma non siamo ancora entrati nella solennità della Quaresima propriamente detta, la quale s’aprirà coi Vespri di sabato prossimo. Per distinguerli dal resto dei quaranta giorni, durante questi quattro sovraggiunti, la Chiesa continua a cantare i Vespri all’ora ordinaria, e permette anche ai suoi ministri di rompere il digiuno prima che sia terminata quella parte dell’Ufficio.

Ma non sarà così a partire da sabato prossimo, in quanto ogni giorno, escluse le Domeniche che non hanno il digiuno, i Vespri feriali e festivi saranno anticipati, così che all’ora dei pasti l’Ufficio della sera sia tutto terminato. È un ultimo vestigio delle usanze della Chiesa primitiva, perché una volta i fedeli non rompevano il digiuno prima del tramonto, ora alla quale corrispondono i Vespri.

La santa Chiesa ha distinto i tre giorni seguenti al Mercoledì delle Ceneri con l’assegnare a ciascuno di loro una lettura dell’Antico Testamento e un’altra del Vangelo, per essere fatte durante la Messa. Noi riprodurremo ogni volta quelle letture con l’aggiunta di qualche riflessione.

Oggi la Stazione è a Roma, a S. Giorgio in Velabro, dove si conserva il teschio di quel Santo, che il Papa Zaccaria (741-752) portò dal Laterano.

EPISTOLA (Is 38,1-6). – In quei giorni: Ezechia cadde in una malattia mortale, e il profeta Isaia figliolo di Amos, andato a trovarlo, gli disse: Così dice il Signore: Metti in ordine le tue cose, perché tu morrai e non potrai vivere. Ezechia, voltata la faccia verso la parete, pregò il Signore, dicendo: Te ne prego, Signore, e ti scongiuro a ricordarti come io ho camminato dinanzi a te nella verità e con cuore perfetto, ed ho fatto ciò che è buono dinanzi ai tuoi occhi. Ezechia si mise a piangere dirottamente. E il Signore rivolse la parola ad Isaia, dicendo: Va’ a dire ad Ezechia: il Signor e Dio di David tuo padre dice cosi: Ho ascoltata la tua preghiera, ho vedute le tue lacrime, ed ecco, aggiungerò quindici anni alla tua vita, e libererò te e questa città dal re d’Assiria, e la proteggerò, dice il Signore onnipotente.

Preparazione alla morte.

Ieri la Chiesa ci mise davanti agli occhi la certezza della morte. Moriremo: Dio l’ha decretato, e a nessun essere ragionevole verrà in mente che la propria persona possa essere oggetto di un’eccezione. Ma se è certo il fatto della nostra morte, non è altrettanto noto il giorno che dobbiamo morire. Dio preferisce nascondercelo per i motivi della sua Sapienza; tocca a noi vivere in maniera da non essere colti di sorpresa. Può darsi che questa sera stessa venga a dire a noi come ad Ezechia: “Metti in ordine le tue cose, perché tu morrai”. Dobbiamo sempre vivere in quell’attesa; perché, se anche Dio prorogasse la nostra vita come al re di Giuda, un giorno o l’altro dovrà immancabilmente arrivare quell’ora suprema; e nell’al di là non esiste più il tempo, ma l’eternità.

Facendoci così approfondire la vanità della nostra esistenza, la Chiesa vuole fortificarci contro le seduzioni del tempo e farci dedicare interamente a quell’opera di rigenerazione, alla quale ci va preparando da tre settimane. Quanti cristiani che hanno ieri ricevute le ceneri, non saranno presenti quaggiù alle gioie pasquali! Chissà se anche noi non saremo nel numero delle vittime chiamate ad una morte così vicina! E chi ci può garantire il contrario? Per tale incertezza, accogliamo grati la parola del Salvatore: Fate penitenza, ché il Regno dei cieli è vicino (Mt 4,17).

VANGELO (Mt 8,5-13). – In quel tempo: Entrato che fu Gesù in Cafarnao, s’accostò a lui un centurione, e lo pregava, dicendo: Signore, il mio servo in casa paralizzato e soffre terribilmente. E Gesù a lui : Io verrò e lo guarirò. Ma il centurione, rispondendo soggiunse: Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch’io sono un uomo sottoposto ed ho dei soldati sotto di me, e dico a questo: Va’ ed egli va; e a quello: Vieni, ed egli viene: ed al mio servitore: Fa’ questo, e lo fa. Gesù udite queste parole, ne restò ammirato, e disse a coloro che lo seguivano: In verità vi dico: non ho trovato tanta fede in Israele. Or vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e sederanno con Abramo e Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli; e i figli del regno saranno gettati nelle tenebre esteriori, ove sarà pianto e stridor di denti. E Gesù disse al centurione: Va’ e come hai creduto, ti avvenga. E in quell’istante il servo fu guarito.

La preghiera.

La sacra Scrittura, i Padri e i Teologi cattolici distinguono tre specie d’opere di penitenza: la preghiera, il digiuno e l’elemosina. Nelle letture da lei proposte nei primi giorni di Quaresima, la Chiesa vuole istruirci circa la maniera di compiere le differenti opere. Oggi ci raccomanda la preghiera.

La preghiera del centurione, che viene ad implorare ai piedi del Signore la guarigione del suo servo, è umile: dal fondo del cuore si giudica indegno di ricevere Gesù in casa sua; è piena di fede: non dubita un istante che il Signore gli possa accordare l’oggetto della tua domanda. E con quale calore la presenta! La fede di questo pagano supera tanto quella dei figli d’Israele, da meritare l’ammirazione del Figlio di Dio. 

Così dev’essere la nostra preghiera, quando imploriamo la guarigione dell’anima nostra. Riconosciamo di non essere degni di parlare con Dio, ma nello stesso tempo insistiamo con una fede incrollabile; la sua potenza e la sua bontà esigono da parte nostra la preghiera affinché essa sia ricompensata dalla effusione della sua misericordia.

Il tempo in cui siamo è tempo di preghiera; la Chiesa raddoppia le sue suppliche e le offre per noi: non lasciamola pregare sola. Abbandoniamo la tiepidezza in questi giorni, e ricordiamoci che, se ogni giorno commettiamo peccati, la preghiera li ripara e ci preserva dal commetterne di più.

PREGHIAMO

Perdona, Signore, perdona al tuo popolo, affinché, punito da giusti flagelli, respiri nella tua misericordia.

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