19 marzo 2021

DISPENSA DI LITURGIA SUL TEMPO DI PASSIONE E SUL TRIDUO SACRO: rubriche, cerimonie e pratiche devote




Il Tempo di Passione va dai Primi Vespri della Domenica di Passione fino alla Vigilia Pasquale inclusa (ma la Messa esclusa, poiché con essa si è già nel Tempo Pasquale), la quale si celebra dopo Nona del Sabato Santo in modo che termini poco prima di mezzogiorno. Esso dura dunque 13 giorni e mezzo. Tuttavia in esso si distingue il Triduo Pasquale che segna il transito tra il Tempo di Passione e quello di Pasqua: esso va dal Mattutino del Giovedì Santo ai Vespri del Sabato Santo (mi trovo effettivamente nel dubbio se per caso il Triduo si estenda fino alla Compieta, dato che questa non ha ancora la struttura che assume nell’Ottava di Pasqua e anzi vi si reitera al Nunc dimittis la stessa Antifona Vespere autem Sabbati che si usa per il Magnificat dei Vespri): la liturgia di quei giorni è completamente peculiare rispetto al resto dell’anno liturgico. In questa dispensa dividerò la trattazione dei due periodi per maggior schematicità.


Rimando alla mia dispensa precedente quanto alle norme canoniche e al calendario del digiuno e dell'astinenza, nonché alle rubriche e cerimonie generali della Quaresima:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/02/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-di.html


DALLA DOMENICA DI PASSIONE AL MERCOLEDÌ SANTO 


Caratteristiche generali

Sostanzialmente continuazione della Quaresima, o se vogliamo preparazione immediata alla Pasqua, restano in vigore le rubriche e cerimonie generali della Quaresima come il colore de tempore violaceo, l’uso delle pianete plicate per Diacono e Suddiacono, la proibizione di fiori e del suono dell’organo – se non per la necessità di sostenere il canto – l’anticipazione del canto di Nona e Vespri prima di mezzogiorno, e ovviamente la sospensione dell’Alleluia. Anche le norme canoniche restano le stesse che in Quaresima, solo digiuno tutti i giorni eccetto le Domeniche, e si aggiunge l’astinenza i Venerdì e Sabati fino al mezzogiorno del Sabato Santo escluso (il pranzo del Sabato Santo è già pranzo di Pasqua).

Le due Domeniche, quella di Passione e quella delle Palme, sono sempre Domeniche Maggiori di I Classe. Le Ferie della I Settimana di Passione restano Ferie Maggiori non privilegiate, quelle della II Settimana o Settimana Santa, dal Lunedì al Mercoledì, Ferie Maggiori Privilegiate, che non cedono a nessuna Festa, nemmeno alle più solenni. Le Feste che non possono essere traslate si commemorano; le Feste di rito Doppio di I e II Classe (incluse dunque San Giuseppe e l’Annunciazione) si traslano al primo giorno dopo la Domenica in Albis non impedito da altre Feste di rito simile.

La caratteristica più vistosa di questo Tempo è che prima dei Primi Vespri della Domenica di Passione è necessario coprire di veli violacei semplici, senza decorazione alcuna, tutte le statue, immagini e croci poste all’interno delle chiese, eccettuate le sole Stazioni della Via Crucis; questi veli vengono poi rimossi al Gloria in excelsis della Messa del Sabato Santo (i veli che coprono le sole croci si rimuovono il Venerdì Santo durante la Messa dei Presantificati). Questi veli non si tolgono mai durante il Tempo di Passione, neanche in caso di Feste solennissime 


Al Breviario

All’Ufficio esclusivamente de tempore si elimina il Gloria Patri dall’Invitatorio e dai Responsori del Mattutino e delle Ore minori (esso resta ancora alla fine dei Salmi sino alla Compieta del Mercoledì Santo). Cambiano anche l’Invitatorio (Hodie si vocem Domini, il quale viene detto anche al posto dell’inizio della quarta strofa del Salmo 94), gli Inni delle Ore Maggiori (Pange lingua gloriosi a Mattutino, Lustra sex qui jam peregit a Lodi, Vexilla Regis prodeunt a Vespri), la Lezione breve di Prima (Faciem meam), i Capitoli e i Responsori. Inoltre viene sospeso il Suffragio.

Per il resto l’Ufficio è ancora come in Quaresima, con l’uso dello Schema II le Domeniche e Ferie, e delle Preci Feriali alle Ferie (le prime tre Ferie della Settimana Santa essendo Maggiori Privilegiate, le Preci Feriali si dicono anche in caso di commemorazione di Feste di rito Doppio).

La Scrittura occorrente del Mattutino resta limitata alle Domeniche cui si aggiungono il Martedì e Mercoledì Santo perché alla loro Messa si dice il Passio. L’Incipit di Geremia è la Domenica di Passione; la Domenica delle Palme continua Geremia al I Notturno, mentre al III si legge il Vangelo della Benedizione delle Palme con omelia. Alle altre Ferie, Lunedì Santo compreso, si legge l’inizio del Vangelo della Messa del giorno con un’omelia di Sant’Agostino o di San Gregorio Magno.


Al Messale

Alle sole Messe de tempore vi è la rimozione del Salmo Judica me dalle preghiere ai piedi dell’Altare (si dice Introibo ad Altare Dei e poi direttamente Adjutorium nostrum in nomine Domini, come si fa abitualmente alle Messe di Requiem); si elimina anche il Gloria Patri dall’Asperges me, dall’Introito e dal Lavabo.

C’è un’unica Orazione pro diversitate temporum assignata, quella Contro i persecutori della Chiesa Ecclesiae tuae oppure a scelta Per il Papa Deus omnium Fidelium, che si dice fino al Sabato in Albis; non se ne aggiungono altre. Come in Quaresima, il Tratto si dice solo le Domeniche (Tratto variabile), e il Lunedì, Mercoledì e Venerdì (Tratto Domine non secundum). Il Prefazio de tempore, che si usa anche per le Feste e Messe Votive Privilegiate non aventi uno proprio, è quello della Santa Croce.

Quanto alle Messe Votive Privilegiate, esse possono essere celebrate tra il Lunedì e il Sabato della I Settimana di Passione, a meno che non vi ricorrano Feste Doppie di I Classe; dopodiché sono proibite fino al Martedì nell’Ottava di Pasqua incluso. Le Messe di Requiem in die obitus o dei funerali sono invece permesse fino al Mercoledì Santo, le altre Messe di Requiem Privilegiate invece come sopra, solo tra il Lunedì e il Sabato della Settimana di Passione. Inoltre il primo giorno di questa settimana in cui non ricorre una Festa di rito Doppio può anche essere celebrata, come nel Tempo di Quaresima, una Messa quotidiana di Requiem; non però, ovviamente, la Settimana Santa.

Il Venerdì nella Settimana di Passione ricorre la Festa dei Sette Dolori della Beata Vergine Maria, avente rito Doppio Maggiore. La Domenica delle Palme la Messa è preceduta dalla complessa Benedizione dei rami di palme, ulivi o altri, le cui rubriche e cerimonie si trovano nel Messale per la celebrazione solenne, nel Memoriale Rituum per quella nelle chiese con scarso clero, e nel Caeremoniale Episcoporum per quella pontificale. Inoltre la stessa Domenica delle Palme, il Martedì e il Mercoledì Santo (e alla Messa dei Presantificati del Venerdì Santo) si legge la Passione di Nostro Signore secondo i quattro Vangeli, nella misura del possibile cantate da tre Diaconi in stola e manipolo o in alternativa dallo stesso celebrante: solo l’ultima parte conta come vero Vangelo della Messa ed è preceduta dal Munda cor meum (omessi Jube Domine benedicere e Dominus sit).


All’Antifonario e al Graduale

Si usano il Kyriale XVII le Domeniche e XVIII le ferie, al Benedicamus Domino rispettivamente i toni VIII e VII.


Pratiche

È quasi universalmente diffusa la prassi di fare, i Venerdì di Quaresima e Passione, il pio esercizio della Via Crucis. Coloro che lo svolgessero presso le Stazioni legittimamente erette possono lucrare alle solite condizioni l'indulgenza plenaria, ed inoltre ne possono lucrare una seconda (sempre plenaria) qualora lo stesso giorno assistessero alla Santa Messa. Cfr. Enchiridion Indulgentiarum. Preces et pia opera, Typis Polyglottis Vaticanis 1952, n. 194, ove oltre a queste si specificano anche altre indulgenze annesse alla Via Crucis per circostanze particolari (es. naviganti, infermi etc.).

Il mese di Marzo essendo particolarmente dedicato alla venerazione di San Giuseppe, se ne consiglia la recita quotidiana delle Litanie.


IL SACRO TRIDUO


Caratteristiche generali

Il Triduo comincia col Mattutino del Giovedì Santo, che si celebra nel tardo pomeriggio-serata del Mercoledì (Mattutino e Lodi di questi tre giorni vanno anticipati e cantati quando è scesa la sera, prendendo il nome di Ufficio delle Tenebre) e termina, come detto, con i Vespri del Sabato Santo. Questi tre giorni pur essendo celebrati in maniera specialissima e non attenendosi quasi in nulla alle solite rubriche, hanno rito Doppio di I Classe: qualora ricorressero delle Feste che non possono essere traslate vengono completamente omesse senza che se ne faccia nemmeno la commemorazione.

Non vi è un colore liturgico unificato come negli altri tempi. Innanzitutto l’Ufficio semplicemente non ha colore liturgico perché si celebra in abito corale, senza paramenti, anche nella sua forma solenne. Alla Messa in Coena Domini i paramenti e il velo della croce d’Altare sono bianchi, alla Messa dei Presantificati sono invece neri. Il Sabato Santo la Vigilia Pasquale si celebra con paramenti violacei anche se alla processione e all’Exultet il Diacono o in sua assenza lo stesso Sacerdote celebrante indossa la dalmatica bianca (il celebrante in questo caso svolge una funzione che di per sé spetta al Diacono); la Messa e i Vespri hanno paramenti bianchi.

L’ordine e la struttura delle sacre cerimonie sono come segue:

  • Mercoledì Santo sera: Ufficio delle Tenebre del Giovedì Santo
  • Giovedì Santo mattina dopo Nona:
    • Missa in Coena Domini; durante il Gloria in excelsis si suonano le campane
    • Al termine della Messa il calice contenente una sola Ostia Magna appena consacrata viene solennemente portato all’Altare della riposizione
    • Si cantano i Vespri. Nel frattempo (in mancanza di altri Sacerdoti suppongo si debba fare immediatamente prima dei Vespri) l’intera riserva eucaristica, o almeno qualche Ostia che potrebbe servire in caso di amministrazione del Viatico, viene trasferita in un altro tabernacolo posto o in una cappella separata e chiusa, o in sacrestia. Il tabernacolo dell’Altare viene lasciato aperto
    • Avviene la spoliazione dell’Altar Maggiore e contemporaneamente degli altri Altari (in assenza di ulteriori Sacerdoti il celebrante spoglia gli altri dopo l’Altar Maggiore)

    • A questo punto è possibile, facoltativamente, celebrare il Mandatum

    • Da notare che nella Missa in Coena Domini celebrata dal Vescovo Diocesano vengono anche benedetti l’olio dei catecumeni e quello degli infermi, e consacrato il crisma: la cerimonia è estremamente complessa e richiede un numero notevole di ministri, vale a dire, oltre i soliti quattordici del Pontificale al Trono, altri sette Suddiaconi, sette Diaconi e dodici Sacerdoti
  • Giovedì Santo sera: Ufficio delle Tenebre del Venerdì Santo
  • Venerdì Santo mattina dopo Nona: Messa dei Presantificati
    • Prostrazione, Letture con Tratti e Orazioni
    • Canto del Passio
    • Monizioni e Orazioni
    • Ostensione della Croce, dopo la quale si rimuovono i veli da tutte le altre croci della chiesa

    • Adorazione della Croce col canto degli Improperi

    • Preparazione dell’Altare e traslazione del calice dall’Altare della riposizione
    • Incensazione, Lavabo, Pater, elevazione e preparazione alla comunione
    • Il solo celebrante consuma l’Ostia, abluzioni e purificazione
    • Si cantano i Vespri e l’Altare viene spogliato senza particolari cerimonie
  • Venerdì Santo sera: Ufficio delle Tenebre del Sabato Santo
  • Sabato Santo mattina dopo Nona: Vigilia Pasquale
    • Benedizione del fuoco fuori dalla chiesa
    • Processione in chiesa durante la quale ai tre Lumen Christi vengono accese le tre candele dell’arundine
    • Exultet con la benedizione del cero pasquale, che viene acceso con l’arundine
    • Dodici Profezie con Orazioni
    • Per le sole chiese che ne hanno diritto: processione al battistero e benedizione del fonte battesimale. A dire il vero, malgrado si chiami benedizione del fonte, ad essere di fatto preparata e benedetta è l’acqua battesimale, non il fonte stesso

      • Qualora ci fossero anche dei Battesimi da amministrare, un Sacerdote in stola violacea – e piviale se si battezzano degli adulti – conferisce gli esorcismi e le altre cerimonie fino all’unzione con l’olio dei catecumeni inclusa (cioè fino a quando si sostituiscono i paramenti violacei con quelli bianchi) durante il canto delle Profezie, e successivamente il celebrante, benedetto il fonte, indossa la stola bianca (e se occorre anche il piviale) e riprende da dove l’altro aveva interrotto, cioè da N., Credis in Deum? per i bambini o da Quis vocaris? per gli adulti. In assenza di altri Sacerdoti, lo stesso celebrante può decidere sia di dividere il Battesimo come nel caso appena descritto, amministrando la prima metà prima della benedizione del fonte e il resto dopo, sia di eseguire continuativamente il rito dopo la benedizione del fonte

    • Litanie dei Santi con la prostrazione, esse si cantano sia dopo la benedizione del fonte sia, se questa non ha avuto luogo, dopo l’Orazione che segue la dodicesima Profezia (il Memoriale Rituum prevede invece che al posto della prostrazione il Sacerdote si inginocchi, con uno sgabello tra sé e l'Altare su cui poggia il Messale onde leggervi le Litanie)

    • Preparazione dell’Altare e dei Ministri per la Messa

    • Santa Messa: dopo il Christe exaudi nos delle Litanie il coro intona direttamente il Kyrie della Messa, mentre il celebrante e i ministri recitano le preghiere ai piedi dell’Altare col Salmo Judica me e il Gloria Patri. Omesso l’Introito e recitato il Kyrie, durante il Gloria in excelsis si suonano le campane e si rimuovono i veli dalle statue e immagini della chiesa. Finita l’Epistola si dice l’Alleluia col versetto Confitemini. Il Credo, l’Offertorio, l’Agnus Dei e la Postcommunio sono omessi, la Messa termina con la comunione, le abluzioni e la purificazione

    • Come complemento della Messa si cantano i Vespri

    • Infine la riserva eucaristica viene riportata nel tabernacolo dell’Altar Maggiore.

    • Terminata tutta la cerimonia dopo mezzogiorno, è finalmente cessato l’obbligo del digiuno e dell’astinenza quaresimali, e il pranzo è festivo

    • La Vigilia Pasquale è una delle occasioni che il Pontificale indica per procedere al conferimento degli Ordini

Per chi provasse perplessità circa quanto scritto, ricordo che solo nel 1955 il prelato massone ed ultramodernista Annibale Bugnini è riuscito a far mutare il numero, l’ordine e la struttura degli Uffici e Funzioni della Settimana Santa: qui ci si occupa della liturgia tradizionale (o per essere esatti semi-tradizionale, dato che si tiene in considerazione le sciagurate e ciò malgrado purtroppo vincolanti riforme di San Pio X), non certo delle innovazioni e men che meno degli “experimenta” che hanno fatto del culto divino il luna park degli eretici.


Al Breviario

Il Triduo Sacro ha un Ufficio completamente spoglio, che ricorda per molti versi quello dei Defunti: senza Invitatorio né Deus in adjutorium né Inni né Capitoli, alle Ore Minori senza Antifone né Responsori. Si omettono anche le benedizioni e assoluzioni e il Tu autem Domine delle Lezioni. Le Antifone si raddoppiano alle Ore maggiori.

Il Mattutino, detti soltanto Pater, Ave e Credo, comincia direttamente con la prima Antifona; alla fine di ogni Salmo, prima di ripetere l’Antifona (il Gloria Patri viene completamente omesso fino a Nona del Sabato Santo inclusa) si spegne una delle quindici candele del grande candelabro triangolate chiamato saetta a causa della sua forma, posto ai piedi dell’Altare poco oltre il corno dell’Epistola. L’ordine di spegnimento delle candele è alternativamente da sinistra (guardando verso l’Altare) a destra, dal basso verso l’alto. Ripetuta la terza Antifona di ogni Notturno, e detti il Versetto e il Pater, vengono cantate le Lezioni coi Responsori. Il I Notturno riporta le Lamentazioni di Geremia, il II Notturno l’estratto di un Trattato di Sant’Agostino, il III Notturno un’Epistola di San Paolo. Detto il IX Responsorio le Lodi cominciano con la prima Antifona; similmente, si continuano a spegnere le candele alla fine dei Salmi. Ripetuta la quinta Antifona, rimasta accesa solo la candela del vertice della saetta, si dice il Benedictus con la sua Antifona, durante il quale si spengono le candele dell’Altare, sempre da sinistra verso destra (prima le più esterne, poi quelle centrali e poi quelle interne), e il primo giorno si spengono anche tutte le altre candele e lampade della chiesa eccetto quelle del SS. Sacramento. Durante la ripetizione dell’Antifona al Benedictus un Chierico poggia sul bordo dell’Altare, al lato dell’Epistola, la candela del vertice della saetta, e la nasconde dietro l’Altare quando si inizia a cantare l’Antifona Christus factus est, la quale prosegue fino a usque ad mortem il Giovedì Santo, fino ad autem Crucis il Venerdì Santo, e si dice interamente il Sabato Santo; poi si recita il Pater a bassa voce ed il Miserere recto tono a voce mediocre. Il celebrante dice allora, senza Oremus, l’Orazione Respice, il coro fa del rumore urtando il libro di canto sull’inginocchiatoio, la candela viene spenta e il Clero lascia la chiesa.

A Prima detti Pater Ave e Credo si dicono i tre Salmi festivi (Salmo 53 e prime due suddivisioni del 118) senza Antifona, e si conclude con Christus factus est, Pater, Miserere e Orazione Respice, come si è fatto a Lodi. Non si dice né il Martirologio né la seconda parte di Prima.

A Terza, Sesta e Nona detti Pater e Ave si dicono i tre Salmi festivi (le varie suddivisioni del Salmo 118), poi si conclude come sopra.

A Vespri detti Pater e Ave si cantano i cinque Salmi con Antifone, il Magnificat con la sua Antifona, e la conclusione come sopra.

Compieta comincia col Confiteor, Miseatur, Indulgentiam e poi i tre Salmi domenicali senza Antifona, Nunc dimittis anch’esso senza Antifona, e poi la conclusione come sopra, alla quale non si aggiunge nulla.

I Vespri del Sabato Santo costituiscono l’Ufficio più breve dell’anno liturgico: se cantati in seguito alla Messa basta recitare il Salmo 116 con la sua Antifona Alleluia, il Magnificat con l’Antifona Vespere autem, il Dominus vobiscum, l’Orazione Spiritus nobis e l’Ite Missa est col doppio alleluia. Se sono recitati privatamente cominciano con Pater e Ave (ma senza Deus in adjutorium) e per conclusione si dicono Benedicamus Domino col doppio alleluia, Fidelium animae e Pater senza aggiungere altro. Ricordo che questi Vespri, facendo di per sé parte non tanto dell’Ufficio quanto della Messa del Sabato Santo, non si trovano in canto nell’Antiphonale Romanum ma nel Graduale.


Regole generali per le Messe

Vorrei innanzitutto far presente che queste rubriche sono state stilate “in tempi normali”, quando in tutte le chiese dell’orbe cattolico veniva professata la vera Fede, celebrato il vero culto e amministrati i veri sacramenti: al giorno d’oggi se le si seguisse tutte alla lettera la stragrande maggioranza di Chierici e dei fedeli legati alla Tradizione resterebbe perpetuamente orbata del Triduo. L’epikeia impone dunque di seguirle nella misura in cui lo si può fare senza ledere il diritto dei cattolici di fruire di tutti i tesori della sacra liturgia.

Queste funzioni possono essere celebrate ex ipso jure nelle chiese Cattedrali, Collegiali, Parrocchiali, Conventuali e assimilate (come le cappelle dei seminari); per le chiese non parrocchiali occorrerebbe il permesso dell’Ordinario e andrebbero celebrate ad orari diversi per non distogliere i fedeli dalla celebrazione in parrocchia. Esse sono di per sé celebrazioni solenni, da celebrarsi con Diacono e Suddiacono, e solo nelle piccole chiese parrocchiali dotate di scarso Clero è possibile celebrarle seguendo il Memoriale Rituum senza bisogno di Indulto Apostolico: laddove non possono essere celebrate solennemente, e dove non è permesso l’uso del Memoriale Rituum, il Triduo è proibito. Ricordo ovviamente che all’epoca se non potevi celebrare il Triduo nella tua chiesa, potevi benissimo andare ad assistere presso quella più vicina o a tutt'al più in parrocchia: oggi invece siamo fortunati se abbiamo una cappella tradizionale (nemmeno parrocchia: cappella) nel raggio di 300 km quando non peggio, quindi ribadisco ancora che bisogna arrangiarsi come si può osservando alla lettera le rubriche solo nella misura in cui è possibile.

Il Santissimo Sacramento resta nel tabernacolo fino al termine dei Vespri del Giovedì Santo (che ricordo, sono celebrati di mattina, dopo la Messa e la riposizione), quando avviene la traslazione della santa riserva fuori dalla chiesa; l’uso di svuotare le acquasantiere è facoltativo e conforme alla consuetudine. Dal Gloria in excelsis della Messa in Coena Domini fino a quello della Messa che segue la Vigilia Pasquale non si suonano le campane in nessun caso, e i funerali si possono celebrare privatamente, senza Ufficio dei Defunti né Messa né canto, limitandosi alla recita del Subvenite e dell’Assoluzione al Feretro; il pomeriggio del Sabato Santo possono essere celebrati solennemente e in canto ma sempre con questa modalità. Prima dell’Adorazione della Croce del Venerdì Santo non è possibile lasciare crocifissi scoperti. Le cerimonie del Giovedì Santo e del Venerdì Santo sono correlative: se non si può celebrare l’una allora non si celebra nemmeno l’altra: però devo dire onestamente che per qualche strana ragione lo Stercky cade spesso in contraddizione con sé stesso (soprattutto il Tomo II col Tomo I), infatti riporta numerosi casi in cui, nelle chiese in cui non si può celebrare il Triduo, è permessa una Messa il Giovedì Santo, persino cantata o letta: insomma presenta una norma come categorica e assoluta, ma poi la smentisce di fatto presentando numerosi casi contrari. Io mi limito a tradurre e trascrivere quanto affermato dall'ottimo manuale.

Il Giovedì Santo è possibile celebrare una sola Messa solenne, quelle private essendo quasi universalmente proibite con poche eccezioni: tutti i Vescovi e i Cardinali possono celebrarle o farle celebrare assistendovi, a norma dei Can. 239 e 349; inoltre se quel giorno ricorresse la Festa di San Giuseppe, essa viene traslata ma il precetto rimane, e dunque, prima della Messa solenne, è possibile far celebrare delle Messe private – sempre del Giovedì Santo, non di San Giuseppe – per la comodità dei fedeli di soddisfare al precetto; ancora, è possibile celebrare una Messa bassa a porte chiuse per permettere ai religiosi e alle monache di fare la Santa Comunione. Il Vescovo può permettere (autorizzandola specificamente ogni anno) una Messa bassa il Giovedì Santo nelle chiese in cui non si può celebrare il Triduo, e permetterne anche la celebrazione per gli infermi prima della Messa solenne, sia nelle chiese parrocchiali che in tutte le altre. Ancora, la consuetudine può permettere di celebrare una Messa bassa in quelle comunità in cui non la si può cantare, a condizione che abbiano un proprio Rettore e il permesso di conservare il SS. Sacramento. Infine, nelle parrocchie in cui non può essere celebrato il Triduo, il SS. Sacramento può essere conservato, ma non esposto, il Giovedì Santo fino al tramonto, perché i fedeli possano adorarLo.

Il Venerdì Santo le Messe cantate o lette sono proibite sub gravi, eccetto il rarissimo caso in cui ciò si rendesse necessario per poter amministrare il Santo Viatico: in tal caso si celebra la Messa Votiva della Passione.

Il Sabato Santo senza Indulto non si possono celebrare Messe private (queste sono proibite a tutti i Preti e Vescovi, in tutte le chiese e oratori pubblici e privati, nonostante qualsiasi consuetudine contraria: questa proibizione è meno grave di quella del Venerdì Santo ma più grave di quella del Giovedì, essendo il Sabato Santo considerato come un giorno a-liturgico; e pur tuttavia è possibile celebrare una Messa privata per amministrare il Viatico, ma non è permesso celebrare per permettere l’assistenza a degli infermi che non siano in pericolo di morte). È dunque autorizzata una sola Messa solenne unita alla Vigilia Pasquale nelle chiese cattedrali, collegiali, parrocchiali e conventuali: nelle altre chiese e oratori è possibile solo se sono state celebrate le altre funzioni del Triduo; al contrario, eccetto le chiese parrocchiali nelle quali la Vigilia Pasquale è obbligatoria in virtù della necessità di preparare l’acqua battesimale, essa si può omettere anche se sono stati celebrati il Giovedì e Venerdì Santo. Laddove per ragioni particolari le Messe private sono state autorizzate con l’Indulto Apostolico, allora esse si celebrano dopo la Messa cantata, e senza Profezie né Litanie né Introito. Le campane esterne delle chiese di ciascuna località devono essere suonate solo dopo quelle della chiesa principale. La Santa Comunione può essere data durante e dopo la Messa ma non prima. La benedizione del fonte battesimale deve essere fatta in tutte le chiese che hanno diritto al fonte e solo in esse: non si può rinviare e il rito va svolto integralmente. Dunque nelle chiese parrocchiali in cui la Vigilia non può essere svolta solennemente, si celebra letta, se esiste la consuetudine. Se i Santi Oli non sono ancora pervenuti la benedizione avviene senza la loro infusione, e una volta ricevuti un Sacerdote in stola violacea li infonde privatamente. Ma qualora gli Oli non possono pervenire in breve tempo, o se occorre amministrare il Battesimo, allora si usano quelli dell’anno precedente senza bisogno di reiterare quando giungono quelli nuovi: in tal caso si attende la Vigilia di Pentecoste per benedire dell'altra acqua battesimale. Laddove solo la chiesa matrice ha il diritto di benedire il fonte, essa distribuisce l’acqua battesimale alle altre chiese che ne hanno diritto.

Quanto al resto, ognuna delle tre funzioni del Sacro Triduo essendo completamente unica, trovo superfluo descriverla qui nella dispensa generale, mi ci soffermerò in dettaglio quando preparerò la liturgia quotidiana, prevedendo, come faccio abitualmente in casi simili, una versione delle cerimonie realizzabili dal solo Sacerdote celebrante, dato che di questi tempi non tutte le cappelle fedeli alla Tradizione hanno a disposizione dei chierichetti (il Memoriale Rituum vuole purtroppo la presenza di un minimo di tre ministri di cui almeno un Chierico tonsurato). Qui mi limiterò a riportare la bibliografia appropriata per chi ha la fortuna di poterle celebrare con i ministri richiesti:


BIBLIOGRAFIA


Purtroppo lo Stercky tratta insieme le rubriche dei Tempi di Quaresima e Passione, bisogna rileggere tutto e discernere le une dalle altre: L. Stercky, Manuel de liturgie et Cérémonial selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1935, Tomo II, pag. 255-261.

Per la celebrazione della Domenica delle Palme:

Nelle chiese dotate di Clero numeroso, a norma del Missale Romanum: Manuel de liturgie... cit., Tomo II, pag. 261-276. Una nota sulle Messe basse della Domenica delle Palme, del Martedì Santo e del Mercoledì Santo continua fino a pag. 277

Idem, G. Baldeschi, Esposizione delle Sacre Cerimonie per le funzioni ordinarie, straordinarie e pontificali, Roma, Desclée & C. 1931, pag. 206-216

Nelle piccole chiese con scarso Clero, a norma del Memoriale Rituum: Manuel de liturgie... cit., Tomo II, pag. 425-436

Celebrata pontificalmente, a norma del Caeremoniale Episcoporum: L. Stercky, Les Fonctions Pontificales selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1932, Tomo II, pag. 46-73.

Per la celebrazione del Sacro Triduo in generale

Per le rubriche generali: Manuel de liturgie... cit., Tomo II, pag. 277-281. Le norme sulle Messe sono meglio specificate nel Tomo I pag. 370-373, ma come ho scritto sopra, ho trovato delle contraddizioni tra i due tomi e in questa dispensa ho dovuto abbondantemente scervellarmi per cercare di conciliarle.

Per l'Ufficio delle Tenebre celebrato normalmente: Manuel de liturgie... cit., Tomo II, pag. 277-278 e pag. 281-285.

Idem, Esposizione delle Sacre Cerimonie... cit., Tomo II, pag. 217-219

Per l'Ufficio delle Tenebre celebrato pontificalmente: Les Fonctions Pontificales... cit., pag. 74-79.

Per la celebrazione della Messa in Coena Domini, della Messa dei Presantificati e della Vigilia Pasquale

Nelle chiese dotate di Clero numeroso, a norma del Missale Romanum: Manuel de liturgie... cit., Tomo II, pag. 285-346.

Idem, Esposizione delle Sacre Cerimonie... cit., Tomo II, pag. 220-254

Nelle piccole chiese con scarso Clero, a norma del Memoriale Rituum: Manuel de liturgie... cit., Tomo II, pag. 436-474

Celebrata pontificalmente, a norma del Caeremoniale Episcoporum: L. Stercky, Les Fonctions Pontificales... cit.,, Tomo II, pag. 80-246.


Ancora, consiglio molto vivamente quest'ottimo sito sulla Settimana Santa tradizionale (anteriore al 1955), il quale mette a disposizione tanto per il Clero che per i fedeli delle risorse liturgiche in pdf, sia dei libri liturgici (Messale, Memoriale Rituum, Ufficio della Settimana Santa, Cantus Passionis, vi si trova anche il Baldeschi) che l'esposizione commentata di queste sacre funzioni, ed anche degli articoli sull'argomento:

https://www.pre1955holyweek.com/home-italiano


Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger sul Tempo di Passione:

Storia del Tempo di Passione: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/tempo-di-passione-lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitolo-i-storia-del-tempo-di-passione-e-della-settimana-santa/

Mistica del Tempo di Passione: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/tempo-di-passione-lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitolo-ii-mistica-del-tempo-di-passione-e-della-settimana-santa/

Pratica del Tempo di Passione: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/tempo-di-passione-lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitolo-iii-pratica-del-tempo-di-passione-e-della-settimana-santa/

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