22 agosto 2021

Lunedì 23 Agosto 2021 nella liturgia



Festa di San Filippo Benizi Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco. Commemorazione della Vigilia di San Bartolomeo Apostolo.

Alla Scrittura occorrente del Mattutino incomincia il Libro dell'Ecclesiastico, impedito ieri.

Primi Vespri della Festa di San Bartolomeo Apostolo, Doppio di II Classe, colore liturgico rosso. Commemorazione di San Filippo Benizi.


Qui per le peculiarità del Tempo dopo Pentecoste:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/05/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


Al Breviario

All'Ufficio di San Filippo Benizi:

Antifone e Salmi dal Salterio (3 Notturni a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di un Confessore non Pontefice. Letture del I Notturno dal Proprio del Tempo alla IV Domenica di Agosto con i loro Responsori; nella sola recita privata del Breviario si possono dire le tre Letture della Domenica riunite senza soluzione di continuità come I Lettura del I Notturno seguita dal I Responsorio della Domenica, le prime due Letture del Lunedì ugualmente riunite in una come II Lettura e seguita dal II Responsorio della Domenica; infine la III Lettura del Lunedì letta singolarmente sempre col III Responsorio della Domenica. Letture del II Notturno, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 23 Agosto, per la commemorazione della Vigilia si prendono l'Antifona al Benedictus e il Versetto dal Salterio del II Schema delle Lodi). Prime due Letture del III Notturno dal Comune, come IX Lezione della Vigilia si legge la I Lezione dal Comune delle Vigilie degli Apostoli (nella sola recita privata la IX Lezione del Comune di un Confessore non Pontefice si può congiungere all'VIII, e al suo posto si possono leggere continuativamente le tre Letture del Comune delle Vigilie degli Apostoli seguite dal Te Deum).

La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino è <<meruit supremos laudis honores>>. Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio e le Preci si omettono.

All'Ufficio di San Bartolomeo:

Ai Vespri tutto dal Comune degli Apostoli, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 24 Agosto). Compieta della Domenica.

Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio e le Preci si omettono.


Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Festa di San Filippo Benizi Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco.

Col Breviario tradizionale la Vigilia di San Bartolomeo, la Festa di San Bartolomeo e la Festa di San Luigi possono essere, rispettivamente, o il 23, 24 e 25 Agosto, oppure il 24, 25 e 26 Agosto: il Breviario non specifica in quali Paesi si segue il primo sistema di date e in quale il secondo (viene solo detto che a Roma si segue quest'ultimo), bisogna attenersi al Proprio della Nazione o Diocesi o Congregazione Religiosa o della parrocchia. Per coloro che celebrano oggi la Vigilia di San Bartolomeo, se ne fa commemorazione a Mattutino e Lodi, ed inoltre secondo la disciplina canonica del Corpus Juris Canonici (anteriore al Codice del 1917) la Vigilia comporta il digiuno e l'astinenza.

Alla Scrittura occorrente del Mattutino incomincia il Libro dell'Ecclesiastico, impedito ieri.

A seconda del calendario proprio, o si celebrano i Secondi Vespri di San Filippo Benizi, o i Primi Vespri di San Bartolomeo con la commemorazione di San Filippo Benizi.


1) Laddove la Festa di San Bartolomeo si celebra il 24 Agosto

All'Ufficio di San Filippo Benizi:

Tutto dal Comune di un Confessore non Pontefice con i Salmi riportati a Mattutino e quelli domenicali a Lodi (a Prima come alle Feste)Letture del I Notturno dal Proprio del Tempo alla IV Domenica di Agosto con i Responsori del Lunedì, oppure, indifferentemente, tanto nella recita corale del Breviario che in quella privata si possono dire le tre Letture della Domenica riunite senza soluzione di continuità come I Lettura del I Notturno seguita dal I Responsorio del Lunedì, le prime due Letture del Lunedì ugualmente riunite in una come II Lettura e seguita dal II Responsorio del Lunedì; infine la III Lettura letta singolarmente col suo Responsorio. Letture del II Notturno, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 23 Agosto, per la commemorazione della Vigilia si prendono l'Antifona al Benedictus e il Versetto del Salterio delle Lodi). Prime due Letture del III Notturno dal Comune, come IX Lezione della Vigilia si legge la I Lezione dal Comune delle Vigilie degli Apostoli (oppure, a scelta, la IX Lezione del Comune di un Confessore non Pontefice si può congiungere all'VIII, e al suo posto si possono leggere continuativamente le tre Letture del Comune delle Vigilie degli Apostoli seguite dal Te Deum).

La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino è <<meruit beatas scandere sedes>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hodie laetus meruit secreta scandere coeli>>. Le Antifone si raddoppiano, le Commemorazioni Comuni e le Preci si omettono.

All'Ufficio di San Bartolomeo:

i Vespri tutto dal Comune degli Apostoli, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 24 Agosto).

Le Antifone si raddoppiano, le Commemorazioni Comuni e le Preci si omettono.


2) Laddove la Festa di San Bartolomeo si celebra il 25 Agosto

Tutto come sopra eccetto che la IX Lezione è quella del Comune di un Confessore non Pontefice e non si fa commemorazione della Vigilia di San Bartolomeo, che si celebra domani. Ai Vespri tutto dal Comune, Orazione dal Proprio dei Santi (sempre al 23 Agosto)


Al Messale

Messa Justus dal Comune di un Confessore non Pontefice con le Orazioni al 23 Agosto:

  • Gloria in excelsis
  • Si dicono due Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda è la commemorazione della Vigilia di San Bartolomeo
  • Prefazio Comune
  • Ite Missa est
  • Come Ultimo Vangelo si legge quello della Messa della Vigilia di San Bartolomeo (dalla Messa Ego autem del Comune delle Vigilie degli Apostoli).

Le Messe private possono essere della Vigilia (colore liturgico violaceo): senza Gloria né Alleluia, prima Orazione della Messa, seconda di San Filippo Benizi, Benedicamus Domino, Prologo di San Giovanni.

Oggi si celebrano due Messe Conventuali: dopo Terza quella di San Filippo Benizi come sopra, ma senza commemorazioni, e dopo Nona quella della Vigilia di San Bartolomeo: in questo caso non si fanno commemorazioni ma la prima Orazione è della Messa, la seconda di S. Maria Concede, e la terza Contro i persecutori della Chiesa oppure per il Papa, ed essendo la Vigilia di rito Semplice, se ne possono aggiungere altre due o quattro ad libitum.


Letture del Mattutino (in latino)

AD I NOCTURNUM

Lectio 1

Incipit liber Ecclesiástici

Eccli 1:1-5

Omnis sapiéntia a Dómino Deo est et cum illo fuit semper et est ante ævum. Arénam maris et plúviæ guttas, et dies sǽculi, quis dinumerávit? Altitúdinem cæli, et latitúdinem terræ, et profúndum abýssi, quis diménsus est? Sapiéntiam Dei præcedéntem ómnia quis investigávit? Prior ómnium creáta est sapiéntia, et intelléctus prudéntiæ ab ævo. Fons sapiéntiæ Verbum Dei in excélsis, et ingréssus illíus mandáta ætérna.

Lectio 2, Eccli 1:6-10

Radix sapiéntiæ cui reveláta est? et astútias illíus quis agnóvit? Disciplína sapiéntiæ cui reveláta est et manifestáta? et multiplicatiónem ingréssus illíus quis intelléxit? Unus est altíssimus, Creátor omnípotens, et Rex potens et metuéndus nimis, sedens super thronum illíus et dóminans, Deus. Ipse creávit illam in Spíritu Sancto, et vidit, et dinumerávit, et mensus est. Et effúdit illam super ómnia ópera sua, et super omnem carnem, secúndum datum suum, et prǽbuit illam diligéntibus se.

Lectio 3, Eccli 1:11-15

Timor Dómini glória, et gloriátio, et lætítia, et coróna exsultatiónis. Timor Dómini delectábit cor, et dabit lætítiam, et gáudium, et longitúdinem diérum. Timénti Dóminum bene erit in extrémis, et in die defunctiónis suæ benedicétur. Diléctio Dei honorábilis sapiéntia; quibus autem apparúerit in visu díligunt eam in visióne, et in agnitióne magnálium suórum. Inítium sapiéntiæ timor Dómini: et cum fidélibus in vulva concreátus est.

AD II NOCTURNUM

Lectio 4

Philippus ex nobili Benitiorum familia Florentiæ natus, futuræ sanctitatis jam inde ab incunabulis indicium præbuit. Vix enim quintum ætatis mensem ingressus linguam in voces mirifice solvit, hortatusque fuit matrem, ut Deiparæ Servis eleemosynam impertiret. Adolescens, dum Parisiis litterarum studia cum pietatis ardore conjungeret, plurimos ad cælestis patriæ desiderium inflammavit. Reversus in patriam, et singulari visione a beatissima Virgine in Servorum suorum familiam nuper institutam vocatus, in Senarii montis antrum concessit, ubi asperam quidem jugi corporis castigatione, sed Christi Domini cruciatum meditatione suavem vitam duxit: indeque per universam pene Europam, magnamque Asiæ partem, quam evangelicis prædicationibus obivit, sodalitia Septem Dolorum Dei Matris instituit, suumque ordinem eximio virtutum exemplo propagavit.

Lectio 5

Divinæ caritatis et catholicæ fidei dilatandæ ardore vehementer accensus, sui ordinis Generalis reluctans atque invitus renuntiatus, fratres ad prædicandum Christi Evangelium in Scythiam misit: ipse vero plurimas Italiæ urbes concursans, gliscentes in eis civium discordias composuit, multasque ad Romani Pontificis obedientiam revocavit; nihilque de studio alienæ salutis omittens, perditissimos homines e vitiorum cœno ad pœnitentiam ac Jesu Christi amorem perduxit. Orationi summopere addictus, sæpe in extasim rapi visus est. Virginitatem vero adeo coluit, ut ad extremum usque spiritum voluntariis ac durissimis suppliciis illibatam custodierit.

Lectio 6

Effloruit in eo jugiter singularis erga pauperes misericordia, sed præcipue cum apud Camilianum agri Senensis vicum leproso nudo eleemosynam petenti propriam, qua indutus erat, vestem fuit elargitus: qua ille contectus, statim a lepra mundatus est. Cujus miraculi cum longe lateque fama manasset, nonnulli ex cardinalibus, qui Viterbium, Clemente quarto vita functo, pro successore deligendo convenerant, in Philippum, cujus cælestem étiam prudentiam perspectam habebant, intenderunt. Quo comperto vir Dei, ne forte pastoralis regiminis onus subire cogeretur, apud Tuniatum montem tamdiu delituit, donec Gregorius decimus Pontifex Maximus fuerit renuntiatus: ubi balneis, quæ étiam hodie sancti Philippi vocantur, virtutem sanandi morbos suis precibus impetravit. Denique Tuderti, anno millesimo ducentesimo octogesimo quinto in Christi Domini e cruce pendentis amplexu, quem suum appellabat librum, sanctissime ex hac vita migravit. Ad ejus tumulum cæci visum, claudi gressum, mortui vitam receperunt. Quibus aliisque plurimis fulgentem signis Clemens decimus Pontifex Maximus sanctorum numero adscripsit.

AD III NOCTURNUM

Lectio 7

Léctio sancti Evangélii secúndum Lucam

Luc 12:32-34

In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Nolíte timére pusíllus grex, quia complácuit Patri vestro dare vobis regnum. Et réliqua.

Homilía sancti Bedæ Venerábilis Presbýteri

Lib. 4 Cap. 54 in Luc. 12

Pusíllum gregem electórum, vel ob comparationem majóris numeri reproborum, vel pótius ob humilitátis devotiónem nóminat: quia vidélicet Ecclésiam suam quantalibet numerositate jam dilatatam, tamen usque ad finem mundi humilitáte vult crescere, et ad promíssum regnum humilitáte perveníre. Ideóque ejus labóres blande consolátus, quam regnum Dei tantum quærere præcipit, eídem regnum a Pátre dandum complacita benignitate promittit.

Lectio 8

Vendite quæ possidetis, et date eleemosynam. Nolíte, inquit, timére, ne propter regnum Dei militantibus, hujus vitæ necessaria desint: quin étiam possessa propter eleemosynam vendite. Quod tunc digne fit, quando quis semel pro Dómino suis ómnibus spretis, nihilóminus post hæc labóre mánuum, unde et victum transigere, et eleemosynam dare queat, operátur. Unde gloriatur Apóstolus, dicens: Argéntum, et aurum, aut vestem nullius concupívi: ipsi scitis, quóniam ad ea quæ mihi opus erant, et his qui mecum sunt, ministraverunt manus istæ. Ómnia osténdi vobis, quóniam sic laborántes opórtet suscípere infirmos.

Lectio 9

Pro Vigilia S. Bartholomæi Apostoli

Léctio sancti Evangélii secúndum Joánnem

Joann 15:12-16

In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Hoc est præcéptum meum, ut diligátis ínvicem, sicut diléxi vos. Et réliqua.

Homilía sancti Gregórii Papæ

Homilia 27 in Evangelia

Cum cuncta sacra elóquia Domínicis plena sint præcéptis quid est quod de dilectióne, quasi de singulári mandáto, Dóminus dicit, Hoc est præcéptum meum, ut diligátis ínvicem: nisi quia omne mandátum de sola dilectióne est: et omnia unum præcéptum sunt? Quia quidquid præcípitur, in sola caritáte solidátur. Ut enim multi árboris rami ex una radíce pródeunt: sic multæ virtútes ex una caritáte generántur. Nec habet áliquid viriditátis ramus boni óperis, si non manet in radíce caritátis.


Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

I NOTTURNO

Lettura 1

Incomincia il libro dell'Ecclesiastico

Eccli 1:1-5

Ogni sapienza è dal Signore Dio, e fu sempre con lui, ed essa è prima dei secoli. L'arena del mare e le gocce della pioggia e i giorni dei secoli chi li ha contati? L'altezza del cielo e l'ampiezza della terra e la profondità dell'abisso chi l'ha misurata? La sapienza di Dio la quale ogni cosa precede, chi l'ha investigata? Prima d'ogni cosa fu creata la sapienza, e la saggia intelligenza esiste da tutti i tempi. Fonte della sapienza è il Verbo di Dio lassù nell'alto, e le sue vie sono gli eterni comandamenti.

Lettura 2, Eccli 1:6-10

La radice della sapienza a chi fu svelata? e le sue finezze chi le conosce? La condotta della sapienza a chi fu mai svelata e manifestata? e le molteplici sue vie chi le comprese? Vi è un solo altissimo, Creatore onnipotente, Re potente, assai tremendo, seduto sul suo trono e dominatore, Iddio. Egli la creò insieme collo Spirito Santo, e la mirò, la calcolò e la misurò. E la diffuse in tutte le opere sue e in tutti i mortali a misura della sua liberalità e ne fece dono a quelli che lo amano.

Lettura 3, Eccli 1:11-16

Il timore del Signore è una gloria e un vanto, è gioia e corona di trionfo. Il timore del Signore allieta il cuore e porta allegrezza e gaudio e lunga vita. Chi teme il Signore si ritroverà bene all'ultimo, e nel giorno di sua morte sarà benedetto. L'amor di Dio è gloriosa sapienza; e a quanti si dà a conoscere l'amano appena la vedono e considerano le sue grandi opere. Principio della sapienza è il timore del Signore, (timore) che coi fedeli è creato insieme nel seno materno.

II NOTTURNO

Lettura 4

Filippo, nato a Firenze dalla nobile famiglia Benizi, fin dalla cuna diede indizio della futura santità; perché, aveva appena cinque mesi, allorché la sua lingua si sciolse miracolosamente per esortare la madre a far elemosina ai frati Serviti. Adolescente, accoppiando a Parigi lo studio delle lettere con un'ardente pietà, accese in moltissimi il desiderio della patria celeste. Ritornato in patria, e in una singolare visione chiamato dalla beatissima Vergine nell'ordine dei Serviti istituito di fresco, si ritirò in una grotta del monte Senario, dove visse giorni pieni di dolcezza, sottomettendo il corpo a continue e rudi austerità, e meditando le sofferenze del Signore Crocifisso. Quindi percorse quasi tutta l'Europa e gran parte dell' Asia predicandovi il Vangelo, fondando conventi dei Sette Dolori della Madre di Dio, e propagando il suo ordine col raro esempio delle sue virtù.

Lettura 5

Il fuoco della divina carità onde ardeva e lo zelo per la propagazione della fede cattolica avendolo fatto eleggere, nonostante le sue resistenze, Generale del suo ordine, inviò i suoi frati a predicare il Vangelo nella Russia. Egli stesso percorse moltissime città d'Italia, componendo discordie sempre più pullulanti fra i cittadini, e riconducendone molte all'obbedienza del Romano Pontefice; e non omettendo nulla di quanto può contribuire alla salvezza del prossimo, trasse uomini i più perversi dal fango del vizio alla penitenza e all'amore di Gesù Cristo. Sommamente assiduo all'orazione, fu veduto spesso rapito in estasi. Ebbe sì cara la verginità, che s'inflisse volontariamente le più dure mortificazioni per mantenerla intatta fino all'ultimo respiro.

Lettura 6

Si vide costantemente risplendere in lui una tenera compassione verso i poveri, specialmente allorché presso Camiliano, villaggio nel territorio di Siena, diede il proprio vestito che portava addosso a un lebbroso nudo, che gli domandava l'elemosina. Questi, appena se l'ebbe messo, fu subito mondato dalla lebbra. La fama del qual miracolo sparsasi dappertutto, parecchi cardinali, riuniti a Viterbo per l'elezione del successore di Clemente IV, misero gli occhi su Filippo, di cui conoscevano del resto la prudenza tutta celeste. Saputolo l'uomo di Dio, temendo di vedersi imporre la carica di supremo pastore, rimase nascosto sul monte Tuniato finché non fu proclamato sommo Pontefice Gregorio X; e là esiste tuttora una sorgente, detta ancor oggi fontana di san Filippo, che deve alle sue preghiere la virtù di guarire i malati. Infine lasciò santissimamente questa vita nell'anno 1285 a Todi, abbracciato al Signore Crocifisso, che chiamava il suo libro. Sulla sua tomba i ciechi riebbero la vista, gli zoppi la sanità, i morti la vita. Celebre per questi ed altri moltissimi prodigi, il sommo Pontefice Clemente X l'iscrisse nel numero dei Santi.

III NOTTURNO

Lettura 7

Lettura del santo Vangelo secondo Luca

Luca 12:32-35

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: "Non temete, piccolo gregge: poiché piacque al Padre vostro dare a voi il regno". Eccetera.

Omelia di San Beda il Venerabile Presbitero

Libro 4 cap. 54 su Luca 12

Chiama piccolo il gregge degli eletti, o per comparazione del maggior numero dei dannati, o meglio per la devozione dell'umiltà: poiché, sebbene la sua Chiesa sia già estesa con quanta mai numerosità, tuttavia vuole che cresca fino alla fine del mondo in umiltà, e che raggiunga con l'umiltà il regno promesso. Pertanto, dopo aver consolato delicatamente le sue fatiche, colei a cui ha ordinato di cercare soltanto il regno di Dio, alla medesima promette con compiaciuta bontà il regno che verrà donato dal Padre.

Lettura 8

"Vendete le cose che possedete e datele in elemosina". Non temete, disse, che vengano a mancare ai combattenti per il regno di Dio le cose necessarie di questo mondo: che anzi vendete anche le cose possedute per l'elemosina. Ciò allora si fa degnamente, quando uno, una volta disprezzate tutte le sue cose per il Signore, nondimeno dopo di queste con il lavoro delle mani opera sia per avere il vitto sia perché possa dare elemosina. Donde si gloria l'Apostolo, dicendo: "Non ho io desiderato l'argento, e l'oro, le vesti di nessuno: conforme voi sapete che al bisogno mio e di quelli che sono con me servirono queste mani. In tutto vi ho dimostrato come così lavorando, conviene sostenere i deboli".

Lettura 9

Commemorazione della Vigilia di San Bartolomeo Apostolo

Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni

Giov 15:12-16

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: il comandamento mio è questo, che via amiate l'un l'altro, come io ho amato voi. Eccetera

Omelia di San Gregorio Papa

Omelia 27 sui Vangeli

Nonostante tutte le sacre parole siano piene di comandamenti del Signore, com'è che riguardo all'amore, come di un comandamento singolare, il Signore dice, "il comandamento mio è questo, che via amiate l'un l'altro", se non perché ogni comandamento riguarda solamente l'amore e tutti sono un comandamento unico? Perché qualsiasi cosa viene comandata, viene consolidata nella sola carità. Come infatti molti rami di un albero procedono da una sola radice, così molte virtù sono generate dalla sola carità. Ed il ramo della buona azione non ha alcun color verde, se non rimane nella radice della carità.


Ad Primam: il Martirologio del 24 Agosto 2021

Nono Kalendas Septembris, luna sextadecima.



Nel nono giorno alle Calende di Settembre, luna sedicesima.




1) Parti proprie della Messa di San Filippo Benizi (in latino)

INTROITUS

Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur: plantátus in domo Dómini: in átriis domus Dei nostri. --- Bonum est confitéri Dómino: et psállere nómini tuo, Altíssime. --- Glória Patri --- Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur: plantátus in domo Dómini: in átriis domus Dei nostri.

COLLECTAE

Orémus. Deus, qui per beátum Philippum Confessórem tuum, exímium nobis humilitátis exémplum tribuísti: da fámulis tuis próspera mundi ex ejus imitatióne despícere, et cœléstia semper inquírere. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Da, quǽsumus, omnípotens Deus: ut beáti Bartholomæi Apóstoli tui, quam prævenímus, veneránda sollémnitas, et devotiónem nobis áugeat et salútem. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

EPISTOLA

Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios

1 Cor 4:9-14

Fratres: Spectáculum facti sumus mundo et Angelis et homínibus. Nos stulti propter Christum, vos autem prudéntes in Christo: nos infírmi, vos autem fortes: vos nóbiles, nos autem ignóbiles. Usque in hanc horam et esurímus, et sitímus, et nudi sumus, et cólaphis cǽdimur, et instábiles sumus, et laborámus operántes mánibus nostris: maledícimur, et benedícimus: persecutiónem pátimur, et sustinémus: blasphemámur, et obsecrámus: tamquam purgaménta hujus mundi facti sumus, ómnium peripséma usque adhuc. Non ut confúndant vos, hæc scribo, sed ut fílios meos caríssimos móneo: in Christo Jesu, Dómino nostro.

GRADUALE

Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium. Lex Dei ejus in corde ipsíus: et non supplantabúntur gressus ejus.

ALLELUJA

Allelúja, allelúja. Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. Allelúja.

EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.

Luc 12:32-34

In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Nolíte timére, pusíllus grex, quia complácuit Patri vestro dare vobis regnum. Véndite quæ possidétis, et date eleemósynam. Fácite vobis sácculos, qui non veteráscunt, thesáurum non deficiéntem in cœlis: quo fur non apprópiat, neque tínea corrúmpit. Ubi enim thesáurus vester est, ibi et cor vestrum erit.

OFFERTORIUM

Orémus. In virtúte tua, Dómine, lætábitur justus, et super salutáre tuum exsultábit veheménter: desidérium ánimæ ejus tribuísti ei.

SECRETAE

Præsta nobis, quǽsumus, omnípotens Deus: ut nostræ humilitátis oblátio et pro tuórum tibi grata sit honóre Sanctórum, et nos córpore páriter et mente puríficet. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Apostólici reveréntia cúlminis offeréntes tibi sacra mystéria, Dómine, quae; sumus: ut beáti Bartholomæi Apóstoli tui suffrágiis, cujus natalícia prævenímus; plebs tua semper et sua vota deprómat, et desideráta percípiat. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

COMMUNIO

Amen, dico vobis: quod vos, qui reliquístis ómnia et secúti estis me, céntuplum accipiétis, et vitam ætérnam possidébitis.

POSTCOMMUNIO

Orémus. Quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui cœléstia aliménta percépimus, intercedénte beáto Philíppo Confessóre tuo, per hæc contra ómnia advérsa muniámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Sancti Apóstoli tui Bartholomæi, quǽsumus, Dómine, supplicatióne placátus: et veniam nobis tríbue, et remédia sempitérna concéde. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

ULTIMUM EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.

Joann 15:12-16

In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Hoc est præcéptum meum, ut diligátis ínvicem, sicut diléxi vos. Majórem hac dilectiónem nemo habet, ut ánimam suam ponat quis pro amícis suis. Vos amíci mei estis, si fecéritis quæ ego præcípio vobis. Jam non dicam vos servos: quia servus nescit, quid fáciat dóminus ejus. Vos autem dixi amícos: quia ómnia, quæcúmque audivi a Patre meo, nota feci vobis. Non vos me elegístis: sed ego elégi vos, et posui vos, ut eátis, et fructum afferátis: et fructus vester maneat: ut, quodcúmque petiéritis Patrem in nómine meo, det vobis.


Traduzione italiana della Messa di San Filippo Benizi

INTROITO

Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro sul Libano. Chi è piantato nella Casa di Dio fiorirà nel tempio del Dio nostro. --- È bene cantare la gloria al Signore: e lodare, Altissimo, il tuo Nome. --- Gloria --- Il giusto fiorirà come palma, crescerà come un cedro sul Libano. Chi è piantato nella Casa di Dio fiorirà nel tempio del Dio nostro.

COLLETTE

Preghiamo. O Dio, che nel tuo beato Confessore Filippo ci hai offerto mirabile esempio di umiltà, concedi ai tuoi servi di disprezzare, come lui, le glorie del mondo e di ricercare sempre i beni celesti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Fa, Dio onnipotente, che l'augusta solennità, alla quale ci prepariamo, del tuo beato Apostolo Bartolomeo, aumenti in noi la devozione e l'aiuto per la salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

EPISTOLA

Lettura della Lettera di san Paolo apostolo ai Corinti.

1 Cor 4:9-14

Fratelli: siamo divenuti spettacolo al mondo, agli Angeli e agli uomini. Noi stolti per Cristo e voi prudenti in Cristo; noi deboli e voi forti; voi onorati e noi disprezzati. Anche in questo momento noi soffriamo fame e nudità; siam presi a schiaffi, e non abbiamo ove posarci; e ci affanniamo a lavorare con le nostre mani; maledetti, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, preghiamo; sino ad ora trattati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti! Non per farvi arrossire vi scrivo queste cose, ma per ammonirvi come carissimi miei figlioli, in Gesù Cristo Signor nostro.

GRADUALE

La bocca del giusto esprime sapienza e la sua lingua parla giudizio. Ha nel cuore la legge del suo Dio e i suoi passi non sono esitanti.

ALLELUIA

Alleluia, alleluia. Beato l'uomo che teme il Signore, e molto si compiace nei suoi comandi. Alleluia.

VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.

Luc 12:32-34

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Non temere, piccolo gregge, perché è piaciuto al Padre vostro di dare a voi il regno. Vendete i vostri beni e dateli in elemosina. Fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro che mai vien meno nei cieli, dove il ladro non giunge e la tignuola non consuma; dove è il vostro tesoro ci sarà pure il vostro cuore».

OFFERTORIO

Preghiamo. O Signore, il giusto si allieta della tua potenza, e del tuo soccorso quanto esulta! Tu hai saziato il desiderio del suo cuore.

SECRETE

Fa'. o Signore, Dio onnipotente, te ne preghiamo, che questa umile offerta riesca a te gradita per l'onore dei tuoi Santi, e a noi sia di purificazione nel corpo e nell'anima. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Mentre ti offriamo i sacri misteri con la reverenza del culmine apostolico, ti preghiamo, o Signore, affinché tramite i suffragi del beato Bartolomeo tuo Apostolo, la cui festa ci prepariamo a celebrare, il tuo popolo ottenga i suoi voti e riceva le cose che desidera. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PREFAZIO COMUNE

E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).

COMUNIONE

In verità vi dico che voi, che avete abbandonato ogni cosa e mi avete seguito, riceverete il centuplo e possederete la vita eterna.

POST-COMUNIONE

Preghiamo. Ti supplichiamo, Dio onnipotente; per mezzo di questi celesti nutrimenti e per l'intercessione del beato Filippo Confessore tuo, siamo irrobustiti contro ogni avversità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Ti preghiamo, o Signore, affinché placato dalla supplica del tuo santo Apostolo Bartolomeo, tu ci conceda il perdono ed attribuisca gli eterni rimedi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

ULTIMO VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.

Giov 15:12-16

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «II comandamento mio è questo: che vi amiate a vicenda come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di chi dà la propria vita per i suoi amici. Voi siete gli amici miei se fate quanto vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quel che fa il padrone. Ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto sapere tutto quello che ho sentito dal Padre mio. Non voi avete eletto me, ma son io che ho eletto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutti e frutti duraturi: così che, qualunque cosa voi chiederete al Padre in nome mio, egli ve la concederà».


2) Parti proprie della Messa della Vigilia di San Bartolomeo (in latino)

INTROITUS

Ego autem, sicut olíva fructífera in domo Dómini, sperávi in misericórdia Dei mei: et exspectábo nomen tuum, quóniam bonum est ante conspéctum sanctórum tuorum. --- Quid gloriáris in malítia: qui potens es in iniquitáte? --- Glória Patri --- Ego autem, sicut olíva fructífera in domo Dómini, sperávi in misericórdia Dei mei: et exspectábo nomen tuum, quóniam bonum est ante conspéctum sanctórum tuorum.

COLLECTAE

Orémus. Da, quǽsumus, omnípotens Deus: ut beáti Bartholomæi Apóstoli tui, quam prævenímus, veneránda sollémnitas, et devotiónem nobis áugeat et salútem. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Deus, qui per beátum Philippum Confessórem tuum, exímium nobis humilitátis exémplum tribuísti: da fámulis tuis próspera mundi ex ejus imitatióne despícere, et cœléstia semper inquírere. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

EPISTOLA

Léctio libri Sapiéntiæ.

Eccli 44:25-27; 45:2-4, 6-9

Benedíctio Dómini super caput justi. Ideo dedit illi Dóminus hereditátem, et divísit illi partem in tríbubus duódecim: et invénit grátiam in conspéctu omnis carnis. Et magnificávit eum in timóre inimicórum, et in verbis suis monstra placávit. Glorificávit illum in conspéctu regum, et jussit illi coram pópulo suo, et osténdit illi glóriam suam. In fide et lenitáte ipsíus sanctum fecit illum, et elégit eum ex omni carne. Et dedit illi coram præcépta, et legem vitæ et disciplínæ, et excélsum fecit illum. Státuit ei testaméntum ætérnum, et circumcínxit eum zona justítiæ: et índuit eum Dóminus corónam glóriæ.

GRADUALE

Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur in domo Dómini. Ad annuntiándum mane misericórdiam tuam, et veritátem tuam per noctem.

EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.

Joann 15:12-16

In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Hoc est præcéptum meum, ut diligátis ínvicem, sicut diléxi vos. Majórem hac dilectiónem nemo habet, ut ánimam suam ponat quis pro amícis suis. Vos amíci mei estis, si fecéritis quæ ego præcípio vobis. Jam non dicam vos servos: quia servus nescit, quid fáciat dóminus ejus. Vos autem dixi amícos: quia ómnia, quæcúmque audivi a Patre meo, nota feci vobis. Non vos me elegístis: sed ego elégi vos, et posui vos, ut eátis, et fructum afferátis: et fructus vester maneat: ut, quodcúmque petiéritis Patrem in nómine meo, det vobis.

OFFERTORIUM

Orémus. Glória et honore coronásti eum: et constituísti eum super ópera mánuum tuárum, Dómine.

SECRETAE

Apostólici reveréntia cúlminis offeréntes tibi sacra mystéria, Dómine, quae; sumus: ut beáti Bartholomæi Apóstoli tui suffrágiis, cujus natalícia prævenímus; plebs tua semper et sua vota deprómat, et desideráta percípiat. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Præsta nobis, quǽsumus, omnípotens Deus: ut nostræ humilitátis oblátio et pro tuórum tibi grata sit honóre Sanctórum, et nos córpore páriter et mente puríficet. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

PRAEFATIO COMMUNIS

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

COMMUNIO

Magna est glória ejus in salutári tuo: glóriam et magnum decórem impónes super eum, Dómine.

POSTCOMMUNIO

Orémus. Sancti Apóstoli tui Bartholomæi, quǽsumus, Dómine, supplicatióne placátus: et veniam nobis tríbue, et remédia sempitérna concéde. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui cœléstia aliménta percépimus, intercedénte beáto Philíppo Confessóre tuo, per hæc contra ómnia advérsa muniámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.


Traduzione italiana della Messa della Vigilia di San Bartolomeo

INTROITO

Ma io sono come olivo fecondo nella casa di Dio; ho sperato nella misericordia di Dio e confiderò nel tuo nome, perché è buono nel cospetto dei santi. --- Perché ti glorii nella malizia, tu, che sei potente nell'iniquità? --- Gloria --- Ma io sono come olivo fecondo nella casa di Dio; ho sperato nella misericordia di Dio e confiderò nel tuo nome, perché è buono nel cospetto dei santi.

COLLETTE

Preghiamo. Fa, Dio onnipotente, che l'augusta solennità, alla quale ci prepariamo, del tuo beato Apostolo Bartolomeo, aumenti in noi la devozione e l'aiuto per la salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. O Dio, che nel tuo beato Confessore Filippo ci hai offerto mirabile esempio di umiltà, concedi ai tuoi servi di disprezzare, come lui, le glorie del mondo e di ricercare sempre i beni celesti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

EPISTOLA

Lettura del libro della Sapienza.

Eccli 44:25-27; 45:2-4, 6-9

La benedizione del Signore è sopra il capo del giusto. Pertanto il Signore gli diede un'eredità, e divise per lui una parte nelle dodici tribù: e trovò grazia al cospetto di ogni uomo. E lo rese grande con timore dei nemici, e placò le belve con le sue parole. Lo glorificò davanti ai re, e lo comandò davanti al suo popolo, e gli mostrò la sua gloria. Lo fece santo per la fede e la mansuetudine di lui, e lo elesse fra tutti gli uomini. E diede precetti davanti a lui e legge di vita e disciplina, e lo rese eccelso. Stabilì per lui un patto eterno, e gli cinse attorno la cintura della giustizia: ed il Signore gli fece indossare la corona di gloria.

GRADUALE

Il giusto fiorirà come la palma: crescerà come il cedro del Libano nella casa del Signore. Per celebrare al mattino la tua misericordia: e la tua verità nella notte.

VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.

Giov 15:12-16

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «II comandamento mio è questo: che vi amiate a vicenda come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di chi dà la propria vita per i suoi amici. Voi siete gli amici miei se fate quanto vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quel che fa il padrone. Ma vi ho chiamati amici, perché vi ho fatto sapere tutto quello che ho sentito dal Padre mio. Non voi avete eletto me, ma son io che ho eletto voi, e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutti e frutti duraturi: così che, qualunque cosa voi chiederete al Padre in nome mio, egli ve la concederà».

OFFERTORIO

Preghiamo. Lo hai coronato di gloria e di onore: e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani, o Signore.

SECRETE

Mentre ti offriamo i sacri misteri con la reverenza del culmine apostolico, ti preghiamo, o Signore, affinché tramite i suffragi del beato Bartolomeo tuo Apostolo, la cui festa ci prepariamo a celebrare, il tuo popolo ottenga i suoi voti e riceva le cose che desidera. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Fa'. o Signore, Dio onnipotente, te ne preghiamo, che questa umile offerta riesca a te gradita per l'onore dei tuoi Santi, e a noi sia di purificazione nel corpo e nell'anima. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PREFAZIO COMUNE

E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).

COMUNIONE

Grande è la sua gloria per la salvezza da te avuta, lo ammanterai di gloria e di grande splendore, o Signore.

POST-COMUNIONE

Preghiamo. Ti preghiamo, o Signore, affinché placato dalla supplica del tuo santo Apostolo Bartolomeo, tu ci conceda il perdono ed attribuisca gli eterni rimedi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Ti supplichiamo, Dio onnipotente; per mezzo di questi celesti nutrimenti e per l'intercessione del beato Filippo Confessore tuo, siamo irrobustiti contro ogni avversità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

23 AGOSTO SAN FILIPPO BENIZI, CONFESSORE

L’apostolo dei Dolori di Maria.

La Madonna regna ora nei cieli e il suo trionfo sulla morte avvenne senza fatica, ma è tuttavia con la sofferenza che meritò come Gesù , di entrare nella sua gloria (Le. 24, 26). Noi giungeremo alla felicità senza fine con Gesù e con la Madre sua per la stessa strada. Ricordiamo le dolci gioie gustate in questi giorni, ma non dimentichiamo che per noi il cammino non è terminato. Perchè state a guardare il cielo? dicevano gli Angeli ai discepoli nel giorno dell’Ascensione, che, avendo scrutati per un istante gli orizzonti della patria, non si rassegnavano a riportare gli occhi sopra la valle delle lacrime. Maria, come il Signore, ci invia oggi il suo messaggio dalle altezze radiose nelle quali noi la seguiremo e la circonderemo, dopo aver meritato nelle pene dell’esilio di formare la sua corte. Senza distrarre da Lei le nostre anime, l’apostolo dei suoi dolori, Filippo Benizi, ci richiama alla nostra vera situazione di stranieri e pellegrini sopra la terra.

Lotte di fuori, paure dentro

Sono parole di S. Paolo (II Cor. 7, 5), tale fu in molta parte la vita di Filippo, come per altro anche la storia della sua patria, Firenze, e la storia d’Italia e del mondo nel secolo xm. Nato mentre una mirabile fioritura di santità tendeva a fare della città dei fiori un nuovo Paradiso, egli trovava nello stesso tempo la sua città natale in balia di fazioni sanguinarie, di assalti dell’eresia e di un eccesso di miserie, che provano come Gerusalemme e Babilonia quaggiù si fondano. Il principe del male stava per conoscere le virtù dei reagenti che il cielo teneva in riserva, per sostenere la vecchiaia del mondo. Maria Santissima, davanti a quella situazione, presenta al Figlio sdegnato Domenico e Francesco, che unendo la scienza a tutte le rinuncie, freneranno le ignoranze e le cupidigie del mondo. Nello stesso tempo Filippo Benizi, il Servita della Madre di Dio, riceve da Lei la missione di predicare in Italia, in Francia, in Germania le sofferenze indicibili, che la fecero corredentrice del genere umano.

L’ordine dei Serviti.

Conosciamo già l’origine dei Serviti dalla festa dei sette santi Fondatori celebrata il 12 febbraio. Alcuni pii eremiti fiorentini si erano consacrati alla meditazione della Passione di Cristo e dei dolori della sua santa Madre. La Madonna, per far rifulgere nel mondo la loro ardente carità e la divozione che nutrivano verso di Lei, li ispirò a fondare un ordine religioso, che si proponesse di onorare i suoi Sette Dolori e di lodare la sua dignità di Corredentrice del genere umano. Poco preparati per l’azione, non avevano saputo dare all’ordine dei Serviti la sua forza di conquista e fu necessario un altro capo, che fu san Filippo Benizi. Entrò nella Congregazione a 21 anni, fu Superiore a 34 e con il lavoro, le predicazioni, le missioni e le sofferenze, vi infuse nuovo sviluppo. Fondò numerose case in Europa e, compreso dello spirito dei fondatori, pieno di zelo per la gloria della Madonna, umile tanto che avrebbe voluto restare converso, con una carità ed una misericordia senza limiti, ma ricco di una dottrina che non aveva incertezze e accondiscendenze, fu apostolo inimitabile e diffuse nella Chiesa l’amore di Maria, Madre di Dio e degli uomini, la cui sofferenza unita a quella di Gesù, ci meritò la salvezza e la pace.

Vita. – San Filippo Benizi o Beniti nacque nel 1233, l’anno in cui sette eremiti fiorentini fondavano l’Ordine dei Servi di Maria. Fu inviato ad iniziare gli studi a Parigi e poi a Padova, per apprendere la medicina. Rientrò a Firenze , sua patria, nel 1253 e l’anno seguente, nel convento dei Serviti a Cafaggio, ricevette l’abito nero dei conversi dalle mani del beato Bonfiglio Monaldi, uno dei sette fondatori dell’Ordine. Inviato poi al convento di Monte Senario , alcuni domenicani, che avevano notato la sua viva intelligenza, pregarono i superiori di non lasciare tanta luce sotto il moggio. Il 12 aprile 1259 fu ordinato sacerdote e tre anni dopo nominato maestro dei novizi. Nel 1267 fu quinto generale dell’Ordine. Fece approvare le costituzioni nel 1268, fu al concilio di Lione nel 1274 e nelle discordie, che straziavano i suoi compatriota, a Bologna, Firenze e Pistoia, ebbe ruolo di pacificatore. Nel 1284 ricevette nel terz’ordine delle “mantellate” santa Giuliana Falconieri. Cadde ammalato il 15 agosto del 1285 e morì il 22, baciando il suo crocifisso e dicendo: « Ecco il mio libro. In esso ho tutto imparato: la vita cristiana e la via del paradiso». Fu beatificato da Leone X, canonizzato poi nel 1671 da papa Clemente X e la sua festa fu estesa a tutta la Chiesa nel 1694.

Con la Madre dei dolori.

« Avvicinati, Filippo, e sali su questo carro » (Atti, 8, 29). Mentre il mondo sorrideva alla tua giovinezza e ti offriva fama e piaceri, tu hai udito questa voce: era l’invito di Maria, assisa sul carro d’oro che figurava la vita religiosa cui eri chiamato, e che era discesa fino a te. Un manto di lutto avvolgeva nelle sue pieghe la Regina del cielo, una colomba le volteggiava sul capo, un leone e una pecora trainavano il carro fra precipizi dai quali saliva il sibilo dell’abisso. Era il tuo avvenire che si svelava. Tu dovevi percorrere la terra insieme alla Madre dei dolori e il mondo , minato in ogni sua parte dall’inferno, non avrebbe per te avuto pericoli, perchè dolcezza e fortezza ti sarebbero state guida e ispiratrice la semplicità. Beati i mansueti, perchè possederanno la terra (Mt. 5, 4).

La prova.

Ma l’amabile virtù, che ha questa promessa di impero doveva servirti soprattutto contro il cielo: il cielo, che qualche volta lotta contro i forti e ti riserbava la prova di un supremo abbandono davanti al quale l’Uomo-Dio stesso aveva tremato. Dopo anni di preghiera, di fatiche, di eroica dedizione, conoscesti la ricompensa di un apparente rifiuto da parte di Dio, la riprovazione della Chiesa, la rovina imminente tua e di tutti quelli che Maria a te aveva affidati. Nonostante le parole della Madre di Dio, si ergeva contro l’esistenza dei tuoi figli, i Serviti, nientemeno che l’autorità di due concilii generali dei quali il Vicario di Cristo aveva sospeso le disposizioni. La Madonna volle concederti di attingere al calice delle sue sofferenze. Tu non vedesti il trionfo di una causa, che era la causa della Madonna e non solo tua, ma, salutando da lontano l’adempimento delle promesse come i patriarchi, la tua serena e docile confidenza non fu scossa dalla morte.

Preghiera.

Lo Spirito Santo parve un giorno voler mettere ai tuoi piedi la suprema potestà di quaggiù: come chiede la Chiesa, ricordando l’umiltà che ti fece rifiutare la tiara, ottienici di saper disprezzare i favori temporali e di cercare soltanto il cielo (Colletta del giorno). I fedeli non dimenticano che fosti medico dei corpi, prima di essere medico di anime, ed hanno molta fiducia nell’acqua e nei pani che i tuoi figli benedicono in questa festa e che ricordano i miracolosi favori dei quali è illustrata la vita del loro padre. Abbi riguardo alla fede dei popoli, rispondi al culto speciale con cui ti onorano i medici cristiani. E ora che il carro della prima ora è diventato il carro trionfale sul quale la Madonna ti unisce alla felicità del suo ingresso in cielo, insegnaci a compatire i suoi dolori come tu li compativi per meritare come te di partecipare alla sua gloria nell’eternità.



Purtroppo è impossibile trovare online versioni dell'Anno Liturgico di Dom Guéranger anteriori al 1955, anno in cui, tra le perverse riforme realizzate dal massone apostata Annibale Bugnini, vi è la soppressione della quasi totalità delle Vigilie dal calendario liturgico.


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