31 agosto 2021

Mercoledì 1° Settembre 2021 nella liturgia



Festa di Sant'Egidio Abate, Semplice, colore liturgico bianco. Commemorazione dei Santi dodici Fratelli Martiri.

Primi Vespri della Festa di Santo Stefano Re e Confessore, Semidoppio, colore liturgico bianco.


Qui per le peculiarità del Tempo dopo Pentecoste:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/05/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


Al Breviario

All'Ufficio di Sant'Egidio:

Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di un Confessore non Pontefice. Prime due Letture dal Proprio del Tempo al Mercoledì nella I Settimana di Settembre, III Lezione, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 1° Settembre).

La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino è <<meruit beatas scandere sedes>>. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio di Santo Stefano d'Ungheria:

Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio, il resto dai Primi Vespri di un Confessore non Pontefice, Orazione dal Proprio dei Santi (al 2 Settembre).

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Vespri e le Preci a Compieta. La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Vespri è <<meruit supremos laudis honores>>.


Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Festa di Sant'Egidio Abate, Semplice, colore liturgico bianco. Commemorazione dei Santi dodici Fratelli Martiri.

Essendo oggi il primo giorno del mese libero da Uffici delle IX Lezioni, si recita l'Ufficio dei Defunti. Fuori dal coro non è obbligatorio.

Primi Vespri della Festa di Santo Stefano Re d'Ungheria e Confessore, Semidoppio, colore liturgico bianco.


All'Ufficio di Sant'Egidio:

Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno di 12 Salmi a Mattutino, 4 Salmi a Prima), il resto dal Comune di un Confessore non Pontefice. Prime due Letture dal Proprio del Tempo al Mercoledì nella I Settimana di Settembre, III Lezione, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 1° Settembre).

La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino è <<meruit beatas scandere sedes>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hodie laetus meruit secreta scandere coeli>>. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono cinque Commemorazioni Comuni a Lodi (tutte meno quella della Croce) e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio dei Defunti:

Avendo cantato il Benedicamus Domino di Lodi dell'Ufficio del giorno, senza aggiungere altro si intona direttamente la prima Antifona del III Notturno del Mattutino dei Defunti. Si canta solo questo Notturno con le sue Letture e Responsori (l'ultimo è il Responsorio Libera me Domine de viis inferni, usato quando il III Notturno dell'Ufficio dei Defunti viene recitato come Notturno unico), e seguito da Lodi. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Salmo 129 alle Preci e le tre Orazioni per tutti i fedeli defunti Deus qui inter Apostolicos SacerdotesDeus veniae largitor e Fidelium. Le Lodi terminano col Requiescant in pace. Amen senza aggiungere altro, e seguirà quando stabilito Prima del giorno.

All'Ufficio di Santo Stefano d'Ungheria:

Ai Vespri tutto dai Primi Vespri del Comune di un Confessore non Pontefice con i Salmi indicati (che si prendono dai Primi Vespri del Comune degli Apostoli), Orazione dal Proprio dei Santi (al 2 Settembre).

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono cinque Commemorazioni Comuni a Vespri (tutte meno quella della Croce) e le Preci a Compieta. La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Vespri è <<meruit supremos laudis honores>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hac die laetus meruit supremos laudis honores>>.


Al Messale

Si può celebrare facoltativamente la Messa di Sant'Egidio.

Messa Os justi dal Comune degli Abati con le Orazioni al 1° Settembre:

  • Gloria in excelsis
  • Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda è la commemorazione dei Santi dodici Fratelli Martiri
    • La terza è Ad poscenda suffragia Sanctorum (A cunctis)
    • Le altre ad libitum
  • Prefazio Comune
  • Ite Missa est
  • Prologo di San Giovanni

    Oppure è possibile celebrare una Messa Votiva privata (senza Gloria, tre o cinque o sette Orazioni di cui la prima della Messa, la seconda è la commemorazione di Sant'Egidio, la terza la commemorazione dei Santi Fratelli Martiri e le altre ad libitum, Prefazio della Messa o Comune, Benedicamus Domino), o ancora una Messa quotidiana di Requiem (con tre Orazioni).


    Letture del Mattutino (in latino)

    AD NOCTURNUM

    Lectio 1

    De libro Job

    Job 3:1-5

    Post hæc apéruit Job os suum et maledíxit diéi suo, et locútus est: Péreat dies in qua natus sum, et nox in qua dictum est: Concéptus est homo. Dies ille vertátur in ténebras: non requírat eum Deus désuper, et non illustrétur lúmine; obscúrent eum ténebræ et umbra mortis; óccupet eum calígo, et involvátur amaritúdine.

    Lectio 2, Job 3:6-10

    Noctem illam tenebrósus turbo possídeat; non computétur in diébus anni, nec numerétur in ménsibus. Sit nox illa solitária, nec laude digna; maledícant ei qui maledícunt diéi, qui paráti sunt suscitáre levíathan. Obtenebréntur stellæ calígine ejus, exspéctet lucem et non vídeat, nec ortum surgéntis auróræ; quia non conclúsit óstia ventris, qui portávit me, nec ábstulit mala ab óculis meis.

    Lectio 3

    Ægidius Atheniénsis, regiæ stirpis, a prima ætate divinis litteris et caritátis officiis ita déditus fuit, ut nihil præterea curare viderétur. Itaque, paréntibus mórtuis, totum patrimónium in páuperes erogávit; quin étiam túnicam exuit, ut ægrotum egentem tégeret, qua ille indútus, statim conváluit. Sed multis deinceps clarior miraculis, timens sui nóminis celebritátem, Arelátem ad beátum Cæsárium contendit. A quo post biennium discédens, secessit in eremum; ubi diutius herbárum radicibus et cervæ lacte, quæ státis ad eum horis veniebat, admirábili sanctitáte vixit. Quæ cerva, insequéntibus quodam die cánibus regiis, cum in antrum Ægidii refugísset, Galliæ regem ímpulit, ut ab eo summis precibus péteret, ut in loco speluncæ monastérium éxstrui paterétur. Cujus administratiónem, flagitante rege, invitus suscépit; eoque munere aliquot annis prudenter piéque gesto, migrávit in cælum.


    Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

    NOTTURNO UNICO

    Lettura 1

    Dal libro di Giobbe

    Job 3:1-5

    Dopo di ciò Giobbe aprì la bocca per maledire il suo giorno, e parlò così: Perisca il giorno in cui nacqui, e la notte in cui fu detto; È concepito un uomo. Quel giorno si cangi in tenebre: non lo cerchi Dio dall'alto; e non sia rischiarato da luce; l'oscurino le tenebre e l'ombra di morte; lo investa la caligine e sia avvolto nell'amarezza.

    Lettura 2, Job 3:6-10

    Un turbine tenebroso pervada quella notte; non sia computata fra i giorni dell'anno, né annoverata tra i mesi. Quella notte sia solitaria né degna di udir canti; la maledicano quelli che imprecano al giorno, che ardiscono di svegliare il leviatan. Per la sua caligine si oscurino le stelle, essa aspetti la luce, senza mai vederla, né veda lo spuntar dell'aurora nascente, perché essa non mi chiuse il varco del seno che mi portò, né sottrasse ai miei occhi questi mali.

    Lettura 3

    Egidio, Ateniense, di stirpe reale, fin dai primi anni si dedicò talmente allo studio delle sacre lettere e alle opere di carità, da sembrargli indifferente tutto il resto. Quindi, mortigli i genitori, distribuì ai poveri tutto il suo patrimonio; anzi si spogliò perfino della propria tunica per vestirne un malato indigente, che al suo contatto rimase subito guarito. Ma divenuto poi sempre più illustre per molti altri miracoli, temendo che il suo nome divenisse celebre, si portò ad Arles presso san Cesario. Dal quale partitosi dopo due anni, si ritirò nell'eremo; dove visse per molto tempo con mirabile santità cibandosi solo di radici di erbe e del latte d'una cerva, che veniva da lui a certe ore. Inseguita un giorno questa dai cani del re, e rifugiatosi nella grotta di Egidio, fu causa che il re di Francia lo pressasse vivamente di permettergli di costruire un monastero in quel luogo. Ad istanza del re ne prese, sebbene a malincuore, la direzione: e dopo averlo amministrato con prudenza e pietà per alcuni anni, se ne andò in cielo.


    Ad Primam: il Martirologio del 2 Settembre 2021

    Quarto Nonis Septembris, luna vigesima quinta.



    Nel quarto giorno alle None di Settembre, luna venticinquesima.




    Parti proprie della Messa (in latino)

    INTROITUS

    Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus. --- Noli æmulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. --- Glória Patri --- Os justi meditábitur sapiéntiam, et lingua ejus loquétur judícium: lex Dei ejus in corde ipsíus.

    COLLECTAE

    Orémus. Intercéssio nos, quǽsumus, Dómine, beáti Ægídii Abbátis comméndet: ut, quod nostris méritis non valémus, eius patrocínio assequámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. Fratérna nos, Dómine, Mártyrum tuórum coróna lætíficet: quæ et fídei nostræ præbeat increménta virtútum, et multíplici nos suffrágio consolétur.

    A cunctis nos, quǽsumus, Dómine, mentis et córporis defénde perículis: et, intercedénte beáta et gloriósa semper Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis, salútem nobis tríbue benígnus et pacem; ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, Ecclesia tua secúra tibi sérviat libertáte.

    Orationes ad libitum.

    EPISTOLA

    Léctio libri Sapiéntiæ.

    Eccli 45:1-6

    Diléctus Deo et homínibus, cuius memória in benedictióne est. Símilem illum fecit in glória sanctórum, et magnificávit eum in timóre inimicórum, et in verbis suis monstra placávit. Gloríficávit illum in conspéctu regum, et jussit illi coram pópulo suo, et osténdit illi glóriam suam. In fide et lenitáte ipsíus sanctum fecit illum, et elégit eum; ex omni carne. Audívit enim eum et vocem ipsíus, et indúxit illum in nubem. Et dedit illi coram præcépta, et legem vitæ et disciplínæ.

    GRADUALE

    Dómine, prævenísti eum in benedictiónibus dulcédinis: posuísti in cápite eius corónam de lápide pretióso. Vitam pétiit a te, et tribuísti ei longitúdinem diérum in saeculum saeculi.

    ALLELUJA

    Allelúja, allelúja. Justus ut palma florébit: sicut cedrus Líbani multiplicábitur. Allelúja.

    EVANGELIUM

    Sequéntia  ✠  sancti Evangélii secúndum Matthaeum.

    Matt 19:27-29

    In illo témpore: Dixit Petrus ad Jesum: Ecce, nos relíquimus ómnia, et secúti sumus te: quid ergo erit nobis? Jesus autem dixit illis: Amen, dico vobis, quod vos, qui secuti estis me, in regeneratióne, cum séderit Fílius hóminis in sede majestátis suæ, sedébitis et vos super sedes duódecim, judicántes duódecim tribus Israël. Et omnis, qui relíquerit domum, vel fratres, aut soróres, aut patrem, aut matrem, aut uxórem, aut fílios, aut agros, propter nomen meum, céntuplum accípiet, et vitam ætérnam possidébit.

    OFFERTORIUM

    Orémus. Desidérium ánimæ ejus tribuísti ei, Dómine, et voluntáte labiórum ejus non fraudásti eum: posuísti in cápite ejus corónam de lápide pretióso.

    SECRETAE

    Sacris altáribus, Dómine, hóstias superpósitas sanctus Ægídius Abbas, quǽsumus, in salútem nobis proveníre depóscat. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Mystéria tua, Dómine, pro sanctórum Martyrum tuórum commemoratióne devóta mente tractémus: quibus nobis et præsídium crescat et gáudium.

    Exáudi nos, Deus, salutáris noster: ut, per hujus sacraménti virtútem, a cunctis nos mentis et córporis hóstibus tueáris; grátiam tríbuens in præsénti, et glóriam in futúro.

    Orationes ad libitum.

    PRAEFATIO COMMUNIS

    Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

    COMMUNIO

    Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.

    POSTCOMMUNIO

    Orémus. Prótegat nos, Dómine, cum tui perceptióne sacraménti beátus Ægídius Abbas, pro nobis intercedéndo: ut et conversatiónis ejus experiámur insígnia, et intercessiónis percipiámus suffrágia. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, quorum memóriam sacraménti participatióne recólimus, fidem quoque proficiéndo sectémur.

    Mundet et múniat nos, quǽsumus, Dómine, divíni sacraménti munus oblátum: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis; a cunctis nos reddat et perversitátibus expiátos, et adversitátibus expedítos.

    Orationes ad libitum.


    Traduzione italiana

    INTROITO

    La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio. --- Non invidiare i malvagi e non essere geloso degli operatori di iniquità. --- Gloria --- La bocca del giusto pronuncia parole di saggezza, la sua lingua parla con rettitudine; ha nel cuore la legge del suo Dio.

    COLLETTE

    Preghiamo. O Dio, per appianarci la via della salvezza eterna, desti alla nostra fragilità un esempio ed un presidio nei tuoi Santi; concedici di venerare il beato Egidio Abate in modo da sperimentarne l'intercessione e seguirne le orme. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. La corona fraterna dei tuoi Martiri ci rallegri, o Signore, accrescendo le virtù della nostra vita cristiana e consolandoci con la loro molteplice intercessione.

    Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione).

    EPISTOLA

    Lettura del Libro della Sapienza.

    Eccli 45:1-6

    Egli fu amato da Dio e dagli uomini: la sua memoria è in benedizione. Dio lo rese simile ai santi nella gloria, lo fece potente e terribile per i suoi nemici, e per le sue parole fece cessare i prodigiosi castighi. Lo rese glorioso al cospetto dei re, gli diede i precetti per il suo popolo, e gli fece vedere la sua gloria. Lo santificò per la sua fedeltà e dolcezza, e lo elesse fra tutti i mortali. Gli fece udire la sua voce, e lo fece entrare nella nube; gli consegnò, a faccia a faccia, i suoi comandamenti ed una legge di vita e di saggezza.

    GRADUALE

    Lo hai prevenuto, Signore,con dolci benedizioni: hai posto sul suo capo una corona di gemme preziose. Vita ti ha chiesto, a lui l'hai concessa, lunghi giorni in eterno, senza fine.

    ALLELUIA

    Alleluia, alleluia. Il giusto fiorirà come un giglio e crescerà come un cedro del Libano. Alleluia.

    VANGELO

    Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo.

    Matt 19:27-29.

    In quel tempo Pietro disse a Gesù: «Ecco noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito; che cosa adunque avremo noi?». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: Voi che mi avete seguito, nella rigenerazione, quando il Figlio dell'uomo sederà sul trono della sua gloria, sederete anche voi sopra dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. E chiunque avrà lasciato casa, fratelli o sorelle, o padre o madre, o moglie o figli, o campi per amore del nome mio, riceverà il centuplo e possederà la vita eterna».

    OFFERTORIO

    Preghiamo. Hai soddisfatto il desiderio del suo cuore, non hai respinto il voto delle sue labbra e hai posto sul suo capo una corona di gemme preziose.

    SECRETE

    Per intercessione del santo Abate Egidio, o Signore, queste offerte deposte sull'altare giovino alla nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Per la commemorazione dei tuoi santi Martiri, o Signore, fa' che possiamo compiere con mente devota i tuoi misteri, mediante i quali crescano in noi e l'aiuto e la gioia.

    O Dio nostra salvezza, esaudiscici; e, in virtù di questo sacramento proteggici da ogni nemico della mente e del corpo, dandoci la grazia nel tempo presente e la gloria nell'eternità.

    Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (solo l'ultima ha la conclusione).

    PREFAZIO COMUNE

    E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).

    COMUNIONE

    Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno.

    POST-COMUNIONE

    Preghiamo. Ci protegga, o Signore, insieme al tuo sacramento che abbiamo ricevuto l'intercessione del beato Egidio Abate; affinché della sua vita seguiamo gli esempi e della sua protezione sentiamo gli effetti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. Concedi, onnipotente Dio, che avendo onorato la memoria dei tuoi Martiri con la partecipazione al sacramento, ne seguiamo con profitto anche la fede.

    Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus, solo l'ultima ha la conclusione).


    Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

    1 SETTEMBRE SANT’EGIDIO, ABATE

    Per molti secoli Sant’Egidio godette fama eccezionale e le innumerevoli opere d’arte, che lo raffigurano o ricordano un episodio della sua leggenda, le chiese, le cappelle, gli altari a lui dedicati ci dicono quanto il suo culto fu caro alla pietà cristiana. Fra i santi ausiliatori fu uno dei più invocati.

    L’eremita.

    La sua vita è semplice. Si dice che sia originario della Grecia, ma vi sono dubbi. Si può affermare con maggiore certezza che visse solitario in una grotta delle rive del Gard dove san Fredemio, che lo aveva preceduto nel romitaggio, lo iniziò ai segreti della contemplazione. Poi sant’Egidio lasciò il maestro e si stabilì più a sud, nella foresta, che si estendeva sulla sponda destra del Rodano, poco lontano dalla costa del Mediterraneo. Restò ignorato fino al giorno in cui alcuni cacciatori, inseguendo una cerva, scoprirono il suo ritiro. L’animale, ormai sfinito, si rifugiò nella macchia ai piedi del santo e la muta non osò avvicinarsi. Un arciere scoccò la sua freccia e i compagni, aprendosi una strada fra i rovi, scoprirono sant’Egidio con le mani trapassate dalla freccia.

    Ciò avvenne verso il 653 allorché Wamba, re dei Visigoti, al dire di Flavio, venuto a questione col suo successore, aveva passato i Pirenei e avanzava verso la Settimania, la regione che si estendeva fino al Rodano, per rivendicare i suoi diritti.

    I cacciatori erano ufficiali del re e Wamba era con loro. L’incontro, pittoresco e tragico insieme, diventò il tema spesso offerto agli artisti. Fu soprattutto l’occasione di fondare un monastero. È la sorte di tanti eremiti, che fuggono per immergersi nell’infinito, e poi « non potendo la lampada restare sotto il moggio » diventano dei condottieri e il loro splendore arriva lontano, spesso in tutto il mondo.

    Non fu questo il caso di sant’Egidio, almeno nella vita su questa terra, perchè la storia di lui ha conservato poco e il racconto dei suoi viaggi a Orléans, presso il re di Francia e a Roma, presso Papa Benedetto IV, si presta a critiche molto serie. Il primo dei viaggi godette tuttavia di molta celebrità e, con il titolo di Messa di sant’Egidio, si raccontava che il santo, mentre all’altare celebrava il santo Sacrificio, conobbe da un angelo un peccato segreto del re e che il peccato sarebbe perdonato grazie alle sue preghiere, perchè « chiunque lo invocherà sarà perdonato ».

    Il monastero di sant’Egidio.

    Il monastero, come il suo fondatore, restò oscuro fino all’organizzarsi dei grandi pellegrinaggi del Medioevo. La posizione geografica ne faceva insieme una tappa sulla via di san Giacomo e una tappa su uno degli itinerari per la Terra Santa. Albergo di tappa e porto di imbarco, partecipò alle grandi correnti di scambio attraverso le quali si è sviluppata l’epica leggenda di Carlomagno. Sant’Egidio entra anche lui nel ciclo e proprio questo rende oggi difficile la conoscenza esatta della sua vita, ma ha tuttavia costituito la sua gloria. Il monastero, una delle abbazie famose, e i resti della chiesa , con le magnifiche sculture dei portali, bastano a darci un’idea della sua importanza.

    Il santo ausiliatore.

    Prima di imbarcarsi per una lunga traversata, piena di pericoli, il pellegrino si affidava a sant’Egidio, a lui si raccomandava l’uomo d’armi, avviato a guerreggiare in Spagna contro i Mori. Una folla di sventurati, di afflitti, di poveri e di giocolieri frequentava il monastero o qualcuna delle sue cappelle, che si andavano moltiplicando nella cristianità in onore di sant’Egidio. Febbri, convulsioni, epilessia diventano cose di sua competenza e protegge i fittavoli, gli storpi e i mendicanti, i giocolieri, i giocatori, « gentile patrono del popolo povero ». Un potente signore, il capo della Linguadoca di Tolosa, prende il titolo di conte di sant’Egidio quando un Raimondo, il più importante dei feudatari, ha preso la croce per correre alla liberazione della Terra Santa.

    Poi la sabbia invade il porto; san Luigi costruisce più vicina alla sponda Aquaviva. Ma il pellegrinaggio rimane fiorente. Più tardi l’abbazia declina e tuttavia sant’Egidio resta popolare. Nei tempi moderni rimane troppo dimenticato, sebbene la sua tomba abbia un ritorno di celebrità col vicino Santuario di Santa Maria, che attira oggi una folla variopinta di zingari e di saltimbanchi.

    Dato che la Chiesa conserva il culto di sant’Egidio, egli avrà ancora favori per coloro che lo invocano, soprattutto nelle chiese e negli oratori eretti in suo onore e nei quali tante generazioni hanno invocato la protezione di Dio attraverso i suoi santi.

    Orazione: « Dio onnipotente e misericordioso, che hai favorito di speciali privilegi, più di tutti gli altri santi, i tuoi martiri Giorgio, Biagio, Erasmo, Pantaleone, Guido, Cristoforo, Egidio, Acace, Dionigi, Ciriaco, Eustachio, Caterina, Margherita e Barbara, concedi, te ne supplichiamo, a tutti coloro che, nelle necessità, implorano il loro soccorso, la grazia che tu hai promessa e accorda alle loro domande un effetto salutare » (Orazione ai quattordici santi ausiliatori).


    LO STESSO GIORNO COMMEMORAZIONE DEI DODICI FRATELLI, MARTIRI

    Più antico del culto di sant’Egidio è il culto reso dalla Chiesa ai 12 fratelli che oggi commemoriamo. Subirono il martirio in luoghi e date diverse: Felice e Donato a Bisaccio, presso Napoli, il i settembre; Oronzio, Onorato, Fortunato e Sabiniano a Potenza, nella Lucania, il 27 settembre; Settimio, Gennaro e Felice a Venosa, il 28 settembre; Vitale, Satore e Reposito a Velino, nei Sabini, il 29 settembre. Il loro biografo li dice originari di Adrumeto, in Africa, e figli di Bonifacio e di Tecla. Nel 760 il duca Arichis trasportò i loro corpi a Benevento, nella basilica di santa Sofia.

    Chiediamo la loro protezione recitando la colletta della Messa: « Il gruppo fraterno dei tuoi martiri, o Signore, ci sia oggi motivo di santa gioia, affinchè, irrobustendo tutti la nostra fede con il loro coraggioso esempio, essi tutti difendano, con la loro potente intercessione, la nostra causa ».

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