13 febbraio 2022

Lunedì 14 Febbraio 2022 nella liturgia



Festa di San Valentino Prete e Martire, Semplice, colore liturgico rosso.

Vespri della Festa dei Santi Faustino e Giovita Martiri, Semplice, colore liturgico rosso.


Qui per le peculiarità del Tempo dopo l'Epifania:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/01/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


Al Breviario

All'Ufficio di San Valentino:

Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di un Martire. Prime due Letture dal Proprio del Tempo al Lunedì nella Settimana di Settuagesima, terza Lettura e Orazione dal Proprio dei Santi al 14 Febbraio.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio dei Santi Faustino e Giovita:

Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio, il resto dal Comune di più Martiri, Orazione dal Proprio dei Santi al 15 Febbraio.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Vespri e le Preci a Compieta.

  

Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Festa di San Valentino Prete e Martire, Semplice, colore liturgico rosso.

Vespri della Festa dei Santi Faustino e Giovita Martiri, Semplice, colore liturgico rosso.


All'Ufficio di San Valentino:

A Mattutino: Invitatorio dal Comune di un Martire, Antifone, Salmi  e Versetto dal Salterio, prime due Letture dal Proprio del Tempo al Lunedì nella Settimana di Settuagesima coi loro Responsori, III Lezione dal Proprio dei Santi al 14 Febbraio seguita dal Te Deum.

A Lodi: Tutto dal Comune con i Salmi domenicali, Orazione dal Proprio dei Santi.

A Prima: Antifona dal Comune, il resto dal Salterio coi Salmi festivi.

A Terza, Sesta e Nona: Tutto dal Comune coi Salmi soliti, Orazione dal Proprio dei Santi.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono cinque Commemorazioni Comuni a Lodi (tutte meno quella della Croce) e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio dei Santi Faustino e Giovita:

Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio, il resto dal Comune di più Martiri, Orazione dal Proprio dei Santi al 15 Febbraio.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono cinque Commemorazioni Comuni a Vespri (tutte meno quella della Croce) e le Preci a Compieta.


Al Messale

Si può celebrare facoltativamente la Messa di San Valentino:

Messa In Virtute dal Comune di un Martire con le Orazioni al 14 Febbraio.

  • Gloria
  • Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
    • La prima della Messa (dal Comune)
    • La seconda Ad poscenda suffragia Sanctorum (A cunctis)
    • Le altre ad libitum
  • Prefazio Comune
  • Ite Missa est

  • Prologo di San Giovanni

Oppure è possibile celebrare una Messa Votiva (senza Gloria, prima Orazione della Messa, seconda di San Valentino, terza A cunctis e le altre ad libitum, Prefazio della Messa o Comune, Benedicamus Domino) o ancora una Messa quotidiana di Requiem (con tre Orazioni).


Letture del Mattutino

AD NOCTURNUM

Lectio 1

De libro Génesis

Gen 1:27-31

Et creávit Deus hóminem ad imáginem suam: ad imáginem Dei creávit illum, másculum et féminam creávit eos. Benedixítque illis Deus, et ait: Créscite et multiplicámini, et repléte terram, et subícite eam, et dominámini píscibus maris, et volatílibus cæli, et univérsis animántibus, quæ movéntur super terram. Dixítque Deus: Ecce dedi vobis omnem herbam afferéntem semen super terram, et univérsa ligna quæ habent in semetípsis seméntem géneris sui, ut sint vobis in escam: et cunctis animántibus terræ, omníque vólucri cæli, et univérsis quæ movéntur in terra, et in quibus est ánima vivens, ut hábeant ad vescéndum. Et factum est ita. Vidítque Deus cuncta quæ fécerat, et erant valde bona. Et factum est véspere et mane, dies sextus.

Lectio 2, Gen 2:1-6

Igitur perfécti sunt cæli et terra, et omnis ornátus eórum. Complevítque Deus die séptimo opus suum quod fécerat: et requiévit die séptimo ab univérso ópere quod patrárat. Et benedíxit diéi séptimo, et sanctificávit illum, quia in ipso cessáverat ab omni ópere suo quod creávit Deus ut fáceret. Istæ sunt generatiónes cæli et terræ, quando creáta sunt, in die quo fecit Dóminus Deus cælum et terram, et omne virgúltum agri ántequam orirétur in terra, omnémque herbam regiónis priúsquam germináret: non enim plúerat Dóminus Deus super terram, et homo non erat qui operarétur terram: sed fons ascendébat e terra, írrigans univérsam superfíciem terræ.

Lectio 3

Sermo sancti Augustíni Epíscopi

Sermo 44 de Sanctis

Triumphális beáti Mártyris Valentini dies hódie nobis anniversária celebritáte recúrrit: cujus glorificatióni sicut congáudet Ecclésia, sic ejus propónit sequénda vestígia. Si enim compátimur, et conglorificábimur. In cujus glorióso agóne duo nobis præcípue consideránda sunt: induráta vidélicet tortóris sævítia, et Mártyris invícta patiéntia. Sævítia tortóris, ut eam detestémur: patiéntia Mártyris, ut eam imitémur. Audi Psalmístam advérsus malítiam increpántem: Noli æmulári in malignántibus quóniam tamquam fœnum velóciter aréscent. Quod autem advérsus malignántes patiéntia exhibénda sit, audi Apóstolum suadéntem: Patiéntia vobis necessária est, ut reportétis promissiónes.


Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

NOTTURNO UNICO

Lettura 1

Dal libro del Genesi

Gen 1:27-31

Iddio creò l'uomo a sua immagine: lo creò a immagine di Dio, li creò maschio e femmina. E Dio li benedisse, dicendo: Crescete e moltiplicatevi, e popolate la terra, e assoggettatela, e abbiate potere sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, e tutti gli animali che si muovono sulla terra. Poi Dio disse: Ecco, io v'ho dato qualunque erba che fa seme sulla terra, e tutti gli alberi che contengono il seme della loro specie, perché vi servano di cibo: e [li ho dati] a tutti gli animali terrestri, e a tutti gli uccelli del cielo, e a tutto ciò che si muove sulla terra e che ha in sé anima vivente, perché abbiano di che nutrirsi. E così fu. E Dio vide tutte le cose che aveva fatto, che erano assai buone. E si fece sera e poi mattino, cioè il sesto giorno.

Lettura 2, Gen 2:1-6

Così furono compiuti i cieli e la terra, e tutto il loro ornato. E Dio compì il settimo giorno l'opera che aveva fatta: e si riposò nel settimo giorno da tutta l'opera che aveva fatta. Egli benedisse il settimo giorno, e lo fece sacro: perché in esso aveva cessato da ogni sua opera che aveva creata e fatta. Queste sono le origini del cielo e della terra, quando essi furono creati, nel giorno in cui il Signore Iddio fece il cielo e la terra: e ogni pianta del campo prima che nascesse sulla terra, e ogni erba della campagna prima che spuntasse: perché il Signore Dio non aveva mandato pioggia sulla terra, e non c'era uomo che la coltivasse: ma saliva dalla terra una fonte, che innaffiava tutta la superficie della terra.

Lettura 3

Sermone di sant'Agostino Vescovo

Sermone 44 sui Santi

Noi oggi celebriamo l'anniversario del trionfo del santo martire Valentino; e la Chiesa, mentre si rallegra della sua glorificazione, ci propone di seguirne le orme. Infatti sé soffriremo insieme con lui, insieme con lui saremo pure glorificati. Nel suo glorioso combattimento noi dobbiamo considerare principalmente due cose: cioè la spietata crudeltà del carnefice, e la invitta pazienza del martire: la crudeltà del carnefice per detestarla, la pazienza del martire per imitarla. Dice infatti il Salmista, condannando la malvagità: "Non imitare i malvagi, poiché essi ben presto si disseccheranno come il fieno". Così poi l'Apostolo esorta ad aver pazienza verso i malvagi : "La pazienza vi è necessaria perché possiate conseguire quanto vi fu promesso".


Ad Primam: il Martirologio del 15 Febbraio 2022

Quintodecimo Kalendas Martii, luna tertiadecima.



Nel quindicesimo giorno alle Idi di Febbraio, luna tredicesima.




Parti proprie della Messa

INTROITUS

In virtúte tua, Dómine, lætábitur justus: et super salutáre tuum exsultábit veheménter: desidérium ánimæ ejus tribuísti ei. --- Quóniam prævenísti eum in benedictiónibus dulcédinis: posuísti in cápite ejus corónam de lápide pretióso. --- Glória Patri --- In virtúte tua, Dómine, lætábitur justus: et super salutáre tuum exsultábit veheménter: desidérium ánimæ ejus tribuísti ei.

COLLECTAE

Orémus. Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui beáti Valentíni Mártyris tui natalítia cólimus, a cunctis malis imminéntibus, ejus intercessióne, liberémur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. A cunctis nos, quǽsumus, Dómine, mentis et córporis defénde perículis: et, intercedénte beáta et gloriósa semper Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis, salútem nobis tríbue benígnus et pacem; ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, Ecclesia tua secúra tibi sérviat libertáte.

Orationes ad libitum.

EPISTOLA

Lectio libri Sapientiæ.

Sap 10:10-14

Justum dedúxit Dóminus per vias rectas, et ostendit illi regnum Dei, et dedit illi sciéntiam sanctórum: honestávit illum in labóribus, et complévit labores illíus. In fraude circumveniéntium illum áffuit illi, et honéstum fecit illum. Custodívit illum ab inimícis, et a seductóribus tutávit illum, et certámen forte dedit illi, ut vínceret et sciret, quóniam ómnium poténtior est sapiéntia. Hæc vénditum jusíum non derelíquit, sed a peccatóribus liberávit eum: descendítque cum illo in fóveam, et in vínculis non derelíquit illum, donec afférret illi sceptrum regni, et poténtiam advérsus eos, qui eum deprimébant: et mendáces osténdit, qui maculavérunt illum, et dedit illi claritátem ætérnam, Dóminus, Deus noster.

GRADUALE

Beátus vir, qui timet Dóminum: in mandátis ejus cupit nimis. Potens in terra erit semen ejus: generátio rectórum benedicétur.

TRACTUS

Desidérium ánimæ ejus tribuísti ei: et voluntáte labiórum ejus non fraudásti eum. Quóniam prævenísti eum in benedictiónibus dulcédinis. Posuísti in cápite ejus corónam de lápide pretióso.

EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum  Matthǽum.

Matt 10:34-42

In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Nolíte arbitrári, quia pacem vénerim míttere in terram: non veni pacem míttere, sed gládium. Veni enim separáre hóminem advérsus patrem suum, et fíliam advérsus matrem suam, et nurum advérsus socrum suam: et inimíci hóminis doméstici ejus. Qui amat patrem aut matrem plus quam me, non est me dignus: et qui amat fílium aut fíliam super me, non est me dignus. Et qui non áccipit crucem suam, et séquitur me, non est me dignus. Qui invénit ánimam suam, perdet illam: et qui perdíderit ánimam suam propter me, invéniet eam. Qui récipit vos, me récipit: et qui me récipit, récipit eum, qui me misit. Qui récipit prophétam in nómine prophétæ, mercédem prophétæ accípiet: et qui récipit justum in nómine justi, mercédem justi accípiet. Et quicúmque potum déderit uni ex mínimis istis cálicem aquæ frígidæ tantum in nómine discípuli: amen, dico vobis, non perdet mercédem suam.

OFFERTORIUM

Orémus. Glória et honóre coronásti eum: et constituísti eum super ópera mánuum tuárum, Dómine.

SECRETAE

Súscipe, quǽsumus, Dómine, múnera dignánter obláta: et, beáti Valentini Mártyris tui suffragántibus méritis, ad nostræ salútis auxílium proveníre concéde. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Exáudi nos, Deus, salutáris noster: ut, per hujus sacraménti virtútem, a cunctis nos mentis et córporis hóstibus tueáris; grátiam tríbuens in præsénti, et glóriam in futuro.

Orationes ad libitum.

PRAEFATIO COMMUNIS

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

COMMUNIO

Qui vult veníre post me, ábneget semetípsum, et tollat crucem suam, et sequátur me.

POSTCOMMUNIO

Orémus. Sit nobis, Dómine, reparátio mentis et córporis cœléste mystérium: ut, cujus exséquimur actiónem, intercedénte beáto Valentíno Mártyre tuo, sentiámus efféctum. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Mundet et múniat nos, quǽsumus, Dómine, divíni sacraménti munus oblátum: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis; a cunctis nos reddat et perversitátibus expiátos, et adversitátibus expedítos.

Orationes ad libitum.


Traduzione italiana della Messa

INTROITO

Signore, della tua potenza si allieta il giusto e quanto esulta del tuo soccorso! Tu hai colmato il desiderio del suo cuore. --- Poiché l'hai prevenuto con le più gioconde benedizioni, e in capo gli hai posto una corona di pietre preziose. --- Gloria --- Signore, della tua potenza si allieta il giusto e quanto esulta del tuo soccorso! Tu hai colmato il desiderio del suo cuore.

COLLETTE

Preghiamo. Concedici, o Dio onnipotente che celebrando l'anniversario del tuo beato Martire Valentino, per la sua intercessione, siamo liberati da tutti i mali che ci sovrastano. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

Altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus, solo l'ultima ha la conclusione).

EPISTOLA

Lettura del libro della Sapienza.

Sap 10: 10-14

La Sapienza guidò per diritte vie il giusto, gli mostrò il regno di Dio, gli diede la conoscenza delle cose sante, ne prosperò le fatiche e ne coronò i lavori con frutti abbondanti. Lo assisté tra le frodi di chi lo raggirava e lo fece ricco. Lo guardò dai nemici, lo protesse dalle insidie, gli porse vittoria in aspra lotta, perché esperimentasse, che di tutto trionfa la pietà. Essa non abbandonò il giusto venduto, ma lo salvò dai peccatori e con lui discese nel carcere, ed anche tra le catene non lo lasciò, finché non gli ebbe portato lo scettro del regno e il potere contro coloro che l'opprimevano: dimostrò bugiardi i suoi accusatori e gli procurò eterna gloria il Signore Dio nostro.

GRADUALE

Beato l'uomo che teme il Signore, e molto si compiace nei suoi comandi. Sarà forte sulla terra la sua prole e benedetta la generazione dei giusti.

TRATTO

Il desiderio del suo cuore hai colmato e la preghiera delle sue labbra non gli hai negata. Poiché lo hai preceduto con le più liete benedizioni. In capo gli hai posto una corona di pietre preziose.

VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo.

Matt 10:34-42

In quel tempo disse Gesù ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto a mettere pace sulla terra. Non sono venuto a mettere la pace, ma la spada. Perché son venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera; così che i nemici dell'uomo saranno quelli di casa. Chi ama il padre e la madre più di me, non è degno di me. E chi ama il figlio e la figlia più di me, non è degno di me. E chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. Chi fa risparmio della sua vita, la perderà; e chi avrà perduta la sua vita per amor mio, la ritroverà. Chi riceve voi riceve me, e chi riceve me riceve Colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta appunto perché profeta, riceverà premio da profeta; e chi riceve un giusto come giusto, riceverà premio da giusto. E chi avrà dato da bere, anche un solo bicchiere di acqua fresca, ad uno di questi piccoli, perché mio discepolo, in verità vi dico, non perderà la sua ricompensa».

OFFERTORIO

Preghiamo. Di gloria e di onore lo coronasti; e lo costituisti sopra le opere delle tue mani, o Signore.

SECRETE

Accetta, o Signore, te ne preghiamo, i doni offerti con riverente devozione e per i meriti del tuo beato Martire Valentino, concedi che essi siano di aiuto alla nostra salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

O Dio nostra salvezza, esaudiscici; e, in virtù di questo sacramento proteggici da ogni nemico della mente e del corpo, dandoci la grazia nel tempo presente e la gloria nell'eternità.

Altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (solo l'ultima ha la conclusione).

PREFAZIO COMUNE

E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).

COMUNIONE

Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinunzi a se stesso, prenda la sua croce e mi segua.

POST-COMUNIONE

Preghiamo. Il celeste mistero, o Signore, sia per noi ristoro della mente e del corpo, affinché per intercessione del tuo beato martire Valentino, esperimentiamo l'effetto di quel che compiamo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

Altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus, solo l'ultima ha la conclusione).


Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

14 FEBBRAIO SAN VALENTINO PRETE E MARTIRE

La Chiesa oggi onora la memoria di questo santo prete di Roma, che subì il martirio verso l’anno 270. Ci sfuggono i maggiori particolari della sua vita e ben poche notizie abbiamo sui suoi patimenti. Nondimeno, il culto di san Valentino non è meno celebre nella Chiesa, e noi dobbiamo ritenerlo uno dei nostri protettori nella stagione liturgica in cui il suo nome e i suoi meriti vengono ad arricchire quelli di tanti altri martiri, per incoraggiarci a cercare Dio, al prezzo di tutti i sacrifici che ci possono rimettere in grazia sua.

Prega, perciò, o santo Martire, per i fedeli che da tanti secoli conservano viva la tua memoria. Nel giorno del giudizio i nostri occhi ti riconosceranno dal fulgore di gloria che i tuoi combattimenti ti meritarono; ottienici col tuo aiuto che siamo posti alla destra ed associati al tuo trionfo.


LUNEDÌ DI SETTUAGESIMA

I benefici di Dio.

Il serpente disse alla donna: “Perché Dio vi ha proibito di mangiare il frutto di tutte le piante del paradiso?”. Così inizia il colloquio che la nostra progenitrice accondiscese di fare col nemico di Dio; e così la salute del genere umano è già in pericolo…

Vediamo di ricordare tutto ciò che accadde quel giorno. La potenza e l’amore di Dio creò due esseri, nei quali versò tutte le ricchezze della sua bontà. Aprì dinanzi a loro un destino d’immortalità, accompagnato da tutti i pregi d’una adeguata perfetta felicità. Tutta la natura era loro soggetta; sarebbe uscita da loro un’innumerevole discendenza che li avrebbe circondati d’una perpetua filiale tenerezza. Inoltre lo stesso Signore che li aveva creati trovava la sua compiacenza nel familiarizzare con loro, e nella loro innocenza non si meravigliavano dell’accondiscendenza divina.

Ma c’è di più. Dopo la prova che li avrebbe fatti degni e meritevoli, il Signore, da loro conosciuto solo attraverso benefici di un ordine inferiore, aveva loro preparato una felicità superiore ad ogni immaginazione, decretando di farsi conoscere da loro com’egli è, di associarli alla sua stessa gloria, di rendere la loro felicità infinita e nello stesso tempo eterna. Ecco ciò che fece Dio, ciò che aveva preparato a quelli che poco prima giacevano nel nulla.

In ricambio di tanti doni gratuiti e magnifici, Dio non chiese loro che una sola cosa: riconoscere il suo dominio su di essi. Non poteva esserci cosa più dolce, e nulla di più giusto. Tutto ciò ch’era dentro e fuori di loro era il frutto dell’inesauribile munificenza di Colui che li aveva tratti dal nulla; perciò tutta la loro vita non doveva essere che fedeltà, amore e riconoscenza. In segno di questa fedeltà, amore e riconoscenza, il Signore impose loro un solo precetto: astenersi dal frutto d’un solo albero. La facile osservanza di questo comandamento doveva costituire l’unica compensazione richiesta per l’elargizione dei suoi benefici e ciò sarebbe bastato alla sua sovrana giustizia. Essi pertanto la dovevano accettare con santo orgoglio, come l’unico mezzo col quale si potevano sdebitare con Dio, e come il dolce legame che li avrebbe uniti per sempre a lui.

La tentazione.

Ma guardate invece che accade. Una voce, che non è quella di Dio, la voce d’una vile creatura, si fa ascoltare dalla donna: “Perché Dio v’ha fatto questo comando?”. E la donna indugia ad ascoltare quella voce, e il suo cuore non si ribella nel sentirsi chiedere perché mai il divino benefattore abbia dato questo o quell’ordine. Non s’affretta a fuggire inorridita chi osa sindacare i precetti divini; neppure gli rinfaccia che il solo porre una simile questione le sembra sacrilegio. La donna rimane e si prepara a rispondergli; l’onore di Dio non la commuove più. Quanto pagheremo caro tutti noi quest’incredibile imprudenza ed insensibilità.

Eva risponde: “Del frutto delle piante che sono nel paradiso ne mangiamo”; ma del frutto dell’albero ch’è nel mezzo del paradiso Dio ci ordinò di non mangiarne, e di non toccarlo, che forse non s’abbia a morire”. Così la donna non solo si mette ad ascoltare i serpente, ma anche gli risponde e non teme d’intavolare un discorso con lo spirito perverso che la tenta. Si espone al pericolo, compromettendo così la sua fedeltà. Sebbene le parole che usa nel rispondere mostrino che non avesse affatto dimenticato l’ordine del Signore, tuttavia lasciano trapelare un’incertezza che sa di orgoglio e d’ingratitudine.

S’accorge lo spirito maligno che aveva destato nel cuore della donna l’amore alla propria indipendenza: se ora riesce a tranquillizzare la sua vittima che non le nuocerà il disobbedire, essa sarà sua. E con uguale audacia e perfidia continuò: “No, voi non morrete; anzi Dio sa bene che, in qualunque giorno ne mangerete, si apriranno i vostri occhi e sarete come dèi, avendo la conoscenza del bene e del male”. È la rottura completa con Dio che il serpente insinua alla donna, accendendo l’amore di sé, che è il male supremo della creatura, ma che non può soddisfare se non rompendo i legami che la tengono unita al Creatore. Il ricordo dei divini benefici, la voce della riconoscenza, il suo supremo interesse: tutto ha dimenticato. Come l’angelo ribelle l’uomo ingrato vuoi essere simile a Dio; come lui sarà castigato.

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