10 febbraio 2022

Venerdì 11 Febbraio 2022 nella liturgia



Festa dell'Apparizione della Beata Vergine Maria Immacolata, Doppio Maggiore, colore liturgico bianco. Giorno di astinenza dalle carni.

Primi Vespri della VI Domenica dopo l'Epifania anticipata al Sabato, Domenica minore, Semidoppio, colore liturgico verde. Commemorazioni dell'Apparizione dell'Immacolata e dei Santi Sette Fondatori dell'Ordine dei Servi della Beata Vergine Maria, Confessori.

Immagino che questo darà gli incubi ai "sessantaduisti", abituati ad un calendario depauperato e ormai quasi del tutto avulso dalla tradizione della Chiesa; ma il calendario tradizionale prevede de jure la liturgia di 53 Domeniche (condizione che si verifica anche de facto solo quando la prima Domenica dell'anno cade il 1° Gennaio, o negli anni bisestili, il 1° o il 2 Gennaio), e queste devono essere tutte quante celebrate, anche quando di fatto l'anno corrente ne conta solo 52, cosa che avviene quasi sempre: la Domenica che a causa dell'arrivo della Settuagesima non trova posto tra quelle dopo l'Epifania, e che non può essere inserita tra la XXIII e la XXIV dopo Pentecoste perché il numero delle 52 Domeniche "de facto" è già completo, viene anticipata al Sabato precedente il giorno in cui essa cade, cioè il Sabato che precede la Domenica di Settuagesima. Molto più raramente, quando la Domenica di Settuagesima è estremamente tardiva (e cade il 20 o 21 Febbraio),  a quel punto il numero delle settimane dopo l'Epifania è completo e ad anticiparsi al Sabato sarà la XXIII Domenica dopo Pentecoste.

Le Domeniche anticipate godono di tutti i privilegi liturgici delle Domeniche minori eccetto il Salterio (che è del Venerdì ai Primi Vespri e alla susseguente Compieta, del Sabato da Mattutino a Nona), tuttavia, pur essendo di rito Semidoppio, hanno solo i Primi Vespri (poiché i loro Secondi Vespri coinciderebbero coi Primi della Domenica di Settuagesima o della XXIV e Ultima dopo Pentecoste, che deve essere sempre celebrata al suo posto).

Per ulteriori dettagli cfr. L. Stercky, Manuel de liturgie et cérémonial selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1935, Tomo I, pag. 198-201.


Qui per le peculiarità del Tempo dopo l'Epifania:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/01/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


Al Breviario

All'Ufficio dell'Apparizione della Madonna di Lourdes:

Tutto dal Proprio dei Santi all'11 Febbraio con i Salmi riportati a Mattutino e quelli domenicali da Lodi a Nona (a Prima come alle Feste). Letture del I Notturno dal Comune delle Feste della Beata Vergine Maria coi Responsori propri, Letture del II e III Notturno dal Proprio con i loro responsori.

La conclusione degli Inni è quella delle Feste della Beata Vergine <<Jesu tibi sit gloria qui natus es de Virgine>>; il Versetto del Responsorio di Prima è <<Qui natus es de Maria Virgine>>. Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio e le Preci si omettono.

All'Ufficio della VI Domenica dopo l'Epifania anticipata al Sabato:

Ai Vespri tutto dal Salterio del Venerdì; Antifona al Magnificat e Orazione dal Proprio del Tempo ai Vespri del Sabato nella V Settimana dopo l'Epifania, commemorazioni dal Proprio dei Santi all'11 e 12 Febbraio. Compieta feriale del Venerdì.

Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio e le Preci si omettono. La conclusione degli Inni a Vespri e Compieta è come sopra a causa della commemorazione.

  

Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Festa dei Santi Sette Fondatori dell'Ordine dei Servi della Beata Vergine Maria, Confessori, Doppio minore, colore liturgico bianco. Giorno di astinenza dalle carni.

Alla Scrittura occorrente del Mattutino incomincia la Lettera di San Paolo a Filemone (impedito domani).

Ai Vespri commemorazione della VI Domenica dopo l'Epifania anticipata al Sabato.


A Mattutino: Invitatorio, Antifone, Salmi e Versetti dal Comune di un Confessore non Pontefice. Letture del I Notturno dal Proprio del Tempo al Sabato nella V Settimana dopo l'Epifania coi Responsori del Venerdì; Inno e Letture del II Notturno dal Proprio dei Santi all'11 Febbraio ma coi Responsori del Comune, Letture del III Notturno dal Comune degli Abati coi Responsori del Comune di un Confessore non Pontefice.

A Lodi: Antifone dal Comune, Salmi domenicali, dal Capitolo in poi dal Proprio dei Santi.

A Prima: Inno dal Salterio con i Salmi festivi, Antifona dal Comune, la Lettura Breve è il Capitolo di Nona (dal Comune).

A Terza: Inno dal Salterio con i Salmi soliti, Antifona, Responsorio e Versetto dal Comune, Capitolo e Orazione dal Proprio dei Santi.

A Sesta e Nona: Inno dal Salterio con i Salmi soliti, il resto dal Comune, Orazione dal Proprio dei Santi.

A Vespri: Antifone e Salmi dal Comune, il resto dal Proprio dei Santi. Commemorazione della Domenica anticipata dal Proprio del Tempo: Antifona al Magnificat e Orazione dai Vespri del Sabato nella V Settimana dopo l'Epifania col Versetto dal Salterio dei Vespri del Venerdì.

Le Antifone si raddoppiano, le Commemorazioni Comuni e le Preci si omettono.


Al Messale

Messa come all'11 Febbraio:

  • Gloria
  • Orazione unica della Messa
  • Credo
  • Prefazio della Beata Vergine (agli *** inserire Et te in Conceptione Immaculata)
  • Ite Missa est
  • Prologo di San Giovanni


Letture del Mattutino

AD I NOCTURNUM

Lectio 1

De Parábolis Salomónis

Prov 8:12-17

Ego sapiéntia hábito in consílio, et erudítis intérsum cogitatiónibus; timor Dómini odit malum, arrogántiam, et supérbiam, et viam pravam, et os bilíngue detéstor; meum est consílium et ǽquitas, mea est prudéntia, mea est fortitúdo; per me reges regnant, et legum conditóres justa decérnunt; per me príncipes ímperant, et poténtes decérnunt justítiam; ego diligéntes me díligo, et qui mane vígilant ad me, invénient me.

Lectio 2, Prov 8:18-25

Mecum sunt divítiæ et gloria, opes supérbæ et justítia. Mélior est enim fructus meus auro et lápide pretióso, et genímina mea argénto elécto. In viis justítiæ ámbulo, in médio semitárum judícii, ut ditem diligéntes me et thesáuros eórum répleam. Dóminus possidébit me in inítio viárum suárum, ántequam quidquam fáceret a princípio. Ab ætérno ordináta sum et ex antíquis, ántequam terra fíeret. Nondum erant abýssi, et ego jam concépta eram; necdum fontes aquárum erúperant, necdum montes gravi mole constíterant; ante colles ego parturiébar.

Lectio 3, Prov 8:34-36; 9:1-5

Beátus homo qui audit me, et qui vígilat ad fores meas quotídie, et obsérvat ad postes óstii mei. Qui me invénerit, invéniet vitam, et háuriet salútem a Dómino; qui autem in me peccáverit, lædet ánimam suam. Omnes, qui me odérunt, díligunt mortem. Sapiéntia ædificávit sibi domum, excídit colúmnas septem. Immolávit víctimas suas, míscuit vinum et propósuit mensam suam. Misit ancíllas suas ut vocárent ad arcem et ad mœ́nia civitátis: Si quis est párvulus, véniat ad me. Et insipiéntibus locúta est: Veníte, comédite panem meum, et bíbite vinum quod míscui vobis.

AD II NOCTURNUM

Lectio 4

Anno quarto a dogmatica definitióne de immaculáto beátæ Vírginis Conceptu, ad Gavi flúminis oram prope oppidum Lourdes diœcesis Tarbiénsis in Gállia, ipsa Virgo in rupis sinu super specum Massabiélle puellæ cuidam, vernácula lingua Bernadétte nuncupátæ, paupérrimæ quidem sed ingenuæ ac piæ, pluries se conspiciéndam óbtulit. Immaculáta Virgo juvenili ac benigno videbátur aspectu, nívea veste niveóque pallio contecta, ac zona cærúlea succincta; nudos pedes aurea rosa ornábat. Primo apparitiónis die, qui fuit undecimus Februarii anno millesimo octingentésimo quinquagesimo octavo, puellam signum crucis rite pieque faciéndum edocuit, atque ad sacri rosarii recitatiónem, exemplo suo, corónam, quæ prius ex brácchio demissa pendebat, manu advolvens, excitávit: quod in ceteris étiam apparitiónibus præstitit. Altero autem apparitiónis die, puella in simplicitate cordis sui, diabolicam fraudem timens, lustralem aquam in Vírginem effudit; sed beáta Virgo, léniter arrídens, benigniórem illi vultum osténdit. Cum vero tertio apparuísset, puellam ad specum per quindecim dies invitávit. Exinde eam sæpius est allocuta, ac pro peccatóribus orare, terram deosculari, pœnitentiámque ágere est hortáta; deínde imperávit, ut sacerdótibus ediceret, ædificándum ibi esse sacellum, solemnisque supplicatiónibus more illo accedéndum. Mandávit ínsuper ut e fonte, qui sub arena adhuc latebat sed mox erat erupturus, aquam biberet, eáque se abstérgeret. Denique die festo Annuntiatiónis, percontanti enixe puellæ illíus nomen, cujus aspectu tóties dignáta fuerat, Virgo, admótis péctori mánibus elatísque in cælum óculis, respóndit: Immaculáta Conceptio ego sum.

Lectio 5

Percrebrescénte fama beneficiórum, quæ in sacro specu recepisse fidéles dicebántur, augebátur in dies hóminum concursus, quos loci religio ad specum advocábat. Itaque prodigiórum fama puellæque candore mortus Tarbiénsis epíscopus, quarto ab enarrátis anno, post juridiam factórum inquisitiónem, supernaturales esse apparitiónis notas sua senténtia probávit, cultumque Vírginis immaculátæ in eodem specu permisit. Mox ædificátum sacellum: ex illa die pene innumeræ fidelium turbæ, voti ac supplicatiónis causa, ex Gállia, Belgio, Italia, Hispánia ceterisque Europæ provinciis necnon ex longinquis Amerícæ regiónibus quovis anno illuc adveniunt, nomenque Immaculátæ de Lourdes ubíque terrárum inclarescit. Fontis aqua, in cunctas orbis partes delata, ægris sanitátem restituit. Orbis vero catholicus tantórum memor benefactórum, ædes sacras mirábili opere ibi exstruxit. Vexílla innumera, acceptórum beneficiórum véluti sede immaculáta Virgo júgiter cólitur: intérdiu quidem precibus, religióso cantu solemnibusque aliis cæremoniis; noctu vero sacris illis supplicatiónibus, quibus infinitæ propémodum peregrinántium turbæ céreis facibusque accénsis procédunt et laudes beátæ Vírginis cóncinunt.

Lectio 6

Peregrinatiónes hujúsmodi fidem, frigescénte sæculo, excitasse, animum ad christianam legem profiténdam addidisse, cultumque Vírginis immaculátæ mirum in modum auxisse, ómnibus compertum est. In qua mirábili fidei professióne christianus pópulus sacerdótes véluti duces habet, qui illuc suas plebes adducunt. Ipse étiam Sacrórum antístites sanctum locum frequenter ádeunt, peregrinatiónibus præsunt, solemnióribusque festis intérsunt. Nec ádeo rárum est ipsos Romanæ Ecclésiæ purpuratos patres humili peregrinórum more accedéntes conspícere. Ipsi quoque Romani Pontifices, pro sua erga Immaculátam de Lourdes pietáte, sacram ædem donis nobilíssimis cumularunt. Pius nonus, sacris indulgentiis, archiconfraternitas privilegio ac minoris Basílicæ titulo ipsam insignívit; ac Deíparæ imáginem ibidem cultam, solemni ritu per legátum suum apostolicum in Gállia, diadémate distinctam vóluit. Leo vero décimus tertius innumera étiam cóntulit beneficia, indulgéntias ad modum jubilæi vigesimo quinto Apparitiónis anno verténte concessit, peregrinatiónes sua auctoritate verboque provéxit, ac solemnem Ecclésiæ sub titulo Rosarii dedicatiónem suo nómine péragi curávit. Quorum beneficiórum amplitúdinem cumulávit, cum, plurium episcopórum rogatu, solemne festum sub titulo Apparitiónis beátæ Maríæ Vírginis immaculátæ, proprio Officio et propria Missa celebrándum benígne concessit. Tandem Pius décimus Pontifex maximus pro sua erga Deíparam pietáte, ac plurimórum votis annuens Sacrórum antístitum, idem festum ad Ecclésiam universam extendit.

AD III NOCTURNUM

Lectio 7

Léctio sancti Evangélii secúndum Lucam

Luc 1:26-28

In illo témpore: Missus est Angelus Gabriel a Deo in civitatem Galilææ, cui nomen Nazareth, ad Virginem desponsatam viro, cui nomen erat Joseph, de domo David, et nomen Virginis Maria. Et réliqua.

Homilía sancti Bernárdi Abbátis

Homilía 2 super Missus est

Lætare, pater Adam, sed magis tu, o Heva mater, exsulta, qui sicut omnium parentes, ita omnium fuistis peremptores; et quod infelicius est, prius peremptores quam parentes. Ambo, inquam, consolamini super filia, et tali filia, sed illa amplius de qua malum ortum est prius, cujus opprobrium in omnes pertransivit mulieres. Instat namque tempus, quo jam tollatur opprobrium, nec habeat vir quid causetur adversus feminam: qui utique, dum se imprudenter excusare conaretur, crudeliter illam accusare non cunctatus est, dicens: Mulier quam dedisti mihi, dedit mihi de ligno, et comedi. Propterea curre Heva ad Mariam; curre mater ad filiam; filia pro matre respondeat: ipsa matris opprobrium auferat; ipsa patri pro matre satisfaciat: quia ecce si vir cecidit per feminam, jam non erigitur nisi per feminam.

Lectio 8

Quid dicebas, o Adam? Mulier quam dedisti mihi, dedit mihi de ligno, et comedi. Verba malitiæ sunt hæc quibus magis augeas quam deleas culpam. Verumtamen Sapientia vicit malitiam, cum occasionem veniæ, quam a te Deus interrogando elicere tentavit, sed non potuit, in thesauro indeficientis suæ pietatis invenit. Redditur nempe femina pro femina, prudens pro fatua, humilis pro superba, quæ pro ligno mortis gustum tibi porrigat vitæ, et pro venenoso cibo illo amaritudinis, dulcedinem pariat fructus æterni. Muta ergo iniquæ excusationis verbum in vocem gratiarum actionis, et dic: Domine, mulier, quam dedisti mihi, dedit mihi de ligno vitæ, et comedi; et dulce factum est super mel ori meo, quia in ipso vivificasti me. Ecce enim ad hoc missus est Angelus ad Virginem. O admirandam et omni honore dignissimam Virginem; o feminam singulariter venerandam, super omnes feminas admirabilem, parentum reparatricem, posterorum vivificatricem.

Lectio 9

Quam tibi aliam prædixisse Deus videtur, quando ad serpentem ait: Inimicitias ponam inter te et mulierem? Et si adhuc dubitas, quod de Maria dixerit, audi quod sequitur: Ipsa conteret caput tuum. Cui hæc servata victoria est, nisi Mariæ? Ipsa procul dubio caput contrivit venenatum, quæ omnimodam maligni suggestionem tam de carnis illecebra, quam de mentis superbia deduxit ad nihilum. Quam vero aliam Salomon requirebat, cum dicebat: Mulierem fortem quis inveniet? Noverat quippe vir sapiens hujus sexus infirmitatem, fragile corpus, lubricam mentem. Quia tamen et Deum legerat promisisse, et ita videbat congruere, ut qui vicerat per feminam, vinceretur per ipsam, vehementer admirans ajebat: Mulierem fortem quis inveniet? Quod est dicere: si ita de manu feminæ pendet et nostra omnium salus, et innocentiæ restitutio, et de hoste victoria: fortis omnino necesse est ut provideatur, quæ ad tantum opus possit esse idonea.


Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

I NOTTURNO

Lettura 1

Lettura dal libro dei Proverbi

Prov 8:12-17

Io, Sapienza, accompagno la prudenza e possiedo scienza e riflessione. Timore del Signore è odiare il male; io detesto la superbia l'arroganza, la via del male e la doppiezza nel parlare. A me appartiene il consiglio e l'equità, a me l'intelligenza e la forza. Per mio mezzo regnano i re, e i legislatori stabiliscono giuste leggi; per mio mezzo comandano i capi, e i magistrati amministrano la giustizia. Io amo coloro che mi amano e chi mi cerca mi troverà.

Lettura 2, Prov 8:18-25

Con me sono le ricchezze e la gloria, le grandi opere e la giustizia. Il mio frutto infatti è migliore dell'oro e delle pietre preziose e i miei prodotti sono migliori di argento scelto. Cammino nelle vie della giustizia, in mezzo ai sentieri dell'equità, per arricchire chi mi ama e riempirlo di tesori. Il Signore mi ebbe con sé dall'inizio delle sue imprese, prima della creazione. Io fui stabilita fin dall'eternità, prima ancora che esistesse la terra. Non c'erano ancora gli abissi ed io ero già concepita; non erano ancora scaturite le sorgenti delle acque, né i monti si erano ancora formati nella loro mole; il Signore non aveva ancora fatto le colline, ed io già esistevo.

Lettura 3, Prov 8:34-36; 9:1-5

Beato l'uomo che mi porge ascolto e che veglia ogni giorno alla mia porta ed aspetta all'ingresso della mia casa. Chi troverà me, troverà la vita, e riceverà dal Signore la salvezza; ma chi peccherà contro di me, nuocerà all'anima sua. Tutti coloro che mi odiano amano la morte. La Sapienza si è fabbricata una casa, ha tagliato sette colonne. Immolò le sue vittime, versò il vino e imbandì la sua mensa. Mandò le sue ancelle, perché chiamassero, ai bastioni e alle mura della città: "Chi è fanciullo, venga da me". Ed agli stolti disse: "Venite, mangiate del mio pane e bevete il vino che io vi versai".

II NOTTURNO

Lettura 4

Quattro anni dopo la definizione dommatica della immacolata Concezione della beata Vergine, sulla sponda del fiume Gave presso il borgo di Lourdes, delta diocesi di Tarbes in Francia, la stessa Vergine si fece vedere più volte nell'insenatura d'una roccia nella grotta di Massabielle a una fanciulla chiamata volgarmente Bernadetta, poverissima sì ma ingenua e pia. La Vergine immacolata appariva di aspetto giovane e benevolo, ricoperta d'una veste e d'un velo bianco come la neve, e cinta d'una fascia celeste; una rosa d'oro ne adornava i piedi. Il primo giorno dell'apparizione, che fu l'11 Febbraio dell'anno 1858, insegnò alla fanciulla a far bene e con pietà il segno della croce e, facendo scorrere nella mano la corona che prima le pendeva dal braccio, l'eccitò, col suo esempio, alla recita del santo rosario: cosa che ripeté pure nelle altre apparizioni. Ma il secondo giorno dell'apparizione, la fanciulla temendo, nella semplicità del suo cuore, un'insidia diabolica, gettò sulla Vergine dell'acqua benedetta; ma la beata Vergine, dolcemente sorridendo, le si mostrò con volto ancor più benevolo. Nella terza apparizione poi invitò la fanciulla alla grotta per quindici giorni. D'allora le parlò più spesso, e la esortò a pregare per i peccatori, a baciar la terra e a far penitenza; quindi le ordinò di dire ai sacerdoti che edificassero ivi una cappella, e di venirvi alla stessa guisa con solenni processioni. Di più le ordinò di bere dell'acqua della fonte, ch'era ancora nascosta sotto la sabbia ma sarebbe subito sgorgata, e di lavarsi con essa. Finalmente la festa dell'Annunziazione, domandando la fanciulla istantemente il nome di lei, che s'era degnata di apparirle tante volte, la Vergine, portate le mani sul petto ed alzati gli occhi al cielo, rispose: Io sono l'Immacolata Concezione.

Lettura 5

Crescendo la fama dei benefizi, che si asseriva aver ricevuto i fedeli nella grotta, aumentò ogni dì più il concorso degli uomini attirati alla grotta dalla venerazione del luogo. Ond'è che il vescovo di Tarbes mosso dalla fama dei prodigi e dal candore delta fanciulla, quattro anni dopo le cose narrate, dopo giuridica inquisizione dei fatti, riconobbe con sua sentenza, che i caratteri dell'apparizione erano soprannaturali, e permise nella stessa grotta il culto alla Vergine immacolata. Subito vi si edificò una cappella: da quel giorno sono quasi innumerevoli le folle di fedeli che vi accorrono ogni anno per ragione di voto e di supplica dalla Francia, dal Belgio, dall'Italia, dalla Spagna e da altre regioni d'Europa e fin dalle lontane Americhe, e il nome dell'Immacolata di Lourdes diviene celebre in tutto l'universo. L'acqua della fontana, portata in tutte le parti del mondo, rende la sanità agl'infermi. E l’orbe cattolico, riconoscente di tanti benefici, v'ha eretto intorno meravigliosi monumenti sacri. Innumerevoli vessilli, mandati là dalle città e popoli quali testimoni dei benefici ricevuti, formano al tempio della Vergine una decorazione meravigliosa. In questa sua quasi dimora la Vergine immacolata è venerata continuamente: di giorno con preghiere, canti religiosi e altre solenni funzioni; di notte invece con quelle sacre processioni nelle quali turbe pressoché infinite di pellegrini con ceri e torcie sfilano cantando le lodi della Vergine.

Lettura 6

A tutti è noto come questi pellegrinaggi abbiano ravvivato la fede in questo secolo pieno di freddezza, abbiano incoraggiato a professare la legge cristiana, ed abbiano mirabilmente accresciuto il culto alla Vergine immacolata. Nella quale meravigliosa manifestazione di fede il popolo cristiano ha per duci i sacerdoti, che conducono là le loro popolazioni. Gli stessi vescovi si recano spesso a questo santuario, presiedono ai pellegrinaggi, e assistono alle feste più solenni. Né è troppo raro vedere accorrervi come umili pellegrini gli stessi principi della Chiesa Romana vestiti della porpora. A loro volta, i Romani Pontefici nella loro devozione verso l'Immacolata di Lourdes, arricchirono il sacro tempio di favori i più insigni. Pio IX l'onorò di sante indulgenze, del privilegio di un'arciconfraternita e del titolo di Basilica minore; e volle che la statua della Madre di Dio, che vi si venera, fosse incoronata con solenne rito dal suo nunzio apostolico in Francia. Leone XIII poi le conferì innumerevoli benefizi, concesse l'indulgenza in forma di giubileo nel venticinquesimo dell'Apparizione, incoraggiò colla sua autorità e parola i pellegrinaggi, e fece fare a nome suo la consacrazione solenne d'una Chiesa sotto il titolo del Rosario. E coronò la moltiplicità di questi privilegi concedendo benignamente, a preghiera di molti vescovi, di celebrare una festa solenne sotto il titolo dell'Apparizione della beata Vergine Maria immacolata con Ufficio proprio e Messa propria. Finalmente il sommo Pontefice Pio X nella sua pietà verso la Madre di Dio, e per assecondare i voti di molti vescovi, estese la stessa festa alla Chiesa universale.

III NOTTURNO

Lettura 7

Lettura del santo Vangelo secondo Luca

Luc 1:26-28

In quell' occasione: Fu mandato l'Angelo Gabriele da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, ad una Vergine, sposata a un uomo di nome Giuseppe, della casa di David, e la Vergine si chiamava Maria. Eccetera.

Omelia di san Bernardo Abate

Omelia 2 su Missus est

Rallegrati, padre Adamo, ma tu soprattutto, madre Eva, esulta: come foste i progenitori di tutti, così di tutti foste pure la rovina; e, quel ch'è più deplorevole, prima rovina che progenitori. Consolatevi, la dico a tutti due, per questa figlia, e per tale figlia; ma principalmente a quella che fu la prima cagione del male, il cui obbrobrio s'è trasmesso a tutte le donne. Infatti si approssima il tempo in cui ormai sarà tolto l'obbrobrio, e l'uomo non avrà più di che accusare la donna: né cercando esso impudentemente di scusare se stesso, non dubitò di accusarla crudelmente, dicendo: «La donna, che m'hai data, m'ha dato del frutto, ed io l'ho mangiato» Gen. 3,12. O Eva, corri dunque a Maria; o madre, corri a tanta figlia; risponda la figlia per la madre; liberi lei la madre dall'obbrobrio; lei soddisfaccia al padre per la madre: perché se l'uomo è caduto per la donna, egli ora non si rialza che per la donna.

Lettura 8

Che dicevi, o Adamo? «La donna che m'hai data, m'ha dato del frutto, e io l'ho mangiato» Gen. 3,2. Queste sono parole maliziose, colle quali aggravi anziché diminuire la tua colpa. Nondimeno la Sapienza ha vinto la malizia, perché ella ha trovato nel tesoro della sua inesauribile bontà quell'occasione di perdono che Dio, interrogandoti, cercò, ma non poté cavare da te. Infatti invece della prima donna ci è data un'altra donna, una prudente, invece di una stolta, una umile, invece di una superba; la quale invece d'un frutto di morte, ti dia a gustare un frutto di vita, e in cambio di quell'amaro e velenoso alimento, ti procuri la dolcezza d'un frutto eterno. Muta, dunque, le parole della stolta scusa in voci di azioni di grazie, e di': Signore, la donna che m'hai data m'ha dato del frutto (dell'albero) della vita, e io l'ho mangiato; ed esso è più dolce alla mia bocca del miele, perché per esso m'hai reso la vita. Ed ecco perché l'Angelo fu mandato alla Vergine ammirabile e d'ogni onore degnissima! O donna singolarmente veneranda, ammirabile più che tutte le donne, riparatrice dei tuoi progenitori, sorgente di vita per l'intera posterità!

Lettura 9

Qual'altra donna ti sembra aver Dio preannunziato, quando disse al serpente: «Porrò inimicizia fra te e la donna» Gen. 3,15. E se dubiti ancora avere egli inteso di Maria, ascolta quel che segue «Ella ti schiaccerà la testa». A chi è riservata questa vittoria, se non a Maria? Ella senza dubbio ha schiacciato la testa velenosa, ella ha ridotto a niente ogni suggestione del maligno sia ch'esso tenti colla seduzione della carne o con l'orgoglio dello spirito. E qual altra cercava Salomone quando diceva «Chi troverà la donna forte?» Prov. 31,10. Conosceva infatti quest'uomo sapiente l'infermità di questo sesso, la fragilità del suo corpo, la volubilità del suo spirito. Ma siccome egli aveva letto la promessa fatta da Dio, e gli pareva conveniente che colui che aveva vinto per una donna fosse vinto per mezzo di essa, sommamente meravigliato, esclamava: «Chi troverà la donna forte?». Ch'è quanto dire: Se dalla mano d'una donna dipende così e la nostra comune salvezza e la restituzione dell'innocenza, e la vittoria sul nemico; è assolutamente necessario di trovare una donna forte che possa essere capace di tanta opera.


Ad Primam: il Martirologio del 12 Febbraio 2022

Pridie Idus Februarii, luna decima.



Nel giorno precedente alle Idi di Febbraio, luna decima.




Parti proprie della Messa

INTROITUS

Vidi civitátem sanctam, Jerúsalem novam, descendéntem de cœlo a Deo, parátam sicut sponsam ornátam viro suo. --- Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. --- Glória Patri --- Vidi civitátem sanctam, Jerúsalem novam, descendéntem de cœlo a Deo, parátam sicut sponsam ornátam viro suo.

COLLECTA

Orémus. Deus, qui per immaculátam Vírginis Conceptiónem dignum Filio tuo habitáculum præparásti: súpplices a te quǽsumus; ut, ejúsdem Vírginis Apparitiónem celebrántes, salútem mentis et córporis consequámur. Per eúndem Dóminum nostrum Jesum Christum Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

EPISTOLA

Léctio libri Apocalýpsis beáti Joánnis Apóstoli.

Apoc 11:19; 12:1, 10

Apértum est templum Dei in cœlo: et visa est arca testaménti ejus in templo ejus, et facta sunt fúlgura et voces et terræmótus et grando magna. Et signum magnum appáruit in cœlo: Múlier amícta sole, et luna sub pédibus ejus, et in cápite ejus coróna stellárum duódecim. Et audívi vocem magnam in cœlo dicéntem: Nunc facta est salus et virtus, et regnum Dei nostri et potéstas Christi ejus.

GRADUALE

Flores apparuérunt in terra nostra, tempus putatiónis advénit, vox túrturis audíta est in terra nostra. Surge, amíca mea, speciósa mea, et veni: colúmba mea in foramínibus petræ, in cavérna macériæ.

ALLELUJA

Allelúja, allelúja. Osténde mihi fáciem tuam, sonet vox tua in áuribus meis: vox enim tua dulcis, et fácies tua decóra. Allelúja.

EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.

Luc 1:26-31

In illo témpore: Missus est Angelus Gábriel a Deo in civitátem Galilææ, cui nomen Názareth, ad Vírginem desponsátam viro, cui nomen erat Joseph, de domo David, et nomen Vírginis María. Et ingréssus Angelus ad eam dixit: Ave, grátia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus. Quæ cum audísset, turbáta est in sermóne ejus: et cogitábat, qualis esset ista salutátio. Et ait Angelus ei: Ne tímeas, María, invenísti enim grátiam apud Deum: ecce, concípies in útero et páries fílium, et vocábis nomen ejus Jesum.

OFFERTORIUM

Orémus. Ave, grátia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus.

SECRETA

Hóstia laudis, quam tibi, Dómine, per mérita gloriósæ et immaculátæ Vírginis offérimus, sit tibi in odórem suavitátis, et nobis optátam cónferat córporis et ánimæ sanitátem. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

PRAEFATIO DE BEATA MARIA VIRGINE

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Et te in Conceptione immaculata beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Cæli cælorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes: (Sanctus).

COMMUNIO

Visitásti terram et inebriásti eam, multiplicásti locupletáre eam.

POSTCOMMUNIO

Orémus. Quos cœlésti, Dómine, aliménto satiásti, súblevet dextera Genetrícis tuæ immaculátæ: ut ad ætérnam pátriam, ipsa adjuvánte, perveníre mereámur: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.


Traduzione italiana

INTROITO

Vidi la santa Città, la nuova Gerusalemme, scendere dal Cielo da presso Dio, abbigliata come una sposa ornata per il suo sposo. --- Vibra nel mio cuore un ispirato pensiero, mentre al Sovrano canto il mio poema. --- Gloria --- Vidi la santa Città, la nuova Gerusalemme, scendere dal Cielo da presso Dio, abbigliata come una sposa ornata per il suo sposo.

COLLETTA

Preghiamo. O Dio, che per mezzo dell'Immacolata Concezione della Vergine preparasti al tuo Figliuolo una degna dimora; ti supplichiamo umilmente che, celebrando l'apparizione della Vergine stessa, siamo fatti degni di conseguire la salute dell'anima e del corpo. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

EPISTOLA

Dal libro dell'Apocalisse di San Giovanni Apostolo.

Apoc 11:19; 12:1, 10

Si aprì il tempio di Dio che è nel cielo, e nel suo tempio apparve l'arca della sua Alleanza, e ne vennero folgori e grida e terremoti e grandine forte. Poi apparve nel cielo un gran prodigio: una Donna vestita di sole, che aveva la luna sotto i piedi e sul capo una corona di dodici stelle. E udii una gran voce che in cielo diceva: «Ecco ora la salvezza, la potenza, il regno del nostro Dio e il potere del suo Cristo».

GRADUALE

I fiori sono apparsi nei nostri campi, il tempo della potatura è tornato e la voce della tortora si fa sentire nella nostra campagna. Sorgi, amica mia, mia bella, e vieni, mia colomba che stai nelle fenditure della roccia,nei nascondigli dei dirupi.

ALLELUIA

Alleluia, alleluia. Mostrami il tuo viso, fammi sentire la tua voce; la tua voce è soave e il tuo viso è leggiadro. Alleluia.

VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.

Luc 1:26-31

In quel tempo, l'angelo Gabriele fu inviato da Dio in una città della Galilea, di nome Nazareth, ad una vergine sposa di un uomo di nome Giuseppe, della stirpe di Davide; e il nome della vergine era Maria. L'angelo, entrando da lei, disse: «Ave, piena eli grazia; il Signore è con te; tu sei benedetta fra le donne». Mentre l’udiva, fu turbata alle sue parole, e si domandava cosa significasse quel saluto. E l'angelo le disse: «Non temere, Maria, poiché hai trovato grazia presso Dio. Ecco, concepirai nel tuo seno e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù».

OFFERTORIO

Preghiamo. Ave, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne.

SECRETA

O Signore, i doni che ti offriamo, per i meriti della gloriosa ed Immacolata Vergine, salgano a te in odore di soavità, e a noi conferiscano la desiderata sanità del corpo e dell'anima. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PREFAZIO DELLA BEATA VERGINE MARIA

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Te, nella Immacolata Concezione della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed esaltiamo. La quale concepí il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesú Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtú celesti e i beati Serafini la célebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: (Sanctus).

COMUNIONE

Visitasti la tetta e la inebriasti, la colmasti di ricchezza.

POST-COMUNIONE

Preghiamo. Noi, che saziasti, o Signore, con cibo celeste, difenda la mano potente della tua Immacolata Genitrice; affinché, mediante il suo aiuto, meritiamo di raggiungere la vita eterna: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen,


Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

11 FEBBRAIO APPARIZIONE DELL'IMMACOLATA VERGINE MARIA

Il messaggio di Lourdes.

Nelle nubi comparirà il mio arco, ed io mi ricorderò del mio patto con voi (Gen 9,14-15). Nell’Ufficio dell’11 febbraio 1858 (giovedì di Sessagesima) le lezioni liturgiche ricordavano queste parole alla terra, quando il mondo apprese che in quello stesso giorno Maria era apparsa più bella del segno della speranza, che al tempo del diluvio fu la sua meravigliosa figura.

Era il tempo in cui si moltiplicavano per la Chiesa i sintomi forieri di un avvenire che oggi s’è fatto presente e che ben conosciamo. La vecchia umanità sembrava fosse sul punto di sommergere in un diluvio peggiore dell’antico.

IO SONO L’IMMACOLATA CONCEZIONE, dichiarò la Madre della divina grazia all’umile fanciulla scelta in quel momento a recare il suo messaggio ai custodi dell’arca della salvezza. Alle tenebre che salivano dall’abisso ella opponeva, come un faro, l’augusto privilegio che, tre anni prima, il supremo nocchiero aveva proclamato come dogma in sua gloria.

Infatti se, come afferma Giovanni il prediletto, è la nostra fede che possiede quaggiù le promesse della vittoria (1Gv 5,4); e, se la fede si alimenta di luce: qual dogma meglio di questo che racchiude e proclama tutti gli altri, li rischiara allo stesso tempo di sì soave splendore? Sul capo della trionfatrice temuta dall’inferno, esso è veramente la regale corona su cui, come nell’arca vincitrice delle tempeste, convergono i diversi splendori del cielo.

Tuttavia occorreva aprire gli occhi dei ciechi a queste bellezze, incoraggiare i cuori angosciati dalle audaci negazioni dell’inferno, rialzare dall’impotenza a formulare l’atto di fede tante intelligenze debilitate dall’educazione delle scuole moderne. Convocando le folte sul luogo benedetto della sua apparizione, l’Immacolata veniva incontro, con fortezza e soavità, alle anime deboli guarendo i corpi; sorridendo alla pubblicità e accettando ogni controllo, confermava, con l’autorità del miracolo permanente, la propria parola e la definizione fatta dal Vicario del Suo Figliolo.

Come il Salmista celebrava le opere di Dio che narrano in ogni lingua la gloria del creatore (Sal 18,2-5); come san Paolo tacciava d’insania, nonché d’empietà, chiunque non credeva alla loro testimonianza (Rm 1,18-32): altrettanto si può dire degli uomini del nostro tempo, che sono inescusabili, se non riconoscono dalle opere sue la SS. Vergine. Ella potrebbe moltiplicare i suoi benefici, aver compassione dei più gravi infermi: ma queste anime malate che, nel timore inconfessato di importune conclusioni, ricusano di vedere oltre; o lottando apertamente contro la verità, spingono al paradosso il proprio pensiero, avvolgono nelle tenebre i loro cuori, come dice l’Apostolo (Rm 1,21), e fanno temere che il senso depravato, il cui castigo portavano nella carne i pagani (ivi 28), abbia leso la loro ragione.

Appello alla penitenza.

“O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi!” È la preghiera che, dall’anno 1830, voi stessa c’insegnaste contro le minacce dell’avvenire. In seguito, nel 1846, i due pastorelli della Salette ci rammentavano le vostre esortazioni e le vostre lacrime. “Pregate per i poveri peccatori e per il mondo così sconvolto”, ci ripete oggi da parte vostra la veggente della grotta di Massabielle : “Penitenza! penitenza! penitenza!”.

Noi vogliamo obbedirvi, o Vergine benedetta, vogliamo combattere in noi e dovunque l’universale e unico nemico, il peccato, male supremo donde derivano tutti i mali. Lode all’Onnipotente, che si degnò preservarvi da ogni contaminazione e specialmente riabilitare in voi la nostra natura umiliata! Lode a voi che, non avendo alcun debito, rimetteste i nostri con le materne lacrime e col sangue del Figlio! vostro, riconciliando la terra col cielo e schiacciando la testa al serpente (Gen 3,15)!

Preghiera ed espiazione! Non era questa, sin dai primi tempi, dai tempi degli Apostoli, in questi giorni di avvicinamento più o meno immediato alla Quaresima, l’insistente raccomandazione della Chiesa? O Madre nostra del Cielo, siate benedetta per essere venuta sì opportunamente ad armonizzare la vostra voce con quella della grande Madre della terra. Il mondo ormai rifiutava, non comprendeva più l’infallibile e indispensabile rimedio, offerto dalla misericordia e dalla giustizia di Dio alla sua miseria; sembrava aver dimenticato per sempre il monito: Se non fate penitenza perirete tutti (Lc 13,3-5).

La vostra pietà, o Maria, ci desta dal nostro torpore! Conoscendo la nostra debolezza, voi accompagnate con mille dolcezze il calice amaro, e per indurre l’uomo ad implorarvi i beni eterni, gli prodigate quelli del tempo. Noi non vorremo essere come quei fanciulli che ricevono volentieri le carezze materne e trascurano gl’insegnamenti e le correzioni che quelle carezze avevano lo scopo di fare accettare. D’ora innanzi sapremo, con voi e con Gesù, pregare e soffrire; durante la santa Quarantena, col vostro aiuto, ci convertiremo e faremo penitenza.

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