21 settembre 2020

Nozioni elementari di liturgia secondo la Costituzione Apostolica “Divino Afflatu” di San Pio X (1911). Dispensa liturgica scritta da Il Castigamatti - 1) L'Anno liturgico in generale: I) Nozioni generali: a) Introduzione.

1.I.a Introduzione


  • L’anno liturgico è strutturato attorno a due cicli, il ciclo natalizio e il ciclo pasquale, e in base ad essi vengono computate le altre settimane.
  • L’Ufficiatura quotidiana, di cui si intesse l’anno liturgico, è composta da due parti distinte ma non totalmente separate: la Santa Messa e l’Ufficio Divino.
  • La Santa Messa è il sacrificio perfetto offerto a Dio, che rinnova quello della Croce, tramite cui il sacerdote Lo ringrazia per i suoi benefici, lo loda per le sue infinite perfezioni, chiede perdono per i nostri peccati, e impetra le grazie spirituali e temporali per la nostra santificazione, oppure per suffragare le anime dei fedeli defunti che scontano i loro peccati in purgatorio. Inoltre in essa la sostanza del pane e del vino vengono transustanziate in quelle del Corpo e Sangue di Nostro Signore, affinché Egli si faccia alimento salutifero per i cristiani.
    • La celebrazione quotidiana della Messa, a differenza dell’Ufficio, non è mai stata sancita da un obbligo giuridico, tuttavia senza dubbio è un obbligo morale molto grave a cui tutti i Sacerdoti devono conformarsi; esso risale ai tempi degli Apostoli come si evince leggendo la Passione di Sant’Andrea, il quale disse ai suoi carnefici: «Io ogni giorno a Dio onnipotente, ch’è il solo e vero Dio, sacrifico non il fumo dell’incenso né le carni dei muggenti buoi né il sangue dei cinghiali, ma un agnello immacolato sull’altare della croce perché, dopo che l’intero popolo dei credenti avrà mangiato le sue carni e bevuto il suo sangue, l’Agnello ch’è stato sacrificato rimane intero e vivo. E infatti, esso, benché sia stato sacrificato veramente e le sue carni siano state veramente mangiate ed il suo sangue sia stato veramente bevuto dal popolo, tuttavia – come ho detto – resta intero, immacolato e vivo».
  • L’Ufficio Divino invece è la scansione della preghiera della Chiesa nel tempo, con cui lo stesso tempo viene santificato. È una duplice scansione, quella annuale, legata al susseguirsi dei cicli sopra menzionati e dei periodi intermedi tra questi, delle Feste di Nostro Signore e dei Santi, e dei singoli giorni della settimana; e quella diurna, distinta in otto fasi chiamate Ore Canoniche, articolate, almeno in teoria, secondo le fasi principali della giornata. Ho detto in teoria perché, nella sua infinita sapienza di una volta, la Santa Chiesa ha concesso ai chierici che recitano l’Ufficio privatamente, di poter eventualmente riunire o separare queste fasi a seconda delle loro necessità. Si distinguono infatti due modi di adempiere a questo santo obbligo: quello dei monaci, delle monache e dei canonici, che sono tenuti a cantarlo in coro, compiendo certi gesti, assumendo certe posizioni, certi toni di voce, e addirittura inserendo o omettendo certe rare parti cui gli altri non sono tenuti; e quello dei chierici che non hanno obbligo di coro, i quali possono liberamente scegliere se cantarlo o recitarlo, se a voce alta o bassa, se in piedi o seduti o in ginocchio o persino passeggiando se ciò li aiuta a concentrarsi; quello che tuttavia è strettamente obbligatorio è il fatto di dover recitare l’Ufficio ogni giorno e integralmente, nell’arco delle 24 ore che vanno da mezzanotte a mezzanotte. Ma anche in questo, come si vedrà, sono previsti alcuni piccoli accomodamenti.
    • All’obbligo dell’Ufficio (obbligo sia morale che giuridico) sono tenuti con obbligo sub gravi i monaci e monache professi solenni, i chierici in sacris (cioè che hanno ricevuto almeno il Suddiaconato), i canonici e i seminaristi beneficiari (cioè titolari di un beneficio, rendita, ma ormai non se ne trovano più).

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