26 settembre 2020

Nozioni elementari di liturgia secondo la Costituzione Apostolica “Divino Afflatu” di San Pio X (1911). Dispensa liturgica scritta da Il Castigamatti - 1) L'Anno liturgico in generale: II) Struttura dell'anno liturgico nelle sue componenti e nel suo insieme c) Il mese liturgico

 1.II.c Il mese liturgico


  • Un ruolo molto importante è assunto dalla prima Domenica del mese, che da Agosto a Novembre è il fulcro della distribuzione quotidiana della Scriptura occurrente, cioè delle letture del notturno (o del primo notturno) di ogni giorno, e le Domeniche anche del secondo. Il Breviario usa due modi completamente diversi di computare la prima Domenica del mese, a seconda se la ricerca concerne il proprio del tempo o il proprio dei santi.
    • Se bisogna calcolare la prima Domenica del mese per organizzare qualcosa che dipende dal proprio del tempo, come il fissare l’incipit di un libro biblico, essa è la Domenica che cade più vicina al primo giorno del mese (chiamato Kalendæ, donde appunto “Calendario”). Vale a dire che se il primo del mese è un Lunedì, un Martedì o un Mercoledì, la prima Domenica del mese cade cronologicamente prima dell’inizio del mese stesso, se invece il primo del mese è un Giovedì, un venerdì, un Sabato o una Domenica, la Domenica cade all’interno del mese.

      • Esempio pratico: Bisogna capire in che giorno si legge a Mattutino l’incipit del libro di Giobbe, nell’Ufficio della I Domenica di Settembre. Se il primo giorno di Settembre è un Mercoledì, la I Domenica di Settembre, liturgicamente parlando, cade il 29 Agosto; se il 1 Settembre è un Martedì, essa sarà il 30, se un Lunedì, il 31 Agosto. Al contrario, se il 1 Settembre è un Giovedì, la I Domenica di Settembre sarà il 4 Settembre, se è di venerdì, essa sarà il 3, se di Sabato, il 2; infine ovviamente se la il primo giorno del mese coincide con la Domenica, non occorre alcun calcolo.
    •  Se invece bisogna fissare una Festa del santorale, la prima Domenica del mese è sempre all’interno dello stesso e mai prima. In realtà questo è ormai quasi irrilevante perché la “Divino Afflatu” ha ridotto al minimo indispensabile le Feste del proprio dei santi che possono cadere di Domenica, e ha proibito la possibilità di fissarne altre in futuro[1].

  • Da Agosto a Novembre il Breviario assegna a ogni mese cinque settimane per assicurarsi che nessun giorno manchi mai della sua Scriptura occurrente; ovviamente la quinta settimana sarà omessa, secondo le rubriche, quando il mese conta solo quattro Domeniche.
  • Il calendario del Martirologio merita qui un paragrafo per la sua particolarità. Sebbene ai margini delle pagine siano scritti i giorni mensili come li conosciamo noi, essi non si pronunziano mai, e al contrario all’inizio della lettura quotidiana si annuncia il giorno secondo l’antico calendario dei Romani. Il primo giorno del mese è sempre chiamato Kalendæ. Il 15 del mese di Marzo, Maggio, Luglio e Ottobre, e il 13 di tutti gli altri mesi, è chiamato Idus. Il giorno che cade nove giorni prima delle Idi viene detto Nonæ (nel computo bisogna sempre contare tanto il giorno di partenza che quello di arrivo, quindi ad es. le None di Gennaio cadono il 5, le None di Maggio il 7). A parte questi tre giorni, Calende, None e Idi, che sono fissi, tutti gli altri giorni si contano in rapporto a quello che, di questi tre, cadrà prossimamente. Per esempio il 25 Dicembre è detto Octavo Kalendas Januarii, ottavo giorno prima delle Calende di Gennaio; il 3 Agosto è Tertio Nonas Augusti, il 9 Settembre Quinto Idus Septembris, il 31 Marzo Pridie Kalendas Aprilis (il giorno prima delle Calende d’Aprile, infatti non si dice mai “Secundo Kalendas…” ma “Pridie Kalendas”) etc.
    • Negli anni bisestili “si raddoppia” il 24 Febbraio, vale a dire che sia il 24 che il 25 si dice Sexto Kalendas Martii e poi il computo prosegue come sempre; anzi è da questo che deriva il nome di anno bisestile, perché per due volte (bis) cade il sesto (sextus) giorno alle Calende di Marzo.
    • Il numero della luna invece si pronunzia secondo la lettera corrispondente, che è la stessa tutto l’anno (negli anni bisestili il “secondo” sesto alle Calende di Marzo si pronunzia la luna numericamente successiva a quella detta il giorno precedente, e la sua lettera diventa la nuova lettera dell’anno). Normalmente la lettera del Martirologio si trova nell’Ordo; ma nel caso essa non fosse reperibile, basta trovare, al primo Gennaio, la lettera della luna che numericamente segue la luna del 31 Dicembre. Es.: se la luna del 31 Dicembre è la 24°, alla lettera “n”, allora la lettera dell’anno successivo sarà quella che al 1 Gennaio corrisponde alla 25° luna, cioè la “E”.



[1] Pio XI è evidentemente passato oltre a questo divieto quando ha istituito la Festa di Cristo Re.

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