03 ottobre 2021

Martedì 5 Ottobre 2021 nella liturgia



Festa dei Santi Placido e Compagni Martiri, Semplice, colore liturgico rosso.

Primi Vespri della Festa di San Bruno Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco.


Qui per le peculiarità del Tempo dopo Pentecoste:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/05/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


Al Breviario

All'Ufficio dei Santi Placido e Compagni:

Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di più Martiri. Prime due Letture dal Proprio del Tempo al Martedì nella I Settimana di Ottobre, III Lezione e Orazione dal Proprio dei Santi (al 5 Ottobre).

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio di San Bruno:

Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio, il resto dal Comune di un Confessore non Pontefice, Orazione dal Proprio dei Santi (al 6 Ottobre).

Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio e le Preci si omettono. La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Vespri è <<meruit beatas scandere sedes>>


Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Festa dei Santi Placido e Compagni Martiri, Semplice, colore liturgico rosso.

Alla Scrittura occorrente del Mattutino incomincia il I Libro dei Maccabei, impedito Domenica scorsa.

Primi Vespri della Festa di San Bruno Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco.


All'Ufficio dei Santi Placido e Compagni:

A Mattutino: Invitatorio dal Comune di più Martiri, Antifone, Salmi  e Versetto dal Salterio, prime due Letture dal Proprio del Tempo alla I Domenica di Ottobre con i rispettivi Responsori (la III Lezione della Domenica può facoltativamente essere giunta alla II senza soluzione di continuità e seguita dal II Responsorio), III Lezione dal Proprio dei Santi (al 5 Ottobre) seguita dal Te Deum.

A Lodi: Tutto dal Comune con i Salmi domenicali, Orazione dal Proprio dei Santi.

A Prima: Antifona dal Comune, il resto dal Salterio coi Salmi festivi.

A Terza, Sesta e Nona: Tutto dal Comune coi Salmi soliti, Orazione dal Proprio dei Santi.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono cinque Commemorazioni Comuni a Lodi (tutte meno quella della Croce) e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio di San Bruno:

Ai Vespri tutto dal Comune di un Confessore non Pontefice, Orazione dal Proprio dei Santi (al 6 Ottobre)

Le Antifone si raddoppiano, le Commemorazioni Comuni e le Preci si omettono. La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Vespri è <<meruit beatas scandere sedes>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hodie laetus meruit secreta scandere coeli>>.


Al Messale

    Si può celebrare facoltativamente la Messa dei Santi Placido e Compagni.

    Messa Salus autem dal Comune di più Martiri con le Orazioni al 5 Ottobre.

    • Gloria in excelsis
    • Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
      • La prima della Messa
      • La seconda Ad poscenda suffragia Sanctorum (A cunctis)
      • Le altre ad libitum
    • Prefazio Comune
    • Ite Missa est
    • Prologo di San Giovanni

    Oppure è possibile celebrare una Messa Votiva privata (senza Gloria, tre o cinque o sette Orazioni di cui la prima della Messa, la seconda dei Santi Placido e Compagni, la terza A cunctis e le altre ad libitum, Prefazio della Messa o Comune, Benedicamus Domino; se si celebra la Messa Votiva dei Santi Angeli si dicono Gloria e Ite Missa est), o ancora una Messa quotidiana di Requiem (con tre Orazioni).

    Invece nelle chiese in cui Domenica scorsa tutte le Messe o l'unica Messa sono state celebrate della solennità esterna del SS. Rosario della Beata Vergine Maria Maria, oggi si deve obbligatoriamente recuperare la Messa della XIX Domenica di Pentecoste (senza Gloria né Credo, la prima Orazione è della Messa, la seconda è la commemorazione dei Santi Placido e Compagni, la terza è A cunctis e le altre ad libitum, Prefazio Comune, Benedicamus Domino). Ciò non vale per le Messe private, che possono essere dei Santi Placido e Compagni ma non Votive o di Requiem.


    Letture del Mattutino (in latino)

    AD NOCTURNUM

    Lectio 1

    De libro primo Machabæórum

    1 Mac 2:1-6

    In diébus illis surréxit Mathathías fílius Joánnis, fílii Simeónis, sacérdos ex fíliis Jóarib, ab Jerúsalem, et consédit in monte Modin. Et habébat fílios quinque, Joánnem, qui cognominabátur Gaddis, et Simónem, qui cognominabátur Thasi, et Judam, qui vocabátur Machabǽus, et Eleázarum, qui cognominabátur Abaron, et Jónathan, qui cognominabátur Apphus. Hi vidérunt mala quæ fiébant in pópulo Juda, et in Jerúsalem.

    Lectio 2, 1 Mac 2:7-10

    Et dixit Mathathías: Væ mihi! ut quid natus sum vidére contritiónem pópuli mei et contritiónem civitátis sanctæ et sedére illic, cum datur in mánibus inimicórum? Sancta in manu extraneórum facta sunt, templum ejus sicut homo ignóbilis, vasa glóriæ ejus captíva abdúcta sunt, trucidáti sunt senes ejus in platéis, et júvenes ejus cecidérunt in gládio inimicórum. Quæ gens non hereditávit regnum ejus et non obtínuit spólia ejus?

    Lectio 3

    Plácidus Romæ, Tertúlllo patre in primis nóbili, natus, puer Deo oblátus et sancto Benedícto tráditus, tantum ejus disciplína et monásticæ vitæ institútis profécit, ut inter præcípuos illíus discípulos numerétur. Ab eo in Sicíliam missus, monastérium et ecclésiam in honórem sancti Joánnis Baptístæ prope Messánæ portum constrúxit, ubi cum mónachis admirábili sanctitáte vixit. Ejus viséndi causa cum eo veníssent Eutychius et Victorínus, illíus fratres, et Flávia, virgo soror, eódem témpore illuc áppulit immánis quidam piráta, Manúcha nómine; qui, capto monastério, cum Plácidum et céteros nullo modo addúcere potuísset ut Christum negárent, ipsum fratrésque illíus ac sorórem crudéliter necári jussit. Cum quibus étiam Donátus, Firmátus diáconus, Faustus aliíque trigínta mónachi, martyrii agónem felíciter consummárunt tértio Nonas Octóbris, anno salútis quingentésimo trigésimo nono.


    Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

    NOTTURNO UNICO

    Lettura 1

    Dal primo libro dei Maccabei

    1 Mac 2:1-6

    In quel tempo sorse Matatia figlio di Giovanni, figlio di Simeone sacerdote della famiglia di Joarib, e da Gerusalemme si ritirò sul monte Modin. Egli aveva cinque figli, Giovanni soprannominato Gaddis, Simone soprannominato Tasi, Giuda soprannominato Maccabeo, Eleazaro soprannominato Abaron, e Gionatan sapranno-minato Affus. Questi vedevano lo strazio che si faceva del popolo di Giuda e di Gerusalemme.

    Lettura 21 Mac 2:7-10

    E Matatia disse: Misero me perché sono nato, per vedere lo scempio del mio popolo e la distruzione della città santa, per starvi a sedere mentr’essa è data in mano dei nemici? Le cose sante sono cadute in mano degli stranieri, il suo tempio è come un uomo disonorato, i suoi vasi preziosi, saccheggiati, sono stati portati via, i suoi vecchi sono stati trucidati per le piazze, e i suoi giovani son caduti sotto la spada dei nemici. Qual'è la nazione che non s'è impossessata del suo regno e non ha avuto parte delle sue spoglie?

    Lettura 3

    Placido, nato a Roma da Tertullo personaggio di gran nobiltà, offerto a Dio fanciullo e affidato a san Benedetto, fece sì grandi progressi nella virtù e nell'osservanza della vita monastica, da essere annoverato fra i principali suoi discepoli. Inviato da lui in Sicilia, fondò presso il porto di Messina una chiesa e un monastero in onore di san Giovanni Battista, dove visse insieme coi monaci con mirabile santità. Essendo andati a trovarlo Eutichio e Vittorino, suoi fratelli, e la sorella, la vergine Flavia, in quel medesimo tempo approdò là un crudele pirata, di nome Manuca; il quale, impadronitosi del monastero, e non potendo in nessun modo ridurre Placido e gli altri a rinnegare Cristo, lo fece massacrare barbaramente insieme co' suoi fratelli e colla sorella. E con essi sostennero felicemente il combattimento del martirio anche Donato, Firmato diacono, Fausto e altri trenta monaci, il 5 Ottobre, nell'anno della salute 539.


    Ad Primam: il Martirologio del 6 Ottobre 2021

    Pridie Nonas Octobris, luna vigesima nona.



    Nel giorno precedente alle None di Ottobre, luna ventinovesima.



    Parti proprie della Messa (in latino)

    INTROITUS

    Salus autem justórum a Dómino: et protéctor eórum est in témpore tribulatiónis. --- Noli æmulári in malignántibus: neque zeláveris faciéntes iniquitátem. --- Glória Patri --- Salus autem justórum a Dómino: et protéctor eórum est in témpore tribulatiónis.

    COLLECTAE

    Orémus. Deus, qui nos concédis sanctórum Mártyrum tuórum Plácido et Sociórum ejus natalítia cólere: da nobis in ætérna beatitúdine de eórum societáte gaudére. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. A cunctis nos, quǽsumus, Dómine, mentis et córporis defénde perículis: et, intercedénte beáta et gloriósa semper Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis, salútem nobis tríbue benígnus et pacem; ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, Ecclesia tua secúra tibi sérviat libertáte.

    Orationes ad libitum.

    EPISTOLA

    Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Hebraeos

    Hebr 10:32-38

    Fratres: Rememorámini prístinos dies, in quibus illumináti magnum certámen sustinuístis passiónum: et in áltero quidem oppróbriis et tribulatiónibus spectáculum facti: in áltero autem sócii táliter conversántium effécti. Nam et vinctis compássi estis, et rapínam bonórum vestrórum cum gáudio suscepístis, cognoscéntes vos habere meliórem et manéntem substántiam. Nolíte itaque amíttere! confidéntiam vestram, quæ magnam habet remuneratiónem. Patiéntia enim vobis necéssaria est: ut, voluntátem Dei faciéntes, reportétis promissiónem. Adhuc enim módicum aliquántulum, qui ventúrus est, véniet, et non tardábit. Justus autem meus ex fide vivit.

    GRADUALE

    Clamavérunt justi, et Dóminus exaudívit eos: et ex ómnibus tribulatiónibus eórum liberávit eos. Juxta est Dóminus his, qui tribuláto sunt corde: et húmiles spíritu salvábit.

    ALLELUJA

    Allelúja, allelúja. Te Mártyrum candidátus laudat exércitus, Dómine. Allelúja.

    EVANGELIUM

    Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam

    Luc 12:1-8

    In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Atténdite a ferménto pharisæórum, quod est hypócrisis. Nihil autem opértum est, quod non revelétur: neque abscónditum, quod non sciátur. Quóniam, quæ in ténebris dixístis, in lúmine dicéntur: et quod in aurem locuti estis in cubículis, prædicábitur in tectis. Dico autem vobis amícis meis: Ne terreámini ab his, qui occídunt corpus, et post hæc non habent ámplius quid fáciant. Osténdam autem vobis, quem timeátis: timéte eum, qui, postquam occídent, habet potestátem míttere in gehénnam. Ita dico vobis: hunc timéte. Nonne quinque pásseres véneunt dipóndio, et unus ex illis non est in oblivióne coram Deo? Sed et capílli cápitis vestri omnes numerári sunt. Nolíte ergo timére: multis passéribus pluris estis vos. Dico autem vobis: Omnis, quicúmque conféssus fúerit me coram homínibus, et Fílius hóminis confiténtur illum coram Angelis Dei.

    OFFERTORIUM

    Orémus. Justórum ánimæ in manu Dei sunt, et non tanget illos torméntum malítiae: visi sunt óculis insipiéntium mori: illi autem sunt in pace, allelúja.

    SECRETAE

    Múnera tibi, Dómine, nostræ devotiónis offérimus: quæ et pro tuórum tibi grata sint honóre Justórum, et nobis salutária, te miseránte, reddántur.  Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Exáudi nos, Deus, salutáris noster: ut, per hujus sacraménti virtútem, a cunctis nos mentis et córporis hóstibus tueáris; grátiam tríbuens in præsénti, et glóriam in futúro.

    Orationes ad libitum.

    PRAEFATIO COMMUNIS

    Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

    COMMUNIO

    Quod dico vobis in ténebris, dícite in lúmine, dicit Dóminus: et quod in aure audítis, prædicáte super tecta.

    POSTCOMMUNIO

    Orémus. Præsta nobis, quǽsumus, Dómine: intercedéntibus sanctis Martýribus tuis Plácido et Sóciis ejus; ut, quod ore contíngimus, pura mente capiámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. Mundet et múniat nos, quǽsumus, Dómine, divíni sacraménti munus oblátum: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis; a cunctis nos reddat et perversitátibus expiátos, et adversitátibus expedítos.

    Orationes ad libitum.


    Traduzione italiana della Messa

    INTROITO

    Per i giusti la salvezza viene dal Signore; Egli è il loro rifugio nel tempo della prova. --- Non invidiare i malvagi e non essere geloso degli operatori di iniquità. --- Gloria --- Per i giusti la salvezza viene dal Signore; Egli è il loro rifugio nel tempo della prova.

    COLLETTE

    Preghiamo. O Dio, che ci fai festeggiare la nascita al cielo dei tuoi santi Martiri Placido e Compagni concedi a noi di godere la loro compagnia nella felicità eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    Si possono aggiungere altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione).

    EPISTOLA

    Lettura della Lettera di san Paolo apostolo agli Ebrei

    Ebr 10:32-38

    Fratelli: Richiamate alla memoria quei primi giorni in cui, appena illuminati dal Vangelo, doveste sostenere grande lotta di sofferenze; ora esposti a ludibrio di tutti con tormenti ed ignominia, ora divenendo compagni di chi era in tale stato. Voi infatti foste compassionevoli verso i carcerati e con gioia accettaste la confisca dei vostri beni, sapendo di aver beni migliori e più duraturi. Non vogliate pertanto perdere quella vostra fiducia, alla quale è riserbata grande ricompensa. Per voi, infatti, è necessaria la pazienza, affinché facendo la volontà di Dio possiate conseguire ciò che vi è stato promesso; poiché ancora un tantino, e chi ha da venire verrà, e non tarderà. Infatti il giusto come l'intendo io, vive di fede.

    GRADUALE

    Gridano i giusti ed il Signore li ascolta; e li libera da ogni tribolazione. Il Signore assiste gli affranti d'animo e soccorre gli abbattuti di spirito.

    ALLELUIA

    Alleluia, alleluia. Te dei Martiri il candido esercito esalta, o Signore. Alleluia.

    VANGELO

    Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca

    Luc 12:1-8

    In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dal lievito dei Farisei che è l'ipocrisia. Ma non c'è niente di nascosto che non abbia ad essere scoperto, e niente di occulto che non abbia a venir conosciuto. Perciò quanto avrete detto all'oscuro, sarà detto nella luce, e quel che avrete detto all'orecchio nel segreto della camera, sarà strombazzato sui tetti. A voi poi, amici miei, io dico: Non abbiate paura di coloro che uccidono il corpo, e dopo ciò non possono far altro; ma vi mostrerò io chi dovete temere: temete colui che dopo avervi fatto morire ha potere di mandarvi all'interno: temete questo, vi ripeto. Si vendono cinque passeri per due soldi, non è vero? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato dinanzi a Dio; anzi perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete adunque, voi valete ben più di molti passeri. Or vi dico: chi avrà riconosciuto Me davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli Angeli di Dio».

    OFFERTORIO

    Preghiamo. Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio e nessun tormento può taccarli. Agli stolti è parso che fossero morti: ma essi godono la pace, alleluia.

    SECRETE

    Ti offriamo, o Signore, i doni della nostra devozione; sian essi graditi a te per l'onore dei tuoi Santi, e a noi, per la tua misericordia, giovevoli a salvezza.  Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    O Dio nostra salvezza, esaudiscici; e, in virtù di questo sacramento proteggici da ogni nemico della mente e del corpo, dandoci la grazia nel tempo presente e la gloria nell'eternità.

    Si possono aggiungere altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (solo l'ultima ha la conclusione).

    PREFAZIO COMUNE

    E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).

    COMUNIONE

    Ciò che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, afferma il Signore, e ciò che avete udito all'orecchio predicatelo dai tetti.

    POST-COMUNIONE

    Preghiamo. La comunione dei tuoi sacramenti che abbiamo ricevuti, ci salvi, o Signore, e ci confermi nella luce della tua verità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    Si possono aggiungere altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus, solo l'ultima ha la conclusione).


    Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

    5 OTTOBRE SANTI PLACIDO E COMPAGNI MARTIRI

    L’antica oblatura benedettina.

    Tutta la Chiesa si unisce oggi all’Ordine benedettino per festeggiare uno dei primi discepoli del grande Patriarca dei monaci di Occidente: san Placido. San Gregorio Magno racconta come da Roma e da altri luoghi si portassero a san Benedetto dei bambini e si affidassero a lui, perché si occupasse della loro istruzione e li “nutrisse nel servizio di Dio”. I bambini, molto spesso non erano affidati per qualche anno soltanto, ma veramente offerti e dati a Dio in modo definitivo e non potevano più rientrare nel mondo.

    Oggi questo costume ci stupisce e con la nostra mentalità del secolo XX lo consideriamo un abuso esorbitante. Ma noi non abbiamo più il concetto della patria potestas, del diritto paterno come era riconosciuto in questi secoli. E non è poi tanto lontano il tempo in cui i genitori decidevano dell’avvenire dei figli, senza consultarli e senza permettere la minima obiezione.

    La nostra appartenenza a Dio.

    “Gli usi antichi bisogna considerarli con animo antico e le abitudini cristiane vanno considerate con animo cristiano. Del resto, per insorgere contro l’offerta dei bambini a Dio, bisognerebbe dimostrare che l’uomo non è sottomesso ad altre leggi, fuorché quelle che ha liberamente accettate.

    Noi fummo creati senza aver voluto essere creati, siamo diventati cristiani e siamo stati impegnati alla sequela di Dio senza che sia stato richiesto il nostro parere. Chi riflette, capisce tosto che l’uomo è un essere di cui Dio dispone come gli pare; direttamente o per mezzo di intermediari. ma sempre da padrone.

    La libertà.

    Il turbamento retrospettivo per l’antica oblatura non viene forse da un troppo diffuso disprezzo del vero carattere della libertà? La facoltà di scegliere un male o un minor bene, l’indipendenza della persona di fronte al bene e di fronte al male, l’individualismo gretto e geloso non sono in fondo che una diminuzione della libertà. La vera libertà sta nell’appartenenza profonda, nell’adesione conosciuta e amata al bene e a Dio. Se non ci mettiamo da questo punto di vista, poco comprenderemo della educazione, che ha proprio il fine di creare in noi l’abitudine del bene, prima che sappiamo che cosa il bene sia.

    Quando il senatore Tertullo offriva a san Benedetto il suo piccolo Placido non pensava di compiere un atto di tirannia, ma credeva di provvedere alla sicurezza e alla salvezza eterna del figlio ed era convinto che né Dio, né il figlio gli avrebbero un giorno rinfacciata la sua decisione. Di fatto, la maggior parte dei bambini offerti aderiva poi gioiosamente alla professione emessa in loro nome e quelli, che avrebbero invece ripresa volentieri la via del mondo, sono poi molto da compiangere per il fatto di essere stati costretti a dimorare vicino a Dio? Invece di inorridire per gli abusi e le defezioni inevitabili, converrebbe benedire una istituzione, che diede frutti come san Mauro e san Placido, san Beda il Venerabile e santa Gertrude ed altri molti. Se noi stessi fossimo stati offerti, non avremmo conosciuto che Dio, non avremmo altri ricordi, fuorché il ricordo di Dio, non avremmo niente da disimparare: Dove sarebbe la disgrazia?” (Dom Delatte, Commento della Regola, p. 468).

    VITA. – Placido era nato a Roma dalla nobile famiglia degli Anicii e, ancora bambino, fu affidato dal padre Tertullo a san Benedetto, nel monastero di Monte Cassino. Con san Mauro divenne il discepolo preferito e san Gregorio racconta un miracolo di cui fu beneficiato. Era andato a prendere acqua al lago e cadde nell’acqua e fu trascinato dalla corrente. San Benedetto comandò a Mauro di correre in suo soccorso ed egli, in assoluta obbedienza, camminò sull’acque, senza neppure rendersi conto di quello che faceva e riportò a Benedetto il giovane Placido. Gli Atti della sua Vita ci parlano della sua dolcezza, della sua umiltà, della sua contemplazione c della sua austerità. Fu considerato confessore fino alla fine del secolo XI e solo allora comparve la leggenda del suo invio in Sicilia da parte di san Benedetto. Il martirologio cassiniano lo elencò, ma, per logica di cose si riconobbe nel Placido inviato in Sicilia il martire onorato il 5 ottobre. Pietro Diacono, monaco di Cassino del XII secolo diede corpo alla leggenda nella sua Vita Placidi, vita inventata di sana pianta, che ebbe diffusione molto limitata. La Sicilia, l’accettò, ma attesta nei martirologi dei secoli XII e XIII che la tradizione si era sovrapposta ad un’altra più antica. L’Ordine Benedettino celebra oggi la festa di san Placido utilizzando il Comune dei Martiri, senza orazioni e lezioni proprie, forse in attesa di unire in una sola festa i primi due discepoli di san Benedetto, Mauro e Placido, che una tradizione secolare già nell’ Alto Medioevo aveva unito nel gruppo dei confessori.

    È opportuno non dimenticare nelle preghiere di oggi la schiera imponente di martiri, che la Chiesa ricorda e che soffrirono per la fede nel secolo V.

    Preghiera per i novizi.

    Dall’alto del cielo in cui ricevi la ricompensa della tua docilità e della tua fedeltà, degnati, o san Placido, di non cessare di interessarti alla diffusione del regno di Cristo sulla terra, allo sviluppo della vita perfetta nella Chiesa, alla diffusione della famiglia monastica della quale tu sei la gloria. In molti luoghi i novizi sono affidati a te per il ricordo della privilegiata formazione da te ricevuta, e tu veglia su coloro, che aspirano alla parte migliore. Si applica ad essi soprattutto la parola del Vangelo: Se non diventerete come piccoli bambini, non entrerete nel regno dei cieli (Mt. 18, 3), il regno dei cieli, che consiste nel possesso anticipato di Dio quaggiù, per la vita d’unione alla quale conduce la via dei consigli evangelici. Possano essi chiedere agli Angeli la tua umile semplicità, riconoscere la materna sollecitudine della santa Religione per loro con la filiale docilità con cui tu rispondesti alla particolare tenerezza del legislatore dei monaci. Possano essi, nonostante l’opposizione del mondo, crescere in numero e in meriti per la gloria di Dio.

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