Sabato della Settimana di Passione, Feria Maggiore non privilegiata, colore liturgico violaceo. Giorno di digiuno e astinenza.
A partire da questi Vespri tutte le Feste di rito Doppio di I e II Classe occorrenti vengono traslate dopo la Domenica in Albis, cioè dopo il 24 Aprile. Le altre vengono commemorate fino al Mercoledì Santo incluso e dal Mercoledì nell'Ottava di Pasqua in poi. Quelle che cadono durante il Triduo Sacro, la Domenica di Pasqua e i due giorni seguenti sono completamente omesse per l'anno in corso.
Primi Vespri della Domenica delle Palme, Domenica Maggiore di I Classe, Semidoppio, colore liturgico violaceo.
Qui per le peculiarità del Tempo di Passione:
https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/03/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-di.html
Al Breviario
All'Ufficio della Feria:
Tutto dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, II Schema a Lodi, 4 Salmi a Prima). Letture del Mattutino, Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo.
Le Antifone non si raddoppiano, si dicono le Preci Feriali da Lodi a Nona.
All'Ufficio della Domenica:
Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio, il resto dal Proprio del Tempo (se il Capitolo e l'Inno si trovano anch'essi nel Salterio tanto meglio, dipende dall'edizione del Breviario).
Le Antifone non si raddoppiano, si dicono le Preci a Compieta.
Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):
Sabato della Settimana di Passione, Feria Maggiore, colore liturgico violaceo. Giorno di digiuno e astinenza.
A partire da questi Vespri tutte le Feste occorrenti di rito Doppio di I e II Classe, Doppio Maggiore, e quelle dei Dottori della Chiesa di rito Doppio minore, vengono traslate dopo la Domenica in Albis, cioè dopo il 24 Aprile. Le altre vengono commemorate fino al Mercoledì Santo incluso e dal Mercoledì nell'Ottava di Pasqua in poi. Quelle che cadono durante il Triduo Sacro, la Domenica di Pasqua e i due giorni seguenti sono completamente omesse per l'anno in corso.
Primi Vespri della Domenica delle Palme, Domenica Maggiore di I Classe, Semidoppio, colore liturgico violaceo.
All'Ufficio della Feria:
Tutto dal Salterio (12 Salmi a Mattutino, 3 Salmi a Prima). Letture del Mattutino, Antifona al Benedictus e Orazione dal Proprio del Tempo.
Le Antifone non si raddoppiano, si dicono le Preci Feriali da Lodi a Nona.
All'Ufficio della Domenica:
Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio, il resto dal Proprio del Tempo.
Le Antifone non si raddoppiano, le Preci si omettono.
Al Messale
Messa del Sabato della Settimana di Passione.
- Si dicono due Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda Contra persecutores Ecclesiae oppure Pro Papa
- Prefazio della Santa Croce
- Oratio super populum
- Benedicamus Domino
- Prologo di San Giovanni
Letture del Mattutino
AD NOCTURNUM
Lectio 1
Léctio sancti Evangélii secúndum Joánnem
Joann 12:10-36
In illo témpore: Cogitavérunt príncipes sacerdótum ut et Lázarum interfícerent: quia multi propter illum abíbant ex Judǽis, et credébant in Jesum. Et réliqua.
Homilía sancti Augustíni Epíscopi
Tractatus 50 in Joannem, in fine
Viso Lázaro resuscitáto, quia tantum miráculum Dómini tanta erat evidéntia diffamátum, tanta manifestatióne declarátum, ut non possent vel occultáre quod factum est, vel negáre: quid invenérunt, vidéte. Cogitavérunt autem príncipes sacerdótum ut et Lázarum interfícerent. O stulta cogitátio, et cæca sævítia! Dóminus Christus, qui suscitáre pótuit mórtuum, non posset occísum! Quando Lázaro inferebátis necem, numquid auferebátis Dómino potestátem? Si áliud vobis vidétur mórtuus, áliud occísus: ecce Dóminus utrúmque fecit, et Lázarum mórtuum, et seípsum suscitávit occísum.
Lectio 2
In crástinum autem turba multa, quæ vénerat ad diem festum, cum audíssent quia venit Jesus Jerosólymam: accepérunt ramos palmárum, et processérunt óbviam ei, et clamábant: Hosánna, benedíctus qui venit in nómine Dómini, Rex Israël. Rami palmárum laudes sunt, significántes victóriam: quia erat Dóminus mortem moriéndo superatúrus, et trophǽo crucis de diábolo mortis príncipe triumphatúrus. Vox autem obsecrántis est Hosánna, sicut nonnúlli dicunt, qui Hebrǽam linguam novérunt, magis afféctum índicans, quam rem áliquam signíficans, sicut sunt in lingua Latína, quas interjectiónes vocant: velut cum doléntes dícimus, heu; vel cum delectámur, vah dícimus.
Lectio 3
Has ei laudes turba dicébat: Hosánna, benedíctus, qui venit in nómine Dómini, Rex Israël. Quam crucem mentis invidéntia príncipum Judæórum pérpeti potúerat, quando Regem suum Christum tanta multitúdo clamábat? Sed quid fuit Dómino Regem esse Israël? Quid magnum fuit Regi sæculórum, Regem fíeri hóminum? Non enim Rex Israël Christus ad exigéndum tribútum, vel exércitum ferro armándum, hostésque visibíliter debellándos: sed Rex Israël, quod mentes regat, quod in ætérnum cónsulat, quod in regnum cælórum credéntes, sperántes, amantésque perdúcat.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
NOTTURNO UNICO
Lettura 1
Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni
Giov 12:10-36
In quell'occasione: I capi sacerdoti deliberarono di ammazzare anche Lazzaro; perché, per cagione sua, molti Giudei li abbandonavano per seguire Gesù. Eccetera.
Omelia di sant'Agostino Vescovo
Trattato 50 su Giovanni, in fine
I Giudei, visto Lazzaro risuscitato, e che sì gran miracolo del Signore s'era sparso con tale evidenza e manifestato sì notoriamente da non potersi né dissimulare né negare: guardate che cosa trovarono. «I capi sacerdoti deliberarono d'ammazzare anche Lazzaro» Joann. 12,10. O stolto disegno e cieca crudeltà! Quasi che Cristo Signore, che poté risuscitare quest'uomo morto, non poteva risuscitarlo ucciso! Facendo morir Lazzaro, toglievate forse al Signore il suo potere? Se altra cosa è per voi risuscitare uno morto, altra uno ucciso, ecco che il Signore ha fatto l'uno e l'altro, risuscitò Lazzaro morto e se stesso ucciso.
Lettura 2
Il dì seguente, una gran folla, ch'era accorsa alla festa, sentito che Gesù era venuto a Gerusalemme, presero dei rami di palme, e uscirono ad incontrarlo, gridando: Osanna, benedetto colui che viene nel nome del Signore, il Re d'Israele» Joann. 12,12. I rami delle palme sono le lodi, e l'emblema della vittoria: il Signore infatti doveva vincere la morte morendo lui stesso, e trionfare, col trofeo della croce, del diavolo, principe della morte. Osanna poi è parola di supplica, come vogliono alcuni che conoscono la lingua Ebraica, esprimente piuttosto un sentimento del cuore che un pensiero determinato, quali sono quelle che si dicono interiezioni nella lingua Latina, come quando nel dolore diciamo: ahi; o quando nella gioia diciamo: ah!
Lettura 3
La folla lo salutava con queste acclamazioni: «Osanna, benedetto colui che viene nel nome del Signore, il Re d'Israele». Qual tortura non dovea soffrire lo spirito invidioso dei capi dei Giudei allorché tanta moltitudine acclamava Cristo per suo Re? Ma che fu per il Signore essere Re d'Israele? Che gran cosa fu per il Re dei secoli farsi Re degli uomini? Infatti Cristo non fu Re d'Israele per esigere tributo, o per armare di ferro un esercito, e debellare visibilmente i suoi nemici: ma egli è il Re d'Israele per reggere le menti, per averne cura in eterno, per introdurre nel regno dei cieli quelli che in lui credono e sperano e lo amano.
Ad Primam: il Martirologio del 10 Aprile 2022
Quarto Idus Aprilis, luna octava.

Parti proprie della Messa