Martedì tra l'Ottava di Pasqua, Doppio di I Classe, colore liturgico bianco.
Qui per le peculiarità del Tempo Pasquale:
Al Breviario
Tutto dal Proprio del Tempo come nel giorno della Festa con i Salmi riportati a Mattutino (I Notturno di 3 Salmi) e quelli domenicali da Lodi a Compieta (a Prima Salmi come alle Feste); Letture del Mattutino, Antifone al Benedictus e al Magnificat e Orazione proprie.
Le Antifone si raddoppiano, le Preci si omettono.
Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):
Martedì tra l'Ottava di Pasqua, Doppio di I Classe, colore liturgico bianco.
Tutto come sopra con le solite differenze ai Salmi di Lodi e Compieta.
Al Messale
Messa del Martedì tra l'Ottava di Pasqua:
- Gloria in excelsis
- Orazione unica della Messa
- Dopo il Graduale e l'Alleluia si dice la Sequenza Victimae Paschali
- Credo
- Prefazio Pasquale (In hac potissimum die)
- Communicantes e Hanc igitur di Pasqua
- Ite Missa est col doppio Alleluia
- Prologo di San Giovanni
Letture del Mattutino
AD NOCTURNUM
Lectio 1
Léctio sancti Evangélii secúndum Lucam
Luc 24:36-47
In illo témpore: Stetit Jesus in médio discipulórum, et dicit eis: Pax vobis: ego sum, nolíte timére. Et réliqua.
Homilía sancti Ambrósii Epíscopi
Liber 10 Comment. in Lucam, cap. 24. ante finem
Mirum, quo modo se natúra corpórea per impenetrábile corpus infúderit invisíbili áditu, visíbili conspéctu: tangi fácilis, diffícilis æstimári. Dénique conturbáti discípuli æstimábant se spíritum vidére. Et ídeo Dóminus, ut spéciem nobis resurrectiónis osténderet: Palpáte, inquit, et vidéte, quia spíritus carnem et ossa non habet, sicut me vidétis habére. Non ergo per incorpóream natúram, sed per resurrectiónis qualitátem, impérvia usu clausa penetrávit. Nam quod tángitur, corpus est: quod palpátur, corpus est.
Lectio 2
In córpore autem resurgémus. Seminátur enim corpus animále, surgit corpus spiritále: sed illud subtílius, hoc crássius, útpote adhuc terrénæ lábis qualitáte concrétum. Nam quómodo non corpus, in quo manébant insígnia vúlnerum, vestígia cicatrícum, quæ Dóminus palpánda óbtulit? In quo non solum fidem firmat, sed étiam devotiónem ácuit, quod vúlnera suscépta pro nobis cælo inférre máluit, abolére nóluit: ut Deo Patri nostræ prétia libertátis osténderet. Talem sibi Pater ad déxteram locat, trophǽum nostræ salútis ampléctens: tales illic Mártyres nobis cicatrícis suæ coróna monstrávit.
Lectio 3
Et quóniam sermo huc noster evásit, considerémus qua grátia secúndum Joánnem credíderint Apóstoli, qui gavísi sunt; secúndum Lucam quasi incréduli redarguántur: ibi Spíritum Sanctum accéperint, hic sedére in civitáte jubeántur, quoadúsque induántur virtúte ex alto. Et vidétur mihi ille quasi Apóstolus majóra et altióra tetigísse, hic sequéntia et humánis próxima: hic histórico usus circúitu, ille compéndio: quia et de illo dubitári non potest, qui testimónium pérhibet de iis, quibus ipse intérfuit, et verum est testimónium ejus: et ab hoc quoque, qui Evangelísta esse méruit, vel negligéntiæ, vel mendácii suspiciónem æquum est propulsári. Et ídeo verum putámus utrúmque, non sententiárum varietáte, nec personárum diversitáte distínctum. Nam etsi primo Lucas eos non credidísse dicat, póstea tamen credidísse demónstrat: et si prima considerémus, contrária sunt: si sequéntia, certum est conveníre.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
NOTTURNO UNICO
Lettura 1
Lettura del santo Vangelo secondo Luca.
Luc 24:36-47
Lettura del santo Vangelo secondo Luca.
In quell'occasione: Gesù apparve in mezzo ai discepoli e disse loro: Pace a voi: son io, non abbiate timore. Eccetera.
Omelia di sant'Ambrogio Vescovo Libro 10
Commento al capitolo 24 di Luca, prima della fine
È meraviglioso come una natura corporea si sia introdotta attraverso un corpo impenetrabile, per via invisibile, e tuttavia visibile allo sguardo; facile a toccarsi, difficile a comprendersi. Insomma i discepoli tutti turbati credevano di vedere uno spirito. E perciò il Signore per darci una prova evidente della sua risurrezione: «Palpate, disse, e osservate, perché uno spirito non ha la carne ed ossa, come vedete che ho io» Lc 24,19. Non dunque per la sua natura incorporea, ma per le doti della risurrezione egli penetrò in luoghi chiusi senza libero accesso. perché ciò che si tocca, è corpo; ciò che si palpa, è corpo.
Lettura 2
Or noi risorgeremo col corpo. perché si depone nella terra il corpo animale come semenza, e ne sorge un corpo spirituale: ma questo è più sottile, quello più greve, siccome ancora appesantito dalla condizione stessa dell'infermità terrena. Difatti come non sarebbe un corpo quello in cui erano rimasti i segni delle ferite le vestigia delle cicatrici che il Signore presentò a palpare? Con che egli non solo conferma la fede, ma eccita ancora la devozione, perché ha preferito portare in cielo le piaghe ricevute per noi; e non ha voluto sopprimerne le tracce per mostrare a Dio Padre il prezzo della nostra libertà. In questo stato il Padre lo colloca alla sua destra, abbracciando in lui il trofeo della nostra salute: là, e nello stesso stato, la corona meritata dalle sue cicatrici ci ha mostrato i Martiri.
Lettura 3
E poiché il nostro discorso ce ne dà il destro, consideriamo perché, secondo Giovanni, gli Apostoli hanno creduto e si sono rallegrati; perché, invece, secondo Luca, sono ripresi come increduli: perché là è detto che ricevettero lo Spirito Santo, qua che ebbero ordine di restare nella città finché non siano rivestiti della forza dall'alto. Ora mi sembra che il primo, nella sua qualità d'Apostolo, abbia toccato cose più grandi e più alte, il secondo avvenimenti concatenati, più in rapporto con fatti umani: questi servendosi dell'ampiezza della storia, quegli d'un compendio: poiché non si può dubitare del primo che fa testimonianza di ciò cui fu presente, «e la sua testimonianza è veridica » Gv 21,24: ed è giusto scartare ogni sospetto di negligenza o menzogna anche dal secondo che meritò d'essere Evangelista. E perciò noi crediamo i due racconti veri, non differendo l'uno dall'altro nè per la varietà di opinioni, nè per la diversità di persone. Infatti, benché a bella prima Luca dica che non credettero, tuttavia dimostra poi che credettero: se consideriamo queste prime parole, esse sono contrarie (al racconto di Giovanni); se quelle che seguono, certamente convengono.
Ad Primam: il Martirologio del 20 Aprile 2022
Duodecimo Kalendas Maji, luna decima octava.
Parti proprie della Messa