Lunedì tra l'Ottava di Pasqua, Doppio di I Classe, colore liturgico bianco.
Qui per le peculiarità del Tempo Pasquale:
Al Breviario
Tutto dal Proprio del Tempo come nel giorno della Festa con i Salmi riportati a Mattutino (I Notturno di 3 Salmi) e quelli domenicali da Lodi a Compieta (a Prima Salmi come alle Feste); Letture del Mattutino, Antifone al Benedictus e al Magnificat e Orazione proprie.
Le Antifone si raddoppiano, le Preci si omettono.
Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):
Lunedì tra l'Ottava di Pasqua, Doppio di I Classe, colore liturgico bianco.
Tutto come sopra con le solite differenze ai Salmi di Lodi e Compieta.
Al Messale
Messa del Lunedì tra l'Ottava di Pasqua:
- Gloria in excelsis
- Orazione unica della Messa
- Dopo il Graduale e l'Alleluia si dice la Sequenza Victimae Paschali
- Credo
- Prefazio Pasquale (In hac potissimum die)
- Communicantes e Hanc igitur di Pasqua
- Ite Missa est col doppio Alleluia
- Prologo di San Giovanni
Letture del Mattutino
AD NOCTURNUM
Lectio 1
Léctio sancti Evangélii secúndum Lucam
Luc 24:13-35
In illo témpore: Duo ex discípulis Jesu ibant ipsa die in castéllum, quod erat in spátio stadiórum sexagínta ab Jerúsalem, nómine Emmaus. Et réliqua.
Homilía sancti Gregórii Papæ
Homilia 23 in Evangelia
Audístis, fratres caríssimi, quia duóbus discípulis ambulántibus in via, non quidem credéntibus, sed tamen de se loquéntibus, Dóminus appáruit: sed eis spéciem, quam recognóscerent, non osténdit. Hoc ergo egit foris Dóminus in óculis córporis, quod apud ipsos agebátur intus in óculis cordis. Ipsi namque apud semetípsos intus et amábant, et dubitábant: eis autem Dóminus foris et præsens áderat, et quis esset non ostendébat. De se ergo loquéntibus præséntiam exhíbuit: sed de se dubitántibus cognitiónis suæ spéciem abscóndit.
Lectio 2
Verba quidem cóntulit, durítiam intelléctus increpávit, sacræ Scriptúræ mystéria, quæ de seípso erant, apéruit: et tamen quia adhuc in eórum córdibus peregrínus erat a fide, se ire lóngius finxit. Fíngere namque, compónere dícimus: unde et compositóres luti, fígulos vocámus. Nihil ergo simplex Véritas per duplicitátem fecit: sed talem se eis exhíbuit in córpore, qualis apud illos erat in mente. Probándi autem erant, si hi, qui eum etsi necdum ut Deum dilígerent, saltem ut peregrínum amáre potuíssent.
Lectio 3
Sed quia esse extránei a caritáte non póterant hi, cum quibus Véritas gradiebátur: eum ad hospítium quasi peregrínum vocant. Cur autem dícimus, vocant, cum illic scriptum sit: Et coëgérunt eum? Ex quo nimírum exémplo collígitur, quia peregríni ad hospítium non solum invitándi sunt, sed étiam trahéndi. Mensam ígitur ponunt, panes cibósque ófferunt: et Deum, quem in Scriptúræ sacræ expositióne non cognóverant, in panis fractióne cognóscunt. Audiéndo ergo præcépta Dei illumináti non sunt, faciéndo illumináti sunt: quia scriptum est: Non auditóres legis justi sunt apud Deum, sed factóres legis justificabúntur. Quisquis ergo vult audíta intellégere, festínet ea, quæ jam audíre pótuit, ópere implére. Ecce Dóminus non est cógnitus dum loquerétur, et dignátus est cognósci, dum páscitur.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
NOTTURNO UNICO
Lettura 1
Lettura del santo Vangelo secondo Luca.
Luca 24:13-35
In quell'occasione: Due discepoli di Gesù, proprio in quei giorno, se ne andavano verso un villaggio, chiamato Emmaus, lontano sessanta stadi da Gerusalemme. Eccetera.
Omelia di san Gregorio Papa
Omelia 23 sul Vangelo
Avete udito, fratelli carissimi, che il Signore apparve a due discepoli, che per vero non credevano ancora in lui, ma che tuttavia parlavano di lui mentre andavano per la via: però non mostra loro le sue fattezze, che essi avrebbero riconosciuto. Il Signore voleva apparire esternamente agli occhi del corpo tale quale era internamente agli occhi del loro cuore. Nel fondo del loro cuore essi l'amavano, ma dubitavano: ora il Signore si trovava esteriormente presso di loro, ma non si faceva vedere per chi egli era. Accordò dunque il beneficio della sua presenza, perché parlavano di lui: ma perché esitavano, nascose loro le sue fattezze, che l'avrebbero fatto riconoscere.
Lettura 2
Egli s'intrattenne con essi, li rimproverò d'essere sì tardi a comprendere, svelò loro il senso misterioso dei passi della sacra Scrittura che lo riguardavano: ma pure, siccome era ancora uno straniero nel loro cuore quanto alla fede, egli finse d'andare più oltre. Fingere (in latino) significa anche comporre: onde gl'impastatori d'argilla li chiamiamo compositori. (Cristo), che è Verità semplice, non fece nulla con doppiezza: ma si mostrò agli occhi del loro corpo tale quale era nella loro anima. Bisognava provarli per vedere se, non amandolo come loro Dio, avrebbero potuto amarlo almeno sotto la figura d'uno straniero.
Lettura 3
Ma siccome quelli che la Verità accompagnava non potevano essere lontani dalla carità, essi gli offrono ospitalità come a un viaggiatore. Ma perché diciamo noi che gliela offrono, mentre è scritto: «Gli fecero viva istanza?». Da questo esempio si può conchiudere che i pellegrini non solo si devono invitare ad accettare l'ospitalità, ma anche costringere. Essi apparecchiano dunque la tavola, gli offrono del pane e altri cibi: e il Dio, che non avevano riconosciuto allorché spiegava loro la sacra Scrittura, lo riconoscono nella frazione del pane. Non ascoltando dunque i precetti divini essi sono illuminati, ma nel praticarli, essendo scritto: «Non quelli che ascoltano la legge sono giusti presso Dio, ma gli esecutori della legge saranno giustificati» Rm 2,13. Chiunque dunque vuol intendere ciò che ode, deve affrettarsi a mettere in pratica quello che ha già potuto udire. Voi vedete che il Signore non fu riconosciuto mentre parlava, e ch'egli si degnò di farsi conoscere mentre gli si porgeva da mangiare.
Ad Primam: il Martirologio del 19 Aprile 2022
Tertiodecimo Kalendas Maji, luna decima septima.
Parti proprie della Messa