18 gennaio 2022

Mercoledì 19 Gennaio 2022 nella liturgia



Festa  dei Santi Mario, Marta, Audiface e Abaco Martiri, Semplice, colore liturgico rosso. Commemorazione di San Canuto Re e Martire.

Secondo giorno dell'Ottavario di preghiera per la conversione dei non cattolici e il loro ritorno alla Chiesa. L'intenzione del giorno è pregare per la conversione di tutti gli scismatici.

Primi Vespri della Festa dei Santi Fabiano Papa e Sebastiano, Martiri, Doppio minore, colore liturgico rosso.


Qui per le peculiarità del Tempo dopo l'Epifania:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/01/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


Al Breviario

All'Ufficio dei Santi Mario, Marta, Audiface e Abaco:

Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di più Martiri. Prime due Letture dal Proprio del Tempo (al Mercoledì nella II Settimana dopo l'Epifania), terza Lettura, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 19 Gennaio).

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio dei Santi Fabiano e Sebastiano:

Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio, il resto dal Comune di più Martiri, Orazione dal Proprio dei Santi (al 20 Gennaio).

Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio, le Preci si omettono.

 

Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Festa  di San Canuto Re e Martire, Semidoppio ad libitum*, colore liturgico rosso. Commemorazione dei Santi Mario, Marta, Audiface e Abaco Martiri.

Essendo oggi il primo giorno del mese di Gennaio libero da Uffici delle IX Lezioni (eccetto laddove Sa Canuto si celebra con rito Semidoppio), si recita l'Ufficio dei Defunti. Fuori dal coro non è obbligatorio.

Primi Vespri della Festa dei Santi Fabiano Papa e Sebastiano, Martiri, Doppio minore, colore liturgico rosso.


* Non ho mai capito il senso esatto di questa dicitura che il Breviario applica a solo due Santi, San Knud o Canuto e San Remigio. Interpretandola alla lettera penso che i singoli Chierici (nella recita privata) o i singoli Capitoli o cori possono decidere se celebrare la Festa di San Canuto con rito Semidoppio o meno; tuttavia le rubriche prescrivono San Canuto si omette completamente se cade di Domenica o in un'Ottava (per San Remigio è invece specificato che si celebra sempre, almeno con rito Semplice).


All'Ufficio di San Canuto:

Laddove lo si celebra con rito Semplice:

A Mattutino: Invitatorio dal Comune di un Martire, Antifone, Salmi  e Versetto dal Salterio, prime due Letture dal Proprio del Tempo al Mercoledì nella II Settimana dopo l'Epifania coi loro Responsori, III Lezione dal Proprio dei Santi (al 19 Gennaio, si leggono le tre Lezioni del II Notturno riunite) seguita dal Te Deum.

A Lodi: Tutto dal Comune con i Salmi domenicali, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi.

A Prima: Antifona dal Comune, il resto dal Salterio coi Salmi festivi.

A Terza, Sesta e Nona: Tutto dal Comune coi Salmi soliti, Orazione dal Proprio dei Santi.

Laddove lo si celebra con rito Semidoppio:

Tutto dal Comune di un Martire con i Salmi riportati a Mattutino e quelli domenicali a Lodi (a Prima come alle Feste). Letture del I Notturno dal Proprio del Tempo al Mercoledì nella II Settimana dopo l'Epifania, Letture del II Notturno, IX Lezione dei Santi Martiri, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 19 Gennaio), prime due Letture del III Notturno dal Comune.

In entrambi i casi le Antifone non si raddoppiano, si dicono cinque Commemorazioni Comuni a Lodi (tutte meno quella della Croce) e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio dei Defunti:

Avendo cantato il Benedicamus Domino di Lodi dell'Ufficio del giorno, senza aggiungere altro si intona direttamente la prima Antifona del III Notturno del Mattutino dei Defunti. Si canta solo questo Notturno con le sue Letture e Responsori, e seguito da Lodi. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Salmo 129 alle Preci e le tre Orazioni per tutti i fedeli defunti Deus qui inter Apostolicos SacerdotesDeus veniae largitor e Fidelium. Le Lodi terminano col Requiescant in pace. Amen senza aggiungere altro, e seguirà quando stabilito Prima del giorno.

All'Ufficio dei Santi Fabiano e Sebastiano:

Tutto dal Comune di più Martiri con i Salmi indicati (che si prendono dai Primi Vespri del Comune degli Apostoli), Orazione dal Proprio dei Santi (al 20 Gennaio).


Al Messale

Si può celebrare facoltativamente la Messa dei Santi Martiri come al 19 Gennaio:

  • Gloria

  • Si possono dire cinque o sette Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda è la commemorazione di San Canuto
    • La terza di S. Maria (Deus qui salutis aeternae)
    • Le altre ad libitum

  • Prefazio Comune
  • Ite Missa est
  • Prologo di San Giovanni

Oppure è possibile celebrare la Messa di San Canuto (Messa In virtute dal Comune di un Martire, Gloria, prima Orazione della Messa, seconda dei Santi Martiri, terza di S. Maria e le altre ad libitum, Prefazio Comune, Ite Missa est), o una Messa Votiva (senza Gloria, prima Orazione della Messa, seconda dei Santi Martiri, terza di San Canuto, le altre ad libitum, Benedicamus Domino) o ancora una Messa quotidiana di Requiem (con tre Orazioni).



Letture del Mattutino

AD NOCTURNUM

Lectio 1

De Epístola secúnda ad Corínthios

2 Cor 7:1-3

Has ergo habéntes promissiónes, caríssimi, mundémus nos ab omni inquinaménto carnis et spíritus, perficiéntes sanctificatiónem in timóre Dei. Cápite nos. Néminem lǽsimus, néminem corrúpimus, néminem circumvénimus. Non ad condemnatiónem vestram dico. Prædíximus enim, quod in córdibus nostris estis ad commoriéndum, et ad convivéndum.

Lectio 2, 2 Cor 7:4-7

Multa mihi fidúcia est apud vos, multa mihi gloriátio pro vobis, replétus sum consolatióne, superabúndo gáudio in omni tribulatióne nostra. Nam et cum venissémus in Macedóniam, nullam réquiem hábuit caro nostra, sed omnem tribulatiónem passi sumus: foris pugnæ, intus timóres. Sed qui consolátur húmiles, consolátus est nos Deus in advéntu Titi. Non solum autem in advéntu ejus, sed étiam in consolatióne, qua consolátus est in vobis, réferens nobis vestrum desidérium, vestrum fletum, vestram æmulatiónem pro me, ita ut magis gaudérem.

Lectio 3

Marius Persa, nobili loco natus, cum Martha cónjuge pari nobilitate, et duobus fíliis Audíface et Abachum, Romam venit Cláudio imperatóre, ut Mártyrum sepúlcra venerarétur. Ibi Christiános in víncula conjectos fovébant, et ópera ac facultátibus suis sustentábant, et Sanctórum córpora sepeliebant. Quam ob rem comprehénsi omnes, cum nec impiórum minis nec terróre commoveréntur, ut diis sacrificarent; primum fustibus debilitati, deínde funibus attracti, tum admótis candéntibus, láminis combusti, et úngulis férreis excarnificáti sunt. Postremo præcisis mánibus, et ad collum alligatis, ducti per mediam urbem, via Cornelia ad tertium décimum ab Urbe milliárium, in eum locum, qui Nymphe dicebátur, necántur: ac primum Martha, quæ virum ac fílios ad supplícia pro Jesu Christi fide constanter perferenda, veheménter fuerat cohortáta; mox ceteris in eádem arenaria cervices abscindúntur, eorúmque córpora conjiciúntur in ignem. Quæ semiusta, Felícitas matrona Romana nobilis, colligenda et in suo prædio sepelienda curávit.


Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

NOTTURNO UNICO

Lettura 1

Dalla seconda Lettera ai Corinti

2 Cor 7:1-3

Avendo dunque queste promesse, o dilettissimi, purifichiamoci da ogni bruttura della carne e dello spirito compiendo la (nostra) santificazione nel timor di Dio. Comprendeteci. Noi non abbiamo offeso nessuno, non abbiamo corrotto nessuno, non abbiamo frodato nessuno. Non dico ciò per condannarvi. Poiché già vi dissi che voi siete nei nostri cuori sino a vivere insieme e insieme morire.

Lettura 2, 2 Cor 7:4-7

Io ho molta confidenza con voi, mi glorio molto di voi, sono ripieno di consolazione, sono inondato di gioia in ogni nostra tribolazione. Perché appena arrivati in Macedonia, la nostra carne non ebbe alcun riposo, ma patimmo ogni tribolazione: lotte di fuori, dentro timori. Ma colui che consola gli umili, Iddio, consolò anche noi coll'arrivo di Tito. Né solamente per l'arrivo di lui, ma anche per la consolazione ch'egli ebbe da voi, riferendoci il vostro desiderio, il vostro pianto, il vostro zelo per me, ond'io mi sono maggiormente rallegrato.

Lettura 3

Mario nato in Persia da nobile casato, si portò a Roma sotto l'imperatore Claudio insieme con Marta sua moglie, di pari nobiltà, e i due figli Audiface e Abaco, per venerarvi i sepolcri dei Martiri. Ivi consolavano i Cristiani ch'erano nelle catene, li assistevano coll'opera e i loro beni, e seppellivano i corpi dei Santi. Per cui furono tutti arrestati, ma né le minacce né il terrore degli empi avendoli piegati a sacrificare agli déi, furono dapprima fiaccati con battiture, poi tirati con funi, quindi bruciati con lamine roventi e scarnificati con uncini di ferro. Da ultimo troncate le mani, legati per il collo e condotti per la città, furono uccisi a tredici miglia da Roma, sulla via Cornelia, nella località detta Ninfa: e prima a Marta, che aveva esortato con veemenza il marito e i figli a soffrire coraggiosamente i supplizi per la fede di Gesti Cristo, e poi agli altri fu recisa la testa sulla stessa arena, e i loro corpi furono gettati sul fuoco. Ma Felicita nobile matrona Romana, li fece raccogliere semibruciati e seppellire nella sua proprietà.


Ad Primam: il Martirologio del 20 Gennaio 2022

Tertiodecimo Kalendas Februarii, luna decima septima.



Nel tredicesimo giorno alle Calende di Febbraio, luna diciassettesima.




Parti proprie della Messa

INTROITUS

Justi epuléntur et exsúltent in conspéctu Dei et delecténtur in lætítia. --- Exsúrgat Deus, et dissipéntur inimíci ejus: et fúgiant qui odérunt eum, a fácie ejus. --- Glória Patri ---Justi epuléntur et exsúltent in conspéctu Dei et delecténtur in lætítia.

COLLECTAE

Orémus. Exáudi, Dómine, pópulum tuum cum Sanctórum tuórum patrocínio supplicántem: ut et temporális vitæ nos tríbuas pace gaudére; et ætérnæ reperíre subsídium. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Deus, qui ad illustrándam Ecclésiam tuam beátum Canútum regem martýrii palma et gloriósis miráculis decoráre dignátus es: concéde propítius; ut, sicut ipse Domínicæ passiónis imitátor fuit, ita nos, per ejus vestígia gradiéntes, ad gáudia sempitérna perveníre mereámur.

Deus, qui salútis ætérnæ, beátæ Maríæ virginitáte fecúnda, humáno géneri praemia præstitísti: tríbue, quæsumus; ut ipsam pro nobis intercédere sentiámus, per quam merúimus auctórem vitæ suscípere, Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum.

Orationes ad libitum.

EPISTOLA

Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Hebrǽos.

Heb 10:32-38

Fratres: Rememorámini prístinos dies, in quibus illumináti magnum certámen sustinuístis passiónum; et in áltero quidem oppróbriis et tribulatiónibus spectáculum facti: in áltero autem sócii táliter conversántium effécti. Nam et vinctis compássi estis, et rapínam bonórum vestrórum cum gáudio suscepístis, cognoscéntes vos habére meliórem et manéntem substántiam. Nolíte itaque amíttere confidéntiam vestram, quæ magnam habet remuneratiónem. Patiéntia enim vobis necessária est: ut, voluntátem Dei faciéntes, reportétis promissiónem. Adhuc enim módicum aliquántulum, qui ventúrus est, véniet, et non tardábit. Justus autem meus ex fide vivit.

GRADUALE

Justórum ánimæ in manu Dei sunt: et non tanget illos torméntum malítiæ. Visi sunt óculis insipiéntium mori: illi autem sunt in pace.

ALLELUJA

Allelúja, allelúja. Mirábilis Deus noster in Sanctis suis. Allelúja.

EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Matthǽum.

Matt 24:3-13

In illo témpore: Sedénte Jesu super montem Olivéti, accessérunt ad eum discípuli secréto, dicéntes: Dic nobis, quando hæc erunt? et quod signum advéntus tui et consummatiónis sǽculi? Et respóndens Jesus, dixit eis: Vidéte, ne quis vos sedúcat. Multi enim vénient in nómine meo, dicéntes: Ego sum Christus: et multos sedúcent. Auditúri enim estis prælia et opiniónes prœliórum. Vidéte, ne turbémini. Opórtet enim hæc fíeri, sed nondum est finis. Consúrget enim gens in gentem, et regnum in regnum, et erunt pestiléntiæ et fames et terræmótus per loca. Hæc autem ómnia inítia sunt dolórum. Tunc tradent vos in tribulatiónem et occídent vos: et éritis odio ómnibus géntibus propter nomen meum. Et tunc scandalizabúntur multi, et ínvicem tradent, et odio habébunt ínvicem. Et multi pseudoprophétæ surgent, et sedúcent multos. Et quóniam abundávit iníquitas, refrigéscet cáritas multórum. Qui autem perseveráverit usque in finem, hic salvus erit.

OFFERTORIUM

Orémus. Anima nostra, sicut passer, erépta est de láqueo venántium: láqueus contrítus est, et nos liberáti sumus.

SECRETAE

Preces, Dómine, tuórum réspice oblationésque fidélium: ut et tibi gratæ sint pro tuórum festivitáte Sanctórum, et nobis cónferant tuæ propitiatiónis auxílium. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Accépta sit in conspéctu tuo, Dómine, nostra devótio: et ejus nobis fiat supplicatióne salutáris, pro cujus sollemnitáte defértur.

Tua, Dómine, propitiatióne, et beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, ad perpétuam atque præséntem hæc oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem.

Orationes ad libitum.

PRAEFATIO COMMUNIS

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

COMMUNIO

Dico autem vobis amícis meis: Ne terreámini ab his, qui vos persequúntur.

POSTCOMMUNIO

Orémus. Sanctórum tuórum, Dómine, intercessióne placátus: præsta, quǽsumus; ut, quæ temporáli celebrámus actióne, perpétua salvatióne capiámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Refécti participatióne múneris sacri, quǽsumus, Dómine, Deus noster: ut, cujus exséquimur cultum, intercedénte beáto Canúto Mártyre tuo, sentiámus efféctum.

Hæc nos commúnio, Dómine, purget a crímine: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, coeléstis remédii fáciat esse consórtes.

Orationes ad libitum.


Traduzione italiana

INTROITO

I giusti banchettino ed esultino innanzi a Dio e gioiscano in letizia. --- Sorge Dio, i suoi nemici si disperdono; e quelli che lo odiano, fuggono dal suo Volto. --- Gloria --- I giusti banchettino ed esultino innanzi a Dio e gioiscano in letizia.

COLLETTE

Preghiamo. Ascolta, o Signore, il tuo popolo, che ti supplica confidando nel patrocinio dei tuoi Santi, e fa', che godiamo pace nella vita presente e troviamo aiuto per la eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. O Dio, che per la gloria della tua Chiesa, decorasti il beato re Canùto della palma del martirio e di gloriosi miracoli; concedi, propizio, che come egli fu imitatore della passione del Signore, così noi, seguendo le sue vestigia, meritiamo di giungere al. gaudi eterni.

O Dio, che, mediante la verginità feconda della beata Maria, hai procurato al genere umano il premio dell'eterna salvezza, concedi, te ne preghiamo, di sentire l'intercessione di lei, per cui meritammo di ricevere l'autore della vita, nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.

EPISTOLA

Lettura della Lettera di san Paolo Apostolo agli Ebrei.

Eb 10:32-38

Fratelli: Richiamate alla memoria quei primi giorni in cui, appena illuminati dal Vangelo, doveste sostenere grande lotta di sofferenze; ora esposti a ludibrio di tutti con tormenti ed ignominia, ora divenendo compagni di chi era in tale stato. Voi infatti foste compassionevoli verso i carcerati e con gioia accettaste la confisca dei vostri beni, sapendo di aver beni migliori e più duraturi. Non vogliate pertanto perdere quella vostra fiducia. alla quale è riserbata grande ricompensa. Per voi, infatti. è necessaria la pazienza, affinché, facendo la volontà di Dio, possiate conseguire ciò che vi è stato promesso; poiché ancora un tantino, e chi ha da venire verrà, e non tarderà. Infatti il giusto, come l'intendo io, vive di fede.

GRADUALE

I giusti sono nelle mani di Dio e non li toccherà il tormento della malvagità. Parvero morire agli occhi degli stolti: invece essi sono nella pace.

ALLELUIA

Alleluia, alleluia. Il nostro Dio è ammirabile nei suoi santi. Alleluia.

VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo.

Matt 24:3-13

In quel tempo: Stando Gesù sul monte degli Ulivi, i discepoli vennero a Lui in disparte e gli dissero: «Spiegaci quando avverranno queste cose? e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo?». E Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi seduca perché molti verranno in nome mio a dire: "Io sono il Cristo"; e sedurranno molti. Udrete poi parlar di guerre e di rumori di guerre; badate, non vi turbate! poiché bisogna che ciò avvenga, ma non è ancora la fine. Ché si solleverà popolo contro popolo, e regno contro regno, e vi saranno pestilenze, carestie e terremoti in vari luoghi; ma tutto questo non è che il principio dei dolori. Allora vi consegneranno per i supplizi e vi uccideranno, e sarete odiati da tutte le genti a cagione del mio nome. E allora molti si scandalizzeranno e si denunzieranno a vicenda e si odieranno l'un l'altro. E sorgeranno tanti falsi profeti che sedurranno molti. E per il moltiplicarsi dell'iniquità si raffredderà la carità dei più. Ma chi avrà perseverato sino alla fine, sarà salvo».

OFFERTORIO

Preghiamo. L'anima nostra come passero è sfuggita al laccio del cacciatore.; il laccio si spezzò e noi fummo liberi.

SECRETE

Riguarda, o Signore, alle preghiere e alle offerte dei tuoi fedeli, affinché siano a te gradite nella festa dei tuoi Santi e a noi portino l'aiuto della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

O Signore, riesca gradito al tuo cospetto l'ossequio della nostra devozione, e sia a noi di salvezza per le preghiere di colui nella cui solennità te lo presentiamo.

Per tua misericordia, o Signore, e per l'intercessione della beata Maria sempre Vergine, quest'offerta giovi alla nostra prosperità e pace, nel presente e nell'eternità.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, l'ultima ha la conclusione.

PREFAZIO COMUNE

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode (Sanctus).

COMUNIONE

A voi, amici miei, io dico: non abbiate timore di quelli che vi perseguitano.

POST-COMUNIONE

Preghiamo. Placato, o Signore, dall'intercessione dei tuoi Santi; fa' che quanto celebriamo con azione temporanea, lo conseguiamo nell'eterna salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Ristorati dalla partecipazione a questo sacramento ti preghiamo, o Signore nostro Dio, affinché per l'intercessione del beato Canùto Martire tuo, sentiamo l'effetto duraturo del sacrificio celebrato.

Questa comunione ci mondi dalla colpa, o Signore, e per l'intercessione della beata sempre Vergine Maria, madre di Dio, ci renda perennemente partecipi del rimedio celeste.

Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.


Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

19 GENNAIO SANTI MARIO, MARTA, AUDIFACE ED ABACO, MARTIRI

Come già la luce della stella misteriosa guidò i Magi alla culla del neonato Re, così vediamo lo splendore che irradia da Roma, imporporata dal sangue dei Martiri, attrarre irresistibilmente i santi proposti in questo giorno dalla Chiesa alla nostra venerazione. Mario, Marta sua sposa, e i loro figli Audiface ed Abaco, venuti dalle lontane regioni della Persia al tempo dell’imperatore Claudio il Gotico per visitare le tombe degli apostoli e dei generosi testimoni di Cristo, meriteranno presto di essere associati al loro trionfo. Confesseranno anch’essi a loro volta il divino Bambino fra i più atroci tormenti, aggiungendo con la loro vittoria un nuovo fiore alla corona della città madre e maestra della quale ieri celebravano le grandezze. Il respiro concesso ai cristiani dall’editto di Gallieno non fu infatti di lunga durata per i fedeli di Roma e durante il breve regno di Claudio II, il sangue dei martiri scorse nuovamente nella città imperiale (P. Allard, Les dernières persecutions du troisième siècle, 3 ed.). E la Passione di questi santi pellegrini ce li mostra mentre pongono, fin dal loro arrivo, le proprie persone e le proprie ricchezze al servizio dei perseguitati. Cercavano e visitavano nelle prigioni quelli che avevano sofferto per la fede, ed era tale la devozione che nutrivano verso di essi, che dopo averne lavato le ferite, si spargevano sul capo l’acqua che era servita a quel caritatevole ufficio (Acta SS. gennaio, II). Con religioso zelo si occupavano di ricuperare i corpi dei valorosi confessori e di dare onorevole sepoltura alle loro sante spoglie. Tale dedizione non poteva passare a lungo inosservata: arrestati insieme con altri cristiani, Mario, Marta e i loro figli ottennero la palma del martirio che così ardentemente bramavano.

Secondo la tradizione furono condannati a morte il 20 gennaio del 270. La Chiesa tuttavia li festeggia il 19, essendo l’indomani consacrato interamente alla memoria dei santi Fabiano e Sebastiano [1].

“Sono veramente fratelli coloro che hanno vinto le iniquità del mondo; hanno seguito Cristo e possiedono gloriosamente il regno celeste” [2]. Così canterà la Chiesa in un’altra circostanza dell’anno, associando al trionfo di Cristo risorto altre schiere di martiri. Ma quale lode si addice allora agli illustri soldati di cui celebriamo la vittoria? Se lo spettacolo della buona armonia tra i membri di una stessa famiglia è degno d’ammirazione, che dire quando questa concordia si verifica in mezzo alle opere più eroiche della carità e nelle più alte aspirazioni verso la patria celeste? Fate dunque, o gloriosi martiri, che, dietro il vostro esempio, troviamo sempre di mezzo a noi l’unione dei cuori nell’amore e nel servizio del Verbo incarnato!

Sotto la prova delle più crudeli torture, la vostra ardente volontà di seguire il Maestro fino in fondo vi incoraggiava a vicenda alla costanza e a glorificare Cristo per essere posti, con le vostre sofferenze, nel numero dei suoi privilegiati servitori. Chiedete per noi, insieme ad un aumento della virtù della fede, una dedizione senza limiti a Colui che è venuto sulla terra per riscattarci, e le generose disposizioni che ci porteranno ad affrontare tutto per lui e a soffrire tutto per la sua gloria.


[1] Gli Atti di questi martiri persiani pare abbiano subito parecchie interpolazioni; la loro festa è segnalata per la prima volta in un calendario vaticano del XII secolo. Si può dubitare che i loro corpi siano stati portati a S. Medardo di Soisson nell’828. Attualmente si venerano le loro reliquie nelle chiese di S. Adriano e di S. Prassede a Roma.

[2] Versetto alleluiatico della Messa dei santi Nereo e Achilleo (12 maggio) e di parecchie altre Messe di Martiri.



LO STESSO GIORNO 19 GENNAIO SAN CANUTO, RE E MARTIRE

I Re Magi, come abbiamo detto, sono stati seguiti, alla mangiatoia del Salvatore, dai santi Re cristiani; è dunque giusto che questi ultimi si incontrino nella stagione consacrata al mistero della sua Nascita. In mezzo a quelli che ha dato in sì gran numero alla Chiesa e alla società europea l’XI secolo, fecondo in ogni sorta di meraviglie cattoliche, Canuto IV, sul trono di Danimarca, si distingue fra gli altri per l’aureola del martirio [1]. Zelante propagatore della fede di Cristo, insigne legislatore, intrepido guerriero, pio e caritatevole, ebbe tutte le glorie d’un principe cristiano. Il suo zelo per la Chiesa, i cui diritti a quel tempo erano insieme quelli dei popoli, fu il pretesto della sua morte violenta, ed egli morì in una sommossa, con il carattere sublime d’una vittima immolata per il suo popolo. L’offerta che fece al neonato Re fu l’offerta del sangue; cambiò la corona peritura con l’altra di cui la Chiesa orna la fronte dei suoi martiri, e che non si logora mai. Gli annali della Danimarca nell’undicesimo secolo sono poco familiari alla maggior parte degli altri uomini; ma l’onore che ha quella regione di possedere un Re martire è noto in tutta la Chiesa, e la Chiesa occupa il mondo intero. Questa potenza della Sposa di Gesù Cristo per onorare il nome e i meriti dei servi e degli amici di Dio è uno dei più bei spettacoli che sia dato di vedere sotto il cielo, poiché i nomi che essa proclama diventano immortali presso gli uomini, che siano stati portati dal re o che siano serviti a distinguere gli ultimi dei suoi figli.

Il Sole di giustizia s’era già levato sulla tua regione, o santo Re, e tutta la tua beatitudine consisteva nel vedere i suoi raggi illuminare il tuo popolo. Come i Magi dell’Oriente, amavi deporre la tua corona ai piedi dell’Emmanuele; e un giorno hai offerto perfino la vita per il servizio suo e della sua Chiesa. Ma il tuo popolo non era degno di te; sparse il tuo sangue come l’ingrato Israele spargerà il sangue del Giusto che ci è nato e del quale onoriamo in questi giorni l’amabile infanzia. La morte violenta che hai risolto a profitto del tuo popolo, offrendola per i suoi peccati, offrila ancora per il regno che hai onorato. Da lungo tempo la Danimarca ha dimenticato la vera fede. Prega affinché la ritrovi presto. Ottieni per i principi che governano gli Stati cristiani la fedeltà ai loro doveri, lo zelo della giustizia, e il rispetto della libertà della Chiesa. Chiedi anche per noi al divino Bambino la dedizione della quale tu eri animato per la sua gloria; e se non abbiamo, come te, una corona da deporre ai suoi piedi, aiutaci a sottomettergli i nostri cuori.


[1] Fu immolato nella chiesa di S. Ambano a Odensea, il 10 luglio 1086.

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