Quinto giorno tra l'Ottava dell'Epifania del Signore, Semidoppio, colore liturgico bianco.
Alla Scrittura occorrente del Mattutino comincia la I Lettera di San Paolo ai Corinzi.
Vige l'obbligo di recuperare la Messa della Domenica tra l'Ottava dell'Epifania, che è stata impedita dalla Festa della Sacra Famiglia.
Ai Vespri commemorazione di Sant'Igino Papa e Martire.
Qui per le peculiarità del Tempo di Natale:
https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2020/12/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-di.html
Al Breviario
Tutto come il giorno della Festa (al 6 Gennaio) con i Salmi riportati a Mattutino e Vespri e quelli festivi da Lodi a Nona; Compieta della Domenica. Da oggi le Letture del I Notturno si prendono alla I Settimana dopo l'Epifania (quelle di oggi sono della Domenica), che si trova nel Breviario dopo l'Ottava. Le Letture del II e del III Notturno, le Antifone al Benedictus e al Magnificat, e ai Vespri la commemorazione, si prendono nell'Ottava stessa (al 10 Gennaio).
L'Invitatorio si recita normalmente e il III Notturno incomincia col Salmo 95; il primo Responsorio è Hodie in Jordane.
Le Antifone non si raddoppiano, le Preci si omettono. La conclusione degli Inni è <<Jesu tibi sit gloria qui apparuisti Gentibus>>, il Versetto del Responsorio di Prima <<Qui apparuisti hodie>>.
Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):
Quarto giorno* tra l'Ottava dell'Epifania del Signore, Semidoppio, colore liturgico bianco.
Ai Vespri commemorazione di Sant'Igino Papa e Martire.
* La Domenica tra l'Ottava non viene contata.
Tutto come sopra salvo le solite differenze ai Salmi di Lodi e Compieta, e il fatto che il giorno tra l'Ottava sia diverso; la commemorazione di Sant'Igino si prende dal Proprio dei Santi (all'11 Gennaio).
Al Messale
Messa In excelso throno della Domenica nell'Ottava dell'Epifania (si trova dopo quella della Sacra Famiglia):
- Gloria
- Si dicono tre Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda dell'Ottava
- La terza de S. Maria (Deus qui salutis aeternae)
- Credo
- Prefazio dell'Epifania
- Communicantes dell'Epifania
- Ite Missa est
- Prologo di San Giovanni
Le Messe private possono però essere dell'Ottava con la commemorazione della Domenica.
Letture del Mattutino
AD I NOCTURNUM
Lectio 1
Incipit Epístola prima beáti Pauli Apóstoli ad Corínthios
1 Cor 1:1-3
Paulus vocátus Apóstolus Jesu Christi per voluntátem Dei, et Sósthenes frater, Ecclésiæ Dei, quæ est Corínthi, sanctificátis in Christo Jesu, vocátis sanctis, cum ómnibus qui ínvocant nomen Dómini nostri Jesu Christi, in omni loco ipsórum et nostro. Grátia vobis, et pax a Deo Patre nostro, et Dómino Jesu Christo.
Lectio 2, 1 Cor 1:4-9
Grátias ago Deo meo semper pro vobis in grátia Dei, quæ data est vobis in Christo Jesu: quod in ómnibus dívites facti estis in illo, in omni verbo, et in omni sciéntia. Sicut testimónium Christi confirmátum est in vobis: ita ut nihil vobis desit in ulla grátia, exspectántibus revelatiónem Dómini nostri Jesu Christi, qui et confirmábit vos usque in finem sine crímine, in die advéntus Dómini nostri Jesu Christi. Fidélis Deus: per quem vocáti estis in societátem fílii eius Jesu Christi Dómini nostri.
Lectio 3, 1 Cor 1:10-13
Obsécro autem vos fratres per nomen Dómini nostri Jesu Christi: ut idípsum dicátis omnes, et non sint in vobis schísmata: sitis autem perfécti in eódem sensu, et in eádem senténtia. Significátum est enim mihi de vobis fratres mei ab iis, qui sunt Chloes, quia contentiónes sunt inter vos. Hoc autem dico, quod unusquísque vestrum dicit: Ego quidem sum Pauli: ego autem Apóllo: ego vero Cephæ: ego autem Christi. Divísus est Christus? numquid Paulus crucifíxus est pro vobis? aut in nómine Pauli baptizáti estis?
AD II NOCTURNUM
Lectio 4
Sermo sancti Máximi Epíscopi
Homilia 1 de Epiphania
In hac, dilectíssimi, celebritate, sicut relatu paternæ traditiónis instrúimur, multíplici nobis est festivitate lætándum. Ferunt enim, hódie Christum Dóminum nostrum vel stella duce a Géntibus adorátum: vel invitátum ad nuptias, aquas in vina vertisse; vel suscepto a Joánne baptismate, consecrasse fluénta Jordánis, suumque simul purificasse Baptistam.
Lectio 5
Sed quid potíssimum præsénti hoc factum sit die, nóverit ipse qui fecit: nos tamen crédere, nec dubitare debemus, quidquid illud est, factum esse pro nobis. Nam quod eum fulgentioris stellæ radiis incitáti adoravére Chaldæi, Deum verum Géntibus spes data est adorandi. Quod aquæ novo sunt ordine in vina mutátæ, novi nobis póculi prælibátum est sacraméntum. Quod autem baptizátus est Agnus Dei, regenerántis baptismi salutáre nobis munus est dedicátum.
Lectio 6
Oportet ítaque nos, fratres, ad honórem Salvatoris nostri, cujus nativitátem débita nuper cum exsultatióne transégimus, omni cum devotióne étiam hunc virtútum ejus celebrare natalem. Et quam recte tria hæc nobis uno acta in die mysteria prædicántur, qui ineffábilis Trinitátis arcanum uno Dei sub nómine confitemur! Per hæc ergo miracula Christus Dóminus Redémptor noster óculis se vóluit revelare mortalium, quátenus invisibilis ejus divinitas, quæ latebat in hómine, in opere non latéret.
AD III NOCTURNUM
Lectio 7
Léctio sancti Evangélii secúndum Matthǽum
Matt 2:1-12
Cum natus esset Jesus in Béthlehem Juda in diébus Heródis regis, ecce Magi ab Oriénte venérunt Jerosólymam, dicéntes: Ubi est qui natus est Rex Judæórum? Et réliqua.
Homilía sancti Hierónymi Presbýteri
Liber 1 Comment. in cap. 2. Matthǽi
Vídimus enim stellam ejus in Oriénte. Ad confusiónem Judæórum, ut nativitátem Christi a Géntibus díscerent, óritur in Oriénte stella; quam futuram, Bálaam, cujus successores erant, vaticinio nóverant. Lege Numerórum librum. Deferúntur autem Magi stellæ indicio in Judǽam, ut sacerdótes a Magis interrogati, ubi Christus nascerétur, inexcusábiles fíerent de adventu ejus.
Lectio 8
At illi dixérunt ei: In Bethlehem Judææ. Librariórum hic error est. Putámus enim ab Evangelista primum éditum, sicut in ipso Hebráico légimus, Judæ, non Judææ. Quæ est enim aliárum géntium Bethlehem, ut ad distinctiónem ejus, hic Judææ ponerétur? Judæ autem idcirco scribitur, quia est et alia Bethlehem in Galilæa. Lege librum Jesu fílii Nave. Dénique et in ipso testimonio, quod de Michææ prophetía sumptum est, ita habétur: Et tu Bethlehem terra Juda.
Lectio 9
Et, apertis thesáuris suis, obtulérunt ei múnera, aurum, thus et myrrham. Pulcherrime munerum sacraménta Juvencus Presbyter uno versículo comprehéndit: Thus, aurum, myrrham, Regíque, hominíque, Deóque dona ferunt. Et responso accepto in somnis, ne redirent ad Herodem, per aliam viam reversi sunt in regiónem suam. Qui múnera obtulerant Dómino, consequenter responsum accipiunt, non per Angelum, sed per ipsum Dóminum: ut meritórum Joseph privilegium demonstrarétur. Revertúntur autem per aliam viam: quia infidelitáti miscéndi non erant Judæórum.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
I NOTTURNO
Lettura 1
Incomincia la prima Epistola di san Paolo Apostolo ai Corinti
1 Cor 1:1-3
Paolo chiamato Apostolo dì Gesù Cristo per volontà di Dio, e Sostene fratello, alla Chiesa di Dio, che è in Corinto, ai santificati in Gesù Cristo, chiamati santi, con tutti quelli che invocano il nome del Signor nostro Gesù Cristo, in qualunque luogo loro e nostro. Grazia a voi, e pace da Dio padre nostro, e dal Signor Gesù Cristo.
Lettura 2, 1 Cor 1:4-9
Rendo grazie al mio Dio continuamente per voi per la grazia di Dio che vi fu data in Gesù Cristo : perché in lui siete diventati ricchi in tutte le cose, in ogni dono di parola e in ogni scienza : così fu tra voi confermata la testimonianza di Cristo : di modo che nulla di alcuna grazia manchi a voi, che aspettate la manifestazione del Signor nostro Gesù Cristo, il quale ancora vi renderà saldi sino al fine irreprensibili per il giorno della venuta del Signor nostro Gesù Cristo. Fedele Dio : per cui siete stati chiamati alla società del suo Figlio Gesù Cristo nostro Signore.
Lettura 3, 1 Cor 1:10-13
Or io vi scongiuro, o fratelli, pel nome del Signor nostro Gesù Cristo, che diciate tutti il medesimo, e non siano scismi tra voi : ma siate perfetti nello stesso spirito e nello stesso sentimento. Poiché riguardo a voi, fratelli miei, mi fu significato da quei di Chloe, che sono tra voi contese. Parlo di quello, che ciascuno di voi dice : Io sono di Paolo : e io di Apollo : e io di Cefa : ed io di Cristo. È egli diviso Cristo? È forse stato crocifisso per voi Paolo? Ovvero siete stati battezzati nel nome di Paolo?
II NOTTURNO
Lettura 4
Sermone di san Massimo Vescovo
Omelia 1 sull'Epifania
In questa solennità, dilettissimi, come c'insegna la tradizione venutaci dai padri, dobbiamo rallegrarci per la celebrazione di più misteri insieme. Si vuole infatti che quest'oggi Cristo nostro Signore fu adorato dai Magi che aveva guidati la stella; che invitato a nozze, cambiò l'acqua in vino; che dopo essere stato battezzato da Giovanni, consacrò le acque del Giordano, e purificò insieme il Battista che lo battezzava.
Lettura 5
Ma che cosa siasi propriamente compiuto in questo giorno, lo sa colui che l'operò: noi tuttavia dobbiamo credere, senza alcun dubbio, che qualunque cosa essa sia, fu operata per noi. Infatti dal momento che i Caldei, invitati dai raggi d'una stella più fulgente, adorarono il vero Dio, i Gentili ricevettero la speranza di adorarlo. Nelle acque che furono cambiate in vino con un ordine nuovo, ci fu dato un saggio del sacramento della nuova bevanda. E perché l’Agnello di Dio fu battezzato, abbiamo ricevuto il benefizio d'un battesimo che ci rigenera a salvezza.
Lettura 6
Quindi dobbiamo, o fratelli, per onorare il nostro Salvatore, di cui abbiamo da poco celebrato la nascita con una santa esultanza, festeggiare ancora con ogni devozione le primizie dei suoi, miracoli. E con ragione questi tre misteri sono proposti in un sol giorno, a noi i quali confessiamo che le persone della ineffabile Trinità sono un solo Dio! Per questi miracoli dunque Cristo Signore e Redentore nostro, volle rivelarsi agli occhi del mortali, affinché l'invisibile sua divinità, che si celava nella sua nuova natura, si manifestasse nelle sue opere.
III NOTTURNO
Lettura 7
Lettura del santo Vangelo secondo Matteo
Matt 2:1-12
Essendo nato Gesù in Betlemme di Giuda al tempo del re Erode, ecco dei Magi d'Oriente arrivarono a Gerusalemme, chiedendo: Dov'è il Re dei Giudei ch'è nato? Eccetera.
Omelia di san Girolamo Prete
Libro 1 Commento al capo 2 di Matteo
«Poiché abbiam veduto la sua stella in Oriente» Matth. 2,2. Affinché, a loro confusione, i Giudei apprendessero dai Gentili la natività di Cristo, in Oriente spuntò la stella annunziata loro dalla profezia di Balaam, di cui essi erano i successori. Leggi il libro dei Numeri. Seguendo l'indicazione della stella i Magi si portano nella Giudea, affinché i sacerdoti, interrogati dai Magi sul luogo della nascita di Cristo, fossero inescusabili intorno alla sua venuta.
Lettura 8
Ed essi gli risposero : «In Betlemme di Giudea» Matth. 2,5. Qui c'è errore di copisti. Noi crediamo che l'Evangelista abbia scritto da principio, come vediamo nell'Ebraico stesso, «di Giuda», e non di «Giudea». Difatti quale altra Betlemme straniera c'è che, per distinguerla, sia necessario dire qui «di Giudea»? Ma qui si specifica «di Giuda» perché c'è un'altra Betlemme in Galilea. Leggi il libro di Gesù figlio di Nave. Di più nel passo stesso citato, ch'è preso dal profeta Michea, si ha: «E tu, Betlemme, terra di Giuda» Mich. 5,2.
Lettura 9
«E aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra». Con molta eleganza il Prete Giovenco esprime il significato misterioso di questi doni con poetico linguaggio: Essi offrono l'incenso a Dio, l'oro al Re, la mirra all’uomo. «Avvertiti poi in sogno di non ripassare da Erode, per altra strada se ne tornarono ai Loro paese» Matth. 2,12. Essi che avevano portato dei doni al Signore, ricevono in conseguenza risposta, non da un Angelo, ma dallo stesso Signore: affinché così fosse manifesto il privilegio usato ai meriti di Giuseppe. Se ne ritornano poi per altra strada: perché dovevano rimanere totalmente estranei all'infedeltà dei Giudei.
Ad Primam: il Martirologio dell'11 Gennaio 2022
Tertio Idus Januarii, luna octava.
Nel terzo giorno alle Idi di Gennaio, luna ottava.
Parti proprie della Messa della I Domenica dopo l'Epifania (in latino)
INTROITUS
In excélso throno vidi sedére virum, quem adórat multitúdo Angelórum, psalléntes in unum: ecce, cujus impérii nomen est in aetérnum. --- Jubiláte Deo, omnis terra: servíte Dómino in laetítia. --- Glória Patri --- In excélso throno vidi sedére virum, quem adórat multitúdo Angelórum, psalléntes in unum: ecce, cujus impérii nomen est in aetérnum.
COLLECTAE
Orémus. Vota, quaesumus, Dómine, supplicántis pópuli coelésti pietáte proséquere: ut et, quae agénda sunt, vídeant, et ad implénda, quae víderint, convaléscant. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Orémus. Deus, qui hodiérna die Unigénitum tuum géntibus stella duce revelásti: concéde propítius; ut, qui jam te ex fide cognóvimus, usque ad contemplándam spéciem tuæ celsitúdinis perducámur.
Deus, qui salútis ætérnæ, beátæ Maríæ virginitáte fecúnda, humáno géneri prǽmia præstitísti: tríbue, quǽsumus; ut ipsam pro nobis intercédere sentiámus, per quam merúimus auctórem vitæ suscípere, Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum. Qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
EPISTOLA
Léctio Epístolae Beáti Pauli Apóstoli ad Romános.
Rom 12:1-5
Fratres: Obsecro vos per misericórdiam Dei, ut exhibeátis córpora vestra hóstiam vivéntem, sanctam, Deo placéntem, rationábile obséquium vestrum. Et nolíte conformári huic saeculo, sed reformámini in novitáte sensus vestri: ut probétis, quae sit volúntas Dei bona, et benéplacens, et perfécta. Dico enim per grátiam, quae data est mihi, ómnibus qui sunt inter vos: Non plus sápere, quam opórtet sápere, sed sápere ad sobrietátem: et unicuique sicut Deus divísit mensúram fídei. Sicut enim in uno córpore multa membra habémus, ómnia autem membra non eúndem actum habent: ita multi unum corpus sumus in Christo, sínguli autem alter alteríus membra: in Christo Jesu, Dómino nostro.
GRADUALE
Benedíctus Dóminus, Deus Israël, qui facit mirabília magna solus a saeculo. Suscípiant montes pacem pópulo tuo, et colles justítiam.
ALLELUJA
Allelúja, allelúja. Jubiláte Deo, omnis terra: servíte Dómino in laetítia. Allelúja.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 2:42-52
Cum factus esset Jesus annórum duódecim, ascendéntibus illis Jerosólymam secúndum consuetúdinem diéi festi, consummatísque diébus, cum redírent, remánsit puer Jesus in Jerúsalem, et non cognovérunt paréntes ejus. Existimántes autem illum esse in comitátu, venérunt iter diéi, et requirébant eum inter cognátos et notos. Et non inveniéntes, regréssi sunt in Jerúsalem, requiréntes eum. Et factum est, post tríduum invenérunt illum in templo sedéntem in médio doctórum, audiéntem illos et interrogántem eos. Stupébant autem omnes, qui eum audiébant, super prudéntia et respónsis ejus. Et vidéntes admiráti sunt. Et dixit Mater ejus ad illum: Fili, quid fecísti nobis sic? Ecce, pater tuus et ego doléntes quaerebámus te. Et ait ad illos: Quid est, quod me quaerebátis? Nesciebátis, quia in his, quae Patris mei sunt, opórtet me esse? Et ipsi non intellexérunt verbum, quod locútus est ad eos. Et descéndit cum eis, et venit Názareth: et erat súbditus illis. Et Mater ejus conservábat ómnia verba haec in corde suo. Et Jesus proficiébat sapiéntia et aetáte et grátia apud Deum et hómines.
OFFERTORIUM
Orémus. Jubiláte Deo, omnis terra, servíte Dómino in laetítia: intráte in conspéctu ejus in exsultatióne: quia Dóminus ipse est Deus.
SECRETAE
Oblátum tibi, Dómine, sacrifícium vivíficet nos semper et múniat. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Ecclésiæ tuæ, quǽsumus, Dómine, dona propítius intuere: quibus non jam aurum, thus et myrrha profertur; sed quod eisdem munéribus declarátur, immolátur et súmitur, Jesus Christus, fílius tuus, Dóminus noster.
Tua, Dómine, propitiatióne, et beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, ad perpétuam atque præséntem hæc oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem. Per Dóminum nostrum Jesum Christum Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
PRAEFATIO DE EPIPHANIA DOMINI
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Quia, cum Unigenitus tuus in substántia nostræ mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis suæ luce reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: (Sanctus)
COMMUNICANTES IN EPIPHANIA DOMINI ET PER OCTAVAM
Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo Unigenitus tuus, in tua tecum glória coætérnus, in veritáte carnis nostræ visibíliter corporális appáruit: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósæ semper Vírginis Maríæ, Genetrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréæ, Jacóbi, Joánnis, Thomæ, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmæ et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuæ muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.
COMMUNIO
Fili, quid fecísti nobis sic? ego et pater tuus doléntes quaerebámus te. Et quid est, quod me quaerebátis? nesciebátis, quia in his, quae Patris mei sunt, opórtet me esse?
POSTCOMMUNIO
Orémus. Súpplices te rogámus, omnípotens Deus: ut, quos tuis réficis sacraméntis, tibi étiam plácitis móribus dignánter deservíre concédas. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Orémus. Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, quæ sollémni celebrámus officio, purificátæ mentis intellegéntia consequámur.
Hæc nos cómmunio, Dómine, purget a crímine: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, coeléstis remédii fáciat esse consórtes. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Traduzione italiana
INTROITO
Sopra un eccelso trono vidi sedere un uomo, che una moltitudine di Angeli, cantando insieme inni e salmi, adorava: Ecco colui il cui nome è da tutta l'eternità. --- Acclamate con gioia a Dio da tutta la terra: servite al Signore con allegrezza. --- Gloria --- Sopra un eccelso trono vidi sedere un uomo, che una moltitudine di Angeli, cantando insieme inni e salmi, adorava: Ecco colui il cui nome è da tutta l'eternità.
COLLETTE
Preghiamo. Accogli, te ne preghiamo, o Signore, con divina bontà, i voti e le suppliche del tuo popolo, affinché veda ciò che deve fare e sia in grado di compierlo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. O Dio, che oggi rivelasti alle genti il tuo Unigenito con la guida di una stella, concedi benigno che, dopo averti conosciuto mediante la fede, possiamo giungere a contemplare lo splendore della tua maestà.
O Dio, che, mediante la verginità feconda della beata Maria, hai procurato al genere umano il premio dell'eterna salvezza, concedi, te ne preghiamo, di sentire l'intercessione di lei, per cui meritammo di ricevere l'autore della vita, nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio. Che vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
EPISTOLA
Lettura dell'Epistola del Beato Paolo Apostolo ai Romani.
Rom 12:1-5
Io vi scongiuro adunque, o fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come ostia vivente, santa, gradita a Dio, è questo il vostro culto ragionevole. E non vogliate conformarvi a questo secolo, ma riformatevi col rinnovamento del vostro spirito: affinché possiate conoscere quale sia la volontà di Dio, ciò ch'è bene, gradito e perfetto. Quindi, in virtù della grazia che mi è stata data, dico a ciascuno di voi di non esagerare il proprio valore ma di avere un concetto modesto di sé: e ciascuno secondo la misura della fede che Dio gli ha compartita. Come infatti in un unico corpo noi abbiamo molte membra, e non tutte le membra hanno la stessa funzione: così, pur essendo molti, formiamo un corpo unico in Cristo, e tutti individualmente siamo membra l'uno dell'altro, in Cristo Gesù, nostro Signore.
GRADUALE
Sia benedetto il Signore Dio d'Israele, il solo che da sempre fa cose mirabili. Ricevano i monti la pace per il popolo; e i colli la giustizia.
ALLELUIA
Alleluia, alleluia. Acclamate con gioia a Dio da tutta la terra: servite al Signore con allegrezza. Alleluia.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.
Luc 2:42-52
Quando Gesù raggiunse i dodici anni, essendo essi saliti a Gerusalemme, secondo l'usanza di quella solennità, e, allorché, passati quei giorni, se ne ritornarono, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, né i suoi genitori se ne avvidero. Ora, supponendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di cammino, dopo di che lo cercarono tra i parenti e i conoscenti. Ma non avendolo trovato, tornarono a ricercarlo a Gerusalemme. E avvenne che dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, mentre sedeva in mezzo ai Dottori, e li ascoltava e li interrogava, e tutti gli astanti stupivano della sua sapienza e delle sue risposte. E, vistolo, ne fecero le meraviglie. E sua Madre gli disse: Figlio perché ci ha fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo. E rispose loro: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quel che spetta al Padre mio? Ed essi non compresero ciò che aveva loro detto. E se ne andò con loro e ritornò a Nazaret, e stava soggetto ad essi. Però sua Madre serbava in cuor suo tutte queste cose. E Gesù cresceva in sapienza, in statura e in grazia innanzi a Dio e agli uomini.
OFFERTORIO
Preghiamo. Acclamate con gioia a Dio da tutta la terra: servite al Signore con allegrezza. Entrate alla sua presenza con esultanza. Sappiate che il Signore è Dio.
SECRETE
Il sacrificio a te offerto, o Signore, ci vivifichi e protegga sempre. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Guarda benigno, o Signore, Te ne preghiamo, alle offerte della tua Chiesa, con le quali non si offre piú oro, incenso e mirra, bensí Colui stesso che, mediante le medesime, è rappresentato, offerto e ricevuto: Gesú Cristo tuo Figlio e nostro Signore.
Per tua misericordia, o Signore, e per l'intercessione della beata Maria sempre Vergine, quest'offerta giovi alla nostra prosperità e pace, nel presente e nell'eternità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PREFAZIO DELL'EPIFANIA DEL SIGNORE
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché quando il tuo Unigénito apparve nella nostra natura mortale, ci riparò con la luce nuova della sua immortalità. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine: (Sanctus).
COMMUNICANTES NELL'EPIFANIA DEL SIGNORE E PER L'OTTAVA
Uniti in una stessa comunione celebriamo il giorno santissimo nel quale il tuo Unigenito, a Te coeterno nella tua gloria, apparve con la stessa nostra carne visibilmente corporeo; e veneriamo anzitutto la memoria della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e di quella dei tuoi beati Apostoli e Martiri: Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisógono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.
COMUNIONE
Figlio perché ci ha fatto questo? Ecco che tuo padre ed io, addolorati, ti cercavamo. E perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi di quel che spetta al Padre mio?
POST-COMUNIONE
Preghiamo. Supplici Ti preghiamo, o Dio onnipotente: affinché a quelli, che Tu ristori coi tuoi sacramenti, conceda anche di servirti con una condotta a Te gradita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che i misteri oggi solennemente celebrati, li comprendiamo con l’intelligenza di uno spirito purificato.
Questa comunione, o Signore, ci purifichi dal peccato, e, per l'intercessione della beata Vergine Maria, Madre di Dio, ci renda partecipi del rimedio celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.ù
Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger
10 GENNAIO: QUINTO GIORNO NELL'OTTAVA DELL'EPIFANIA
I Magi sono giunti a Betlemme; l’umile rifugio del Re dei Giudei s’è aperto per essi. “Vi trovano – dice san Luca – il Bambino e Maria Madre sua”. Si inginocchiano, e adorano il divino Re che hanno tanto cercato, e che la terra brama.
In questo momento comincia ad apparire la Chiesa Cristiana. In quell’umile dimora, il Figlio di Dio fatto uomo presiede come Capo del suo corpo mistico; Maria assiste come cooperatrice della salvezza e Madre di grazia; Giuda è rappresentato da essa e da Giuseppe suo sposo; la Gentilità adora, nella persona dei Magi, perché la loro fede ha compreso tutto alla vista di quel Bambino. Non è un Profeta che essi adorano, né un Re terreno a cui aprono i tesori; è un Dio davanti al quale si umiliano e si annientano. “Osservate – dice san Bernardo nel suo secondo Sermone sull’Epifania – osservate la penetrazione degli occhi della fede! La fede riconosce il Figlio di Dio lattante, lo riconosce appeso al legno, lo riconosce fin nella morte. Il ladrone lo riconosce sulla croce, i Magi nella stalla; il primo malgrado i chiodi che lo tengono attaccato; gli ultimi attraverso le fasce che lo avvolgono”.
Tutto è dunque consumato. Betlemme non è più soltanto il luogo della nascita del Redentore, ma è anche la culla della Chiesa; e come aveva ragione il Profeta di esclamare: “O Betlemme, tu non sei la più piccola fra le città di Giuda!”. Come ci è facile comprendere il fascino che condusse san Girolamo a sottrarsi agli onori e alle delizie di Roma, agli applausi del mondo e della Chiesa, per venire a seppellirsi in questa grotta, testimone di tante e così sublimi meraviglie! Chi potrebbe non desiderare di vivere e morire in questo rifugio benedetto dal cielo, ancora tutto santificato dalla presenza dell’Emmanuele, tutto odoroso dei profumi della Regina degli Angeli, tutto risonante dell’eco dei cori celesti, tutto ripieno dei ricordi dei Magi, i nostri pii e religiosi antenati!
Nulla stupisce i fortunati Principi quando entrano nell’umile dimora. Né la debolezza del Bambino, né la povertà della Madre, né la miseria dell’abitazione, nulla li colpisce. Anzi, comprendono immediatamente che il Dio eterno, volendo visitare gli uomini e mostrare ad essi il suo amore, doveva discendere fino a loro, e tanto in basso che non vi fosse nessun gradino della miseria umana che non avesse sondato e conosciuto da se stesso. Istruiti dal loro stesso cuore sulla profondità della piaga di orgoglio che ci rode, hanno sentito che il rimedio doveva essere estremo al pari del male; e in quell’abbassamento inaudito hanno riconosciuto subito il pensiero e l’azione d’un Dio. Israele attende un Messia glorioso e risplendente di gloria mondana; i Magi al contrario, riconoscono quel Messia nell’umiltà e nella povertà che lo circondano; soggiogati dalla forza di Dio, s’inginocchiano ed adorano, pieni di ammirazione e di amore.
Chi potrebbe riprodurre la dolcezza dei colloqui ch’essi ebbero con la purissima Maria? poiché il Re che erano venuti a cercare non uscì per essi dal silenzio della sua volontaria infanzia. Egli accettò i loro omaggi, sorrise con tenerezza, li benedisse, ma solo Maria poteva soddisfare, con i suoi celesti colloqui, la santa curiosità dei tre pellegrini dell’umanità. Come ricompensò essa la loro fede e il loro amore manifestando ad essi il mistero del virgineo parto che avrebbe salvato il mondo, i gaudi del suo cuore materno, le attrattive del divino Bambino! Ed essi stessi con quale tenero rispetto la consideravano e la ascoltavano! Con quanta delizia la grazia penetrava nei loro cuori alle parole di Colei che Dio stesso ha scelta per iniziarci maternamente alla sua verità e al suo amore! La stella che poco fa brillava per essi nel cielo aveva fatto posto a un’altra Stella, d’una luce più dolce e d’una forza ancora più sublime; quell’astro cosi puro preparava i loro sguardi a contemplare senza nubi Colui che si chiama la Stella risplendente e mattutina.
Il mondo intero non era più nulla per essi; la stella di Betlemme racchiudeva tutte le ricchezze del cielo e della terra. I lunghi secoli d’attesa che avevano condivisi con il genere umano sembravano ad essi appena un istante, tanto era piena e perfetta la gioia di aver finalmente trovato il Dio che appaga con la sua sola presenza, tutti i desideri della creatura.
Si associavano ai disegni misericordiosi dell’Emmanuele: accettavano con profonda umiltà l’alleanza che egli stringeva mediante essi con l’umanità; adoravano la terribile giustizia che presto avrebbe ripudiato un popolo incredulo; salutavano i destini della Chiesa Cristiana che prendeva in essi il suo inizio, e pregavano per la loro innumerevole posterità.
Dobbiamo anche noi, Gentili rigenerati, unirci a questi cristiani scelti per primi, e adorarti, o divino Bambino, dopo tanti secoli durante i quali abbiamo visto il cammino delle genti verso Betlemme, e la Stella che le guidava sempre. Dobbiamo anche noi adorarti con i Magi; ma, più fortunati di quei primogeniti della Chiesa noi abbiamo sentito le tue parole, abbiamo contemplato le tue sofferenze e la tua croce, siamo stati testimoni della tua Resurrezione; e se ti salutiamo come il Re dell’universo, l’universo è qui davanti a noi a ripeterci il tuo Nome divenuto grande e glorioso, dallo spuntar del sole al suo tramonto. Il Sacrificio rinnova tutti i tuoi misteri, si offre oggi in tutti i luoghi del mondo; la voce della tua Chiesa risuona ad ogni orecchio mortale, e noi sentiamo con gioia che questa luce risplende per noi, che tutte queste grazie sono la nostra eredità. Per questo ti adoriamo, o Cristo, noi che ti gustiamo nella Chiesa, l’eterna Betlemme, la Casa del Pane di vita.
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Istruiscici, o Maria, come hai istruito i Magi. Rivelaci ogni giorno più il dolce Mistero del tuo Figlio; sottometti interamente il nostro cuore al suo impero adorabile. Veglia, con materna sollecitudine, affinché non abbiamo a perdere nemmeno una delle lezioni che egli ci impartisce, e la dimora di Betlemme, nella quale siamo entrati al seguito dei pellegrini dell’Oriente, operi in noi un completo rinnovamento di tutta la nostra vita.
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