23 dicembre 2020

DISPENSA DI LITURGIA SUL TEMPO DI NATALE: rubriche, cerimonie e pratiche devote




Caratteristiche generali

Il termine Tempo di Natale non è univoco, dato che con esso si possono indicare dei periodi di diversa durata e i liturgisti non trovano un comune accordo. Personalmente ritengo che si possa dare questa quadruplice distinzione:

  • Il Tempo di Natale in senso strettissimo va dai Primi Vespri di Natale fino a Nona della Vigilia dell’Epifania. In questo senso esso dura dodici giorni. A sostegno di questa interpretazione vi è il fatto che dai Primi Vespri dell’Epifania i formulari liturgici cambiano quasi completamente, se si eccettuano l’Antifona finale delle Ore e le Orazioni pro diversitate Temporum assignatae. Infatti alcuni si spingono a parlare di Tempo dell’Epifania per indicare la Festa con la sua Ottava.
  • Il Tempo di Natale in senso stretto va dai Primi Vespri di Natale fino alla Compieta che segue i Secondi Vespri del Giorno Ottavo dell’Epifania. In questo senso esso dura venti giorni. A sostegno di questa interpretazione vi è innanzitutto il fatto che con l’Ottava dell’Epifania si chiude il ciclo delle Feste immediatamente collegate al Natale (non solo cronologicamente, ma oserei dire anche tipograficamente, dato che dal 14 Gennaio le Feste non si trovano più nel Proprio del Tempo ma in quello dei Santi). Sempre dal 14 Gennaio, i formulari liturgici cambiano rispetto all’Ottava, e prendono la forma di quelli tipicamente per annum, cioè non legati né al ciclo natalizio né a quello pasquale. Ancora, si riprende il Suffragio dopo un mese e mezzo di sospensione. E infine, fatto ancor più determinante, le settimane seguenti prendono il nome appunto di Settimane dopo l’Epifania, e il colore liturgico de tempore passa dal bianco al verde.
  • Il Tempo di Natale in senso esteso va dai Primi Vespri di Natale fino alla Compieta del 2 Febbraio. In questo senso esso dura quaranta giorni. Quest’ultima interpretazione è giustificata fondamentalmente dal fatto che, sebbene si trovi nel Proprio dei Santi, la Festa della Purificazione della Beata Vergine ha ancora una dipendenza cronologica dal Natale, cioè si trova alla distanza fissa di 40 giorni da esso, in quanto secondo la legge giudaica i figli maschi dovevano essere presentati al Tempio di Gerusalemme 40 giorni dopo la nascita. Ancora, è a partire dalla Compieta del 2 Febbraio che si abbandona l’Antifona finale delle Ore Alma Redemptoris Mater, usata sin dalla I Domenica d’Avvento, con i Versetti e le Orazioni che sono stati inseriti col Natale, e dal 3 Febbraio cambiano anche le Orazioni pro diversitate Temporum assignatae. C’è anche la consuetudine diffusa di smontare il presepe dopo questa Festa, ma non è in sé un argomento probante sia perché il presepe appartiene alla devozione e non alla liturgia, sia perché comunque molti lo smontano dopo l’Epifania.
  • Il Tempo di Natale in senso estesissimo va dai Primi Vespri di Natale fino a Nona che precede i Primi Vespri della Domenica di Settuagesima. In questo senso esso può durare un tempo variabile tra il minimo assoluto di ventiquattro giorni (quando la Settuagesima cade il 18 Gennaio) fino a un massimo di cinquantanove giorni (quando la Settuagesima cade il 22 Febbraio). È l’interpretazione data da Dom Guéranger nella suddivisione della sua opera principale L’année liturgique, ma reputo che lo abbia dovuto fare per ragioni pratiche relative alla ripartizione dei tomi, interpretazione che può essere corroborata dal solo fatto che durante tutto questo tempo si leggono le Epistole di San Paolo alla Scrittura occorrente. Tuttavia, se si negasse alle settimane dopo l’Epifania, che vanno da una a sei, lo status di tempo liturgico, si dovrebbe per analogia fare altrettanto con le settimane dopo Pentecoste, che vanno da ventitré a ventotto, e si perverrebbe all’assurdo di un tempo pasquale che arriva alle soglie dell’Avvento.

In questa dispensa seguirò la seconda interpretazione, quella in senso stretto, che mi sembra la più ovvia e naturale.

È difficile cercare di offrire una prospettiva unificata del Tempo di Natale, dato che esso consiste soprattutto in un numero elevato di Feste. Infatti in venti giorni ci sono ben dodici Feste e sei giorni di ottava. Anzi, quando la Festa del SS. Nome di Gesù cade la Vigilia dell’Epifania, come quest’anno (2020), le Feste diventano tredici e resta un solo giorno libero, il 30 Dicembre. Di conseguenza, invece di trattare del Tempo di Natale dal punto di vista dei singoli libri liturgici, come ho fatto per l’Avvento e come farò per i tempi successivi, cercherò di organizzare dei raggruppamenti secondo le affinità:

  • La Festa di Natale, 25 Dicembre (Doppio di I Classe con Ottava Privilegiata di III Ordine) e la trattazione generica della sua Ottava
  • Le Feste di Santo Stefano, San Giovanni e dei Santi Innocenti, 26-28 Dicembre (Doppio di II Classe con Ottava semplice)
  • La Domenica tra l’Ottava di Natale e il 30 Dicembre (Semidoppio)
  • Le Feste di San Tommaso Becket e San Silvestro, 29 e 31 Dicembre (Doppio minore)
  • La Festa della Circoncisione, Giorno Ottavo di Natale, 1 Gennaio (Doppio di II Classe)
  • La Festa del SS. Nome di Gesù (Doppio di II Classe) e la prima Domenica di Gennaio
  • I Giorni Ottavi di Santo Stefano, San Giovani e dei Santi Innocenti, 2-4 Gennaio (Semplice)
  • La Vigilia dell’Epifania, 5 Gennaio (Vigilia Privilegiata di II Classe, Semidoppio)
  • La Festa dell’Epifania, 6 Gennaio (Doppio di I Classe con Ottava Privilegiata di II Ordine) e la trattazione generica della sua Ottava (Semidoppio i giorni tra l’Ottava, Doppio Maggiore il Giorno Ottavo)
  • La Domenica tra l’Ottava dell’Epifania e la Festa della Sacra Famiglia (Doppio Maggiore) .

Il colore liturgico è sempre bianco eccetto che alle Feste e Ottave di Santo Stefano, dei Santi Innocenti e di San Tommaso Becket. Diacono e Suddiacono indossano nuovamente Dalmatica e Tunicella, l’organo suona e l’Altare si può addobbare di fiori.

Tornano il Te Deum all’Ufficio domenicale e il Gloria in excelsis alla Messa, con l’Ite Missa est. L’Antifona finale delle Ore resta Alma Redemptoris Mater, ma col Versetto Post partum e l’Orazione Deus qui salutis aeternae. La prima delle Orazioni pro diversitate Temporum assignatae a partire dal 30 Dicembre e fino al 1 Febbraio quella della Beata Vergine Deus qui salutis aeternae, la seconda è per il Papa oppure contro i persecutori della Chiesa.

 

La Festa e l’Ottava di Natale

Al Breviario

Non presenta particolari differenze dalle altre Feste salvo per la particolarità che le letture del I Notturno si leggono senza titolo, e che il terzo Notturno ha tre Vangeli con le rispettive omelie, rispondenti ai Vangeli delle tre Messe che si possono celebrare in questo giorno, cioè della Notte, dell’Aurora e del Giorno. La Benedizione per il primo Vangelo è la solita Evangelica lectio, quella per il secondo è Per evangelica dicta, che di solito si usa nelle commemorazioni de tempore aventi Vangelo proprio. La terza Benedizione è propria al solo giorno di Natale, ed è Verba sancti Evangelii doceat nos Christus Fílius Dei.

Ai Vespri e Mattutino solenni, intonando l’Inno Jesu Redemptor omnium il Sacerdote, volto verso la croce dell’Altare, allarga, solleva, congiunge e abbassa al petto le mani, e fa l’inclinazione di testa maxima minimarum, esattamente come alla Messa es. all’inizio del Gloria in excelsis o del Credo. La conclusione degli Inni è quella delle Feste della Beata Vergine, Jesu tibi sit gloria qui natus es de Virgine, e si dice fino a Nona inclusa della Vigilia dell’Epifania, così come il Versetto del Responsorio di Prima Qui natus es de Maria Virgine.

Al Messale

Le tre Messe si dicono alle intenzioni del Sacerdote o dei fedeli che le richiedono; il Sacerdote può ricevere tutti e tre gli stipendi. La Messa della Notte non può incominciare prima di mezzanotte. Se si celebra una sola Messa, si può dire quella che più corrisponde all’orario in cui la si celebra effettivamente. Le Messe non presentano particolarità, tuttavia alla sola Messa dell’Aurora si fa la commemorazione di Santa Anastasia Vergine e Martire, e alla Messa del Giorno il Prologo del Vangelo di San Giovanni si legge come Vangelo della Messa, mentre l’Ultimo Vangelo è lo stesso dell’Epifania.

Lo Stercky dice che non si possono celebrare Messe private la notte ma che tutte e tre vanno celebrate di giorno, e che alla Messa della Notte conventuale o parrocchiale non si distribuisce la Santa Comunione. Personalmente credo che date la situazione ecclesiastica assolutamente degenerata rispetto al 1935, anno di edizione del manuale di liturgia, a causa del modernismo quasi universalmente diffuso e dell’impossibilità parziale o totale per i fedeli di partecipare alla vera Santa Messa, una sana epikeia imponga ai Sacerdoti di favorirli in ogni modo (e di favorire anche la loro stessa spiritualità, non potendo quasi mai assistere alla Messa di confratelli troppo lontani), celebrando la Messa della Notte al suo orario proprio e distribuendo la Comunione almeno a quei fedeli che non assisteranno alle altre Messe, ricordando a tutti che non è permesso comunicare più di una sola volta nel corso delle 24 ore. D’altronde è pur vero che per i fedeli legati alla Tradizione, la Messa presso le cappelle in cui si celebra il rito tridentino tiene luogo de facto di Messa Parrocchiale, alla quale essi non possono assistere presso le parrocchie canonicamente erette poiché abitualmente in esse viene celebrato il novus ordo catto-protestante, il quale costituisce un enorme scandalo per la fede, sia per il rito in sé, che per la predicazione che abitualmente vi si tiene, la quale include tutta una gamma di sfumature che vanno dall’ereticheggiante al nichilista.

L’ordine preferibile per le celebrazioni della notte sarebbe di cantare in successione il Mattutino (cominciato tra le 21.30 e le 22.00, a seconda del tempo che si prevede impiegato per cantarlo entro la mezzanotte), la Messa e le Lodi. Molti hanno l’usanza di depositare e incensare la statuina del Bambinello nel presepe all’inizio della Messa (il Sacerdote indossa il piviale bianco).

A tutte e tre le Messe si dicono il Prefazio e il Communicantes propri.

All’Antifonale e al Graduale

C’è un tono proprio per gli Inni delle Ore minori. Quanto al Benedicamus Domino e al Kyriale, c’è la consuetudine di usare il tono delle Feste della Beata Vergine (Benedicamus IV, Kyriale IX oppure X), e trovo la cosa appropriata dato che anche la conclusione degli Inni è quella della Santa Vergine; tuttavia non sono sicuro che ciò sia strettamente obbligatorio

L’Ottava

L’Ottava di Natale, essendo Privilegiata di III Ordine, tollera le Feste che siano almeno di rito Semidoppio e viene sempre commemorata quando impedita da una Festa o dalla Domenica. Si conservano le particolarità sopra esposte:

  • Fino al 30 Dicembre le Antifone e i Salmi dei Vespri sono quelli del giorno di Natale
  • Fino al 1 Gennaio si dice il Communicantes di Natale
  • Fino a Nona del 5 Gennaio la conclusione degli Inni aventi stessa metrica, il Versetto del Responsorio di Prima, e il Prefazio, sono quelli di Natale

Il giorno di Natale tutte le Messe Votive e di Requiem sono proibite; durante l’Ottava restano proibite le Messe Votive private e le Messe di Requiem che non siano dei funerali.

 

Le Feste di Santo Stefano, San Giovanni e dei Santi Innocenti

Eccetto le particolarità proprie dell’Ottava di Natale già scritte sopra, non sono differenti dalle altre Feste doppie di II Classe con Ottava semplice.

Tuttavia la Festa dei Santi Innocenti è assai caratteristica:

  • Quando cade di Domenica o laddove essa è celebrata con rito Doppio di I Classe (es. se i SS. Innocenti sono Titolari della chiesa o Patroni del luogo etc.), allora ha colore liturgico rosso, si dicono il Te Deum all’Ufficio, e alla Messa il Gloria in excelsis, il Graduale, l’Alleluia e l’Ite Missa est
  • Quando cade in un giorno feriale ha invece colore violaceo, si dice il IX Responsorio all’Ufficio e alla Messa si omettono il Gloria in excelsis e l’Alleluja; il Graduale è sostituito dal Tratto, e alla fine si dice Benedicamus Domino

Questo a causa delle particolari condizioni del massacro dei Santi Innocenti: erano infanti privi di ragione che hanno ricevuto il battesimo di sangue morendo al posto di Nostro Signore; la liturgia si sofferma particolarmente sulla disperazione delle loro madri. Il Giorno Ottavo dei Santi Innocenti comunque viene sempre celebrato nel primo modo, con colore liturgico rosso etc. Paradossalmente, quando la Festa viene di Domenica, il Giorno Ottavo è solo commemorato, perché essendo anch’esso Domenica, si fa la Festa del SS. Nome di Gesù.

Il precetto che proibisce la celebrazione solenne delle nozze terminando col giorno di Natale, esse sono nuovamente permesse a partire dal 26 Dicembre, dal cui giorno si può anche riprendere la celebrazione delle Ottave del calendari propri.

 

La Domenica tra l’Ottava di Natale e il 30 Dicembre

È una Domenica minore con rito Semidoppio e viene celebrata nel giorno in cui cade solo se ciò avviene tra il 29 e il 31 Dicembre, altrimenti non viene nemmeno commemorata e se ne trasferiscono l’Ufficio e la Messa al 30 Dicembre, che diventa una Domenica vacante con tutti i privilegi liturgici. Ha le letture del Mattutino, il Capitolo, le Antifone al Magnificat e al Benedictus e l’Orazione propria, il resto come all’Ufficio di Natale; la Messa è propria.

Se la Domenica cade il 29 o il 31 Dicembre, allora il giorno 30 ha l’Ufficio del sesto giorno nell’Ottava di Natale e la Messa propria.

 

Le Feste di San Tommaso Becket e di San Silvestro

Sono Feste di rito Doppio minore con le particolarità dell’Ottava di Natale. Vengono commemorate se cadono di Domenica.

A partire dal 29 Dicembre alla Scrittura occorrente incominciano le Epistole di San Paolo (nello specifico quella ai Romani), che vengono interrotte solo con la Settuagesima.

 

La Festa della Circoncisione

Malgrado abbia rito Doppio di II Classe, non cede a nessuna Festa doppia di I Classe dei calendari particolari. Ha Ufficio e Messa propri, e i Salmi di Mattutino e Vespri sono presi dal Comune della Beata Vergine.

È buona prassi, a mezzanotte, cantare il Te Deum con i versetti e l’Orazione in ringraziamento dei benefici dell’anno trascorso, e il Veni Creator prima della Messa per chiedere l’assistenza divina per il nuovo anno.

 

La Festa del SS. Nome di Gesù e la prima Domenica di Gennaio

La Festa del SS. Nome si celebra nella Domenica che cade tra il 2 e il 5 Gennaio; altrimenti se in questi giorni non vi è Domenica, si riporta al 2 Gennaio.

L’Ufficio e Messa della Domenica che cadesse tra il 1 e 6 Gennaio sono fissati al 5 (anche questa è infatti una Domenica vacante), Vigilia dell’Epifania.

Se invece la Domenica cade il 7, si celebra come Domenica tra l’Ottava dell’Epifania e Festa della Sacra Famiglia.

 

Le Ottave di Santo Stefano, San Giovanni e dei Santi Innocenti

Sono di rito Semplice con i Salmi feriali, se in essi non cade il SS. Nome di Gesù. Solo per il Giorno Ottavo di San Giovanni, si dice il Prefazio degli Apostoli invece che quello di Natale.

In questi giorni non si possono celebrare le Messe Votive private, né le Messe quotidiane di Requiem che non siano cantate.

Se in questi tre giorni (e solo in essi) capitano il primo Giovedì, Venerdì e Sabato del mese, si può celebrare la Messa Puer natus del 30 Dicembre con Gloria, Credo, unica Orazione e Prefazio di Natale: questa Messa sostituisce quelle Votive Privilegiate di Cristo Sommo ed Eterno Sacerdote, del Sacro Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, le quali non vengono neppure commemorate. Se invece tali giorni capitano il 1 Gennaio o dal 5 al 7, quelle Messe non vengono in alcun modo sostituite e non se ne fa nulla.

 

La Vigilia dell’Epifania

È l’unico caso di Vigilia avente i Primi Vespri (ma proprio perché, come detto sopra, conta come Domenica vacante, con tutti i privilegi liturgici della Domenica), così come è l’unica Vigilia Privilegiata di II Classe, cioè che non ammette Feste che non siano Doppie di I o II Classe, e le sole Feste di Nostro Signore aventi rito inferiore. Il colore liturgico è bianco. Ha i Salmi del 1 Gennaio a Vespri e Mattutino, quelli festivi alle altre Ore. Non vi si possono celebrare né Messe Votive private, né Messe anniversarie di Requiem.

In questo giorno si fa una specialissima Benedizione dell’acqua, particolarmente solenne (infatti si fa con i sacri ministri parati e preferibilmente in canto) e l’acqua, così esorcizzata e benedetta, è un sacramentale molto efficace. Essendo una Benedizione riservata, ad liceitatem dovrebbe essere celebrata dal Vescovo Ordinario o da un suo delegato, ma i Sacerdoti possono comunque richiederne licenza al loro Ordinario (o nella situazione attuale in cui la gerarchia ecclesiastica è corrotta dall’eresia modernista, e l’insieme dei chierici fedeli alla Tradizione è assai variegato e complesso, suggerisco di chiederla almeno a colui tra i loro Superiori che ha la potestà più prossima possibile a quella dell’Ordinario). Questa Benedizione, una delle più complesse rimaste nel rito romano, si struttura nel seguente modo:

  • Litanie dei Santi e Pater
  • Antifona Afferte Domino e Salmi 28, 45 e 146
  • Esorcismo di Leone XIII contro Satana e gli angeli apostatici
  • Antifona Hodie caelesti sponso e, a scelta, Benedictus o Magnificat con l’Orazione Deus qui hodierna die
  • Esorcismo e Benedizione del sale, Esorcismo e Benedizione dell’acqua, miscela dei due elementi e Orazione Deus invicte virtutis auctor
  • Te Deum e Orazione Deus cujus misericordiae
  • Se celebra il Vescovo, benedice il popolo

 

La Festa e l’Ottava dell’Epifania

Al Breviario

In questo giorno, e solo il giorno della Festa, a Mattutino dopo Pater, Ave e Credo si intona direttamente la prima Antifona: omessi del tutto il Domine labia mea, il Deus in adjutorium e l’Inno; l’Invitatorio non si dice all’inizio del Mattutino come al solito, ma durante il III Notturno: il Salmo 94 viene recitato con le strofe intercalate dall’Antifona sempre completa, e inoltre esso non è quello solito, che per una notevole eccezione viene preso dall’antico Salterio Romano purtroppo in disuso da circa dieci secoli, ma in questo giorno viene recitato col Salterio Gallicano da cui sono sempre presi i Salmi*. Durante il resto dell’Ottava l’Invitatorio si fa normalmente e al III Notturno si recita il Salmo 95.

C’è ancora una particolarità, cioè che esistono due Responsori alla prima lettura del I Notturno: Hodie in Jordane che si dice il giorno dell’Epifania, il Lunedì nell’Ottava in cui comincia l’Epistola di San Paolo ai Corinzi, e il Giorno Ottavo; il secondo, Tria sunt munera, si recita tutti gli altri giorni.

La conclusione degli Inni è Jesu tibi sit gloria qui apparuisti Gentibus, il Versetto del Responsorio di Prima è Qui apparuisti hodie.

* San Girolamo tradusse i Salmi per tre volte. La prima traduzione è il Salterio Romano, che fu usato nella liturgia durante il primo millennio ma poi gradualmente sostituito dalla seconda traduzione, che in realtà fu piuttosto una revisione della prima e venne chiamata Salterio Gallicano, poco a poco adottato da tutti i Riti latini a partire da quelli gallicani, donde appunto il nome (del precedente Salterio rimase appunto solo il Salmo 94, recitato all’Invitatorio tutti i giorni tranne che il 6 Gennaio). La terza traduzione, molto più letterale rispetto al testo ebraico, non fu mai adottata nella liturgia. Quanto al Salterio Romano, pur essendo stato abbandonato unanimemente,  esso venne conservato nell’Ufficio cantato dai Canonici dell’Arcibasilica Lateranense, anche se credo proprio che il novus ordo ne abbia fatto tabula rasa.

Al Messale

Al Vangelo ci si inginocchia alle parole «procidentes adoraverunt eum». Vi sono Prefazio e Communicantes propri.

È possibile fare, dopo il Vangelo, la Pubblicazione delle Feste mobili, letto da un Sacerdote o da un Diacono (e suppongo, dato la difficoltà odierna ad avere abbondanza di Clero laddove si celebra la Santa Messa tradizionale, che quando si celebra la Messa bassa in loro mancanza possa farlo lo stesso celebrante; ma è una mia opinione e posso anche prendere un’enorme cantonata), il quale sta in piviale bianco ed è assistito da due chierici: a questo effetto si dispone vicino la balaustra, dal lato del Vangelo, un leggio velato di bianco col Pontificale Romanum preparato alla pagina apposita. Nel caso dell’anno prossimo (2022) il testo è:

«Noveritis, fratres carissimi, quod annuente Dei misericordia, sicut de Nativitate Domini nostri Jesu Christi gavisi sumus, ita et de Resurrectione ejusdem Salvatoris nostri gaudium vobis annuntiamus. Die tertiadecima Februarii erit Dominica in Septuagesima. Secunda Martii dies Cinerum, et initium jejunii sacratissimæ Quadragesimæ. Decima septima Aprilis, sanctum Pascha Domini nostri Jesu Christi cum gaudio celebrabitis. (Die) (Mensis), Diœcesana Synodus habebitur. Vigesima sexta Maji, erit Ascensio Domini nostri Jesu Christi. Quinta Junii, Festum Pentecostes. Sextadecima ejusdem, Festum sacratissimi Corporis Christi. Vigesima septima Novembris, Dominica prima Adventus Domini nostri Jesu Christi, cui est honor et gloria, in sæcula sæculorum. Amen.»

Nella Messa Pontificale esso è letto dall’Arcidiacono oppure da un Canonico, sempre in piviale.

All’Antifonale e al Graduale

C’è un tono proprio per gli Inni delle Ore minori. Quanto al Benedicamus Domino e al Kyriale, si usano i toni delle Feste Solenni (Benedicamus I, Kyriale II o III).

Al Rituale

La Festa dell’Epifania si possono fare tre Benedizioni (stavolta non riservate): quella dell’oro, incenso e mirra, quella del gesso (o creta) e quella delle case. Mi soffermo sulle ultime due:

  • Si benedice e asperge il gesso (e consiglio vivamente di fare attenzione a non inumidire l’estremità con cui si dovrà scrivere)
  • Dopo il Versetto Pax huic domui e l’Antifona Ab Oriente, si recita il Magnificat, durante il quale si asperge e si incensa la casa (altro consiglio puramente personale: per aspergere si può l’acqua benedetta la Vigilia dell’Epifania, e per incensare, l’incenso benedetto il giorno stesso, almeno, se si è fatta la Benedizione dell’oro, incenso e mirra cui accennavo sopra)
  • Ripetuta l’Antifona Ab Oriente, si dice il Pater coi Versetti seguenti, l’Orazione Deus qui hodierna die, il Responsorio Illuminare col Versetto Et ambulabant e la Benedizione
  • Una tradizione (non riportata dal Rituale ma non per questo proibita) vuole che alla fine della Benedizione il Sacerdote scriva col gesso benedetto, sullo stipite esterno della porta di casa, l’anno corrente con le quattro cifre separate in due coppie, e in mezzo le iniziali dei Santi Re Magi (Caspar, Melchior, Balthassar): nel caso dell’anno prossimo 20†C†M†B†21 e tale scritta va lasciata fino alla Benedizione che si farà l’anno successivo.

L’Ottava

È un’Ottava Privilegiata di II Ordine, i giorni infra Octavam, di rito Semidoppio, non cedono a Feste che non siano di rito Doppio di I Classe; e il Giorno Ottavo, pur essendo Doppio Maggiore, non cede nemmeno a quelle. Non resisto dal far notare quanto sia dunque incoerente la riforma della Costituzione Divino Afflatu, collocando la Festa della Sacra Famiglia (Doppio Maggiore) in un giorno le cui rubriche di per sé non lo consentono: è stato un atto di puro arbitrio.

Tutti i giorni eccetto la Domenica si dicono l’Ufficio e Messa dell’Epifania, con le Letture I Notturno secondo la Scrittura occorrente, mentre quelle del II e del III Notturno, nonché le Antifone al Benedictus e al Magnificat, sono proprie per ogni giorno; il Giorno Ottavo ha anche un’Orazione diversa.

Per tutta l’Ottava si dicono il Prefazio e il Communicantes dell’Epifania; come anche la conclusione degli Inni e il Versetto del Responsorio di Prima; che però sono sostituiti da altri alla sola Festa della Sacra Famiglia.

Da notare che la Domenica infra Octavam conta contemporaneamente come I Domenica dopo l’Epifania, pur facendo ancora parte del Tempo di Natale. Bisogna prestare particolare attenzione perché il Breviario, dovendo prevedere tutte le possibilità, include due cicli di Letture: quello dell’Ottava e quello della I Settimana dopo l’Epifania. L’Incipit della I Lettera ai Corinzi si trova scritto di Domenica perché essa può coincidere col Giorno Ottavo; ma solitamente vanno riportate al Lunedì dopo la Sacra Famiglia o unite con quelle che vi si trovano iscritte. Le Letture hanno i Responsori dell’Ottava finché questa dura, e i Responsori del Tempo dopo l’Epifania quando essa è cessata. I Responsori del Lunedì dopo la Sacra Famiglia non si omettono mai e si trasferiscono al primo giorno libero, anche dopo l’Ottava, quando esso è impedito.

Il giorno dell’Epifania tutte le Messe Votive e di Requiem sono proibite; durante l’Ottava restano proibite le Messe Votive private e le Messe di Requiem che non siano dei funerali.

 

La Domenica tra l’Ottava dell’Epifania e la Festa della Sacra Famiglia

La Sacra Famiglia, che cade la Domenica tra l’Ottava, ha la conclusione propria agli Inni Jesu tuis oboediens qui factus es parentibus, il Versetto al Responsorio di Prima Qui Mariae et Joseph subditus fuisti; vi si commemorano tanto la Domenica che l’Ottava. Se la Domenica cade il 13 Gennaio, Giorno Ottavo dell’Epifania, la Festa della Sacra Famiglia si anticipa al Sabato, conservando la commemorazione della Domenica; la Domenica allora si fa l’Ufficio e Messa del Giorno Ottavo con, alla Scrittura occorrente, l’Incipit della I Lettera ai Corinzi, come detto sopra. Se anche quel Sabato è impedito da una Festa Doppia di I Classe particolare, la Sacra Famiglia si anticipa al giorno più vicino possibile.


Per ulteriori dettagli sulle rubriche del Tempo di Natale: L. Stercky, Manuel de liturgie et Cérémonial selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1935, Tomo II, pag. 221-234.

Per le Funzioni Episopali nel giorno di Natale: Id., Les Fonctions Pontificales selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1932, Tomo II, pag. 4-8.


Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger sul Tempo di Natale:

Storia del Tempo di Natale: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/tempo-dinatale-lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitoloi-storia-del-tempo-di-natale/

Mistica del Tempo di Natale: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/tempo-dinatale-lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitolo-ii-mistica-del-tempo-di-natale/

Pratica del Tempo di Natale: https://sensusfidelium.us/italiano/lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/tempo-dinatale-lanno-liturgico-di-dom-prosper-gueranger/capitolo-iii-pratica-del-tempo-di-natale/

1 commento:

  1. La Benedizione delle Acque come appare nei libri liturgici dopo il XIX secolo è solo un pallido ricordo di quella della tradizione romana...

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