08 gennaio 2021

Sabato 9 Gennaio 2021 nella liturgia



Quarto giorno nell'Ottava dell'Epifania del Signore, Semidoppio, colore liturgico bianco.

Primi Vespri della Festa della Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, Doppio Maggiore, colore liturgico bianco. Commemorazioni dell'Ottava  dell'Epifania e della Domenica tra l'Ottava.


Qui per le peculiarità del Tempo di Natale:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2020/12/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-di.html


Al Breviario

All'Ufficio dell'Ottava dell'Epifania:

Tutto dal Proprio del Tempo come il giorno della Festa (al 6 Gennaio) con i Salmi indicati a Mattutino e quelli festivi da Lodi a Nona. Le Letture del Mattutino e le Antifone al Benedictus e al Magnificat sono proprie (al 9 Gennaio).

L'Invitatorio si recita normalmente e il III Notturno incomincia col Salmo 95; il primo Responsorio è Tria sunt munera.

Le Antifone non si raddoppiano, le Preci si omettono. La conclusione degli Inni aventi stessa metrica è quella propria dell'Epifania Jesu tibi sit gloria qui apparuisti Gentibus, e il Versetto del Responsorio di Prima è Qui apparuisti hodie.

All'Ufficio della Festa della Sacra Famiglia:

Vespri dal Proprio del Tempo (nel Breviario la Festa si trova tra l'Epifania e il secondo giorno della sua Ottava, cioè tra il 6 e il 7 Gennaio) con i Salmi dal Comune delle Feste della Beata Vergine Maria; l'Ant. al Magnificat per la commemorazione dell'Ottava è al 9 Gennaio. Compieta della Domenica.

Le Antifone si raddoppiano, le Preci si omettono. Da questi Vespri fino alla Compieta dell'indomani la conclusione degli Inni è quella propria della Sacra Famiglia Jesu tuis oboediens qui factus es parentibus, e il Versetto del Responsorio di Prima di domani è Qui Mariae et Joseph subditus fuisti.


Al Messale

Messa dell'Epifania come al 6 Gennaio, ma con tre Orazioni essendo di rito Semidoppio:

  • Gloria
  • Si dicono tre Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda de S. Maria (Deus qui salutis aeternae)
    • La terza Contra persecutores Ecclesiae oppure Pro Papa
  • Credo
  • Prefazio dell'Epifania
  • Communicantes dell'Epifania
  • Ite Missa est
  • Prologo di San Giovanni


Letture del Mattutino (in latino)

AD I NOCTURNUM

Lectio 1

De Epístola ad Romános

Rom 13:1-4

Omnis ánima potestátibus sublimióribus súbdita sit: non est enim potéstas nisi a Deo: quæ autem sunt, a Deo ordinátæ sunt. Itaque qui resístit potestáti, Dei ordinatióni resístit. Qui autem resístunt, ipsi sibi damnatiónem acquírunt: nam príncipes non sunt timóri boni óperis, sed mali. Vis autem non timére potestátem? Bonum fac: et habébis laudem ex illa; Dei enim miníster est tibi in bonum.

Lectio 2, Rom 13:4-7

Si autem malum féceris, time: non enim sine causa gládium portat. Dei enim miníster est: vindex in iram ei, qui malum agit. Ideo necessitáte súbditi estóte non solum propter iram, sed étiam propter consciéntiam. Ideo enim et tribúta præstátis: minístri enim Dei sunt, in hoc ipsum serviéntes. Réddite ómnibus débita: cui tribútum, tribútum: cui vectígal, vectígal: cui timórem, timórem: cui honórem, honórem.

Lectio 3, Rom 13:8-10

Némini quidquam debeátis, nisi ut ínvicem diligátis: qui enim díligit próximum, legem implévit. Nam, Non adulterábis, Non occídes, Non furáberis, Non falsum testimónium dices, Non concupísces: et si quod est áliud mandátum, in hoc verbo instaurátur: Díliges próximum tuum sicut teípsum. Diléctio próximi malum non operátur. Plenitúdo ergo legis est diléctio.

AD II NOCTURNUM

Lectio 4

Sermo sancti Leónis Papæ

Sermo 1 de Epiphania

Celebrato próximo die, quo intemeráta virginitas humani generis edidit Salvatórem, Epiphaníæ nobis, dilectíssimi, veneranda festívitas dat perseverantiam gaudiórum: ut inter cognatárum solemnitátum vicina sacramenta, exsultatiónis vigor, et fervor fidei non tepescat. Ad ómnium enim hóminum spectat salútem, quod infántia mediatoris Dei et hóminum, jam universo declarabátur mundo, cum adhuc exíguo detinerétur oppídulo.

Lectio 5

Quamvis enim Israëliticam gentem, et ipsíus gentis unam familiam delegísset, de qua natúram univérsæ humanitátis assumeret: nóluit tamen intra maternæ habitatiónis angustias ortus sui latére primordia: sed mox ab ómnibus vóluit agnosci, qui dignátus est pro ómnibus nasci. Tribus ígitur Magis in regióne Oriéntis stella novæ claritátis appáruit, quæ illustrior ceteris pulchriorque sidéribus, fácile in se intuéntium óculos animosque convérteret: ut conféstim adverterétur, non esse otiosum, quod tam insólitum videbátur.

Lectio 6

Dedit ergo aspiciéntibus intelléctum, qui præstitit signum: et quod fecit intelligi, fecit inquiri, et se inveniéndum óbtulit requisítus. Sequúntur tres viri superni lúminis ductum, et prævii fulgoris indícium inténta contemplatióne comitántes, ad agnitiónem veritátis, gratiæ splendore ducúntur: qui humano sensu significátum sibi Regis ortum æstimavérunt in civitáte regia esse quæréndum. Sed qui servi susceperat formam, et non judicáre vénerat, sed judicári, Bethlehem præelégit natívitati, Jerosolymam passióni.

AD III NOCTURNUM

Lectio 7

Léctio sancti Evangélii secúndum Matthǽum

Matt 2:1-12

Cum natus esset Jesus in Bethlehem Juda in diébus Herodis regis, ecce Magi ab Oriénte venérunt Jerosolymam, dicéntes: Ubi est qui natus est Rex Judæórum? Et réliqua.

De Homilía sancti Gregórii Papæ

Ex Homilía 10 in Evangelia

Magnum vero nobis aliquid Magi ínnuunt, quod in regiónem suam per aliam viam revertúntur. In eo namque quod admóniti faciunt, nobis profecto insinuant quid fáciamus. Regio quippe nostra paradisus est: ad quam, Jesu cógnito, redire per viam, qua vénimus, prohibemur. A regióne étenim nostra supérbiendo, inobediendo, visibília sequéndo, cibum vétitum gustando discessimus: sed ad eam necesse est, ut flendo, obediendo, visibília contemnendo, atque appetítum carnis refrenando redeamus.

Lectio 8

Per aliam ergo viam ad regiónem nostram regrédimur: quóniam qui a paradisi gaudiis per delectaménta discessimus, ad hæc per laménta revocamur. Unde necesse est, fratres caríssimi, ut semper pávidi, semperque suspecti, ponámus ante óculos cordis, hinc culpas operis, illinc judícium extremæ districtiónis. Pensemus, quam districtus judex véniat, qui judícium minátur, et latet: terróres peccatóribus intentat, et tamen adhuc sústinet: et idcirco veníre citius differt, ut minus invéniat quod condemnet.

Lectio 9

Puniámus fletibus culpas, et cum Psalmistæ voce, præveniámus fáciem ejus in confessione. Voluptátum nos ergo fallacia nulla decipiat, nulla vana lætítia seducat. In próximo namque est judex, qui dixit: Væ vobis, qui ridetis nunc; quia lugébitis et flébitis. Hinc enim Sálomon ait: Risus dolori miscébitur: et, Extrema gaudii luctus óccupat. Hinc íterum dicit: Risum deputávi errórem, et gáudio dixi, Quid frustra decíperis? Hinc rursus ait: Cor sapiéntium ubi tristítia est: et cor stultórum ubi lætítia.


Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

I NOTTURNO

Lettura 1

Dalla Lettera ai Romani

Rom 13:1-4

Ogni anima sia sottomessa alle autorità superiori: perché non c'è autorità se non da Dio: e quelle che sono, sono state ordinate da Dio. Pertanto chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine di Dio. E quelli che si oppongono, si comprano la dannazione: perché i principi non son da temere per le opere buone, ma per le cattive. Vuoi tu non temere l'autorità? Fa il bene, ed essa ti loderà: perché essa è il ministro di Dio per il tuo bene.

Lettura 2, Rom 13:4-7

Ma se fai il male, temi: giacché non inutilmente porta la spada. Essa infatti è ministra di Dio: vendicatrice per punire chiunque fa il male. Perciò è necessario che siate sottomessi non solo per tema dell'ira, ma anche per la coscienza. Infatti per questo anche voi pagate i tributi: perché ci sono i ministri di Dio, che in questo appunto lo servono. Rendete dunque a tutti quel ch'è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi l'imposta, l'imposta; a chi il timore, il timore; a chi l'onore, l'onore.

Lettura 3, Rom 13:8-10

Non abbiate debiti con nessuno, se non quello di amarvi l'un l'altro: perché chi ama il prossimo, ha adempiuto la legge. Infatti il: Non commettere adulterio; Non ammazzare; Non rubare; Non fare falsa testimonianza; Non desiderare, e qualsiasi altro comandamento, si riassumono in questa formola: Ama il prossimo tuo come te stesso. L'amore non fa alcun male al prossimo. L'amore dunque è la piena osservanza della legge.

II NOTTURNO

Lettura 4

Sermone di san Leone Papa

Sermone 1 sull'Epifania

Celebrato il giorno beato in cui la Vergine purissima diede alla luce il Salvatore del genere umano, la veneranda solennità dell'Epifania ci porta ora, o dilettissimi, una continuazione di gioie: affinché queste due vicine solennità che ci rappresentano misteri di cui l'uno è come il seguito dell'altro, non lascino raffreddare la vivacità della nostra allegrezza e il fervore della nostra fede. Perché è in vista della salvezza di tutti gli uomini, che l'infanzia del mediatore fra Dio e gli uomini veniva già manifestata al mondo intero, allorquando era ancora rinchiusa in un piccolo villaggio.

Lettura 5

Sebbene infatti egli avesse scelto il popolo d'Israele e una sola famiglia di questo popolo per prendere la natura dell'intera umanità; non volle però che i primordi della sua nascita rimanessero nascosti negli stretti confini dell'abitazione materna: ma volle essere subito conosciuto da tutti, essendosi degnato di nascere per tutti. Pertanto una stella d'un chiarore affatto nuovo apparisce in Oriente a tre Magi, più splendente e più bella delle altre stelle, che attrasse facilmente a sé gli sguardi e l'attenzione dei riguardanti: così che si comprendesse subito che un'apparizione sì straordinaria doveva avere qualche significato.

Lettura 6

Pertanto colui che diede questo segno, aprì l'intelligenza di quelli che lo contemplavano: e ciò che fece comprendere, lo fece cercare, e, cercato, s'offrì ad essere trovato. I tre uomini si mettono in cammino sotto la scorta di questa luce celeste, e fissi gli occhi all'astro che li precede, ne seguono la strada ch'esso traccia loro, e sono condotti dallo splendore della grazia alla conoscenza della verità, essi che sotto l'impressione d'un sentimento suggerito dalla ragione umana, s'immaginarono che bisognava cercare nella città reale il Re neonato. Ma colui che aveva preso la forma di servo, ed era venuto non per giudicare, ma per essere giudicato, prescelse Betlemme per la sua nascita, Gerusalemme per la sua passione.

III NOTTURNO

Lettura 7

Lettura del santo Vangelo secondo Matteo

Matt 2:1-12

Essendo nato Gesù in Betlemme di Giuda al tempo del re Erode, ecco dei Magi d'Oriente arrivarono a Gerusalemme, chiedendo: Dov'è il Re dei Giudei ch'è nato? Eccetera.

Dall'Omelia di san Gregorio Papa

Omelia 10 sul Vangelo

I Magi ci dànno una lezione di grande importanza ritornando al loro paese per altra via. Obbedendo all'ordine ricevuto, essi ci fanno senza dubbio intendere quel che dobbiamo far noi. La nostra patria è il paradiso: ed ora che abbiamo conosciuto Gesù, ci è proibito di tornare per la via per cui siamo venuti. Noi ci siamo allontanati dalla patria nostra coll'insuperbire, disobbedire, amare le cose visibili e col gustare il frutto vietato: onde è necessario che torniamo ad essa piangendo, obbedendo, disprezzando le cose visibili e frenando gli appetiti della carne.

Lettura 8

Noi ritorniamo dunque al nostro paese per altra via: perché noi che ci siamo allontanati dalle gioie del paradiso in cerca di piaceri, possiamo ritornarvi coi gemiti. Onde è necessario, fratelli carissimi, che sempre timorosi e sempre cauti, teniamo davanti agli occhi del cuore, da una parte le nostre colpe, dall'altra il rigore dell'ultimo giudizio. Pensiamo con quanta severità verrà questo giudice, che ora ci minaccia di giudizio, ma rimane nascosto: che minaccia terrori ai peccatori, e tuttavia ancora li sopporta: e che non differisce di venire giudice, se non per trovare meno da condannare.

Lettura 9

Espiamo le nostre colpe con lacrime, e, secondo la voce del Salmista, «presentiamoci a lui colla confessione» Ps. 94,2. Non lasciamoci dunque sedurre né da voluttà fallaci, né da vane gioie. Giacché è vicino il giudice, che ha detto: «Guai a voi, che ora ridete; perché vi lamenterete e piangerete» Luc. 6,25. Onde Salomone dice: «Il riso sarà mescolato al dolore» Prov. 14,13; e: «In fondo alla gioia c'è il lutto» Eccli. 2,2. Quindi è che dice ancora: «Stimai errore il riso, e alla gioia ho detto: Perché ti vai inutilmente ingannando?». Perciò dice ancora: «Il cuore dei saggi sta dov'è la tristezza: e il cuore degli stolti dov'è l'allegria» Eccli. 7,5.


Ad Primam: il Martirologio del 10 Gennaio 2021.

Quarto Idus Januarii, luna vigesima sexta.

Come primo elogio si aggiunge: Festum sanctae Familiae Jesu, Mariae et Joseph etc.



Nel quarto giorno alle Idi di Gennaio, luna ventiseiesima.





Parti proprie della Messa (in latino)

INTROITUS

Ecce, advénit dominátor Dóminus: et regnum in manu ejus et potéstas et impérium. --- Deus, judícium tuum Regi da: et justítiam tuam Fílio Regis. --- Glória Patri --- Ecce, advénit dominátor Dóminus: et regnum in manu ejus et potéstas et impérium.

COLLECTAE

Orémus. Deus, qui hodiérna die Unigénitum tuum géntibus stella duce revelásti: concéde propítius; ut, qui jam te ex fide cognóvimus, usque ad contemplándam spéciem tuæ celsitúdinis perducámur. Per eúndem Dóminum nostrum Jesum Christum Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Deus, qui salútis ætérnæ, beátæ Maríæ virginitáte fecúnda, humáno géneri prǽmia præstitísti: tríbue, quǽsumus; ut ipsam pro nobis intercédere sentiámus, per quam merúimus auctórem vitæ suscípere, Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum.

Ecclésiæ tuæ, quæsumus, Dómine, preces placátus admítte: ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, secúra tibi sérviat libertáte. Per Dóminum nostrum Jesum Christum Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

EPISTOLA

Léctio Isaíæ Prophétæ

Is 60:1-6

Surge, illumináre, Jerúsalem: quia venit lumen tuum, et glória Dómini super te orta est. Quia ecce, ténebræ opérient terram et caligo pópulos: super te autem oriétur Dóminus, et glória ejus in te vidébitur. Et ambulábunt gentes in lúmine tuo, et reges in splendóre ortus tui. Leva in circúitu óculos tuos, et vide: omnes isti congregáti sunt, venérunt tibi: fílii tui de longe vénient, et fíliæ tuæ de látere surgent. Tunc vidébis et áfflues, mirábitur et dilatábitur cor tuum, quando convérsa fúerit ad te multitúdo maris, fortitúdo géntium vénerit tibi. Inundátio camelórum opériet te dromedárii Mádian et Epha: omnes de Saba vénient, aurum et thus deferéntes, et laudem Dómino annuntiántes.

GRADUALE

Omnes de Saba vénient, aurum et thus deferéntes, et laudem Dómino annuntiántes. Surge et illumináre, Jerúsalem: quia glória Dómini super te orta est.

ALLELUJA

Allelúja, allelúja. Vídimus stellam ejus in Oriénte, et vénimus cum munéribus adoráre Dóminum. Allelúja.

EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Matthǽum.

Matt 2:1-12

Cum natus esset Jesus in Béthlehem Juda in diébus Heródis regis, ecce, Magi ab Oriénte venerunt Jerosólymam, dicéntes: Ubi est, qui natus est rex Judæórum? Vidimus enim stellam ejus in Oriénte, et vénimus adoráre eum. Audiens autem Heródes rex, turbatus est, et omnis Jerosólyma cum illo. Et cóngregans omnes principes sacerdotum et scribas pópuli, sciscitabátur ab eis, ubi Christus nasceretur. At illi dixérunt ei: In Béthlehem Judæ: sic enim scriptum est per Prophétam: Et tu, Béthlehem terra Juda, nequaquam mínima es in princípibus Juda; ex te enim éxiet dux, qui regat pópulum meum Israël. Tunc Heródes, clam vocátis Magis, diligénter dídicit ab eis tempus stellæ, quæ appáruit eis: et mittens illos in Béthlehem, dixit: Ite, et interrogáte diligénter de púero: et cum invenéritis, renuntiáte mihi, ut et ego véniens adórem eum. Qui cum audíssent regem, abiérunt. Et ecce, stella, quam víderant in Oriénte, antecedébat eos, usque dum véniens staret supra, ubi erat Puer. Vidéntes autem stellam, gavísi sunt gáudio magno valde. Et intrántes domum, invenérunt Púerum cum María Matre ejus, hic genuflectitur et procidéntes adoravérunt eum. Et, apértis thesáuris suis, obtulérunt ei múnera, aurum, thus et myrrham. Et re sponso accépto in somnis, ne redírent ad Heródem, per aliam viam revérsi sunt in regiónem suam.

OFFERTORIUM

Orémus. Reges Tharsis, et ínsulæ múnera ófferent: reges Arabum et Saba dona addúcent: et adorábunt eum omnes reges terræ, omnes gentes sérvient ei.

SECRETAE

Ecclésiæ tuæ, quǽsumus, Dómine, dona propítius intuere: quibus non jam aurum, thus et myrrha profertur; sed quod eisdem munéribus declarátur, immolátur et súmitur, Jesus Christus, fílius tuus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Tua, Dómine, propitiatióne, et beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, ad perpétuam atque præséntem hæc oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem.

Prótege nos, Dómine, tuis mystériis serviéntes: ut, divínis rebus inhæréntes, et córpore tibi famulémur et mente. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

PRAEFATIO DE EPIPHANIA DOMINI

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubique grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Quia, cum Unigenitus tuus in substántia nostræ mortalitátis appáruit, nova nos immortalitátis suæ luce reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: (Sanctus)

COMMUNICANTES IN EPIPHANIA DOMINI ET PER OCTAVAM

Communicántes, et diem sacratíssimum celebrántes, quo Unigenitus tuus, in tua tecum glória coætérnus, in veritáte carnis nostræ visibíliter corporális appáruit: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósæ semper Vírginis Maríæ, Genetrícis ejúsdem Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréæ, Jacóbi, Joánnis, Thomæ, Jacóbi, Philíppi, Bartholomaei, Matthaei, Simónis et Thaddaei: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmæ et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuæ muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

COMMUNIO

Vídimus stellam ejus in Oriénte, et vénimus cum munéribus adoráre Dóminum.

POSTCOMMUNIO

Orémus. Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, quæ sollémni celebrámus officio, purificátæ mentis intellegéntia consequámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

Orémus. Hæc nos cómmunio, Dómine, purget a crímine: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, coeléstis remédii fáciat esse consórtes.

Quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, humánis non sinas subjacére perículis. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.


Traduzione italiana

INTROITO

Ecco, giunge il sovrano Signore: e ha nelle sue mani il regno, la potestà e l’impero. --- O Dio, concedi al re il tuo giudizio, e la tua giustizia al figlio del re.  --- Gloria --- Ecco, giunge il sovrano Signore: e ha nelle sue mani il regno, la potestà e l’impero.

COLLETTE

Preghiamo. O Dio, che oggi rivelasti alle genti il tuo Unigenito con la guida di una stella, concedi benigno che, dopo averti conosciuto mediante la fede, possiamo giungere a contemplare lo splendore della tua maestà. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. O Dio, che, mediante la verginità feconda della beata Maria, hai procurato al genere umano il premio dell'eterna salvezza, concedi, te ne preghiamo, di sentire l'intercessione di lei, per cui meritammo di ricevere l'autore della vita, nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio.

Accogli, placato, o Signore le preghiere della tua Chiesa perché, distrutte tutte le avversità e gli errori, ti serva in sicura libertà. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

EPISTOLA

Lettura del Profeta Isaia.

Is 60:1-6

Sorgi, o Gerusalemme, sii raggiante: poiché la tua luce è venuta, e la gloria del Signore è spuntata sopra di te. Mentre le tenebre si estendono sulla terra e le ombre sui popoli: ecco che su di te spunta l’aurora del Signore e in te si manifesta la sua gloria. Alla tua luce cammineranno le genti, e i re alla luce della tua aurora. Leva gli occhi e guarda intorno a te: tutti costoro si sono riuniti per venire a te: da lontano verranno i tuoi figli, e le tue figlie sorgeranno da ogni lato. Quando vedrai ciò sarai raggiante, il tuo cuore si dilaterà e si commuoverà: perché verso di te affluiranno i tesori del mare e a te verranno i beni dei popoli. Sarai inondata da una moltitudine di cammelli, dai dromedarii di Madian e di Efa: verranno tutti i Sabei portando oro e incenso, e celebreranno le lodi del Signore.

GRADUALE

Verranno tutti i Sabei portando oro e incenso, e celebreranno le lodi del Signore. Sorgi, o Gerusalemme, e sii raggiante: poiché la gloria del Signore è spuntata sopra di te.

ALLELUIA

Alleluia, alleluia. Vedemmo la sua stella in Oriente, e venimmo con doni per adorare il Signore. Alleluia.

VANGELO

Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo.

Matt 2:1-12

Nato Gesú, in Betlemme di Giuda, al tempo del re Erode, ecco arrivare dei Magi dall’Oriente, dicendo: Dov’è nato il Re dei Giudei? Abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo. Sentite tali cose, il re Erode si turbò, e con lui tutta Gerusalemme. E, adunati tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, voleva sapere da loro dove doveva nascere Cristo. E questi gli risposero: A Betlemme di Giuda, perché cosí è stato scritto dal Profeta: E tu Betlemme, terra di Giuda, non sei la minima tra i príncipi di Giuda: poiché da te uscirà il duce che reggerà il mio popolo Israele. Allora Erode, chiamati a sé di nascosto i Magi, si informò minutamente circa il tempo dell’apparizione della stella e, mandandoli a Betlemme, disse loro: Andate e cercate diligentemente il bambino, e quando l’avrete trovato fatemelo sapere, affinché io pure venga ad adorarlo. Quelli, udito il re, partirono: ed ecco che la stella che avevano già vista ad Oriente li precedeva, finché, arrivata sopra il luogo dov’era il bambino, si fermò. Veduta la stella, i Magi gioirono di grandissima gioia, ed entrati nella casa trovarono il bambino con Maria sua madre qui ci si inginocchia e prostratisi, lo adorarono. E aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non passare da Erode, tornarono al loro paese per un altra strada.

OFFERTORIO

Preghiamo. I re di Tharsis e le genti offriranno i doni: i re degli Arabi e di Saba gli porteranno regali: e l’adoreranno tutti i re della terra: e tutte le genti gli saranno soggette.

SECRETE

Guarda benigno, o Signore, Te ne preghiamo, alle offerte della tua Chiesa, con le quali non si offre piú oro, incenso e mirra, bensí Colui stesso che, mediante le medesime, è rappresentato, offerto e ricevuto: Gesú Cristo tuo Figlio e nostro Signore: Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Per tua misericordia, o Signore, e per l'intercessione della beata Maria sempre Vergine, quest'offerta giovi alla nostra prosperità e pace, nel presente e nell'eternità.

Proteggi, o Signore, noi che celebriamo i tuoi misteri, perché trattando le cose divine, ti serviamo col corpo e coll’anima. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

PREFAZIO DELL'EPIFANIA DEL SIGNORE

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Poiché quando il tuo Unigénito apparve nella nostra natura mortale, ci riparò con la luce nuova della sua immortalità. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine: (Sanctus).

COMMUNICANTES NELL'EPIFANIA DEL SIGNORE E PER L'OTTAVA

Uniti in una stessa comunione celebriamo il giorno santissimo nel quale il tuo Unigenito, a Te coeterno nella tua gloria, apparve con la stessa nostra carne visibilmente corporeo; e veneriamo anzitutto la memoria della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del medesimo nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e di quella dei tuoi beati Apostoli e Martiri: Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisógono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

COMUNIONE

Vedemmo la sua stella in Oriente, e venimmo con doni ad adorare il Signore.

POST-COMUNIONE

Preghiamo. Concedici, Te ne preghiamo, o Dio onnipotente, che i misteri oggi solennemente celebrati, li comprendiamo con l’intelligenza di uno spirito purificato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Preghiamo. Questa comunione, o Signore, ci purifichi dal peccato, e, per l'intercessione della beata Vergine Maria, Madre di Dio, ci renda partecipi del rimedio celeste.

Ti preghiamo, Signore Iddio nostro, perché Tu non permetta che soggiacciano a umani pericoli coloro cui hai concesso di godere delle divina partecipazione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

9 GENNAIO: QUARTO GIORNO NELL'OTTAVA DELL'EPIFANIA DI NOSTRO SIGNORE

Essendo spuntata la stella annunciata da Balaam, i tre Magi, il cui cuore era aperto all’attesa del Messia liberatore, hanno sentito immediatamente l’impulso d’amore che li porta verso di lui. Ricevono la notizia della felice venuta del Re dei Giudei in una maniera mistica e silenziosa, a differenza dei pastori di Betlemme, chiamati presso la mangiatoia dalla voce d’un Angelo. Ma il linguaggio muto della Stella era illustrato nei loro cuori dall’azione stessa del Padre celeste, che rivelava ad essi il suo Figliuolo. In ciò, la loro vocazione superò in dignità quella dei pastori, che secondo la disposizione divina nell’antica Legge, non conobbero nulla se non attraverso il mistero degli Angeli.

Ma, se la grazia celeste si rivolge direttamente ai loro cuori, si può anche dire che li trovò fedeli. I pastori vennero in fretta a Betlemme, ci dice san Luca. Mentre i Magi parlano a Erode, esprimono con non minore felicità la semplicità della loro premura: “Abbiamo visto la sua Stella – dicono – e siamo venuti per adorarlo”. Abramo, per la sua fedeltà nel seguire l’ordine che Dio gli dava di uscire dalla Caldea, terra dei suoi avi, e di recarsi in una regione a lui sconosciuta, meritò di diventare il Padre dei Credenti; i Magi, per la loro fede docile e non meno ammirevole, sono stati ritenuti degni di essere gli antenati della Chiesa dei Gentili.

Anch’essi uscivano dalla Caldea, secondo quanto ci riferiscono san Giustino e Tertulliano, o almeno qualcuno fra loro aveva questa terra come patria. Gli stessi autori, la cui testimonianza è rafforzata da altri Padri, portano l’Arabia come luogo di nascita dell’uno o dell’altro di questi pii viaggiatori. Una tradizione popolare accolta da alcuni secoli nell’iconografia cristiana, indica l’Etiopia come patria del terzo. Non si può negare per lo meno che David e i Profeti abbiano segnalato i neri abitanti dell’Africa fra coloro che dovevano presto diventare l’oggetto della predilezione divina. Con la qualifica di Magi, bisogna intendere la professione che esercitavano quei tre uomini, cioè lo studio dei moti astrali, e l’attenzione che ponevano nel cercare in cielo l’indizio del prossimo apparire della profetica Stella tanto sospirata, poiché erano del numero di quei Gentili timorati di Dio, come il Centurione Cornelio, che non si erano macchiati al contatto degli idoli, e conservavano in mezzo a tante tenebre le pure tradizioni di Abramo e dei Patriarchi.

Il Vangelo non dice che fossero re, ma la Chiesa non applica senza motivo ad essi i versetti in cui Davide parla dei Re d’Arabia e di Saba che giungono ai piedi del Messia con offerte d’oro. Questa tradizione è basata sulla testimonianza di sant’Ilario di Poitiers, di san Girolamo, del poeta Giovenco, di san Leone e di parecchi altri. Senza dubbio non dobbiamo raffigurarci i Magi come potenti il cui impero potesse paragonarsi, per estensione e importanza, con la potenza romana; ma sappiamo che la Scrittura attribuisce spesso il nome di re a piccoli principi o semplici governatori di province. Basta dunque che i Magi abbiano esercitato l’autorità sui popoli; e d’altronde, le premure che Erode si crede in dovere di usare verso degli stranieri che vengono fin dentro la sua corte ad annunciare la nascita d’un Re dei Giudei, al quale si mostrano così solleciti di rendere omaggio, indicano abbastanza chiaramente l’importanza di questi personaggi, come pure il turbamento nel quale il loro arrivo pone la città di Gerusalemme dimostra in modo evidente che la loro presenza era stata accompagnata da una esteriorità imponente.

Questi re docili lasciano dunque d’un tratto la loro patria, le loro ricchezze, il loro riposo, per seguire la Stella; la potenza di Dio che li aveva chiamati li riunisce in uno stesso viaggio come in una stessa fede. I pericoli del viaggio, le fatiche d’una strada di cui ignorano la fine, il timore di destare contro di sé i sospetti dell’Impero romano, nulla li fa indietreggiare.

La prima tappa è a Gerusalemme. È in questa città santa che presto sarà maledetta, che vengono, questi Gentili, ad annunciare Gesù Cristo, a proclamare la sua venuta. Con tutta la sicurezza e la calma degli Apostoli e dei Martiri, essi professano il loro fermo desiderio di andarlo ad adorare. Costringono Israele, depositano degli oracoli divini, a confessare uno dei principali caratteri del Messia, la sua nascita a Betlemme. Il Sacerdozio giudaico adempie, senza averne la cognizione, il suo sacro ministero; Erode si agita nel suo letto, e medita già progetti di strage. Ma è tempo per i Magi di lasciare la città infedele che ha già ricevuto, con la loro presenza, l’annuncio del suo ripudio. La Stella riappare nel cielo, e li sollecita a riprendere il cammino; ancora, pochi passi, e saranno a Betlemme, ai piedi del Re che son venuti a cercare.

* * *

Anche noi, o Emmanuele, anche noi ti seguiamo, e camminiamo alla tua luce, poiché tu hai detto nella Profezia del Discepolo prediletto: “Io sono la stella splendente e mattutina” (Ap 22,16). L’astro che guida i Magi non è che il simbolo di questa Stella immortale. Tu sei la Stella del Mattino, perché la tua nascita annuncia la fine delle tenebre, dell’errore e del peccato. Tu sei la Stella del mattino, perché, dopo aver subito la prova della morte e del sepolcro, uscirai d’un tratto dalle ombre, all’alba mattutina del giorno della tua gloriosa Risurrezione. Tu sei la Stella del mattino, perché ci annunci, con la tua nascita e con i misteri che la seguiranno, il giorno luminoso dell’eternità. Oh, che la tua luce sia sempre su di noi!

Che siamo sempre pronti a lasciare tutto, come i Magi, per seguirla! In mezzo a quali ombre non l’hai fatta risplendere, il giorno in cui ci hai chiamati alla tua grazia! Noi amavamo le tenebre, e tu ci hai fatto amare la luce. Conserva in noi questo amore della luce, o Cristo! Che il peccato, il quale è soltanto tenebre, non si accosti a noi! Che le cattive luci della falsa coscienza non vengano a sedurci! Allontana da noi l’accecamento di Gerusalemme e del suo re, per i quali la Stella non risplende; ma che questa ci guidi sempre, e ci conduca a te, nostro Re, nostra pace e nostro amore.

E salutiamo anche te, o Maria, Stella del mare, che risplendi sui marosi di questo mondo per calmarli, e per proteggere coloro che ti invocano nella tempesta. Tu fosti propizia ai Magi attraverso il deserto; guida anche i nostri passi, e portaci fino a Colui che riposa fra le tue braccia e ti illumina della sua luce eterna!

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