Festa dei Santi Vito, Modesto e Crescenza Martiri, Semplice, colore liturgico rosso.
Vige l'obbligo di recuperare la Messa della I Domenica dopo Pentecoste (colore liturgico verde), perpetuamente impedita dalla Festa della SS. Trinità.
Primi Vespri della Festa del Sacratissimo Corpo di Cristo, Doppio di I Classe con Ottava Privilegiata di II Ordine, colore liturgico bianco.
Qui per le peculiarità del Tempo dopo Pentecoste:
Al Breviario
All'Ufficio dei Santi Vito, Modesto e Crescenza:
Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di più Martiri. Le prime due Letture si prendono dal Proprio del Tempo al Mercoledì nella I Settimana dopo Pentecoste, la III Lezione e l'Orazione sono dal Proprio dei Santi al 15 Giugno.
Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi e le Preci Domenicali a Prima.
All'Ufficio del Corpus Domini:
Ai Vespri tutto dal Proprio del Tempo. Compieta della Domenica.
Le Antifone si raddoppiano, Suffragio e Preci si omettono. A partire da Compieta e fino a Nona del Giorno Ottavo del Corpus Domini la conclusione degli Inni delle Ore minori è quella delle Feste della Beata Vergine Maria <<Jesu tibi sit gloria qui natus es de Virgine>>.
Festa dei Santi Vito, Modesto e Crescenza Martiri, Semplice, colore liturgico rosso.
Primi Vespri della Festa del Sacratissimo Corpo di Cristo, Doppio di I Classe con Ottava, colore liturgico bianco.
All'Ufficio dei Santi Vito, Modesto e Crescenza:
A Mattutino: Invitatorio e Inno dal Comune di più Martiri, Antifone, Salmi e Versetto dal Salterio. Le prime due Letture si prendono dal Proprio del Tempo al Mercoledì nella I Settimana dopo Pentecoste, la III Lezione dal Proprio dei Santi al 15 Giugno.
A Lodi: tutto dal Comune con i Salmi domenicali, Orazione dal Proprio dei Santi.
A Prima: Antifona dal Proprio dei Santi, il resto dal Salterio con i Salmi festivi.
A Terza, Sesta, Nona: tutto dal Comune con i Salmi soliti e l'Orazione dal Proprio dei Santi.
Le Antifone non si raddoppiano, si dicono cinque Commemorazioni Comuni a Lodi (tutte meno quella della Croce) e le Preci Domenicali a Prima.
All'Ufficio del Corpus Domini:
Ai Vespri tutto dal Proprio del Tempo.
Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio e le Preci si omettono. A partire da questa Compieta e fino alla Compieta del Giorno Ottavo del Corpus Domini la conclusione degli Inni delle Ore minori è quella delle Feste della Beata Vergine Maria <<Jesu tibi sit gloria qui natus es de Virgine>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<Gloria tibi Domine qui natus es de Virgine cum Patre et Sancto Spirtu in sempiterna saecula>>.
Al Messale
Si deve celebrare la Messa della I Domenica dopo Pentecoste (che si trova subito dopo quella della SS. Trinità) con le seguenti variazioni:
- Il Gloria in excelsis e il Credo si omettono
- Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda è la commemorazione dei Santi Vito, Modesto e Crescenza (al 15 Giugno)
- La terza è Ad poscenda suffragia Sanctorum (A cunctis)
- Le altre ad libitum
- Prefazio Comune
- Benedicamus Domino
- Prologo di San Giovanni
Le Messe private possono però essere celebrate dei Santi Vito, Modesto e Crescenza (dal Proprio dei Santi al 15 Giugno) con la commemorazione della Domenica alle Orazioni e all'Ultimo Vangelo; tuttavia a causa della Domenica impedita le Messe Votive private e quelle quotidiane di Requiem oggi sono proibite, e per via delle due Ottave Privilegiate consecutive del Corpus Domini e del Sacro Cuore che cominceranno a partire da domani, non potranno essere celebrate prima del 4 Luglio.
Letture del Mattutino
AD NOCTURNUM
Lectio 1
1 Reg 2:12-14
Porro fílii Heli, fílii Bélial, nesciéntes Dóminum, neque offícium sacerdótum ad pópulum: sed quicúmque immolásset víctimam, veniébat puer sacerdótis, dum coqueréntur carnes, et habébat fuscínulam tridéntem in manu sua, et mittébat eam in lebétem, vel in caldáriam, aut in ollam, sive in cácabum: et omne quod levábat fuscínula, tollébat sacérdos sibi: sic faciébant univérso Israéli veniéntium in Silo.
Lectio 2, 1 Reg 2:15-17
Etiam ántequam adolérent ádipem, veniébat puer sacerdótis, et dicébat immolánti: Da mihi carnem, ut coquam sacerdóti: non enim accípiam a te carnem coctam, sed crudam. Dicebátque illi ímmolans: Incendátur primum iuxta morem hódie adeps, et tolle tibi quantumcúmque desíderat ánima tua. Qui respóndens aiébat ei: Nequáquam: nunc enim dabis, alióquin tollam vi. Erat ergo peccátum puerórum grande nimis coram Dómino: quia retrahébant hómines a sacrifício Dómini.
Lectio 3
Vitus admodum puer inscio patre baptizatus est: quod cum ille rescivisset, nihil prætermisit, quo filium a christiana religione removeret. Qua in voluntate permanentem, Valeriano judici verberibus castigandum tradidit. Sed nihilominus in sententia persistens, patri redditus est. Sed dum eum pater gravius punire cogitat, Vitus Angeli monitu, comitibus Modesto et Crescentia, ejus educatoribus, migrat in alienas terras: ibique eam sanctitatis laudem adeptus est, ut ejus fama ad Diocletianum perlata, ipsum imperator accerseret, ut filium suum a dæmone vexatum liberaret: Quo liberato, cum ei amplissimis præmiis ingratus imperator, ut deos coleret, persuadere non potuisset, una cum Modesto et Crescentia vinculis constrictum mittit in carcerem. Quos ubi constantiores esse comperit, demitti jubet in ingens vas liquato plumbo, ferventi resina ac pice plenum: in quo cum trium Hebræorum puerorum more divinos hymnos canerent, inde erepti leoni objiciuntur: qui prostérnens se, eorum pedes lambebat. Quare inflammatus ira imperator, quod multitudinem videbat miraculo commoveri, eos in catasta sterni jubet et ita cædi eorum membra, atque ossa divelli. Quo tempore tonitrua, fulgura, magnique terræmotus fuere, quibus templa deorum corruerunt, et multi oppressi sunt. Eorum reliquias Florentia nobilis femina, unguentis conditas, honorifice sepelivit.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
NOTTURNO UNICO
Lettura 1
Dal primo libro dei Re
1 Re 2:12-14
Ora i figli di Eli, erano dei figli di Belial, non conoscevano il Signore, né il dovere dei sacerdoti verso il popolo, perché quando uno immolava una vittima, veniva il servo del sacerdote mentre si cuocevano le carni con in mano un forchettone a tre punte, e lo metteva nel calderone o nella pentola o nella caldaia o nella marmitta, e tutto quello che il forchettone tirava su il sacerdote lo pigliava per sé. Così facevano con tutti gl'Israeliti che andavano a Silo.
Lettura 2, 1 Re 2:15-17
Similmente, prima che si bruciasse il grasso, veniva il servo del sacerdote e diceva a colui che faceva l'immolazione; Dammi della carne da far cuocere per il sacerdote; perché io non prenderò da te carne cotta, ma cruda. E colui che faceva l'immolazione gli diceva; Si faccia oggi prima bruciare il grasso secondo il costume, e poi prendine quanto l'anima tua desidera. Ma quello rispondeva: No; me ne devi dare adesso, altrimenti me la prenderò per forza. Il peccato dunque di quei giovani era troppo grande davanti al Signore, perché distoglievano la gente dal far sacrificio al Signore.
Lettura 3
Vito fu battezzato ancora fanciullo all'insaputa del padre; il quale appena lo seppe, non omise nulla per distaccare il figlio dalla religione cristiana. E siccome questi rimaneva inflessibile, lo consegnò al giudice Valeriano perché lo castigasse con batterlo. Ma persistendo egli sempre nella sua risoluzione, fu restituito al padre. Mentre il padre pensava di punirlo più severamente, Vito, avvertito da un Angelo, emigrò, in compagnia di Modesto e Crescenzia, suoi educatori, in terra straniera; dove raggiunse tale rinomanza di santità, che giuntane la1 fama a Diocleziano, questo imperatore lo fece chiamare, affinché gli liberasse il figlio da ossessione diabolica. Avvenuta la liberazione, l'ingrato imperatore non avendolo potuto persuadere colle più grandi ricompense a venerare gli dei, caricatolo di catene lo fece gettare in prigione insieme con Modesto e Crescenzia. Poi avendoli trovati ancor più inflessibili, comandò di gettarli in una enorme caldaia ripiena di piombo liquefatto, di resina e pece bollente; in cui cantando essi, come i tre fanciulli Ebrei, sacri inni, ne vennero tolti ed esposti ai leoni, i quali, accovacciatisi, si misero a lambirne i piedi. Quindi infuriato l'imperatore, perché vedeva la moltitudine commuoversi davanti al miracolo, ordinò che distesi su d'un cavalletto, fossero loro tagliate le membra e divelte le ossa. Nel frattempo ci furono tuoni, folgori, e gran terremoti, onde i templi degli dèi rovinarono e molti ne rimasero oppressi. Fiorenza, nobil dama, imbalsamò i loro resti e li seppellì onorevolmente.
Parti proprie della Messa