Sabato delle Quattro Tempora di Pentecoste, Semidoppio, colore liturgico rosso. Commemorazione di San Barnaba Apostolo. Giorno di digiuno e astinenza.
Con Nona terminano l'Ottava di Pentecoste, il Tempo Pasquale e la Pars Verna del Breviario. Coi Vespri incominciano il Tempo dopo Pentecoste e la Pars AEstiva del Breviario.
Primi Vespri della Festa della SS. Trinità, Doppio di I Classe, colore liturgico bianco. Commemorazione della I Domenica dopo Pentecoste.
Nota: quest'anno non si fa nulla di San Giovanni di San Facondo e dei Santi Basilide, Cirino, Nabore e Nazario.
Qui per le peculiarità del Tempo Pasquale:
Qui per le peculiarità del Tempo dopo Pentecoste:
Al Breviario
All'Ufficio delle Quattro Tempora di Pentecoste:
Tutto dal Proprio del Tempo come alla Festa di Pentecoste con i Salmi riportati a Mattutino e quelli domenicali da Lodi a Nona (a Prima come alle Feste). Letture del Mattutino coi Responsori, Antifona al Benedictus e Orazione proprie. Commemorazione dal Proprio dei Santi all'11 Giugno.
Le Antifone non si raddoppiano.
All'Ufficio della SS. Trinità:
Tutto dal Proprio del Tempo con i Salmi indicati. Compieta della Domenica.
Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio e le Preci si omettono.
Nota: chi, come me, prima di conservare il Breviario ha l'abitudine di lasciare i segnalibri pronti all'uso per quando sarà ripreso l'anno successivo, può preparare la parte primaverile nel modo seguente: il Salterio ai Vespri del Sabato, il Proprio del Tempo ai Primi Vespri della I Domenica di Quaresima, il Proprio dei Santi ai Primi Vespri di San Gabriele dell'Addolorata (che si celebra il 27 Febbraio), il Comune dei Santi ai Primi Vespri del Comune di un Confessore non Pontefice.
Sabato delle Quattro Tempora di Pentecoste, Semidoppio, colore liturgico rosso. Commemorazione di San Barnaba Apostolo. Giorno di digiuno e astinenza.
Con Nona terminano l'Ottava di Pentecoste, il Tempo Pasquale e la Pars Verna del Breviario. Coi Vespri incominciano il Tempo dopo Pentecoste e la Pars AEstiva del Breviario.
Primi Vespri della Festa della SS. Trinità, Doppio di I Classe, colore liturgico bianco. Commemorazione della I Domenica dopo Pentecoste.
Nota: quest'anno non si fa nulla di San Giovanni di San Facondo e dei Santi Basilide, Cirino, Nabore e Nazario.
Tutto come sopra, ovviamente con le solite differenze quanto ai Salmi di Lodi e Compieta.
La disposizione dei segnalibri della parte invernale del Breviario in vista della Quaresima 2023 può essere lasciata come sopra, inoltre possono essere predisposti dei segnalibri all'Ufficio dei Defunti e ai Salmi Graduali, dato che entrambi ricorrono Mercoledì 1° Marzo.
Liturgia del giorno nel Rito Ambrosiano a cura di Stefano Terenghi
Solennità di II classe di San Barnaba Apostolo, colore liturgico rosso.
Tutto di San Barnaba con commemorazione dell’ottava di Pentecoste nelle sole Lodi e Sante Messe.
[Quattro tempora]; giorno di digiuno.
Secondi Vespri di San Barnaba (c.l. Rosso) con commemorazione dell’Ottava di Pentecoste e della Santissima Trinità.
Stazione al Tempio Metropolitano.
TERMINA IL PERIODO PASQUALE, come rito e liturgia.
Al Messale
Messa del Sabato delle Quattro Tempora di Pentecoste:
- Dopo il Kyrie si dicono cinque Orazioni, Profezie e Alleluia; al quarto Alleluia ci si inginocchia al Versetto Veni Sancte Spiritus
- Gloria in excelsis
- Si dicono due Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda è la commemorazione di San Banaba (all'11 Giugno)
- Dopo l'Epistola si dicono il Tratto e la Sequenza Veni Sancte Spiritus
- Credo
- Prefazio dello Spirito Santo
- Communicantes e Hanc Igitur di Pentecoste
- Ite Missa est
- Prologo di San Giovanni
Letture del Mattutino
AD NOCTURNUM
Lectio 1
Léctio sancti Evangélii secúndum Lucam
Luc 4:38-44
In illo témpore: Surgens Jesus de synagóga, introívit in domum Simónis. Socrus autem Simónis tenebátur magnis fébribus. Et réliqua.
Homilía sancti Ambrósii Epíscopi
Liber 4 in cap. 4 Lucæ, circa finem
Vide cleméntiam Dómini Salvatóris: nec indignatióne commótus nec scélere offénsus, nec injúria violátus Judǽam déserit: quin étiam ímmemor injúriæ, memor cleméntiæ, nunc docéndo, nunc liberándo, nunc sanándo, infídæ plebis corda demúlcet. Et bene sanctus Lucas virum ab spíritu nequítiæ liberátum ante præmísit, et subdit féminæ sanitátem. Utrúmque enim sexum Dóminus curatúrus advénerat: sed prior sanári débuit, qui prior creátus est; nec prætermítti illa, quæ mobilitáte magis ánimi, quam pravitáte peccáverat.
Lectio 2
Sábbato medicínæ Domínicæ ópera cœpta signíficat, ut inde nova creatúra cœ́perit, ubi vetus creatúra ante desívit: nec sub lege esse Dei Fílium, sed supra legem in ipso princípio designáret: nec solvi legem, sed impléri. Neque enim per legem, sed verbo factus est mundus, sicut légimus: Verbo Dómini cæli firmáti sunt. Non sólvitur ergo lex, sed implétur: ut fiat renovátio hóminis jam labéntis. Unde et Apóstolus ait: Exspoliántes vos véterem hóminem, indúite novum, qui secúndum Deum creátus est.
Lectio 3
Et bene sábbato cœpit, ut ipsum se osténderet Creatórem, qui ópera opéribus intéxeret, et prosequerétur opus, quod ipse jam cœ́perat: ut si domum faber renováre dispónat, non a fundaméntis, sed a culmínibus íncipit sólvere vetustátem. Itaque ibi prius manum ádmovet, ubi ante desíerat: deínde a minóribus íncipit, ut ad majóra pervéniat. Liberáre a dǽmone et hómines, sed in verbo Dei possunt: resurrectiónem mórtuis imperáre, divínæ solíus est potestátis. Fortássis étiam in typo mulíeris illíus socrus Simónis et Andréæ, váriis críminum fébribus caro nostra languébat, et diversárum cupiditátum immódicis æstuábat illécebris. Nec minórem febrem amóris esse díxerim, quam calóris. Itaque illa ánimum, hæc corpus inflámmat. Febris enim nostra, avarítia est: febris nostra, libído est: febris nostra, luxúria est: febris nostra, ambítio est: febris nostra, iracúndia est.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
NOTTURNO UNICO
Lettura 1
Lettura del santo Vangelo secondo Luca
Luc 4:38-44
In quell'occasione: Gesù uscito dalla sinagoga, entrò in casa di Simone. Or la suocera di Simone era stata presa da gran febbre. Eccetera.
Omelia di sant'Ambrogio Vescovo
Libro 4 al capo 4 di Luca, verso la fine
Guarda la clemenza del Signore Salvatore: né mosso a sdegno, né offeso dalla grave ingratitudine, né ferito dalla loro ingiustizia, abbandona la Giudea: anzi dimentico dell'ingiuria, memore solo della clemenza, cerca di guadagnare dolcemente i cuori di questo popolo infedele, ora istruendo, ora liberandone (gl'indemoniati), ora guarendone (i malati). E con ragione san Luca parla prima d'un uomo liberato dallo spirito malvagio, e poi racconta la guarigione d'una donna. Perché il Signore era venuto per guarire l'uno e l'altro sesso: ma prima doveva guarire quello che fu creato prima; e non bisognava omettere (di guarire) quella che aveva peccato più per leggerezza d'animo che per malvagità.
Lettura 2
L'aver il Signore cominciato a operare le due guarigioni di sabato significa ch'egli voleva cominciare la creazione del nuovo uomo lo stesso giorno che terminò l'antica creazione: e mostra fin da principio che il Figlio di Dio non è soggetto alla legge, ma è al disopra della legge: e ch'egli non aboliva la legge, ma la compiva. Infatti il mondo non è stato fatto per mezzo della legge, ma del verbo, siccome leggiamo: «Dal Verbo del Signore sono stati fatti i cieli» Ps. 32, 6. La legge dunque non viene abolita, ma si completa: così che si rinnovi l'umanità decaduta. Onde anche l'Apostolo dice: «Spogliandovi dell'uomo vecchio, rivestitevi del nuovo che è stato creato secondo Dio» Coloss. 3, 9.
Lettura 3
E bene a proposito cominciò (le sue guarigioni) di sabato, per mostrare ch'egli è il Creatore che ordina e concatena le opere sue, e continua qui l'opera ch'egli stesso aveva già incominciata: come un architetto, che, disponendosi a rinnovare una casa, comincia a demolire il vecchio non dalle fondamenta, ma dall'alto. Così egli mette mano prima là (cioè il giorno) dove aveva lasciato: quindi comincia dalle cose minori per giungere alle maggiori. Liberare dal demonio lo possono anche gli uomini, ma in nome di Dio: comandare ai morti di risorgere appartiene solo alla potenza divina. Forse anche questa donna, suocera di Simone e di Andrea, era la figura della nostra carne, che languisce per le varie febbri delle sue colpe, consumata dai desideri smodati delle sue diverse passioni. Direi anzi che un affetto (disordinato) non è minore febbre di quella che fa sentire il calore (nel corpo). L'una brucia l'anima, l'altra il corpo. Infatti nostra febbre è l'avarizia: nostra febbre è la cupidigia: nostra febbre è la lussuria: nostra febbre è l'ambizione: nostra febbre è l'iracondia.
Ad Primam: il Martirologio del 12 Giugno 2022
Parti proprie della Messa