Mercoledì delle Quattro Tempora di Pentecoste, Semidoppio, colore liturgico rosso. Giorno di digiuno e astinenza.
Ai Vespri commemorazione dei Santi Primo e Feliciano Martiri.
Qui per le peculiarità del Tempo Pasquale:
Al Breviario
Tutto dal Proprio del Tempo come alla Festa di Pentecoste con i Salmi riportati a Mattutino e quelli domenicali da Lodi a Compieta (a Prima come alle Feste). Letture del Mattutino coi Responsori, Antifone al Benedictus e al Magnificat e Orazione proprie. Ai Vespri commemorazione dal Proprio dei Santi al 9 Giugno.
Le Antifone si raddoppiano.
Mercoledì delle Quattro Tempora di Pentecoste, Semidoppio, colore liturgico rosso. Giorno di digiuno e astinenza.
Tutto come sopra, ovviamente con le solite differenze quanto ai Salmi di Lodi e Compieta.
Liturgia del giorno nel Rito Ambrosiano a cura di Stefano Terenghi
Ottava della Solennità di Pentecoste, Solennità del Signore, colore liturgico rosso.
[Quattro tempora]; giorno di digiuno.
Oggi e per tutta l’Ottava:
1) Communitantes e Hanc igitur proprio
2) In tutte le chiese dove si celebrano almeno due Messe, si segue il seguente schema:
a) la prima Santa Messa è quella “in Ecclesia hyemali pro baptizatis” senza Gloria ma con Credo.
b) le altre Messe sono quelle del giorno.
Vespri dell’Ottava di Pentecoste (c.l. Rosso) con commemorazione dei Santi Primo e Feliciano seguenti.
Nell’Ottava di Pentecoste sono proibite le Messe da Requiem anche solenni, non presente cadavere.
Stazione a Santa Maria del suffragio.
Al Messale
Messa del Mercoledì delle Quattro Tempora di Pentecoste:
- Dopo il Kyrie si dicono l'Orazione Mentes nostras, la Profezia e l'Alleluia
- Gloria in excelsis
- Si dicono due Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda Contra persecutores Ecclesiae oppure Pro Papa
- All'Alleluia si dice solo il Versetto Veni Sancte Spiritus, nel quale ci si genuflette. Segue l'omonima Sequenza
- Credo
- Prefazio dello Spirito Santo
- Communicantes e Hanc Igitur di Pentecoste
- Ite Missa est
- Prologo di San Giovanni
Letture del Mattutino
AD NOCTURNUM
Lectio 1
Léctio sancti Evangélii secúndum Joánnem
Joann 6:44-52
In illo témpore: Dixit Jesus turbis Judæórum: Nemo potest veníre ad me, nisi Pater, qui misit me, tráxerit eum. Et réliqua.
Homilía sancti Augustíni Epíscopi
Tract. 26 in Joann., post init.
Noli cogitáre te invítum trahi: tráhitur ánimus et amóre. Nec timére debémus, ne ab homínibus, qui verba perpéndunt, et a rebus máxime divínis intellegéndis longe remóti sunt, in hoc Scripturárum sanctárum evangélico verbo fórsitan reprehendámur, et dicátur nobis: Quómodo voluntáte credo, si trahor? Ego dico: Parum est voluntáte: étiam voluptáte tráheris. Quid est, trahi voluptáte? Delectáre in Dómino: et dabit tibi petitiónes cordis tui. Est quædam volúptas cordis, cui panis dulcis est ille cæléstis. Porro si poétæ dícere lícuit: Trahit sua quemque volúptas: non necéssitas, sed volúptas; non obligátio, sed delectátio: quanto fórtius nos dícere debémus, trahi hóminem ad Christum, qui delectátur veritáte, delectátur beatitúdine, delectátur justítia, delectátur sempitérna vita, quod totum Christus est? An vero habent córporis sensus voluptátes suas, et ánimus deséritur a voluptátibus suis? Si ánimus non habet voluptátes suas, unde dícitur: Fílii autem hóminum sub tégmine alárum tuárum sperábunt: inebriabúntur ab ubertáte domus tuæ, et torrénte voluptátis tuæ potábis eos. Quóniam apud te est fons vitæ: et in lúmine tuo vidébimus lumen.
Lectio 2
Da amántem, et sentit quod dico: da desiderántem, da esuriéntem, da in ista solitúdine peregrinántem, atque sitiéntem, et fontem ætérnæ pátriæ suspirántem: da talem, et scit quid dicam. Si autem frígido loquor, nescit, quid loquor. Tales erant isti, qui ínvicem murmurábant. Pater, inquit, quem tráxerit, venit ad me. Quid est autem, Pater quem tráxerit, cum ipse Christus trahat? Quare vóluit dícere, Pater quem tráxerit? Si trahéndi sumus, ab illo trahámur, cui dicit quædam, quæ díligit: Post odórem unguentórum tuórum currémus. Sed quid intéllegi vóluit, advertámus fratres, et, quantum póssumus, capiámus. Trahit Pater ad Fílium eos, qui proptérea credunt in Fílium, quia eum cógitant Patrem habére Deum. Deus enim Pater æquálem sibi génuit Fílium; et qui cógitat, atque in fide sua sentit et rúminat, æquálem esse Patri eum, in quem credit, ipsum trahit Pater ad Fílium.
Lectio 3
Aríus crédidit creatúram, non eum traxit Pater; quia non consíderat Patrem, qui Fílium non credit æquálem. Quid dicis, o Ari? quid dicis, hærétice? quid loquéris? Quid est Christus? Non, inquit, Deus verus, sed quem fecit Deus verus. Non te traxit Pater; non enim intellexísti Patrem, cujus Fílium negas. Aliud cógitas, non est ipse Fílius: nec a Patre tráheris, nec ad Fílium tráheris. Aliud est enim Fílius, áliud quod tu dicis. Photínus dicit: Homo solum est Christus, non est et Deus. Qui sic credit, non Pater eum traxit. Quem traxit Pater? Illum qui dicit: Tu es Christus Fílius Dei vivi. Ramum víridem osténdis ovi, et trahis illam. Nuces púero demonstrántur, et tráhitur: et quod currit, tráhitur, amándo tráhitur, sine læsióne córporis tráhitur, cordis vínculo tráhitur. Si ergo ista, quæ inter delícias et voluptátes terrénas revelántur amántibus, trahunt, quóniam verum est, Trahit sua quemque volúptas; non trahit revelátus Christus a Patre? Quid enim fórtius desíderat ánima, quam veritátem?
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
NOTTURNO UNICO
Lettura 1
Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni
Giov 6:44-52
In quell'occasione: Gesù disse alle turbe dei Giudei: Nessuno può venire a me, se non lo attiri il Padre che mi ha mandato. Eccetera.
Omelia di sant'Agostino Vescovo
Trattato 26 su Giovanni, dopo il principio
Non t'immaginare d'essere attirato nolente: l'anima è attirata anche dall'amore. E non dobbiamo temere d'essere ripresi forse, intorno a questa parola evangelica delle sacre Scritture, da uomini che pesano eccessivamente le parole e son lontani dal comprendere le cose, soprattutto quelle di Dio, e che ci si dica: Come credo volontariamente, se sono attirato? Ma io rispondo: È poco dire dalla volontà: tu sei attirato anche dal piacere. Che significa essere attirato dal piacere? «Metti le tue delizie nel Signore, ed egli ti darà quanto il tuo cuore domanda» Ps. 36, 4. C'è un certo piacere per il cuore, cui è dolce questo pane celeste. Ora se un poeta poté dire: «Ognuno è attirato dal proprio piacere» Virg. Egl. 2: non dalla necessità, ma dal piacere, non dal dovere, ma dal diletto: con quanta più ragione noi dobbiamo dire d'essere attirato a Cristo chi pone le sue delizie nella verità, nella beatitudine, nella giustizia, nella vita eterna, ché Cristo è tutto questo? O forse che i sensi del corpo hanno i loro piaceri, e l'anima ne sarà priva? Se l'anima non ha i suoi piaceri, come mai è detto: «Ma i figli degli uomini spereranno all'ombra delle tue ali: saranno inebriati dall'ubertà della tua casa, e li disseterai al torrente delle tue delizie. Perché presso di te è la sorgente della vita, e nel lume tuo vedremo la luce» Ps. 35, 8
Lettura 2
Dammi uno che ama, e comprenderà ciò che dico: dammi uno che brama, che ha fame, che si riguarda come esule in questo deserto, che ha sete del cielo e sospira alla sorgente dell'eterna patria: dammi uomo siffatto, e comprenderà quel che dico. Se invece parlo a uno ch'è freddo, non capisce punto ciò che dico. Tali erano i Giudei che mormoravano fra loro. «Chi attira il Padre, dice il Signore, viene a me». Ma che significa: «Chi attira il Padre» Joann. 6, 44, mentre è lo stesso Cristo che attira? Perché ha voluto dire: «Chi attira il Padre»? Se dobbiamo essere attirati, siamolo da colui al quale un'anima amante dice: «Noi corriamo dietro all'odore dei tuoi profumi» Cant. 1, 3. Consideriamo attentamente, fratelli, quel che ha voluto dirci, e comprendiamolo per quanto ne è dato. Il Padre attira al Figlio quelli che credono nel Figlio, perché sono persuasi ch'egli ha Dio per Padre. Dio Padre, infatti, ha generato un Figlio eguale a sé; e chi pensa che colui al quale crede è uguale al Padre, e sente nella sua fede e medita questa verità, il Padre l'attira al Figlio.
Lettura 3
Ario lo credé creatura, non lo attirò già il Padre; perché non considera il Padre, chi non crede il Figlio a lui uguale. Che dici, o Ario? che dici, o eretico? che linguaggio tieni tu? Che cosa è Cristo? Egli non è già il Dio vero, dici tu, ma esso è stato fatto dal vero Dio. Non ti attirò il Padre; perché non hai compreso il Padre, di cui neghi il. Figlio. Ciò che pensi di lui, non è il Figlio: tu non sei attirato dal Padre, né sei attirato al Figlio. Perché altro è il Figlio, altro quello che tu dici. Fotino dice: Cristo non è che un uomo, egli non è anche Dio. Chi la pensa così, non lo attirò il Padre. Chi attirò il Padre? Colui che dice: «Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivo» Matth. 16, 16. Tu mostri a una pecora un ramo verde, e l'attiri. Si mostrano delle noci a un fanciullo, e si attira: e siccome egli corre, è attirato perché l'ama, è attirato senza alcuna violenza esteriore, è attirato dal legame del cuore. Se dunque queste cose, che le delizie e i piaceri terreni rivelano agli amanti, esercitano su di essi una vera potenza di attrazione, essendo vero che: «Ciascuno è attirato dal proprio piacere» Virg. Egl. 2, non attirerà Cristo rivelatoci dal Padre? Invero che desidera l'anima più ardentemente, che la verità?
Ad Primam: il Martirologio del 9 Giugno 2022
Parti proprie della Messa