Festa di San Marco Evangelista, Doppio di II Classe, colore liturgico rosso. Commemorazione della III Domenica dopo Pasqua. Coloro che sono tenuti al Breviario e non assistono alla Messa delle Litanie Maggiori con la Processione, devono recitare le Litanie dei Santi (senza Salmi Penitenziali) al termine delle Lodi, che in tal caso si concludono col Benedicamus Domino omesso Fidelium animae. Le Litanie non possono essere anticipate al giorno precedente nemmeno se nella recita privata si anticipano le Lodi; allora si recitano a parte.
Oggi ricorrono tre Messe:
- La Messa di San Marco si canta dopo Terza, ed è l'unica Messa laddove non si fa la Processione delle Litanie Maggiori. Colore liturgico rosso.
- La Messa Exaudivit delle Litanie Maggiori e Minori (che nel Messale si trova dopo la V Domenica dopo Pasqua) si celebra obbligatoriamente laddove si fa la Processione, anche se fosse l'unica Messa. In coro si canta dopo Nona. Colore liturgico violaceo. Da notare che il rito della Processione non si trova nel Messale ma nel Rituale.
- È possibile celebrare la Messa (non Conventuale) della Solennità di San Giuseppe Patrono della Chiesa Universale, essendone la Festa fissata alla III Domenica dopo Pasqua prima del 1913 (cfr. AAS del 1916 pag. 74, Dubia espressi alla Sacra Congregazione dei Riti e da essa risolti il 12 Febbraio 1916). Essa può essere celebrata anche come unica Messa al posto di quella di San Marco, ricordo, se non si fa la Processione delle Litanie Maggiori. Colore liturgico bianco.
Ai Vespri commemorazioni dei Santi Cleto e Marcellino Papi e Martiri, e della Domenica.
Qui per le peculiarità del Tempo Pasquale:
Al Breviario
Tutto dal Comune degli Apostoli nel Tempo Pasquale con i Salmi indicati a Mattutino e Vespri, quelli Festivi da Lodi a Nona (a Prima come alle Feste). Letture del I Notturno e prime due Letture del III Notturno dal Comune degli Evangelisti nel Tempo Pasquale, Letture del II Notturno e Orazione dal Proprio dei Santi (al 25 Aprile), la IX Lezione è la VII della III Domenica dopo Pasqua (dal Proprio del Tempo). Commemorazione della Domenica a Lodi e Vespri dal Proprio del Tempo, commemorazione dei Santi Marcellino e Cleto dal Proprio dei Santi (al 26 Aprile). Compieta della Domenica.
Le Antifone si raddoppiano, la Commemorazione della Croce e le Preci si omettono.
Al Messale
1) Per chi celebra la Messa di San Marco (come al 25 Aprile):
- Vidi Aquam (se è la Messa principale o l'unica)
- Gloria in excelsis
- Tre Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda della III Domenica dopo Pasqua
- La terza è delle Litanie Maggiori (si trova nella stessa Messa di San Marco, ma è proibita nella Messa Conventuale cantata se in seguitò si celebrerà la Messa Exaudivit con la Processione)
- Credo
- Prefazio degli Apostoli
- Ite Missa est
- Come Ultimo Vangelo si dice quello della Messa della III Domenica dopo Pasqua
2) Per chi celebra la Messa delle Litanie Maggiori:
Il Sacerdote indossa cotta, amitto, alba, cingolo, stola e piviale violacei; se vi sono Diacono e Suddiacono mettono dalmatica e tunicella violacee; se vi sono Chierici o chierichetti, fanno da accoliti e da crocifero. Dopo una breve preghiera il coro, o in sua assenza lo stesso celebrante, canta l'Antifona Exurge Domine e una volta tutti genuflessi comincia le Litanie dei Santi. Solo in questa cerimonia le Litanie si raddoppiano, nella recita privata non occorre farlo. Dopo aver ripetuto Sancta Maria ora pro nobis tutti si alzano e si comincia a formare la Processione. Se questa fosse particolarmente lunga, si possono ripetere le Litanie a partire da Sancta Maria, o si possono aggiungere i Salmi Graduali e Penitenziali, ma non Inni di genere festivo; le Orazioni con cui terminano le Litanie non possono essere dette mentre si cammina. Inoltre è consuetudine delle chiese di campagna fare, durante questa Processione e quelle delle Rogazioni, la Benedizione dei campi o dei monti o dei pascoli. Se si fa stazione presso una o più chiese, si interrompono le Litanie o i Salmi, la Processione viene ricevuta dal Clero locale, ci si inginocchia in silenzio (il celebrante, diacono e suddiacono sui gradini dell'Altare), dopodiché il coro o se non ve n'è il celebrante intona un'Antifona o Responsorio in onore del Titolare della chiesa, coi Versetti e l'Orazione A Cunctis; poi la Processione riprende. Nella chiesa in cui essa termina, la Processione viene ricevuta dal Clero, allorché il rettore o Parroco, in cotta ma senza stola, asperge quelli che entrano e consegna l'aspersorio al celebrante che lo tocca e si segna. Gli accoliti posano i ceri e il crocifero la croce, tutti si inginocchiano e si terminano le Litanie col Pater, il Salmo 69, i Versetti e le Orazioni, in seguito si celebra la Messa. Altrimenti, se si deve tornare alla Chiesa di partenza, questa stazione si fa come le altre, aggiungendo un'Antifona, Versetto e Orazione alla Santa Vergine prima di quelle del Titolare, e la conclusione delle Litanie si fa appena tornati alla chiesa da cui si è partiti.
Se Messa non è l'unica che si celebra, non si tiene conto dell'Ufficio del giorno. Se nelle chiese Cattedrali o Conventuali è l'unica Messa Conventuale, o se nelle altre chiese è comunque l'unica Messa, si commemora l'Ufficio del giorno. Il cero pasquale non viene acceso.
- Vidi Aquam (se è la Messa principale o l'unica)
- Il Gloria e il Credo si omettono
- Tre Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda:
- Se questa Messa è l'unica che viene celebrata: commemorazione di San Marco
- Se si celebrano altre Messe: Orazione di S. Maria: Concede
- La terza:
- Se è l'unica Messa: commemorazione della III Domenica dopo Pasqua
- Se si celebrano altre Messe: Contro i persecutori della Chiesa: Ecclesiae tuae; oppure Per il Papa: Deus omnium Fidelium.
- Prefazio Pasquale (In hoc potissimum die)
- Benedicamus Domino
- Ultimo Vangelo:
- Se è l'Unica Messa: Vangelo della Messa della Domenica
- Se si celebrano altre Messe: Prologo di San Giovanni
Bibliografia per la celebrazione della Processione e Messa delle Litanie Maggiori:
- Rubriche della Messa Conventuale delle Litanie Maggiori: L. Stercky, Manuel de liturgie et cérémonial selon le Rit Romain, Paris, Lecoffre 1935, Tomo I, pag. 401-402.
- Cerimonie della Processione e della Messa celebrate a norma del Missale Romanum e del Rituale Romanum: L. Stercky, Manuel de liturgie et cérémonial selon le Rit Romain, Paris, Lecoffre 1935, Tomo II, pag. 350-359.
- Cerimonie della Processione e della Messa celebrate pontificalmente, a norma del Caeremoniale Episcoporum: L. Stercky, Les Fonctions Pontificales selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1932, Tomo II, pag. 249-256.
3) Per chi celebra la Solennità del Patrocinio di San Giuseppe (Messa come il giorno della Festa):
- Vidi Aquam (se è la Messa principale o l'unica)
- Gloria in excelsis
- Quattro Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda della commemorazione di San Marco
- La terza della commemorazione della Domenica
- La quarta delle Litanie Maggiori
- Credo
- Prefazio di San Giuseppe (Et te in Festivitate)
- Ite Missa est
- Come Ultimo Vangelo si dice quello della Messa della Domenica
Letture del Mattutino (in latino)
AD I NOCTURNUM
Lectio 1
Incipit liber Ezechiélis Prophétæ
Ezech 1:1-4
Et factum est in trigésimo anno, in quarto, in quinta mensis, cum essem in médio captivórum juxta flúvium Chobar, apérti sunt cæli, et vidi visiónes Dei. In quinta mensis, ipse est annus quintus transmigratiónis regis Jóachim, factum est verbum Dómini ad Ezechiélem fílium Buzi sacerdótem, in terra Chaldæórum, secus flumen Chobar: et facta est super eum ibi manus Dómini. Et vidi, et ecce ventus túrbinis veniébat ab Aquilóne, et nubes magna, et ignis invólvens, et splendor in circúitu ejus: et de médio ejus, quasi spécies eléctri, id est, de médio ignis:
Lectio 2, Ezech 1:5-9
Et in médio ejus similitúdo quátuor animálium, et hic aspéctus eórum, similitúdo hóminis in eis. Quátuor fácies uni, et quátuor pennæ uni. Pedes eórum, pedes recti, et planta pedis eórum quasi planta pedis vítuli: et scintíllæ quasi aspéctus æris candéntis. Et manus hóminis sub pennis eórum, in quátuor pártibus: et fácies et pennas per quátuor partes habébant, junctǽque erant pennæ eórum altérius ad álterum. Non revertebántur cum incéderent, sed unumquódque ante fáciem suam gradiebátur.
Lectio 3, Ezech 1:10-12
Similitúdo autem vultus eórum, fácies hóminis et fácies leónis a dextris ipsórum quátuor, fácies autem bovis a sinístris ipsórum quátuor, et fácies áquilæ désuper ipsórum quátuor. Fácies eórum et pennæ eórum exténtæ désuper: duæ pennæ singulórum jungebántur, et duæ tegébant córpora eórum: et unumquódque eórum coram fácie sua ambulábat: ubi erat ímpetus spíritus, illuc gradiebántur, nec revertebántur cum ambulárent.
AD II NOCTURNUM
Lectio 4
Ex libro sancti Hierónymi Presbýteri de Scriptóribus ecclesiásticis
Cap. 8
Marcus, discípulus et intérpres Petri, juxta quod Petrum referéntem audíerat, rogátus Romæ a frátribus, breve scripsit Evangélium. Quod cum Petrus audísset, et probávit, et Ecclésiæ legéndum sua auctoritáte dedit. Assúmpto itaque Evangélio quod ipse confécerat, perréxit in Ægýptum, et primus Alexandríæ Christum annúntians, constítuit ecclésiam tanta doctrína et vitæ continéntia, ut omnes sectatóres Christi ad exémplum sui cógeret.
Lectio 5
Dénique Philo, disertíssimus Judæórum, videns Alexandríæ primam ecclésiam adhuc judaizántem, quasi in laudem gentis suæ, librum super eórum conversatióne scripsit. Et quómodo Lucas narrat Jerosólymæ credéntes ómnia hábuisse commúnia: sic et ille, quod Alexandríæ sub Marco fíeri doctóre cernébat, memóriæ trádidit. Mórtuus est autem octávo Nerónis anno, et sepúltus Alexandríæ, succedénte sibi Aniáno.
Lectio 6
De Expositióne sancti Gregórii Papæ super Ezechiélem Prophétam
Homilia 3, Lib. 1
Sancta quátuor animália, quæ prophetíæ spíritu futúra prævidéntur, subtíli narratióne describúntur, cum dícitur: Quátuor fácies uni, et quátuor pennæ uni. Quid per fáciem, nisi notítia; et quid per pennas, nisi volátus exprímitur? Per fáciem quippe unusquísque cognóscitur: per pennas vero in altum ávium córpora sublevántur. Fácies ítaque ad fidem pértinet, penna ad contemplatiónem. Per fidem namque ab omnipoténti Deo cognóscimur, sicut ipse de suis óvibus dicit: Ego sum pastor bonus, et cognósco oves meas, et cognóscunt me meæ. Qui rursus ait: Ego scio quos elégerim. Per contemplatiónem vero, qua super nosmetípsos tóllimur, quasi in áëra levámur.
AD III NOCTURNUM
Lectio 7
Léctio sancti Evangélii secúndum Lucam
Luc 10:1-9
In illo témpore: Designávit Dóminus et álios septuagínta duos: et misit illos binos ante fáciem suam, in omnem civitátem et locum, quo erat ipse ventúrus. Et réliqua.
Homilía sancti Gregórii Papæ
Homilia 17 in Evangelia
Dóminus et Salvátor noster, fratres caríssimi, aliquándo nos sermónibus, aliquándo vero opéribus ádmonet. Ipsa étenim facta ejus præcépta sunt: quia dum áliquid tácitus facit, quid ágere debeámus innotéscit. Ecce enim binos in prædicatiónem discípulos mittit: quia duo sunt præcépta caritátis, Dei vidélicet amor, et próximi: et minus quam inter duos cáritas habéri non potest. Nemo enim próprie ad semetípsum habére caritátem dícitur: sed diléctio in álterum tendit, ut cáritas esse possit.
Lectio 8
Ecce enim binos ad prædicándum discípulos Dóminus mittit: quátenus hoc nobis tácitus ínnuat, quia qui caritátem erga álterum non habet, prædicatiónis offícium suscípere nullátenus debet. Bene autem dícitur, quia misit eos ante fáciem suam in omnem civitátem et locum, quo erat ipse ventúrus. Prædicatóres enim suos Dóminus séquitur: quia prædicátio prǽvenit, et tunc ad mentis nostræ habitáculum Dóminus venit, quando verba exhortatiónis præcúrrunt: atque per hoc véritas in mente suscípitur.
Lectio 9
Commemoratio Dominicae
Léctio sancti Evangélii secúndum Joánnem
Joann 16:16-22
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Módicum, et jam non vidébitis me; et íterum módicum, et vidébitis me: quia vado ad Patrem. Et réliqua.
Homilía sancti Augustíni Epíscopi
Tr. 101 in Joann., sub fine
Módicum est hoc totum spátium, quo præsens pérvolat sǽculum. Unde dicit idem ipse Evangelísta in Epístola sua: Novíssima hora est. Ideo namque áddidit: Quia vado ad Patrem: quod ad priórem senténtiam referéndum est, ubi ait: Módicum et jam non vidébitis me: non ad posteriórem, ubi ait: Et íterum módicum, et vidébitis me. Eúndo quippe ad Patrem, factúrus erat ut eum non vidérent. Ac per hoc non ídeo dictum est, quia fúerat moritúrus, et donec resúrgeret, ab eórum aspéctibus recessúrus: sed quod esset itúrus ad Patrem, quod fecit posteáquam resurréxit, et cum eis per quadragínta dies conversátus, ascéndit in cælum.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
I NOTTURNO
Lettura 1
Inizio del libro del profeta Ezechiele
Ezec 1:1-4
Nell'anno trentesimo, ai cinque del quarto mese, io mi trovai insieme con gli esiliati sul fiume Cobar. Quand'ecco si aprirono i cieli e vidi le visioni di Dio. Ai cinque del mese di quell'anno che era il quinto dalla deportazione del re Joachim, il Signore parlò al sacerdote Ezechiele, figlio di Buzi, nella terra dei Caldei, vicino al fiume Cobar: ed ivi la mano del Signore fu sopra di lui. Ed osservando, mi accorsi di un vento impetuoso proveniente da settentrione; vidi poi una gran nuvola ed un fuoco vorticoso, che emanava splendore all'intorno; nel suo centro cioè in mezzo al fuoco, si scorgeva come un globo di elettro.
Lettura 2, Ezec 1:5-9
E in mezzo a questo fuoco, vi era la figura di quattro animali e il loro aspetto aveva apparenza umana. Ciascuno aveva quattro facce,e ciascuno quattro ali. Le loro gambe erano diritte e la pianta dei loro piedi era come la pianta di un piede di vitello; e sfavillavano come rame incandescente. E avevano mani d'uomo sotto le loro ali ai quattro lati; e avevano facce e ali dai quattro lati, e le ali dell'uno erano unite a quelle degli altri. Non si voltavano indietro camminando, ma ciascuno si muoveva in direzione della sua faccia.
Lettura 3, Ezec 1:10-12
Ecco l'aspetto del loro volto: tutti quattro avevano la faccia di uomo e di leone a destra, la faccia di bue a sinistra e sopra la faccia dell'aquila all'insù: le loro facce e le loro ali erano rivolte due ali di ciascuno si univano a quelle dell'altro, e due coprivano il corpo. Ciascuno di essi andava in direzione della sua faccia, dove li portava l'impeto dello spinto e nel procedere non si volgevano indietro.
II NOTTURNO
Lettura 4
Dal libro di san Girolamo Prete sugli Scrittori ecclesiastici
Cap. 8
Marco, discepolo e interprete di Pietro, pregatone a Roma dai fratelli, scrisse un breve Vangelo secondo che l'aveva udito raccontare da Pietro. E Pietro, dopo averlo ascoltato, e l'approvò, e ordinò, colla sua autorità, che fosse letto nella Chiesa. Preso pertanto il Vangelo che egli stesso aveva composto, partì per l'Egitto e, per il primo annunziando il Cristo in Alessandria, vi stabilì una chiesa, ed era tanta la sua dottrina e purità di vita, che spinse tutti i seguaci di Cristo a seguire il suo esempio.
Lettura 5
Filone, il più eloquente fra i Giudei, vedendo la chiesa nascente di Alessandria ancora giudaizzante, scrisse, quasi in lode della sua nazione, un libro sulla vita dei primi cristiani. E, come racconta Luca dei fedeli di Gerusalemme che avevano tutto in comune, così anche quello, vedendo ciò farsi in Alessandria sotto l'ispirazione di Marco, lo tramandò a noi. Questi morì nell'anno ottavo del regno di Nerone, e fu sepolto in Alessandria, succedendogli Aniano.
Lettura 6
Dall'esposizione di s. Gregorio papa sul profeta Ezechiele
Omelia 3, Lib. 1.
I quattro sacri animali che, con spirito profetico, sono previsti nel futuro, vengono accuratamente descritti quando si dice: ciascuno aveva quattro facce, ciascuno aveva quattro ali. Che cosa si intende con le facce se non la conoscenza, e con le ali se non il volo? Per mezzo della faccia uno è conosciuto, per mezzo delle ali invece gli uccelli si sollevano in alto. La faccia perciò riguarda la fede, le ali la contemplazione. Mediante 1a fede, siamo conosciuti dall'onnipotente Iddio come egli stesso dice riguardo alle sue pecore: "Io sono il buon pastore e conosco le mie pecore, come esse conoscono me". E ancora dice: "Io conosco quelli che ho scelto". Con la contemplazione invece, tramite la quale siamo innalzati al di sopra di noi stessi, veniamo quasi sollevati in alto.
III NOTTURNO
Lettura 7
Dal Vangelo secondo Luca
Luca 10:1-9
In quel tempo il Signore designò altri settanta due discepoli e li mandò a due a due davanti a sé, in ogni città e luogo dove egli stava per andare. Eccetera.
Omelia di s. Gregorio papa
Omelia 17ma sui Vangeli.
Il Signore e Salvatore nostro, fratelli carissimi, ci avvisa ora con parole ed ora con opere. Infatti le sue opere sono precetti; e, quando fa qualche cosa, anche senza dir nulla, ci mostra quello che dobbiamo fare noi. Ecco, dunque, egli manda i discepoli a predicare a due a due, perché sono due i precetti della carità, cioè l'amor di Dio e l'amor del prossimo, e bisogna essere almeno in due per poter praticare la carità. Infatti propriamente parlando, non si esercita la carità verso se stessi; ma l'amore, perché possa essere carità, deve avere per oggetto un altro.
Lettura 8
Ecco dunque che il Signore manda i discepoli a predicare a due a due, insinuandoci così tacitamente come, chi non ha carità verso gli altri, in nessun modo deve assumersi l'ufficio della predicazione. E con ragione si dice che li mandò davanti a sé in ogni città e luogo dove egli stava per andare. Infatti il Signore segue i suoi predicatori; la predicazione infatti precede, e allora il Signore viene ad abitare nell'anima nostra, quando è preceduto dalle parole di coloro che ci esortano; ed è così che la verità è ricevuta dallo spirito.
Lettura 9
Commemorazione della Domenica
Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni
Giov 16:16-22
In quell' occasione: Gesù disse ai suoi discepoli: Fra un poco non mi vedrete più: e fra un altro poco mi vedrete: perché me ne vo al Padre. Eccetera.
Omelia di sant'Agostino Vescovo
Trattato 101 su Giovanni, verso la fine
Questo «fra un poco» è tutto lo spazio che rapido percorre il secolo presente. Onde lo stesso Evangelista dice nella sua Lettera: «È l'ultima ora». Il Signore) aggiunge: «Perché me ne vo al Padre» (Joann. 2,18: il che è da riferire alla prima proposizione che dice: «Fra un poco non mi vedrete più»: e non alla seconda dove dice: «E fra un altro poco, mi vedrete». Andando al Padre egli doveva infatti sottrarsi ai loro sguardi. E perciò queste parole non significano che egli dovesse morire, e che fino alla sua risurrezione sarebbe rimasto nascosto ai loro occhi: ma che doveva andare al Padre, ciò che fece allorquando, dopo essere risuscitato e aver conversato con loro per quaranta giorni, ascese al cielo.
Ad Primam: il Martirologio del 26 Aprile 2021.
Sexto Kalendas Maji, luna quartadecima.
INTROITUS
Protexísti me, Deus, a convéntu malignántium, allelúja: a multitúdine operántium iniquitátem, allelúja, allelúja. --- Exáudi, Deus, oratiónem meam, cum déprecor: a timóre inimíci éripe ánimam meam. --- Gloria Patri --- Protexísti me, Deus, a convéntu malignántium, allelúja: a multitúdine operántium iniquitátem, allelúja, allelúja.
COLLECTAE
Orémus. Deus, qui beátum Marcum Evangelístam tuum evangélicæ prædicatiónis grátia sublimásti: tríbue, quǽsumus; ejus nos semper et eruditióne profícere et oratióne deféndi. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Deus, qui errántibus, ut in viam possint redíre justítiæ, veritátis tuæ lumen osténdis: da cunctis, qui christiána professióne censéntur, et illa respúere, quæ huic inimíca sunt nómini; et ea, quæ sunt apta, sectári.
Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui in afflictióne nostra de tua pietáte confídimus; contra advérsa ómnia, tua semper protectióne muniámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
EPISTOLA
Léctio Ezechiélis Prophétæ.
Ezech 1:10-14
Similitúdo vultus quátuor animálium: fácies hóminis, et fácies leónis a dextris ipsórum quatuor: fácies autem bovis a sinístris ipsórum quátuor, et fácies áquilæ désuper ipsórum quátuor. Fácies eórum et pennæ eórum exténtæ désuper: duæ pennæ singulórum jungebántur et duæ tegébant córpora eórum: et unumquódque eórum coram fácie sua ambulábat: ubi erat ímpetus spíritus, illuc gradiebántur, nec revertebántur cum ambulárent. Et similitúdo animálium, aspéctus eórum quasi carbónum ignis ardéntium et quasi aspéctus lampadárum. Hæc erat visio discúrrens in médio animálium, splendor ignis, et de igne fulgur egrédiens. Et animália ibant et revertebántur in similitúdinem fúlguris coruscántis.
ALLELUIA
Allelúja, allelúja. Confitebúntur cœli mirabília tua, Dómine: étenim veritátem tuam in ecclésia sanctórum. Allelúja. Posuísti, Dómine, super caput ejus corónam de lápide pretióso. Allelúja.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 10:1-9
In illo témpore: Designávit Dóminus et alios septuagínta duos: et misit illos binos ante fáciem suam in omnem civitátem et locum, quo erat ipse ventúrus. Et dicébat illis: Messis quidem multa, operárii autem pauci. Rogáte ergo Dóminum messis, ut mittat operários in messem suam. Ite: ecce, ego mitto vos sicut agnos inter lupos. Nolíte portare sacculum neque peram neque calceaménta; et néminem per viam salutavéritis. In quamcúmque domum intravéritis, primum dícite: Pax huic dómui: et si ibi fúerit fílius pacis, requiéscet super illum pax vestra: sin autem, ad vos revertátur. In eádem autem domo manéte, edéntes et bibéntes quæ apud illos sunt: dignus est enim operárius mercéde sua. Nolíte transíre de domo in domum. Et in quamcúmque civitátem intravéritis, et suscéperint vos, manducáte quæ apponúntur vobis: et curáte infírmos, qui in illa sunt, et dícite illis: Appropinquávit in vos regnum Dei.
OFFERTORIUM
Orémus. Confitebúntur cœli mirabília tua, Dómine: et veritátem tuam in ecclésia sanctórum, allelúja, allelúja.
SECRETAE
Beáti Marci Evangelístæ tui sollemnitáte tibi múnera deferéntes, quǽsumus, Dómine: ut, sicut illum prædicátio evangélica fecit gloriósum: ita nos ejus intercéssio et verbo et ópere tibi reddat accéptos. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
His nobis, Dómine, mystériis conferátur, quo, terréna desidéria mitigántes, discámus amáre cœléstia.
Hæc múnera, quǽsumus, Dómine, et víncula nostræ pravitátis absólvant, et tuæ nobis misericórdiæ dona concílient. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
PRAEFATIO DE APOSTOLIS
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre: Te, Dómine, supplíciter exoráre, ut gregem tuum, Pastor ætérne, non déseras: sed per beátos Apóstolos tuos contínua protectióne custódias. Ut iísdem rectóribus gubernétur, quos óperis tui vicários eídem contulísti præésse pastóres. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: (Sanctus).
COMMUNIO
Lætábitur justus in Dómino, et sperábit in eo: et laudabúntur omnes recti corde, allelúja, allelúja.
POSTCOMMUNIO
Orémus. Tríbuant nobis, quǽsumus, Dómine, contínuum tua sancta præsídium: quo, beáti Marci evangelístæ tui précibus, nos ab ómnibus semper tueántur advérsis. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Sacraménta quæ súmpsimus, quǽsumus, Dómine: et spirituálibus nos instáurent aliméntis, et corporálibus tueántur auxíliis.
Vota nostra, quǽsumus, Dómine, pio favore proséquere: ut, dum dona tua in tribulatióne percípimus, de consolatióne nostra in tuo amóre crescámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
ULTIMUM EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.
Joann 16:16-22
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Módicum, et jam non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me: quia vado ad Patrem. Dixérunt ergo ex discípulis ejus ad ínvicem: Quid est hoc, quod dicit nobis: Módicum, et non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me, et quia vado ad Patrem? Dicébant ergo: Quid est hoc, quod dicit: Módicum? nescímus, quid lóquitur. Cognóvit autem Jesus, quia volébant eum interrogáre, et dixit eis: De hoc quǽritis inter vos, quia dixi: Módicum, et non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me. Amen, amen, dico vobis: quia plorábitis et flébitis vos, mundus autem gaudébit: vos autem contristabímini, sed tristítia vestra vertétur in gáudium. Múlier cum parit, tristítiam habet, quia venit hora ejus: cum autem pepérerit púerum, jam non méminit pressúræ propter gáudium, quia natus est homo in mundum. Et vos igitur nunc quidem tristítiam habétis, íterum autem vidébo vos, et gaudébit cor vestrum: et gáudium vestrum nemo tollet a vobis.
Traduzione italiana della Messa di San Marco
INTROITO
Nascondimi dalle insidie dei malvagi, o Dio, alleluia; dal tumulto dei malfattori, alleluia, alleluia. --- Ascolta, o Dio , la mia voce tra i gemiti; preserva la mia vita dal timore del nemico. --- Gloria. --- Nascondimi dalle insidie dei malvagi, o Dio, alleluia; dal tumulto dei malfattori, alleluia, alleluia.
COLLETTE
Preghiamo. O Dio, che hai reso glorioso il tuo santo evangelista Marco, con la grazia della predicazione del vangelo: concedi a noi di trarre sempre profitto dal suo insegnamento, e di essere difesi dalla sua preghiera. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. O Dio, che agli erranti mostri la luce della tua verità, affinché possano tornare sulla via della giustizia, concedi a quanti si professano cristiani, di ripudiare ciò che è contrario a questo nome, ed abbracciare quanto gli è conforme.
Nelle nostre pene, noi ci rifugiamo fiduciosi nella tua misericordia, o Dio onnipotente, e tu, concedi a noi, contro ogni male protezione e difesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
EPISTOLA
Lettura del libro del Profeta Ezechiele.
Ezech 1:10-14
Ecco l'aspetto di ciascuno dei quattro esseri viventi: tutti e quattro avevano faccia di uomo e di leone alla loro destra; tutti e quattro avevano faccia di bove a sinistra; al disopra di tutti e quattro v'era la faccia dell'aquila. Così era il loro aspetto. Le loro ali si stendevano in alto, due ali di ciascuno si univano, e due coprivano il corpo. Ciascuno di essi andava in direzione della sua faccia, andavano dove portava l'impeto dello spirito, e nel camminare non si volgevano indietro. In quanto alla forma di questi esseri viventi, il loro aspetto era come fuoco di carboni ardenti e come lampade accese. Ecco quanto vedevo scorrere nel mezzo di quei viventi: splendore di fuoco, e dal fuoco uscir folgori. Ed essi andavano e venivano a somiglianza di folgori lampeggianti.
ALLELUIA
Allelúia, allelúia. I cieli cantano le tue meraviglie, o Signore, e la tua fedeltà nella assemblea dei santi, alleluia. O Signore, gli hai posto in capo una corona di pietre preziose. Alleluia.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.
Luc 10:1-9
In quel tempo: Il Signore scelse anche altri settantadue discepoli e li mandò a due a due innanzi a sé in ogni città e luogo dove egli era per andare. E diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai per la sua mietitura. Andate! Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo a lupi. Non portate né borsa, né sacca, né sandali; e per la strada non salutate nessuno. In qualunque casa entrerete, dite prima di tutto: “Pace a questa casa”. E se ci sarà un figlio di pace riposerà su di lui la pace vostra, altrimenti ritornerà a voi. E nella stessa casa restate, mangiando e bevendo di quel che vi dànno; perché l'operaio è degno della sua mercede. Non girate di casa in casa. E in qualunque città entrerete, se vi accolgono, mangiate di quel che vi sarà messo davanti e guarite gli infermi che ci sono, e dite loro: "Sta per venire a voi il Regno di Dio"».
OFFERTORIO
Preghiamo. I cieli cantano le tue meraviglie, o Signore, e la tua fedeltà nella assemblea dei santi, alleluia, alleluia.
SECRETE
Nella festa del tuo santo evangelista Marco ti presentiamo questa offerta, Signore: come la predicazione del vangelo lo rese glorioso, così la sua intercessione renda noi a te graditi in parole ed opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
In virtú di questi misteri, concédici, o Signore, la grazia con la quale, mitigando i desiderii terreni, impariamo ad amare i beni celesti.
Questa offerta, Signore, sciolga i vincoli delle nostre colpe e ci ottenga i doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PREFAZIO DEGLI APOSTOLI
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza innalzare a te, Signore, la nostra preghiera. Ti supplichiamo, Pastore eterno: non abbandonare il tuo gregge, ma per mezzo dei tuoi Santi Apostoli custodiscilo e proteggilo sempre. Continui ad essere governato da quelli che tu stesso hai eletto vicari dell'opera tua, e hai costituito pastori. E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli ai Troni e alle Dominazioni e alla moltitudine dei Cori celesti, cantiamo con voce incessante l'inno della tua gloria: (Sanctus).
COMUNIONE
Il giusto gioisce nel Signore, in Lui si rifugia; e ne menano vanto tutti gli animi retti, alleluia, alleluia.
POST-COMUNIONE
Preghiamo. Il tuo sacramento, o Signore, sia a noi un continuo aiuto: e, per le preghiere del tuo santo evangelista Marco, ci protegga sempre da ogni avversità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. Fai, Te ne preghiamo, o Signore, che i sacramenti che abbiamo ricevuto ci ristòrino di spirituale alimento e ci siano di tutela per il corpo.
Compi, Signore, con paterna bontà, le nostre preghiere: perché nutriti e consolati nella nostra sofferenza dai tuoi santi doni, cresciamo nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
ULTIMO VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.
Giov 16:16-22
In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: Ancora un poco e non mi vedrete piú: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete, perché io vado al Padre. Dissero perciò tra loro alcuni dei suoi discepoli: Che significa ciò che dice: Ancora un poco e non mi vedrete piú: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete, perché io vado al Padre? Cos’è questo poco di cui parla? Non comprendiamo quel che dice. E conobbe Gesú che volevano interrogarlo, e disse loro: Vi chiedete tra voi perché abbia detto: Ancora un poco e non mi vedrete piú: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete. In verità, in verità vi dico che voi piangerete e gemerete, laddove il mondo godrà, sarete oppressi dalla tristezza, ma questa si muterà in gioia. La donna, allorché partorisce, è triste perché è giunto il suo tempo: quando poi ha dato alla luce il bambino non si ricorda piú dell’affanno, a motivo della gioia perché è nato al mondo un uomo. Anche voi siete adesso nella tristezza, ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore gioirà, e nessuno vi toglierà il vostro gàudio.
2) Parti proprie della Messa delle Litanie Maggiori (in latino)
AD PROCESSIONEM:
Exurge Domine, adjuva nos, et libera nos propter nomen tuum. --- Deus, auribus nostris audivimus: patres nostri annuntiaverunt nobis. --- Gloria Patri. --- Exurge Domine, adjuva nos, et libera nos propter nomen tuum.
Kýrie, eléison. (Et omnes litaniae duplicantur)
Christe, eléison.
Kýrie, eléison.
Christe, audi nos.
Christe, exáudi nos.
Pater de cælis, Deus, miserére nobis.
Fili, Redémptor mundi, Deus, miserére nobis.
Spíritus Sancte, Deus, miserére nobis.
Sancta Trínitas, unus Deus, miserére nobis.
Sancta María, ora pro nobis.
Sancta Dei Génitrix, ora pro nobis.
Sancta Virgo vírginum, ora pro nobis.
Sancte Míchaël, ora pro nobis.
Sancte Gábriel, ora pro nobis.
Sancte Ráphaël, ora pro nobis.
Omnes sancti Ángeli et Archángeli, oráte pro nobis.
Omnes sancti beatórum Spirítuum órdines, oráte pro nobis.
Sancte Joánnes Baptísta, ora pro nobis.
Sancte Joseph, ora pro nobis.
Omnes sancti Patriárchæ et Prophétæ, oráte pro nobis.
Sancte Petre, ora pro nobis.
Sancte Paule, ora pro nobis.
Sancte Andréa, ora pro nobis.
Sancte Jacóbe, ora pro nobis.
Sancte Joánnes, ora pro nobis.
Sancte Thoma, ora pro nobis.
Sancte Jacóbe, ora pro nobis.
Sancte Philíppe, ora pro nobis.
Sancte Bartolomǽe, ora pro nobis.
Sancte Matthǽe, ora pro nobis.
Sancte Simon, ora pro nobis.
Sancte Thaddǽe, ora pro nobis.
Sancte Matthía, ora pro nobis.
Sancte Bárnaba, ora pro nobis.
Sancte Luca, ora pro nobis.
Sancte Marce, ora pro nobis.
Omnes sancti Apóstoli et Evangelístæ, oráte pro nobis.
Omnes sancti Discípuli Dómini, oráte pro nobis.
Omnes sancti Innocéntes, oráte pro nobis.
Sancte Stéphane, ora pro nobis.
Sancte Laurénti, ora pro nobis.
Sancte Vincénti, ora pro nobis.
Sancti Fabiáne et Sebastiáne, oráte pro nobis.
Sancti Joánnes et Paule, oráte pro nobis.
Sancti Cosma et Damiáne, oráte pro nobis.
Sancti Gervási et Protási, oráte pro nobis.
Omnes sancti Mártyres, oráte pro nobis.
Sancte Silvéster, ora pro nobis.
Sancte Gregóri, ora pro nobis.
Sancte Ambrósi, ora pro nobis.
Sancte Augustíne, ora pro nobis.
Sancte Hierónyme, ora pro nobis.
Sancte Martíne, ora pro nobis.
Sancte Nicoláe, ora pro nobis.
Omnes sancti Pontífices et Confessóres, oráte pro nobis.
Omnes sancti Doctóres, oráte pro nobis.
Sancte Antóni, ora pro nobis.
Sancte Benedícte, ora pro nobis.
Sancte Bernárde, ora pro nobis.
Sancte Domínice, ora pro nobis.
Sancte Francísce, ora pro nobis.
Omnes sancti Sacerdótes et Levítæ, oráte pro nobis.
Omnes sancti Mónachi et Eremítæ, oráte pro nobis.
Sancta María Magdaléna, ora pro nobis.
Sancta Agatha, ora pro nobis.
Sancta Lúcia, ora pro nobis.
Sancta Agnes, ora pro nobis.
Sancta Cæcília, ora pro nobis.
Sancta Catharína, ora pro nobis.
Sancta Anastásia, ora pro nobis.
Omnes sanctæ Vírgines et Víduæ, oráte pro nobis.
Omnes Sancti et Sanctæ Dei, intercédite pro nobis.
Propítius esto, parce nobis, Dómine.
Propítius esto, exáudi nos, Dómine.
Ab omni malo, líbera nos, Dómine.
Ab omni peccáto, líbera nos, Dómine.
Ab ira tua, líbera nos, Dómine.
A subitánea et improvísa morte, líbera nos, Dómine.
Ab insídiis diáboli, líbera nos, Dómine.
Ab ira et ódio et omni mala voluntáte, líbera nos, Dómine.
A spíritu fornicatiónis, líbera nos, Dómine.
A fúlgure et tempestáte, líbera nos, Dómine.
A flagéllo terræmótus, líbera nos, Dómine.
A peste, fame et bello, líbera nos, Dómine.
A morte perpétua, líbera nos, Dómine.
Per mystérium sanctæ Incarnatiónis tuæ, líbera nos, Dómine.
Per advéntum tuum, líbera nos, Dómine.
Per nativitátem tuam, líbera nos, Dómine.
Per baptísmum et sanctum jejúnium tuum, líbera nos, Dómine.
Per crucem et passiónem tuam, líbera nos, Dómine.
Per mortem et sepultúram tuam, líbera nos, Dómine.
Per sanctam resurrectiónem tuam, líbera nos, Dómine.
Per admirábilem ascensiónem tuam, líbera nos, Dómine.
Per advéntum Spíritus Sancti Parácliti, líbera nos, Dómine.
In die judícii, líbera nos, Dómine.
Peccatóres, te rogámus, audi nos.
Ut nobis parcas, te rogámus, audi nos.
Ut nobis indúlgeas, te rogámus, audi nos.
Ut ad veram pœniténtiam nos perdúcere dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut Ecclésiam tuam sanctam régere et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut domnum Apostólicum et omnes ecclesiásticos órdines in sancta religióne conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut inimícos sanctæ Ecclésiæ humiliáre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut régibus et princípibus christiánis pacem et veram concórdiam donáre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut cuncto pópulo christiáno pacem et unitátem largíri dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut omnes errántes ad unitátem Ecclésiæ revocáre, et infidéles univérsos ad Evangélii lumen perdúcere dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut nosmetípsos in tuo sancto servítio confortáre et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut mentes nostras ad cæléstia desidéria érigas, te rogámus, audi nos.
Ut ómnibus benefactoribus nostris sempitérna bona retríbuas, te rogámus, audi nos.
Ut ánimas nostras, fratrum, propinquórum et benefactórum nostrórum ab ætérna damnatióne erípias, te rogámus, audi nos.
Ut fructus terræ dare et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut ómnibus fidélibus defúnctis réquiem ætérnam donáre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut nos exaudíre dignéris, te rogámus, audi nos.
Fili Dei, te rogámus, audi nos.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, parce nobis, Dómine.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, exáudi nos, Dómine.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, miserére nobis.
Christe, audi nos.
Christe, exáudi nos.
Kýrie, eléison.
Christe, eléison.
Kýrie, eléison.
Pater noster, qui es in cælis, sanctificétur nomen tuum: advéniat regnum tuum: fiat volúntas tua, sicut in cælo et in terra. Panem nostrum quotidiánum da nobis hódie: et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris:
V. Et ne nos indúcas in tentatiónem:
R. Sed líbera nos a malo.
Deus, in adjutórium meum inténde: * Dómine, ad adjuvándum me festína.
Confundántur et revereántur, * qui quærunt ánimam meam.
Avertántur retrórsum, et erubéscant, * qui volunt mihi mala.
Avertántur statim erubescéntes, * qui dicunt mihi: Euge, euge.
Exsúltent et læténtur in te omnes qui quærunt te, * et dicant semper: Magnificétur Dóminus: qui díligunt salutáre tuum.
Ego vero egénus, et pauper sum: * Deus, ádjuva me.
Adjútor meus, et liberátor meus es tu: * Dómine, ne moréris.
Glória Patri, et Fílio, * et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, * et in sǽcula sæculórum. Amen.
V. Salvos fac servos tuos.
R. Deus meus, sperántes in te.
V. Esto nobis, Dómine, turris fortitúdinis.
R. A fácie inimíci.
V. Nihil profíciat inimícus in nobis.
R. Et fílius iniquitátis non appónat nocére nobis.
V. Dómine, non secúndum peccáta nostra fácias nobis.
R. Neque secúndum iniquitátes nostras retríbuas nobis.
V. Orémus pro Pontífice nostro N.
R. Dóminus consérvet eum, et vivíficet eum, et beátum fáciat eum in terra, et non tradat eum in ánimam inimicórum ejus.
V. Orémus pro benefactóribus nostris.
R. Retribúere dignáre, Dómine, ómnibus, nobis bona faciéntibus propter nomen tuum, vitam ætérnam. Amen.
V. Orémus pro fidélibus defúnctis.
R. Réquiem ætérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis.
V. Requiéscant in pace.
R. Amen.
V. Pro frátribus nostris abséntibus.
R. Salvos fac servos tuos, Deus meus, sperántes in te.
V. Mitte eis, Dómine, auxílium de sancto.
R. Et de Sion tuére eos.
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Orémus
Deus, cui próprium est miseréri semper et párcere: súscipe deprecatiónem nostram, ut nos, et omnes fámulos tuos, quos delictórum caténa constríngit, miserátio tuæ pietátis cleménter absólvat.
Exáudi, quæsumus, Dómine, súpplicum preces, et confiténtium tibi parce peccátis: ut páriter nobis indulgéntiam tríbuas benígnus et pacem.
Ineffábilem nobis, Dómine, misericórdiam tuam cleménter osténde: ut simul nos et a peccátis ómnibus éxuas, et a pœnis, quas pro his merémur, erípias.
Deus, qui culpa offénderis, pœniténtia placáris: preces pópuli tui supplicántis propítius réspice; et flagélla tuæ iracúndiæ, quæ pro peccátis nostris merémur, avérte.
Omnípotens sempitérne Deus, miserére fámulo tuo Pontífici nostro N., et dírige eum secúndum tuam cleméntiam in viam salútis ætérnæ: ut, te donánte, tibi plácita cúpiat, et tota virtúte perfíciat.
Deus, a quo sancta desidéria, recta consília et justa sunt ópera: da servis tuis illam, quam mundus dare non potest, pacem; ut et corda nostra mandátis tuis dédita, et, hóstium subláta formídine, témpora sint, tua protectióne, tranquílla.
Ure igne Sancti Spíritus renes nostros et cor nóstrum, Dómine: ut tibi casto córpore serviámus, et mundo corde placeámus.
Fidélium, Deus, ómnium Cónditor et Redémptor, animábus famulórum famularúmque tuárum remissiónem cunctórum tríbue peccatórum: ut indulgéntiam, quam semper optavérunt, piis supplicatiónibus consequántur.
Actiónes nostras, quǽsumus, Dómine, aspirándo prǽveni et adjuvándo proséquere: ut cuncta nostra orátio et operátio a te semper incípiat, et per te cœpta finiátur.
Omnípotens sempitérne Deus, qui vivórum domináris simul et mortuórum, omniúmque miseréris quos tuos fide et ópere futúros esse prænóscis: te súpplices exorámus; ut, pro quibus effúndere preces decrévimus, quosque vel præsens sǽculum adhuc in carne rétinet vel futúrum jam exútos córpore suscépit, intercédentibus ómnibus Sanctis tuis, pietátis tuæ cleméntia, ómnium delictórum suórum véniam consequántur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
V. Exáudiat nos omnípotens et miséricors Dóminus.
R. Amen.
V. Et fidélium ánimæ per misericórdiam Dei requiéscant in pace.
R. Amen.
AD MISSAM:
INTROITUS
Exaudívit de templo sancto suo vocem meam, allelúja: et clamor meus in conspectu ejus, introívit in aures ejus, allelúja, allelúja. --- Díligam te, Dómine, virtus mea: Dóminus firmaméntum meum et refúgium meum et liberátor meus. --- Gloria Patri --- Exaudívit de templo sancto suo vocem meam, allelúja: et clamor meus in conspectu ejus, introívit in aures ejus, allelúja, allelúja.
COLLECTAE
Orémus. Præsta, quaesumus, omnípotens Deus: ut, qui in afflictióne nostra de tua pietáte confídimus; contra advérsa ómnia, tua semper protectióne muniámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Deinde:
Orémus. Concéde nos fámulos tuos, quǽsumus, Dómine Deus, perpetua mentis et corporis sanitáte gaudére: et, gloriosa beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, a præsénti liberári tristitia, et aeterna perfrui lætítia.
Ecclésiæ tuæ, quæsumus, Dómine, preces placátus admítte: ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, secúra tibi sérviat libertáte. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Si tamen haec est unica Missa Conventualis, vel in aliis ecclesiis, unica Missa quae celebratur:
Orémus. Deus, qui beátum Marcum Evangelístam tuum evangélicæ prædicatiónis grátia sublimásti: tríbue, quǽsumus; ejus nos semper et eruditióne profícere et oratióne deféndi.
Deus, qui errántibus, ut in viam possint redíre justítiæ, veritátis tuæ lumen osténdis: da cunctis, qui christiána professióne censéntur, et illa respúere, quæ huic inimíca sunt nómini; et ea, quæ sunt apta, sectári. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen. Amen.
Léctio Epístolæ beáti Jacóbi Apóstoli.
Jac 5:16-20
Caríssimi: Confitémini altérutrum peccáta vestra, et oráte pro ínvicem, ut salvémini: multum enim valet deprecátio justi assídua. Elías homo erat símilis nobis passíbilis: et oratióne orávit, ut non plúeret super terram, et non pluit annos tres et menses sex. Et rursum orávit: et coelum dedit plúviam et terra dedit fructum suum. Fratres mei, si quis ex vobis erráverit a veritáte et convérterit quis eum: scire debet, quóniam, qui convérti fécerit peccatórem ab erróre viæ suæ, salvábit ánimam ejus a morte, et opériet multitúdinem peccatórum.
Allelúja. Confitémini Dómino, quóniam bonus: quóniam in saeculum misericórdia ejus.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 11:5-13
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Quis vestrum habébit amícum, et íbit ad illum média nocte, et dicet illi: Amíce, cómmoda mihi tres panes, quóniam amícus meus venit de via ad me, et non hábeo quod ponam ante illum: et ille deíntus respóndens, dicat: Noli mihi moléstus esse, jam óstium clausum est, et púeri mei mecum sunt in cubíli, non possum súrgere et dare tibi. Et si ille perseveráverit pulsans: dico vobis, etsi non dabit illi surgens, eo quod amícus ejus sit, propter improbitátem tamen ejus surget et dabit illi, quotquot habet necessários. Et ego dico vobis: Pétite, et dábitur vobis: quaerite, et inveniétis: pulsáte, et aperiétur vobis. Omnis enim, qui petit, áccipit: et qui quærit, invénit: et pulsánti aperietur, Quis autem ex vobis patrem pétii panem, numquid lápidem dabit illi? Aut piscem: numquid pro pisce serpéntem dabit illi? Aut si petíerit ovum: numquid pórriget illi scorpiónem? Si ergo vos, cum sitis mali, nostis bona data dare fíliis vestris: quanto magis Pater vester de coelo dabit spíritum bonum peténtibus se?
OFFERTORIUM
Orémus. Confitébor Dómino nimis in ore meo: et in médio multórum laudábo eum, qui ástitit a dextris páuperis: ut salvam fáceret a persequéntibus ánimam meam, allelúja.
SECRETAE
Hæc múnera, quǽsumus, Dómine, et víncula nostræ pravitátis absólvant, et tuæ nobis misericórdiæ dona concílient. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Deinde:
Tua, Dómine, propitiatióne, et beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, ad perpétuam atque præséntem hæc oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem.
Prótege nos, Dómine, tuis mystériis serviéntes: ut, divínis rebus inhæréntes, et córpore tibi famulémur et mente. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Si tamen haec est unica Missa Conventualis, vel in aliis ecclesiis, unica Missa quae celebratur:
Beáti Marci Evangelístæ tui sollemnitáte tibi múnera deferéntes, quǽsumus, Dómine: ut, sicut illum prædicátio evangélica fecit gloriósum: ita nos ejus intercéssio et verbo et ópere tibi reddat accéptos.
His nobis, Dómine, mystériis conferátur, quo, terréna desidéria mitigántes, discámus amáre cœléstia. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
PRAEFATIO PASCHALIS
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre: Te quidem, Dómine, omni témpore, sed in hoc potíssimum die gloriósius prædicáre, cum Pascha nostrum immolátus est Christus. Ipse enim verus est Agnus, qui ábstulit peccáta mundi. Qui mortem nostram moriéndo destrúxit et vitam resurgéndo reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia cœléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: (Sanctus).
COMMUNIO
Petite, et accipiétis: quaerite, et inveniétis: pulsáte, et aperiétur vobis: omnis enim qui pétii, áccipit: et qui quærit, invénit: et pulsánti aperiétur, allelúja.
POSTCOMMUNIO
Orémus. Vota nostra, quǽsumus, Dómine, pio favore proséquere: ut, dum dona tua in tribulatióne percípimus, de consolatióne nostra in tuo amóre crescámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Deinde:
Orémus. Sumptis, Dómine, salútis nostræ subsídiis: da, quaesumus, beátæ Maríæ semper Vírginis patrocíniis nos ubíque prótegi; in cuius veneratióne hæc tuæ obtúlimus majestáti.
Quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, humánis non sinas subjacére perículis. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Si tamen haec est unica Missa Conventualis, vel in aliis ecclesiis, unica Missa quae celebratur:
Orémus. Tríbuant nobis, quǽsumus, Dómine, contínuum tua sancta præsídium: quo, beáti Marci evangelístæ tui précibus, nos ab ómnibus semper tueántur advérsis.
Sacraménta quæ súmpsimus, quǽsumus, Dómine: et spirituálibus nos instáurent aliméntis, et corporálibus tueántur auxíliis. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Si haec est unica Missa Conventualis, vel in aliis ecclesiis, unica Missa quae celebratur:
ULTIMUM EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.
Joann 16:16-22
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Módicum, et jam non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me: quia vado ad Patrem. Dixérunt ergo ex discípulis ejus ad ínvicem: Quid est hoc, quod dicit nobis: Módicum, et non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me, et quia vado ad Patrem? Dicébant ergo: Quid est hoc, quod dicit: Módicum? nescímus, quid lóquitur. Cognóvit autem Jesus, quia volébant eum interrogáre, et dixit eis: De hoc quǽritis inter vos, quia dixi: Módicum, et non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me. Amen, amen, dico vobis: quia plorábitis et flébitis vos, mundus autem gaudébit: vos autem contristabímini, sed tristítia vestra vertétur in gáudium. Múlier cum parit, tristítiam habet, quia venit hora ejus: cum autem pepérerit púerum, jam non méminit pressúræ propter gáudium, quia natus est homo in mundum. Et vos igitur nunc quidem tristítiam habétis, íterum autem vidébo vos, et gaudébit cor vestrum: et gáudium vestrum nemo tollet a vobis.
Traduzione italiana della Messa delle Litanie Maggiori
ALLA PROCESSIONE:
Sorgi, o Signore, aiutaci, e liberaci per l'onore del tuo nome. --- O Dio, l'udimmo con le nostre orecchie e ce lo hanno raccontato i nostri padri. --- Gloria. --- Sorgi, o Signore, aiutaci, e liberaci per l'onore del tuo nome.
Signore, pietà. (Ogni singola litania viene ripetuta due volte).
Cristo, pietà.
Signore, pietà.
Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici.
Padre celeste, Dio, abbi pietà di noi.
Figlio, Redentore del mondo, Dio, abbi pietà di noi.
Spirito Santo, Dio, abbi pietà di noi.
Santa Trinità, unico Dio, abbi pietà di noi.
Santa Maria, prega per noi.
Santa Madre di Dio, prega per noi.
Santa Vergine delle vergini, prega per noi.
San Michele, prega per noi.
Voi tutti, santi Angeli e Arcangeli, pregate per noi.
Voi tutte, sante schiere degli Spiriti beati, pregate per noi.
San Giovanni Battista, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Voi tutti, santi Patriarchi e Profeti, prega per noi.
San Pietro, prega per noi.
San Paolo, prega per noi.
Sant'Andrea, prega per noi.
San Giacomo, prega per noi.
San Giovanni, prega per noi.
San Tommaso, prega per noi.
San Giacomo, prega per noi.
San Filippo, prega per noi.
San Bartolomeo, prega per noi.
San Matteo, prega per noi.
San Simone, prega per noi.
San Taddeo, prega per noi.
San Mattia, prega per noi.
San Barnaba, prega per noi.
San Luca, prega per noi.
San Marco, prega per noi.
Voi tutti, santi Apostoli ed Evangelisti, pregate per noi.
Voi tutti, santi Discepoli del Signore, pregate per noi.
Voi tutti, Santi Innocenti, pregate per noi.
Santo Stefano, prega per noi.
San Lorenzo, prega per noi.
San Vincenzo, prega per noi.
Santi Fabiano e Sebastiano, pregate per noi.
Santi Giovanni e Paolo, pregate per noi.
Santi Cosma e Damiano, pregate per noi.
Santi Gervasio e Protasio, pregate per noi.
Voi tutti, santi Martiri, pregate per noi.
San Silvestro, prega per noi.
San Gregorio, prega per noi.
Sant'Ambrogio, prega per noi.
Sant'Agostino, prega per noi.
San Girolamo, prega per noi.
San Martino, prega per noi.
San Nicola, prega per noi.
Voi tutti, santi Pontefici e Confessori, prega per noi.
Voi tutti, santi Dottori, prega per noi.
Sant'Antonio, prega per noi.
San Benedetto, prega per noi.
San Bernardo, prega per noi.
San Domenico, prega per noi.
San Francesco, prega per noi.
Voi tutti, santi Sacerdoti e Leviti, prega per noi.
Voi tutti, santi Monaci ed Eremiti, prega per noi.
Santa Maria Maddalena, prega per noi.
Sant'Agata, prega per noi.
Santa Lucia, prega per noi.
Sant'Agnese, prega per noi.
Santa Cecilia, prega per noi.
Santa Caterina, prega per noi.
Sant'Anastasia, prega per noi.
Voi tutte, sante Vergini e Vedove, prega per noi.
Voi tutti, Santi e Sante di Dio, intercedete per noi.
Sii indulgente, perdonaci, o Signore.
Sii indulgente, ascoltaci, o Signore.
Da ogni male, liberaci, o Signore.
Da ogni peccato, liberaci, o Signore.
Dalla tua ira, liberaci, o Signore.
Da una morte subitanea ed improvvisa, liberaci, o Signore.
Dalle insidie del diavolo, liberaci, o Signore.
Dall'ira, dall'odio e da ogni cattiva volontà, liberaci, o Signore.
Dallo spirito della fornicazione, liberaci, o Signore.
Dal fulmine e dalla tempesta, liberaci, o Signore.
Dal flagello del terremoto, liberaci, o Signore.
Dalle peste, dalla fame e dalla guerra , liberaci, o Signore.
Dalla morte eterna, liberaci, o Signore.
Per il mistero della tua santa incarnazione, liberaci, o Signore.
Per la tua venuta, liberaci, o Signore.
Per la tua nascita, liberaci, o Signore.
Per il tuo battesimo e il tuo santo digiuno, liberaci, o Signore.
Per la tua croce e la tua passione, liberaci, o Signore.
Per la tua morte e la tua sepoltura, liberaci, o Signore.
Per la tua santa risurrezione, liberaci, o Signore.
Per la tua ammirabile ascensione, liberaci, o Signore.
Per l'effusione dello Spirito Santo Paraclito, liberaci, o Signore.
Nel giorno del giudizio, liberaci, o Signore.
Noi peccatori, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ci perdoni, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu sia indulgente con noi, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di condurci vera penitenza, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di reggere e governare la tua santa Chiesa, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di conservare il Papa e tutti gli ordini ecclesiastici nella santa religione, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di umiliare i nemici della santa Chiesa, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di donare pace e vera concordia ai re ed ai principi cristiani, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di donare pace ed unità a tutto il popolo cristiano, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di richiamare all'unità della Chiesa tutti gli erranti e condurre alla luce del Vangelo tutti gli infedeli, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di confermare e conservare noi stessi nel tuo santo servizio, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di elevare le nostre menti ai desideri celesti, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di retribuire i beni eterni a tutti i nostri benefattori, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di liberare dalla dannazione eterna le nostre anime e quelle dei nostri fratelli, parenti e benefattori, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di darci e conservarci i frutti della terra, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di donare l'eterno riposo a tutti i fedeli defunti, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di esaudirci, ti preghiamo, ascoltaci.
Figlio di Dio, ti preghiamo, ascoltaci.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, esaudiscici Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Cristo ascoltaci.
Cristo esaudiscici.
Signore, pietà. Signore, pietà.
Cristo, pietà. Cristo, pietà.
Signore, pietà. Signore, pietà.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori:
V. E non ci indurre in tentazione:
R. Ma liberaci dal male.
Vieni, o Dio, in mio soccorso: Signore, affrettati ad aiutarmi.
Siano confusi e svergognati, quei che cercano l'anima mia.
Siano volti in fuga ed arrossiscano, quei che mi vogliono male.
Siano volti in fuga subito e svergognati, quei che mi dicono: Bene, bene.
Esultino e si rallegrino in te tutti quei che ti cercano: e quanti bramano da te la salute dicano sempre: Il Signore sia glorificato.
Io per me son povero e bisognoso: o Dio, aiutami.
Tu sei il mio aiuto e il mio liberatore: Signore, non tardare.
Gloria al Padre, e al Figlio, * e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen.
V. Salva i tuoi servi.
R. Che sperano in te, Dio mio.
V. Sii per noi, o Signore, una torre inespugnabile.
R. Dinanzi al nemico.
V. Non possa nulla il nemico contro di noi.
R. E il figlio del male non ci rechi danno alcuno.
V. Signore, non ci trattare come mentano i nostri peccati.
R. Né ricompensarci come meritano le nostre iniquità.
V. Preghiamo per il Sommo Pontefice N.
R. Il Signore lo conservi, lo vivifichi, lo renda felice in terra e lo difenda dalle mani dei suoi nemici.
V. Preghiamo per i nostri benefattori.
R. Signore, degnati di ricompensare colla vita eterna tutti quelli che ci fanno del bene a gloria del tuo nome. Amen.
V. Preghiamo per i fedeli defunti.
R. L'eterno riposo dona loro. Signore, e splenda ad essi la luce perpetua.
V. Riposino in pace.
R. Amen.
V. Preghiamo per i nostri fratelli assenti.
R. Salva i tuoi servi, o Signore, che sperano in te.
V. Manda ad essi, Signore, il soccorso dal tuo Santuario.
R. Da Sion manda la tua difesa.
V. Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga, a te.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Preghiamo.
Signore, di cui è proprio l'usar misericordia e perdonare, accetta la nostra preghiera; affinché noi e tutti i tuoi servi detenuti dai lacci del peccato siano pietosamente assolti dalla tua benigna bontà.
Esaudisci Signore, le preghiere dei supplicanti, e perdona ai tuoi servi i peccati, affinché noi tutti da te riceviamo pace e perdono.
Signore, mostraci pietoso l'ineffabile tua misericordia, la quale ci purghi da tutti i peccati e ci liberi da quelle pene che per essi abbiamo meritate.
Dio buono, che ti adiri per le colpe, e ti plachi per la penitenza, ascolta le preghiere del tuo popolo supplichevole ed allontana i flagelli dovuti alle nostre colpe.
Onnipotente eterno Iddio, abbi misericordia del tuo servo, il nostro S. Pontefice N. e dirigilo per tua pietà sulla via della salute affinché per dono tuo desideri ed esegua perfettamente ciò che a te piace.
Dio, da cui procedono i santi desideri, i retti consigli, le giuste azioni, da' ai tuoi servi quella pace che il mondo non può dare, affinché, uniti i nostri cuori ai tuoi comandamenti, senza timore dei nemici, i giorni siano tranquilli mediante la tua protezione.
Il tuo S. Spirito abbruci e il cuor nostro e le reni affinché casti di corpo e mondi di cuore possiamo servirti e piacerti.
Iddio Creatore e Redentore di tutti i fedeli da' il perdono di tutti i peccati alle anime dei servi tuoi defunti, affinché ottengano quella misericordia la quale hanno sempre domandata colle devote preghiere.
Previeni, o Signore, coi tuoi lumi e col tuo aiuto accompagna le nostre azioni affinché e le nostre orazioni e le opere nostre abbiano da voi e principio e fine.
Onnipotente eterno Iddio, che sei il padre dei vivi e dei morti, e che usi misericordia a coloro, i quali conosci che sono tuoi e per la loro fede e per le opere, umilmente ti preghiamo per l'intercessione di tutti i Santi, ad usar di tua pietosa clemenza ed a concedere il perdono dei peccati a tutti i vivi e defunti, per i quali abbiamo intenzione di pregare. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
V. L'onnipotente e misericordioso Signore ci esaudisca.
R. Amen.
V. E le anime dei Fedeli per la misericordia di Dio riposino in pace.
R. Amen.
ALLA MESSA:
INTROITO
Dal suo tempio santo esaudì la mia voce, alleluia: il mio grido giunse dinnanzi a lui ed entrò nei suoi orecchi, alleluia, alleluia. --- Ascolta, o Dio , la mia voce tra i gemiti; preserva la mia vita dal timore del nemico. --- Gloria. --- al suo tempio santo esaudì la mia voce, alleluia: il mio grido giunse dinnanzi a lui ed entrò nei suoi orecchi, alleluia, alleluia.
COLLETTE
Preghiamo. Nelle nostre pene, noi ci rifugiamo fiduciosi nella tua misericordia, o Dio onnipotente, e tu, concedi a noi, contro ogni male protezione e difesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dopo:
Preghiamo. Signore, te ne preghiamo, concedi ai tuoi servi perpetua salute di anima e di corpo; e, per intercessione della beata Vergine Maria, concedici di essere liberati dai mali presenti e di godere delle gioie eterne.
Accogli, placato, o Signore le preghiere della tua Chiesa perché, distrutte tutte le avversità e gli errori, ti serva in sicura libertà. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Tuttavia, se questa è l'unica Messa Conventuale, o nelle altre chiese, l'unica Messa che viene celebrata, al posto delle due precedenti si dicono queste Orazioni:
O Dio, che hai reso glorioso il tuo santo evangelista Marco, con la grazia della predicazione del vangelo: concedi a noi di trarre sempre profitto dal suo insegnamento, e di essere difesi dalla sua preghiera.
Preghiamo. O Dio, che agli erranti mostri la luce della tua verità, affinché possano tornare sulla via della giustizia, concedi a quanti si professano cristiani, di ripudiare ciò che è contrario a questo nome, ed abbracciare quanto gli è conforme. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
EPISTOLA
Lettura dell'Epistola di San Giacomo Apostolo.
Gc 5:16-20
Carissimi, confessate gli uni agli altri i vostri peccati; e pregate gli uni per gli altri, per essere guariti: molto potere, infatti, ha la preghiera assidua del giusto. Elia era un uomo mortale come noi: pregò intensamente perché non piovesse sopra la terra, e non piovve per tre anni e sei mesi. Poi di nuovo pregò e il cielo diede la pioggia e la terra produsse i suoi frutti. Fratelli miei, se uno di voi si smarrisce lontano dalla verità, e un altro ve lo riconduce, sappiate che colui che riconduce un peccatore dalla via del suo errore, salverà quell'anima dalla morte e coprirà un gran numero di peccati.
ALLELUIA
Allelúia. Celebrate il Signore perché è buono: eterna è la sua misericordia.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.
Luc 11:5-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno di voi ha un amico che viene a trovarlo verso la mezzanotte e gli dice: " Amico, prestami tre pani, perché è arrivato da un viaggio un mio amico e non ho nulla da offrirgli"; e l'altro di dentro gli risponde: "Non mi dar noia; la porta è già chiusa, i miei figli sono a letto con me: non posso alzarmi per darteli"; se quell'uomo continua a bussare, io vi assicuro: anche se egli non si alzerà per darglieli perché è un amico, tuttavia lo farà a causa del suo importunare, e gli darà tutti i pani di cui ha bisogno. E io vi dico: chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Poiché chiunque chiede, riceve; chi cerca, trova; a chi bussa, sarà aperto. Qual è fra voi quel padre che, se un figlio gli chiede del pane, gli darà un sasso? O, se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, pur essendo cattivi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a coloro che lo pregano?».
OFFERTORIO
Preghiamo. Celebrerò altamente il Signore colla mia bocca e gli darò lode in mezzo alla moltitudine: perché gli si è messo alla destra del povero, per salvare l’anima sua dai persecutori, alleluia.
SECRETE
Questa offerta, Signore, sciolga i vincoli delle nostre colpe e ci ottenga i doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dopo:
Per la tua clemenza, Signore, e per l'intercessione della beata sempre vergine Maria, l'offerta di questo sacrificio giovi alla nostra prosperità e pace nella vita presente e nella futura.
Proteggi, o Signore, noi che celebriamo i tuoi misteri, perché trattando le cose divine, ti serviamo col corpo e coll’anima. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Tuttavia, se questa è l'unica Messa Conventuale, o nelle altre chiese, l'unica Messa che viene celebrata, al posto delle due precedenti si dicono queste Orazioni:
Nella festa del tuo santo evangelista Marco ti presentiamo questa offerta, Signore: come la predicazione del vangelo lo rese glorioso, così la sua intercessione renda noi a te graditi in parole ed opere.
In virtú di questi misteri, concédici, o Signore, la grazia con la quale, mitigando i desiderii terreni, impariamo ad amare i beni celesti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PREFAZIO PASQUALE
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare: Che Te, o Signore, esaltiamo in ogni tempo, ma ancor piú gloriosamente in questo tempo in cui, nostro Agnello pasquale, si è immolato il Cristo. Egli infatti è il vero Agnello, che tolse i peccati del mondo. Che morendo distrusse la nostra morte, e risorgendo ristabilí la vita. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine: (Sanctus).
COMUNIONE
Chiedete e otterrete, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto: infatti colui che chiede, riceve; a colui che picchia verrà aperto, alleluia.
POST-COMUNIONE
Preghiamo. Compi, Signore, con paterna bontà, le nostre preghiere: perché nutriti e consolati nella nostra sofferenza dai tuoi santi doni, cresciamo nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dopo:
Preghiamo. Ricevuti i misteri della nostra salvezza, ti preghiamo, o Signore, di essere ovunque protetti dalla beata sempre vergine Maria, ad onore della quale abbiamo presentato alla tua maestà questo sacrificio.
Ti preghiamo, Signore Iddio nostro, perché Tu non permetta che soggiacciano a umani pericoli coloro cui hai concesso di godere delle divina partecipazione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Tuttavia, se questa è l'unica Messa Conventuale, o nelle altre chiese, l'unica Messa che viene celebrata, al posto delle due precedenti si dicono queste Orazioni:
Preghiamo. Il tuo sacramento, o Signore, sia a noi un continuo aiuto: e, per le preghiere del tuo santo evangelista Marco, ci protegga sempre da ogni avversità.
Fai, Te ne preghiamo, o Signore, che i sacramenti che abbiamo ricevuto ci ristòrino di spirituale alimento e ci siano di tutela per il corpo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Se questa è l'unica Messa Conventuale, o nelle altre chiese, l'unica Messa che viene celebrata, al posto del Prologo di San Giovanni si dice il Vangelo della Domenica:
ULTIMO VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.
Giov 16:16-22
In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: Ancora un poco e non mi vedrete piú: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete, perché io vado al Padre. Dissero perciò tra loro alcuni dei suoi discepoli: Che significa ciò che dice: Ancora un poco e non mi vedrete piú: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete, perché io vado al Padre? Cos’è questo poco di cui parla? Non comprendiamo quel che dice. E conobbe Gesú che volevano interrogarlo, e disse loro: Vi chiedete tra voi perché abbia detto: Ancora un poco e non mi vedrete piú: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete. In verità, in verità vi dico che voi piangerete e gemerete, laddove il mondo godrà, sarete oppressi dalla tristezza, ma questa si muterà in gioia. La donna, allorché partorisce, è triste perché è giunto il suo tempo: quando poi ha dato alla luce il bambino non si ricorda piú dell’affanno, a motivo della gioia perché è nato al mondo un uomo. Anche voi siete adesso nella tristezza, ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore gioirà, e nessuno vi toglierà il vostro gàudio.
3) Parti proprie della Messa del Patrocinio di San Giuseppe come celebrata oggi (in latino)
INTROITUS
Adjútor et protéctor noster est Dóminus: in eo lætábitur cor nostrum, et in nómine sancto ejus sperávimus, allelúja, allelúja. --- Qui regis Israël, inténde: qui dedúcis, velut ovem, Joseph. --- Gloria Patri --- Adjútor et protéctor noster est Dóminus: in eo lætábitur cor nostrum, et in nómine sancto ejus sperávimus, allelúja, allelúja.
COLLECTAE
Orémus. Deus, qui ineffábili providéntia beátum Joseph sanctíssimæ Genetrícis tuæ sponsum elígere dignátus es: præsta, quǽsumus; ut, quem protectórem venerámur in terris, intercessórem habére mereámur in cœlis: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Deus, qui beátum Marcum Evangelístam tuum evangélicæ prædicatiónis grátia sublimásti: tríbue, quǽsumus; ejus nos semper et eruditióne profícere et oratióne deféndi.
Deus, qui errántibus, ut in viam possint redíre justítiæ, veritátis tuæ lumen osténdis: da cunctis, qui christiána professióne censéntur, et illa respúere, quæ huic inimíca sunt nómini; et ea, quæ sunt apta, sectári.
Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui in afflictióne nostra de tua pietáte confídimus; contra advérsa ómnia, tua semper protectióne muniámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
EPISTOLA
Léctio libri Génesis
Gen 49:22-26
Fílius accréscens Joseph, fílius accréscens, et decórus aspéctu: fíliæ discurrérunt super murum. Sed exasperavérunt eum, et jurgáti sunt, inviderúntque illi habéntes jácula. Sedit in forti arcus ejus, et dissolúta sunt víncula brachiórum et mánuum illíus per manus poténtis Jacob: inde pastor egréssus est, lapis Israël. Deus patris tui erit adjútor tuus, et Omnípotens benedícet tibi benedictiónibus cœli désuper, benedictiónibus abýssi jacéntis deórsum, benedictiónibus úberum et vulvæ. Benedictiónes patris tui confortátæ sunt benedictiónibus patrum ejus, donec veníret Desidérium cóllium æternórum: fiant in cápite Joseph, et in vértice Nazarǽi inter fratres suos.
ALLELUIA
Allelúja, allelúja. De quacúmque tribulatióne clamáverint ad me, exáudiam eos, et ero protéctor eórum semper. Allelúja. Fac nos innócuam, Joseph, decúrrere vitam: sitque tuo semper tuta patrocínio. Allelúja.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 3:21-23
In illo témpore: Factum est autem, cum baptizarétur omnis pópulus, et Jesu baptizáto et oránte, apértum est cœlum: et descéndit Spíritus Sanctus corporáli spécie sicut colúmba in ipsum: et vox de cœlo facta est: Tu es Fílius meus diléctus, in te complácui mihi. Et ipse Jesus erat incípiens quasi annórum trigínta, ut putabátur, fílius Joseph.
OFFERTORIUM
Orémus. Lauda, Jerúsalem, Dóminum: quóniam confortávit seras portárum tuárum, benedíxit fíliis tuis in te, allelúja, allelúja.
SECRETAE
Sanctíssimæ Genetrícis tuæ sponsi patrocínio suffúlti, rogámus, Dómine, cleméntiam tuam: ut corda nostra fácias terréna cuncta despícere, ac te verum Deum perfécta caritáte dilígere: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Beáti Marci Evangelístæ tui sollemnitáte tibi múnera deferéntes, quǽsumus, Dómine: ut, sicut illum prædicátio evangélica fecit gloriósum: ita nos ejus intercéssio et verbo et ópere tibi reddat accéptos.
His nobis, Dómine, mystériis conferátur, quo, terréna desidéria mitigántes, discámus amáre cœléstia.
Hæc múnera, quǽsumus, Dómine, et víncula nostræ pravitátis absólvant, et tuæ nobis misericórdiæ dona concílient. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
PRAEFATIO DE SANCTO JOSEPH
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Et te in Festivitáte beáti Joseph débitis magnificáre præcóniis, benedícere et prædicáre. Qui et vir justus, a te Deíparæ Vírgini Sponsus est datus: et fidélis servus ac prudens, super Famíliam tuam est constitútus: ut Unigénitum tuum, Sancti Spíritus obumbratióne concéptum, paterna vice custodíret, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Cæli cælorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admítti júbeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes: (Sanctus).
COMMUNIO
Jacob autem génuit Joseph, virum Maríæ, de qua natus est Jesus, qui vocátur Christus, allelúja, allelúja.
POSTCOMMUNIO
Orémus. Divíni múneris fonte refécti, quǽsumus, Dómine, Deus noster: ut, sicut nos facis beáti Joseph protectióne gaudére; ita, ejus méritis et intercessióne, cœléstis glóriæ fácias esse partícipes. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Tríbuant nobis, quǽsumus, Dómine, contínuum tua sancta præsídium: quo, beáti Marci evangelístæ tui précibus, nos ab ómnibus semper tueántur advérsis.
Sacraménta quæ súmpsimus, quǽsumus, Dómine: et spirituálibus nos instáurent aliméntis, et corporálibus tueántur auxíliis.
Vota nostra, quǽsumus, Dómine, pio favore proséquere: ut, dum dona tua in tribulatióne percípimus, de consolatióne nostra in tuo amóre crescámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
ULTIMUM EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.
Joann 16:16-22
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Módicum, et jam non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me: quia vado ad Patrem. Dixérunt ergo ex discípulis ejus ad ínvicem: Quid est hoc, quod dicit nobis: Módicum, et non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me, et quia vado ad Patrem? Dicébant ergo: Quid est hoc, quod dicit: Módicum? nescímus, quid lóquitur. Cognóvit autem Jesus, quia volébant eum interrogáre, et dixit eis: De hoc quǽritis inter vos, quia dixi: Módicum, et non vidébitis me: et íterum módicum, et vidébitis me. Amen, amen, dico vobis: quia plorábitis et flébitis vos, mundus autem gaudébit: vos autem contristabímini, sed tristítia vestra vertétur in gáudium. Múlier cum parit, tristítiam habet, quia venit hora ejus: cum autem pepérerit púerum, jam non méminit pressúræ propter gáudium, quia natus est homo in mundum. Et vos igitur nunc quidem tristítiam habétis, íterum autem vidébo vos, et gaudébit cor vestrum: et gáudium vestrum nemo tollet a vobis.
Traduzione italiana della Messa del Patrocinio di San Giuseppe
INTROITO
Il Signore è il nostro aiuto e il nostro protettore: il nostro cuore si rallegrerà in lui; e nel suo santo nome abbiamo sperato, alleluia, alleluia. --- Pastore d'Israele, ascolta: Tu che guidi Giuseppe come una pecora. --- Gloria. --- Il Signore è il nostro aiuto e il nostro protettore: il nostro cuore si rallegrerà in lui; e nel suo santo nome abbiamo sperato, alleluia, alleluia.
COLLETTE
Preghiamo. O Dio, che con ineffabile provvidenza ti sei degnato di eleggere il beato Giuseppe a sposo della tua Madre santissima; concedici, te ne preghiamo, che come lo veneriamo protettore in terra, così meritiamo di averlo intercessore in cielo: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. O Dio, che hai reso glorioso il tuo santo evangelista Marco, con la grazia della predicazione del vangelo: concedi a noi di trarre sempre profitto dal suo insegnamento, e di essere difesi dalla sua preghiera.
O Dio, che agli erranti mostri la luce della tua verità, affinché possano tornare sulla via della giustizia, concedi a quanti si professano cristiani, di ripudiare ciò che è contrario a questo nome, ed abbracciare quanto gli è conforme.
Nelle nostre pene, noi ci rifugiamo fiduciosi nella tua misericordia, o Dio onnipotente, e tu, concedi a noi, contro ogni male protezione e difesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
EPISTOLA
Lettura del libro della Genesi
Gen 49:22-26
Figliuolo crescente Giuseppe, figliuolo crescente, e bello di aspetto: le fanciulle corsero sulle mura. Ma lo amareggiarono, e contesero con lui, e gli portarono invidia i maestri di tirar frecce. L'arco di lui si appoggiò sul Dio forte, e i legami della braccia, e delle mani di lui furono disciolti per mano del possente Dio di Giaccobbe: indi uscì egli pastore, e pietra d'Israele. Il Dio del padre tuo sarà tuo aiutatore, e l'Onnipotente ti benedirà colle benedizioni di su alto del cielo, colle benedizioni dell'abisso, che giace giù basso, colle benedizióni delle mammelle, e degli uteri. Le benedizioni del padre tuo sorpassano quelle de' padri di lui; fino al venire di lui, che è il desiderio de colli eterni: posino elle sul capo di Giuseppe, sul capo di lui Nazareno tra' suoi fratelli.
ALLELUIA
Allelúia, allelúia. In qualunque calamità mi invocheranno, io li esaudirò, e sarò il loro protettore in perpetuo. Alleluia. Facci trascorrere, o Giuseppe, una vita innocente: e sia sempre sicura con il tuo patrocinio. Alleluia.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.
Luc 3:21-23
In quel tempo: 0r avvenne che nel battezzarsi tutto il popolo essendo stato battezzato anche Gesù, e stando egli in orazione, si spalancò il cielo : e discese lo Spirito santo sopra di lui in forma corporale come una colomba : e dal cielo venne questa voce : Tu se' il mio Figliuolo diletto : in te mi sono compiagciuto. Ed esso Gesù, quando cominciò era di circa trent'anni; figliuolo, come si credeva, di Giuseppe.
OFFERTORIO
Preghiamo. Loda, o Gerusalemme, il Signore: Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte: ha benedetto i tuoi figli dentro di te, alleluia, alleluia.
SECRETE
Confortati dal patrocinio dello Sposo della tua santissima Madre, noi imploriamo la tua clemenza, o Signore, affinché i nostri cuori, per tua grazia, disprezzino le cose terrene, e te, vero Dio, amino con perfetto amore: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Nella festa del tuo santo evangelista Marco ti presentiamo questa offerta, Signore: come la predicazione del vangelo lo rese glorioso, così la sua intercessione renda noi a te graditi in parole ed opere.
In virtú di questi misteri, concédici, o Signore, la grazia con la quale, mitigando i desiderii terreni, impariamo ad amare i beni celesti.
Questa offerta, Signore, sciolga i vincoli delle nostre colpe e ci ottenga i doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PREFAZIO DI SAN GIUSEPPE
È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno: noi ti glorifichiamo, ti benediciamo e solennemente ti lodiamo nella Festività di S. Giuseppe. Egli, uomo giusto, da te fu prescelto come Sposo della Vergine Madre di Dio, e servo saggio e fedele fu posto a capo della tua famiglia, per custodire, come padre, il tuo unico Figlio, concepito per opera dello Spirito Santo, Gesù Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).
COMUNIONE
Giacobbe generò Giuseppe spogso di Maria, dalla quale nacque Gesù chia- mato il Cristo, alleluia, alleluia.
POST-COMUNIONE
Preghiamo. Ristorati alla sorgente dei doni celesti, ti supplichiamo, o Signore Dio nostro, affinché, come ci hai fatto godere della protezione del beato Giuseppe, Così pure per i suoi meriti e la sua intercessione, ci faccia partecipi delta divina gloria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. Il tuo sacramento, o Signore, sia a noi un continuo aiuto: e, per le preghiere del tuo santo evangelista Marco, ci protegga sempre da ogni avversità.
Fai, Te ne preghiamo, o Signore, che i sacramenti che abbiamo ricevuto ci ristòrino di spirituale alimento e ci siano di tutela per il corpo.
Compi, Signore, con paterna bontà, le nostre preghiere: perché nutriti e consolati nella nostra sofferenza dai tuoi santi doni, cresciamo nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
ULTIMO VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.
Giov 16:16-22
In quel tempo: Gesú disse ai suoi discepoli: Ancora un poco e non mi vedrete piú: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete, perché io vado al Padre. Dissero perciò tra loro alcuni dei suoi discepoli: Che significa ciò che dice: Ancora un poco e non mi vedrete piú: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete, perché io vado al Padre? Cos’è questo poco di cui parla? Non comprendiamo quel che dice. E conobbe Gesú che volevano interrogarlo, e disse loro: Vi chiedete tra voi perché abbia detto: Ancora un poco e non mi vedrete piú: e di nuovo un altro poco e mi rivedrete. In verità, in verità vi dico che voi piangerete e gemerete, laddove il mondo godrà, sarete oppressi dalla tristezza, ma questa si muterà in gioia. La donna, allorché partorisce, è triste perché è giunto il suo tempo: quando poi ha dato alla luce il bambino non si ricorda piú dell’affanno, a motivo della gioia perché è nato al mondo un uomo. Anche voi siete adesso nella tristezza, ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore gioirà, e nessuno vi toglierà il vostro gàudio.
Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger
25 APRILE SAN MARCO, EVANGELISTA
Il Leone evangelico, che vigila avanti al trono di Dio, insieme all’Uomo, al Bue, e all’Aquila, viene oggi festeggiato dalla santa Chiesa. É il giorno che vide Marco salire dalla terra al cielo, con la fronte cinta dalla duplice aureola dell’Evangelista e del Martire.
L’ evangelista.
Come i quattro profeti maggiori – Isaia, Geramia, Ezechiele e Daniele – riassumono in sè il ministero profetico in Israele, così Dio voleva che la nuova alleanza riposasse su quattro testi degni di venerazióne, destinati a rivelare al mondo la vita e la dottrina del suo Figliolo incarnato. Marco è discepolo di Pietro. Il suo Vangelo è stato scritto a Roma, sotto l’ispirazione del Principe degli Apostoli. Quello di Matteo era già in uso nella Chiesa; ma i fedeli di Roma desideravano che vi fosse aggiunta la narrazione personale dell’Apostolo. Pietro non intese scriverlo di proprio pugno, ma ordinò al suo discepolo di prendere la penna; e lo Spirito Santo condusse la mano del nuovo Evangelista. Marco si attiene alla narrazione di Matteo; l’abbrevia e, nello stesso tempo, la completa. Una parola, un cenno che ne sviluppi i fatti, attestano, ad ogni pagina, che Pietro, testimone e uditore di tutto, ispirò il lavoro del discepolo. Ma il nuovo Evangelista passerà sotto silenzio, o cercherà di attenuare la colpa del suo Maestro? Ben lungi da ciò, il Vangelo di Marco sarà più duro di quelle di Matteo nel raccontare il rinnegamento di Pietro. Vi si sente che le amare lacrime provocate dallo sguardo di Gesù nella casa di Caifa, non avevano cessato di sgorgare. Quando il lavoro di Marco fu compiuto, Pietro lo riconobbe giusto e l’approvò, le Chiese accolsero con gioia questa seconda narrazione dei misteri svoltisi per la salvezza del mondo ed il nome di Marco divenne celebre per tutta la terra.
Matteo, che comincia il suo Vangelo con la genealogia umana del Figlio di Dio, aveva realizzato il tipo celestiale dell’Uomo; Marco compie quello del Leone, poiché inizia con la predicazione di Giovanni Battista, ricordando che la missione del Precursore del Messia era stata annunciata da Isaia, quando aveva parlato della voce di colui che grida nel deserto; voce del leone che scuote le solitudini col suo ruggito.
Il Missionario.
La missione apostolica cominciò per Marco dopo la stesura del suo Vangelo. Il momento era giunto in cui l’Egitto, fonte di tutti gli errori, doveva ricevere la verità; la superba Alessandria avrebbe visto sorgere, tra le sue mura, la seconda Chiesa della cristianità, la seconda cattedra di Pietro. Marco era stato destinato, dal suo maestro a compiere questa grande opera. Per mezzo della sua predicazione, la dottrina salvifica germogliò, fiorì, producendo il buon seme in questa terra infedele; e da allora l’autorità di Pietro si delineò, anche se in gradi diversi, nelle tre grandi città dell’Impero: Roma, Alessandria e Antiochia.
Il Martire.
Ma la gloria di Marco sarebbe restata incompleta se l’aureola del martirio non fosse venuta a incoronarla. I successi della predicazione del santo Evangelista sollevarono contro di lui i furori dell’antica superstizione egiziana. Durante una festa a Serapide, Marco venne maltrattato dagli idolatri e gettato in una prigione. Fu lì che il risorto Signore, di cui aveva raccontato la vita e le opere, gli apparve una notte, e gli disse quelle celebri parole, che sono poi state il motto della città di Venezia « La pace sia con te. Marco, Evangelista mio »! Al che il discepolo, preso dall’emozione, non potè rispondere che: « Signore! » non trovando altre parole per esprimere la gioia e l’amore; come fece la Maddalena nel mattino di Pasqua, quando restò in silenzio, dopo avere esclamato: « Maestro »! L’indomani Marco fu immolato dai Pagani; aveva compiuta la sua missione, il cielo si apriva a colui che avrebbe occupato ai piedi del trono dell’Antico dei giorni il posto d’onore ove il profeta di Patmos lo contemplò nella sua sublime visione (Apoc. 4, 6-11). Nel ix secolo, la Chiesa Occidentale si arricchì delle spoglie mortali di Marco. I suoi sacri resti, fino ad allora venerati in Alessandria , furono trasportati a Venezia, che, sotto i suoi auspici, cominciò quel glorioso destino che durò mille anni. La fede in un così grande patrono, operò meraviglie in quegli isolotti ed in quelle lagune, che videro innalzarsi presto una città, altrettanto potente che magnifica. L’arte bizantina costruì l’imponente e sontuosa Chiesa che fu il palladio della regina dei mari; e la nuova repubblica incise sulle sue monete l’effige del Leone di san Marco; sarebbe stata fortunata se, più filiale verso Roma e più severa nei suoi costumi, non avesse degenerato nella dignità della condotta e nella fede dei suoi secoli di gloria!
Preghiera.
Tu sei, o Marco, il Leone misterioso attaccato, insieme con l’Uomo, col Bue e con l’Aquila, al carro sul quale il Re dei re avanza alla conquista del mondo. Fin dall’antica Alleanza, Ezechiele ti vide nel cielo, e Giovanni, il profeta della nuova Legge, ti riconobbe presso il trono di Dio. Quale gloria è la tua! Storico del Verbo fatto carne, narrasti a tutte le generazioni ciò che gli dà diritto all’amore e all’adorazione degli uomini; la Chiesa s’inchina di fronte ai tuoi scritti e li dichiara ispirati dallo Spirito Santo. Nello stesso giorno di Pasqua ti abbiamo ascoltato nel racconto che ci fai della Risurrezione del nostro Salvatore; ottienici, o Santo Evangelista, che questo mistero produca in noi tutti i suoi frutti; che il nostro cuore, come il tuo, si stringa a Gesù risorto, affinchè lo seguiamo ovunque in questa nuova vita che ci ha aperto, risuscitando per primo.
Domandagli che si degni di concederci la sua pace, come la dette ai suoi Apostoli, quando apparve nel Cenacolo; come la dette anche a te, nella prigione.
Tu fosti il discepolo di Pietro; Roma si onora di averti ospitato tra le sue mura; prega adesso per il successore del tuo Maestro, per la Chiesa Romana, sbattuta dalla tempesta. Leone evangelico, implora il Leone della tribù di Giuda in favore del suo popolo; risveglialo dal suo sonno; pregalo di levarsi con la sua forza: mediante il suo solo aspetto, dissiperà tutti i nemici.
O Apostolo dell’Egitto! cosa è divenuta la tua Chiesa di Alessandria, seconda cattedra di Pietro, arrossata dal tuo sangue? Le stesse rovine sono perite. Il vento infuocato dell’eresia portò la desolazione in Egitto, e Dio, nella sua collera, tredici secoli fa, scatenò su di esso il torrente dell’islamismo. Quelle contrade, dovranno dunque rinunziare per sempre a veder brillare di nuovo la fiamma della fede, fino alla venuta del Giudice dei vivi e dei morti? L’ignoriamo; ma, in mezzo agli avvenimenti che si succedono, osiamo pregarti, o Marco, d’intercedere per quelle regioni che evangelizzasti, e dove le anime sono altrettanto devastate quanto il suolo.
Ricordati anche di Venezia, o Marco! il suo scettro è caduto, forse per sempre; ma essa è ancora abitata da quel popolo, i cui antenati si consacrarono a te. Conserva in esso la fede; accordagli la prosperità, fa’ che si risollevi dalle prove avute e renda gloria a Dio.
LA PROCESSIONE DI SAN MARCO
Storia.
La giornata odierna ha un particolare interesse nei fasti della Liturgia per la celebre processione, detta di S. Marco. L’appellativo, di per sè, non è esatto, perchè la processione era già fissata al 25 Aprile prima dell’istituzione della festa del santo Evangelista, che, nel vi secolo, non ne aveva ancora una memoria fissa nella Chiesa romana. Il vero nome di questa Processione è di Litania Maggiore.
La parola Litania significa supplica, e si riferisce ad una processione religiosa durante la quale si eseguono alcuni canti che hanno per scopo di placare il cielo. Indica pure il grido che vi si ripete: « Signore, abbiate pietà! » che ha il medesimo significato delle due parole greche Kyrie, eleison. Più tardi fu applicato il nome di Litanie a tutto l’insieme d’invocazioni aggiunte al seguito delle due parole greche, in maniera da formare un corpo di preghiera liturgica che la Chiesa impiega in alcune circostanze importanti.
La Litania maggiore è chiamata così per distinguerla dalle Litanie minori, o processioni delle Rogazioni, istituite nella Gallia nel v secolo. Da uno scritto di san Gregorio Magno, vediamo che l’uso della Chiesa Romana era di celebrare, ogni anno, una Litania maggiore alla quale prendevano parte tutto il clero e tutto il popolo; uso già molto antico. Il santo Pontefice non fece dunque che fissare questa processione al 25 Aprile, e indicare per luogo stazionale la Basilica di san Pietro.
Molti liturgisti hanno confuso, con la detta istituzione, le Processioni che ordinò varie volte san Gregorio durante le pubbliche calamità: sono ben distinte da quella di oggi, che era in uso già antecedentemente, ma senza data fissa. È dunque a questo giorno che è in relazione la sua determinazione fissa, e non alla solennità di S. Marco, stabilita più tardi. Se capita che il 25 Aprile cada nella settimana di Pasqua, la processione ha luogo nel giorno stesso, almeno che non sia proprio il giorno della Risurrezione: la festa dell’Evangelista è invece rimandata dopo l’Ottava.
Si potrebbe domandare perchè si scelse il 25 Aprile per indicare una Processione ed una Stazione, tutta improntata a compunzione e penitenza, in un tempo dell’anno in cui la Chiesa è immersa nelle gioie della Risurrezione del Signore.
Presso gli antichi Romani, il 25 Aprile si celebrava la festa dei Robigalia, festa che consisteva soprattutto in una processione molto popolare, che andava dalla via Flaminia al Tempio del dio Robigo. Qui si offrivano preghiere e sacrifici alla divinità affinchè preservasse il grano dalla ruggine nell’epoca in cui si era, ossia quella dei geli tardivi della luna d’aprile. La Chiesa, una volta di più, sostituì l’uso pagano con una cerimonia cristiana. Non si può fare a meno di costatare il contrasto evidente che esistette fin d’allora tra l’allegrezza dell’attuale periodo e i sentimenti di penitenza che dovevano accompagnare la Processione e la Stazione della Litania maggiore, istituite entrambe con lo scopo d’implorare la misericordia divina.
Non ci lamentiamo, dunque, se, pur ricolmati da ogni specie di grazie elargiteci in questo sacro Tempo, inondati dalle gioie Pasquali, la Chiesa senta la necessità d’imporci di rientrare per qualche ora nei sentimenti di compunzione che convengono a peccatori, quali siamo. Si tratta di allontanare i flagelli che le iniquità della terra hanno meritato, di ottenere, umiliandoci e invocando l’aiuto della Madre di Dio e dei Santi, la cessazione delle malattie, la conservazione delle messi; di presentare infine alla divina giustizia un compenso per l’orgoglio, la mollezza e le ribellioni dell’uomo.
Facciamo nostri questi sentimenti, e riconosciamo umilmente la parte che hanno i nostri peccati nei motivi che causarono il divino sdegno. E le nostre deboli suppliche, unite a quelle della Chiesa otterranno grazia per i colpevoli, e per noi che siamo nel numero di essi.
Questo giorno, consacrato alla riparazione della gloria divina, non poteva passare senza la salutare espiazione con la quale il cristiano deve accompagnare l’offerta del suo cuore pentito. Fino alla recente riforma del diritto ecclesiastico, che ne ha data dispensa, l’astinenza dalla carne era obbligatoria a Roma in questo giorno; e quando la Liturgia Romana fu adottata in Francia da Pipino e Carlo Magno, vi fu promulgato lo stesso precetto d’astinenza, mentre era già in uso la grande Litania del 25 Aprile. Il concilio di Aix-laChapelle nell ó vi aggiunse l’obbligo della sospensione delle opere servili, disposizione che troviamo pure nei Capitolari di Carlo il Calvo. In quanto al digiuno propriamente detto, che il tempo pasquale non ammetteva, sembra non essere stato osservato, almeno in modo generale. Amalario, nel ix secolo, attesta che al tempo suo non veniva praticato neppure a Roma.
Durante il corso della Processione si cantano le Litanie dei Santi, seguite dai numerosi versetti ed orazioni che le completano. La Messa della Stazione viene celebrata secondo il rito quaresimale, senza Gloria in excelsis e adoperando il colore viola.
Ci sia qui permesso di protestare contro una gran quantità di cristiani, anche di persone più o meno dedite alla pietà, che non si vedono mai assistere alla Processione di san Marco, nè a quelle delle Rogazioni.
Il rilassamento su questo punto è giunto al colmo, soprattutto nelle città. Infatti questi cristiani sono rimasti soddisfatti dell’abolizione dell’astinenza che, prima limitata ad alcune diocesi, ai tempi nostri è stata estesa a tutti i fedeli. Sembrerebbe che questa indulgenza dovesse renderli più zelanti a prender parte all’opera di preghiera, visto che quella della penitenza è stata alleviata dalla dispensa. La presenza del popolo fedele alle Litanie forma una parte essenziale di questo rito riconciliatore; Dio non è tenuto a prendere in considerazione preghiere alle quali non si uniscono quelli che sono chiamati ad offrirle. E questo è uno dei molti punti sui quali una pretesa devozione privata ha gettato nell’illusione molte persone. San Carlo Borromeo, arrivando nella città di Milano, trovò che quel popolo lasciava compiere la Processione del 25 Aprile dal solo clero. Egli s’impose l’obbligo di assistervi in persona; vi andava camminando a piedi nudi; e il popolo, allora, non tardò a seguire le orme del suo pastore.
TERZA DOMENICA DOPO PASQUA
La dignità del popolo Cristiano.
Niente di più grande, di più alto sulla terra che i Principi della Santa Chiesa, che i Pastori stabiliti dal Figlio di Dio, e di cui la successione durerà tanto quanto il mondo; ma non crediamo che i sudditi di questo immenso impero, che si chiama la Chiesa, non abbiano anche la loro magnanima dignità. Il popolo Cristiano, in seno al quale si confondono in completa uguaglianza, sia un Principe che un semplice privato, sovrasta in luce e valore morale tutto il resto dell’umanità. Ovunque esso si estende, penetra la vera civilizzazione; poiché ovunque porta l’esatta nozione di Dio e del fine soprannaturale dell’uomo. Avanti a Lui arretra la barbarie, si cancellano le istituzioni pagane, per quanto antiche possano essere; un giorno vide anche la civiltà Greca e Romana rendergli le armi; e il diritto cristiano, scaturito dal Vangelo, sostituirsi da se stesso a quello dei Gentili. Numerosi fatti hanno dimostrato la superiorità che il battesimo imprime alla stirpe Cristiana; poiché non sarebbe ragionevole pretendere di trovare altrove la ragione principale di questa superiorità nella nostra civiltà, la quale non é stata che la conseguenza del battesimo.
L’Unità della fede.
Ma se la grandezza del popolo Cristiano è tale da esercitare il suo prestigio esteriore anche sugli stessi infedeli, che diremo di quello che la fede rivela in esso? L’Apostolo S. Pietro, il Pastore universale, nelle mani del quale noi abbiamo visto deporre le chiavi del Pastore Divino, così definisce il gregge che è incaricato di pascere: « Ma voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, gente santa, popolo d’acquisto, affinchè proclamiate le virtù di Colui che dalle tenebre vi ha chiamati alla sua meravigliosa luce » (I Piet. 2, 9).
Effettivamente è in seno a questo popolo che si conserva la verità divina; e mai vi si spegnerà. Quando l’autorità docente deve proclamare, con la sua infallibilità, una decisione solenne in materia dottrinale, per prima cosa fa appello alla fede del popolo cristiano, e la sentenza dichiarerà inviolabile ciò che è stato creduto « in tutti i luoghi, in tutti i tempi, e da tutti » (1). Nel popolo cristiano, risiede quell’ammirabile principio della fraternità nelle intelligenze, in virtù del quale voi trovate la fede negli stessi dogmi tra le razze più diverse, anche se ostili le une alle altre; riguardo alla fede e per la sottomissione ai Pastori, non vi è che un popolo solo. Nel grembo di questo popolo, fioriscono le virtù più perfette, qualche volta le più eroiche; poiché esso è depositario, in gran parte, dell’elemento di santi ficazione che Gesù, con la sua grazia, ha riversato nella natura umana.
La testimonianza dell’amore.
Guardate anche con quale amore il Pastorato lo protegge e l’onora! A tutti i gradi della gerarchia è annesso il dovere di dare la propria vita per il gregge.
Questo sacrificio del Pastore per le sue pecorelle non è neppure un eroismo: non è che uno stretto dovere. Vergogna e maledizione a colui che indietreggia! Il Redentore lo qualifica con il nome di mercenario. Ma invece, come è bella e quanto numerosa questa schiera di Pastori che, da diciannove secoli, dànno la vita per il loro gregge! Non vi è una pagina negli annali della Chiesa ove non risplendano i loro nomi, da quello di S. Pietro, crocifisso come il suo Maestro, fino a quello dei Vescovi della Cocincina, del Tonkino e della Russia, i cui recenti martiri sono venuti a ricordarci che il Pastore non ha cessato di considerarsi come la vittima del suo gregge. Perciò noi abbiamo visto che Gesù, prima di affidare i suoi agnelli e le sue pecore a Pietro, ha voluto assicurarsi se egli lo amava più degli altri. Se Pietro ama il suo Maestro, amerà anche le pecorelle di lui, e saprà amarle fino a dare la sua vita per loro. È l’avvertimento datogli dal Salvatore che, dopo avergli affidato tutto l’intero gregge, finisce con il predirgli il martirio. Popolo felice è quello i cui capi non esercitano il loro potere che alla condizione di essere pronti a spargere per esso tutto il loro sangue!
Segni di rispetto.
Con quale rispetto, quale considerazione, i Pastori trattano le pecorelle del Maestro! Se una di esse ha esercitato nella sua vita i caratteri che denotano la santità, fino al punto di meritare di essere proposta come modello e come spirito intercessore alla società cristiana, vedrete che, non solamente il Sacerdote, la cui parola chiama il figlio di Dio sull’altare; non solamente il Vescovo, le cui sacre mani sorreggono il bastone Pastorale; ma lo stesso Vicario di Cristo, s ‘inginocchierà devotamente davanti alla tomba e all’immagine di quel servo, o di quell’ancella del Signore, anche se umile è stato il suo stato sulla terra. Un tale rispetto per le pecorelle di Cristo, la gerarchia ecclesiastica lo testimonierà pure nel bambino appena battezzato, la cui lingua non si è ancora sciolta, che lo Stato non ha ancora annoverato tra i suoi cittadini, che forse prima della fine del giorno sarà già appassito come un fiore di campo. Il Pastore riconosce in lui un membro degno di rispetto di questo corpo di Gesù Cristo che è la Chiesa, un essere ricolmo dei doni sublimi che fanno di lui l’oggetto della compiacenza del cielo e la benedizione di tutti quelli che lo circondano. Quando nel sacro tempio è riunita la folla dei fedeli, e l’incenso si eleva sull’oblazione, e tutto intorno all’altare, il celebrante, che offre il Sacrificio, riceve l’omaggio di questo profumo misterioso che onora in lui il rappresentante di Cristo: il collegio sacerdotale vede poi avanzarsi verso di lui il turiferario, che viene a rendere onore a coloro che hanno i segni del carattere sacro; ma l’incenso non si arresta soltanto nel santuario. Ecco che il turiferario viene a mettersi di fronte alla folla dei fedeli, rendendo loro in nome della Chiesa quel medesimo omaggio che abbiamo visto rendere al Pontefice e ai sacerdoti; poiché anche il popolo fedele vive in Cristo. E ancora: quando noi vediamo che la spoglia mortale di un cristiano, fosse egli stato anche il più povero tra i suoi fratelli, é portata nella casa di Dio per ricevervi gli ultimi doveri, questi doveri sono ancora un omaggio. La Chiesa tiene a riconoscere ed onorare, fino all’ultimo momento, il carattere divino che la fede ha impresso anche nel più umile dei suoi figli. O popolo cristiano! come è giusto dire di te, ed a maggior ragione, ciò che Mose diceva per Israele: « Non c’è infatti altra nazione sì grande, che abbia i suoi dèi a lei così vicini, come il Dio nostro è presente a tutte le nostre invocazioni » (Deut. 4, 7). La terza domenica dopo Pasqua, nella Chiesa Greca, porta il nome di « Domenica del paralitico » perchè vi si celebra, in maniera particolare, la commemorazione del miracolo che nostro Signore operò alla Piscina Probatica.
MESSA
Epistola (I Piet. 2, 11-19). – Carissimi: Vi scongiuro a guardarvi, come forestieri e pellegrini, dai desideri carnali che fan guerra all’anima, e a vivere bene tra le genti, affinchè, invece di calunniarvi, come se foste dei malfattori , giudicandovi dalle buone opere, glorifichino Dio nel giorno in cui li visiterà. Siate adunque, per riguardo a Dio, soggetti ad ogni autorità umana: Al re come a sovrano, ai governanti come a suoi delegati per giustiziare i malfattori ed onorare i buoni; perchè questa è la volontà di Dio, che facendo il bene turiate la bocca all’ignoranza degli uomini stolti. Vivete pur da liberi, non facendo però della libertà un manto per coprire la malizia, ma come servi di Dio. Rispettate tutti; amate i fratelli; temete Dio, onorate il re. Servi, siate con ogni rispetto soggetti ai vostri padroni, non soltanto ai buoni e ai dolci, ma anche a quelli che sono intrattabili. Poiché questa è una cosa gradita a Dio in Gesù Cristo, nostro Signore.
I doveri del cristiano.
« Il dovere di santificarsi si traduce per ognuno in obblighi concreti e adatti all’attuale situazione sociale di ciascuno di noi. La ragione d’insistere è specificata da S. Pietro: il cristiano è come un forestiero, è un ospite di passaggio nel mondo non conquistato dal Vangelo. Bisogna lottare contro le forze del peccato, che s’insinuano anche fino a noi, e conservare pure in mezzo ai Gentili che vi si abbandonano, una condotta esemplare che imponga stima e rispetto.
Questo apostolato, prima di tutto detta ai cristiani con il suo buon esempio la condotta che devono tenere di fronte alle istituzioni umane. Il loro dovere sociale si riassume in quattro brevi frasi, che sono altrettante direttive generali per la vita: 1) trattare tutti gli uomini con il rispetto dovuto alla loro dignità di uomo; 2) amare coloro che ci sono fratelli nella fede; 3) temere Dio, con quel timore che è il principio della vera saggezza e il contrapposto dell’orgogliosa fiducia in noi stessi; 4) rispettare l’autorità regale rendendo a Cesare quel che è di Cesare. Finalmente un pensiero di fede guiderà il rispetto e l’ubbidienza dovuto ai superiori dai loro servi, e questa obbedienza cristiana darà loro diritto ai favori divini. Noi realizzeremo questo ideale del cristiano in grazia alla redenzione, sempre presente sull’altare. Ogni giorno essa ci ricorderà che il cristiano, essendo un altro Cristo, deve soffrire come lui per entrare nella gloria, e ci darà la forza di rassomigliargli.
Vangelo (Gv. 16, 12-22). – In quel tempo: Disse Gesù ai suoi discepoli: Ancora un poco e non mi vedrete; e un altro poco e mi vedrete; perchè vado al Padre. Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: Che vuol dire con questo suo: Ancora un poco e non mi vedrete, e un altro e mi vedrete, e me ne vado al Padre? e ripetevano: Che significa questo suo un poco ? non comprendiamo quello che voglia dire. Or Gesù, conosciuto che volevano interrogarlo, disse loro: Vi domandate l’un l’altro che cosa voglia dire quel mio ancora un poco e non mi vedrete; e un altro poco e mi vedrete. In verità in verità vi dico: piangerete e gemerete ed il mondo godrà: voi certo sarete in afflizione ma la vostra tristezza sarà mutata in letizia. La donna quando partorisce è in doglia, perchè è giunta la sua ora; quando però ha dato alla luce il bambino, non ricorderà più l’angoscia, a motivo dell’allegrezza, perchè è venuto al mondo un uomo. Così voi siete ora in tristezza; ma io vi vedrò di nuovo, e ne gioirà il vostro cuore, e nessuno vi toglierà la vostra gioia.
Fiducia nella prova.
« Il Signore doveva allontanarsi, ma le sue parole agli Apostoli sembravano contradditorie. Come poteva essere nello stesso tempo con il Padre Suo e con essi? Gesù, che leggeva nelle anime, comprese l’ansietà dei suoi. Senza dubbio, parlando così, pensava all’allontanamento momentaneo della passione e alla gioia della Risurrezione. Ma questa sparizione e questo ritorno erano ai suoi occhi, il simbolo di un’altra partenza e di un altro ritorno: l’ascesa al Padre, nell’Ascensione, e la riunione con i discepoli, nell’eternità. Fino ad allora, gli apostoli dovranno lavorare e seminare, in mezzo alle lacrime, nell’assenza del loro Maestro. Ma che importano le tribolazioni del tempo? Non vi penseremo più quando l’uomo rinnovato, sarà stato dato a Dio; quando la Chiesa lo avrà lodato, quando il nuovo Adamo comparirà davanti al Padre con la posterità che avrà generato nel suo sangue. Per farci coraggio non dobbiamo altro che essere ben compresi delle visuali che ci offre il Salvatore. Un istante di angoscia, e poi la gioia senza fine, la cui pienezza non lascerà niente a desiderare, niente da imparare. Nessuna delle potenze create sarà capace di rapircela» (3).
PREGHIAMO
O Dio, che mostri agli erranti la luce della tua verità, perchè possano ritornare sulla via della giustizia, concedi a tutti quelli che dicono di essere cristiani di rigettare tutto ciò che è contrario a questo nome e di praticare ciò che è conforme ad esso.
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