Lunedì nella I Settimana dopo l'Ottava di Pasqua, Feria minore, colore liturgico bianco.
Alla Scrittura occorrente del Mattutino incominciano gli Atti degli Apostoli. A partire da oggi inoltre si possono nuovamente celebrare Messe Votive private e quotidiane di Requiem, inoltre si riprendono le Ottave dei calendari propri.
Primi Vespri della Festa di Sant'Ermenegildo Martire, Semidoppio, colore liturgico rosso.
Qui per le peculiarità del Tempo Pasquale:
Al Breviario
All'Ufficio della Feria:
Tutto dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, I Schema a Lodi) con le Letture del Mattutino e l'Antifona al Benedictus proprie, e l'Orazione della Domenica precedente.
Le Antifone non si raddoppiano, si dicono la Commemorazione della Croce a Lodi e le Preci Domenicali a Prima.
All'Ufficio di Sant'Ermenegildo:
Antifone e Salmi dal Salterio, il resto dal Proprio dei Santi (al 13 Aprile).
Le Antifone non si raddoppiano, si dicono la Commemorazione della Croce a Vespri e le Preci a Compieta.
Al Messale
Si può celebrare facoltativamente la Messa della Domenica in Albis con le seguenti variazioni. A partire da oggi inoltre cambiano le Orazioni pro diversitate temporum assignatae e si dicono queste fino al Venerdì dopo l'Ottava dell'Ascensione incluso.
- Gloria in excelsis
- Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
- La prima della Messa
La seconda di S. Maria: Concede
La terza Contro i persecutori della Chiesa: Ecclesiae tuae; oppure Per il Papa: Deus omnium Fidelium.
Le altre ad libitum
- Prefazio Pasquale (In hoc potissimum die)
- Ite Missa est
- Prologo di San Giovanni
Altrimenti si può celebrare una Messa Votiva privata (senza il Gloria, Orazioni come sopra, Prefazio della Messa o Pasquale, Benedicamus Domino), o ancora una quotidiana di Requiem (con tre Orazioni).
Letture del Mattutino (in latino)
AD NOCTURNUM
Lectio 1
Incipit liber Actuum Apostolórum
Act 1:1-8
Primum quidem sermónem feci de ómnibus, o Theóphile, quæ cœpit Jesus fácere et docére usque in diem qua præcípiens Apóstolis per Spíritum Sanctum, quos elégit, assúmptus est: quibus et prǽbuit seípsum vivum post passiónem suam in multis arguméntis, per dies quadragínta appárens eis, et loquens de regno Dei. Et convéscens, præcépit eis ab Jerosólymis ne discéderent, sed exspectárent promissiónem Patris, quam audístis (inquit) per os meum: Quia Joánnes quidem baptizávit aqua, vos autem baptizabímini Spíritu Sancto non post multos hos dies. Igitur qui convénerant, interrogábant eum, dicéntes: Dómine, si in témpore hoc restítues regnum Israël? Dixit autem eis: Non est vestrum nosse témpora vel moménta quæ Pater pósuit in sua potestáte: sed accipiétis virtútem superveniéntis Spíritus Sancti in vos, et éritis mihi testes in Jerúsalem, et in omni Judǽa, et Samaría, et usque ad últimum terræ.
Lectio 2, Act 1:9-14
Et cum hæc dixísset, vidéntibus illis, elevátus est: et nubes suscépit eum ab óculis eórum. Cumque intueréntur in cælum eúntem illum, ecce duo viri astitérunt juxta illos in véstibus albis, qui et dixérunt: Viri Galilǽi, quid statis aspiciéntes in cælum? Hic Jesus, qui assúmptus est a vobis in cælum, sic véniet quemádmodum vidístis eum eúntem in cælum. Tunc revérsi sunt Jerosólymam a monte qui vocátur Olivéti, qui est juxta Jerúsalem, sábbati habens iter. Et cum introíssent in cœnáculum, ascendérunt ubi manébant Petrus, et Joánnes, Jacóbus, et Andréas, Philíppus, et Thomas, Bartholomǽus, et Matthǽus, Jacóbus Alphǽi, et Simon Zelótes, et Judas Jacóbi. Hi omnes erant perseverántes unanímiter in oratióne cum muliéribus, et María matre Jesu, et frátribus eius.
Lectio 3, Act 1:15-26
In diébus illis, exsúrgens Petrus in médio fratrum, dixit (erat autem turba hóminum simul, fere centum vigínti): Viri fratres, opórtet impléri Scriptúram quam prædíxit Spíritus Sanctus per os David de Juda, qui fuit dux eórum qui comprehendérunt Jesum: qui connumerátus erat in nobis, et sortítus est sortem ministérii huius. Et hic quidem possédit agrum de mercéde iniquitátis, et suspénsus crépuit médius: et diffúsa sunt ómnia víscera ejus. Et notum factum est ómnibus habitántibus Jerúsalem, ita ut appellarétur ager ille, lingua eórum, Hacéldama, hoc est, ager sánguinis. Scriptum est enim in libro Psalmórum: Fiat commorátio eórum desérta, et non sit qui inhábitet in ea: et episcopátum eius accípiat alter. Opórtet ergo ex his viris qui nobíscum sunt congregáti in omni témpore quo intrávit et exívit inter nos Dóminus Jesus, incípiens a baptísmate Joánnis usque in diem qua assúmptus est a nobis, testem resurrectiónis eius nobíscum fíeri unum ex istis. Et statuérunt duos, Joseph, qui vocabátur Bársabas, qui cognominátus est Justus, et Matthíam. Et orántes dixérunt: Tu Dómine, qui corda nosti ómnium, osténde quem elégeris ex his duóbus unum, accípere locum ministérii huius et apostolátus, de quo prævaricátus est Judas ut abíret in locum suum. Et dedérunt sortes eis, et cécidit sors super Matthíam: et annumerátus est cum úndecim Apóstolis.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
NOTTURNO UNICO
Lettura 1
Incomincia il libro degli Atti degli Apostoli
Atti 1:1-8
Prima, o Teofilo, io ho fatto narrazione di tutto quello che Gesù incominciò a fare e ad insegnare fino al giorno, che, dopo aver dato, per mezzo dello Spirito Santo, i suoi ordini agli Apostoli che aveva eletti, fu assunto: e ad essi si presentò vivo dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni, e parlando del regno di Dio. E trovandosi con essi a mensa, comandò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di aspettare ciò che il Padre aveva promesso, e «che avete udito (disse) dalla mia bocca: poiché se Giovanni ha battezzato con acqua, voi invece, di qui a non molti giorni, sarete battezzati collo Spirito Santo». Ma i convenuti gli domandavano: Signore, è questo il tempo che ristabilirai il regno di Israele? Ed egli disse loro: Non tocca a voi di sapere i tempi e i momenti che il Padre ha fissati di sua propria autorità: ma quando lo Spirito Santo verrà su di voi, voi sarete rivestiti di forza, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, nella Samaria, e fino alle estremità della terra.
Lettura 2, Atti 1:9-14
E detto questo, sotto i loro sguardi, si levò in alto: e una nuvola lo tolse ai loro occhi. E come essi tenevano gli occhi fissi in cielo mentre egli se ne andava, ecco farsi innanzi a loro due personaggi vestiti di bianco e dire: Uomini di Galilea, che state a guardare in cielo? Questo Gesù che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, ritornerà nello stesso modo che l'avete visto andare nel cielo. Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte chiamato dell'Oliveto, il quale è vicino a Gerusalemme distante il cammino d'un sabato. Arrivati, salirono nel cenacolo in cui alloggiavano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo d'Alfeo e Simone lo Zelante, e Giuda di Giacomo. Tutti questi perseveravano concordi nella preghiera, insieme colle donne, e con Maria madre di Gesù, e coi cugini di lui.
Lettura 3, Atti 1:15-26
E in quei giorni, alzatosi Pietro in mezzo ai fratelli (il numero delle persone radunate era di circa centoventi), disse: Fratelli miei, bisogna che si adempia la Scrittura, cioè quello che lo Spirito Santo predisse per bocca di Davide, a riguardo di Giuda, il quale fece da guida a quelli che catturarono Gesù: sebbene egli fosse uno dei nostri e avesse avuto la sua parte del nostro ministero. Or costui, dopo aver comprato un campo col prezzo del suo delitto, impiccatovisi, gli si squarciò il ventre: e si sparsero tutte le sue viscere. E il fatto fu così noto a tutti gli abitanti di Gerusalemme, che quel campo venne chiamato nella loro lingua, Aceldama, cioè campo del sangue. Difatti sta scritto nel libro dei Salmi: «La loro abitazione divenga deserta e non ci sia chi abiti in essa» Ps. 68,26: «e il suo ministero lo riceva un altro» Ps. 108,8. Bisogna dunque che di questi uomini che sono stati uniti con noi per tutto il tempo, che il Signore Gesù è andato e venuto tra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni sino al giorno, in cui è stato assunto di mezzo a noi, di questi, dico, uno diventi con noi testimone della risurrezione di lui. E ne proposero due, Giuseppe detto Barsaba, soprannominato il Giusto, e Mattia. E fecero questa preghiera: Tu, Signore, che conosci i cuori di tutti, indica quale di questi due tu hai scelto per occupare in questo ministero e apostolato il posto che Giuda col suo delitto lasciò per andarsene al suo luogo. E li tirarono a sorte, e la sorte cadde su Mattia, il quale fu aggregato agli undici Apostoli.
Ad Primam: il Martirologio del 13 Aprile 2021.
Idibus Aprilis, luna prima.
INTROITUS
Quasi modo géniti infántes, allelúja: rationabiles, sine dolo lac concupíscite, allelúja, allelúja, allelúja. --- Exsultáte Deo, adjutóri nostro: jubiláte Deo Jacob. --- Gloria Patri --- Quasi modo géniti infántes, allelúja: rationabiles, sine dolo lac concupíscite, allelúja, allelúja, allelúja.
COLLECTAE
Orémus. Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui paschália festa perégimus, hæc, te largiénte, móribus et vita teneámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Concéde nos fámulos tuos, quǽsumus, Dómine Deus, perpetua mentis et corporis sanitáte gaudére: et, gloriosa beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, a præsénti liberári tristitia, et aeterna perfrui lætítia.
Ecclésiæ tuæ, quæsumus, Dómine, preces placátus admítte: ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, secúra tibi sérviat libertáte.
Orationes ad libitum.
EPISTOLA
Léctio Epístolæ beáti Joánnis Apóstoli
1 Joann 5:4-10
Caríssimi: Omne, quod natum est ex Deo, vincit mundum: et hæc est victoria, quæ vincit mundum, fides nostra. Quis est, qui vincit mundum, nisi qui credit, quóniam Jesus est Fílius Dei? Hic est, qui venit per aquam et sánguinem, Jesus Christus: non in aqua solum, sed in aqua et sánguine. Et Spíritus est, qui testificátur, quóniam Christus est véritas. Quóniam tres sunt, qui testimónium dant in cœlo: Pater, Verbum, et Spíritus Sanctus: et hi tres unum sunt. Et tres sunt, qui testimónium dant in terra: Spíritus, et aqua, et sanguis: et hi tres unum sunt. Si testimónium hóminum accípimus, testimónium Dei majus est: quóniam hoc est testimónium Dei, quod majus est: quóniam testificátus est de Fílio suo. Qui credit in Fílium Dei, habet testimónium Dei in se.
ALLELUIA
Allelúja, allelúja. In die resurrectiónis meæ, dicit Dóminus, præcédam vos in Galilǽam. Allelúja. Post dies octo, jánuis clausis, stetit Jesus in médio discipulórum suórum, et dixit: Pax vobis. Allelúja.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.
Joann 20:19-31
In illo témpore: Cum sero esset die illo, una sabbatórum, et fores essent clausæ, ubi erant discípuli congregáti propter metum Judæórum: venit Jesus, et stetit in médio, et dixit eis: Pax vobis. Et cum hoc dixísset, osténdit eis manus et latus. Gavísi sunt ergo discípuli, viso Dómino. Dixit ergo eis íterum: Pax vobis. Sicut misit me Pater, et ego mitto vos. Hæc cum dixísset, insufflávit, et dixit eis: Accípite Spíritum Sanctum: quorum remiseritis peccáta, remittúntur eis; et quorum retinuéritis, reténta sunt. Thomas autem unus ex duódecim, qui dícitur Dídymus, non erat cum eis, quando venit Jesus. Dixérunt ergo ei alii discípuli: Vídimus Dóminum. Ille autem dixit eis: Nisi vídero in mánibus ejus fixúram clavórum, et mittam dígitum meum in locum clavórum, et mittam manum meam in latus ejus, non credam. Et post dies octo, íterum erant discípuli ejus intus, et Thomas cum eis. Venit Jesus, jánuis clausis, et stetit in médio, et dixit: Pax vobis. Deinde dicit Thomæ: Infer dígitum tuum huc et vide manus meas, et affer manum tuam et mitte in latus meum: et noli esse incrédulus, sed fidélis. Respóndit Thomas et dixit ei: Dóminus meus et Deus meus. Dixit ei Jesus: Quia vidísti me, Thoma, credidísti: beáti, qui non vidérunt, et credidérunt. Multa quidem et alia signa fecit Jesus in conspéctu discipulórum suórum, quæ non sunt scripta in libro hoc. Hæc autem scripta sunt, ut credátis, quia Jesus est Christus, Fílius Dei: et ut credéntes vitam habeátis in nómine ejus.
OFFERTORIUM
Orémus. Angelus Dómini descéndit de cœlo, et dixit muliéribus: Quem quǽritis, surréxit, sicut dixit, allelúja.
SECRETAE
Suscipe múnera, Dómine, quǽsumus, exsultántis Ecclésiæ: et, cui causam tanti gáudii præstitísti, perpétuæ fructum concéde lætítiæ. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Tua, Dómine, propitiatióne, et beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, ad perpétuam atque præséntem hæc oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem.
Prótege nos, Dómine, tuis mystériis serviéntes: ut, divínis rebus inhæréntes, et córpore tibi famulémur et mente.
Orationes ad libitum.
PRAEFATIO PASCHALIS
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre: Te quidem, Dómine, omni témpore, sed in hoc potíssimum die gloriósius prædicáre, cum Pascha nostrum immolátus est Christus. Ipse enim verus est Agnus, qui ábstulit peccáta mundi. Qui mortem nostram moriéndo destrúxit et vitam resurgéndo reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia cœléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: (Sanctus).
COMMUNIO
Mitte manum tuam, et cognósce loca clavórum, allelúja: et noli esse incrédulus, sed fidélis, allelúja, allelúja.
POSTCOMMUNIO
Orémus. Quǽsumus, Dómine, Deus noster: ut sacrosáncta mystéria, quæ pro reparatiónis nostræ munímine contulísti; et præsens nobis remédium esse fácias et futúrum. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Sumptis, Dómine, salútis nostræ subsídiis: da, quaesumus, beátæ Maríæ semper Vírginis patrocíniis nos ubíque prótegi; in cuius veneratióne hæc tuæ obtúlimus maiestáti.
Quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, humánis non sinas subjacére perículis.
Orationes ad libitum.
Traduzione italiana
INTROITO
Come bambini appena nati, alleluia, siate bramosi di latte spirituale e puro, alleluia, alleluia, alleluia. --- Inneggiate a Dio nostro aiuto; acclamate il Dio di Giacobbe. --- Gloria. --- Come bambini appena nati, alleluia, siate bramosi di latte spirituale e puro, alleluia, alleluia, alleluia.
COLLETTE
Preghiamo. Concedi, Dio onnipotente, che, terminate le feste pasquali, noi, con la tua grazia, ne conserviamo il frutto nella vita e nella condotta. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. Signore, te ne preghiamo, concedi ai tuoi servi perpetua salute di anima e di corpo; e, per intercessione della beata Vergine Maria, concedici di essere liberati dai mali presenti e di godere delle gioie eterne.
Accogli, placato, o Signore le preghiere della tua Chiesa perché, distrutte tutte le avversità e gli errori, ti serva in sicura libertà.
Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.
EPISTOLA
Lettura della lettera di san Giovanni Apostolo.
1 Giov 5:4-10.
Carissimi: chiunque è nato da Dio trionfa del mondo; e ciò che ha trionfato del mondo è la nostra fede. Chi è che vince il mondo, se non chi crede che Gesù è figliolo di Dio? È Lui che è venuto per mezzo dell’acqua e del sangue, Gesù Cristo: non nell’acqua solo, ma nell’acqua e nel sangue. Ed è lo Spirito che attesta, perché lo Spirito è verità. Poiché sono tre che rendono testimonianza in cielo: il Padre, il Verbo e lo Spirito Santo: e questi tre sono una sola cosa. E sono tre che rendono testimonianza in terra: lo Spirito, l’ acqua e il sangue: e questi tre sono concordi. Se ammettiamo la testimonianza degli uomini, dobbiamo tanto più ammettere la testimonianza di Dio, che è superiore. Ora è Dio stesso che ha reso testimonianza al suo Figlio. Chi crede nel figliolo di Dio ha in sé la testimonianza di Dio.
ALLELUIA
Allelúia, allelúia. Il giorno della mia risurrezione, dice il Signore, mi seguirete in Galilea. Allelúia. Otto giorni dopo, a porte chiuse, Gesù si fece vedere in mezzo ai suoi discepoli, e disse: pace a voi. Allelúia.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.
Giov 20:19-31.
In quel tempo, la sera di quel giorno, il primo della settimana, essendo, per paura dei Giudei, chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli, venne Gesù, si presentò in mezzo a loro e disse: Pace a voi! E detto ciò mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono nel vedere il Signore. Ed egli disse loro di nuovo: Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così anch’io mando voi. E detto questo, soffiò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo. A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi; a chi li riterrete, essi saranno ritenuti. E uno dei dodici, Tommaso, detto Didimo, non era con loro quando venne Gesù. Ora gli altri discepoli gli dissero: Abbiamo visto il Signore. Ma egli rispose loro: Non crederò se non dopo aver visto nelle sue mani la piaga fatta dai chiodi e aver messo il mio dito dove erano i chiodi e la mia mano nella ferita del costato. Otto giorni dopo i discepoli si trovavano di nuovo in casa e Tommaso era con loro. Venne Gesù a porte chiuse e stando in mezzo a loro disse: Pace a voi! Poi disse a Tommaso: Metti qua il tuo dito, e guarda le mie mani; accosta anche la tua mano e mettila nel mio costato; e non voler essere incredulo, ma fedele. Tommaso gli rispose: Signore mio e Dio mio! E Gesù: Tommaso, tu hai creduto perché mi hai visto con i tuoi occhi; beati coloro che non vedono eppure credono. Gesù fece ancora, in presenza dei suoi discepoli, molti altri miracoli, che non sono stati scritti in questo libro. Queste cose sono state scritte, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché credendo, abbiate vita nel nome di lui.
OFFERTORIO
Preghiamo. Un Angelo del Signore discese dal cielo e disse alle donne: Quegli che voi cercate è risuscitato come aveva detto, alleluia.
SECRETE
Signore, ricevi i doni della Chiesa esultante; e, a chi hai dato causa di tanta gioia, concedi il frutto di eterna letizia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Per la tua clemenza, Signore, e per l'intercessione della beata sempre vergine Maria, l'offerta di questo sacrificio giovi alla nostra prosperità e pace nella vita presente e nella futura.
Proteggi, o Signore, noi che celebriamo i tuoi misteri, perché trattando le cose divine, ti serviamo col corpo e coll’anima.
Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, solo l'ultima ha la conclusione.
PREFAZIO PASQUALE
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare: Che Te, o Signore, esaltiamo in ogni tempo, ma ancor piú gloriosamente in questo tempo in cui, nostro Agnello pasquale, si è immolato il Cristo. Egli infatti è il vero Agnello, che tolse i peccati del mondo. Che morendo distrusse la nostra morte, e risorgendo ristabilí la vita. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine: (Sanctus).
COMUNIONE
Metti la tua mano, e riconosci il posto dei chiodi, alleluia; e non essere incredulo, ma fedele, alleluia, alleluia.
POST-COMUNIONE
Preghiamo. Ti preghiamo, Signore Dio nostro, che i sacrosanti misteri, che tu hai dato a presidio del nostro rinnovamento, ci siano rimedio nel presente e nell’avvenire. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. Ricevuti i misteri della nostra salvezza, ti preghiamo, o Signore, di essere ovunque protetti dalla beata sempre vergine Maria, ad onore della quale abbiamo presentato alla tua maestà questo sacrificio.
Ti preghiamo, Signore Iddio nostro, perché Tu non permetta che soggiacciano a umani pericoli coloro cui hai concesso di godere delle divina partecipazione.
Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.
Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger
LUNEDI’ DELLA SECONDA SETTIMANA DOPO PASQUA
Guardare ed ascoltare.
La prima settimana è stata consacrata completamente alla gioia del ritorno dell’Emmanuele. Possiamo quasi dire che Egli ci è apparso ad ogni ora, per renderci certi della sua Risurrezione: « vedete, palpate; sono proprio io » (Le. 24, 39), ci ha detto, ma sappiamo che la sua presenza visibile non dovrà prolungarsi tra noi più di quaranta giorni.
Questo periodo procede a poco a poco, le ore passano; e presto sparirà ai nostri sguardi colui verso il quale la terra ha sospirato tanto. « O speranza d’Israele, suo Salvatore nel tempo d’angoscia, perchè ti fai come straniero nel paese, come viandante che si ferma a pernottare? perchè la tua corsa è simile a quella dell’uomo che non si arresta mai? » esclama il Profeta (Ger. 14, 8). Ma gli istanti sono sempre più preziosi.
Stringiamoci intorno a lui durante queste ore così rapide; seguiamolo con lo sguardo, quando non udiamo più la sua voce; raccogliamo soprattutto le sue parole, quando arrivano fino a noi: esse sono il testamento di nostro Signore.
L’organizzazione della Chiesa.
Durante questi quaranta giorni, egli continuerà ad apparire ai suoi discepoli, non più con l’intento di dar loro la certezza della sua Risurrezione della quale non possono più dubitare, ma come ce lo insegna san Luca, per « intrattenerli sul regno di Dio » (Atti, 1, 3). Per mezzo del suo sangue e del suo trionfo gli uomini sono stati ormai riscattati; il cielo e la terra si sono ormai rappacificati; ciò che resta da fare adesso è l’organizzazione della Chiesa. Questa è il regno di Dio, poiché è in essa e per essa che Dio regnerà sulla terra.
È la Sposa del Divin Risorto, che l’ha innalzata dalla polvere; è ora che egli la doti e la orni per il giorno in cui lo Spirito Santo, discendendo su di lei, dovrà proclamarla, di fronte a tutte le nazioni, Sposa del Verbo incarnato e Madre degli eletti.
Tre cose sono necessarie alla Chiesa per l’esercizio della sua missione:
I – una costituzione preparata dalla stessa mano del Figlio di Dio, e per mezzo della quale diventerà una società visibile e permanente;
II – il desposito lasciato nelle sue mani di tutte quelle verità che il suo celeste Sposo è venuto a rivelare o confermare quaggiù, ciò che comprende il diritto d’insegnare e di farlo con infallibilità;
III – finalmente, i mezzi efficaci per i quali i fedeli di Cristo saranno ammessi a partecipare alle grazie di salvezza e di santificazione che sono il frutto del Sacrificio offerto sulla croce.
Gerarchia, dottrina, sacramenti: tali sono i punti essenziali e gravi, sui quali Gesù, durante quaranta giorni, dà le sue ultime e solenni istruzioni.
Prima di seguirlo in questo sublime lavoro, per mezzo del quale dispone e perfeziona l’opera sua, consideriamolo ancora in tutta l’attuale settimana nel suo atteggiamento di Figlio di Dio risuscitato, mentre dimora tra gli uomini, e presenta alla loro ammirazione ed al loro amore tanti atti che è importante raccogliere. Noi l’abbiamo contemplato nelle fasce e sulla croce: che ci sia ora permesso di considerarlo nella sua gloria.
L’umanità del Signore risorto.
Egli sta davanti a noi, « il più bello tra i figli degli uomini » (Sai. 44). Ma se meritava già di essere chiamato così fin dal tempo in cui velava il fulgore dei suoi tratti sotto l’infermità di una carne mortale, quale non è lo splendore della sua bellezza, oggi, che ha vinto la morte e che non nasconde più, come prima, i raggi della sua gloria! Eccolo così per l’eternità all’età del suo trionfo, a quell’età in cui l’uomo è nel pieno vigore delle sue forze e della bellezza, in cui niente annuncia ancora la futura decadenza. I giusti, nella risurrezione generale, riprenderanno i corpi com’erano durante la loro vita, ed entreranno così per sempre nella gloria, fissata, come dice l’apostolo: « alla misura della piena statura di Cristo » (Ef. 4).
Ma non è soltanto per l’armonia dei suoi tratti che il corpo del Signore risorto rapisce gli sguardi dei mortali dai quali si lascia contemplare; alcune perfezioni che l’occhio dei tre Apostoli aveva appena notato un istante sul Tabor, sembrano accresciute in lui di tutta la magnificenza del suo trionfo. Nella Trasfigurazione, l’umanità, unita col Verbo divino, risplendeva come il sole: adesso tutto lo splendore della vittoria e della regalità è venuto ad unirsi con quello che proiettava sul corpo, non ancora glorificato del Redentore, la persona divina alla quale l’Incarnazione l’aveva unito. Oggi gli astri del firmamento non sono più degni d’essere messi a confronto con lo splendore di questo sole divino che, come dice S. Giovanni, basterebbe ad illuminare la Gerusalemme celeste (Apoc. 21, 23).
A quel dono che l’Apostolo dei Gentili designa col nome di chiarezza si aggiunge quello della impassibilità, per il quale il suo corpo non è più accessibile nè alla sofferenza, nè alla morte. La vita si è insediata in lui; l’immortalità brilla in tutti i suoi lineamenti; è entrato nelle condizioni della vita eterna. Quel corpo è ancora materia, ma nessuna diminuzione, nessuna debolezza potrebbe più far presa su di lui: si sente che è in possesso della vita, e per sempre! La terza qualità del corpo glorioso del nostro Redentore è l’agilità cori la quale si trasferisce da un luogo all’altro senza sforzo e in un istante. La carne ha perduto quel peso, che nel nostro stato attuale, impedisce al corpo di seguire i movimenti e la volontà dell’anima. Egli attraversa, con la velocità del lampo, lo spazio tra Gerusalemme e la Galilea; e la Sposa esclama con gioia: « Sento la voce del diletto! Eccolo venire saltellando pei monti, balzando per i colli » (Cant. 2). E finalmente per una quarta meraviglia, il corpo dell’Emmanuele si è rivestito di quel dono che l’Apostolo chiama la spiritualità; ossia che, anche senza cambiar di natura, la sua sottigliezza è divenuta tale da penetrare tutti gli ostacoli con maggiore energia di quella che impiega la luce ad attraversare il cristallo. L’abbiamo visto infatti valicare la pietra sigillata del sepolcro nel momento in cui l’anima si riuniva con lui; e, adesso, entra nel Cenacolo, le cui porte sono chiuse, e appare improvvisamente allo sguardo attonito dei suoi discepoli.
Tale è il nostro liberatore , affrancato dalle condizioni della mortalità. Non ci meravigliamo più che la Chiesa, questa piccola famiglia che lo circonda e dalla quale noi siamo discesi, sia rapita di gioia alla sua vista, e che gli dica, nella sua ammirazione e con tutto il suo amore: « Come sei bello , o mio diletto »{ibid.). Ripetiamolo a nostra volta; sì, tu sei bello più di ogni altra cosa, o Gesù! I nostri occhi così afflitti dallo spettacolo dei tuoi dolori, quando poco tempo fa ci apparivi coperto di piaghe, simile a un lebbroso, non si stancano oggi di contemplare lo splendore di cui brilli, di bearsi nel tuo divino incanto.
Gloria a te nel tuo trionfo! ma anche gloria nella tua munificenza verso quelli che hai redento, poiché hai decretato che, un giorno, i nostri corpi, purificati dall’umiliazione della tomba, divideranno, col tuo, le prerogative che noi ammiriamo in esso.
Nessun commento:
Posta un commento