08 settembre 2021

Giovedì 9 Settembre 2021 nella liturgia



Festa di San Gorgonio Martire, Semplice, colore liturgico rosso.

Primi Vespri della Festa di San Nicola da Tolentino Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco.


Qui per le peculiarità del Tempo dopo Pentecoste:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/05/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


Al Breviario

All'Ufficio di San Gorgonio:

Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di un Martire. Prime due Letture dal Proprio del Tempo al Giovedì nella II Settimana di Settembre, III Lezione e Orazione dal Proprio dei Santi (al 9 Settembre).

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio di San Nicola da Tolentino:

Ai Vespri tutto dal Comune di un Confessore non Pontefice, Orazione dal Proprio dei Santi (al 10 Settembre).

Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio e le Preci si omettono. La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Vespri è <<meruit beatas scandere sedes>>.


Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Secondo giorno tra l'Ottava della Natività della Beata Vergine Maria, Semidoppio, colore liturgico bianco. Commemorazione di San Gorgonio Martire.

Primi Vespri della Festa di San Nicola da Tolentino Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco. Commemorazione dell'Ottava.


All'Ufficio dell'Ottava:

Tutto come il giorno della Festa. Letture del I Notturno dal Proprio del Tempo al Giovedì nella II Settimana di Settembre, Letture del II e del III Notturno, Orazione e commemorazione, al 9 Settembre.

La conclusione degli è quella propria della Beata Vergine Maria: <<Jesu tibi sit gloria, qui natus es de Virgine, cum Patre et almo Spiritu, in sempiterna saecula>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<Gloria tibi Domine, qui natus es de Virgine, cum Patre et Sancto Spiritu, in sempiterna saecula>>. Le Antifone non si raddoppiano, le Commemorazioni Comuni e le Preci si omettono. Il Versetto del Responsorio di Prima è <<qui natus es de Maria Virgine>>.

All'Ufficio di San Nicola da Tolentino:

Ai Vespri tutto dal Comune di un Confessore non Pontefice con i Salmi indicati (che si prendono dai Primi Vespri del Comune degli Apostoli, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi (al 10 Settembre).

Le Antifone si raddoppiano, le Commemorazioni Comuni e le Preci si omettono. La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Vespri è <<meruit beatas scandere sedes>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hodie laetus meruit secreta scandere coeli>>. La conclusione dell'Inno Te lucis di Compieta è quella propria della Beata Vergine Maria come sopra.


Al Messale

Si può celebrare facoltativamente la Messa di San Gorgonio.

Messa Laetabitur dal Comune di un Martire con le Orazioni al 10 Settembre:

  • Gloria in excelsis
  • Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
    • La prima della Messa
    • La seconda è Ad poscenda suffragia Sanctorum (A cunctis)
    • Le altre ad libitum
  • Prefazio Comune
  • Ite Missa est
  • Prologo di San Giovanni

    Oppure è possibile celebrare una Messa Votiva privata (senza Gloria, tre o cinque o sette Orazioni di cui la prima della Messa, la seconda è la commemorazione di San Gorgonio, la terza A cunctis, Prefazio della Messa o Comune, Benedicamus Domino), o ancora una Messa quotidiana di Requiem (con tre Orazioni).


    Letture del Mattutino (in latino)

    AD NOCTURNUM

    Lectio 1

    De libro Job

    Job 38:1-7

    Respóndens autem Dóminus Job de túrbine, dixit: Quis est iste invólvens senténtias sermónibus imperítis? Accínge, sicut vir, lumbos tuos; interrogábo te et respónde mihi. Ubi eras quando ponébam fundaménta terræ? Indica mihi, si habes intellegéntiam. Quis pósuit mensúras ejus, si nosti? vel quis teténdit super eam líneam? Super quo bases illíus solidátæ sunt? aut quis demísit lápidem angulárem ejus, cum me laudárent simul astra matutína, et jubilárent omnes fílii Dei?

    Lectio 2, Job 38:8-13

    Quis conclúsit óstiis mare, quando erumpébat quasi de vulva procédens, cum pónerem nubem vestiméntum ejus, et calígine illud, quasi pannis infántiæ, obvólverem? Circúmdedi illud términis meis, et pósui vectem et óstia, et dixi: Usque huc vénies, et non procédes ámplius, et hic confrínges tuméntes fluctus tuos. Numquid post ortum tuum præcepísti dilúculo, et ostendísti auróræ locum suum? Et tenuísti concútiens extréma terræ, et excussísti ímpios ex ea?

    Lectio 3

    Gorgonius, Nicomedíæ natus, Diocletiáni imperatóris cubicularius, Dorothéo colléga suo adjutore, réliquos omnes cubículi minístros ad Christi fidem perdúxit. Uterque autem, cum vidísset quodam die Mártyrem coram Diocletiáno acerbíssime cruciari, ejus exemplo martyrii amore incénsus est. Itaque ambórum hæc vox erupit: Quid est, imperátor, quod hujus condemnáta senténtia, quæ nobis cum eo communis est, unum illum punis? istius nostra étiam est fides, idem propositum. Eos ígitur vinctos imperátor flagellis cóncidi jubet, ita ut toto corpore cutis dirumperétur, et in plagas acetum infundi sale permixtum; mox revinctis in cratícula súbjici ímperat vim candéntium carbónum. Denique, varie torti, suspendio necáti sunt. Ac sancti Gorgonii corpus aliquándo Romam portátum, inter duas Lauros via Latina sepúltum, póstea a Gregório quarto summo Pontifice in basilicam Principis Apostolórum translátum est.


    Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

    NOTTURNO UNICO

    Lettura 1

    Dal libro di Giobbe

    Job 38:1-7

    Allora il Signore rispose Giobbe di mezzo al turbine e disse: Chi è costui che avviluppa sentenze in discorsi da ignorante? Cingi, qual prode, i tuoi fianchi; io t'interrogherò e tu rispondimi. Dov'eri tu quand'io gettavo i fondamenti della terra? Dimmelo, se hai (tanta) intelligenza. Chi ne fissò le dimensioni, lo sai tu? o chi stese su di essa il regolo? Su che cosa stanno piantate le sue basi? o chi gettò la sua pietra angolare, mentre mi lodavano insieme gli astri del mattino, e plaudivano tutti i figli di Dio?

    Lettura 2, Job 38:8-13

    Chi chiuse con porte il mare, quando eruppe uscendo quasi dal seno materno, quando di vapori lo vestivo, e lo involgevo nella caligine, come un bambino nelle fasce? Io lo ristrinsi nei confini posti da me, e gli misi attorno sbarre e contrafforti, e dissi: Fin qui verrai, ma non passerai oltre, e qui infrangerai gli orgogliosi tuoi flutti. Da che sei nato, hai comandato forse all'alba e additato all'aurora il suo posto? Hai tu scosso colle tue mani i lembi della terra, e ne hai sbalzati gli empi?

    Lettura 3

    Gorgonio, nato a Nicomedia, cameriere dell'imperatore Diocleziano, convertì, coll'aiuto del collega Doroteo, alla fede di Cristo tutti gli altri servi del palazzo. Mentre assistevano un giorno, tutti due alle crudeli torture che s'infliggevano a un Martire alla presenza di Diocleziano, il suo esempio li infiammò dell'amore del martirio. Quindi tutti due proruppero in queste voci: Perché, o imperatore, punire solo costui mentre meritiamo anche noi d'essere puniti con lui? La sua fede è anche la nostra, lo stesso il proposito. Perciò l'imperatore ordinò che fossero incatenati e flagellati, finché il loro corpo non fosse ridotto una piaga, e che si spandesse sulle ferite dell'aceto mescolato con sale; quindi comandò di legarli su d'una graticola e di metterli su carboni ardenti. Infine, tormentati in varie guise, morirono sul patibolo. Il corpo di san Gorgonio trasportato in seguito a Roma e sepolto ai due Lauri sulla via Latina, fu poi trasferito dal sommo Pontefice Gregorio IV nella basilica del Principe degli Apostoli.


    Ad Primam: il Martirologio del 10 Settembre 2021

    Quarto Idus Septembris, luna tertia.



    Nel quarto giorno alle Idi di Settembre, luna terza.




    Parti proprie della Messa (in latino)

    INTROITUS

    Lætábitur justus in Dómino, et sperábit in eo: et laudabúntur omnes recti corde. --- Exáudi, Deus, oratiónem meam, cum déprecor: a timóre inimíci éripe ánimam meam. --- Glória Patri --- Lætábitur justus in Dómino, et sperábit in eo: et laudabúntur omnes recti corde.

    COLLECTAE

    Orémus. Sanctus tuus, Dómine, Gorgónius sua nos intercessióne lætíficet: et pia fáciat sollemnitáte gaudére. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. A cunctis nos, quǽsumus, Dómine, mentis et córporis defénde perículis: et, intercedénte beáta et gloriósa semper Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis, salútem nobis tríbue benígnus et pacem; ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, Ecclesia tua secúra tibi sérviat libertáte.

    Orationes ad libitum.

    EPISTOLA

    Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Timotheum

    2 Tim 2:8-10; 3:10-12

    Caríssime: Memor esto, Dóminum Jesum Christum resurrexísse a mórtuis ex sémine David, secúndum Evangélium meum, in quo labóro usque ad víncula, quasi male óperans: sed verbum Dei non est alligátum. Ideo ómnia sustíneo propter eléctos, ut et ipsi salútem consequántur, quæ est in Christo Jesu, cum glória coelésti. Tu autem assecútus es meam doctrínam, institutiónem, propósitum, fidem, longanimitátem, dilectiónem, patiéntiam, persecutiónes, passiónes: quália mihi facta sunt Antiochíæ, Icónii et Lystris: quales persecutiónes sustínui, et ex ómnibus erípuit me Dóminus. Et omnes, qui pie volunt vívere in Christo Jesu, persecutiónem patiéntur.

    GRADUALE

    Justus cum cecíderit, non collidétur: quia Dóminus suppónit manum suam. Tota die miserétur, et cómmodat: et semen ejus in benedictióne erit.

    ALLELUJA

    Allelúja, allelúja. Qui séquitur me, non ámbulat in ténebris: sed habébit lumen vitæ ætérnæ. Allelúja.

    EVANGELIUM

    Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Matthǽum

    Matt 10:26-32

    In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Nihil est opértum, quod non revelábitur; et occúltum, quod non sciétur. Quod dico vobis in ténebris, dícite in lúmine: et quod in aure audítis, prædicáte super tecta. Et nolíte timére eos, qui occídunt corpus, ánimam autem non possunt occídere; sed pótius timéte eum, qui potest et ánimam et corpus pérdere in gehénnam. Nonne duo pásseres asse véneunt: et unus ex illis non cadet super terram sine Patre vestro? Vestri autem capílli cápitis omnes numerári sunt. Nolíte ergo timére: multis passéribus melióres estis vos. Omnis ergo, qui confitébitur me coram homínibus, confitébor et ego eum coram Patre meo, qui in coelis est.

    OFFERTORIUM

    Orémus. Posuísti, Dómine, in cápite ejus corónam de lápide pretióso: vitam pétiit a te, et tribuísti ei, allelúja.

    SECRETAE

    Grata tibi sit, Dómine, nostræ servitútis oblátio: pro qua sanctus Gorgónius Martyr intervéntor exsístat. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Exáudi nos, Deus, salutáris noster: ut, per hujus sacraménti virtútem, a cunctis nos mentis et córporis hóstibus tueáris; grátiam tríbuens in præsénti, et glóriam in futuro.

    Orationes ad libitum.

    PRAEFATIO COMMUNIS

    Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

    COMMUNIO

    Qui mihi mínistrat, me sequátur: et ubi sum ego, illic et miníster meus erit.

    POSTCOMMUNIO

    Orémus. Famíliam tuam, Deus, suávitas ætérna contíngat et végetet: quæ in Mártyre tuo Gorgónio Christi, Fílii tui, bono júgiter odóre pascátur: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. Mundet et múniat nos, quǽsumus, Dómine, divíni sacraménti munus oblátum: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis; a cunctis nos reddat et perversitátibus expiátos, et adversitátibus expedítos.

    Orationes ad libitum.


    Traduzione italiana

    INTROITO

    Nel Signore si rallegra il giusto ed in Lui si rifugia, e ne menano vanto tutti i retti. --- Ascolta, o Dio, la mia voce tra i gemiti, preserva la mia vita dal timore del nemico. --- Gloria --- Nel Signore si rallegra il giusto ed in Lui si rifugia, e ne menano vanto tutti i retti.

    COLLETTE

    Preghiamo. Il tuo santo Martire Gorgonio, o Signore, ci conforti con la sua intercessione, e ci faccia esultare in questa pia solennità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    Si possono aggiungere altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione).

    EPISTOLA

    Lettura della Lettera di san Paolo Apostolo a Timòteo

    2 Tim 2:8-10; 3:10-12

    Carissimo: Ricordati che il Signore Gesù Cristo, progenie di Davide, è risuscitato da morte, secondo il mio Vangelo, per il quale io soffro fino ad essere incatenato come un malfattore, ma la parola di Dio non s'incatena. Perciò io sopporto ogni cosa per amore degli eletti, affinché essi pure conseguiscano la salute che è in Cristo Gesù, con la gloria celeste. Ma tu segui bene la mia dottrina, la mia condotta, i propositi, la fede, la longanimità, l'amore, la pazienza, le persecuzioni, i patimenti, che soffersi ad Antiochia, ad Iconio, a Listri; persecuzioni che ho sostenuto e dalle quali tutte mi ha liberato il Signore. Tutti coloro infatti che vogliono vivere piamente in Gesù Cristo, patiranno persecuzioni.

    GRADUALE

    Il giusto, anche se cade, non rimane prostrato, perché il Signore ne sorregge la mano. Egli ha sempre compassione ed è pronto ad imprestare al povero; la sua discendenza è benedetta.

    ALLELUIA

    Alleluia, alleluia. Chi mi segue non camminerà nelle tenebre ma avrà luce di vita eterna. Alleluia.

    VANGELO

    Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo

    Matt 10:26-32

    In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Nulla v'è di nascosto che non s'abbia da rivelare e niente di segreto che non s'abbia a sapere. Quel che vi dico nelle tenebre, voi ditelo in piena luce, e quello che v'è sussurrato nell'orecchio predicatelo sui tetti. E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima; temete piuttosto colui che può mandare in perdizione anima e corpo nell'inferno. Non si vendono forse due passeri per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà in terra senza il volere del Padre vostro. Orbene, quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete dunque, voi valete di più di molti passeri. Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli».

    OFFERTORIO

    Preghiamo. O Signore, gli hai posto in capo una corona di pietre preziose. Ti chiese la vita e tu gliela desti, alleluia.

    SECRETE

    Ti sia gradita, o Signore, l'offerta dei tuoi servi, e a renderla accetta intervenga il tuo santo Martire Gorgonio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    O Dio nostra salvezza, esaudiscici; e, in virtù di questo sacramento proteggici da ogni nemico della mente e del corpo, dandoci la grazia nel tempo presente e la gloria nell'eternità.

    Si possono aggiungere altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (solo l'ultima ha la conclusione).

    PREFAZIO COMUNE

    È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).

    COMUNIONE

    Chi mi vuol servire mi segua, e dove sono io, ivi pure sarà il mio ministro.

    POST-COMUNIONE

    Preghiamo. La soavità del cibo eterno, o Dio, penetri e rinvigorisca la tua famiglia; sicchè essa, nell'imitazione del tuo Martire Gorgonio, si nutra costantemente del buon odore di Cristo, Figlio tuo: che vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    Si possono aggiungere altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus, solo l'ultima ha la conclusione).


    Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

    9 SETTEMBRE SAN GORGONIO, MARTIRE

    I due testimoni.

    Come trovammo un martire a vegliare la culla di Gesù, santo Stefano, troviamo ora un martire a vegliare la culla della Madre di Gesù: san Gorgonio. All’inizio dell’anno liturgico la Chiesa ci insegnava che Gesù veniva per soffrire e che chi voleva seguirlo doveva soffrire e rendergli testimonianza. L’anno liturgico è ora verso il suo termine e la Chiesa, proponendo al nostro culto e alla nostra imitazione un numero così grande di santi, ci ripete lo stesso insegnamento. Per comprendere meglio, prendiamo ad imprestito la relazione di Bossuet, che recitò a Metz l’eloquente panegirico del martire che oggi vogliamo onorare.

    La vita è combattimento.

    « Non senza motivo l’Apostolo ci esorta ad essere sempre in armi (Efes. 6, n), perchè noi sappiamo dalla parola di Dio che la vita è una continua lotta (Giob. 7, 1). Lo spirito di Dio, che abbiamo ricevuto nel santo battesimo, riempie le anime nostre dell’idea di un bene superiore, per indurci a guardare con disprezzo le agitazioni continue della vita umana. Ma, voi lo sapete, non c’è impresa grande che non incontri grandi ostacoli. Il mondo tutto si sforza di combattere questo disegno: Adversus nos omnis mundus armatur. Il mondo orna di falsa bellezza tutte le sue creature, per tentare di sorprenderci con questo vano fulgore e, se siamo abbastanza forti per sdegnare i suoi favori, ci presenta tutto un apparato di pene e di supplizi per intimorirci, sicché è necessario che il servo di Dio sia ad un tempo senza paure e senza speranze terrene e d’ogni lato irremovibile e inesorabile. Tale fermezza ha scatenato le potenze della terra contro i difensori della fede e le anime eroiche non sono piaciute al mondo e il mondo non potè piacere a loro: ecco la causa delle loro contrarietà. Il mondo non piacque a loro e lo disprezzarono. Esse non piacquero al mondo e il mondo prese piacere a perseguitare chi non poteva far suo. Tutto avvenne per un disegno segreto della Provvidenza per compiere le parole memorabili del Salvatore: Non sono venuto per portare la pace, ma per fomentare la guerra : Non veni pacem mittere sed gladium (Mt. 10, 34).

    La fede.

    » Dopo questo che cosa resta da dire, fuorché concludere con le parole dell’Apostolo: Quorum intuentes exitum… imitamini fìdem (Ebr. 13, 7)? Gorgonio fu costante fino alla morte, della quale gustò a lungo l’amarezza e non resta che imitare la sua fede, la fede ardente, che gli fece preferire a tutti gli onori l’obbrobrio di Gesù Cristo e rese il suo spirito integro e saldo, mentre il suo corpo si sfaceva in pezzi come un muro in rovina. » Avviene dei martiri come avviene di un originale particolarmente interessante del quale tutti i pittori cercano di copiare qualche tratto per abbellire le loro opere. Noi vediamo nella loro vita espressa così bene la vita del Salvatore che tutto ci serve di esempio, ma in tanto splendore di virtù dobbiamo scegliere quelle che più ci sono necessarie nelle circostanze in cui viviamo.

    La testimonianza.

    » Martire e testimone sono la stessa cosa. Chiamiamo martiri di Gesù Cristo coloro che, soffrendo per la fede, fede testimoniarono con le sofferenze e firmarono col loro sangue. Se più non ci sono tiranni che ci perseguitano, sappiamo dal Vangelo che Dio, nostro Padre, distribuisce ai suoi figli beni e mali secondo il disegno della sua Provvidenza (Mt. 5, 45). e quando noi ci troviamo afflitti, se riceviamo dalla mano di Dio con umiltà le nostre afflizioni , con questa sottomissione ad una Intelligenza superiore e universale, che, per ragioni a noi nascoste ma giuste, prepara la nostra buona e cattiva fortuna, non rendiamo testimonianza? E che cosa è questo se non essere testimoni e martiri della Provvidenza? » (Panegir. del 9 settembre 1649).

    Vita. – Di san Gorgonio, martire romano, spesso confuso coni! suo omonimo di Nicomedia, sappiamo poche cose. Fu sepolto nel cimitero Ai due lauri e Papa Damaso ornò il suo sepolcro con una bella iscrizione. Le sue reliquie furono poi portate a San Pietro dal Baronio. San Gorgonio ebbe la fortuna di avere il suo storico in Eusebio (Storia della Chiesa, vili, 6, 2-5) e in Bossuet il suo panegirista e deve a loro una parte della sua celebrità.

    Orazione.

    Ci assista con la sua intercessione il martire Gorgonio, o Signo re affinchè la sua festa sia per noi giorno di santa allegrezza.

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