30 settembre 2021

Venerdì 1° Ottobre 2021 nella liturgia



Festa di San Remigio Vescovo e Confessore, Semplice, colore liturgico bianco. Giorno di astinenza dalle carni.

Da questo giorno e fino al 2 Novembre incluso, in tutte le chiese parrocchiali e negli Oratori pubblici dedicati alla Santa Vergine, si recita il SS. Rosario con le Litanie Lauretanee e la preghiera a San Giuseppe Ad te beate Joseph, o la mattina durante la Messa - gli Ordo scrivono letteralmente infra Missam, dum Missa celebratur - oppure il pomeriggio davanti al SS. Sacramento esposto.

Primo Venerdì del Mese: ricorre la Messa Votiva Privilegiata del Sacro Cuore (colore liturgico bianco).

Primi Vespri della Festa dei Santi Angeli Custodi, Doppio Maggiore, colore liturgico bianco.


Qui per le peculiarità del Tempo dopo Pentecoste:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/05/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-dopo.html


Al Breviario

All'Ufficio di San Remigio:

Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di un Confessore Pontefice. Prime due Letture dal Proprio del Tempo al Venerdì nella V Settimana di Settembre, III Lezione e Orazione dal Proprio dei Santi (al 1° Ottobre).

La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino è <<meruit supremos laudis honores>>. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Suffragio a Lodi e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio dei Santi Angeli Custodi:

Ai Vespri tutto dal Proprio dei Santi (al 2 Ottobre) con i primi quattro Salmi indicati, che si prendono dai Primi Vespri del Comune degli Apostoli (o dai Secondi della Domenica), e come quinto Salmo si dice il 137 ivi riportato, che normalmente si direbbe ai Secondi Vespri, ma quest'anno si anticipa poiché la Festa ha solo i Primi. Compieta della Domenica.

Le Antifone si raddoppiano, il Suffragio e le Preci si omettono.


Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Festa di San Remigio Vescovo e Confessore, Semidoppio ad libitum o Semplice di precetto*, colore liturgico bianco. Giorno di astinenza dalle carni.

Essendo oggi il primo giorno del mese di Ottobre libero da Uffici delle IX Lezioni (eccetto laddove Sa Remigio si celebra con rito Semidoppio), si recita l'Ufficio dei Defunti. Fuori dal coro non è obbligatorio.

Primi Vespri della Festa dei Santi Angeli Custodi, Doppio Maggiore, colore liturgico bianco.

* Non ho mai capito il senso esatto di questa dicitura che il Breviario applica a solo due Santi, San Remigio e San Knud o Canuto. Interpretandola alla lettera penso che i singoli Chierici (nella recita privata) o i singoli Capitoli o cori possono decidere se celebrare questi Santi con rito Semidoppio, ma in ogni caso devono celebrarli, almeno con rito Semplice.


All'Ufficio di San Remigio:

Laddove lo si celebra con rito Semplice:

A Mattutino: Invitatorio dal Comune di un Confessore Pontefice, Antifone, Salmi  e Versetto dal Salterio, prime due Letture dal Proprio del Tempo al Venerdì nella V Settimana di Settembre coi loro Responsori, III Lezione dal Proprio dei Santi (al 1° Ottobre) seguita dal Te Deum.

A Lodi: Tutto dal Comune con i Salmi domenicali, Orazione dal Proprio dei Santi.

A Prima: Antifona dal Comune, il resto dal Salterio coi Salmi festivi.

A Terza, Sesta e Nona: Tutto dal Comune coi Salmi soliti, Orazione dal Proprio dei Santi.

Laddove lo si celebra con rito Semidoppio:

Tutto dal Comune di un Confessore Pontefice con i Salmi riportati a Mattutino e quelli domenicali a Lodi (a Prima come alle Feste). Letture del I Notturno dal Proprio del Tempo al Venerdì nella V Settimana di Settembre, IV Lezione e Orazione dal Proprio dei Santi (al 1° Ottobre), V e VI Lezione con le Letture del III Notturno dal Comune.

In entrambi i casi la conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino è <<meruit supremos laudis honores>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hac die laetus meruit supremos laudis honores>>; le Antifone non si raddoppiano, si dicono cinque Commemorazioni Comuni a Lodi (tute meno quella della Croce) e le Preci Domenicali a Prima.

All'Ufficio dei Defunti:

Avendo cantato il Benedicamus Domino di Lodi dell'Ufficio del giorno, senza aggiungere altro si intona direttamente la prima Antifona del II Notturno del Mattutino dei Defunti. Si canta solo questo Notturno con le sue Letture e Responsori, e seguito da Lodi. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono il Salmo 129 alle Preci e le tre Orazioni per tutti i fedeli defunti Deus qui inter Apostolicos SacerdotesDeus veniae largitor e Fidelium. Le Lodi terminano col Requiescant in pace. Amen senza aggiungere altro, e seguirà quando stabilito Prima del giorno.

All'Ufficio dei Santi Angeli Custodi:

Ai Vespri tutto dal Proprio dei Santi (al 2 Ottobre) con i Salmi indicati, che si prendono dai Primi Vespri del Comune degli Apostoli (se San Remigio è stato celebrato con rito Semidoppio se ne fa commemorazione).

Le Antifone si raddoppiano, le Commemorazioni Comuni e le Preci si omettono.


Al Messale

    Si può celebrare facoltativamente la Messa di San Remigio.

    Messa Statuit dal Comune di un Confessore Pontefice con le Orazioni al 1° Ottobre:

    • Gloria in excelsis
    • Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:
      • La prima della Messa
      • La seconda è Ad poscenda suffragia Sanctorum (A cunctis)
      • Le altre ad libitum
    • Prefazio Comune
    • Ite Missa est
    • Prologo di San Giovanni

    Oppure è possibile celebrare una Messa Votiva privata (senza Gloria, tre o cinque o sette Orazioni di cui la prima della Messa, la seconda è la commemorazione di San Remigio, la terza A cunctis e le altre ad libitum, Prefazio della Messa o Comune, Benedicamus Domino), o ancora una Messa quotidiana di Requiem (con tre Orazioni).

    È particolarmente indicato celebrare la Messa Votiva Privilegiata del Sacratissimo Cuore di Gesù, senza commemorazione di San Remigio:

    • Gloria

    • Orazione unica della Messa
    • Credo

    • Prefazio del Sacro Cuore
    • Ite Missa est

    • Prologo di San Giovanni


    Letture del Mattutino (in latino)

    AD NOCTURNUM

    Lectio 1

    De libro Esther

    Esth 6:1-5

    Noctem illam duxit rex insómnem jussítque sibi afférri histórias et annáles priórum témporum. Quæ cum illo præsénte legeréntur, ventum est ad illum locum, ubi scriptum erat quómodo nuntiásset Mardochǽus insídias Bágathan et Thares eunuchórum regem Assuérum juguláre cupiéntium. Quod cum audísset rex, ait: Quid pro hac fide honóris ac prǽmii Mardochǽus consecútus est? Dixérunt ei servi illíus ac minístri: Nihil omníno mercédis accépit. Statímque rex, Quis est, inquit, in átrio? Aman quippe intérius átrium domus régiæ intráverat, ut suggéreret regi et jubéret Mardochǽum affígi patíbulo, quod ei fúerat præparátum. Respondérunt púeri: Aman stat in átrio. Dixítque rex: Ingrediátur.

    Lectio 2, Esth 6:6-9

    Cumque esset ingréssus, ait illi: Quid debet fíeri viro, quem rex honoráre desíderat? Cógitans autem in corde suo Aman et réputans quod nullum álium rex nisi se vellet honoráre, respóndit: Homo quem rex honoráre cupit, debet índui véstibus régiis et impóni super equum qui de sella regis est, et accípere régium diadéma super caput suum, et primus de régiis princípibus ac tyránnis téneat equum ejus et per platéam civitátis incédens clamet, et dicat: Sic honorábitur quemcúmque volúerit rex honoráre.

    Lectio 3

    Remigius, epíscopus Rheménsis, flóruit Clodovéo rege Francórum; quem étiam baptizávit, et, primus ómnium, doctrina et miraculis Francos ad Christi Dómini fidem perdúxit. Ejus oratióne, mortua puella revixit. Multos interpretátus est divinæ Scripturæ libros. Amplius septuagínta annos summa cum laude Rhemensem ecclésiam administrávit. Cujus vita et mortis sanctitátem multa, quæ consecuta sunt, miracula comprobarunt.


    Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

    NOTTURNO UNICO

    Lettura 1

    Dal libro di Ester

    Est 6:1-5

    Quella notte il re la passò senza dormire e si fece portare le storie e gli annali dei tempi passati. E mentre questi leggevansi in sua presenza, si venne a quel punto dov'era scritto come Mardocheo aveva rivelata la congiura di Bagatan e di Tares, eunuchi, che volevano uccidere il re Assuero. Or sentito ciò il re disse: Per questa fedeltà qual onore o premio ha ricevuto Mardocheo? E i suoi servi e cortigiani gli dissero: Nessuna ricompensa egli ha ricevuto. E subito il re: Chi c'è, disse, nell'atrio? Or Aman era entrato nell'atrio interno del palazzo reale per suggerire al re, e poi dar ordine, che Mardocheo fosse appiccato alla forca già preparatagli. Risposero i servi: C'è Aman nell'atrio. E il re disse: Entri.

    Lettura 2Est 6:6-9

    Ed entrato che fu, gli disse: Che si deve fare a quell'uomo che il re vuoi onorare? E Aman pensando dentro di sé e credendo che non altri che lui volesse il re onorare, rispose: L'uomo che il re vuoi onorare deve rivestirsi degli abiti reali, farsi salire sul cavallo stesso che cavalca il re, ricevere sul suo capo il diadema reale, e il primo dei principi reali e dei grandi del regno tenere il suo cavallo e andando per la piazza della città gridi e dica: Cosi sarà onorato colui che il re vuoi onorare.

    Lettura 3

    Remigio, vescovo di Reims, fiorì sotto Clodoveo re dei Franchi, che di più battezzò; ed egli è il primo che colla sua dottrina e miracoli convertì I Franchi alla fede di Cristo Signore. Alle sue preghiere, una fanciulla morta riebbe la vita. Commentò molti libri della sacra Scrittura. Per più di settant'anni amministrò con somma lode al chiesa di Reims. Numerosi miracoli che seguirono il suo decesso attestarono la santità della sua vita e della sua morte.


    Ad Primam: il Martirologio del 2 Ottobre 2021

    Sexto Nonas Octobris, luna vigesima quinta.



    Nel sesto giorno alle None di Ottobre, luna venticinquesima.





    Parti proprie della Messa (in latino)

    INTROITUS

    Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in ætérnum. --- Meménto, Dómine, David: et omnis mansuetúdinis ejus. --- Glória Patri --- Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in ætérnum.

    COLLECTAE

    Orémus. Da, quǽsumus omnípotens Deus: ut beáti Remígii Confessóris tui atque Pontíficis veneránda solémnitas, et devotiónem nobis áugeat et salútem. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. A cunctis nos, quǽsumus, Dómine, mentis et córporis defénde perículis: et, intercedénte beáta et gloriósa semper Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis, salútem nobis tríbue benígnus et pacem; ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, Ecclesia tua secúra tibi sérviat libertáte.

    Orationes ad libitum.

    EPISTOLA

    Lectio libri Sapientiæ

    Eccli 44:16-27; 45, 3-20

    Ecce sacérdos magnus, qui in diébus suis plácuit Deo, et invéntus est justus: et in témpore iracúndiæ factus est reconciliátio. Non est invéntus símilis illi, qui conservávit legem Excélsi. Ideo jurejurándo fecit illum Dóminus créscere in plebem suam. Benedictiónem ómnium géntium dedit illi, et testaméntum suum confirmávit super caput ejus. Agnóvit eum in benedictiónibus suis: conservávit illi misericórdiam suam: et invenit grátiam coram óculis Dómini. Magnificávit eum in conspéctu regum: et dedit illi corónam glóriæ. Státuit illi testaméntum ætérnum, et dedit illi sacerdótium magnum: et beatificávit illum in glória. Fungi sacerdótio, et habére laudem in nómine ipsíus, et offérre illi incénsum dignum in odórem suavitátis.

    GRADUALE

    Ecce sacérdos magnus, qui in diébus suis plácuit Deo. Non est invéntus símilis illi, qui conserváret legem Excélsi.

    ALLELUJA

    Allelúja, allelúja. Tu es sacérdos in ætérnum, secúndum órdinem Melchísedech. Allelúja.

    EVANGELIUM

    Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum  Matthǽum

    Matt 25:14-23

    In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Homo péregre proficíscens vocávit servos suos, et trádidit illis bona sua. Et uni dedit quinque talénta, álii autem duo, álii vero unum, unicuíque secúndum própriam virtútem, et proféctus est statim. Abiit autem, qui quinque talénta accéperat, et operátus est in eis, et lucrátus est ália quinque. Simíliter et, qui duo accéperat, lucrátus est ália duo. Qui autem unum accéperat, ábiens fodit in terram, et abscóndit pecúniam dómini sui. Post multum vero témporis venit dóminus servórum illórum, et pósuit ratiónem cum eis. Et accédens qui quinque talénta accéperat, óbtulit ália quinque talénta,dicens: Dómine, quinque talénta tradidísti mihi, ecce, ália quinque superlucrátus sum. Ait illi dóminus ejus: Euge, serve bone et fidélis, quia super pauca fuísti fidélis, super multa te constítuam: intra in gáudium dómini tui. Accéssit autem et qui duo talénta accéperat, et ait: Dómine, duo talénta tradidísti mihi, ecce, ália duo lucrátus sum. Ait illi dóminus ejus: Euge, serve bone et fidélis, quia super pauca fuísti fidélis, super multa te constítuam: intra in gáudium dómini tui.

    OFFERTORIUM

    Orémus. Invéni David servum meum, óleo sancto meo unxi eum: manus enim mea auxiliábitur ei, et bráchium meum confortábit eum.

    SECRETAE

    Sancti tui, quǽsumus, Dómine, nos ubíque lætíficant: ut, dum eórum mérita recólimus, patrocínia sentiámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Exáudi nos, Deus, salutáris noster: ut, per hujus sacraménti virtútem, a cunctis nos mentis et córporis hóstibus tueáris; grátiam tríbuens in præsénti, et glóriam in futuro.

    Orationes ad libitum.

    PRAEFATIO COMMUNIS

    Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias agere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Coeli coelorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessione dicéntes: (Sanctus).

    COMMUNIO

    Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram.

    POSTCOMMUNIO

    Orémus. Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, de percéptis munéribus grátias exhibéntes, intercedénte beáto Remígio Confessóre tuo atque Pontífice, benefícia potióra sumámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    Orémus. Mundet et múniat nos, quǽsumus, Dómine, divíni sacraménti munus oblátum: et, intercedénte beáta Vírgine Dei Genetríce María, cum beáto Joseph, beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque beáto N. et ómnibus Sanctis; a cunctis nos reddat et perversitátibus expiátos, et adversitátibus expedítos.

    Orationes ad libitum.


    Traduzione italiana della Messa

    INTROITO

    Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e cosi durerà per sempre la sua dignità sacerdotale. --- Ricordati, Signore, di David e di tutta la pietà sua. --- Gloria --- Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e cosi durerà per sempre la sua dignità sacerdotale.

    COLLETTE

    Preghiamo. Signore Dio onnipotente, concedici che la solennità del beato Remigio, Confessore tuo e Vescovo, aumenti in noi la devozione e la salvezza. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    Si possono aggiungere altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione).

    EPISTOLA

    Lettura del libro della Sapienza

    Eccli 44:16-27; 45, 3-20

    Ecco il gran sacerdote che nei suoi giorni piacque a Dio, e fu trovato giusto, e nel giorno dell'ira fu strumento di conciliazione. Nessuno fu simile a lui nel conservare la legge dell'Eccelso. Per questo, con giuramento, il Signore gli assicurò la gloria nella sua stirpe. A lui diede la benedizione di tutti gli antenati, e confermò il suo patto sopra il capo di lui. Lo riconobbe con le sue benedizioni; conservò per lui la sua misericordia, e trovò grazia agli occhi del Signore. Lo glorificò al cospetto dei re, e gli mostrò la sua gloria. Fece con lui un patto eterno, e gli diede un grande sacerdozio, lo rese invidiabile nel suo onore. Gli fece compiere le funzioni sacerdotali ed avere gloria nel suo nome, e offrirgli un degno sacrificio di incenso, di soave profumo.

    GRADUALE

    Ecco il gran sacerdote che nei suoi giorni piacque a Dio. Nessuno fu simile a lui nel conservare la legge dell'Eccelso.

    ALLELUIA

    Alleluia, alleluia. Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchisedech. Alleluia.

    VANGELO

    Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo

    Matt 25:14-23

    In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Un uomo, in procinto di partire, chiamati i servi consegnò loro i suoi beni: a chi diede cinque talenti, a chi due, a chi uno: a ciascuno secondo la sua capacità, e subito partì. Tosto colui, che aveva ricevuto cinque talenti, andò a negoziarli e ne guadagnò altri cinque. Similmente quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Ma colui che ne aveva ricevuto uno andò a fare una buca nella terra e vi nascose il danaro del suo padrone. Or molto tempo dopo ritornò il padrone di quei servi, e li chiamò a render conto. E venuto quello che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque dicendo: “Signore, me ne desti cinque, ecco ne ho guadagnati altri cinque”. E il padrone a lui: “Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; entra nella gioia del tuo Signore". E presentatosi l'altro che aveva ricevuto due talenti, disse: “Signore, me ne hai affidati due; eccone guadagnati altri due". E il padrone a lui: “Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele, nel poco, ti darò potere su molto: entra nella gioia del tuo Signore"».

    OFFERTORIO

    Preghiamo. Ho trovato Davide mio servo; l'ho consacrato col mio sacro olio; sicché sia sempre con lui la mia mano, e il mio braccio gli dia forza.

    SECRETE

    Signore, i tuoi Santi ovunque ci rallegrino; affinché mentre ne ricordiamo i meriti ne esperimentiamo il patrocinio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    O Dio nostra salvezza, esaudiscici; e, in virtù di questo sacramento proteggici da ogni nemico della mente e del corpo, dandoci la grazia nel tempo presente e la gloria nell'eternità.

    Si possono aggiungere altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (solo l'ultima ha la conclusione).

    PREFAZIO COMUNE

    E’ veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Per mezzo di lui gli Angeli lodano la tua gloria, le Dominazioni ti adorano, le Potenze ti venerano con tremore. A te inneggiano i Cieli, gli Spiriti celesti e i Serafini, uniti in eterna esultanza. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: (Sanctus).

    COMUNIONE

    Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno.

    POST-COMUNIONE

    Preghiamo. O Dio onnipotente, concedici, te ne preghiamo, che, mentre ti ringraziamo dei doni ricevuti, per intercessione del beato Remigio Confessore tuo e Vescovo, ne riceviamo dei maggiori. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    Preghiamo. Liberaci, O Signore, da ogni pericolo nell'anima e nel corpo; e, per l'intercessione della beata e gloriosa sempre vergine Maria Madre di Dio, del beato Giuseppe, dei beati apostoli tuoi Pietro e Paolo, del beato N. e di tutti i santi, benevolmente concedici salute e pace, affinché; libera da ogni avversità ed errore, la tua Chiesa ti possa servire in sicura libertà.

    Si possono aggiungere altre tre o cinque Orazioni a scelta del Sacerdote (senza Oremus, solo l'ultima ha la conclusione).


    Parti proprie della Messa Votiva Privilegiata del Sacratissimo Cuore di Gesù (in latino)

    INTROITUS

    Cogitatiónes Cordis ejus in generatióne et generatiónem: ut éruat a morte ánimas eórum et alat eos in fame. --- Exsultáte, justi, in Dómino: rectos decet collaudátio. --- Glória Patri --- Cogitatiónes Cordis ejus in generatióne et generatiónem: ut éruat a morte ánimas eórum et alat eos in fame.

    COLLECTA

    Orémus. Deus, qui nobis in Corde Fílii tui, nostris vulneráto peccátis, infinítos dilectiónis thesáuros misericórditer largíri dignáris: concéde, quaesumus; ut, illi devótum pietátis nostræ præstántes obséquium, dignæ quoque satisfactiónis exhibeámus offícium.  Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    EPISTOLA

    Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Ephésios

    Eph 3:8-19

    Fratres: Mihi, ómnium sanctórum mínimo, data est grátia hæc, in géntibus evangelizáre investigábiles divítias Christi, et illumináre omnes, quæ sit dispensátio sacraménti abscónditi a saeculis in Deo, qui ómnia creávit: ut innotéscat principátibus et potestátibus in coeléstibus per Ecclésiam multifórmis sapiéntia Dei, secúndum præfinitiónem sæculórum, quam fecit in Christo Jesu, Dómino nostro, in quo habémus fidúciam et accéssum in confidéntia per fidem eius. Hujus rei grátia flecto génua mea ad Patrem Dómini nostri Jesu Christi, ex quo omnis patérnitas in coelis ei in terra nominátur, ut det vobis, secúndum divítias glóriæ suæ, virtúte corroborári per Spíritum ejus in interiórem hóminem, Christum habitáre per fidem in córdibus vestris: in caritáte radicáti et fundáti, ut póssitis comprehéndere cum ómnibus sanctis, quæ sit latitúdo, et longitúdo, et sublímitas, et profúndum: scire étiam supereminéntem sciéntiæ caritátem Christi, ut impleámini in omnem plenitúdinem Dei.

    GRADUALE

    Dulcis et rectus Dóminus: propter hoc legem dabit delinquéntibus in via. Díriget mansúetos in iudício, docébit mites vias suas.

    ALLELUIA

    Allelúia, allelúia. Tóllite iugum meum super vos, et díscite a me, quia mitis sum et húmilis Corde, et inveniétis réquiem animábus vestris. Alleluia.

    EVANGELIUM

    Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Joánnem

    Joannes 19:11-37

    In illo témpore: Judaei - quóniam Parascéve erat, - ut non remanérent in cruce córpora sábbato - erat enim magnus dies ille sábbati, - rogavérunt Pilátum, ut frangeréntur eórum crura, et tolleréntur. Venérunt ergo mílites: et primi quidem fregérunt crura et alteríus, qui crucifíxus est cum eo. Ad Jesum autem cum veníssent, ut vidérunt eum jam mórtuum, non fregérunt ejus crura, sed unus mílitum láncea latus ejus apéruit, et contínuo exívit sanguis et aqua. Et qui vidit, testimónium perhíbuit: et verum est testimónium ejus. Et ille scit quia vera dicit, ut et vos credátis. Facta sunt enim hæc ut Scriptúra implerétur: Os non comminuétis ex eo. Et íterum alia Scriptúra dicit: Vidébunt in quem transfixérunt.

    OFFERTORIUM

    Impropérium exspectávi Cor meum et misériam: et sustínui, qui simul mecum contristarétur, et non fuit: consolántem me quæsívi, et non invéni.

    SECRETA

    Réspice, quaesumus, Dómine, ad ineffábilem Cordis dilécti Fílii tui caritátem: ut quod offérimus sit tibi munus accéptum et nostrórum expiátio delictórum. Per eundem Dominum nostrum Jesum Christum filium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    PRÆFATIO DE SACRATISSIMO CORDE JESU

    Vere dignum et iustum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui Unigénitum tuum, in Cruce pendéntem, láncea mílitis transfígi voluísti: ut apértum Cor, divínæ largitátis sacrárium, torréntes nobis fúnderet miseratiónis et grátiæ: et, quod amóre nostri flagráre numquam déstitit, piis esset réquies et poeniténtibus pater et salútis refúgium. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes (Sanctus).

    COMMUNIO

    Unus mílitum láncea latus ejus apéruit, et contínuo exívit sanguis et aqua.

    POSTCOMMUNIO

    Orémus. Praebeant nobis, Dómine Jesu, divínum tua sancta fervórem: quo dulcíssimi Cordis tui suavitáte percépta; discámus terréna despícere, et amáre coeléstia: Qui vivis et regnas cum Deo Patre, in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.


    Traduzione italiana

    INTROITO

    I disegni del Cuore del Signore durano in eterno: per strappare le anime dalla morte e sostentarle nella carestia. --- Esultate nel Signore, o giusti, la lode conviene ai retti. --- Gloria. --- I disegni del Cuore del Signore durano in eterno: per strappare le anime dalla morte e sostentarle nella carestia.

    COLLETTA

    Preghiamo. O Dio, che nella tua misericordia Ti sei degnato di elargire tesori infiniti di amore nel Cuore del Figlio Tuo, ferito per i nostri peccati: concedi, Te ne preghiamo, che, rendendogli il devoto omaggio della nostra pietà, possiamo compiere in modo degno anche il dovere della riparazione. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    EPISTOLA

    Lettura dell'Epistola di San Paolo Apostolo agli Efesini

    Efes 3:8-19

    Fratelli: A me, il minimo di tutti i santi è stata data questa grazia di annunziare tra le genti le incomprensibili ricchezze di Cristo, e svelare a tutti quale sia l’economia del mistero nascosto da secoli in Dio, che ha creato tutte cose: onde i principati e le potestà celesti, di fronte allo spettacolo della Chiesa, conoscano oggi la multiforme sapienza di Dio, secondo la determinazione eterna che Egli ne fece in Cristo Gesù, Signor nostro: nel quale, mediante la fede, abbiamo l’ardire di accedere fiduciosamente a Dio. A questo fine piego le mie ginocchia dinanzi al Padre del Signor nostro Gesù Cristo, da cui tutta la famiglia e in cielo e in terra prende nome, affinché conceda a voi, secondo l’abbondanza della sua gloria, che siate corroborati in virtù secondo l’uomo interiore per mezzo del suo Spirito. Cristo abiti nei vostri cuori mediante la fede, affinché, ben radicati e fondati nella carità, possiate con tutti i santi comprendere quale sia la larghezza, la lunghezza e l’altezza e la profondità di quella carità di Cristo che sorpassa ogni concetto, affinché siate ripieni di tutta la grazia di cui Dio è pienezza inesauribile.

    GRADUALE

    Il Signore è buono e retto, per questo addita agli erranti la via. Guida i mansueti nella giustizia e insegna ai miti le sue vie.

    ALLELUIA

    Alleluia, alleluia. Prendete sopra di voi il mio giogo ed imparate da me, che sono mite ed umile di Cuore, e troverete riposo alle vostre anime. Alleluia.

    VANGELO

    Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni

    Giov 19:11-37

    In quel tempo: I Giudei, siccome era la Parasceve, acciocché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato - era un gran giorno quel sabato - pregarono Pilato che fossero rotte loro le gambe e fossero deposti. Andarono dunque i soldati e ruppero le gambe ad entrambi i crocifissi al fianco di Gesù. Giunti a Gesù, e visto che era morto, non gli ruppero le gambe: ma uno dei soldati gli aprì il fianco con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua. E chi vide lo attesta: testimonianza verace di chi sa di dire il vero: affinché voi pure crediate. Tali cose sono avvenute affinché si adempisse la Scrittura: Non romperete alcuna delle sue ossa. E si avverasse l’altra Scrittura che dice: Volgeranno gli sguardi a colui che hanno trafitto.

    OFFERTORIO

    Obbrobrii e miserie si aspettava il mio Cuore; ed attesi chi si rattristasse con me: e non vi fu; cercai che mi consolasse e non lo trovai.

    SECRETA

    Guarda, Te ne preghiamo, o Signore, all’ineffabile carità del Cuore del Tuo Figlio diletto: affinché l’offerta che Ti facciamo sia gradita a Te e giovi ad espiazione dei nostri peccati.  Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    PREFAZIO DEL SACRATISSIMO CUORE DI GESÙ

    È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che hai voluto che il tuo Unigenito, pendente dalla croce, fosse trafitto dalla lancia del soldato, così che quel cuore aperto, sacrario della divina clemenza, effondesse su di noi torrenti di misericordia e di grazia; e che esso, che mai ha cessato di ardere d’amore per noi, fosse pace per le anime pie e aperto rifugio di salvezza per le anime penitenti. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine (Sanctus).

    COMUNIONE

    Uno dei soldati gli aprì il fianco con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua.

    POST-COMUNIONE

    Preghiamo. O Signore Gesù, questi santi misteri ci conferiscano il divino fervore, mediante il quale, gustate le soavità del tuo dolcissimo Cuore, impariamo a sprezzare le cose terrene e ad amare le cose celesti: Tu che sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


    Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

    1 OTTOBRE SAN REMIGIO, VESCOVO E APOSTOLO DEI FRANCHI

    L’elezione di san Remigio.

    Nel 486, i Franchi di Clodoveo battono Siagrio, davanti a Soisson. È il crollo definitivo del mondo romano, già in rovina perché logorato dai vizi e dalle invasioni Barbariche. Visigoti, Burgundi, Alemanni e Franchi occupano ormai le Gallie e della potenza romana, che resisteva, cercando dì sopravvivere, per il prestigio di alcuni condottieri gallo-romani, quasi più nulla rimane.

    Soltanto la Chiesa resiste. Restano i vescovi, difensori dei popoli, custodi della civiltà, unica forza morale e sociale, in mezzo alle invasioni e alle miserie che portano con sé. Germano di Auxerre, Lupo di Troyes, Agnano di Orléans sono già andati al loro riposo e dal cielo proteggono il loro popolo. A Reims, capitale della Gallia Belgica, il vescovo Remigio è ormai conosciuto come una delle migliori figure del tempo, la principale personalità del Nord-Est. Deve la fama all’importanza della sua sede episcopale, ma più ancora alle personali qualità e alle sue relazioni.

    Nato da potentissima famiglia, che stende i suoi domini su vaste regioni del Laonese e del Porciano, ha ricevuto una educazione accurata e Sildonio Apollinare dall’Alvernia lo saluta maestro di retorica; ma virtù e santità superano in lui la scienza e l’eloquenza. Eccelle per gravità dei costumi, maturità dì spirito e, appena ventiduenne, ha dato prove indubbie di senso pratico, di abilità, di autorità perché è eletto vescovo di Reims.

    L’elezione, affatto straordinaria, esce da tutte le regole ecclesiastiche e, se clero e popolo di Reirns hanno scelto un uomo tanto giovane, ciò avvenne solo perché la sua persona si imponeva per le sue qualità e per le circostanze. Remigio è l’uomo provvidenziale, che porta rimedio ad una crisi paurosa e merita il nome di salvatore e guida (si diceva indifferentemente Remigius o Remedius). Di fronte allo sfacelo dell’impero romano, molti spiriti si orientano verso i Barbari: sono realisti, che vedendo sorgere un nuovo mondo, pensano a costruire in esso l’avvenire, nonostante le incognite che ciò porta con sé. I Remigi son stati sempre gente pratica, come il vescovo Bennade. Ma i partigiani del passato non sono ancora finiti e Egidio, padre di Siagrio impone la sua autorità con l’aiuto dei Franchi, reprime duramente la ribellione e con essa ogni tendenza separatista. La situazione tra il maestro delle milizie e il vescovo si fa molto tesa e nel 458-459 il vescovo Bennade muore, Le gravi difficoltà del momento, e la pesante ansietà per l’avvenire concentra i suffragi su Remigio.

    Più tardi, nella sua lettera al vescovo Folco di Tongres, l’eletto confesserà che ha ricevuto il pastorale soltanto per legittima difesa, Ma se ne mostra ben degno e realizza le speranze che i suoi concittadini avevano riposto in lui, sapendo padroneggiare il presente e assicurare l’avvenire. Prova di questo è l’assenza di ogni conflitto tra il maestro delle milizie e l’atteggiamento tenuto di fronte ai Franchi sempre più vicini. Abbiamo testimonianza di questo in una lettera piena di paterna dignità che il vescovo di Reims dirige al giovane Clodoveo re di Tournai, di appena 15 anni, che, nell’autunno del 482, veniva alzato sugli scudi.

    Il Battesimo di Clodoveo.

    Quattro anni dopo, i Franchi sono padroni di tutta la Gallia Belgica. L’episodio famoso del vaso di Soisson è indice della buona volontà che regola i rapporti tra l’illustre vescovo e il giovane re. Tuttavia l’avvenire non rimane meno inquietante per qualsiasi cattolico. Padrone del paese ormai sarà soltanto un Barbaro e purtroppo Clodoveo non è il più forte, sicché, chiunque fosse stato il vincitore definitivo, bisognava subire un giogo o pagano idolatra, o eretico ariano che negava la divinità di Gesù Cristo. Si apre così un dramma tormentoso, ogni fase di esso segna l’anima di Clodoveo profondamente, sotto l’azione vigile di Remigio.

    All’inizio troviamo il matrimonio di Clodoveo con la burgunda Clotilde, l’unica principessa cattolica. Che cosa abbia fatto il vescovo nella preparazione di questo matrimonio non è noto, ma la tradizione ammette che vi abbia avuto una parte importante; ed è verosimile. Abbiamo migliori notizie invece per seguire la delicata azione di Remigio per la conversione del re. La regina diventa la catechista del marito. Non è cosa facile far penetrare la luce del Vangelo in quello spirito pagano, che gli ariani per parte loro sollecitano allo stesso modo. Essi avevano già potuto conquistare una sorella del re. Nell’anima di Clodoveo si dànno battaglia il Dio di Clotilde, gli dèi dei Franchi e il dio degli ariani ed è battaglia in cui non contano tanto gli argomenti teologici quanto i fatti. E la Provvidenza conduce i fatti con la mano potente e qualche volta rude. Per Clodoveo il Dio di Clotilde vuol dire l’appoggio sicuro dell’episcopato di tutte le Gallie, ma vuol dire ancora la umiliazione della sua razza, l’opposizione dei suoi guerrieri, l’ostilità dei Goti. Il Barbaro esita e le premure della regina e le lezioni del vescovo non riescono a deciderlo.

    Nasce alla coppia reale un figlio. È battezzato con una cerimonia splendida, che impressiona Clodoveo e da questo momento l’avvenire è assicurato al cattolicesimo. Purtroppo non trascorsero otto giorni e il bambino muore: è la vendetta degli dèi franchi. Viene al mondo un secondo figlio, ma cade malato il giorno seguente il battesimo. Le preghiere della madre ottengono la guarigione, ma il re resiste e parte in guerra contro gli Alamanni, che minacciano il regno. Comincia la battaglia contro il nemico temibile e l’armata franca è battuta: tutto è perduto. Clodoveo leva allora gli occhi al cielo pregando: “Gesù Cristo, che Clotilde predica figlio del Dio vivente, se mi concedi la vittoria, crederò in te e sarò battezzato nel tuo nome, liberami dai miei avversari”

    Il voto è esaudito e Remigio allora comincia il catecumenato di Clodoveo, ma in segreto, perchè il re teme ancora i suoi guerrieri pagani e sa che potrebbe perdere la corona e la vita. Il re esita ancora a ricevere il battesimo, ma nella primavera del 498 parte di nuovo in guerra, porta le sue armi fino a Bordeaux, l’undici novembre arriva a Tours e assiste alle feste di san Martino. I miracoli che si compiono sotto i suoi occhi, l’intercessione del grande santo lo scuotono e cade a terra, promettendo di farsi battezzare al più presto.

    Vi è ancora una difficoltà: quale sarà la reazione dei Franchi? Quando il re rende pubblica la sua decisione i guerrieri rispondono che sono pronti a seguire il Dio che Remigio dice immortale.

    La vocazione della Francia.

    A Reims, in festa, si prepara la cerimonia e la notte di Natale vede la meraviglia splendida: il battesimo del Barbaro Clodoveo e dei suoi guerrieri. Il popolo franco è nato a Cristo.

    Il 25 dicembre del 498 resterà per sempre una data memorabile. “La conversione di Clodoveo al cattolicesimo è avvenimento che fa epoca nella storia del mondo. Le conseguenze del fatto oltrepassano i confini del piccolo regno franco sul quale regnava, alla fine del V secolo, il figlio di Childerico e si fanno sentire attraverso i secoli fino a noi. Il battesimo di Clodoveo ha dato origine al primo stato barbaro cattolico, fondato sulle rovine dell’impero romano e l’adesione del piccolo re franco alla fede romana assicurò in Occidente la vittoria del cattolicesimo sul paganesimo e sull’eresia ariana, fece della Francia la figlia primogenita della Chiesa e dei suoi sovrani i re cristianissimi, sigillò, per così dire l’alleanza fra trono e altare e, con quella, i destini della monarchia francese. Il giorno di Natale in cui Clodoveo nacque a Cristo, nacque la Chiesa di Francia e nel grande avvenimento del secolo V era in germe la Francia missionaria” (Léon Levillain, La conversion et le baptême de Clovis. Revue d’Bistoire de l’Eglise de France, XXI, 1935).

    Un avvenimento così grande è una grazia insigne concessa da Dio a una nazione: la grazia della sua vocazione. Non si rifletterà mai abbastanza su questo beneficio e sulle responsabilità che comporta. “Cristo ama i Franchi” si dirà presto con giusto senso della realtà e la risposta sarà: “Gesta Dei per Francos”. Ad ottenere la grazia contribuirono le preghiere e le sofferenze silenziose di Remigio, di Clotilde, di Genoveffa e molti altri. Ma vi è implicita anche la vocazione di una nazione e, più di una volta ancora, le “grandi ore di Reims” saranno le grandi ore della Francia.

    La tomba di san Remigio.

    Dopo il battesimo di Clodoveo, il vescovo di Reims gioca una parte meno evidente, ma resta tuttavia molto influente sul re, per il quale si mostra sempre un padre pieno di affetto. Mentre il regno dei Franchi cresce e diviene la Francia, Remigio si dedica alla sua diocesi e alla sua vasta provincia, provvedendo sedi episcopali vacanti, consacrando vescovi, amministrando i dominii della sua chiesa, difendendo la fede, governando i fedeli e dirigendo un popolo, che, essendo molto misto, non era cosa sempre facile dirigere. Egli ha cura di formare i discepoli, che proseguiranno la sua impresa e soprattutto il nipote, il prete Agricola, e l’abate di Mont d’Hor, Thierry, e finalmente, a 93 anni di età e 64 di fatiche nell’apostolato, si addormenta nella pace del Signore.

    I suoi resti, per volontà da lui manifestata, sono deposti nella basilica cimiteriale di san Clemente e san Cristoforo, molto piccola, ma antichissima e questo piccolo oratorio diventa uno dei santuari più celebri e presto sorge vicino un monastero importantissimo, che la regina Gerberga dirà “primo della Francia”. Il santuario custodisce, in una splendida tomba, le reliquie preziose e con essa “la santa ampolla” che di consacrazione in consacrazione sarà simbolo di continuità nella tradizione e di fedeltà alla loro missione per i re di Francia che a Reims, nella cattedrale in cui Clodoveo è stato battezzato, verranno a ricevere l’unzione e la corona.

    La lezione di san Remigio.

    Il buon popolo di Borgo san Remigio è sempre rimasto ingenuamente attaccato al suo patrono, la gloria del quale nel corso dei secoli si è aureolata di tutti i raggi della storia e della leggenda, della pietà e dell’arte. Ma deve essere devota a san Remigio tutta la Francia e lo affermava Papa san Leone IX mentre consacrava la nuova basilica del 1049: “Se egli non fu apostolo per altri lo fu certamente per voi!”.

    Ascolti sempre la Francia l’insegnamento di Remigio al giovane Clodoveo: “Bisogna attendere prima di tutto a non abbandonare le vie del Signore. Tu devi sceglierti dei consiglieri, che facciano onore alla tua fama, amministrare con onestà e integrità, onorare i sacerdoti dei tuoi stati e cercarne il parere … Dà sollievo ai tuoi concittadini … Esca dalla tua bocca la giustizia … Se qualcuno ricorre a te, non si senta per te uno straniero … “. E meriterà l’elogio che il vescovo di Vienna, Avito, indirizzò al nuovo battezzato: “La tua fede è per noi tutti una vittoria. Molti altri purtroppo, quando i vescovi dei loro regni li supplicano di aderire alla dottrina cristiana, si perdono ad obiettare le tradizioni della loro razza e mostrano di non essere capaci di affrontare i loro doveri e di compierli … Tu inizi per i tuoi discendenti una carriera grandiosa, volendo regnare con Cristo … Tu sei nato per Cristo, come Cristo è nato per il mondo …

    Tu hai consacrato la tua anima a Dio, la tua vita ai tuoi contemporanei e la tua gloria alla posterità”.

    Per i meriti di san Remigio, Cristo esaudirà la nostra preghiera per tutti i reggitori di popoli di buona volontà.

    “Che Iddio, Figlio di Dio, Gesù Cristo, Egli che il Padre unse dell’olio di esultazione a preferenza di ogni altro, con la presente infusione della santa unzione infonda sul tuo capo la benedizione dello Spirito Paraclito e la faccia penetrare fino nell’intimo del tuo cuore, sicché, per questo olio, visibile e palpabile, tu meriti di percepire i doni invisibili e, dopo un regno temporale pieno di giuste disposizioni, meriti di regnare eternamente con colui, che, solo senza peccato, Re dei re, vive e si glorifica col Padre nell’unità dello Spirito Sa:nto” (Orazione della cerimonia di consecrazione).

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