Festa di Sant'Antonino Vescovo e Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco. Commemorazioni del Lunedì delle Rogazioni a Mattutino, Lodi e Messa, e dei dei Santi Gordiano ed Epimaco Martiri a Lodi e alla Messa (ai Vespri non ci sono commemorazioni).
Coloro che sono tenuti al Breviario e non assistono alla Messa delle Litanie Minori o Rogazioni con la Processione, devono recitare le Litanie dei Santi (senza Salmi Penitenziali) al termine delle Lodi, che in tal caso si concludono col Benedicamus Domino omesso Fidelium animae. Le Litanie non possono essere anticipate al giorno precedente nemmeno se nella recita privata si anticipano le Lodi; allora si recitano a parte.
Oggi ricorrono due Messe:
- La Messa di Sant'Antonino si canta dopo Terza. Colore liturgico bianco. Laddove non si fa Processione e non si celebrano Messe private, questa è l'unica Messa, anche se lodevolmente si possono recitare o cantare le Litanie prima della Messa.
- La Messa Exaudivit delle Litanie Minori (che nel Messale si trova dopo la V Domenica dopo Pasqua) si celebra obbligatoriamente laddove si fa la Processione, anche se fosse l'unica Messa; invece dove non si fa Processione e non è Messa Conventuale, si dice come Messa privata. In coro si canta dopo Nona. Colore liturgico violaceo. Da notare che il rito della Processione non si trova nel Messale ma nel Rituale.
Qui per le peculiarità del Tempo Pasquale:
Al Breviario
Antifone e Salmi dal Salterio (3 Notturni a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di un Confessore Pontefice. Letture del I Notturno e prime due Letture del III Notturno dal Comune, Letture del II Notturno, Orazione e commemorazione dei Santi Martiri dal Proprio dei Santi (al 10 Maggio), IX Lezione e commemorazione del Lunedì delle Rogazioni dal Proprio del Tempo.
La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino e Vespri è <<meruit supremos laudis honores>>. Le Antifone si raddoppiano, la Commemorazione della Croce e le Preci si omettono.
Al Messale
1) Per chi celebra la Messa di Sant'Antonino:
Messa Statuit dal Comune dei Confessori Pontefici con le Orazioni al 10 Maggio:
- Gloria in excelsis
- Tre Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda della Messa Exaudivit delle Litanie Minori, ma è proibita nella Messa Conventuale cantata se in seguitò si celebrerà la Messa Exaudivit con la Processione
- La terza dei Santi Epimaco e Gordiano (sempre al 10 Maggio)
- Prefazio Pasquale (In hoc potissimum die)
- Ite Missa est
- Come Ultimo Vangelo si legge quello della Messa delle Litanie Minori qualora se ne fa commemorazione
2) Per chi celebra la Messa delle Litanie Minori:
Il Sacerdote indossa cotta, amitto, alba, cingolo, stola e piviale violacei; se vi sono Diacono e Suddiacono mettono dalmatica e tunicella violacee; se vi sono Chierici o chierichetti, fanno da accoliti e da crocifero. Dopo una breve preghiera il coro, o in sua assenza lo stesso celebrante, canta l'Antifona Exurge Domine e una volta tutti genuflessi comincia le Litanie dei Santi. Solo in questa cerimonia le Litanie si raddoppiano, nella recita privata non occorre farlo. Dopo aver ripetuto Sancta Maria ora pro nobis tutti si alzano e si comincia a formare la Processione. Se questa fosse particolarmente lunga, si possono ripetere le Litanie a partire da Sancta Maria, o si possono aggiungere i Salmi Graduali e Penitenziali, ma non Inni di genere festivo; le Orazioni con cui terminano le Litanie non possono essere dette mentre si cammina. Inoltre è consuetudine delle chiese di campagna fare, durante questa Processione e quelle delle Rogazioni, la Benedizione dei campi o dei monti o dei pascoli. Se si fa stazione presso una o più chiese, si interrompono le Litanie o i Salmi, la Processione viene ricevuta dal Clero locale, ci si inginocchia in silenzio (il celebrante, diacono e suddiacono sui gradini dell'Altare), dopodiché il coro o se non ve n'è il celebrante intona un'Antifona o Responsorio in onore del Titolare della chiesa, coi Versetti e l'Orazione A Cunctis; poi la Processione riprende. Nella chiesa in cui essa termina, la Processione viene ricevuta dal Clero, allorché il rettore o Parroco, in cotta ma senza stola, asperge quelli che entrano e consegna l'aspersorio al celebrante che lo tocca e si segna. Gli accoliti posano i ceri e il crocifero la croce, tutti si inginocchiano e si terminano le Litanie col Pater, il Salmo 69, i Versetti e le Orazioni, in seguito si celebra la Messa. Altrimenti, se si deve tornare alla Chiesa di partenza, questa stazione si fa come le altre, aggiungendo un'Antifona, Versetto e Orazione alla Santa Vergine prima di quelle del Titolare, e la conclusione delle Litanie si fa appena tornati alla chiesa da cui si è partiti.
Se Messa non è l'unica che si celebra, non si tiene conto dell'Ufficio del giorno. Se nelle chiese Cattedrali o Conventuali è l'unica Messa Conventuale, o se nelle altre chiese è comunque l'unica Messa, si commemora l'Ufficio del giorno. Il cero pasquale non viene acceso.
- Non si dicono Gloria né Credo
- Tre Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda:
- Se questa Messa è l'unica che viene celebrata: commemorazione di Sant'Antonino
- Se si celebrano altre Messe: Orazione di S. Maria: Concede
- La terza:
- Se è l'unica Messa: commemorazione dei Santi Epimaco e Gordiano
- Se si celebrano altre Messe: Contro i persecutori della Chiesa: Ecclesiae tuae; oppure Per il Papa: Deus omnium Fidelium.
- Prefazio Pasquale (In hoc potissimum die)
- Benedicamus Domino
- Prologo di San Giovanni
Bibliografia per la celebrazione della Processione e Messa delle Litanie Minori:
- Rubriche della Messa Conventuale delle Rogazioni: L. Stercky, Manuel de liturgie et cérémonial selon le Rit Romain, Paris, Lecoffre 1935, Tomo I, pag. 399-401.
- Cerimonie della Processione e della Messa celebrate a norma del Missale Romanum e del Rituale Romanum: L. Stercky, Manuel de liturgie et cérémonial selon le Rit Romain, Paris, Lecoffre 1935, Tomo II, pag. 350-359.
- Cerimonie della Processione e della Messa celebrate pontificalmente, a norma del Caeremoniale Episcoporum: L. Stercky, Les Fonctions Pontificales selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1932, Tomo II, pag. 249-256.
Letture del Mattutino (in latino)
AD I NOCTURNUM
Lectio 1
De Epístola prima beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum
1 Tim 3:1-7
Fidélis sermo: si quis episcopátum desíderat, bonum opus desíderat. Opórtet ergo epíscopum irreprehensíbilem esse, uníus uxóris virum, sóbrium, prudéntem, ornátum, pudícum, hospitálem, doctórem, non vinoléntum, non percussórem, sed modéstum; non litigiósum, non cúpidum, sed suæ dómui bene præpósitum, fílios habéntem súbditos cum omni castitáte. Si quis autem dómui suæ præésse nescit, quómodo Ecclésiæ Dei diligéntiam habébit? Non neóphytum, ne in supérbiam elátus, in judícium íncidat diáboli. Opórtet autem illum et testimónium habére bonum ab iis qui foris sunt, ut non in oppróbrium íncidat, et in láqueum diáboli.
Lectio 2
De Epístola ad Titum
Titus 1:7-11
Opórtet enim epíscopum sine crímine esse, sicut Dei dispensatórem: non supérbum, non iracúndum, non vinoléntum, non percussórem, non turpis lucri cúpidum: sed hospitálem, benígnum, sóbrium, justum, sanctum, continéntem, amplecténtem eum, qui secúndum doctrínam est, fidélem sermónem: ut potens sit exhortári in doctrína sana, et eos qui contradícunt, argúere. Sunt enim multi étiam inobediéntes, vaníloqui, et seductóres: máxime qui de circumcisióne sunt: quos opórtet redárgui: qui univérsas domos subvértunt, docéntes quæ non opórtet, turpis lucri grátia.
Lectio 3, Titus 2:1-8
Tu autem lóquere quæ decent sanam doctrínam: senes ut sóbrii sint, pudíci, prudéntes, sani in fide, in dilectióne, in patiéntia: anus simíliter in hábitu sancto, non criminatríces, non multo vino serviéntes, bene docéntes: ut prudéntiam dóceant adolescéntulas, ut viros suos ament, fílios suos díligant, prudéntes, castas, sóbrias, domus curam habéntes, benígnas, súbditas viris suis, ut non blasphemétur verbum Dei. Iúvenes simíliter hortáre ut sóbrii sint. In ómnibus teípsum præbe exémplum bonórum óperum, in doctrína, in integritáte, in gravitáte, verbum sanum, irreprehensíbile: ut is qui ex advérso est, vereátur, nihil habens malum dícere de nobis.
AD II NOCTURNUM
Lectio 4
Antoninus, Florentiæ honestis parentibus natus, ab ipsa jam pueritia egregium futuræ sanctitatis specimen exhibuit. Annum agens sextum decimum, religionem Prædicatorum amplexus, cœpit exinde maximis clarere virtutibus. Otio perpetuum bellum indixit. Post nocturnum brevem somnum primus matutinis precibus aderat; quibus persolutis, reliquum tempus noctis orationibus, aut certe lectioni, et scriptioni librorum tribuebat; et si quando importunior fessis membris somnus obreperet, ad parietem paululum declinato capite, ac tantisper discusso somno mox sacras vigilias avidius repetebat.
Lectio 5
Disciplinæ regularis sui ipsius severissimus exactor, carnes, nisi in gravi ægritudine, numquam edit. Humi, aut in nudo tabulato cubabat. Cilicio semper usus, et interdum zona ferrea ad vivam cutem incinctus, virginitatem integerrime semper coluit. In explicandis consiliis tantæ dexteritatis fuit, ut communi elogio Antoninus consiliorum diceretur. Adeo autem in eo humilitas enituit, ut étiam cœnobiis, ac provinciis præfectus abjectissima monasterii officia demississime obiret. Ab Eugenio quarto Florentinus archiepiscopus renuntiatus, ægerrime tandem nec nisi apostolicis minis perterrefactus ut episcopatum acciperet, acquievit.
Lectio 6
In eo munere vix dici potest, quantum prudentia, pietate, caritate, mansuetudine, et sacerdotali zelo excelluerit. Illud mirandum, tantum ingenio valuisse, ut omnes ferme scientias per se nullo adhibito præceptore, absolutissime didicerit. Tandem post multos labores, multis étiam editis insignis doctrinæ libris, sacra Eucharistia et Unctione percepta, complexus Crucifixi imaginem, mortem lætus aspexit sexto Nonas Maji, anno millesimo quadringentesimo quinquagesimo nono. Miraculis vivens et post mortem conspicuus, Sanctorum numero adscriptus est ab Hadriano sexto, anno Domini millesimo quingentesimo vigesimo tertio.
AD III NOCTURNUM
Lectio 7
Léctio sancti Evangélii secúndum Matthǽum
Matt 25:14-23
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Homo péregre proficíscens, vocávit servos suos, et trádidit illis bona sua. Et réliqua.
Homilía sancti Gregórii Papæ
Homilía 9 in Evangelia
Léctio sancti Evangélii, fratres caríssimi, solícite consideráre nos ádmonet, ne nos, qui plus céteris in hoc mundo accepísse áliquid cérnimur, ab Auctóre mundi grávius inde judicémur. Cum enim augéntur dona, ratiónes étiam crescunt donórum. Tanto ergo esse humílior atque ad serviéndum Deo prómptior quisque debet ex múnere, quanto se obligatiórem esse cónspicit in reddénda ratióne. Ecce homo, qui péregre proficíscitur, servos suos vocat, eisque ad negótium talénta partítur. Post multum vero témporis positúrus ratiónem revértitur: bene operántes pro apportáto lucro remúnerat, servum vero a bono ópere torpéntem damnat.
Lectio 8
Quis ítaque iste homo est qui péregre proficíscitur, nisi Redémptor noster, qui, in ea carne quam assúmpserat, ábiit in cælum? Carnis enim locus próprius terra est; quæ quasi ad peregrína dúcitur, dum per Redemptórem nostrum in cælo collocátur. Sed homo iste, péregre proficíscens, servis suis bona sua trádidit; quia fidélibus suis spirituália dona concéssit. Et uni quidem quinque talénta, álii duo, álii vero commísit unum. Quinque étenim sunt córporis sensus, vidélicet: visus, audítus, gustus, odorátus et tactus. Quinque ergo taléntis, donum quinque sénsuum, id est, exteriórum sciéntia, exprímitur. Duóbus vero, intelléctus et operátio designátur. Uníus autem talénti nómine, intelléctus tantúmmodo designátur.
Lectio 9
Commemoratio Feriae II Rogationum
Léctio sancti Evangélii secúndum Lucam
Luc 11:5-13
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Quis vestrum habébit amícum, et íbit ad illum media nocte, et dicet illi: Amice, cómmoda mihi tres panes. Et réliqua.
Homilía sancti Ambrósii Epíscopi
Liber 7 in Lucæ cap. 11
Alius præcépti locus est, ut ómnibus moméntis, non solum diébus, sed étiam noctibus, orátio deferátur. Vides enim, quod iste qui media nocte perréxit, tres panes ab amico suo póstulans, et in ipsa peténdi intentióne persístens, non defraudétur oratis. Qui sunt isti tres panes, nisi mysterii cæléstis aliméntum? Quod si diligas Dóminum Deum tuum, non solum tibi, sed étiam aliis póteris emereri. Quis autem amicior nobis, quam qui pro nobis corpus suum trádidit?
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
I NOTTURNO
Lettura 1
Dalla prima lettera di San Paolo apostolo a Timoteo
1 Tim 3:1-7
Dottrina garantita è questa: se qualcuno aspira all'episcopato, aspira ad una nobile funzione. Ebbene, è necessario che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola donna, sobrio, assennato, distinto, virtuoso, cordiale verso gli estranei, capace d'insegnare; non dedito al vino, non violento ma indulgente, conciliativo, disinteressato; sappia governare bene la propria casa e tenere sottomessi i figli con pieno decoro; poiché se uno non sa governare la propria casa, come potrà avere cura della Chiesa di Dio? Non sia un convertito di recente, affinché, gonfio d'orgoglio, non incorra nella stessa condanna del diavolo. Inoltre, deve godere la stima di quelli di fuori, in modo da non cadere in discredito e nella rete del diavolo.
Lettura 2
Dalla lettera a Tito
Tito 1:7-11
Infatti è necessario che il vescovo sia incensurabile, poiché egli governa la casa di Dio, e non sia altezzoso, né irascibile, né dedito al vino, né violento, né avido di loschi guadagni, ma cordiale verso gli estranei, amante del bene, equilibrato, giusto, pio, padrone di sé, saldamente abbracciato alla verace dottrina, quale fu insegnata, in modo che sia in grado con quell'insegnamento salutare di rivolgere esortazioni e di confutare gli avversari. Di fatto, vi sono molti insubordinati, ciarlatani e ingannatori, provenienti in massima parte dalla circoncisione, ai quali bisogna chiudere la bocca, poiché essi sono capaci di sconvolgere intere famiglie spacciando insegnamenti vietati, per losco guadagno.
Lettura 3, Tito 2:1-8
Tu invece devi predicare quello che è in accordo con il salutare insegnamento: che i vecchi siano sobri, dignitosi, assennati, robusti nella fede, nella carità, nella pazienza. Altrettanto, che le donne anziane abbiano un contegno santamente decoroso, non siano maldicenti né, schiave del vino; siano maestre di bontà, affinché istruiscano le giovani spose ad amare i mariti e i figli, ad essere assennate, caste, laboriose in famiglia, buone, sottomesse ai loro mariti, in modo che la parola di Dio non sia oltraggiata. Ugualmente esorta i giovani perché siano temperanti in tutto. Presenta te stesso quale modello di opere buone, insegnando con incorruttibilità, nobiltà, esposizione sana, incensurabile, in modo che chi sta all'opposizione si vergogni, non avendo nulla di male da dire sul conto nostro.
II NOTTURNO
Lettura 4
Antonino, nato a Firenze da onesti genitori, già fin dalla stessa fanciullezza diede notevole indizio della futura santità. A sedici anni, abbracciato l'ordine dei Predicatori, cominciò d'allora a risplendere per le più grandi virtù. Dichiarò guerra perpetua all'ozio. La notte, dopo un breve sonno, era il primo all'ufficio del mattutino, terminato il quale, impiegava il resto della notte nella preghiera o certo nel leggere e comporre libri; e, se talvolta un sonno importuno ne sorprendeva le stanche membra, appoggiava un momento la testa al muro e poi, scuotendosi dal sonno, riprendeva subito con più ardore le sante veglie.
Lettura 5
Osservante severissimo della disciplina regolare con se stesso, non mangiò mai carne, se non gravemente infermo. Dormiva sulla terra o sul nudo tavolato. Portava sempre il cilizio, e sovente vi aggiungeva una cintura di ferro sulla nuda pelle, e conservò sempre la più integra verginità. Nel dar consigli era di tanta saggezza da esser detto con elogio comune Antonino dei consigli. L'umiltà risplendé talmente in lui, che, anche superiore locale e provinciale, compiva colla più grande sollecitudine i più bassi uffici del monastero. Promosso da Eugenio IV all'arcivescovado di Firenze, finalmente acconsentì, ma con sommo rincrescimento e solo dietro minaccia di pene apostoliche se non avesse accettato.
Lettura 6
Non è possibile dire di quanta prudenza, pietà, carità, dolcezza e zelo sacerdotale risplendesse nella nuova carica. Cosa ammirabile, fu tale la potenza del suo ingegno, da apprendere ottimamente quasi tutte le scienze senza alcun maestro. Finalmente, dopo tante fatiche, dopo aver pubblicato altresì molti libri eccellenti per dottrina, ricevuta la sacra Eucaristia e l'Estrema Unzione, abbracciato all'immagine del Crocifisso, vide venire lieto la morte il 10 Maggio dell'anno 1459. Illustre per miracoli in vita e dopo morte, venne iscritto nel numero dei Santi da Adriano VI, nell'anno del Signore 1523.
III NOTTURNO
Lettura 7
Dal Vangelo secondo Matteo
Matt 25:14-23
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: "Un uomo prima di mettersi in viaggio, chiamò i suoi servi, e consegnò loro i suoi beni". Eccetera.
Omelia di s. Gregorio papa
Omelia 9 sui Vangeli.
La lettura del santo Vangelo, fratelli carissimi, ci avverte di considerare diligentemente che noi, che abbiamo ricevuto in questo mondo più degli altri, saremo poi giudicati più severamente dall'autore del mondo. Infatti più i doni sono numerosi, e tanto più grande è il conto che bisogna renderne. Le grazie dunque che si ricevono, devono rendere ciascuno tanto più umile e più pronto a servire a Dio, quanto più si vide obbligato a renderne conto. Ecco un uomo che, nel mettersi in viaggio, chiama i suoi servi e divide tra loro i talenti da far fruttare. Ma dopo molto tempo ritorna per chiederne conto, e ricompensa del guadagno fatto coloro che li hanno impiegati bene, mentre condanna il servo che fu negligente nel farli fruttare.
Lettura 8
Chi è dunque quest'uomo che si mette in viaggio, se non il nostro Redentore che, col corpo che aveva preso, se ne andò in cielo? La terra è infatti il luogo proprio della carne; ed essa è comò condotta a mettersi in viaggio quando dal nostro Redentore viene portata in cielo. Ma, come quest'uomo, egli, prima di mettersi in viaggio, consegnò ai suoi servi i propri beni, perché concesse ai suoi fedeli dei doni spirituali. E ad uno diede cinque talenti, ad un altro due, ad un altro uno. Cinque sono infatti i sensi del corpo, cioè: la vista, l'udito, il gusto, l'odorato e il tatto. Con i cinque talenti dunque viene rappresentato il dono dei cinque sensi, cioè la conoscenza delle cose esteriori ; con i due talenti invece vengono indicati l'intelletto e l'azione; con l'unico talento infine si indica soltanto l'intelletto.
Lettura 9
Commemorazione del Lunedì delle Rogazioni
Lettura del santo Vangelo secondo Luca
Luc 11:5-13
In quell'occasione: Gesù disse ai suoi discepoli: Se uno di voi ha un amico, e questo viene da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani. Eccetera.
Omelia di sant'Ambrogio Vescovo
Libro 7 sul Vangelo di San Luca Cap. 11, 5-13
In un altro luogo è fatto precetto di pregare ad ogni momento, non solo di giorno, ma anche di notte. Vedi, infatti, come costui che andò a trovare un suo amico a mezzanotte per domandargli tre pani, e persisté nel domandarli, non fu deluso nell'oggetto della sua domanda. Che significano questi tre pani, se non l'alimento dei celesti misteri? Che se amerai il Signore Dio tuo, potrai meritare i suoi doni non solo per te, ma anche per gli altri. Chi è più nostro amico di colui che diede il suo corpo per noi?
Ad Primam: il Martirologio del 11 Maggio 2021.
Quinto Idus Maji, luna vigesima nona.
Nel quinto giorno alle Idi di Maggio, luna ventinovesima.
1) Parti proprie della Messa di Sant'Antonino (in latino)
INTROITUS
Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in ætérnum. Allelúja, allelúja. --- Meménto, Dómine, David: et omnis mansuetúdinis ejus. --- Glória Patri --- Státuit ei Dóminus testaméntum pacis, et príncipem fecit eum: ut sit illi sacerdótii dígnitas in ætérnum. Allelúja, allelúja.
COLLECTAE
Orémus. Sancti Antoníni, Dómine, Confessóris tui atque Pontíficis méritis adjuvémur: ut, sicut te in illo mirábilem prædicámus, ita in nos misericórdem fuísse gloriémur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui in afflictióne nostra de tua pietáte confídimus; contra advérsa ómnia, tua semper protectióne muniámur.
Da, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui beatórum Mártyrum tuórum Gordiáni et Epimachi sollémnia cólimus, eórum apud te intercessiónibus adjuvémur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
EPISTOLA
Léctio libri Sapiéntiæ.
Eccli 44:16-27; 45, 3-20.
Ecce sacérdos magnus, qui in diébus suis plácuit Deo, et invéntus est justus: et in témpore iracúndiæ factus est reconciliátio. Non est invéntus símilis illi, qui conservávit legem Excélsi. Ideo jurejurándo fecit illum Dóminus créscere in plebem suam. Benedictiónem ómnium géntium dedit illi, et testaméntum suum confirmávit super caput ejus. Agnóvit eum in benedictiónibus suis: conservávit illi misericórdiam suam: et invenit grátiam coram óculis Dómini. Magnificávit eum in conspéctu regum: et dedit illi corónam glóriæ. Státuit illi testaméntum ætérnum, et dedit illi sacerdótium magnum: et beatificávit illum in glória. Fungi sacerdótio, et habére laudem in nómine ipsíus, et offérre illi incénsum dignum in odórem suavitátis.
ALLELUIA
Allelúja, allelúja. Tu es sacérdos in ætérnum, secúndum órdinem Melchísedech. Allelúja. Hic est sacérdos, quem coronávit Dóminus. Allelúja.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Matthǽum.
Matt 25:14-23.
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis parábolam hanc: Homo péregre proficíscens vocávit servos suos, et trádidit illis bona sua. Et uni dedit quinque talénta, álii autem duo, álii vero unum, unicuíque secúndum própriam virtútem, et proféctus est statim. Abiit autem, qui quinque talénta accéperat, et operátus est in eis, et lucrátus est ália quinque. Simíliter et, qui duo accéperat, lucrátus est ália duo. Qui autem unum accéperat, ábiens fodit in terram, et abscóndit pecúniam dómini sui. Post multum vero témporis venit dóminus servórum illórum, et pósuit ratiónem cum eis. Et accédens qui quinque talénta accéperat, óbtulit ália quinque talénta,dicens: Dómine, quinque talénta tradidísti mihi, ecce, ália quinque superlucrátus sum. Ait illi dóminus ejus: Euge, serve bone et fidélis, quia super pauca fuísti fidélis, super multa te constítuam: intra in gáudium dómini tui. Accéssit autem et qui duo talénta accéperat, et ait: Dómine, duo talénta tradidísti mihi, ecce, ália duo lucrátus sum. Ait illi dóminus ejus: Euge, serve bone et fidélis, quia super pauca fuísti fidélis, super multa te constítuam: intra in gáudium dómini tui.
OFFERTORIUM
Orémus. Invéni David servum meum, óleo sancto meo unxi eum: manus enim mea auxiliábitur ei, et bráchium meum confortábit eum. Allelúja.
SECRETAE
Sancti tui, quǽsumus, Dómine, nos úbique lætíficant: ut, dum eórum mérita recólimus, patrocínia sentiámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Hæc múnera, quǽsumus, Dómine, et víncula nostræ pravitátis absólvant, et tuæ nobis misericórdiæ dona concílient.
Hóstias tibi, Dómine, beatórum Martyrum tuórum Gordiáni et Epimáchi dicátas méritis, benígnus assúme: et ad perpétuum nobis tríbue proveníre subsídium. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
PRAEFATIO PASCHALIS
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre: Te quidem, Dómine, omni témpore, sed in hoc potíssimum die gloriósius prædicáre, cum Pascha nostrum immolátus est Christus. Ipse enim verus est Agnus, qui ábstulit peccáta mundi. Qui mortem nostram moriéndo destrúxit et vitam resurgéndo reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia cœléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: (Sanctus).
COMMUNIO
Fidélis servus et prudens, quem constítuit dóminus super famíliam suam: ut det illis in témpore trítici mensúram. Allelúja.
POSTCOMMUNIO
Orémus. Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, de percéptis munéribus grátias exhibéntes, intercedénte beáto Antoníno Confessóre tuo atque Pontífice, benefícia potióra sumámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Vota nostra, quǽsumus, Dómine, pio favóre proséquere: ut, dum dona tua in tribulatióne percípimus, de consolatióne nostra in tuo amóre crescámus.
Quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui cœléstia aliménta percépimus, intercedéntibus sanctis Martýribus tuis Gordiáno et Epímacho, per hæc contra ómnia advérsa muniámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
ULTIMUM EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 11:5-13
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Quis vestrum habébit amícum, et íbit ad illum média nocte, et dicet illi: Amíce, cómmoda mihi tres panes, quóniam amícus meus venit de via ad me, et non hábeo quod ponam ante illum: et ille deíntus respóndens, dicat: Noli mihi moléstus esse, jam óstium clausum est, et púeri mei mecum sunt in cubíli, non possum súrgere et dare tibi. Et si ille perseveráverit pulsans: dico vobis, etsi non dabit illi surgens, eo quod amícus ejus sit, propter improbitátem tamen ejus surget et dabit illi, quotquot habet necessários. Et ego dico vobis: Pétite, et dábitur vobis: quǽrite, et inveniétis: pulsáte, et aperiétur vobis. Omnis enim, qui petit, áccipit: et qui quærit, invénit: et pulsánti aperietur, Quis autem ex vobis patrem pétii panem, numquid lápidem dabit illi? Aut piscem: numquid pro pisce serpéntem dabit illi? Aut si petíerit ovum: numquid pórriget illi scorpiónem? Si ergo vos, cum sitis mali, nostis bona data dare fíliis vestris: quanto magis Pater vester de cœlo dabit spíritum bonum peténtibus se?
Traduzione italiana della Messa di Sant'Antonino
INTROITO
Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e cosi durerà per sempre la sua dignità sacerdotale. Allelúia, allelúia. --- Ricòrdati, Signore, di David e di tutta la pietà sua. --- Gloria --- Il Signore ha stabilito con lui un'alleanza di pace e ne ha fatto un principe: e cosi durerà per sempre la sua dignità sacerdotale. Allelúia, allelúia.
COLLETTE
Preghiamo. Ci soccorrano, o Signore, i meriti del santo confessore e vescovo Antonino; affinché, come ti proclamiamo ammirabile in lui , così ci gloriamo della tua misericordia verso di noi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. Nelle nostre pene, noi ci rifugiamo fiduciosi nella tua misericordia, o Dio onnipotente, e tu, concedi a noi, contro ogni male protezione e difesa.
O Dio onnipotente, concedi a noi, che celebriamo la solennità dei beati martiri Gordiano ed Epimaco, di essere protetti presso di te dalla loro intercessione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
EPISTOLA
Lettura del libro della Sapienza.
Eccli 44:16-27; 45, 3-20.
Ecco il gran sacerdote che nei suoi giorni piacque a Dio, e fu trovato giusto, e nel giorno dell'ira fu strumento di conciliazione. Nessuno fu simile a lui nel conservare la legge dell'Eccelso. Per questo, con giuramento, il Signore gli assicurò la gloria nella sua stirpe. A lui diede la benedizione di tutti gli antenati, e confermò il suo patto sopra il capo di lui. Lo riconobbe con le sue benedizioni; conservò per lui la sua misericordia, e trovò grazia agli occhi del Signore. Lo glorificò al cospetto dei re, e gli mostrò la sua gloria. Fece con lui un patto eterno, e gli diede un grande sacerdozio, lo rese invidiabile nel suo onore. Gli fece compiere le funzioni sacerdotali ed avere gloria nel suo nome, e offrirgli un degno sacrificio di incenso, di soave profumo.
ALLELUIA
Allelúia, allelúia. Tu sei sacerdote per sempre, secondo l'ordine di Melchisedech. Allelúia. Questi è il sacerdote che il Signore coronò. Allelúia.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Matteo.
Matt 25:14-23
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Un uomo, in procinto di partire, chiamati i servi consegnò loro i suoi beni: a chi diede cinque talenti, a chi due, a chi uno: a ciascuno secondo la sua capacità, e subito partì. Tosto colui, che aveva ricevuto cinque talenti, andò a negoziarli e ne guadagnò altri cinque. Similmente quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Ma colui che ne aveva ricevuto uno andò a fare una buca nella terra e vi nascose il danaro del suo padrone. Or molto tempo dopo ritornò il padrone di quei servi, e li chiamò a render conto. E venuto quello che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque dicendo: “Signore, me ne desti cinque, ecco ne ho guadagnati altri cinque”. E il padrone a lui: “Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; entra nella gioia del tuo Signore". E presentatosi l'altro che aveva ricevuto due talenti, disse: “Signore, me ne hai affidati due; eccone guadagnati altri due". E il padrone a lui: “Bene, servo buono e fedele, perché sei stato fedele, nel poco, ti darò potere su molto: entra nella gioia del tuo Signore"».
OFFERTORIO
Preghiamo. Ho trovato Davide mio servo; l'ho consacrato col mio sacro olio; sicché sia sempre con lui la mia mano, e il mio braccio gli dia forza. Allelúia.
SECRETE
Signore, i tuoi Santi ovunque ci rallegrino; affinché mentre ne ricordiamo i meriti ne esperimentiamo il patrocinio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Questa offerta, Signore, sciolga i vincoli delle nostre colpe e ci ottenga i doni della tua misericordia.
Accetta, O Signore, per la tua bontà queste offerte, che ti presentiamo in onore dei meriti dei beati martiri Gordiano ed Epimaco; e fa' che esse ci meritino una continua protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PREFAZIO PASQUALE
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare: Che Te, o Signore, esaltiamo in ogni tempo, ma ancor piú gloriosamente in questo tempo in cui, nostro Agnello pasquale, si è immolato il Cristo. Egli infatti è il vero Agnello, che tolse i peccati del mondo. Che morendo distrusse la nostra morte, e risorgendo ristabilí la vita. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine: (Sanctus).
COMUNIONE
Fedele e saggio è il servitore che il Signore ha preposto alla sua casa: perché al tempo conveniente dia il cibo che spetta a ciascuno. Allelúia.
POST-COMUNIONE
Preghiamo. O Dio onnipotente, concedici, te ne preghiamo, che, mentre ti ringraziamo dei doni ricevuti, per intercessione del beato Antonino confessore tuo e vescovo, ne riceviamo dei maggiori. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. Compi, Signore, con paterna bontà, le nostre preghiere: perché nutriti e consolati nella nostra sofferenza dai tuoi santi doni, cresciamo nel tuo amore.
Ti supplichiamo, Dio onnipotente, che per mezzo di questi celesti nutrimenti e per l'intercessione dei tuoi santi martiri Gordiano ed Epimaco, siamo irrobustiti contro ogni avversità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
ULTIMO VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.
Luc 11:5-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno di voi ha un amico che viene a trovarlo verso la mezzanotte e gli dice: " Amico, prestami tre pani, perché è arrivato da un viaggio un mio amico e non ho nulla da offrirgli"; e l'altro di dentro gli risponde: "Non mi dar noia; la porta è già chiusa, i miei figli sono a letto con me: non posso alzarmi per darteli"; se quell'uomo continua a bussare, io vi assicuro: anche se egli non si alzerà per darglieli perché è un amico, tuttavia lo farà a causa del suo importunare, e gli darà tutti i pani di cui ha bisogno. E io vi dico: chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Poiché chiunque chiede, riceve; chi cerca, trova; a chi bussa, sarà aperto. Qual è fra voi quel padre che, se un figlio gli chiede del pane, gli darà un sasso? O, se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, pur essendo cattivi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a coloro che lo pregano?».
2) Parti proprie della Messa delle Litanie Minori (in latino)
AD PROCESSIONEM:
Exurge Domine, adjuva nos, et libera nos propter nomen tuum. --- Deus, auribus nostris audivimus: patres nostri annuntiaverunt nobis. --- Gloria Patri. --- Exurge Domine, adjuva nos, et libera nos propter nomen tuum.
Kýrie, eléison. (Et omnes litaniae duplicantur)
Christe, eléison.
Kýrie, eléison.
Christe, audi nos.
Christe, exáudi nos.
Pater de cælis, Deus, miserére nobis.
Fili, Redémptor mundi, Deus, miserére nobis.
Spíritus Sancte, Deus, miserére nobis.
Sancta Trínitas, unus Deus, miserére nobis.
Sancta María, ora pro nobis.
Sancta Dei Génitrix, ora pro nobis.
Sancta Virgo vírginum, ora pro nobis.
Sancte Míchaël, ora pro nobis.
Sancte Gábriel, ora pro nobis.
Sancte Ráphaël, ora pro nobis.
Omnes sancti Ángeli et Archángeli, oráte pro nobis.
Omnes sancti beatórum Spirítuum órdines, oráte pro nobis.
Sancte Joánnes Baptísta, ora pro nobis.
Sancte Joseph, ora pro nobis.
Omnes sancti Patriárchæ et Prophétæ, oráte pro nobis.
Sancte Petre, ora pro nobis.
Sancte Paule, ora pro nobis.
Sancte Andréa, ora pro nobis.
Sancte Jacóbe, ora pro nobis.
Sancte Joánnes, ora pro nobis.
Sancte Thoma, ora pro nobis.
Sancte Jacóbe, ora pro nobis.
Sancte Philíppe, ora pro nobis.
Sancte Bartolomǽe, ora pro nobis.
Sancte Matthǽe, ora pro nobis.
Sancte Simon, ora pro nobis.
Sancte Thaddǽe, ora pro nobis.
Sancte Matthía, ora pro nobis.
Sancte Bárnaba, ora pro nobis.
Sancte Luca, ora pro nobis.
Sancte Marce, ora pro nobis.
Omnes sancti Apóstoli et Evangelístæ, oráte pro nobis.
Omnes sancti Discípuli Dómini, oráte pro nobis.
Omnes sancti Innocéntes, oráte pro nobis.
Sancte Stéphane, ora pro nobis.
Sancte Laurénti, ora pro nobis.
Sancte Vincénti, ora pro nobis.
Sancti Fabiáne et Sebastiáne, oráte pro nobis.
Sancti Joánnes et Paule, oráte pro nobis.
Sancti Cosma et Damiáne, oráte pro nobis.
Sancti Gervási et Protási, oráte pro nobis.
Omnes sancti Mártyres, oráte pro nobis.
Sancte Silvéster, ora pro nobis.
Sancte Gregóri, ora pro nobis.
Sancte Ambrósi, ora pro nobis.
Sancte Augustíne, ora pro nobis.
Sancte Hierónyme, ora pro nobis.
Sancte Martíne, ora pro nobis.
Sancte Nicoláe, ora pro nobis.
Omnes sancti Pontífices et Confessóres, oráte pro nobis.
Omnes sancti Doctóres, oráte pro nobis.
Sancte Antóni, ora pro nobis.
Sancte Benedícte, ora pro nobis.
Sancte Bernárde, ora pro nobis.
Sancte Domínice, ora pro nobis.
Sancte Francísce, ora pro nobis.
Omnes sancti Sacerdótes et Levítæ, oráte pro nobis.
Omnes sancti Mónachi et Eremítæ, oráte pro nobis.
Sancta María Magdaléna, ora pro nobis.
Sancta Agatha, ora pro nobis.
Sancta Lúcia, ora pro nobis.
Sancta Agnes, ora pro nobis.
Sancta Cæcília, ora pro nobis.
Sancta Catharína, ora pro nobis.
Sancta Anastásia, ora pro nobis.
Omnes sanctæ Vírgines et Víduæ, oráte pro nobis.
Omnes Sancti et Sanctæ Dei, intercédite pro nobis.
Propítius esto, parce nobis, Dómine.
Propítius esto, exáudi nos, Dómine.
Ab omni malo, líbera nos, Dómine.
Ab omni peccáto, líbera nos, Dómine.
Ab ira tua, líbera nos, Dómine.
A subitánea et improvísa morte, líbera nos, Dómine.
Ab insídiis diáboli, líbera nos, Dómine.
Ab ira et ódio et omni mala voluntáte, líbera nos, Dómine.
A spíritu fornicatiónis, líbera nos, Dómine.
A fúlgure et tempestáte, líbera nos, Dómine.
A flagéllo terræmótus, líbera nos, Dómine.
A peste, fame et bello, líbera nos, Dómine.
A morte perpétua, líbera nos, Dómine.
Per mystérium sanctæ Incarnatiónis tuæ, líbera nos, Dómine.
Per advéntum tuum, líbera nos, Dómine.
Per nativitátem tuam, líbera nos, Dómine.
Per baptísmum et sanctum jejúnium tuum, líbera nos, Dómine.
Per crucem et passiónem tuam, líbera nos, Dómine.
Per mortem et sepultúram tuam, líbera nos, Dómine.
Per sanctam resurrectiónem tuam, líbera nos, Dómine.
Per admirábilem ascensiónem tuam, líbera nos, Dómine.
Per advéntum Spíritus Sancti Parácliti, líbera nos, Dómine.
In die judícii, líbera nos, Dómine.
Peccatóres, te rogámus, audi nos.
Ut nobis parcas, te rogámus, audi nos.
Ut nobis indúlgeas, te rogámus, audi nos.
Ut ad veram pœniténtiam nos perdúcere dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut Ecclésiam tuam sanctam régere et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut domnum Apostólicum et omnes ecclesiásticos órdines in sancta religióne conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut inimícos sanctæ Ecclésiæ humiliáre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut régibus et princípibus christiánis pacem et veram concórdiam donáre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut cuncto pópulo christiáno pacem et unitátem largíri dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut omnes errántes ad unitátem Ecclésiæ revocáre, et infidéles univérsos ad Evangélii lumen perdúcere dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut nosmetípsos in tuo sancto servítio confortáre et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut mentes nostras ad cæléstia desidéria érigas, te rogámus, audi nos.
Ut ómnibus benefactoribus nostris sempitérna bona retríbuas, te rogámus, audi nos.
Ut ánimas nostras, fratrum, propinquórum et benefactórum nostrórum ab ætérna damnatióne erípias, te rogámus, audi nos.
Ut fructus terræ dare et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut ómnibus fidélibus defúnctis réquiem ætérnam donáre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut nos exaudíre dignéris, te rogámus, audi nos.
Fili Dei, te rogámus, audi nos.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, parce nobis, Dómine.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, exáudi nos, Dómine.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, miserére nobis.
Christe, audi nos.
Christe, exáudi nos.
Kýrie, eléison.
Christe, eléison.
Kýrie, eléison.
Pater noster, qui es in cælis, sanctificétur nomen tuum: advéniat regnum tuum: fiat volúntas tua, sicut in cælo et in terra. Panem nostrum quotidiánum da nobis hódie: et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris:
V. Et ne nos indúcas in tentatiónem:
R. Sed líbera nos a malo.
Deus, in adjutórium meum inténde: * Dómine, ad adjuvándum me festína.
Confundántur et revereántur, * qui quærunt ánimam meam.
Avertántur retrórsum, et erubéscant, * qui volunt mihi mala.
Avertántur statim erubescéntes, * qui dicunt mihi: Euge, euge.
Exsúltent et læténtur in te omnes qui quærunt te, * et dicant semper: Magnificétur Dóminus: qui díligunt salutáre tuum.
Ego vero egénus, et pauper sum: * Deus, ádjuva me.
Adjútor meus, et liberátor meus es tu: * Dómine, ne moréris.
Glória Patri, et Fílio, * et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, * et in sǽcula sæculórum. Amen.
V. Salvos fac servos tuos.
R. Deus meus, sperántes in te.
V. Esto nobis, Dómine, turris fortitúdinis.
R. A fácie inimíci.
V. Nihil profíciat inimícus in nobis.
R. Et fílius iniquitátis non appónat nocére nobis.
V. Dómine, non secúndum peccáta nostra fácias nobis.
R. Neque secúndum iniquitátes nostras retríbuas nobis.
V. Orémus pro Pontífice nostro N.
R. Dóminus consérvet eum, et vivíficet eum, et beátum fáciat eum in terra, et non tradat eum in ánimam inimicórum ejus.
V. Orémus pro benefactóribus nostris.
R. Retribúere dignáre, Dómine, ómnibus, nobis bona faciéntibus propter nomen tuum, vitam ætérnam. Amen.
V. Orémus pro fidélibus defúnctis.
R. Réquiem ætérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis.
V. Requiéscant in pace.
R. Amen.
V. Pro frátribus nostris abséntibus.
R. Salvos fac servos tuos, Deus meus, sperántes in te.
V. Mitte eis, Dómine, auxílium de sancto.
R. Et de Sion tuére eos.
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Orémus
Deus, cui próprium est miseréri semper et párcere: súscipe deprecatiónem nostram, ut nos, et omnes fámulos tuos, quos delictórum caténa constríngit, miserátio tuæ pietátis cleménter absólvat.
Exáudi, quæsumus, Dómine, súpplicum preces, et confiténtium tibi parce peccátis: ut páriter nobis indulgéntiam tríbuas benígnus et pacem.
Ineffábilem nobis, Dómine, misericórdiam tuam cleménter osténde: ut simul nos et a peccátis ómnibus éxuas, et a pœnis, quas pro his merémur, erípias.
Deus, qui culpa offénderis, pœniténtia placáris: preces pópuli tui supplicántis propítius réspice; et flagélla tuæ iracúndiæ, quæ pro peccátis nostris merémur, avérte.
Omnípotens sempitérne Deus, miserére fámulo tuo Pontífici nostro N., et dírige eum secúndum tuam cleméntiam in viam salútis ætérnæ: ut, te donánte, tibi plácita cúpiat, et tota virtúte perfíciat.
Deus, a quo sancta desidéria, recta consília et justa sunt ópera: da servis tuis illam, quam mundus dare non potest, pacem; ut et corda nostra mandátis tuis dédita, et, hóstium subláta formídine, témpora sint, tua protectióne, tranquílla.
Ure igne Sancti Spíritus renes nostros et cor nóstrum, Dómine: ut tibi casto córpore serviámus, et mundo corde placeámus.
Fidélium, Deus, ómnium Cónditor et Redémptor, animábus famulórum famularúmque tuárum remissiónem cunctórum tríbue peccatórum: ut indulgéntiam, quam semper optavérunt, piis supplicatiónibus consequántur.
Actiónes nostras, quǽsumus, Dómine, aspirándo prǽveni et adjuvándo proséquere: ut cuncta nostra orátio et operátio a te semper incípiat, et per te cœpta finiátur.
Omnípotens sempitérne Deus, qui vivórum domináris simul et mortuórum, omniúmque miseréris quos tuos fide et ópere futúros esse prænóscis: te súpplices exorámus; ut, pro quibus effúndere preces decrévimus, quosque vel præsens sǽculum adhuc in carne rétinet vel futúrum jam exútos córpore suscépit, intercédentibus ómnibus Sanctis tuis, pietátis tuæ cleméntia, ómnium delictórum suórum véniam consequántur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
V. Exáudiat nos omnípotens et miséricors Dóminus.
R. Amen.
V. Et fidélium ánimæ per misericórdiam Dei requiéscant in pace.
R. Amen.
AD MISSAM:
INTROITUS
Exaudívit de templo sancto suo vocem meam, allelúja: et clamor meus in conspectu ejus, introívit in aures ejus, allelúja, allelúja. --- Díligam te, Dómine, virtus mea: Dóminus firmaméntum meum et refúgium meum et liberátor meus. --- Gloria Patri --- Exaudívit de templo sancto suo vocem meam, allelúja: et clamor meus in conspectu ejus, introívit in aures ejus, allelúja, allelúja.
COLLECTAE
Orémus. Præsta, quaesumus, omnípotens Deus: ut, qui in afflictióne nostra de tua pietáte confídimus; contra advérsa ómnia, tua semper protectióne muniámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Deinde:
Orémus. Concéde nos fámulos tuos, quǽsumus, Dómine Deus, perpetua mentis et corporis sanitáte gaudére: et, gloriosa beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, a præsénti liberári tristitia, et aeterna perfrui lætítia.
Ecclésiæ tuæ, quæsumus, Dómine, preces placátus admítte: ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, secúra tibi sérviat libertáte. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Si tamen haec est unica Missa Conventualis, vel in aliis ecclesiis, unica Missa quae celebratur:
Orémus. Sancti Antoníni, Dómine, Confessóris tui atque Pontíficis méritis adjuvémur: ut, sicut te in illo mirábilem prædicámus, ita in nos misericórdem fuísse gloriémur.
Da, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui beatórum Mártyrum tuórum Gordiáni et Epimachi sollémnia cólimus, eórum apud te intercessiónibus adjuvémur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
EPISTOLA
Léctio Epístolæ beáti Jacóbi Apóstoli.
Jac 5:16-20
Caríssimi: Confitémini altérutrum peccáta vestra, et oráte pro ínvicem, ut salvémini: multum enim valet deprecátio justi assídua. Elías homo erat símilis nobis passíbilis: et oratióne orávit, ut non plúeret super terram, et non pluit annos tres et menses sex. Et rursum orávit: et coelum dedit plúviam et terra dedit fructum suum. Fratres mei, si quis ex vobis erráverit a veritáte et convérterit quis eum: scire debet, quóniam, qui convérti fécerit peccatórem ab erróre viæ suæ, salvábit ánimam ejus a morte, et opériet multitúdinem peccatórum.
ALLELUIA
Allelúja. Confitémini Dómino, quóniam bonus: quóniam in saeculum misericórdia ejus.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 11:5-13
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Quis vestrum habébit amícum, et íbit ad illum média nocte, et dicet illi: Amíce, cómmoda mihi tres panes, quóniam amícus meus venit de via ad me, et non hábeo quod ponam ante illum: et ille deíntus respóndens, dicat: Noli mihi moléstus esse, jam óstium clausum est, et púeri mei mecum sunt in cubíli, non possum súrgere et dare tibi. Et si ille perseveráverit pulsans: dico vobis, etsi non dabit illi surgens, eo quod amícus ejus sit, propter improbitátem tamen ejus surget et dabit illi, quotquot habet necessários. Et ego dico vobis: Pétite, et dábitur vobis: quaerite, et inveniétis: pulsáte, et aperiétur vobis. Omnis enim, qui petit, áccipit: et qui quærit, invénit: et pulsánti aperietur, Quis autem ex vobis patrem pétii panem, numquid lápidem dabit illi? Aut piscem: numquid pro pisce serpéntem dabit illi? Aut si petíerit ovum: numquid pórriget illi scorpiónem? Si ergo vos, cum sitis mali, nostis bona data dare fíliis vestris: quanto magis Pater vester de coelo dabit spíritum bonum peténtibus se?
OFFERTORIUM
Orémus. Confitébor Dómino nimis in ore meo: et in médio multórum laudábo eum, qui ástitit a dextris páuperis: ut salvam fáceret a persequéntibus ánimam meam, allelúja.
SECRETAE
Hæc múnera, quǽsumus, Dómine, et víncula nostræ pravitátis absólvant, et tuæ nobis misericórdiæ dona concílient. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Deinde:
Tua, Dómine, propitiatióne, et beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, ad perpétuam atque præséntem hæc oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem.
Prótege nos, Dómine, tuis mystériis serviéntes: ut, divínis rebus inhæréntes, et córpore tibi famulémur et mente. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Si tamen haec est unica Missa Conventualis, vel in aliis ecclesiis, unica Missa quae celebratur:
Sancti tui, quǽsumus, Dómine, nos úbique lætíficant: ut, dum eórum mérita recólimus, patrocínia sentiámus.
Hóstias tibi, Dómine, beatórum Martyrum tuórum Gordiáni et Epimáchi dicátas méritis, benígnus assúme: et ad perpétuum nobis tríbue proveníre subsídium. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
PRAEFATIO PASCHALIS
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre: Te quidem, Dómine, omni témpore, sed in hoc potíssimum die gloriósius prædicáre, cum Pascha nostrum immolátus est Christus. Ipse enim verus est Agnus, qui ábstulit peccáta mundi. Qui mortem nostram moriéndo destrúxit et vitam resurgéndo reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia cœléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: (Sanctus).
COMMUNIO
Petite, et accipiétis: quaerite, et inveniétis: pulsáte, et aperiétur vobis: omnis enim qui pétii, áccipit: et qui quærit, invénit: et pulsánti aperiétur, allelúja.
POSTCOMMUNIO
Orémus. Vota nostra, quǽsumus, Dómine, pio favore proséquere: ut, dum dona tua in tribulatióne percípimus, de consolatióne nostra in tuo amóre crescámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Deinde:
Orémus. Sumptis, Dómine, salútis nostræ subsídiis: da, quaesumus, beátæ Maríæ semper Vírginis patrocíniis nos ubíque prótegi; in cuius veneratióne hæc tuæ obtúlimus majestáti.
Quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, humánis non sinas subjacére perículis. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Si tamen haec est unica Missa Conventualis, vel in aliis ecclesiis, unica Missa quae celebratur:
Orémus. Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, de percéptis munéribus grátias exhibéntes, intercedénte beáto Antoníno Confessóre tuo atque Pontífice, benefícia potióra sumámus.
Quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui cœléstia aliménta percépimus, intercedéntibus sanctis Martýribus tuis Gordiáno et Epímacho, per hæc contra ómnia advérsa muniámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Traduzione italiana della Messa delle Litanie Minori
ALLA PROCESSIONE:
Sorgi, o Signore, aiutaci, e liberaci per l'onore del tuo nome. --- O Dio, l'udimmo con le nostre orecchie e ce lo hanno raccontato i nostri padri. --- Gloria. --- Sorgi, o Signore, aiutaci, e liberaci per l'onore del tuo nome.
Signore, pietà. (Ogni singola litania viene ripetuta due volte).
Cristo, pietà.
Signore, pietà.
Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici.
Padre celeste, Dio, abbi pietà di noi.
Figlio, Redentore del mondo, Dio, abbi pietà di noi.
Spirito Santo, Dio, abbi pietà di noi.
Santa Trinità, unico Dio, abbi pietà di noi.
Santa Maria, prega per noi.
Santa Madre di Dio, prega per noi.
Santa Vergine delle vergini, prega per noi.
San Michele, prega per noi.
Voi tutti, santi Angeli e Arcangeli, pregate per noi.
Voi tutte, sante schiere degli Spiriti beati, pregate per noi.
San Giovanni Battista, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Voi tutti, santi Patriarchi e Profeti, prega per noi.
San Pietro, prega per noi.
San Paolo, prega per noi.
Sant'Andrea, prega per noi.
San Giacomo, prega per noi.
San Giovanni, prega per noi.
San Tommaso, prega per noi.
San Giacomo, prega per noi.
San Filippo, prega per noi.
San Bartolomeo, prega per noi.
San Matteo, prega per noi.
San Simone, prega per noi.
San Taddeo, prega per noi.
San Mattia, prega per noi.
San Barnaba, prega per noi.
San Luca, prega per noi.
San Marco, prega per noi.
Voi tutti, santi Apostoli ed Evangelisti, pregate per noi.
Voi tutti, santi Discepoli del Signore, pregate per noi.
Voi tutti, Santi Innocenti, pregate per noi.
Santo Stefano, prega per noi.
San Lorenzo, prega per noi.
San Vincenzo, prega per noi.
Santi Fabiano e Sebastiano, pregate per noi.
Santi Giovanni e Paolo, pregate per noi.
Santi Cosma e Damiano, pregate per noi.
Santi Gervasio e Protasio, pregate per noi.
Voi tutti, santi Martiri, pregate per noi.
San Silvestro, prega per noi.
San Gregorio, prega per noi.
Sant'Ambrogio, prega per noi.
Sant'Agostino, prega per noi.
San Girolamo, prega per noi.
San Martino, prega per noi.
San Nicola, prega per noi.
Voi tutti, santi Pontefici e Confessori, prega per noi.
Voi tutti, santi Dottori, prega per noi.
Sant'Antonio, prega per noi.
San Benedetto, prega per noi.
San Bernardo, prega per noi.
San Domenico, prega per noi.
San Francesco, prega per noi.
Voi tutti, santi Sacerdoti e Leviti, prega per noi.
Voi tutti, santi Monaci ed Eremiti, prega per noi.
Santa Maria Maddalena, prega per noi.
Sant'Agata, prega per noi.
Santa Lucia, prega per noi.
Sant'Agnese, prega per noi.
Santa Cecilia, prega per noi.
Santa Caterina, prega per noi.
Sant'Anastasia, prega per noi.
Voi tutte, sante Vergini e Vedove, prega per noi.
Voi tutti, Santi e Sante di Dio, intercedete per noi.
Sii indulgente, perdonaci, o Signore.
Sii indulgente, ascoltaci, o Signore.
Da ogni male, liberaci, o Signore.
Da ogni peccato, liberaci, o Signore.
Dalla tua ira, liberaci, o Signore.
Da una morte subitanea ed improvvisa, liberaci, o Signore.
Dalle insidie del diavolo, liberaci, o Signore.
Dall'ira, dall'odio e da ogni cattiva volontà, liberaci, o Signore.
Dallo spirito della fornicazione, liberaci, o Signore.
Dal fulmine e dalla tempesta, liberaci, o Signore.
Dal flagello del terremoto, liberaci, o Signore.
Dalle peste, dalla fame e dalla guerra , liberaci, o Signore.
Dalla morte eterna, liberaci, o Signore.
Per il mistero della tua santa incarnazione, liberaci, o Signore.
Per la tua venuta, liberaci, o Signore.
Per la tua nascita, liberaci, o Signore.
Per il tuo battesimo e il tuo santo digiuno, liberaci, o Signore.
Per la tua croce e la tua passione, liberaci, o Signore.
Per la tua morte e la tua sepoltura, liberaci, o Signore.
Per la tua santa risurrezione, liberaci, o Signore.
Per la tua ammirabile ascensione, liberaci, o Signore.
Per l'effusione dello Spirito Santo Paraclito, liberaci, o Signore.
Nel giorno del giudizio, liberaci, o Signore.
Noi peccatori, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ci perdoni, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu sia indulgente con noi, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di condurci vera penitenza, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di reggere e governare la tua santa Chiesa, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di conservare il Papa e tutti gli ordini ecclesiastici nella santa religione, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di umiliare i nemici della santa Chiesa, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di donare pace e vera concordia ai re ed ai principi cristiani, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di donare pace ed unità a tutto il popolo cristiano, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di richiamare all'unità della Chiesa tutti gli erranti e condurre alla luce del Vangelo tutti gli infedeli, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di confermare e conservare noi stessi nel tuo santo servizio, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di elevare le nostre menti ai desideri celesti, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di retribuire i beni eterni a tutti i nostri benefattori, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di liberare dalla dannazione eterna le nostre anime e quelle dei nostri fratelli, parenti e benefattori, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di darci e conservarci i frutti della terra, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di donare l'eterno riposo a tutti i fedeli defunti, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di esaudirci, ti preghiamo, ascoltaci.
Figlio di Dio, ti preghiamo, ascoltaci.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, esaudiscici Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Cristo ascoltaci.
Cristo esaudiscici.
Signore, pietà. Signore, pietà.
Cristo, pietà. Cristo, pietà.
Signore, pietà. Signore, pietà.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori:
V. E non ci indurre in tentazione:
R. Ma liberaci dal male.
Vieni, o Dio, in mio soccorso: Signore, affrettati ad aiutarmi.
Siano confusi e svergognati, quei che cercano l'anima mia.
Siano volti in fuga ed arrossiscano, quei che mi vogliono male.
Siano volti in fuga subito e svergognati, quei che mi dicono: Bene, bene.
Esultino e si rallegrino in te tutti quei che ti cercano: e quanti bramano da te la salute dicano sempre: Il Signore sia glorificato.
Io per me son povero e bisognoso: o Dio, aiutami.
Tu sei il mio aiuto e il mio liberatore: Signore, non tardare.
Gloria al Padre, e al Figlio, * e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen.
V. Salva i tuoi servi.
R. Che sperano in te, Dio mio.
V. Sii per noi, o Signore, una torre inespugnabile.
R. Dinanzi al nemico.
V. Non possa nulla il nemico contro di noi.
R. E il figlio del male non ci rechi danno alcuno.
V. Signore, non ci trattare come mentano i nostri peccati.
R. Né ricompensarci come meritano le nostre iniquità.
V. Preghiamo per il Sommo Pontefice N.
R. Il Signore lo conservi, lo vivifichi, lo renda felice in terra e lo difenda dalle mani dei suoi nemici.
V. Preghiamo per i nostri benefattori.
R. Signore, degnati di ricompensare colla vita eterna tutti quelli che ci fanno del bene a gloria del tuo nome. Amen.
V. Preghiamo per i fedeli defunti.
R. L'eterno riposo dona loro. Signore, e splenda ad essi la luce perpetua.
V. Riposino in pace.
R. Amen.
V. Preghiamo per i nostri fratelli assenti.
R. Salva i tuoi servi, o Signore, che sperano in te.
V. Manda ad essi, Signore, il soccorso dal tuo Santuario.
R. Da Sion manda la tua difesa.
V. Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga, a te.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Preghiamo.
Signore, di cui è proprio l'usar misericordia e perdonare, accetta la nostra preghiera; affinché noi e tutti i tuoi servi detenuti dai lacci del peccato siano pietosamente assolti dalla tua benigna bontà.
Esaudisci Signore, le preghiere dei supplicanti, e perdona ai tuoi servi i peccati, affinché noi tutti da te riceviamo pace e perdono.
Signore, mostraci pietoso l'ineffabile tua misericordia, la quale ci purghi da tutti i peccati e ci liberi da quelle pene che per essi abbiamo meritate.
Dio buono, che ti adiri per le colpe, e ti plachi per la penitenza, ascolta le preghiere del tuo popolo supplichevole ed allontana i flagelli dovuti alle nostre colpe.
Onnipotente eterno Iddio, abbi misericordia del tuo servo, il nostro S. Pontefice N. e dirigilo per tua pietà sulla via della salute affinché per dono tuo desideri ed esegua perfettamente ciò che a te piace.
Dio, da cui procedono i santi desideri, i retti consigli, le giuste azioni, da' ai tuoi servi quella pace che il mondo non può dare, affinché, uniti i nostri cuori ai tuoi comandamenti, senza timore dei nemici, i giorni siano tranquilli mediante la tua protezione.
Il tuo S. Spirito abbruci e il cuor nostro e le reni affinché casti di corpo e mondi di cuore possiamo servirti e piacerti.
Iddio Creatore e Redentore di tutti i fedeli da' il perdono di tutti i peccati alle anime dei servi tuoi defunti, affinché ottengano quella misericordia la quale hanno sempre domandata colle devote preghiere.
Previeni, o Signore, coi tuoi lumi e col tuo aiuto accompagna le nostre azioni affinché e le nostre orazioni e le opere nostre abbiano da voi e principio e fine.
Onnipotente eterno Iddio, che sei il padre dei vivi e dei morti, e che usi misericordia a coloro, i quali conosci che sono tuoi e per la loro fede e per le opere, umilmente ti preghiamo per l'intercessione di tutti i Santi, ad usar di tua pietosa clemenza ed a concedere il perdono dei peccati a tutti i vivi e defunti, per i quali abbiamo intenzione di pregare. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
V. L'onnipotente e misericordioso Signore ci esaudisca.
R. Amen.
V. E le anime dei Fedeli per la misericordia di Dio riposino in pace.
R. Amen.
ALLA MESSA:
INTROITO
Dal suo tempio santo esaudì la mia voce, alleluia: il mio grido giunse dinnanzi a lui ed entrò nei suoi orecchi, alleluia, alleluia. --- Ascolta, o Dio , la mia voce tra i gemiti; preserva la mia vita dal timore del nemico. --- Gloria. --- al suo tempio santo esaudì la mia voce, alleluia: il mio grido giunse dinnanzi a lui ed entrò nei suoi orecchi, alleluia, alleluia.
COLLETTE
Preghiamo. Nelle nostre pene, noi ci rifugiamo fiduciosi nella tua misericordia, o Dio onnipotente, e tu, concedi a noi, contro ogni male protezione e difesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dopo:
Preghiamo. Signore, te ne preghiamo, concedi ai tuoi servi perpetua salute di anima e di corpo; e, per intercessione della beata Vergine Maria, concedici di essere liberati dai mali presenti e di godere delle gioie eterne.
Accogli, placato, o Signore le preghiere della tua Chiesa perché, distrutte tutte le avversità e gli errori, ti serva in sicura libertà. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Tuttavia, se questa è l'unica Messa Conventuale, o nelle altre chiese, l'unica Messa che viene celebrata, al posto delle due precedenti si dicono queste Orazioni:
Preghiamo. Ci soccorrano, o Signore, i meriti del santo confessore e vescovo Antonino; affinché, come ti proclamiamo ammirabile in lui , così ci gloriamo della tua misericordia verso di noi.
O Dio onnipotente, concedi a noi, che celebriamo la solennità dei beati martiri Gordiano ed Epimaco, di essere protetti presso di te dalla loro intercessione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
EPISTOLA
Lettura dell'Epistola di San Giacomo Apostolo.
Gc 5:16-20
Carissimi, confessate gli uni agli altri i vostri peccati; e pregate gli uni per gli altri, per essere guariti: molto potere, infatti, ha la preghiera assidua del giusto. Elia era un uomo mortale come noi: pregò intensamente perché non piovesse sopra la terra, e non piovve per tre anni e sei mesi. Poi di nuovo pregò e il cielo diede la pioggia e la terra produsse i suoi frutti. Fratelli miei, se uno di voi si smarrisce lontano dalla verità, e un altro ve lo riconduce, sappiate che colui che riconduce un peccatore dalla via del suo errore, salverà quell'anima dalla morte e coprirà un gran numero di peccati.
ALLELUIA
Allelúia. Celebrate il Signore perché è buono: eterna è la sua misericordia.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.
Luc 11:5-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno di voi ha un amico che viene a trovarlo verso la mezzanotte e gli dice: " Amico, prestami tre pani, perché è arrivato da un viaggio un mio amico e non ho nulla da offrirgli"; e l'altro di dentro gli risponde: "Non mi dar noia; la porta è già chiusa, i miei figli sono a letto con me: non posso alzarmi per darteli"; se quell'uomo continua a bussare, io vi assicuro: anche se egli non si alzerà per darglieli perché è un amico, tuttavia lo farà a causa del suo importunare, e gli darà tutti i pani di cui ha bisogno. E io vi dico: chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Poiché chiunque chiede, riceve; chi cerca, trova; a chi bussa, sarà aperto. Qual è fra voi quel padre che, se un figlio gli chiede del pane, gli darà un sasso? O, se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, pur essendo cattivi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a coloro che lo pregano?».
OFFERTORIO
Preghiamo. Celebrerò altamente il Signore colla mia bocca e gli darò lode in mezzo alla moltitudine: perché gli si è messo alla destra del povero, per salvare l’anima sua dai persecutori, alleluia.
SECRETE
Questa offerta, Signore, sciolga i vincoli delle nostre colpe e ci ottenga i doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dopo:
Per la tua clemenza, Signore, e per l'intercessione della beata sempre vergine Maria, l'offerta di questo sacrificio giovi alla nostra prosperità e pace nella vita presente e nella futura.
Proteggi, o Signore, noi che celebriamo i tuoi misteri, perché trattando le cose divine, ti serviamo col corpo e coll’anima. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Tuttavia, se questa è l'unica Messa Conventuale, o nelle altre chiese, l'unica Messa che viene celebrata, al posto delle due precedenti si dicono queste Orazioni:
Signore, i tuoi Santi ovunque ci rallegrino; affinché mentre ne ricordiamo i meriti ne esperimentiamo il patrocinio.
Accetta, O Signore, per la tua bontà queste offerte, che ti presentiamo in onore dei meriti dei beati martiri Gordiano ed Epimaco; e fa' che esse ci meritino una continua protezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PREFAZIO PASQUALE
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare: Che Te, o Signore, esaltiamo in ogni tempo, ma ancor piú gloriosamente in questo tempo in cui, nostro Agnello pasquale, si è immolato il Cristo. Egli infatti è il vero Agnello, che tolse i peccati del mondo. Che morendo distrusse la nostra morte, e risorgendo ristabilí la vita. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine: (Sanctus).
COMUNIONE
Chiedete e otterrete, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto: infatti colui che chiede, riceve; a colui che picchia verrà aperto, alleluia.
POST-COMUNIONE
Preghiamo. Compi, Signore, con paterna bontà, le nostre preghiere: perché nutriti e consolati nella nostra sofferenza dai tuoi santi doni, cresciamo nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dopo:
Preghiamo. Ricevuti i misteri della nostra salvezza, ti preghiamo, o Signore, di essere ovunque protetti dalla beata sempre vergine Maria, ad onore della quale abbiamo presentato alla tua maestà questo sacrificio.
Ti preghiamo, Signore Iddio nostro, perché Tu non permetta che soggiacciano a umani pericoli coloro cui hai concesso di godere delle divina partecipazione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Tuttavia, se questa è l'unica Messa Conventuale, o nelle altre chiese, l'unica Messa che viene celebrata, al posto delle due precedenti si dicono queste Orazioni:
Preghiamo. O Dio onnipotente, concedici, te ne preghiamo, che, mentre ti ringraziamo dei doni ricevuti, per intercessione del beato Antonino confessore tuo e vescovo, ne riceviamo dei maggiori.
Ti supplichiamo, Dio onnipotente, che per mezzo di questi celesti nutrimenti e per l'intercessione dei tuoi santi martiri Gordiano ed Epimaco, siamo irrobustiti contro ogni avversità. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger
1O MAGGIO SANT’ANTONINO, VESCOVO E CONFESSORE
L’ordine dei Frati predicatori che ha già presentato a Gesù .trionfante Pietro martire e santa Caterina da Siena, gli olfre, oggi, uno dei numerosi Vescovi che ha nutrito e preparato nel suo seno. Nel xv secolo, epoca in cui la santità era cosa rara sulla terra, Antonino fece rivivere nella sua persona tutte le virtù che avevano brillato nei primi grandi Vescovi dei tempi antichi. Il suo zelo apostolico, le sue opere di carità, l’austerità della sua vita, formano la gloria della Chiesa di Firenze che fu affidata alle sue cure. Lo stato politico di questa città non gli dovette minor gratitudine per quanto fece per la sua grandezza e prosperità, e Cosimo dei Medici, che onorava il suo Arcivescovo come un Padre, confessò più di una volta che i meriti e i servigi di Antonino erano il punto di appoggio più solido di Firenze. Il Santo prelato non si rese meno illustre per la dottrina che per le opere. Lo si vide, di volta in volta, difendere il Papato, attaccato nel concilio di Basilea da prelati sediziosi, e sostenere il dogma cattolico nel concilio ecumenico di Firenze contro i fautori dello scisma greco. Ammiriamo la fecondità della Chiesa che mai non cessò di produrre, secondo i tempi, dottori per tutte le verità, avversari contro tutti gli errori.
Vita. – Antonino nacque a Firenze nel 1389. All’età di sedici anni entrò nell’ordine domenicano, dove si fece subito notare per amore allo studio, austerità, e soprattutto per una ardente pietà. Divenuto priore all’età di ventinove anni, si adoperò a mantenere ed a propagare la riforma introdotta da Santa Caterina da Siena e poi da Giovanni Dominici. Nel 1446 Eugenio IV lo nominò vescovo di Firenze. Non volle cambiare in nulla il suo tenore di vita , e restò fedele alla povertà e all’austerità. Di una carità senza limiti, veniva in soccorso di tutte le indigenze nelle calamità pubbliche. Si sforzò di riformare il suo clero, e scrisse una Somma di Teologia morale per venire in aiuto ai confessori ed ai predicatori. Infine, minato dalla malattia, s’addormentò nel Signore il 2 maggio 1459. Clemente VII lo canonizzò nel 1525
Preghiera.
Noi glorifichiamo Gesù risorto, o Antonino, per i doni che ti ha elargito. Affidandoti una porzione del suo gregge, aveva dotato l’anima tua delle qualità che formano pastori secondo il suo cuore. Ben sapendo che poteva contare sul tuo amore, affidò i suoi agnelli alle tue cure. In un secolo che , per i suoi disordini, faceva già presagire gli scandali di quello seguente, tu brillasti della luce più pura sul candelabro della santa Chiesa. Firenze resta fedele alla tua memoria; tra le sue mura fosti l’uomo di Dio ed il padre della patria. Aiutala anche oggi dall’alto del cielo. I propagatori dell’eresia non stanno più solo alle porte: sono entrati tra le sue mura. Veglia, Vescovo santo, su quel campo seminato dalle tue mani, e non permettere che la zizzania vi metta radici. Difensore della Cattedra Apostolica, suscita in tutta l’Italia , emuli tuoi per zelo e dottrina.
Nella tua augusta basilica, sotto la sua cupola imponente, gli occhi tuoi videro la riunione della Chiesa bizantina alla Chiesa madre e maestra; la tua scienza, la tua carità avevano avuto la loro parte in questa solenne riconciliazione che doveva, purtroppo, durare così poco.
Prega, Antonino, per i figli di coloro che furono infedeli alla promessa suggellata sullo stesso altare, ove le tue mani offersero tante volte il divin Sacrificio dell’unità e della pace.
Discepolo del grande Domenico, erede del suo zelo ardente, sostieni l’Ordine santo che egli fondò, e del quale sei una delle glorie principali. Dimostra che l’ami ancora; moltiplica i suoi germogli, e fa’ che fioriscano efrutti fichino come nei tempi passati. Ricordati pure. Vescovo santo, del popolo cristiano che t’implora in questi giorni. Ogni anno la tua eloquente parola annunciava la Pasqua ai fedeli di Firenze e li invitava a prendere parte alla Risurrezione del nostro Capo divino. La stessa Pasqua, la Pasqua immortale, è venuta nuovamente a splendere su di noi. L’abbiamo celebrata, la celebriamo ancora; ottienici che i suoi frutti siano duraturi per noi; che Gesù risuscitato, che ci ha dato la vita, la conservi nelle anime nostre, per mezzo della grazia, fino all’eternità.
LUNEDI’ DELLE ROGAZIONI
Le Rogazioni e il Tempo Pasquale.
Oggi comincia una serie di tre giorni consacrati alla penitenza. Questa coincidenza inaspettata sembra, a prima vista, una specie di anomalia nel Tempo pasquale; tuttavia, quando vi si riflette, si giunge a riconoscere che l’istituzione ha un nesso intimo con i giorni in cui siamo. È vero che il Salvatore, prima della Passione, diceva che non si può far digiunare gli amici dello sposo mentre lo sposo é con loro (Le. 5, 34); ma queste ultime ore che precedono la sua dipartita per il cielo, non hanno forse qualcosa di melanconico? e, ieri stesso, non ci sentivamo portati naturalmente a pensare alla tristezza, rassegnata e contenuta, che opprime il cuore della divina Madre e quello dei discepoli, alla vigilia di perdere colui la cui presenza era per essi la pregustazione delle gioie celesti?
Origine delle Rogazioni.
Dobbiamo ora render conto del come, ed in quale occasione, il Ciclo liturgico si é completato, in quest’epoca, con l’introduzione dei tre giorni, durante i quali la santa Chiesa, ancora raggiante degli splendori della Risurrezione, sembra volere improvvisamente retrocedere fino al lutto quaresimale. Lo Spirito Santo, che la dirige in qualunque cosa, ha voluto che, poco dopo la metà del quinto secolo, una semplice Chiesa delle Gallie desse principio a questo rito che si estese poi rapidamente a tutta la cattolicità, dalla quale fu ricevuto come un complemento della liturgia pasquale.
La Chiesa di Vienna, una delle più illustri e delle più antiche della Gallia meridionale, circa l’anno 470, aveva come Vescovo S. Mamerto. Calamità di ogni genere erano venute a portare la desolazione in questa provincia, di recente conquistata dai Burgondi. Terremoti, incendi, fenomeni paurosi agitavano le popolazioni, come fossero stati segni della collera divina. Il santo Vescovo che desiderava risollevare il morale del suo popolo esportarlo a Dio, la cui giustizia aveva bisogno di essere placata, prescrisse tre giorni di espiazione, durante i quali i fedeli dovevano darsi ad opere di penitenza e andare in processione al canto dei salmi. Per mettere in pratica questa pia risoluzione, furono scelti i tre giorni che precedono l’Ascensione. Senza prevederlo, il santo Vescovo di Vienna gettava così le basi di una istituzione che tutta la Chiesa avrebbe poi adottato.
Cominciarono i Galli, come era giusto. Sant’Alcino Avit, che successe quasi immediatamente a San Mamerto nella sede di Vienna, attesta che la pratica delle Rogazioni era già consolidata in quella Chiesa. San Cesario d’Arles, al principio del sesto secolo, ne parla come di un uso già esteso altrove, designando almeno con queste parole tutta quella porzione di Galli che allora si trovavano sotto il giogo dei Visigoti.
Leggendo i canoni del primo concilio di Orléans tenuto nel 511 e che raccoglieva tutte le provincie che riconoscevano l’autorità di Clodoveo, si nota chiaramente che essi affermano come l’intera Gallia non tardò ad adottarlo. I regolamenti del concilio, a proposito delle Rogazioni, dànno una chiara idea dell’importanza che si annetteva a questa istituzione. Non solamente è prescritta l’astinenza dalle carni durante quei tre giorni, ma il digiuno è di precetto. Vi si ordina ugualmente di dispensare dal lavoro le persone di servizio, affinchè possano prendere parte alle lunghe funzioni che si terranno in quei tre giorni (can. 27). Nel 567, il concilio di Tours sanzionava pure l’obbligo del digiuno durante le Rogazioni (can. 17); e in quanto all’obbligo dell’astensione dal lavoro durante quei tre giorni, si trova anche riconosciuto nei Capitolari di Carlo Magno e di Carlo il Calvo.
La processione delle Rogazioni.
Il rito principale nelle Chiese dei Galli durante questi tre giorni consistette, fin dall’origine, in quelle marce solenni, accompagnate da supplichevoli cantici, che furono chiamate Processioni, perchè esse sfilano da un luogo all’altro. S. Cesario d’Arles ci dice che quelle che avevano luogo per le Rogazioni, duravano sei ore intere, di modo che quando il clero si sentiva troppo stanco per la lunghezza dei canti,, le donne cantavano a loro volta per lasciare ai ministri della Chiesa il tempo di respirare. Questo dettaglio, che troviamo negli usi delle Chiese dei Galli in quell’epoca primitiva, può aiutarci a pesare l’indiscrezione di quelli che, nei tempi moderni, hanno insistito per l’abolizione di alcune processioni che occupavano una parte notevole della giornata, pensando che una manifestazione così lunga dovesse essere per se stessa considerata come un abuso.
La partenza della Processione delle Rogazioni era preceduta dall’imposizione delle ceneri sulla testa di quelli che vi avrebbero preso parte, ossia dell’intero popolo, perchè tutti vi partecipavano. Aveva poi luogo l’aspersione dell’acqua benedetta; dopo di che, il corteo si metteva in cammino. La Processione era formata dal clero e dal popolo di parecchie Chiese secondarie che procedevano sotto la croce di una Chiesa principale, il clero della quale presiedeva la funzione. Tutti, sacerdoti e laici, camminavano a piedi nudi. Si cantavano le Litanie, i Salmi, le Antifone, e ci si recava a qualche Basilica, designata per la Stazione, dove si celebrava il santo Sacrificio. Durante la strada si visitavano le Chiese che s’incontravano per via, cantandovi un’Antifona, per lodare il mistero, od il santo, sotto il cui titolo erano state consacrate.
Grandi esempi.
Tali erano alle origini, e tali sono stati per un pezzo, i riti osservati durante le Rogazioni. Il monaco di San Gallo che ci ha lasciato memorie così preziose su Carlo Magno, ci dice che il grande imperatore in quei giorni si toglieva i calzari come l’ultimo dei fedeli e camminava a piedi nudi seguendo la croce, dal suo palazzo fino alla Chiesa della Stazione. Nel XIII secolo S. Elisabetta di Ungheria dava pure il medesimo esempio; era ben felice, durante le Rogazioni, di confondersi con le povere donne del popolo, camminando anch’essa a piedi nudi, ricoperta di una rozza veste di lana. S. Carlo Borromeo, che rinnovò nella Chiesa di Milano tanti usi dell’antichità, non trascurò certo quello delle Rogazioni. Mediante la sue cure ed i suoi esempi, rianimò nel popolo l’antico zelo per una pratica così santa, esigendo dai suoi diocesani il digiuno durante tre giorni, digiuno che egli stesso osservava a pane ed acqua. La Processione, alla quale tutto il clero della città era tenuto ad assistere e che cominciava con l’imposizione delle ceneri, partiva dal Duomo, allo spuntar del giorno, e non vi rientrava che alle tre o alle quattro del pomeriggio, avendo visitato: il lunedì tredici chiese; nove il martedì; e undici il mercoledì. In una di esse l’Arcivescovo celebrava il santo Sacrificio e indirizzava la parola al suo popolo (6). Se si paragona lo zelo dei nostri padri per la santificazione di queste tre giornate, con la noncuranza che oggi, specialmente nelle città, accompagna la celebrazione delle Rogazioni, non potremo fare a meno di riconoscere anche qui uno dei segni dell’indebolimento del senso cristiano nella società moderna. Eppure, quanto importanti sono i fini che si propone la santa Chiesa in queste Processioni, alle quali dovrebbero prendere parte tutti i fedeli che hanno la possibilità di farlo e che, invece di consacrare quel tempo al servizio di Dio per mezzo delle opere di vera pietà cattolica, lo passano in devozioni private, che non potranno attirare su di essi le stesse grazie, nè portare alla comunità cristiana i medesimi aiuti di edificazione!
Le Rogazioni nella Chiesa d’Occidente.
Le Rogazioni dalla Gallia si estesero rapidamente in tutta la Chiesa d’Occidente. Nel vii secolo erano già stabilite nella Spagna, e non tardarono poi ad introdursi in Inghilterra e, più tardi, nelle nuove Chiese della Germania, man mano che esse venivano fondate, La stessa Roma l’adottò, nell’Sci, sotto il Pontificato di S. Leone III. Fu poco tempo dopo che le Chiese dei Galli, avendo rinunciato alla Liturgia Gallicana per prendere quella di Roma, ammisero nei loro usi la Processione di S. Marco. Ma si ebbe questa differenza: che a Roma si conservò alla Processione del 25 aprile il nome di Litania maggiore, e si chiamarono Litanie minori quelle delle Rogazioni; mentre in Francia, queste ultime furono designate con l’appellativo di Litanie maggiori, riservando il nome di minori per la Litania di S. Marco.
Ma la Chiesa romana, senza disapprovare la devozione di quelle dei Galli, che avevano creduto bene dover introdurre nel Tempo Pasquale tre giorni di osservanza quaresimale, non adottò tale rigore. Le ripugnava di rattristare col digiuno la lieta quarantena che Gesù risorto aveva accordato anche ai suoi discepoli; si limitò dunque a prescrivere solo l’astinenza dalle carni durante questi tre giorni, pratica che fu mantenuta nel corso dei secoli, fino al momento in cui, per l’indebolimento generale dei costumi cristiani della nostra epoca, fu costretta a modificare l’antica disciplina su questo punto. La Chiesa di Milano che, come abbiamo visto, conserva, con tanta severità, l’istituzione delle Rogazioni, l’ha trasportata al lunedì, martedì e mercoledì che seguono la domenica nell’Ottava dell’Ascensione, ossia dopo i quaranta giorni consacrati a celebrare la Risurrezione.
Bisogna, dunque, per restare in questo vero equilibrio da cui la Chiesa romana mai si distacca, valutare le Rogazioni come una santa istituzione che viene a temperare le nostre gioie pasquali, ma non ad annullarle.
Il colore viola, adoperato per la Processione e per la Messa della Stazione, non ha più lo scopo d’indicarci ancora la dipartita dello Sposo (Cant. 8); ma ci avverte che la separazione è vicina; e l’astinenza, che un tempo era imposta in questi tre giorni, pur non essendo accompagnata dal digiuno, era già una manifestazione anticipata del dolore della Chiesa, conscia che la presenza del Redentore le sarebbe stata presto rapita. Oggi il diritto ecclesiastico non menziona più il lunedì, martedì e mercoledì delle Rogazioni tra quei giorni in cui la legge dell’astinenza obbliga ancora i fedeli. È ben triste che l’indebolimento del sentimento cristiano nelle generazioni del tempo nostro, e le domande di dispense sempre più numerose, abbiano reso necessario quest ‘abbandono dell’antica disciplina. È un’espiazione di meno, un’intercessione di meno, un soccorso di meno, in un secolo già così povero dei mezzi per i quali la vita cristiana si conserva, diviene indulgente il cielo, si ottengono grazie di salvezza. Possano i veri fedeli concludere che l’assistenza alle Processioni di questi tre giorni è divenuta più opportuna che mai, e che è urgente, unendosi alla preghiera liturgica, di compensare in questo modo, l’abolizione di una legge salutare che datava da così lungo tempo, e che, nelle sue esigenze pesava tanto leggermente sulla nostra mollezza! Possa una sì venerata istituzione, sanzionata dalle leggi della Chiesa e dalla pratica di tanti secoli, restare sempre in vigore in quella Francia che, col suo esempio, ha imposto a tutto il mondo cattolico la solennità delle Rogazioni! Secondo l’attuale disciplina della Chiesa, le Processioni per le Rogazioni, la cui intenzione è d’implorare la misericordia di Dio offeso per i peccati degli uomini, ed ottenere la protezione celeste sui beni della terra, sono accompagnate dal canto delle Litanie dei Santi, e completate da una messa speciale che si celebra sia nella Chiesa della Stazione, sia nella Chiesa stessa da dove la Processione è partita, almeno che non debba fermarsi in qualche altro Santuario,
Le Litanie dei Santi.
Non si stimeranno mai troppo le Litanie dei Santi per il potere e l’efficacia che hanno. La Chiesa vi ha sempre ricorso in tutte le grandi occasioni, come ad un mezzo atto a rendersi propizio l’aiuto di Dio, rivolgendosi a tutta la corte celeste. Se non potessimo prendere parte alle Processioni delle Rogazioni, che si recitino, almeno, queste Litanie in unione con la Chiesa: si avrà parte nei benefici di una istituzione così santa, e si contribuirà ad ottenere le grazie che la cristianità, in questi tre giorni, sollecita da tutti i luoghi; avremo anche compiuto atto di vero cattolico.
Inseriamo qui la Messa delle Rogazioni, ch’è uguale per i tre giorni.
Tutto vi parla della necessità e del potere della preghiera. La Chiesa riveste il colore quaresimale che ne esprime le intenzioni espiatrici, ma tutto in lei emana la fiducia e la speranza di essere esaudita; si sente che ella si appoggia sull’amore del suo Sposo risorto.
MESSA DELLE ROGAZIONI
Epistola (Giac. 5, 16-20). – Carissimi: Confessate l’uno all’altro i vostri peccati, e pregate l’uno per l’altro per essere salvati, perchè molto può l’assidua preghiera del giusto. Elia era un uomo soggetto alle miserie come noi, eppure, avendo pregato ardentemente, perchè non piovesse sopra la terra, non piovve per tre anni e sei mesi. Poi di nuovo pregò; e il cielo donò la pioggia e la terra diede il suo frutto. Fratelli miei, se alcuno di voi si allontana dalla verità , e uno lo converte , sappia che chi richiama un peccatore dal suo errore, salverà l’anima di lui e cancellerà una moltitudine di peccati.
Il fine delle Rogazioni.
È ancora dall’Apostolo S. Giacomo il Minore che la santa Chiesa prende oggi l’Epistola; e non sapremmo abbastanza ammirare quanto vengano a proposito le parole dell’ispirato scrittore. Uno dei fini dell’istituzione delle Rogazioni è di ottenere dalla bontà di Dio la temperatura favorevole ai frutti della terra, e san Giacomo ci mostra, con l’esempio di Elia, che la preghiera può rendere il cielo sereno, o farne discendere una pioggia fecondatrice. Imitiamo la fede del Profeta, e raccomandiamo al Signore i raccolti, che hanno ancora tanto bisogno della sua bontà per arrivare a maturazione e per sfuggire ai flagelli che potrebbero riversarsi su di essi. Altro scopo delle Rogazioni è di ottenere la remissione dei peccati. Se noi preghiamo con fervore per i nostri fratelli traviati, otterremo in loro favore particolare misericordia. Noi forse non conosceremo mai, in questo mondo, coloro che la nostra preghiera, unita a quella della santa Chiesa, avrà salvato sulla via del peccato; ma l’Apostolo c’insegna che la nostra carità riceverà la più preziosa delle ricompense, ossia l’effusione della misericordia di Dio su noi stessi.
Vangelo (Le. 11, S-13). – In quel tempo: disse Gesù ai suoi discepoli: se uno di voi ha un amico, e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perchè un amico mio è arrivato di viaggio in casa mia e non ho che porgli davanti, e quello di dentro, rispondendo, dica: non mi dar noia: l’uscio è già chiuso, ed i miei figlioli sono con me a letto: e non posso levarmi a darteli; ma se l’altro seguiterà a picchiare, vi assicuro, che, anche se non si levasse a darglieli perchè è suo amico, tuttavia, almeno per togliersi l’importunità di lui, si leverà a dargliene quante ne ha bisogno, Ed io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto. Infatti colui che chiede riceve; colui che cerca trova, e a colui che picchia sarà aperto. E se alcuno tra di voi domanda al Padre un pane gli darà forse un sasso ? e se un pesce, gli darà invece un serpente ? e se chiede un uovo, gli darà uno scorpione ? Se voi, dunque, pur essendo cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figlioli, quanto più il vostro Padre del cielo darà sicuramente lo Spirito buono a tutti coloro che glielo domandano.
Potenza della preghiera.
Vi è niente di più espressivo nei Vangeli, per esprimere l’infinita potenza della preghiera, che queste parole del Salvatore. La santa Chiesa, facendocele leggere oggi, ci mostra senza dubbio a sufficienza l’importanza delle Rogazioni, poiché in questi giorni ella ci rivela la virtù dell’intercessione, che trionfa anche del rifiuto stesso di Dio. La scelta della lettura delle sacre scritture nella Liturgia, è un insegnamento permanente e sempre dato a proposito. Abbiamo dovuto riconoscerlo fin qui. In questi tre giorni, in cui si tratta di placare il cielo già offeso, niente era più necessario che di far ben capire ai cristiani il potere che esercita su Dio stesso l’insistenza nella preghiera. Le Litanie che sono state cantate nel corso della Processione ci offrono un modello di questa santa ostinazione nella domanda. Non abbiamo cessato di ripetere: « Signore! abbi pietà; liberaci Signore! te ne supplichiamo, esaudiscici! » In questo momento si prepara la mediazione dell’Agnello pasquale offerto sull’altare; e tra pochi istanti unirà la sua intercessione, sempre efficace, ai nostri deboli voti. Muniti di un tale pegno, noi potremo ritirarci sicuri di non aver pregato invano. Prendiamo dunque anche la risoluzione di non tenerci più lontani dalla Chiesa nelle sue cerimonie, e di preferire sempre la preghiera fatta insieme a lei, a qualunque altra che noi potremmo offrire a Dio in particolare; e ciò in tutti i giorni in cui ella vorrà invitarci a prender parte ai doveri impetrativi che, nel nostro interesse, rende al suo celeste Sposo.
LO STESSO GIORNO SANTI GORDIANO ED EPIMACO, MARTIRI
Oggi due nuovi martiri salgono dalla terra verso il cielo e vanno a perdersi negli splendori del vincitore della morte. Il loro combattimento non si è svolto nè sullo stesso campo di battaglia nè alla medesima epoca; ma tutt’e due hanno lottato valorosamente per una uguale causa ed entrambi hanno riportato identica vittoria. Essi dormono ora sepolti sotto il loro trionfo, ma il Signore risuscitato ne conserva un fedele ricordo. Ancora qualche tempo e si adempierà per loro quella solenne parola da lui pronunciata: « Io sono la Risurrezione e la vita; chi crede in me, ancorché muoia, vivrà » (Gv. ii, 25).
Vita. – San Gordiano era giudice a Roma, sotto Giuliano l’Apostata. Il coraggio dimostrato dai cristiani in mezzo ai più grandi supplizi, lo condusse alla fede. Avendo ricevuto il Battesimo, fu denunciato e decapitato il 10 maggio 362. Sant’Epimaco patì per la fede ad Alessandria, nel secolo precedente. Insieme a molti altri cristiani, dopo una crudele flagellazione, sarebbe stato gettato nella calce viva. Il suo corpo fu trasportato a Roma e tumulato nel sepolcro ove, più tardi, doveva essere deposto, vicino a lui San Gordiano. Questa è la ragione per cui la Chiesa li ha riuniti nel culto. Dobbiamo aggiungere che i loro Atti contengono dettagli verosimilmente leggendari.
Dormite il vostro sonno, martiri santi, « aspettando ancora per breve tempo fino a che sia completo il numero dei vostri fratelli » (Apoc. 6, 11). Ogni secolo vi ha dato gloriosi compagni, ma il mondo volge al suo declino, ed i suoi, ultimi giorni dovranno essere marcati da un’abbondante raccolta di palme e di corone. Quando il regno dell’uomo del peccato (II Tess. 2, 3) sarà inaugurato, e la tempesta flagellerà il vascello della santa Chiesa, mostratevi allo sguardo dei fratelli come due astri protettori, in cambio degli omaggi annuali che vi vengono resi in questo giorno. Degnatevi anche di pregare per noi che siamo stati chiamati a vivere in questi tempi in cui sembra già di sentire in lontananza i primi rumori della tempesta che deve sconvolgere il mondo ed essere il preludio della sua fine. Fortificate i nostri cuori, o santi martiri , e qualunque sia il destino preparatoci dal Signore, otteneteci di essere fedeli a colui che vuole essere per noi, come lo fu per voi, « la Risurrezione e la vita » (Gv. 11, 25).
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