Festa dei Santi Nereo, Achilleo, Domitilla Vergine e Pancrazio, Martiri, Semidoppio, colore liturgico rosso. Commemorazione della Vigilia dell'Ascensione a Mattutino e Lodi.
Coloro che sono tenuti al Breviario e non assistono alla Messa delle Litanie Minori o Rogazioni con la Processione, devono recitare le Litanie dei Santi (senza Salmi Penitenziali) al termine delle Lodi, che in tal caso si concludono col Benedicamus Domino omesso Fidelium animae. Le Litanie non possono essere anticipate al giorno precedente nemmeno se nella recita privata si anticipano le Lodi; allora si recitano a parte.
Oggi ricorrono tre Messe:
- La Messa dei Santi Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio si canta dopo Terza; colore liturgico rosso. Laddove non si fa Processione e non si celebrano Messe private, questa è l'unica Messa, anche se lodevolmente si possono recitare o cantare prima le Litanie.
- La Messa della Vigilia dell'Ascensione si canta dopo Sesta; colore liturgico bianco. Se non è la seconda Messa Conventuale si celebra come Messa privata.
- La Messa Exaudivit delle Litanie Minori (che nel Messale si trova dopo la V Domenica dopo Pasqua) si celebra solo laddove si fa la Processione, anche se fosse l'unica Messa (a causa della Vigilia oggi non la si può celebrare come Messa privata). In coro si canta dopo Nona. Colore liturgico violaceo. Da notare che il rito della Processione non si trova nel Messale ma nel Rituale.
Primi Vespri dell'Ascensione del Signore, Doppio di I Classe con Ottava Privilegiata di III Ordine, colore liturgico bianco.
Qui per le peculiarità del Tempo Pasquale:
Al Breviario
All'Ufficio dei Santi Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio:
Antifone e Salmi dal Salterio (3 Notturni a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune dei Martiri nel Tempo Pasquale. Letture del I Notturno dal Comune, Letture del II Notturno, prime due Letture del III Notturno e Orazione dal Proprio dei Santi (al 12 Maggio), IX Lezione e commemorazione della Vigilia dell'Ascensione dal Proprio del Tempo (l'Orazione è della Domenica precedente).
Le Antifone non si raddoppiano, si dicono la Commemorazione della Croce a Lodi e le Preci Domenicali a Prima.
All'Ufficio dell'Ascensione:
Ai Vespri tutto dal Proprio del Tempo con i Salmi del Comune degli Apostoli (o comunque i Salmi dei Vespri domenicali con, alla fine, il 116 al posto del 113). Compieta della Domenica.
Le Antifone si raddoppiano. Da questo momento cambia la conclusione degli Inni che è quella dell'Ascensione <<Jesu tibi sit gloria qui victor in caelum redis>>; la Commemorazione della Croce è definitivamente sospesa, le Preci saranno riprese solo nel Tempo dopo Pentecoste.
Al Messale
1) Per chi celebra la Messa dei Santi Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio (come al 12 Maggio):
- Gloria in excelsis
- Tre Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda della Messa della Vigilia dell'Ascensione
- La terza della Messa Exaudivit delle Litanie Minori, ma è proibita nella Messa Conventuale cantata se in seguitò si celebrerà la Messa Exaudivit con la Processione
- Prefazio Pasquale (In hoc potissimum die)
- Ite Missa est
- Come Ultimo Vangelo si legge quello della Messa della Vigilia dell'Ascensione
2) Per chi celebra la Messa della Vigilia dell'Ascensione:
- Gloria in excelsis
- Tre Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda dei Santi Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio
- La terza della Messa Exaudivit delle Litanie Minori
- Prefazio Pasquale (In hoc potissimum die)
- Ite Missa est
- Prologo di San Giovanni
3) Per chi celebra la Messa delle Litanie Minori:
Il Sacerdote indossa cotta, amitto, alba, cingolo, stola e piviale violacei; se vi sono Diacono e Suddiacono mettono dalmatica e tunicella violacee; se vi sono Chierici o chierichetti, fanno da accoliti e da crocifero. Dopo una breve preghiera il coro, o in sua assenza lo stesso celebrante, canta l'Antifona Exurge Domine e una volta tutti genuflessi comincia le Litanie dei Santi. Solo in questa cerimonia le Litanie si raddoppiano, nella recita privata non occorre farlo. Dopo aver ripetuto Sancta Maria ora pro nobis tutti si alzano e si comincia a formare la Processione. Se questa fosse particolarmente lunga, si possono ripetere le Litanie a partire da Sancta Maria, o si possono aggiungere i Salmi Graduali e Penitenziali, ma non Inni di genere festivo; le Orazioni con cui terminano le Litanie non possono essere dette mentre si cammina. Inoltre è consuetudine delle chiese di campagna fare, durante questa Processione e quelle delle Rogazioni, la Benedizione dei campi o dei monti o dei pascoli. Se si fa stazione presso una o più chiese, si interrompono le Litanie o i Salmi, la Processione viene ricevuta dal Clero locale, ci si inginocchia in silenzio (il celebrante, diacono e suddiacono sui gradini dell'Altare), dopodiché il coro o se non ve n'è il celebrante intona un'Antifona o Responsorio in onore del Titolare della chiesa, coi Versetti e l'Orazione A Cunctis; poi la Processione riprende. Nella chiesa in cui essa termina, la Processione viene ricevuta dal Clero, allorché il rettore o Parroco, in cotta ma senza stola, asperge quelli che entrano e consegna l'aspersorio al celebrante che lo tocca e si segna. Gli accoliti posano i ceri e il crocifero la croce, tutti si inginocchiano e si terminano le Litanie col Pater, il Salmo 69, i Versetti e le Orazioni, in seguito si celebra la Messa. Altrimenti, se si deve tornare alla Chiesa di partenza, questa stazione si fa come le altre, aggiungendo un'Antifona, Versetto e Orazione alla Santa Vergine prima di quelle del Titolare, e la conclusione delle Litanie si fa appena tornati alla chiesa da cui si è partiti.
Se Messa non è l'unica che si celebra, non si tiene conto dell'Ufficio del giorno. Se nelle chiese Cattedrali o Conventuali è l'unica Messa Conventuale, o se nelle altre chiese è comunque l'unica Messa, si commemora l'Ufficio del giorno. Il cero pasquale non viene acceso.
- Non si dicono Gloria né Credo
- Tre Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda:
- Se questa Messa è l'unica che viene celebrata: commemorazione dei Santi Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio
- Se si celebrano altre Messe: Orazione di S. Maria: Concede
- La terza:
- Se è l'unica Messa: commemorazione della Vigilia dell'Ascensione
- Se si celebrano altre Messe: Contro i persecutori della Chiesa: Ecclesiae tuae; oppure Per il Papa: Deus omnium Fidelium.
- Prefazio Pasquale (In hoc potissimum die)
- Benedicamus Domino
- Ultimo Vangelo:
- Se è l'Unica Messa: Vangelo della Messa della Vigilia dell'Ascensione
- Se si celebrano altre Messe: Prologo di San Giovanni
Bibliografia per la celebrazione della Processione e Messa delle Litanie Minori:
- Rubriche della Messa Conventuale delle Rogazioni: L. Stercky, Manuel de liturgie et cérémonial selon le Rit Romain, Paris, Lecoffre 1935, Tomo I, pag. 399-401.
- Cerimonie della Processione e della Messa celebrate a norma del Missale Romanum e del Rituale Romanum: L. Stercky, Manuel de liturgie et cérémonial selon le Rit Romain, Paris, Lecoffre 1935, Tomo II, pag. 350-359.
- Cerimonie della Processione e della Messa celebrate pontificalmente, a norma del Caeremoniale Episcoporum: L. Stercky, Les Fonctions Pontificales selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1932, Tomo II, pag. 249-256.
Letture del Mattutino (in latino)
AD I NOCTURNUM
Lectio 1
De Epístola beáti Pauli Apóstoli ad Romános.
Rom 8:12-19
Fratres: Debitóres sumus non carni, ut secúndum carnem vivámus. Si enim secúndum carnem vixéritis, moriémini: si autem spíritu facta carnis mortificavéritis, vivétis. Quicúmque enim spíritu Dei agúntur, ii sunt fílii Dei. Non enim accepístis spíritum servitútis íterum in timóre, sed accepístis spíritum adoptiónis filiórum, in quo clamámus: Abba (Pater). Ipse enim Spíritus testimónium reddit spirítui nostro quod sumus fílii Dei. Si autem fílii, et herédes: herédes, quidem Dei, coherédes autem Christi: si tamen compátimur ut et conglorificémur. Exístimo enim quod non sunt condígnæ passiónes hujus témporis ad futúram glóriam, quæ revelábitur in nobis. Nam exspectátio creatúræ revelatiónem filiórum Dei exspéctat.
Lectio 2, Rom 8:28-34
Scimus autem quóniam diligéntibus Deum ómnia cooperántur in bonum iis qui secúndum propósitum vocáti sunt sancti. Nam quos præscívit et prædestinávit confórmes fíeri imáginis Fílii sui ut sit ipse primogénitus in multis frátribus. Quos autem prædestinávit, hos et vocávit: et quos vocávit, hos et justificávit: quos autem justificávit, illos et glorificávit. Quid ergo dicémus ad hæc? Si Deus pro nobis, quis contra nos? Qui étiam próprio Fílio suo non pepércit, sed pro nobis ómnibus trádidit illum, quómodo non étiam cum illo ómnia nobis donávit? Quis accusábit advérsus eléctos Dei? Deus qui justíficat, quis est qui condémnet? Christus Iesus, qui mórtuus est, immo qui et resurréxit, qui est ad déxteram Dei, qui étiam interpéllat pro nobis.
Lectio 3, Rom 8:35-39
Quis ergo nos separábit a caritáte Christi? tribulátio? an angústia? an fames? an núditas? an perículum? an persecútio? an gládius? (sicut scriptum est: Quia propter te mortificámur tota die: æstimáti sumus sicut oves occisiónis.) Sed in his ómnibus superámus propter eum qui diléxit nos. Certus sum enim quia neque mors, neque vita, neque Ángeli, neque Principátus, neque Virtútes, neque instántia, neque futúra, neque fortitúdo, neque altitúdo, neque profúndum, neque creatúra ália póterit nos separáre a caritáte Dei, quæ est in Christo Jesu Dómino nostro.
AD II NOCTURNUM
Lectio 4
Nereus et Achilleus fratres eunuchi Flaviæ Domitillæ, a beato Petro una cum ipsa ejusque matre Plautilla baptizati, cum Domitillæ persuasissent, ut virginitátem suam Deo consecraret, ab ejus sponso Aureliáno tamquam Christiáni accusati, ob præcláram fidei confessiónem in Pontiam insulam relegántur. Ubi ad quæstiónem íterum vocáti et verbéribus cæsi, mox Tarracinam perducti, a Minucio Rufo equuleo et flammis cruciati, cum constanter negarent se, a sancto Petro Apóstolo baptizatos, ullis tormentis cogi posse ut idolis immolarent, secúri percússi sunt. Quorum córpora ab Auspicio, eórum discipulo et Domitillæ educatore, Romam delata, via Ardeatina sepúlta sunt.
Lectio 5
Flavia Domitilla virgo Romana, Titi et Domitiáni imperatórum neptis, cum sacrum virginitátis velámen a beato Cleménte Papa accepísset, ab Aureliáno sponso, Titi Aurelii consulis fílio, deláta quod Christiana esset, a Domitiáno imperatóre in insulam Pontiam est deportata, ubi in carcere longum martyrium duxit. Demum Tarracinam deducta, íterum Christum confessa, cum semper constantior apparéret, sub Trajano imperatóre, júdicis jussu incénso ejus cubiculo, una cum Theodora et Euphrosyna virgínibus et collactaneis suis, gloriosi martyrii cursum confecit, Nonis Maji: quarum corpora, integra invénta, a Cæsario diacono sepúlta sunt. Hac vero die duórum fratrum ac Domitillæ corpora, ex diaconía sancti Hadriáni simul translata, in ipsórum Mártyrum basilicam, tituli Fascíolæ, restituta sunt.
Lectio 6
Pancratius, in Phrygia nobili genere natus, puer quatuordecim annórum Romam venit Diocletiáno et Maximiáno imperatóribus. Ubi a Pontifice Romano baptizátus et in fide christiana eruditus, ob eamdem paulo post comprehénsus; cum diis sacrificáre constanter renuísset, virili fortitúdine datis cervicibus, illustrem martyrii corónam consecutus est. Cujus corpus Octavilla matrona noctu sústulit, et unguentis delibutum via Aurelia sepelívit.
AD III NOCTURNUM
Lectio 7
Léctio sancti Evangélii secúndum Joánnem
Joann 4:46-53
In illo témpore: Erat quidam regulus, cujus filius infirmabatur Capharnaum. Et réliqua.
Homilía sancti Gregórii Papæ
Ex Homil. 28. habita in Basilica horum Ss. Mártyrum, in die natalis eorum
Quid est quod regulus Dominum rogat ut ad ejus filium veniat, et tamen ire corporaliter recusat: ad servum vero centurionis non invitatur, et tamen se corporaliter ire pollicetur? Reguli filio per corporalem præsentiam non dignatur adesse, centurionis servo non dedignatur occurrere. Quid est hoc, nisi quod superbia nostra retunditur, qui in hominibus non naturam, qua ad imaginem Dei facti sunt, sed honores et divitias veneramur? Redemptor vero noster ut ostenderet, quia quæ alta sunt hominum, despicienda sunt, et quæ despecta sunt hominum, despicienda non sunt: ad filium reguli ire noluit, ad servum centurionis ire paratus fuit.
Lectio 8
Increpata est ergo superbia nostra, quæ nescit pensare homines propter homines. Sola, ut diximus, quæ circumstant hominibus, pensat, naturam non aspicit, honorem Dei in hominibus non agnoscit. Ecce ire non vult Filius Dei ad filium reguli: et tamen venire paratus est ad salutem servi. Certe si nos cujuspiam servus rogaret, ut ad eum ire deberemus, protinus nobis nostra superbia in cogitatione tacita responderet, dicens: Non eas, quia temetipsum degeneras, honor tuus despicitur, locus vilescit Ecce de cælo venit, qui servo in terra occurrere non despicit: et tamen humiliari in terra contemnimus, qui de terra sumus.
Lectio 9
Commemoratio Vigiliae Ascensionis
Léctio sancti Evangélii secúndum Joánnem
Joann 17:1-11
In illo témpore: Sublevátis Jesus óculis in cælum, dixit: Pater, venit hora, clarífica Fílium tuum. Et réliqua.
Homilía sancti Augustíni Epíscopi
Tractatus 104 in Joannem, sub med.
Póterat Dóminus noster, unigénitus et coætérnus Patri, in forma servi, et ex forma servi, si hoc opus esset, oráre siléntio: sed ita se Patri exhibére vóluit precatórem, ut meminísset nostrum se esse doctórem. Proínde eam, quam fecit oratiónem pro nobis, notam fecit et nobis: quóniam tanti magístri non solum ad ipsos sermocinátio, sed étiam pro ipsis ad Patrem orátio, discipulórum est ædificátio: et si illórum, qui hæc dicta áderant auditúri, profécto et nostra, qui fuerámus conscrípta lectúri.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
I NOTTURNO
Lettura 1
Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani
Rom 8:12-19
Siamo, o fratelli, debitori non alla carne, sicché viviamo secondo la carne. Poiché se vivrete secondo la carne, morrete: se poi con lo spirito darete morte alle azioni della carne, vivrete. Tutti quelli infatti che sono mossi dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio. Perocché non avete ricevuto lo spirito di servitù per di bel nuovo temere, ma avete ricevuto lo spirito di adozione in figli, mercè cui gridiamio: Abba (Padre). Poiché lo stesso Spirito fa fede al nostro spirito, che noi siamo figli di Dio. E se (siamo) figli, (siamo) anche eredi: eredi di Dio e coeredi di Cristo: se però patiamo con lui per essere con lui glorificati. Perocché io tengo per certo che i patimenti del tempo presente non hanno proporzione colla futura gloria che si manifesterà in noi. Poiché questo mondo creato sta alle vedette, aspettando la manifestazione dei figli di Dio.
Lettura 2, Rom 8:28-34
Ora noi sappiamo che tutte le cose tornano a bene per coloro che amano Dio, per coloro, i quali secondo il proponimento (di lui) sono stati chiamati santi. Poiché coloro che egli ha preveduti, li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, ond'egli sia il primogenito tra molti fratelli. Coloro poi che ha predestinati, li ha anche chiamati: e quelli che ha chiamati, li ha anche giustificati: e quelli che ha giustificati, li ha anche glorificati. Che diremo adunque a tali cose? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Egli che non risparmiò nemmeno il proprio Figlio, ma lo ha dato a morte per tutti noi: come non ci ha donate ancora con esso tutte le cose? Chi porterà accusa contro gli eletti di Dio? Dio è, che giustifica, chi è che condanni? Cristo Gesù è quegli che è morto, anzi che è anche risuscitato, che sta alla destra di Dio, che anche sollecita per noi.
Lettura 3, Rom 8:35-39
Chi ci dividerà adunque dalla carità dì Cristo? forse la tribolazione? forse l'angustia? forse la fame? forse la nudità? forse il pericolo? forse la persecuzione? forse la spada? (Conforme sta scritto: Per te noi siamo ogni dì messi a morte siam riputati come pecore da macello). Ma di tutte queste cose siam più che vincitori per colui che ci ha amati. Poichè io son sicuro che né la morte, né la vita, né gli angeli, né i principati, né le virtù, né ciò che ci sovrasta, né quel che ha da essere, né la fortezza, né l'altezza, né la profondità, né alcun'altra cosa creata potrà dividerci dalla carità di Dio, la quale è in Cristo Gesù Signor nostro.
II NOTTURNO
Lettura 4
Nereo ed Achilleo, fratelli, servi di Flavia Domitilla, battezzati che furono da san Pietro insieme con lei e con Plautina, madre di questa, persuasero Domitilla a consacrare a Dio la sua verginità, onde accusati come cristiani dal fidanzato di lei, Aureliano, confessarono gloriosamente la fede e furono relegati nell'isola di Ponzia. Dove vennero sottoposti di nuovo alla tortura e battuti con verghe, poi condotti a Terracina, e fatti tormentare da Minucio Rufo col cavalletto e col fuoco, ma dichiarando essi costantemente che, battezzati da san Pietro Apostolo, nessun tormento li avrebbe potuti costringere a sacrificare agli idoli, ebbero tronca la testa. I loro corpi portati a Roma da Auspicio, loro discepolo e precettore di Domitilla, vennero sepolti sulla via Ardeatina.
Lettura 5
Flavia Domitilla vergine Romana, nipote degl'imperatori Tito e Domiziano, avendo ricevuto da Papa Clemente il velo della verginità, fu denunziata come Cristiana da Aureliano, suo fidanzato, figlio del console Tito Aurelio, onde venne relegata dall'imperatore Domiziano nell'isola di Ponzia, dove soffrì in carcere un lungo martirio. Condotta infine a Terracina, vi confessò di nuovo Cristo, ed apparendo ella sempre più costante, il giudice fece metter fuoco alla sua abitazione, e così finì il corso del suo glorioso martirio insieme colle vergini Teodora ed Eufrosina sue sorelle di latte, sotto l'imperatore Traiano il 7 Maggio: i loro corpi, ritrovati intatti, vennero sepolti dal diacono Cesario. Quest'oggi poi i corpi dei due fratelli e di Domitilla, trasferiti insieme dalla diaconia di sant'Adriano, furono restituiti alla basilica di essi Martiri, sotto il titolo di Fasciola.
Lettura 6
Pancrazio, nato nella Frigia da nobile casato, andò a Roma giovanetto di quattordici anni sotto gl'imperatori Diocleziano e Massimiano. Là battezzato dal Romano Pontefice ed istruito nella fede cristiana, poco dopo fu arrestato per la medesima; ma rifiutatosi costantemente di sacrificare agl'idoli, presentata la testa con virile coraggio, riportò la corona gloriosa del martirio. La matrona Ottavia ne prese il corpo di notte, e, imbalsamatolo, lo seppellì sulla via Aurelia.
III NOTTURNO
Lettura 7
Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni
Giov 4:46-53
In quell'occasione: C'era un regio ufficiale, il cui figlio era malato in Cafarnao: Eccetera.
Omelia di san Gregorio Papa
Omelia 28 detta nella Basilica di questi Ss. Martiri, nella loro festa
Che vuol dire, che il Signore pregato da un regio ufficiale di andare dal suo figlio, si rifiuta di andarci corporalmente; e, senza essere invitato, promette di andare in persona dal servo del Centurione? Non degna della sua presenza corporale il figlio d'un regio ufficiale, e non disdegna di accorrere dal servo d'un centurione. Che vuol dir ciò, se non abbattere la nostra superbia, onorando noi negli uomini non la natura onde son fatti ad immagine di Dio, ma il grado e le ricchezze? Il nostro Redentore invece, per mostrarci doversi disprezzare quelle che gli uomini stimano grandezze, e di non disprezzare quel che gli uomini disprezzano, non volle andare dal figlio del regio ufficiale, e si mostrò pronto per il servo del centurione.
Lettura 8
Si condanna perciò la nostra superbia, che non sa stimare gli uomini in quanto uomini. Non stimando, come abbiam detto, se non quanto è solo esteriore negli uomini, non guarda alla natura e quindi non sa riconoscere in essi l'onore di Dio. Ecco, il Figlio di Dio non vuole andare dal figlio d'un regio ufficiale; e pure si mostra pronto d'andare a guarire un servo! Certo, se qualche servo ci pregasse d'andare da lui, subito la nostra superbia tacitamente risponderebbe dicendo: Non andarci, sarebbe abbassarti troppo, ce ne va di mezzo il tuo onore, è un avvilire il tuo grado. Ecco, è disceso dal cielo colui che sulla terra non disdegna di visitare un servo; e pure noi, che siamo della terra, disdegniamo di umiliarci sulla terra!
Lettura 9
Commemorazione della Vigilia dell'Ascensione
Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni
Giov 17:1-11
In quell'occasione: Gesù, sollevati gli occhi al cielo, disse: Padre, l'ora è venuta, glorifica il tuo Figlio. Eccetera.
Omelia di sant'Agostino Vescovo
Tratt. 104 su Giovanni, circa la metà
Nostro Signore, l'unigenito del Padre e coeterno con lui, «avendo preso la natura di servo» Philipp. 2,7 poteva, in questa natura di servo, pregare in silenzio, se fosse stato necessario: ma volle presentarsi così supplicante davanti al Padre da mostrare di ricordarsi d'essere nostro dottore. Perciò volle che la preghiera che fece per noi ci fosse nota: perché l'edificazione dei discepoli risulta non soltanto dalle lezioni che dà loro sì gran maestro, ma ancora dalla preghiera ch'egli indirizza al Padre per loro: e se queste parole erano l'edificazione di quelli che si trovavano presenti ad ascoltarlo, certo devono essere anche di noi che le avremmo lette raccolte (nel Vangelo).
Ad Primam: il Martirologio del 13 Maggio 2021.
Tertio Idus Maji, luna prima.
Nel terzo giorno alle Idi di Maggio, luna prima.
1) Parti proprie della Messa dei Santi Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio (in latino)
INTROITUS
Ecce, óculi Dómini super timéntes eum, sperántes in misericórdia ejus, allelúja: ut erípiat a morte ánimas eórum: quóniam adjútor et protéctor noster est, allelúja, allelúja. --- Exsultáte, justi, in Dómino: rectos decet collaudátio. --- Glória Patri --- Ecce, óculi Dómini super timéntes eum, sperántes in misericórdia ejus, allelúja: ut erípiat a morte ánimas eórum: quóniam adjútor et protéctor noster est, allelúja, allelúja.
COLLECTAE
Orémus. Semper nos, Dómine, Mártyrum tuórum Nérei, Achíllei, Domitíllæ atque Pancrátii fóveat, quǽsumus, beáta solémnitas: et tuo dignos reddat obséquio. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Deus, a quo bona cuncta procédunt, largíre supplícibus tuis: ut cogitémus, te inspiránte, quæ recta sunt; et, te gubernánte, éadem faciámus.
Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui in afflictióne nostra de tua pietáte confídimus; contra advérsa ómnia, tua semper protectióne muniámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
EPISTOLA
Léctio libri Sapiéntiæ.
Sap 5:1-5.
Stabunt justi in magna constántia advérsus eos, qui se angustiavérunt et qui abstulérunt labóres eórum. Vidéntes turbabúntur timore horríbili, et mirabúntur in subitatióne insperátæ salútis, dicéntes intra se, pœniténtiam agéntes, et præ angústia spíritus geméntes: Hi sunt, quos habúimus aliquándo in derísum et in similitúdinem impropérii. Nos insensáti vitam illórum æstimabámus insániam, et finem illórum sine honóre: ecce, quómodo computáti sunt inter fílios Dei, et inter Sanctos sors illórum est.
ALLELUIA
Allelúja, allelúja. Hæc est vera fratérnitas, quæ vicit mundi crímina: Christum secúta est, ínclita tenens regna cœléstia. Allelúja. Te Mártyrum candidátus laudat exércitus, Dómine. Allelúja.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.
Joann 4:46-53
In illo témpore: Erat quidam régulus, cujus fílius infirmabátur Caphárnaum. Hic cum audísset, quia Jesus adveníret a Judæa in Galilæam, ábiit ad eum et rogábat eum, ut descénderet et sanáret fílium ejus: incipiébat enim mori. Dixit ergo Jesus ad eum: Nisi signa et prodígia vidéritis, non créditis. Dicit ad eum régulus: Dómine, descende priúsquam moriátur fílius meus. Dicit ei Jesus: Vade, fílius tuus vivit. Crédidit homo sermóni, quem dixit ei Jesus, et ibat. Jam autem eo descendénte, servi occurrérunt ei et nuntiavérunt, dicéntes, quia fílius ejus víveret. Interrogábat ergo horam ab eis, in qua mélius habuerit. Et dixérunt ei: Quia heri hora séptima reliquit eum febris. Cognóvit ergo pater, quia illa hora erat, in qua dixit ei Jesus: Fílius tuus vivit: et crédidit ipse et domus ejus tota.
OFFERTORIUM
Orémus. Confitebúntur cœli mirabília tua, Dómine: et veritátem tuam in ecclésia sanctórum, allelúja, allelúja.
SECRETAE
Sanctórum Martyrum tuórum, quǽsumus. Dómine, Nérei, Achíllei, Domitíllæ atque Pancrátii sit tibi grata conféssio: quæ et múnera nostra comméndet, et tuam nobis indulgéntiam semper implóret. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Súscipe, Dómine, fidélium preces cum oblatiónibus hostiárum: ut, per hæc piæ devotiónis offícia, ad cæléstem glóriam transeámus.
Hæc múnera, quǽsumus, Dómine, et víncula nostræ pravitátis absólvant, et tuæ nobis misericórdiæ dona concílient. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
PRAEFATIO PASCHALIS
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre: Te quidem, Dómine, omni témpore, sed in hoc potíssimum die gloriósius prædicáre, cum Pascha nostrum immolátus est Christus. Ipse enim verus est Agnus, qui ábstulit peccáta mundi. Qui mortem nostram moriéndo destrúxit et vitam resurgéndo reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia cœléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: (Sanctus).
COMMUNIO
Gaudéte, justi, in Dómino, allelúja: rectos decet collaudátio, allelúja.
POSTCOMMUNIO
Orémus. Quǽsumus, Dómine: ut beatórum Mártyrum tuórum Nérei, Achíllei, Domitíllæ atque Pancrátii deprecatiónibus, sacraménta sancta, quæ súmpsimus, ad tuæ nobis profíciant placatiónis augméntum. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Tríbue nobis, Dómine, cæléstis mensae virtúte satiátis: et desideráre, quæ recta sunt, et desideráta percípere.
Vota nostra, quǽsumus, Dómine, pio favóre proséquere: ut, dum dona tua in tribulatióne percípimus, de consolatióne nostra in tuo amóre crescámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
ULTIMUM EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.
Joann 17:1-11
In illo témpore: Sublevátis Jesus oculis in cælum, dixit: Pater, venit hora, clarífca Fílium tuum, ut Fílius tuus clarífcet te : sicut dedísti ei potestátem omnis carnis, ut omne, quod dedísti ei, det eis vitam ætérnam. Hæc est autem vita ætérna: ut cognóscant te, solum Deum verum, et quem misísti Jesum Christum. Ego te clarificávi super terram: opus consummávi, quod dedísti mihi, ut fáciam: et nunc clarífica me tu, Pater, apud temetípsum, claritáte, quam hábui, priúsquam mundus esset, apud te. Manifestávi nomen tuum homínibus, quos dedísti mihi de mundo. Tui erant, et mihi eos dedísti; et sermónem tuum servavérunt. Nunc cognovérunt, quia ómnia, quæ dedísti mihi, abs te sunt: quia verba, quæ dedísti mihi, dedi eis: et ipsi accepérunt, et cognovérunt vere, quia a te exívi, et credidérunt, quia tu me misísti. Ego pro eis rogo, non pro mundo rogo, sed pro his, quos dedísti mihi: quia tui sunt: et mea ómnia tua sunt, et tua mea sunt: et clarificátus sum in eis. Et jam non sum in mundo, et hi in mundo sunt, et ego ad te vénio.
Traduzione italiana della Messa dei Santi Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio
INTROITO
Ecco gli occhi del Signore su quelli che lo temono e sperano nella sua misericordia, alleluia; per liberare le loro anime dalla morte, perché Egli è nostro aiuto e protettore, alleluia, alleluia. --- Esultate, o giusti, nel Signore, ai buoni si addice la lode. --- Gloria --- Ecco gli occhi del Signore su quelli che lo temono e sperano nella sua misericordia, alleluia; per liberare le loro anime dalla morte, perché Egli è nostro aiuto e protettore, alleluia, alleluia.
COLLETTE
Preghiamo. Concedi benigno, o Signore, che la beata solennità dei martiri Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio ci sia sempre di aiuto e ci renda degni di servirti. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. O Dio, dal quale derivano tutti i beni, rispondi alle nostre suppliche: e concedi a noi di pensare, con la tua ispirazione, ciò che è giusto e di compierlo, sotto la tua guida.
Nelle nostre pene, noi ci rifugiamo fiduciosi nella tua misericordia, o Dio onnipotente, e tu, concedi a noi, contro ogni male protezione e difesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
EPISTOLA
Lettura del libro della Sapienza.
Sap 5:1-5
I giusti terranno alta la testa dinanzi a coloro che li oppressero e rapirono le loro fatiche. E questi a tal vista saranno agitati da orribile spavento e resteranno sorpresi di così inaspettata e repentina salvezza. E diranno tra sè, tocchi da pentimento, e singhiozzando per affanno di spirito: « Ecco quelli che una volta erano l'oggetto delle nostre derisioni, e a motteggio di vituperio! Noi, insensati, stimavamo la loro vita una pazzia e senza onore la loro fine; ecco essi sono ora annoverati tra i figli di Dio ed hanno il loro posto fra i santi ».
ALLELUIA
Allelúia, allelúia. Questo è il vero amore fraterno che vinse i delitti del mondo: ha seguito Cristo, e ora gode glorioso i regni celesti. Alleluia. Il candido esercito dei tuoi martiri inneggia a te, o Signore. Alleluia.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.
Giov 4:46-53
In quel tempo, c'era un funzionario regio, il cui figlio era ammalato in Cafarnao. E, avendo appreso che Gesù dalla Giudea era venuto in Galilea, andò da lui; e lo pregava di discendere e di guarire suo figlio, che stava per morire. Gesù gli disse: "Se non vedete miracoli e prodigi, voi non credete". E il funzionario gli rispose: "Signore, discendi prima che mio figlio muoia". E Gesù gli disse: "Va', tuo figlio vive". L'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto, e se ne andò. E già era sulla via del ritorno, quando i servi, venutigli incontro, annunciarono che suo figlio viveva. Allora egli domandò in quale ora avesse cominciato a star meglio; ed essi gli risposero: "Ieri, all'ora settima, la febbre l'ha lasciato". Il padre allora riconobbe che era proprio quella l'ora in cui Gesù gli aveva detto: "Tuo figlio vive"; e credette lui e tutta la sua famiglia.
OFFERTORIO
Preghiamo. I cieli cantano le tue meraviglie, o Signore, e la tua fedelt? nella assemblea dei santi, alleluia, alleluia.
SECRETE
A te piaccia, o Signore, il glorioso martirio dei santi martiri Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio; esso ti raccomandi la nostra offerta e serva ad ottenerci sempre il tuo perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Accetta, Signore, con l'offerta del sacrificio, le preghiere dei tuoi fedeli: e per l'efficacia di questo santo rito possiamo giungere alla gloria celeste.
Questa offerta, Signore, sciolga i vincoli delle nostre colpe e ci ottenga i doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PREFAZIO PASQUALE
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare: Che Te, o Signore, esaltiamo in ogni tempo, ma ancor piú gloriosamente in questo tempo in cui, nostro Agnello pasquale, si è immolato il Cristo. Egli infatti è il vero Agnello, che tolse i peccati del mondo. Che morendo distrusse la nostra morte, e risorgendo ristabilí la vita. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine: (Sanctus).
COMUNIONE
Gioite, o giusti, nel Signore, alleluia; ai buoni s'addice il lodarlo, alleluia.
POST-COMUNIONE
Preghiamo. Per le preghiere dei beati martiri Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio, concedi, te ne preghiamo, o Signore, che i santi sacramenti ora ricevuti, ci giovino ad un sempre più copioso perdono. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. A noi rinvigoriti dalla mensa celeste, concedi, o Signore, di desiderare il bene, e di ottenerlo a misura del nostro desiderio.
Compi, Signore, con paterna bontà, le nostre preghiere: perché nutriti e consolati nella nostra sofferenza dai tuoi santi doni, cresciamo nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
ULTIMO VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.
Giov 17:1-11
In quel tempo; levando gli occhi al Cielo, Gesù disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il tuo Figlio, onde anche il tuo Figlio glorifichi te, secondo il potere che Gli hai dato sopra ogni uomo, con il donare la vita eterna a coloro che gli hai affidati. E la vita eterna consiste in questo: che conoscano te, solo vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai data da fare; ed ora, Padre, glorifica me presso di te con quella gloria che ebbi presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi affidasti, traendoli dal mondo; erano tuoi e li desti a me, ed essi hanno osservata la tua parola. Ora sanno che tutto quello che mi hai dato viene da te, perché le parole che comunicasti a me, le ho loro trasmesse, ed essi le hanno accolte, e veramente hanno riconosciuto che io sono venuto da Dio, ed han creduto che tu mi hai mandato. Per essi io prego; non prego per il mondo, ma per quelli che mi hai affidati, perché son tuoi. Ed ogni cosa mia è tua, ed ogni tua è mia. In essi io sono stato glorificato. Io ormai non sono più nel mondo; ma essi restano nel mondo, mentre io vengo a te».
2) Parti proprie della Messa della Vigilia dell'Ascensione (in latino)
INTROITUS
Vocem jucunditátis annuntiáte, et audiátur, allelúja: annuntiáte usque ad extrémum terræ: liberávit Dóminus pópulum suum, allelúja, allelúja. --- Jubiláte Deo, omnis terra, psalmum dícite nómini ejus: date glóriam laudi ejus. --- Glória Patri --- Vocem jucunditátis annuntiáte, et audiátur, allelúja: annuntiáte usque ad extrémum terræ: liberávit Dóminus pópulum suum, allelúja, allelúja.
COLLECTAE
Orémus. Deus, a quo bona cuncta procédunt, largíre supplícibus tuis: ut cogitémus, te inspiránte, quæ recta sunt; et, te gubernánte, eadem faciámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Orémus. Semper nos, Dómine, Mártyrum tuórum Nérei, Achíllei, Domitíllæ atque Pancrátii fóveat, quǽsumus, beáta solémnitas: et tuo dignos reddat obséquio.
Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut, qui in afflictióne nostra de tua pietáte confídimus; contra advérsa ómnia, tua semper protectióne muniámur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
EPISTOLA
Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Ephésios.
Eph 4:7-13
Fratres: Unicuíque nostrum data est grátia secúndum mensúram donatiónis Christi. Propter quod dicit: Ascéndens in altum, captívam duxit captivitátem: dedit dona homínibus. Quod autem ascéndit, quid est, nisi quia et descéndit primum in inferióres partes terræ? Qui descéndit, ipse est et qui ascéndit super omnes cœlos, ut impléret ómnia. Et ipse dedit quosdam quidem apóstolos, quosdam autem prophétas, álios vero evangelístas, álios autem pastóres et doctóres, ad consummatiónem sanctórum in opus ministérii, in ædificatiónem córporis Christi: donec occurrámus omnes in unitátem fídei, et agnitiónis Fílii Dei, in virum perféctum, in mensúram ætátis plenitúdinis Christi.
ALLELUIA
Allelúja, allelúja. Surréxit Christus, et illúxit nobis, quos rédemit sánguine suo. Allelúja. Exívi a Patre, et veni in mundum: íterum relínquo mundum, et vado ad Patrem. Allelúja.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.
Joann 17:1-11
In illo témpore: Sublevátis Jesus oculis in cælum, dixit: Pater, venit hora, clarífca Fílium tuum, ut Fílius tuus clarífcet te : sicut dedísti ei potestátem omnis carnis, ut omne, quod dedísti ei, det eis vitam ætérnam. Hæc est autem vita ætérna: ut cognóscant te, solum Deum verum, et quem misísti Jesum Christum. Ego te clarificávi super terram: opus consummávi, quod dedísti mihi, ut fáciam: et nunc clarífica me tu, Pater, apud temetípsum, claritáte, quam hábui, priúsquam mundus esset, apud te. Manifestávi nomen tuum homínibus, quos dedísti mihi de mundo. Tui erant, et mihi eos dedísti; et sermónem tuum servavérunt. Nunc cognovérunt, quia ómnia, quæ dedísti mihi, abs te sunt: quia verba, quæ dedísti mihi, dedi eis: et ipsi accepérunt, et cognovérunt vere, quia a te exívi, et credidérunt, quia tu me misísti. Ego pro eis rogo, non pro mundo rogo, sed pro his, quos dedísti mihi: quia tui sunt: et mea ómnia tua sunt, et tua mea sunt: et clarificátus sum in eis. Et jam non sum in mundo, et hi in mundo sunt, et ego ad te vénio.
OFFERTORIUM
Orémus. Benedícite, gentes, Dóminum, Deum nostrum, et obaudíte vocem laudis ejus: qui pósuit ánimam meam ad vitam, et non dedit commovéri pedes meos: benedíctus Dóminus, qui non amóvit deprecatiónem meam et misericórdiam suam a me, allelúja.
SECRETAE
Súscipe, Dómine, fidélium preces cum oblatiónibus hostiárum: ut, per hæc piæ devotiónis offícia, ad cœléstem glóriam transeámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Sanctórum Martyrum tuórum, quǽsumus. Dómine, Nérei, Achíllei, Domitíllæ atque Pancrátii sit tibi grata conféssio: quæ et múnera nostra comméndet, et tuam nobis indulgéntiam semper implóret.
Hæc múnera, quǽsumus, Dómine, et víncula nostræ pravitátis absólvant, et tuæ nobis misericórdiæ dona concílient. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
PRAEFATIO PASCHALIS
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre: Te quidem, Dómine, omni témpore, sed in hoc potíssimum die gloriósius prædicáre, cum Pascha nostrum immolátus est Christus. Ipse enim verus est Agnus, qui ábstulit peccáta mundi. Qui mortem nostram moriéndo destrúxit et vitam resurgéndo reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia cœléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: (Sanctus).
COMMUNIO
Cantáte Dómino, allelúja: cantáte Dómino et benedícite nomen ejus: bene nuntiáte de die in diem salutáre ejus, allelúja, allelúja.
POSTCOMMUNIO
Orémus. Tríbue nobis, Dómine, cœléstis mensæ virtúte satiátis: et desideráre, quæ recta sunt, et desideráta percípere. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
Orémus. Quǽsumus, Dómine: ut beatórum Mártyrum tuórum Nérei, Achíllei, Domitíllæ atque Pancrátii deprecatiónibus, sacraménta sancta, quæ súmpsimus, ad tuæ nobis profíciant placatiónis augméntum.
Vota nostra, quǽsumus, Dómine, pio favóre proséquere: ut, dum dona tua in tribulatióne percípimus, de consolatióne nostra in tuo amóre crescámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Traduzione italiana della Messa della Vigilia dell'Ascensione
INTROITO
Con voce di gioia narrate e questo fate ascoltare, alleluia: fatelo giungere agli estremi del mondo: Dio ha liberato il popolo suo, alleluia, alleluia. --- O terra tutta, acclamate al Signore, cantate la gloria al suo Nome, in sua gloria elevate la lode. --- Gloria --- Con voce di gioia narrate e questo fate ascoltare, alleluia: fatelo giungere agli estremi del mondo: Dio ha liberato il popolo suo, alleluia, alleluia.
COLLETTE
Preghiamo. O Dio, dal quale derivano tutti i beni, rispondi alle nostre suppliche: e concedi a noi di pensare, con la tua ispirazione, ciò che è giusto e di compierlo, sotto la tua guida. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. Concedi benigno, o Signore, che la beata solennità dei martiri Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio ci sia sempre di aiuto e ci renda degni di servirti.
Nelle nostre pene, noi ci rifugiamo fiduciosi nella tua misericordia, o Dio onnipotente, e tu, concedi a noi, contro ogni male protezione e difesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
EPISTOLA
Lettura dalla Lettera di San Paolo apostolo agli Efesini.
Ef 4:7-13
Fratelli, a ciascuno di noi è stata data la grazia secondo la misura del dono fattoci dal Cristo. Ecco perché è detto: “Asceso in alto, fece schiava la schiavitù: distribuì doni agli uomini". Ma che significa l'essere salito, se non per esser prima disceso anche nelle infime regioni della terra? Colui che discese, è quello stesso che pure ascese sopra tutti i cieli per riempire ogni cosa. Ed egli pertanto altri costituì apostoli, altri profeti, altri evangelisti, altri pastori e dottori, per rendere atti i santi all'opera di ministero, per l'edificazione del Corpo del Cristo; finché arriveremo tutti all'unità della fede, all'intera conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, alla misura della piena maturità del Cristo.
ALLELUIA
Allelúia, allelúia. V. Cristo è risorto da morte, la sua luce brilla su di noi, egli ci ha redenti nel suo sangue. Io sono uscito dal Padre, e sono venuto nel mondo: ora lascio il mondo, e ritorno al Padre. Alleluia.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.
Giov 17:1-11
In quel tempo; levando gli occhi al Cielo, Gesù disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il tuo Figlio, onde anche il tuo Figlio glorifichi te, secondo il potere che Gli hai dato sopra ogni uomo, con il donare la vita eterna a coloro che gli hai affidati. E la vita eterna consiste in questo: che conoscano te, solo vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai data da fare; ed ora, Padre, glorifica me presso di te con quella gloria che ebbi presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi affidasti, traendoli dal mondo; erano tuoi e li desti a me, ed essi hanno osservata la tua parola. Ora sanno che tutto quello che mi hai dato viene da te, perché le parole che comunicasti a me, le ho loro trasmesse, ed essi le hanno accolte, e veramente hanno riconosciuto che io sono venuto da Dio, ed han creduto che tu mi hai mandato. Per essi io prego; non prego per il mondo, ma per quelli che mi hai affidati, perché son tuoi. Ed ogni cosa mia è tua, ed ogni tua è mia. In essi io sono stato glorificato. Io ormai non sono più nel mondo; ma essi restano nel mondo, mentre io vengo a te».
OFFERTORIO
Preghiamo. Benedite, popoli, il nostro Dio, e fate udire il canto della sua lode: Egli ha posto la nostra anima tra i viventi e non ha reso incerto il nostro piede. Benedetto sia dunque il Signore, che non ha ripudiato la mia preghiera, e non ha tolto da me il suo amore, alleluia.
SECRETE
Accetta, Signore, con l'offerta del sacrificio, le preghiere dei tuoi fedeli: e per l'efficacia di questo santo rito possiamo giungere alla gloria celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
A te piaccia, o Signore, il glorioso martirio dei santi martiri Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio; esso ti raccomandi la nostra offerta e serva ad ottenerci sempre il tuo perdono.
Questa offerta, Signore, sciolga i vincoli delle nostre colpe e ci ottenga i doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PREFAZIO PASQUALE
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare: Che Te, o Signore, esaltiamo in ogni tempo, ma ancor piú gloriosamente in questo tempo in cui, nostro Agnello pasquale, si è immolato il Cristo. Egli infatti è il vero Agnello, che tolse i peccati del mondo. Che morendo distrusse la nostra morte, e risorgendo ristabilí la vita. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine: (Sanctus).
COMUNIONE
Cantate al Signore, alleluia: cantate e benedite il suo Nome, annunciate da giorno a giorno la sua salvezza, alleluia, alleluia.
POST-COMUNIONE
Preghiamo. A noi rinvigoriti dalla mensa celeste, concedi, o Signore, di desiderare il bene, e di ottenerlo a misura del nostro desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Preghiamo. Per le preghiere dei beati martiri Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio, concedi, te ne preghiamo, o Signore, che i santi sacramenti ora ricevuti, ci giovino ad un sempre più copioso perdono.
Compi, Signore, con paterna bontà, le nostre preghiere: perché nutriti e consolati nella nostra sofferenza dai tuoi santi doni, cresciamo nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
3) Parti proprie della Messa delle Litanie Minori (in latino)
AD PROCESSIONEM:
Exurge Domine, adjuva nos, et libera nos propter nomen tuum. --- Deus, auribus nostris audivimus: patres nostri annuntiaverunt nobis. --- Gloria Patri. --- Exurge Domine, adjuva nos, et libera nos propter nomen tuum.
Kýrie, eléison. (Et omnes litaniae duplicantur)
Christe, eléison.
Kýrie, eléison.
Christe, audi nos.
Christe, exáudi nos.
Pater de cælis, Deus, miserére nobis.
Fili, Redémptor mundi, Deus, miserére nobis.
Spíritus Sancte, Deus, miserére nobis.
Sancta Trínitas, unus Deus, miserére nobis.
Sancta María, ora pro nobis.
Sancta Dei Génitrix, ora pro nobis.
Sancta Virgo vírginum, ora pro nobis.
Sancte Míchaël, ora pro nobis.
Sancte Gábriel, ora pro nobis.
Sancte Ráphaël, ora pro nobis.
Omnes sancti Ángeli et Archángeli, oráte pro nobis.
Omnes sancti beatórum Spirítuum órdines, oráte pro nobis.
Sancte Joánnes Baptísta, ora pro nobis.
Sancte Joseph, ora pro nobis.
Omnes sancti Patriárchæ et Prophétæ, oráte pro nobis.
Sancte Petre, ora pro nobis.
Sancte Paule, ora pro nobis.
Sancte Andréa, ora pro nobis.
Sancte Jacóbe, ora pro nobis.
Sancte Joánnes, ora pro nobis.
Sancte Thoma, ora pro nobis.
Sancte Jacóbe, ora pro nobis.
Sancte Philíppe, ora pro nobis.
Sancte Bartolomǽe, ora pro nobis.
Sancte Matthǽe, ora pro nobis.
Sancte Simon, ora pro nobis.
Sancte Thaddǽe, ora pro nobis.
Sancte Matthía, ora pro nobis.
Sancte Bárnaba, ora pro nobis.
Sancte Luca, ora pro nobis.
Sancte Marce, ora pro nobis.
Omnes sancti Apóstoli et Evangelístæ, oráte pro nobis.
Omnes sancti Discípuli Dómini, oráte pro nobis.
Omnes sancti Innocéntes, oráte pro nobis.
Sancte Stéphane, ora pro nobis.
Sancte Laurénti, ora pro nobis.
Sancte Vincénti, ora pro nobis.
Sancti Fabiáne et Sebastiáne, oráte pro nobis.
Sancti Joánnes et Paule, oráte pro nobis.
Sancti Cosma et Damiáne, oráte pro nobis.
Sancti Gervási et Protási, oráte pro nobis.
Omnes sancti Mártyres, oráte pro nobis.
Sancte Silvéster, ora pro nobis.
Sancte Gregóri, ora pro nobis.
Sancte Ambrósi, ora pro nobis.
Sancte Augustíne, ora pro nobis.
Sancte Hierónyme, ora pro nobis.
Sancte Martíne, ora pro nobis.
Sancte Nicoláe, ora pro nobis.
Omnes sancti Pontífices et Confessóres, oráte pro nobis.
Omnes sancti Doctóres, oráte pro nobis.
Sancte Antóni, ora pro nobis.
Sancte Benedícte, ora pro nobis.
Sancte Bernárde, ora pro nobis.
Sancte Domínice, ora pro nobis.
Sancte Francísce, ora pro nobis.
Omnes sancti Sacerdótes et Levítæ, oráte pro nobis.
Omnes sancti Mónachi et Eremítæ, oráte pro nobis.
Sancta María Magdaléna, ora pro nobis.
Sancta Agatha, ora pro nobis.
Sancta Lúcia, ora pro nobis.
Sancta Agnes, ora pro nobis.
Sancta Cæcília, ora pro nobis.
Sancta Catharína, ora pro nobis.
Sancta Anastásia, ora pro nobis.
Omnes sanctæ Vírgines et Víduæ, oráte pro nobis.
Omnes Sancti et Sanctæ Dei, intercédite pro nobis.
Propítius esto, parce nobis, Dómine.
Propítius esto, exáudi nos, Dómine.
Ab omni malo, líbera nos, Dómine.
Ab omni peccáto, líbera nos, Dómine.
Ab ira tua, líbera nos, Dómine.
A subitánea et improvísa morte, líbera nos, Dómine.
Ab insídiis diáboli, líbera nos, Dómine.
Ab ira et ódio et omni mala voluntáte, líbera nos, Dómine.
A spíritu fornicatiónis, líbera nos, Dómine.
A fúlgure et tempestáte, líbera nos, Dómine.
A flagéllo terræmótus, líbera nos, Dómine.
A peste, fame et bello, líbera nos, Dómine.
A morte perpétua, líbera nos, Dómine.
Per mystérium sanctæ Incarnatiónis tuæ, líbera nos, Dómine.
Per advéntum tuum, líbera nos, Dómine.
Per nativitátem tuam, líbera nos, Dómine.
Per baptísmum et sanctum jejúnium tuum, líbera nos, Dómine.
Per crucem et passiónem tuam, líbera nos, Dómine.
Per mortem et sepultúram tuam, líbera nos, Dómine.
Per sanctam resurrectiónem tuam, líbera nos, Dómine.
Per admirábilem ascensiónem tuam, líbera nos, Dómine.
Per advéntum Spíritus Sancti Parácliti, líbera nos, Dómine.
In die judícii, líbera nos, Dómine.
Peccatóres, te rogámus, audi nos.
Ut nobis parcas, te rogámus, audi nos.
Ut nobis indúlgeas, te rogámus, audi nos.
Ut ad veram pœniténtiam nos perdúcere dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut Ecclésiam tuam sanctam régere et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut domnum Apostólicum et omnes ecclesiásticos órdines in sancta religióne conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut inimícos sanctæ Ecclésiæ humiliáre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut régibus et princípibus christiánis pacem et veram concórdiam donáre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut cuncto pópulo christiáno pacem et unitátem largíri dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut omnes errántes ad unitátem Ecclésiæ revocáre, et infidéles univérsos ad Evangélii lumen perdúcere dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut nosmetípsos in tuo sancto servítio confortáre et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut mentes nostras ad cæléstia desidéria érigas, te rogámus, audi nos.
Ut ómnibus benefactoribus nostris sempitérna bona retríbuas, te rogámus, audi nos.
Ut ánimas nostras, fratrum, propinquórum et benefactórum nostrórum ab ætérna damnatióne erípias, te rogámus, audi nos.
Ut fructus terræ dare et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut ómnibus fidélibus defúnctis réquiem ætérnam donáre dignéris, te rogámus, audi nos.
Ut nos exaudíre dignéris, te rogámus, audi nos.
Fili Dei, te rogámus, audi nos.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, parce nobis, Dómine.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, exáudi nos, Dómine.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, miserére nobis.
Christe, audi nos.
Christe, exáudi nos.
Kýrie, eléison.
Christe, eléison.
Kýrie, eléison.
Pater noster, qui es in cælis, sanctificétur nomen tuum: advéniat regnum tuum: fiat volúntas tua, sicut in cælo et in terra. Panem nostrum quotidiánum da nobis hódie: et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris:
V. Et ne nos indúcas in tentatiónem:
R. Sed líbera nos a malo.
Deus, in adjutórium meum inténde: * Dómine, ad adjuvándum me festína.
Confundántur et revereántur, * qui quærunt ánimam meam.
Avertántur retrórsum, et erubéscant, * qui volunt mihi mala.
Avertántur statim erubescéntes, * qui dicunt mihi: Euge, euge.
Exsúltent et læténtur in te omnes qui quærunt te, * et dicant semper: Magnificétur Dóminus: qui díligunt salutáre tuum.
Ego vero egénus, et pauper sum: * Deus, ádjuva me.
Adjútor meus, et liberátor meus es tu: * Dómine, ne moréris.
Glória Patri, et Fílio, * et Spirítui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, * et in sǽcula sæculórum. Amen.
V. Salvos fac servos tuos.
R. Deus meus, sperántes in te.
V. Esto nobis, Dómine, turris fortitúdinis.
R. A fácie inimíci.
V. Nihil profíciat inimícus in nobis.
R. Et fílius iniquitátis non appónat nocére nobis.
V. Dómine, non secúndum peccáta nostra fácias nobis.
R. Neque secúndum iniquitátes nostras retríbuas nobis.
V. Orémus pro Pontífice nostro N.
R. Dóminus consérvet eum, et vivíficet eum, et beátum fáciat eum in terra, et non tradat eum in ánimam inimicórum ejus.
V. Orémus pro benefactóribus nostris.
R. Retribúere dignáre, Dómine, ómnibus, nobis bona faciéntibus propter nomen tuum, vitam ætérnam. Amen.
V. Orémus pro fidélibus defúnctis.
R. Réquiem ætérnam dona eis, Dómine, et lux perpétua lúceat eis.
V. Requiéscant in pace.
R. Amen.
V. Pro frátribus nostris abséntibus.
R. Salvos fac servos tuos, Deus meus, sperántes in te.
V. Mitte eis, Dómine, auxílium de sancto.
R. Et de Sion tuére eos.
V. Dómine, exáudi oratiónem meam.
R. Et clamor meus ad te véniat.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
Orémus
Deus, cui próprium est miseréri semper et párcere: súscipe deprecatiónem nostram, ut nos, et omnes fámulos tuos, quos delictórum caténa constríngit, miserátio tuæ pietátis cleménter absólvat.
Exáudi, quæsumus, Dómine, súpplicum preces, et confiténtium tibi parce peccátis: ut páriter nobis indulgéntiam tríbuas benígnus et pacem.
Ineffábilem nobis, Dómine, misericórdiam tuam cleménter osténde: ut simul nos et a peccátis ómnibus éxuas, et a pœnis, quas pro his merémur, erípias.
Deus, qui culpa offénderis, pœniténtia placáris: preces pópuli tui supplicántis propítius réspice; et flagélla tuæ iracúndiæ, quæ pro peccátis nostris merémur, avérte.
Omnípotens sempitérne Deus, miserére fámulo tuo Pontífici nostro N., et dírige eum secúndum tuam cleméntiam in viam salútis ætérnæ: ut, te donánte, tibi plácita cúpiat, et tota virtúte perfíciat.
Deus, a quo sancta desidéria, recta consília et justa sunt ópera: da servis tuis illam, quam mundus dare non potest, pacem; ut et corda nostra mandátis tuis dédita, et, hóstium subláta formídine, témpora sint, tua protectióne, tranquílla.
Ure igne Sancti Spíritus renes nostros et cor nóstrum, Dómine: ut tibi casto córpore serviámus, et mundo corde placeámus.
Fidélium, Deus, ómnium Cónditor et Redémptor, animábus famulórum famularúmque tuárum remissiónem cunctórum tríbue peccatórum: ut indulgéntiam, quam semper optavérunt, piis supplicatiónibus consequántur.
Actiónes nostras, quǽsumus, Dómine, aspirándo prǽveni et adjuvándo proséquere: ut cuncta nostra orátio et operátio a te semper incípiat, et per te cœpta finiátur.
Omnípotens sempitérne Deus, qui vivórum domináris simul et mortuórum, omniúmque miseréris quos tuos fide et ópere futúros esse prænóscis: te súpplices exorámus; ut, pro quibus effúndere preces decrévimus, quosque vel præsens sǽculum adhuc in carne rétinet vel futúrum jam exútos córpore suscépit, intercédentibus ómnibus Sanctis tuis, pietátis tuæ cleméntia, ómnium delictórum suórum véniam consequántur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
V. Dóminus vobíscum.
R. Et cum spíritu tuo.
V. Exáudiat nos omnípotens et miséricors Dóminus.
R. Amen.
V. Et fidélium ánimæ per misericórdiam Dei requiéscant in pace.
R. Amen.
AD MISSAM:
INTROITUS
Exaudívit de templo sancto suo vocem meam, allelúja: et clamor meus in conspectu ejus, introívit in aures ejus, allelúja, allelúja. --- Díligam te, Dómine, virtus mea: Dóminus firmaméntum meum et refúgium meum et liberátor meus. --- Gloria Patri --- Exaudívit de templo sancto suo vocem meam, allelúja: et clamor meus in conspectu ejus, introívit in aures ejus, allelúja, allelúja.
COLLECTAE
Orémus. Præsta, quaesumus, omnípotens Deus: ut, qui in afflictióne nostra de tua pietáte confídimus; contra advérsa ómnia, tua semper protectióne muniámur. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Deinde:
Orémus. Concéde nos fámulos tuos, quǽsumus, Dómine Deus, perpetua mentis et corporis sanitáte gaudére: et, gloriosa beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, a præsénti liberári tristitia, et aeterna perfrui lætítia.
Ecclésiæ tuæ, quæsumus, Dómine, preces placátus admítte: ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, secúra tibi sérviat libertáte. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.
Si tamen haec est unica Missa Conventualis, vel in aliis ecclesiis, unica Missa quae celebratur:
Orémus. Semper nos, Dómine, Mártyrum tuórum Nérei, Achíllei, Domitíllæ atque Pancrátii fóveat, quǽsumus, beáta solémnitas: et tuo dignos reddat obséquio.
Deus, a quo bona cuncta procédunt, largíre supplícibus tuis: ut cogitémus, te inspiránte, quæ recta sunt; et, te gubernánte, eadem faciámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
EPISTOLA
Léctio Epístolæ beáti Jacóbi Apóstoli.
Jac 5:16-20
Caríssimi: Confitémini altérutrum peccáta vestra, et oráte pro ínvicem, ut salvémini: multum enim valet deprecátio justi assídua. Elías homo erat símilis nobis passíbilis: et oratióne orávit, ut non plúeret super terram, et non pluit annos tres et menses sex. Et rursum orávit: et coelum dedit plúviam et terra dedit fructum suum. Fratres mei, si quis ex vobis erráverit a veritáte et convérterit quis eum: scire debet, quóniam, qui convérti fécerit peccatórem ab erróre viæ suæ, salvábit ánimam ejus a morte, et opériet multitúdinem peccatórum.
ALLELUIA
Allelúja. Confitémini Dómino, quóniam bonus: quóniam in saeculum misericórdia ejus.
EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Lucam.
Luc 11:5-13
In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Quis vestrum habébit amícum, et íbit ad illum média nocte, et dicet illi: Amíce, cómmoda mihi tres panes, quóniam amícus meus venit de via ad me, et non hábeo quod ponam ante illum: et ille deíntus respóndens, dicat: Noli mihi moléstus esse, jam óstium clausum est, et púeri mei mecum sunt in cubíli, non possum súrgere et dare tibi. Et si ille perseveráverit pulsans: dico vobis, etsi non dabit illi surgens, eo quod amícus ejus sit, propter improbitátem tamen ejus surget et dabit illi, quotquot habet necessários. Et ego dico vobis: Pétite, et dábitur vobis: quaerite, et inveniétis: pulsáte, et aperiétur vobis. Omnis enim, qui petit, áccipit: et qui quærit, invénit: et pulsánti aperietur, Quis autem ex vobis patrem pétii panem, numquid lápidem dabit illi? Aut piscem: numquid pro pisce serpéntem dabit illi? Aut si petíerit ovum: numquid pórriget illi scorpiónem? Si ergo vos, cum sitis mali, nostis bona data dare fíliis vestris: quanto magis Pater vester de coelo dabit spíritum bonum peténtibus se?
OFFERTORIUM
Orémus. Confitébor Dómino nimis in ore meo: et in médio multórum laudábo eum, qui ástitit a dextris páuperis: ut salvam fáceret a persequéntibus ánimam meam, allelúja.
SECRETAE
Hæc múnera, quǽsumus, Dómine, et víncula nostræ pravitátis absólvant, et tuæ nobis misericórdiæ dona concílient. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Deinde:
Tua, Dómine, propitiatióne, et beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, ad perpétuam atque præséntem hæc oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem.
Prótege nos, Dómine, tuis mystériis serviéntes: ut, divínis rebus inhæréntes, et córpore tibi famulémur et mente. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Si tamen haec est unica Missa Conventualis, vel in aliis ecclesiis, unica Missa quae celebratur:
Sanctórum Martyrum tuórum, quǽsumus. Dómine, Nérei, Achíllei, Domitíllæ atque Pancrátii sit tibi grata conféssio: quæ et múnera nostra comméndet, et tuam nobis indulgéntiam semper implóret.
Súscipe, Dómine, fidélium preces cum oblatiónibus hostiárum: ut, per hæc piæ devotiónis offícia, ad cœléstem glóriam transeámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
PRAEFATIO PASCHALIS
Vere dignum et justum est, æquum et salutáre: Te quidem, Dómine, omni témpore, sed in hoc potíssimum die gloriósius prædicáre, cum Pascha nostrum immolátus est Christus. Ipse enim verus est Agnus, qui ábstulit peccáta mundi. Qui mortem nostram moriéndo destrúxit et vitam resurgéndo reparávit. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia cœléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes: (Sanctus).
COMMUNIO
Petite, et accipiétis: quaerite, et inveniétis: pulsáte, et aperiétur vobis: omnis enim qui pétii, áccipit: et qui quærit, invénit: et pulsánti aperiétur, allelúja.
POSTCOMMUNIO
Orémus. Vota nostra, quǽsumus, Dómine, pio favore proséquere: ut, dum dona tua in tribulatióne percípimus, de consolatióne nostra in tuo amóre crescámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Deinde:
Orémus. Sumptis, Dómine, salútis nostræ subsídiis: da, quaesumus, beátæ Maríæ semper Vírginis patrocíniis nos ubíque prótegi; in cuius veneratióne hæc tuæ obtúlimus majestáti.
Quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, humánis non sinas subjacére perículis. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Si tamen haec est unica Missa Conventualis, vel in aliis ecclesiis, unica Missa quae celebratur:
Orémus. Quǽsumus, Dómine: ut beatórum Mártyrum tuórum Nérei, Achíllei, Domitíllæ atque Pancrátii deprecatiónibus, sacraménta sancta, quæ súmpsimus, ad tuæ nobis profíciant placatiónis augméntum.
Tríbue nobis, Dómine, cœléstis mensæ virtúte satiátis: et desideráre, quæ recta sunt, et desideráta percípere. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.
Si haec est unica Missa Conventualis, vel in aliis ecclesiis, unica Missa quae celebratur:
ULTIMUM EVANGELIUM
Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.
Joann 17:1-11
In illo témpore: Sublevátis Jesus oculis in cælum, dixit: Pater, venit hora, clarífca Fílium tuum, ut Fílius tuus clarífcet te : sicut dedísti ei potestátem omnis carnis, ut omne, quod dedísti ei, det eis vitam ætérnam. Hæc est autem vita ætérna: ut cognóscant te, solum Deum verum, et quem misísti Jesum Christum. Ego te clarificávi super terram: opus consummávi, quod dedísti mihi, ut fáciam: et nunc clarífica me tu, Pater, apud temetípsum, claritáte, quam hábui, priúsquam mundus esset, apud te. Manifestávi nomen tuum homínibus, quos dedísti mihi de mundo. Tui erant, et mihi eos dedísti; et sermónem tuum servavérunt. Nunc cognovérunt, quia ómnia, quæ dedísti mihi, abs te sunt: quia verba, quæ dedísti mihi, dedi eis: et ipsi accepérunt, et cognovérunt vere, quia a te exívi, et credidérunt, quia tu me misísti. Ego pro eis rogo, non pro mundo rogo, sed pro his, quos dedísti mihi: quia tui sunt: et mea ómnia tua sunt, et tua mea sunt: et clarificátus sum in eis. Et jam non sum in mundo, et hi in mundo sunt, et ego ad te vénio.
Traduzione italiana della Messa delle Litanie Minori
ALLA PROCESSIONE:
Sorgi, o Signore, aiutaci, e liberaci per l'onore del tuo nome. --- O Dio, l'udimmo con le nostre orecchie e ce lo hanno raccontato i nostri padri. --- Gloria. --- Sorgi, o Signore, aiutaci, e liberaci per l'onore del tuo nome.
Signore, pietà. (Ogni singola litania viene ripetuta due volte).
Cristo, pietà.
Signore, pietà.
Cristo, ascoltaci.
Cristo, esaudiscici.
Padre celeste, Dio, abbi pietà di noi.
Figlio, Redentore del mondo, Dio, abbi pietà di noi.
Spirito Santo, Dio, abbi pietà di noi.
Santa Trinità, unico Dio, abbi pietà di noi.
Santa Maria, prega per noi.
Santa Madre di Dio, prega per noi.
Santa Vergine delle vergini, prega per noi.
San Michele, prega per noi.
Voi tutti, santi Angeli e Arcangeli, pregate per noi.
Voi tutte, sante schiere degli Spiriti beati, pregate per noi.
San Giovanni Battista, prega per noi.
San Giuseppe, prega per noi.
Voi tutti, santi Patriarchi e Profeti, prega per noi.
San Pietro, prega per noi.
San Paolo, prega per noi.
Sant'Andrea, prega per noi.
San Giacomo, prega per noi.
San Giovanni, prega per noi.
San Tommaso, prega per noi.
San Giacomo, prega per noi.
San Filippo, prega per noi.
San Bartolomeo, prega per noi.
San Matteo, prega per noi.
San Simone, prega per noi.
San Taddeo, prega per noi.
San Mattia, prega per noi.
San Barnaba, prega per noi.
San Luca, prega per noi.
San Marco, prega per noi.
Voi tutti, santi Apostoli ed Evangelisti, pregate per noi.
Voi tutti, santi Discepoli del Signore, pregate per noi.
Voi tutti, Santi Innocenti, pregate per noi.
Santo Stefano, prega per noi.
San Lorenzo, prega per noi.
San Vincenzo, prega per noi.
Santi Fabiano e Sebastiano, pregate per noi.
Santi Giovanni e Paolo, pregate per noi.
Santi Cosma e Damiano, pregate per noi.
Santi Gervasio e Protasio, pregate per noi.
Voi tutti, santi Martiri, pregate per noi.
San Silvestro, prega per noi.
San Gregorio, prega per noi.
Sant'Ambrogio, prega per noi.
Sant'Agostino, prega per noi.
San Girolamo, prega per noi.
San Martino, prega per noi.
San Nicola, prega per noi.
Voi tutti, santi Pontefici e Confessori, prega per noi.
Voi tutti, santi Dottori, prega per noi.
Sant'Antonio, prega per noi.
San Benedetto, prega per noi.
San Bernardo, prega per noi.
San Domenico, prega per noi.
San Francesco, prega per noi.
Voi tutti, santi Sacerdoti e Leviti, prega per noi.
Voi tutti, santi Monaci ed Eremiti, prega per noi.
Santa Maria Maddalena, prega per noi.
Sant'Agata, prega per noi.
Santa Lucia, prega per noi.
Sant'Agnese, prega per noi.
Santa Cecilia, prega per noi.
Santa Caterina, prega per noi.
Sant'Anastasia, prega per noi.
Voi tutte, sante Vergini e Vedove, prega per noi.
Voi tutti, Santi e Sante di Dio, intercedete per noi.
Sii indulgente, perdonaci, o Signore.
Sii indulgente, ascoltaci, o Signore.
Da ogni male, liberaci, o Signore.
Da ogni peccato, liberaci, o Signore.
Dalla tua ira, liberaci, o Signore.
Da una morte subitanea ed improvvisa, liberaci, o Signore.
Dalle insidie del diavolo, liberaci, o Signore.
Dall'ira, dall'odio e da ogni cattiva volontà, liberaci, o Signore.
Dallo spirito della fornicazione, liberaci, o Signore.
Dal fulmine e dalla tempesta, liberaci, o Signore.
Dal flagello del terremoto, liberaci, o Signore.
Dalle peste, dalla fame e dalla guerra , liberaci, o Signore.
Dalla morte eterna, liberaci, o Signore.
Per il mistero della tua santa incarnazione, liberaci, o Signore.
Per la tua venuta, liberaci, o Signore.
Per la tua nascita, liberaci, o Signore.
Per il tuo battesimo e il tuo santo digiuno, liberaci, o Signore.
Per la tua croce e la tua passione, liberaci, o Signore.
Per la tua morte e la tua sepoltura, liberaci, o Signore.
Per la tua santa risurrezione, liberaci, o Signore.
Per la tua ammirabile ascensione, liberaci, o Signore.
Per l'effusione dello Spirito Santo Paraclito, liberaci, o Signore.
Nel giorno del giudizio, liberaci, o Signore.
Noi peccatori, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ci perdoni, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu sia indulgente con noi, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di condurci vera penitenza, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di reggere e governare la tua santa Chiesa, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di conservare il Papa e tutti gli ordini ecclesiastici nella santa religione, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di umiliare i nemici della santa Chiesa, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di donare pace e vera concordia ai re ed ai principi cristiani, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di donare pace ed unità a tutto il popolo cristiano, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di richiamare all'unità della Chiesa tutti gli erranti e condurre alla luce del Vangelo tutti gli infedeli, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di confermare e conservare noi stessi nel tuo santo servizio, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di elevare le nostre menti ai desideri celesti, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di retribuire i beni eterni a tutti i nostri benefattori, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di liberare dalla dannazione eterna le nostre anime e quelle dei nostri fratelli, parenti e benefattori, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di darci e conservarci i frutti della terra, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di donare l'eterno riposo a tutti i fedeli defunti, ti preghiamo, ascoltaci.
Perché tu ti degni di esaudirci, ti preghiamo, ascoltaci.
Figlio di Dio, ti preghiamo, ascoltaci.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, esaudiscici Signore.
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.
Cristo ascoltaci.
Cristo esaudiscici.
Signore, pietà. Signore, pietà.
Cristo, pietà. Cristo, pietà.
Signore, pietà. Signore, pietà.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori:
V. E non ci indurre in tentazione:
R. Ma liberaci dal male.
Vieni, o Dio, in mio soccorso: Signore, affrettati ad aiutarmi.
Siano confusi e svergognati, quei che cercano l'anima mia.
Siano volti in fuga ed arrossiscano, quei che mi vogliono male.
Siano volti in fuga subito e svergognati, quei che mi dicono: Bene, bene.
Esultino e si rallegrino in te tutti quei che ti cercano: e quanti bramano da te la salute dicano sempre: Il Signore sia glorificato.
Io per me son povero e bisognoso: o Dio, aiutami.
Tu sei il mio aiuto e il mio liberatore: Signore, non tardare.
Gloria al Padre, e al Figlio, * e allo Spirito Santo.
Come era nel principio e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen.
V. Salva i tuoi servi.
R. Che sperano in te, Dio mio.
V. Sii per noi, o Signore, una torre inespugnabile.
R. Dinanzi al nemico.
V. Non possa nulla il nemico contro di noi.
R. E il figlio del male non ci rechi danno alcuno.
V. Signore, non ci trattare come mentano i nostri peccati.
R. Né ricompensarci come meritano le nostre iniquità.
V. Preghiamo per il Sommo Pontefice N.
R. Il Signore lo conservi, lo vivifichi, lo renda felice in terra e lo difenda dalle mani dei suoi nemici.
V. Preghiamo per i nostri benefattori.
R. Signore, degnati di ricompensare colla vita eterna tutti quelli che ci fanno del bene a gloria del tuo nome. Amen.
V. Preghiamo per i fedeli defunti.
R. L'eterno riposo dona loro. Signore, e splenda ad essi la luce perpetua.
V. Riposino in pace.
R. Amen.
V. Preghiamo per i nostri fratelli assenti.
R. Salva i tuoi servi, o Signore, che sperano in te.
V. Manda ad essi, Signore, il soccorso dal tuo Santuario.
R. Da Sion manda la tua difesa.
V. Signore, esaudisci la mia preghiera.
R. E il mio grido giunga, a te.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
Preghiamo.
Signore, di cui è proprio l'usar misericordia e perdonare, accetta la nostra preghiera; affinché noi e tutti i tuoi servi detenuti dai lacci del peccato siano pietosamente assolti dalla tua benigna bontà.
Esaudisci Signore, le preghiere dei supplicanti, e perdona ai tuoi servi i peccati, affinché noi tutti da te riceviamo pace e perdono.
Signore, mostraci pietoso l'ineffabile tua misericordia, la quale ci purghi da tutti i peccati e ci liberi da quelle pene che per essi abbiamo meritate.
Dio buono, che ti adiri per le colpe, e ti plachi per la penitenza, ascolta le preghiere del tuo popolo supplichevole ed allontana i flagelli dovuti alle nostre colpe.
Onnipotente eterno Iddio, abbi misericordia del tuo servo, il nostro S. Pontefice N. e dirigilo per tua pietà sulla via della salute affinché per dono tuo desideri ed esegua perfettamente ciò che a te piace.
Dio, da cui procedono i santi desideri, i retti consigli, le giuste azioni, da' ai tuoi servi quella pace che il mondo non può dare, affinché, uniti i nostri cuori ai tuoi comandamenti, senza timore dei nemici, i giorni siano tranquilli mediante la tua protezione.
Il tuo S. Spirito abbruci e il cuor nostro e le reni affinché casti di corpo e mondi di cuore possiamo servirti e piacerti.
Iddio Creatore e Redentore di tutti i fedeli da' il perdono di tutti i peccati alle anime dei servi tuoi defunti, affinché ottengano quella misericordia la quale hanno sempre domandata colle devote preghiere.
Previeni, o Signore, coi tuoi lumi e col tuo aiuto accompagna le nostre azioni affinché e le nostre orazioni e le opere nostre abbiano da voi e principio e fine.
Onnipotente eterno Iddio, che sei il padre dei vivi e dei morti, e che usi misericordia a coloro, i quali conosci che sono tuoi e per la loro fede e per le opere, umilmente ti preghiamo per l'intercessione di tutti i Santi, ad usar di tua pietosa clemenza ed a concedere il perdono dei peccati a tutti i vivi e defunti, per i quali abbiamo intenzione di pregare. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
V. Il Signore sia con voi.
R. E con il tuo spirito.
V. L'onnipotente e misericordioso Signore ci esaudisca.
R. Amen.
V. E le anime dei Fedeli per la misericordia di Dio riposino in pace.
R. Amen.
ALLA MESSA:
INTROITO
Dal suo tempio santo esaudì la mia voce, alleluia: il mio grido giunse dinnanzi a lui ed entrò nei suoi orecchi, alleluia, alleluia. --- Ascolta, o Dio , la mia voce tra i gemiti; preserva la mia vita dal timore del nemico. --- Gloria. --- al suo tempio santo esaudì la mia voce, alleluia: il mio grido giunse dinnanzi a lui ed entrò nei suoi orecchi, alleluia, alleluia.
COLLETTE
Preghiamo. Nelle nostre pene, noi ci rifugiamo fiduciosi nella tua misericordia, o Dio onnipotente, e tu, concedi a noi, contro ogni male protezione e difesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dopo:
Preghiamo. Signore, te ne preghiamo, concedi ai tuoi servi perpetua salute di anima e di corpo; e, per intercessione della beata Vergine Maria, concedici di essere liberati dai mali presenti e di godere delle gioie eterne.
Accogli, placato, o Signore le preghiere della tua Chiesa perché, distrutte tutte le avversità e gli errori, ti serva in sicura libertà. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Tuttavia, se questa è l'unica Messa Conventuale, o nelle altre chiese, l'unica Messa che viene celebrata, al posto delle due precedenti si dicono queste Orazioni:
Preghiamo. Concedi benigno, o Signore, che la beata solennità dei martiri Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio ci sia sempre di aiuto e ci renda degni di servirti.
O Dio, dal quale derivano tutti i beni, rispondi alle nostre suppliche: e concedi a noi di pensare, con la tua ispirazione, ciò che è giusto e di compierlo, sotto la tua guida. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
EPISTOLA
Lettura dell'Epistola di San Giacomo Apostolo.
Giac 5:16-20
Carissimi, confessate gli uni agli altri i vostri peccati; e pregate gli uni per gli altri, per essere guariti: molto potere, infatti, ha la preghiera assidua del giusto. Elia era un uomo mortale come noi: pregò intensamente perché non piovesse sopra la terra, e non piovve per tre anni e sei mesi. Poi di nuovo pregò e il cielo diede la pioggia e la terra produsse i suoi frutti. Fratelli miei, se uno di voi si smarrisce lontano dalla verità, e un altro ve lo riconduce, sappiate che colui che riconduce un peccatore dalla via del suo errore, salverà quell'anima dalla morte e coprirà un gran numero di peccati.
ALLELUIA
Allelúia. Celebrate il Signore perché è buono: eterna è la sua misericordia.
VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Luca.
Luc 11:5-13
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno di voi ha un amico che viene a trovarlo verso la mezzanotte e gli dice: " Amico, prestami tre pani, perché è arrivato da un viaggio un mio amico e non ho nulla da offrirgli"; e l'altro di dentro gli risponde: "Non mi dar noia; la porta è già chiusa, i miei figli sono a letto con me: non posso alzarmi per darteli"; se quell'uomo continua a bussare, io vi assicuro: anche se egli non si alzerà per darglieli perché è un amico, tuttavia lo farà a causa del suo importunare, e gli darà tutti i pani di cui ha bisogno. E io vi dico: chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. Poiché chiunque chiede, riceve; chi cerca, trova; a chi bussa, sarà aperto. Qual è fra voi quel padre che, se un figlio gli chiede del pane, gli darà un sasso? O, se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, pur essendo cattivi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a coloro che lo pregano?».
OFFERTORIO
Preghiamo. Celebrerò altamente il Signore colla mia bocca e gli darò lode in mezzo alla moltitudine: perché gli si è messo alla destra del povero, per salvare l’anima sua dai persecutori, alleluia.
SECRETE
Questa offerta, Signore, sciolga i vincoli delle nostre colpe e ci ottenga i doni della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dopo:
Per la tua clemenza, Signore, e per l'intercessione della beata sempre vergine Maria, l'offerta di questo sacrificio giovi alla nostra prosperità e pace nella vita presente e nella futura.
Proteggi, o Signore, noi che celebriamo i tuoi misteri, perché trattando le cose divine, ti serviamo col corpo e coll’anima. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Tuttavia, se questa è l'unica Messa Conventuale, o nelle altre chiese, l'unica Messa che viene celebrata, al posto delle due precedenti si dicono queste Orazioni:
A te piaccia, o Signore, il glorioso martirio dei santi martiri Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio; esso ti raccomandi la nostra offerta e serva ad ottenerci sempre il tuo perdono.
Accetta, Signore, con l'offerta del sacrificio, le preghiere dei tuoi fedeli: e per l'efficacia di questo santo rito possiamo giungere alla gloria celeste. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
PREFAZIO PASQUALE
È veramente degno e giusto, conveniente e salutare: Che Te, o Signore, esaltiamo in ogni tempo, ma ancor piú gloriosamente in questo tempo in cui, nostro Agnello pasquale, si è immolato il Cristo. Egli infatti è il vero Agnello, che tolse i peccati del mondo. Che morendo distrusse la nostra morte, e risorgendo ristabilí la vita. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine: (Sanctus).
COMUNIONE
Chiedete e otterrete, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto: infatti colui che chiede, riceve; a colui che picchia verrà aperto, alleluia.
POST-COMUNIONE
Preghiamo. Compi, Signore, con paterna bontà, le nostre preghiere: perché nutriti e consolati nella nostra sofferenza dai tuoi santi doni, cresciamo nel tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Dopo:
Preghiamo. Ricevuti i misteri della nostra salvezza, ti preghiamo, o Signore, di essere ovunque protetti dalla beata sempre vergine Maria, ad onore della quale abbiamo presentato alla tua maestà questo sacrificio.
Ti preghiamo, Signore Iddio nostro, perché Tu non permetta che soggiacciano a umani pericoli coloro cui hai concesso di godere delle divina partecipazione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Tuttavia, se questa è l'unica Messa Conventuale, o nelle altre chiese, l'unica Messa che viene celebrata, al posto delle due precedenti si dicono queste Orazioni:
Preghiamo. Per le preghiere dei beati martiri Nereo, Achilleo, Domitilla e Pancrazio, concedi, te ne preghiamo, o Signore, che i santi sacramenti ora ricevuti, ci giovino ad un sempre più copioso perdono.
A noi rinvigoriti dalla mensa celeste, concedi, o Signore, di desiderare il bene, e di ottenerlo a misura del nostro desiderio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Se questa è l'unica Messa Conventuale, o nelle altre chiese, l'unica Messa che viene celebrata, al posto del Prologo di San Giovanni si dice il Vangelo della Domenica:
ULTIMO VANGELO
Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.
Giov 17:1-11
In quel tempo; levando gli occhi al Cielo, Gesù disse: «Padre, è giunta l'ora, glorifica il tuo Figlio, onde anche il tuo Figlio glorifichi te, secondo il potere che Gli hai dato sopra ogni uomo, con il donare la vita eterna a coloro che gli hai affidati. E la vita eterna consiste in questo: che conoscano te, solo vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l'opera che mi hai data da fare; ed ora, Padre, glorifica me presso di te con quella gloria che ebbi presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi affidasti, traendoli dal mondo; erano tuoi e li desti a me, ed essi hanno osservata la tua parola. Ora sanno che tutto quello che mi hai dato viene da te, perché le parole che comunicasti a me, le ho loro trasmesse, ed essi le hanno accolte, e veramente hanno riconosciuto che io sono venuto da Dio, ed han creduto che tu mi hai mandato. Per essi io prego; non prego per il mondo, ma per quelli che mi hai affidati, perché son tuoi. Ed ogni cosa mia è tua, ed ogni tua è mia. In essi io sono stato glorificato. Io ormai non sono più nel mondo; ma essi restano nel mondo, mentre io vengo a te».
Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger
12 MAGGIO SANTI NEREO ED ACHILLEO, MARTIRI E FLAVIA DOMITILLA, VERGINE E MARTIRE
I martiri.
Secondo alcuni Atti disgraziatamente in gran parte leggendari, Nereo ed Achilleo erano soldati romani convertiti da san Pietro. Dopo il battesimo, lasciarono l’esercito ed entrarono al servizio di una grande signora, Domitilla, parente prossima dell’imperatore Tito, divenuta ben presto cristiana anche lei, e battezzata dal Papa san Clemente. Condannati tutti e tre come cristiani, furono verosimilmente decapitati.
Le loro reliquie.
Non si sa dove furono deposte in un primo tempo le reliquie di santa Domitilla. I corpi dei santi Nereo e Achilleo vennero sepolti, con i dovuti onori, nelle Catacombe situate nelle proprietà di Domitilla, sulla via Ardeatina, a un mezzo miglio da Roma. Esiste ancora un’omelia che san Gregorio Magno pronunciò nella basilica sotterranea, che il papa Siricio aveva fatto costruire sulle loro tombe nel 390. San Gregorio insiste, nel suo discorso, sulla fragilità dei beni di questo mondo e fa appello al ricordo degli eroi che riposano sotto l’altare, intorno a cui i fedeli di Roma si trovavano convocati. « Questi santi, egli dice, sulla tomba dei quali siamo riuniti in questo momento hanno sdegnato il mondo per il suo orpello e l’hanno calpestato. Davanti ad essi si apriva una vita lunga, la garanzia di una buona salute, una fortuna opulenta, la speranza di una famiglia nella quale avrebbero perpetuato il loro nome; si trovavano in grado di usufruire di questi godimenti per lungo tempo, nella tranquillità e nella pace; ma il mondo agli occhi loro aveva un bel rifiorire: era già avvizzito nel loro cuore » (Om. XXVIII sul Vang.).
Più tardi le reliquie dei santi furono collocate in una basilica più vicina, situata sulla via Appia, e chiamata fin d’allora Fasciola, e che, a cominciare dall’vi 11 secolo, fu detta dei santi Nereo ed Achilleo e divenne titolo cardinalizio. In seguito ai disastri di Roma, essendo la basilica caduta quasi in rovina, i corpi dei due santi furono trasferiti, nel secolo xm, nella Chiesa di sant’Adriano al Foro. Vi restarono fino agli ultimi anni del xvi secolo, quando il Baronio, divenuto cardinale ed investito del titolo dei santi Nereo ed Achilleo, pensò di restaurare l’antica basilica Fasciola. Grazie alla sua munificenza, le navate furono rialzate , la storia dei tre martiri vi venne dipinta sui muri; la cattedra marmorea sulla quale, si racconta, Gregorio aveva pronunciato la sua Omelia, fu rimessa in questa chiesa, e la stessa Omelia scolpita sulla spalliera; e finalmente la Confessione, decorata di mosaici e di marmi , attese il momento in cui avrebbe ricevuto le reliquie di cui era stata privata per tre secoli.
Il trionfo.
Baronio aveva capito che era tempo di porre termine al già troppo lungo esilio dei santi martiri, all’onore dei quali ormai si sentiva obbligato di vegliare. Alle reliquie dei due soldati martiri potè aggiungere quelle di una santa Domitilla, che, fin d’allora, si venerava a Roma e della quale aveva buone ragioni per poterla credere la santa compagna del loro martirio; ed il 12 maggio 1597 tutto predispose perchè in grande trionfo si riconducessero alla loro antica dimora. Roma cristiana eccelle nell’arte di unire nei suoi grandi festeggiamenti i ricordi classici degli antichi tempi con i sentimenti che ispira la religione di Cristo. Una solenne processione condusse prima al Campidoglio il carro sul quale riposavano, sotto un sontuoso baldacchino, i sacri corpi dei tre martiri. Due iscrizioni parallele colpirono lo sguardo al momento in cui il corteo arrivava alla sommità del clivus Capitolinus. Su una si leggeva: « A santa Flavia Domitilla, vergine romana e martire, il Campidoglio, purificato dal culto funesto dei demoni e restaurato più degnamente di quanto lo fu per mezzo di Flavio Vespasiano e Domiziano Augusti, parenti della vergine cristiana ». L’altra portava queste parole: « Il Senato ed il popolo romano a santa Flavia Domitilla, vergine romana e martire, che, lasciandosi consumare in un incendio per la fede di Cristo, ha recato a Roma maggior gloria di quanto lo fecero i suoi parenti Flavio Vespasiano e Domiziano Augusti, quando restaurarono a loro spese il Campidoglio, due volte incendiato ».
Si deposero per un momento le casse dei martiri sopra un altare presso la statua equestre di Marco Aurelio e, dopo avere ricevuto l’omaggio, furono rimessi sul carro e si discese dall’altro lato del Campidoglio. La processione non tardò ad incontrare l’arco di trionfo di Settimio Severo, che recava queste due iscrizioni: «Ai santi Martin Flavia Domitilla, Nereo e Achilleo, eccellenti cittadini, il Senato e il Popolo di Roma, per avere reso illustre il nome romano con la loro morte gloriosa, e avere acquistato, col loro sangue, la pace alla repubblica romana ».
« A Flavia Domitilla, a Nereo ed Achilleo, invincibili martiri di Gesù Cristo, il Senato e il Popolo Romano, per avere glorificato la città con la nobile testimonianza che resero alla fede cristiana ».
Seguendo la via Sacra, il corteo si trovò ben presto di fronte all’arco di trionfo di Tito, monumento della vittoria di Dio sulla città deicida. Da una parte vi si leggeva questa iscrizione: «Quest’arco trionfale, anticamente eretto e dedicato a Tito Flavio Vespasiano Augusto, per aver ricondotto la ribelle Giudea sotto il giogo del popolo romano, il Senato e il Popolo Romano, in maniera più felice lo dedicano e lo consacrano alla nipote dello stesso Tito, Flavia Domitilla, per avere col suo trapasso accresciuto e propagato la religione cristiana ».
Dall’altra parte dell’arco di trionfo erano queste parole: « A Flavia Domitilla, vergine romana e martire, nipote di Tito Flavio Vespasiano Augusto, il Senato e il Popolo Romano, perchè ella ha con l’effusione del suo sangue e il sacrifìcio della sua vita per la fede reso omaggio alla morte di Cristo con maggior gloria di quanta ne abbia conquistata lo stesso Tito, quando per vendicare questa morte abbattè Gerusalemme, per ispirazione divina ».
Lasciando sulla sinistra il Colosseo , la cui arena era stata il teatro della lotta di tanti martiri, si passò sotto l’arco di trionfo di Costantino, monumento che così altamente parla della vittoria del cristianesimo a Roma e nell’impero, e che ripete ancora il nome della famiglia dei Flavi alla quale apparteneva il primo imperatore cristiano. Ecco le due iscrizioni di cui era decorato l’arco trionfale:
« A Flavia Domitilla, a Nereo ed Achilleo , il Senato e il Popolo Romano. Su questa Via Sacra, dove molti imperatori romani augusti hanno ottenuto gli onori del trionfo per avere sottomesso all’impero del popolo romano diverse province, questi martiri trionfano oggi con tanta maggior gloria, poiché hanno vinto con la superiorità del loro coraggio gli stessi trionfatori ». « A Flavia Domitilla, il Senato e il popolo romano. Se dodici imperatori augusti, suoi parenti, hanno col loro alto operato reso illustre la famiglia dei Flavi e la stessa Roma, la vergine, sacrificando per Cristo gli onori e la vita, ha sparso su l’una e su l’altra uno splendore anche maggiore ».
Si prese poi la via Appia e, finalmente, si arrivò alla Basilica. Sulla soglia Baronio, circondato da un gran numero di cardinali, accolse i tre martiri con profondo rispetto e li trasportò verso l’altare, dove la Confessione li ricevette , mentre il coro cantava l’Antifona del pontificale: « Entrate santi di Dio; la vostra dimora è stata preparata qui dal Signore; il popolo fedele ha seguito con gioia il vostro cammino, e vi domanda di pregare per lui la maestà del Signore. Alleluia ».
La vera gloria.
Quale sublime trionfo, o martiri santi, Roma vi aveva preparato, dopo tanti secoli trascorsi dalla vostra morte! Come è vero che niente quaggiù è paragonabile alla gloria dei santi! Dove sono adesso i Flavi, i dodici imperatori che avevano lo stesso tuo sangue, o Domitilla? Chi si preoccupa più delle loro ceneri? Chi ne conserva neppure il ricordo? Uno di essi fu chiamato « delizia del genere umano»; e il popolo ignora anche il suo nome! Un altro, l’ultimo di tutti, ebbe la gloria di essere scelto per proclamare la vittoria della croce sul mondo romano; la Roma cristiana ne conservala memoria con rispetto e riconoscenza, ma a lui non si volge il culto religioso. È a te, o Domitilla, che Roma lo riserva; a te ed ai due martiri, il cui nome oggi è associato al tuo. Chi non sentirebbe la potenza del mistero della Risurrezione del nostro divin Capo, nell’amore ed entusiasmo che ispira la presenza ed il possesso delle vostre sante reliquie a tutto questo popolo, o martiri del Dio vivente? Quindici secoli sono passati sulle vostre fredde membra, ed i fedeli le salutano con trasporto, come se le sentissero ancora piene di vita. È che il popolo cristiano sa che Gesù « il primogenito tra i morti » è già risorto, e che un giorno anche voi risusciterete gloriosi come lui. Esso saluta fin d’ora questa immortalità che deve essere il retaggio dei vostri corpi immortali per la gloria del Redentore; contempla già, attraverso la fede, lo splendore di cui un dì brillerete; proclama la dignità dell’uomo redento, per il quale la morte non è più che il transito alla vera vita, e la tomba un solco che riceve il grano per renderlo più fecondo e più bello.
Preghiera.
« Beati coloro che avranno lavato le loro vesti e le avranno imbiancate nel sangue dell’Agnello» (Apoc. 8, 14). Ma ancor più felici, ci dice la santa Chiesa, quelli che, dopo essere stati purificati; mischiano il loro stesso sangue a quello della vittima divina, poiché « hanno compiuto nella loro carne ciò che mancava alle sofferenze del Cristo » (Col. 1, 24). È per questo che sono potenti con la loro intercessione, e noi dobbiamo rivolgerci ad essi con amore e fiducia. Nereo, Achilleo, Domitilla, siateci propizi. Fateci aspirare a Gesù risorto; conservateci la vita che ci ha comunicato; staccateci dagli incanti del presente; disponeteci a calpestarli, se vi è da temere che ci possano sedurre. Rendeteci forti contro tutti i nostri nemici, pronti alla difesa della fede, ardenti nella conquista di quel regno che è per noi «oggetto di violenza» (Mt. n, 12). Siate pure difensori di questa Chiesa Romana che ogni anno rinnova oggi con tanto fervore il culto che vi è dovuto; proteggete il Pontefice, in cui Pietro abita. Dissipate le tempeste che minacciano la croce sul Campidoglio e conservate la fede nel cuore dei Romani.
LO STESSO GIORNO SAN PANCRAZIO, MARTIRE
Un altro martire viene ad aggiungersi a quelli che abbiamo già festeggiato. S’innalza anche lui da Roma per andare a dividere la gloria del vincitore della morte. I precedenti furono mietuti nei primi tempi della nostra fede; questo ha lottato nel momento in cui il paganesimo rivolgeva contro la Chiesa i suoi ultimi attacchi, durante i quali egli stesso doveva soccombere. Una basilica onorata da un Titolo cardinalizio ed un convento vennero innalzati fin dai primi secoli sul cimitero dove fu deposto il suo corpo, ed i monaci, mandati da san Gregorio Magno per convertire l’Inghilterra, gli consacrarono subito una Chiesa.
Vita. – Gli Atti ci dicono che Pancrazio nacque nella Frigia e che presto venne a Roma. Qui fu istruito nella religione cristiana, e non tardò a spargere il sangue per Cristo. Il suo corpo fu sepolto sulla via Aurelia ed il culto ne divenne celebre a Roma, nella Calila e in Inghilterra. Il Medio Evo lo considerò quale patrono dei giuramenti e vendicatore delle loro violazioni.
Gloria immortale.
La grazia divina, che ti chiamava alla corona del martirio, venne a cercarti fino al fondo della Frigia, o Pancrazio, per condurti nella capitale dell’impero, centro di tutti i vizi e di tutti gli errori del paganesimo. Il tuo nome, confuso fra tanti altri, più brillanti o più oscuri, non sembrava dovesse lasciar traccia nella memoria degli uomini. E invece, oggi, esso viene pronunciato su tutta la terra con accenti di venerazione; risuona sugli altari nelle preghiere che accompagnano il Sacrificio dell’Agnello. Da dove viene dunque, o martire santo, questa celebrità che durerà tanto quanto il mondo? Era giusto che, essendo stato associato alla morte sanguinosa di Cristo, si riflettesse anche su te la gloria dell’immortalità. Gloria sia dunque a colui che onora così i suoi compagni di arme! e gloria a te, o martire, che hai meritato una tale corona! In cambio del nostro omaggio, degnati gettare uno sguardo di protezione sopra di noi. Parlane a Gesù, tuo e nostro Capo. In questa valle d’esilio, cantiamo l’Alleluia per la sua Risurrezione, che ci ha colmati di speranza: ottienici che, un giorno, possiamo ripetere con te nel cielo questo stesso Alleluia divenuto eterno, e che allora non significherà più la speranza, ma il possesso.
VIGILIA DELL’ASCENSIONE
Il terzo mattino delle Rogazioni è passato; si ode ormai l’ora del mezzogiorno che viene ad aprire l’ultima giornata che il Figlio di Dio passerà insieme agli uomini sulla terra. Potrebbe sembrarci di aver perduto di vista, durante questi tre giorni, il momento così vicino della separazione; ma i sentimenti della perdita che ci minaccia viveva in fondo al nostro cuore, e le suppliche che presentavamo al cielo, in unione con la santa Chiesa, ci preparavano a celebrare l’ultimo dei misteri dell’Emmanuele.
I discepoli al Cenacolo.
Ora i discepoli sono tutti uniti a Gerusalemme, stretti intorno a Maria nel Cenacolo e aspettano l’ora in cui il Maestro si manifesterà per l’ultima volta. Raccolti e silenziosi rivivono nei loro cuori tutte le prove di bontà e di condiscendenza che egli ha loro prodigato in questi quaranta giorni, e gli insegnamenti che hanno ricevuto dalla sua bocca. Adesso lo conoscono, sanno che è venuto da Dio; da lui hanno appreso quale sia la missione, alla quale li ha destinati: saranno loro, uomini ignoranti, che istruiranno tutti i popoli della terra. Ma ormai. Egli si prepara a lasciarli: « ancora un poco e più non mi vedrete » (Gv. 16, 16).
Preghiera.
O Gesù, nostro Creatore e fratello nostro, noi ti abbiamo seguito fin dalla tua nascita con gli occhi e con il cuore; nella Liturgia abbiamo celebrato ciascuno dei tuoi passi da « gigante » (Sai. 18, 6) con speciali solennità; ma osservando la tua continua elevazione, nell’opera redentrice, dovevamo prevedere il momento nel quale saresti andato a prendere possesso del solo posto che ti conviene, del trono sublime dove starai eternamente assiso alla destra del Padre. Lo splendore che ti circondava dopo la resurrezione, non era di questo mondo; e tu non puoi più restare con noi. In questi quaranta giorni, ti sei trattenuto con noi soltanto per consolidare la tua opera; e domani, la terra, che ti possedeva da trentatrè anni, sarà priva di te. Noi ci rallegriamo del trionfo che ti aspetta insieme con Maria tua Madre , ai discepoli che ti sono sottomessi alla Maddalena ed alle sue compagne; ma alla vigilia di perderti permetti anche ai nostri cuori di provare un sentimento di tristezza poiché tu eri l’Emmanuele, il « Dio con noi », e d’ora in avanti sa rai l’astro divino che aleggerà su noi e non potremo più nè vederti nè toccarti con le nostre mani , o Verbo di Vita! (I Gv. i, i). Tut tavia diciamo ugualmente: a te sia gloria e amore! poiché ci hai trattati con una misericordia infinita. Tu non ci dovevi niente, noi eravamo indegni di attirare i tuoi sguardi, e sei sceso su questa terra macchiata dal peccato, hai abitato tra noi, hai pagato il nostro riscatto con il sangue, ristabilendo la pace tra Dio e gli uomini. Sì, adesso é giusto che tu ritorni a colui che ti ha mandato (Gv. 16, 5). Noi sentiamo la voce della Chiesa che accetta il tuo esilio , e che non pensa che alla tua gloria: « Fuggi diletto mio, ed imita la gazzella o il cerbiatto sul monte degli aromi » (Cant. 8, 14). Potremmo noi, peccatori come siamo, non imitare la rassegnazione di colei che é, allo stesso tempo, tua Sposa e nostra Madre?
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