21 maggio 2021

Sabato 22 Maggio 2021 nella liturgia



Vigilia di Pentecoste, Privilegiata di I Classe, Semidoppio, colore liturgico bianco all'Ufficio, violaceo alla celebrazione della Vigilia e rosso alla Messa. Giorno di digiuno e astinenza.

A partire da oggi e fino alla Festa della SS. Trinità inclusa, tutte le Feste occorrenti di rito Doppio Maggiore e minore, Semidoppio e Semplice, sono commemorate (eccetto che la Domenica di Pentecoste, i due giorni seguenti e la Festa della SS. Trinità, in cui non si fanno commemorazioni), quelle di rito Doppio di I e II Classe vengono traslate. Similmente cessano tutte le Ottave particolari eventualmente occorrenti. Sono inoltre proibite le Messe Votive e di Requiem; dal Mercoledì al Sabato delle Quattro Tempora di Pentecoste sono permesse solo le Messe pro re gravi et publica simul causa e le Messe di Requiem cantate in die obitus oppure dei funerali.

Alla Scrittura occorrente del Mattutino incomincia l'Epistola di San Giuda Taddeo Apostolo.

Primi Vespri della Domenica di PentecosteDomenica Maggiore di I Classe e allo stesso tempo Festa di rito Doppio di I Classe con Ottava Privilegiata di I Ordine, colore liturgico rosso.


Qui per le peculiarità del Tempo Pasquale:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/04/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-pasquale.html


Al Breviario

All'Ufficio della Vigilia:

Tutto dalla Festa dell'Ascensione come dal Proprio del Tempo con i Salmi domenicali da Lodi a Nona (a Prima come alle Feste). Letture del Mattutino e Responsori propri; Capitoli, Ant. al Benedictus col suo Versetto e Orazione della Domenica tra l'Ottava dell'Ascensione.

Le Antifone non si raddoppiano.

All'Ufficio di Pentecoste:

Tutto dal Proprio del Tempo con i Salmi dei Primi Vespri del Comune degli Apostoli (o comunque Salmi domenicali con, alla fine, il 116 al posto del 113). Compieta della Domenica.

Le Antifone si raddoppiano. Da questo momento cambia la conclusione degli Inni che è quella di Pentecoste <<Deo Patri sit gloria, et Filio, qui a mortuis surrexit, ac Paraclito, in saeculorum saecula>>.


Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Vigilia di Pentecoste (il rito non è specificato ma de facto è Semidoppio), colore liturgico bianco. Giorno di digiuno e astinenza.

A partire da oggi e fino alla Festa della SS. Trinità inclusa, tutte le Feste occorrenti di rito Doppio minore (tranne i Dottori della Chiesa), Semidoppio e Semplice sono commemorate (eccetto che la Domenica di Pentecoste, i due giorni seguenti e la Festa della SS. Trinità, in cui non si fanno commemorazioni), quelle di rito Doppio di I o II Classe o Doppio Maggiore, e i Dottori della Chiesa di rito Doppio minore, vengono traslate. Similmente cessano tutte le Ottave particolari eventualmente occorrenti.

Alla Scrittura occorrente del Mattutino incomincia l'Epistola di San Giuda Taddeo Apostolo.

Primi Vespri della Domenica di Pentecoste, Domenica Maggiore di I Classe e allo stesso tempo Festa di rito Doppio di I Classe con Ottava, colore liturgico rosso.


Tutto come sopra, ovviamente con le solite differenze quanto ai Salmi di Lodi e Compieta.

A partire dai Vespri cambia la conclusione degli Inni che è quella di Pentecoste <<Deo Patri sit gloria, et Filio, qui a mortuis surrexit, ac Paraclito, in saeculorum saecula>>; se si usa la versione tradizionale anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<Gloria Patri Domino, Natoque, qui a mortuis surrexit, ac Paraclito, in saeculorum saecula>>.


Al Messale

La Vigilia di Pentecoste è molto simile a quella del Sabato Santo (omessa la prima parte, cioè la Benedizione del fuoco, la processione con l'arundine e l'Exultet). Essa consta di sei Profezie, se previsto della Benedizione del fonte battesimale, e poi delle Litanie dei Santi e della Messa. Proprio per la sua somiglianza con la Vigilia Pasquale essa non si trova nel Memoriale Rituum, poiché basta usare le cerimonie di quella sottraendo ciò che non è previsto. Chi non fa la Vigilia può tranquillamente limitarsi a celebrarne solo la Messa privata.

Similmente a quanto ho fatto in circostanze simili, non mi soffermerò a descrivere le cerimonie come previste nella sua forma solenne e in quella ridotta, su questo mi limito alle citazioni dello Stercky. Siccome il Memoriale Rituum prevede che il Sacerdote sia assistito come minimo da tre ministri di cui almeno uno tonsurato, condizioni che oggi, nella situazione di crisi dottrinale e liturgica della Chiesa non si possono sempre adempire nelle cappelle in cui spesso sono confinati coloro che celebrano la vera Messa, proverò a schematizzare al massimo la cerimonia in modo che i Sacerdoti possano celebrarla anche senza ministri. Attenzione: tutti i cerimoniali essendo stati scritti in tempi cattolici, non si poteva nemmeno concepire una cerimonia senza chierici o chierichetti: questa qui è una mia sintesi personale e opinabile motivata dallo stato di necessità e dettata dall'epikeia (stando alle rubriche non si potrebbero celebrare le cerimonie del Memoriale Rituum senza il minimo dei tre ministri richiesti, ma ai nostri giorni ciò significherebbe che moltissimi Sacerdoti dovrebbero privarsi - e privare i fedeli - perpetuamente della Candelora, delle Ceneri, delle Palme, del Triduo Sacro e della Vigilia di Pentecoste, cosa questa insostenibile). Posso intanto rassicurare tutti garantendo, per esperienza diretta, che, con la debita preparazione liturgica (studiando le cose anche con settimane di anticipo, elaborandosi mentalmente le singole azioni come fatte tutte dal solo Sacerdote nel debito ordine), anticipando anche nella misura del possibile la preparazione fisica (acquisto tempestivo di tutti gli arredi sacri richiesti, debita disposizione degli oggetti liturgici in chiesa prima delle cerimonie, in modo che siano pronti al momento in cui serviranno), con estrema calma poiché la fretta in queste circostanze è deleteria, prendendosi il tempo che ci vuole, è possibile celebrare tutte queste sacre funzioni senza ministri: è questione di avere schemi mentali ben definiti, ripassati ad nauseam fino a dieci secondi prima di iniziare, e di metterli in pratica con pazienza (certo è mentalmente e fisicamente spossante come poche cose al mondo, ma ne vale la pena).


Preparativi:

  • In sacrestia: si preparano, in ordine inverso di utilizzo, pianeta, stola e manipolo rossi per la Messa, pianeta, stola e manipolo violacei per le Profezie, cingolo, alba, amitto e cotta.

  • All'Altare Maggiore: l'Altare è preparato come per la Messa, con sei candele che restano spente fino alla fine della Vigilia, il paliotto e il conopeo rossi coperti da quelli violacei, e il Messale aperto al lato dell'Epistola.
  • Alla credenza: si preparano le ampolline con vino, acqua e il vassoio del lavabo con manutergio e se c'è chierichetto anche la campanella; il calice della Messa, con velo e borsa rossi, è coperto da un altro velo violaceo, e se si vuole anche i fiori da mettere per la Messa. Vi si prepara anche il piviale violaceo se si benedice il fonte. Accanto alla credenza si mette uno sgabello con superficie sufficientemente rigida da potervi collocare il Messale col leggio per le Litanie.
  • Al fonte battesimale, se lo si benedice: esso è stato pulito e contiene acqua limpida (ovviamente, se non vi è l'acqua battesimale già benedetta il Sabato Santo, che altrimenti viene precedentemente conservata altrove). Davanti all'ingresso del battistero o della cappella del fonte sta un altro leggio a colonna con un Messale; accanto al fonte sta il cero pasquale spento sulla sua base, con accendino e spegnitoio; sulla credenza o su un tavolino si prepara il vassoio con i Santi Oli benedetti dal Vescovo il Giovedì Santo dell'anno corrente, mollica di pane e batuffoli di bambagia su dei piattini, una brocca con catino e manutergio, due tovaglioli perché il Sacerdote si asciughi la mano e il cero pasquale dopo averli immersi, il secchiello con l'aspersorio, dei vasetti per raccogliere l'acqua. Se si amministrano dei battesimi si prepara anche il Rituale col necessario, più una stola bianca e se il Sacerdote desidera, anche un piviale.

La Vigilia di Pentecoste si celebrata di mattina dopo Nona

  • Il Sacerdote indossa cotta, amitto, alba, cingolo, stola e pianeta violacei, e messa la berretta, giunge davanti all'Altare, fa la riverenza e posa la berretta, sale all'Altare, lo bacia in mezzo e si reca al Messale, ove legge le sei Profezie senza titolo (con le cerimonie solite della Messa, posando le mani sul Messale alla Lettura e al Tratto, aprendole e congiungendole all'Oremus, tenendole estese alla larghezza e altezza delle spalle alle Orazioni).
  • Se previsto, il Sacerdote benedice il fonte battesimale. Dopo l'ultima Orazione toglie la  pianeta e il manipolo, riprende il piviale violaceo, legge il Tratto Sicut cervus, e si reca al leggio del fonte ove legge l'Orazione Concede propria alla Vigilia di Pentecoste, poi avvicina il leggio al fonte, accende il cero pasquale e svolge il resto del rito come alla Vigilia Pasquale. A mani giunte legge la seconda Orazione col Prefazio. Alle parole sumit Unigeniti tui gratiam de Spiritu Sancto il Sacerdote divide l'acqua tracciandovi una croce e asciuga la mano col primo fazzoletto. Dopo aver detto non inficiendo corrumpat tocca l'acqua e asciuga nuovamente la mano. Mentre dice Unde benedico te etc. fa tre segni di croce sull'acqua senza toccarla. Dopo aver detto super te ferebatur divide nuovamente l'acqua in forma di croce, e con la mano asperge in forma di croce in direzione dei quattro punti cardinali a cominciare dall'Est, e asciuga la mano. Dopo baptizantes eos in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti abbassa il tono di voce.  Dopo tu benignus aspira, il Sacerdote alita tre volte sull'acqua in forma di croce. Detto mentibus efficaces prende il cero pasquale e facendo attenzione a non spegnerlo, ne immerge la base nel fonte per tre volte dicendo ogni volta, con tono sempre più alto, Descendat in hanc plenitudinem fontis virtus Spiritus Sancti; dopo la terza volta lascia il cero immerso e soffia tre volte sull'acqua tracciando ogni volta la lettera greca Ψ continua dicendo Totamque hujus aquae substantiam regenerandi fecundet effectum, ritira il cero, ne asciuga la base col secondo fazzoletto, lo posa e termina il Prefazio. Preleva coi vasetti l'acqua destinata alle acquasantiere e ne versa anche nel secchiello, con l'aspersorio si segna la fronte e fa il giro della chiesa aspergendo i presenti. Tornato al fonte il Sacerdote infonde l'Olio dei Catecumeni dicendo Sanctificetur et fecundetur, il Crisma dicendo Infusio Chrismatis Domini, ed entrambi dicendo Commixtio Chrismatis, e con la mano destra mescola i Santi Oli all'acqua benedetta, poi con molta attenzione pulisce la mano prima con la bambagia poi con la mollica e fa il lavabo senza dire nulla. Prima di tornare all'Altare si spegne il cero pasquale, che al termine della Messa sarà definitivamente riportato in sagrestia.

    • La liturgia consiglia particolarmente di amministrare i Battesimi in questo giorno. Vi sono due possibilità: o eseguire tutti i riti fino all'unzione con l'Olio dei Catecumeni inclusa dopo le Profezie e prima della Benedizione del fonte, continuando il Battesimo dopo aver preparato l'acqua battesimale, o fare tutto quanto dopo la Benedizione del fonte. Penso che la prima sia più conforme allo spirito della liturgia ma bisogna guardare anche all'organizzazione materiale delle cerimonie che sono già di loro estremamente lunghe e complicate. Nella sezione dedicata alle funzioni secondo il Memoriale Rituum lo Stercky prende in esame la seconda possibilità, più semplice da eseguire, e prevede che verso la fine della Benedizione del fonte i catecumeni coi padrini si rechino alla porta della chiesa, ove il celebrante li raggiunge per fare gli Esorcismi e gli altri riti; prima di rientrare presso il fonte indossa stola ed eventualmente piviale bianchi. Terminato il battesimo riprende i paramenti violacei.

  • Terminata la sesta Profezia con la sua Orazione, oppure se la si è fatta, la Benedizione del fonte ed eventualmente i Battesimi  (nel qual caso il Sacerdote toglie il piviale e riprende manipolo e pianeta), il chierichetto, o se è solo lo stesso celebrante, dispone davanti all'Altare lo sgabello su cui colloca il Messale col suo leggio, e legge le Litanie (nella Vigilia solenne o cantata c'è qui una prostrazione, ma senza un coro che canti le Litanie sarebbe sconveniente oltre che scomodissimo per il Sacerdote leggerle da disteso, quindi molto saggiamente lo Stercky sostituisce la prostrazione con la recita in ginocchio). Se c'è chierichetto, dopo Peccatores te rogamus audi nos egli si occupa della preparazione dell'Altare per la Messa, rimuovendo il paliotto e il conopeo violacei, portando i fiori e accendendo le candele. Se non c'è chierichetto, il Sacerdote, detto Christe exaudi nos, riposiziona il Messale sull'Altare e si occupa della preparazione, ricordandosi di portare anche le ampolline e il vassoio del lavabo col manutergio; allora va in sacrestia a mettere manipolo, stola e pianeta rossi per la Messa. 

Messa della Vigilia di Pentecoste:

  • Il Sacerdote recita normalmente le preghiere ai piedi dell'Altare col Salmo Judica me, ma omette l'Introito: dopo Aufer a nobis e Oramus te, restando al centro dell'Altare dice il Kyrie con cui idealmente conclude anche le Litanie. Se la Messa è celebrata senza la Vigilia, si fa tutto come al solito.

  • Gloria in excelsis, durante il quale se c'è chierichetto suona le campane
  • Orazione unica della Messa, non se ne aggiungono altre nemmeno se a Lodi si sono fatte commemorazioni
  • Dopo l'Alleluia si dice il Tratto. Alla Messa solenne non si portano i ceri al Vangelo ma solo l'incenso
  • Prefazio dello Spirito Santo
  • Communicantes e Hanc Igitur di Pentecoste
  • Ite Missa est
  • Prologo di San Giovanni


    Bibliografia per la celebrazione della Vigilia di Pentecoste:

    • Nelle chiese dotate di Clero numeroso, a norma del Missale Romanum: L. Stercky, Manuel de liturgie et cérémonial selon le Rit Romain, Paris, Lecoffre 1935, Tomo II, pag. 363-366.
    • Nelle piccole chiese con scarso Clero, per sottrazione dalla Vigilia Pasquale secondo il Memoriale Rituum: Manuel de liturgie... cit., Tomo II, pag. 475-476.
    • Celebrata pontificalmente, a norma del Caeremoniale Episcoporum: L. Stercky, Les Fonctions Pontificales selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1932, Tomo II, pag. 256-262.

    Letture del Mattutino (in latino)

    AD I NOCTURNUM

    Lectio 1

    Incipit Epístola cathólica beáti Judæ Apóstoli

    Judas 1:1-4

    Judas, Jesu Christi servus, frater autem Jacóbi, his qui sunt in Deo Patre diléctis, et Christo Iesu conservátis, et vocátis. Misericórdia vobis, et pax, et cáritas adimpleátur. Caríssimi, omnem sollicitúdinem fáciens scribéndi vobis de commúni vestra salúte, necésse hábui scríbere vobis: déprecans supercertári semel tráditæ sanctis fídei. Subintroiérunt enim quidam hómines (qui olim præscrípti sunt in hoc judícium) ímpii, Dei nostri grátiam transferéntes in luxúriam, et solum Dominatórem, et Dóminum nostrum Iesum Christum negántes.

    Lectio 2, Judas 1:5-8

    Commonére autem vos volo, sciéntes semel ómnia, quóniam Jesus pópulum de terra Ægýpti salvans, secúndo eos, qui non credidérunt, pérdidit: ángelos vero, qui non servavérunt suum principátum, sed dereliquérunt suum domicílium, in judícium magni diéi, vínculis ætérnis sub calígine reservávit. Sicut Sódoma, et Gomórrha, et finítimæ civitátes símili modo exfornicátæ, et abeúntes post carnem álteram, factæ sunt exémplum, ignis ætérni pœnam sustinéntes. Simíliter et hi carnem quidem máculant, dominatiónem autem spernunt, maiestátem autem blasphémant.

    Lectio 3, Judas 1:9-13

    Cum Míchael Archángelus cum diábolo dísputans altercarétur de Móysi córpore, non est ausus judícium inférre blasphémiæ: sed dixit: Imperet tibi Dóminus. Hi autem quæcúmque quidem ignórant, blasphémant: quæcúmque autem naturáliter, tamquam muta animália, norunt, in his corrumpúntur. Væ illis, quia in via Cain abiérunt, et erróre Bálaam mercéde effúsi sunt, et in contradictióne Core periérunt! Hi sunt in épulis suis máculæ, convivántes sine timóre, semetípsos pascéntes, nubes sine aqua, quæ a ventis circumferéntur, árbores autumnáles, infructuósæ, bis mórtuæ, eradicátæ, fluctus feri maris, despumántes suas confusiónes, sídera errántia: quibus procélla tenebrárum serváta est in ætérnum.

    AD II NOCTURNUM

    Lectio 4

    Ex Tractátu sancti Augustíni Epíscopi de Symbolo ad Catechúmenos

    Lib. 4. cap. 1. tom. 9.

    Dum per sacratíssimum crucis signum vos suscépit in útero sancta mater Ecclésia, quæ sicut et fratres vestros cum summa lætítia spiritáliter páriet, nova proles futúra tantæ matris, quoúsque per lavácrum sanctum regenerátos veræ luci restítuat, cóngruis aliméntis eos, quos portat, pascat in útero, et ad diem partus sui lætos læta perdúcat: quóniam non tenétur hæc senténtia Hevæ, quæ in tristítia et gémitu parit fílios; nec ipsos gaudéntes, sed pótius flentes. Hæc enim solvit, quod illa ligáverat: ut prolem, quam per inobediéntiam sui, morti donávit, hæc per obediéntiam restítuat vitæ. Omnia sacraménta, quæ acta sunt et agúntur in vobis per ministérium servórum Dei, exorcísmis, oratiónibus, cánticis spirituálibus, insufflatiónibus, cilício, inclinatióne cervícum, humilitáte pedum, pavor ipse omni securitáte appeténdus: hæc ómnia, ut dixi, escæ sunt, quæ vos refíciunt in útero, ut renátos ex baptísmo hílares vos mater exhíbeat Christo.

    Lectio 5

    Accepístis et sýmbolum, protectiónem parturiéntis contra venéna serpéntis. In Apocalýpsi Joánnis Apóstoli scriptum est hoc, quod staret draco in conspéctu mulíeris, quæ paritúra erat, ut cum peperísset, natum ejus coméderet. Dracónem diábolum esse, nullus vestrum ignórat: mulíerem illam Vírginem Maríam significásse, quæ caput nostrum íntegra íntegrum péperit; quæ étiam ipsa figúram in se sanctæ Ecclésiæ demonstrávit: ut quómodo Fílium páriens, Virgo permánsit, ita et hæc omni témpore membra ejus páriat, et virginitátem non amíttat. Ipsas senténtias sacratíssimi sýmboli adjuvánte Dómino exponéndas suscépimus, ut, quid síngulæ contíneant, vestris sénsibus intimémus. Paráta sunt corda vestra, quia exclúsus est inimícus de córdibus vestris.

    Lectio 6

    Huic vos renuntiáre proféssi estis: in qua professióne, non homínibus, sed Deo et Angelis ejus conscribéntibus dixístis, Renúntio. Renuntiáte non solum vócibus, sed étiam móribus: non tantum sono linguæ, sed et actu vitæ: nec tantum lábiis sonántibus, sed opéribus pronuntiántibus. Scitóte vos cum cállido, antíquo, et veternóso inimíco suscepísse certámen: non in vobis post renuntiatiónem invéniat ópera sua, non jure vos áttrahat in servitútem suam. Deprehénderis enim, et detégeris Christiáne, quando áliud agis, et áliud profitéris: fidélis in nómine, áliud demónstrans in ópere, non tenens promissiónis tuæ fidem: modo ingrédiens ecclésiam oratiónes fúndere, post módicum in spectáculis cum histriónibus impudíce clamáre. Quid tibi cum pompis diáboli, quibus renuntiásti?

    AD III NOCTURNUM

    Lectio 7

    Léctio sancti Evangélii secúndum Joánnem

    Joann 14:15-21

    In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Si dilígitis me, mandáta mea serváte. Et ego rogábo Patrem, et álium Paráclitum dabit vobis. Et réliqua.

    Homilía sancti Augustíni Epíscopi

    Tractatus 74 in Joannem, sub finem, et 75

    Quod ait, Rogábo Patrem, et álium Paráclitum dabit vobis: osténdit et seípsum esse Paráclitum. Paráclitus enim Latíne dícitur advocátus: et dictum est de Christo: Advocátum habémus ad Patrem, Jesum Christum justum. Sic autem mundum dixit non posse accípere Spíritum Sanctum, sicut étiam dictum est: Prudéntia carnis inimíca est Deo: legi enim Dei non est subjécta, nec enim potest: velut si dicámus: Injustítia justítia esse non potest. Mundum quippe ait hoc loco, mundi signíficans dilectóres: quæ diléctio non est a Patre. Et ídeo dilectióni hujus mundi, de qua satágimus ut minuátur et consumátur in nobis, contrária est diléctio Dei, quæ diffúnditur in córdibus nostris per Spíritum Sanctum, qui datus est nobis.

    Lectio 8

    Mundus ergo eum accípere non potest, quia non videt eum, neque scit eum. Non enim habet invisíbiles óculos mundána diléctio, per quos vidéri Spíritus Sanctus potest, qui vidéri nisi invisibíliter non potest. Vos autem, inquit, cognoscétis eum: quia apud vos manébit, et in vobis erit. Erit in eis, ut máneat; non manébit, ut sit: prius est enim esse alícubi, quam manére. Sed ne putárent quod dictum est, Apud vos manébit; ita dictum, quemádmodum apud hóminem hospes visibíliter manére consuévit, expósuit quid díxerit: Apud vos manébit, cum adjúnxit et dixit, In vobis erit.

    Lectio 9

    Ergo invisibíliter vidétur. Nec, si non sit in nobis, potest esse in nobis ejus sciéntia: sic enim a nobis vidétur in nobis et nostra consciéntia. Nam fáciem vidémus altérius, nostram vidére non póssumus: consciéntiam vero nostram vidémus, altérius non vidémus. Sed consciéntia nunquam est nisi in nobis: Spíritus autem Sanctus potest esse étiam sine nobis. Datur quippe ut sit et in nobis: sed vidéri et sciri, quemádmodum vidéndus et sciéndus est, non potest a nobis, si non sit in nobis. Post promissiónem Spíritus Sancti, ne quisquam putáret, quod ita eum Dóminus datúrus fúerit velut pro seípso, ut non et ipse cum eis esset futúrus, adjécit atque ait: Non relínquam vos órphanos, véniam ad vos. Quamvis ergo nos Fílius Dei suo Patri adoptáverit fílios, et eúndem Patrem nos volúerit habére per grátiam, qui ejus Pater est per natúram: tamen étiam ipse circa nos patérnum afféctum quodámmodo demónstrat, cum dicit: Non relínquam vos órphanos.


    Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

    I NOTTURNO

    Lettura 1

    Incomincia la Lettera cattolica dell'Apostolo san Giuda

    Giuda 1:1-4

    Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo, a quelli che sono amati da Dio Padre, conservati e chiamati in Gesù Cristo. La misericordia, la pace e la carità abbondi in voi. Carissimi, mentre ponevo ogni sollecitudine per scrivervi sulla comune vostra salute, sono stato costretto a scrivervi per esortarvi a combattere per la fede che fu già insegnata ai cristiani. Perché si sono intrusi certi uomini empi, per i quali già da tempo è stata scritta questa condanna, i quali convertono in lascivia la grazia del nostro Dio, e rinnegano il solo Dominatore e Signor nostro Gesù Cristo.

    Lettura 2, Giuda 1:5-8

    Ora io voglio ricordarvi, sebbene già sappiate tutte queste cose, che Gesù, dopo d'aver liberato il popolo dalla terra d'Egitto, sterminò poi quelli che non credettero: e gli angeli che non conservarono la loro dignità ma abbandonarono il loro domicilio, li ha riservati sepolti nella caligine in eterne catene, per il giudizio del gran giorno. Come Sodoma e Gomorra e le città confinanti che si macchiarono delle stesse impurità ed andarono dietro ad eccessi disonoranti, sono rimaste ad esempio, essendo state condannate alla pena del fuoco eterno; così anche questi contaminano la (loro) carne, disprezzano l'autorità, bestemmiano la maestà.

    Lettura 3, Giuda 1:9-13

    Quando Michele Arcangelo disputando col diavolo gli contestava il corpo di Mosè, non ardì di condannarlo con parole di maledizione, ma disse: Ti reprima il Signore! Questi invece bestemmiano tutto quello che non capiscono: e di tutto quanto che, come gli animali muti, naturalmente conoscono, abusano per pervertirsi. Guai a loro, perché battono la strada di Caino, e per sete di guadagno si sono precipitati nell'errore di Balaam, e sono periti nella ribellione di Core! Costoro sono tante macchie nelle loro agapi, stando insieme a mensa senza rispetto, pascendo se stessi, nuvole senz'acqua, trasportate qua e là dai venti, alberi d'autunno, infruttiferi, due volte morti, sradicati, onde furiose del mare, che spumano le proprie turpitudini, stelle erranti: cui è riserbata una tenebrosa caligine in eterno.

    II NOTTURNO

    Lettura 4

    Dal Trattato di sant'Agostino Vescovo sul Simbolo ai Catecumeni

    Libro 4, capo 1 tomo 9

    Allorché per mezzo del segno sacratissimo della croce la santa madre Chiesa vi ha ricevuti nel suo seno per generarvi spiritualmente, colla gioia più grande, come i vostri fratelli, voi siete divenuti la futura generazione di tanta madre, e finché non vi rigeneri nel bagno salutare del battesimo e vi restituisca alla luce vera, ella nutrisca con alimenti convenienti quelli che porta nel seno e, lieta, li conduca lieti al giorno in che li dia spiritualmente alla luce: poiché ella non è sottoposta alla condanna di Eva, che, nella tristezza e nei gemiti, dà alla luce dei figli, che sono punto nella gioia, ma piuttosto nel pianto. Ella infatti scioglie ciò che la prima donna aveva legato: affinché colla sua obbedienza renda alla vita coloro che la disobbedienza della prima donna ha donato alla morte. Tutte le cerimonie misteriose, che sono state fatte e si fanno ancora su voi mediante il ministero dei servi di Dio - esorcismi, preghiere, cantici spirituali, insufflazioni, cilizio, inchini di testa, prostrazioni, questo timore stesso che bisogna desiderare con ogni sicurezza - tutte queste cose sono, come dissi, gli alimenti onde questa madre vi nutrisce nel suo seno, affinché, rigenerati nel battesimo, vi presenti lieti a Cristo.

    Lettura 5

    Avete ricevuto anche il simbolo, come protezione di colei che vi deve generare, contro il veleno del serpente. Nell'Apocalisse dell'Apostolo Giovanni si stava davanti alla donna ch'era per divenir madre, affin di divorarne la prole appena fosse nata. Nessuno di voi ignora questo dragone essere il diavolo: e questa donna rappresentare la Vergine Maria, che, vergine, diede alla luce il nostro capo vergine; e che, di più, nella sua persona, era figura della santa Chiesa: perché come generando suo figlio ella restò vergine, così la Chiesa genera in ogni tempo i membri di lui senza perdere la sua verginità. Coll'aiuto del Signore abbiamo intrapreso ad esporvi gli articoli stessi dell'augustissimo simbolo, per imprimere nei vostri cuori quello che ciascuno d'essi contiene. I vostri cuori sono preparati, perché il nemico è stato scacciato dai vostri cuori.

    Lettura 6

    A questo nemico voi avete professato di rinunziare: e in questa professione non agli uomini, ma a Dio e a' suoi Angeli che la registrano voi avete detto: Rinunzio. Rinunziate non solo colle parole, ma ancora coi costumi: non solo col suono della lingua, ma ancora colla condotta della vita: non solo col rumor delle labbra, ma ancora colla testimonianza delle opere. Sappiate che avete ingaggiato una lotta con un nemico astuto, antico e che pare talvolta assopito: ch'esso, dopo la vostra rinunzia, non trovi più in voi le sue opere, non abbia più diritto di ridurvi in sua servitù. Tu, infatti, o Cristiano, sei sorpreso e scoperto quando fai una cosa e ne professi un'altra: fedele di nome, ti smentisci colle tue opere, non mantenendo fede alla tua promessa: ora entrando in chiesa a farvi orazione, e un momento dopo negli spettacoli a mescolare impudentemente la tua voce con quella degli istrioni. Che hai tu di comune colle pompe del diavolo, alle quali hai rinunziato?

    III NOTTURNO

    Lettura 7

    Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni

    Giov 14:15-21

    In quell'occasione: Gesù disse ai suoi discepoli: Se mi amate, osservate i miei comandamenti. E io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro Paraclito. Eccetera.

    Omelia di sant'Agostino Vescovo

    Trattato 74 su Giovanni, verso la fine, e 75

    Dicendo: «Io pregherò il Padre, ed egli vi darà un altro Paraclito» Joann. 14, 16, mostra ch'egli pure è Paraclito. Paraclito si traduce in Latino per avvocato: e di Cristo è detto: «Abbiamo un avvocato presso il Padre, Gesù Cristo, il giusto» Joann. 2, 1. Egli poi dichiarò che il mondo non può ricevere lo Spirito Santo, nello stesso senso che fu detto: «La prudenza della carne è nemica di Dio: perché non è soggetta alla legge divina, né può esserlo» Rom. 8, 7: come se dicessimo: L'ingiustizia non può essere la giustizia. Con questa parola «mondo» egli designa qui quelli che amano il mondo: amore che non viene certo dal Padre. E perciò all'amore di questo mondo, che noi ci sforziamo tanto di diminuire e distruggere in noi, è contrario «l'amore di Dio, che viene diffuso nei nostri cuori per lo Spirito Santo che ci è stato dato » Rom. 5, 5.

    Lettura 8

    Il mondo quindi non può ricevere questo spirito, perché non lo vede, né lo conosce» Joann. 14, 17. L'amore mondano infatti non ha questi occhi invisibili onde si può vedere lo Spirito Santo, il quale non può esser visto che in modo invisibile. «Ma voi, disse, lo conoscerete: perché dimorerà con voi e sarà in voi» (Ibi). Sarà in essi per dimorarvi, non dimorerà per esservi: giacché prima è essere in un luogo che dimorarvi. Ma affinché i discepoli non intendessero queste parole: «Dimorerà in voi» di un soggiorno visibile, come ordinariamente fa un ospite presso colui che gli dà ospitalità, egli spiegò queste parole: «Dimorerà con voi» aggiungendo: «E sarà in voi».

    Lettura 9

    Si vede dunque lo Spirito S. in maniera invisibile. E s'egli non è in noi, non possiamo averne conoscenza: è così che noi vediamo in noi stessi la nostra coscienza. Noi vediamo bene la faccia d'un altro, e non possiamo vedere la nostra: vediamo invece la nostra coscienza, e non vediamo l'altrui. Ma la coscienza non può mai esistere che in noi: mentre lo Spirito Santo può essere anche senza di noi. Esso ci viene dato perché sia pure in noi: ma, s'egli non è in noi, ci è impossibile di vederlo e conoscerlo, come dev'essere veduto e conosciuto. Dopo aver promesso lo Spirito Santo, il Signore non volendo che si potesse credere ch'egli lo dava per sostituire se stesso, e che egli cesserebbe così d'essere co' suoi discepoli, aggiunse: «Non vi lascerò orfani, tornerò a voi» Joann. 14, 18. Non contento dunque il Figlio di Dio di averci fatti figli adottivi di suo Padre e d'aver voluto che noi abbiamo per Padre, per un effetto della grazia, quello ch'è suo Padre per natura, mostra ancora egli stesso verso di noi una tenerezza in certo modo paterna quando dice: «Non vi lascerò orfani» (Ibi).


    Ad Primam: il Martirologio del 23 Maggio 2021.

    Decimo Kalendas Junii, luna undecima.



    Nel decimo giorno alle Calende di Giugno, luna undicesima.





    Parti proprie della Messa (in latino)

    AD VIGILIAM:

    AD PROPHETIAS

    PROPHETIA I

    Gen 22:1-19

    In diébus illis: Tentávit Deus Abraham, et dixit ad eum: Abraham, Abraham. At ille respóndit: Adsum. Ait illi: Tolle fílium tuum unigénitum, quem díligis, Isaac, et vade in terram visiónis: atque ibi ófferes eum in holocáustum super unum móntium, quem monstrávero tibi. Igitur Abraham de nocte consúrgens, stravit ásinum suum: ducens secum duos júvenes et Isaac, fílium suum. Cumque concidísset ligna in holocáustum, ábiit ad locum, quem præcéperat ei Deus. Die autem tértio, elevátis óculis, vidit locum procul: dixítque ad púeros suos: Exspectáte hic cum ásino: ego et puer illuc usque properántes, postquam adoravérimus, revertémur ad vos. Tulit quoque ligna holocáusti, et impósuit super Isaac, fílium suum: ipse vero portábat in mánibus ignem et gládium. Cumque due pérgerent simul, dixit Isaac patri suo: Pater mi. At ille respóndit: Quid vis, fili? Ecce, inquit, ignis et ligna: ubi est víctima holocáusti? Dixit autem Abraham : Deus providébit sibi víctimam holocáusti, fili mi. Pergébant ergo páriter: et venérunt ad locum, quem osténderat ei Deus, in quo ædificávit altáre et désuper ligna compósuit: cumque alligásset Isaac, fílium suum, pósuit eum in altáre super struem lignórum. Extendítque manum et arrípuit gládium, ut immoláret fílium suum. Et ecce, Angelus Dómini de cælo clamávit, dicens: Abraham, Abraham. Qui respóndit: Adsum. Dixítque ei: Non exténdas manum tuam super púerum neque fácias illi quidquam: nunc cognóvi, quod times Deum, et non pepercísti unigénito fílio tuo propter me. Levávit Abraham óculos suos, vidítque post tergum aríetem inter vepres hæréntem córnibus, quem assúmens óbtulit holocáustum pro fílio. Appelavítque nomen loci illíus, Dóminus videt. Unde usuqe hódie dícitur: In monte Dóminus vidébit. Vocávit autem Angelus Dómini Abraham secúndo de cælo, dicens: Per memetípsum jurávi, dicit Dóminus: quia fecísti hanc rem, et non pepercísti fílio tuo unigénito propter me: benedícam tibi, et multiplicábo semen tuum sicut stellas cæli et velut arénam, quæ est in lítore maris: possidébit semen tuum portas inimicórum suórum, et benedicéntur in sémine tuo omnes gentes terræ, obœdísti voci meæ. Revérsus est Abraham ad púeros suos, abierúntque Bersabée simul, et habitávit ibi.

    ORATIO

    Orémus. Deus, qui in Abrahæ fámuli tui ópere humáno géneri obediéntiæ exémpla præbuísti; concéde nobis, et nostræ voluntátis pravitátem frángere, et tuórum præceptórum rectitúdinem in ómnibus adimplére. Per Dominum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    PROPHETIA II

    Ex 14:24-31; 15:1

    In diebus illis: Factum est in vigília matutína, et ecce respíciens Dóminus super castra Ægyptiórum per colúmnam ignis et nubis, interfécit exércitum eórum: et subvértit rotas cúruum, ferebantúrque in profúndum. Dixérunt ergo Ægýptii: Fugiámus Israélem: Dóminus enim pugnat pro eis contra nos. Et ait Dóminus ad Móysen: Exténde manum tuam super mare, ut revertántur aquæ ad Ægýptios super currus et équites eórum. Cumque extendísset Móyses manum contra mare, revérsum est primo dilúculo ad priórem locum: fugientibúsque Ægýptiis occurrérunt aquæ, et invólvit eos Dóminus in médiis flúctibus. Reversaéque sunt aquæ, et operuérunt currus, et équites cuncti exércitus Pharaónis, qui sequéntes ingréssi fúerant mare: nec unus quidem supérfuit ex eis. Fílii autem Israël perrexérunt per médium sicci maris, aquæ eis erant quasi pro muro a dextris et a sinístris : liberavítque Dóminus in die illa Israël de manu Ægyptiórum. Et vidérunt Ægýptios mórtuos super litus maris, et manum magnam, quam exercúerat Dóminus contra eos: timuítque pópulus Dóminum, et credidérunt Dómino et Móysi, servo ejus. Tunc cécinit Móyses et fílii Israël carmen hoc Dómino, et dixérunt:

    TRACTUS

    Cantémus Dómino: glorióse enim honorificátus est: equum et ascensórem proiécit in mare: adjútor et protéctor factus est mihi in salútem. Hic Deus meus, et honorificábo eum: Deus patris mei, et exaltábo eum. Dóminus cónterens bella: Dóminus nomen est illi.

    ORATIO

    Orémus. Deus, qui primis tempóribus impléta mirácula novi Testaménti luce reserásti, ut et Mare Rubrum forma sacri fontis exsísteret, et liberáta plebs ab Ægyptíaca servitúte christiáni pópuli sacraménta præférret : da, ut omnes gentes, Israélis privilégium mérito fídei consecútæ, Spíritus tui participatióne regeneréntur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate ejúsdem Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    PROPHETIA III

    Deut 31:22-30

    In diébus illis: Scripsit Móyses cánticum, et dócuit fílios Israël. Præcipítque Dóminus Jósue, fílio Nun, et ait: Confortáre, et esto robústus: tu enim introdúces fílios Israël in terram, quam pollícitus sum, et ego ero tecum. Postquam ergo scripsit Móyses verba legis hujus in volúmine, atque complévit: præcépit Levítis, qui portábant arcam foéderis Dómini, dicens: Tóllite librum istum, et pónite eum in látere arcæ foéderis Dómini, Dei vestri: ut sit ibi contra te in testimónium. Ego enim scio contentiónem tuam et cervícem tuam duríssimam. Adhuc vivénte me et ingrediénte vobíscum, semper contentióse egístis contra Dóminum: quanto magis, cum mórtuus fúero? Congregáte ad me omnes majóres natu per tribus vestras, atque doctóres, et loquar audiéntibus eis sermónes istos, et invocábo contra eos cælum et terram. Novi enim, quod post mortem meam iníque agétis et declinábitis cito de via, quam præcépi vobis : et occúrrent vobis mala in extrémo témpore, quando fecéritis malum in conspéctu Dómini, ut irritétis eum per ópera mánuum vestrárum. Locútus est ergo Móyses, audiénte univérso cœtu Israël, verba cárminis hujus, et ad finem usque complévit.

    TRACTUS

    Atténde, cælum, et loquar: et áudiat terra verba ex ore meo. Exspectétur sicut plúvia elóquium meum: et descéndant sicut ros verba mea. Sicut imber super gramen et sicut nix super fænum : quia nomen Dómini invocábo. Date magnitúdinem Deo nostro : Deus, vera ópera ejus, et omnes viæ ejus judícia. Deus fidélis, in quo non est iníquitas : justus et sanctus Dóminus.

    ORATIO

    Orémus. Deus, glorificátio fidélium et vita justórum, qui per Móysen, fámulum tuum, nos quoque modulatióne sacri cárminis erudísti: univérsis géntibus misericórdiæ tuæ munus operáre, tribuéndo beatitúdinem, auferéndo terrórem; ut, quod pronuntiátum est ad supplícium, in remédium transferátur ætérnum. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    PROPHETIA IV

    Is 4:1-6

    Apprehéndent septem mulíeres virum unum in die illa, dicéntes: Panem nostrum comedémus et vestiméntis nostris operiémur: tantúmmodo invocétur nomen tuum super nos, aufer oppróprium nostrum. In die illa erit germen Dómini in magnificéntia et glória, et frunctus terræ súblimis, et exsultátio his, qui salváti fúerint de Israël. Et erit: Omnis, qui relíctus fúerit in Sion et resíduus in Jerúsalem, sanctus vocábitur, omnis, qui scriptus est in vita in Jerúsalem. Si ablúerit Dóminus sordes filiárum Sion, et sánguinem Jerúsalem láverit de médio ejus, in spíritu judícii et spíritu ardóris. Et creábit Dóminus super omnem locum montis Sion, et ubi invocátus est, nubem per diem, et fumum et splendórem ignis flammántis in nocte: super omnem enim glóriam protéctio. Et tabernáculum erit in umbráculam diéi ad æstu, et in securitátem et absconsiónem a túrbine et a plúvia.

    TRACTUS

    Vínea facta est dilécto in cornu, in loco úberi. Et macériam circúmdedit, et circumfódit: et plantávit víneam Sorec, et ædificávit turrim in médio ejus. Et tórcular fodit in ea: vínea enim Dómini Sábaoth domus Israël est.

    ORATIO

    Orémus. Omnípotens sempitérne Deus, qui, per únicum Fílium tuum, Ecclésiæ tuæ demonstrásti te esse cultórem, omnem pálmitem, fractum in eodem Christo tuo, qui vera vitis est, afferéntem, cleménter éxcolens, ut fructus áfferat amplióres : fidélibus tuis, quos velut víneam ex Ægýpto per fontem baptísmi transtulísti, nullæ peccatórum spinæ præváleant; ut, Spíritus tui sanctificatióne muníti, perpétua fruge diténtur. Per eundem Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte ejúsdem Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    PROPHETIA V

    Baruch 3:9-38

    Audi, Israël, mandáta vitæ: áuribus pércipe, ut scias prudéntiam. Quid est, Israël, quod in terra inimicórum es? Inveterásti in terra aliéna, coinquinátus es cum mórtuis: deputátus es cum descendéntibus in inférnum. Dereliquísti fontem sapiéntiæ. Nam si in via Dei ambulássas, habitásses útique in pace sempitérna. Disce, ubi sit prudéntia, ubi sit virtus, ubi sit intelléctus: ut scias simul, ubi sit longitúrnitas vitæ et victus, ubi sit lumen oculórum et pax. Quis invénit locum ejus? et quis intrávit in thesáuros ejus? Ubi sunt príncipes géntium, et qui dominántur super béstias, quæsunt super terram? qui in ávibus cæli ludunt, qui argéntum thesaurízant et aurum, in quo confídunt hómines, et non est finis acquisitiónis eórum? qui argéntum fábricant, et sollíciti sunt, nec est invéntio óperum illórum? Extermináti sunt, et ad ínferos descendérunt, et álii loco eórum surrexérunt. Júvenes vidérunt lumen, et habitavérunt super terram: viam autem disciplínæ ignoravérunt, neque intellexérunt sémitas ejus, neque fílii eórum sucepérunt eam, a fácie ipsórum longe facta est : non est audíta in terra Chánaan, neque visa est in Theman. Fílii quoque Agar, qui exquírunt prudéntiam, quæ de terra est, nogotiatóres Merrhæ et Theman, et fabulatóres, et exquisitóres prudéntiæ et intellegéntias: viam autem sapiéntiæ nesciérunt, neque commemoráti sunt sémitas ejus. O Israël, quam magna est domus Dei et ingens locus possessiónis ejus! Magnus est et non habet finem: excélsus et imménsus. Ibi fuérunt gigántes nomináti illi, qui ab inítio fuérunt, statúra magna, sciéntes bellum. Non hos elégit Dóminus, neque viam disciplínæ invenérunt: proptérea periérunt. Et quóniam non habuérunt sapiéntiam, interiérunt propter suam insipiéntiam. Quis ascéndit in cælum, et accépit eam er adúxit eam de núbibus? Quis transfretávit mare, et invénit illam? et áttulit illam super aurum eléctum? Non est, qui, qui possit scire vias ejus neque qui exquírat sémitas ejus: sed qui scit univérsa, novit eam et adinvénit eam prudéntia sua: qui præparávit terram in ætérno témpore, et replévit eam pecúdibus et quadrupédibus: qui emíttit lumen, et vadit: et vocávit illud, et oboédit illi in tremóre. Stellæ autem dedérunt lumen in custódiis suis, et lætáte sun: vocátæ sunt, et dixérunt: Adsumus: et luxérunt ei cum jucunditáte, qui fecit illas. Hic est Deus noster, et æstimábitur álius advérsus eum. Hic adinvénit omnem viam disciplínæ, trádidit illam Jacob púero suo et Israël dilécto suo. Post hæc in terris visus est, et cum homínibus conversátus est.

    ORATIO

    Orémus. Deus, qui nobis per Prophetárum ora præcepísti temporália relínquere atque ad ætérna festináre : da fámulis tuis; ut, quæ a te jussa cognóvimus, implére cælésti inspiratióne valeámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte ejúsdem Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    PROPHETIA VI

    Ezech 37:1-14

    In diébus illis: Facta est super me manus Dómini, et edúxit me in spíritu Dómini: et dimísit me in médio campi, qui erat plenus óssibus: et circumdúxit me per ea in gyro: erant autem multa valde super fáciem campi síccaque veheménter. Et dixit ad me: Fili hóminis, putásne vivent ossa ista? Et dixi : Dómine Deus, tu nosti. Et dixit ad me: Vaticináre de óssibus istis: et dices eis: Ossa árida, audíte verbum Dómini. Hæc dicit Dóminus Deus óssibus his: Ecce, ego intromíttam in vos spíritum, et vivétis. Et dabo super vos nervos, et succréscere fáciam super vos carnes, et superexténdam in vobis cutem: et dabo vobis spíritum, et vivétis, et sciétis, quia ego Dóminus. Et prophetávi, sicut præcéperat mihi: factus est autem sónitus prophetánte me, et ecce commótio: et accessérunt ossa ad ossa, unumquódque ad junctúram suam. Et vidi, et ecce, super ea nervi et carnes ascendérunt : et exténta est in eis cutis désuper, et spíritum non habébant. Et dixit ad me: Vaticináre ad spíritum, vaticináre, fili hóminis, et dices ad spíritum: Hæc dicit Dóminus Deus: A quátuor ventis veni, spíritus, insúffla super interféctos istos, et revivíscant. Et prophetávi, sicut præcéperat mihi: et ingréssus est in ea spíritus, et vixérunt: steterúntque super pedes suos exércitus grandis nimis valde. Et dixit ad me: Fili hóminis, ossa hæc univérsa, domus Israël est: ipsi dicunt: Aruérunt ossa nostra, et périit spes nostra, et abscíssi sumus. Proptérea vaticináre, et dices ad eos: Hæc dicit Dóminus Deus: Ecce, ego apériam túmulos vestros, et edúcam vos de sepúlcris vestris, pópulus meu: et indúcam vos in terram Israël. Et sciétis, quia ego Dóminus, cum aperúero sepúlcra vestra et edúxero vos de túmulis vestris, pópule meus: et dédero spíritum meum in vobis, et vixéritis, et requiéscere vos fáciam super humum vestram: dicit Dóminus omnípotens.

    ORATIO

    Orémus. Domine, Deus virtútum, qui collápsa réparas et reparáta consérvas: auge pópulos in tui nóminis sanctificatióne renovándos; ut omnes, qui sacro baptísmate diluúntur, tua semper inspiratióne dirigántur. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    AD BENEDICTIONEM FONTIS

    Sicut cervus desíderat ad fontes aquárum: ita desíderat ánima mea ad te, Deus. Sitívit ánima mea ad Deum vivum: quando véniam, et apparébo ante fáciem Dei? Fuérunt mihi lácrimæ meæ panes die ac nocte, dum dícitur mihi per síngulos dies: Ubi est Deus tuus?

    V. Dominus vobiscum.

    R. Et cum spiritu tuo.

    Oremus. Concéde, quaésumus, omnípotens Deus : ut, qui sollemnitátem doni Sancti Spíritus cólimus, cæléstibus desidériis accénsi, fontem vitæ sitiámus. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte ejúsdem Spiritus Sancti Deus, per omnia saecula saeculorum. Amen.

    V. Dóminus vobíscum.

    R. Et cum spíritu tuo.

    Orémus. Omnípotens sempitérne Deus, adésto magnæ pietátis tuæ mystériis, adésto sacraméntis: et ad recreándos novos pópulos, quos tibi fons baptísmatis párturit, spíritum adoptiónis emítte; ut, quod nostræ humilitátis geréndum est ministério, virtútis tuæ impleátur efféctu. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spiritus Sancti Deus. Per omnia sǽcula sæculórum.

    R. Amen.

    V. Dóminus vobíscum.

    R. Et cum Spíritu tuo.

    V. Sursum corda.

    R. Habémus ad Dóminum.

    V. Grátias agámus Dómino Deo nostro.

    R. Dignum et justum est.

    Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere, Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui invisíbili poténtia sacramentórum tuórum mirabíliter operáris efféctum: Et licet nos tantis mystériis exsequéndis simus indígni: Tu tamen grátiæ tuæ dona non déserens, etiam ad nostras preces aures tuæ pietátis inclínas. Deus, cujus Spíritus super aquas inter ipsa mundi primórdia ferebátur: ut jam tunc virtútem sanctificatiónis aquárum natúra concíperet. Deus, qui, nocéntis mundi crímina per aquas ábluens, regeneratiónis spéciem in ipsa dilúvii effusióne signásti: ut, uníus ejusdémque eleménti mystério, et finis esset vítiis et orígo virtútibus. Réspice, Dómine, in fáciem Ecclésiæ tuæ, et multíplica in ea regeneratiónes tuas, qui grátiæ tuæ affluéntis ímpetu lætíficas civitátem tuam: fontémque baptísmatis áperis toto orbe terrárum géntibus innovándis: ut, tuæ majestátis império, sumat Unigéniti tui grátiam de Spíritu Sancto.

    Qui hanc aquam, regenerándis homínibus præparátam, arcána sui núminis admixtióne fecúndet: ut, sanctificatióne concépta, ab immaculáto divíni fontis útero, in novam renáta creatúram, progénies cœléstis emérgat: Et quos aut sexus in córpore aut ætas discérnit in témpore, omnes in unam páriat grátia mater infántiam. Procul ergo hinc, jubénte te, Dómine, omnis spíritus immundus abscédat: procul tota nequítia diabólicæ fraudis absístat. Nihil hic loci hábeat contráriæ virtútis admíxtio: non insidiándo circúmvolet: non laténdo subrépat: non inficiéndo corrúmpat.

    Sit hæc sancta et ínnocens creatúra líbera ab omni impugnatóris incúrsu, et totíus nequítiæ purgáta discéssu. Sit fons vivus, aqua regénerans, unda puríficans: ut omnes hoc lavácro salutífero diluéndi, operánte in eis Spíritu Sancto, perféctæ purgatiónis indulgéntiam consequántur.

    Unde benedíco te, creatúra aquæ, per Deum ☩ vivum, per  ☩ verum, per Deum ☩ sanctum: per Deum, qui te in princípio verbo separávit ab árida: cujus Spíritus super te ferebátur.

    Qui te de paradisi fonte manáre fecit, et in quátuor flumínibus totam terram rigáre præcépit. Qui te in desérto amáram, suavitáte indita, fecit esse potábilem, et sitiénti pópulo de petra prodúxit. Be ☩ nedíco te et per Jesum Christum, Fílium ejus únicum, Dominum nostrum: qui te in Cana Galilæ signo admirábili sua poténtia convértit in vinum. Qui pédibus super te ambulávit: et a Joánne in Jordáne in te baptizátus est. Qui te una cum sánguine de látere suo prodúxit: et discípulis suis jussit, ut credéntes baptizaréntur in te, dicens: Ite, docéte omnes gentes, baptizántes eos in nómine Patris, et Fílii, et Spíritus Sancti.

    Hæc nobis præcépta servantibus, tu, Deus omnípotens, clemens adésto: tu benignus aspíra.

    Tu has simplices aquas tuo ore benedicito: ut præter naturálem emundatiónem, quam lavándis possunt adhibere corpóribus, sint etiam purificándis méntibus efficáces.

    Descéndat in hanc plenitúdinem fontis virtus Spíritus Sancti.

    Totamque hujus aquæ substántiam regenerándi fecúndet efféctu.

    Hic ómnium peccatórum máculæ deleántur: hic natúra ad imáginem tuam cóndita, et ad honórem sua reformáta princípii, cunctis vetustátis squalóribus emundétur: ut omnis homo, sacraméntum hoc regeneratiónis ingréssus, in veræ innocéntiæ novam infánti am renascátur.

    Per Dominum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: Qui ventúrus est judicáre vivos et mórtuos, et sæculum per ignem. Amen.

    Sanctificétur ☩ et fecundétur fons iste Oleo salútis renascéntibus ex eo, in vitam ætérnam. Amen.

    Infúsio Chrísmatis Dómini nostri Jesu Christi, et Spíritus Sancti Parácliti, fiat in nómine sanctæ Trinitátis. Amen.

    Commíxtio Chrísmatis sanctificatiónis, et Olei unctiónis, et Aquæ baptísmatis, páriter fiat in nómine Pa ☩ tris, et Fí ☩ lii, et Spíritus ☩ Sancti. Amen.

    AD LITANIAS

    Kýrie, eléison.  (Et omnes litaniae duplicantur)

    Christe, eléison.

    Kýrie, eléison.

    Christe, audi nos.

    Christe, exáudi nos.

    Pater de cælis, Deus, miserére nobis.

    Fili, Redémptor mundi, Deus, miserére nobis.

    Spíritus Sancte, Deus, miserére nobis.

    Sancta Trínitas, unus Deus, miserére nobis.

    Sancta María, ora pro nobis.

    Sancta Dei Génitrix, ora pro nobis.

    Sancta Virgo vírginum, ora pro nobis.

    Sancte Míchaël, ora pro nobis.

    Sancte Gábriel, ora pro nobis.

    Sancte Ráphaël, ora pro nobis.

    Omnes sancti Ángeli et Archángeli, oráte pro nobis.

    Omnes sancti beatórum Spirítuum órdines, oráte pro nobis.

    Sancte Joánnes Baptísta, ora pro nobis.

    Sancte Joseph, ora pro nobis.

    Omnes sancti Patriárchæ et Prophétæ, oráte pro nobis.

    Sancte Petre, ora pro nobis.

    Sancte Paule, ora pro nobis.

    Sancte Andréa, ora pro nobis.

    Sancte Joánnes, ora pro nobis.

    Omnes sancti Apóstoli et Evangelístæ, oráte pro nobis.

    Omnes sancti Discípuli Dómini, oráte pro nobis.

    Sancte Stéphane, ora pro nobis.

    Sancte Laurénti, ora pro nobis.

    Sancte Vincénti, ora pro nobis.

    Omnes sancti Mártyres, oráte pro nobis.

    Sancte Silvéster, ora pro nobis.

    Sancte Gregóri, ora pro nobis.

    Sancte Ambrósi, ora pro nobis.

    Sancte Augustíne, ora pro nobis.

    Omnes sancti Pontífices et Confessóres, oráte pro nobis.

    Omnes sancti Doctóres, oráte pro nobis.

    Sancte Antóni, ora pro nobis.

    Sancte Benedícte, ora pro nobis.

    Sancte Domínice, ora pro nobis.

    Sancte Francísce, ora pro nobis.

    Omnes sancti Sacerdótes et Levítæ, oráte pro nobis.

    Omnes sancti Mónachi et Eremítæ, oráte pro nobis.

    Sancta María Magdaléna, ora pro nobis.

    Sancta Agnes, ora pro nobis.

    Sancta Cæcília, ora pro nobis.

    Sancta Agatha, ora pro nobis.

    Sancta Anastásia, ora pro nobis.

    Omnes sanctæ Vírgines et Víduæ, oráte pro nobis.

    Omnes Sancti et Sanctæ Dei, intercédite pro nobis.

    Propítius esto, parce nobis, Dómine.

    Propítius esto, exáudi nos, Dómine.

    Ab omni malo, líbera nos, Dómine.

    Ab omni peccáto, líbera nos, Dómine.

    A morte perpétua, líbera nos, Dómine.

    Per mystérium sanctæ Incarnatiónis tuæ, líbera nos, Dómine.

    Per advéntum tuum, líbera nos, Dómine.

    Per nativitátem tuam, líbera nos, Dómine.

    Per baptísmum et sanctum jejúnium tuum, líbera nos, Dómine.

    Per crucem et passiónem tuam, líbera nos, Dómine.

    Per mortem et sepultúram tuam, líbera nos, Dómine.

    Per sanctam resurrectiónem tuam, líbera nos, Dómine.

    Per admirábilem ascensiónem tuam, líbera nos, Dómine.

    Per advéntum Spíritus Sancti Parácliti, líbera nos, Dómine.

    In die judícii, líbera nos, Dómine.

    Peccatóres, te rogámus, audi nos.

    Ut nobis parcas, te rogámus, audi nos.

    Ut Ecclésiam tuam sanctam régere et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.

    Ut domnum Apostólicum et omnes ecclesiásticos órdines in sancta religióne conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.

    Ut inimícos sanctæ Ecclésiæ humiliáre dignéris, te rogámus, audi nos.

    Ut régibus et princípibus christiánis pacem et veram concórdiam donáre dignéris, te rogámus, audi nos.

    Ut nosmetípsos in tuo sancto servítio confortáre et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.

    Ut ómnibus benefactoribus nostris sempitérna bona retríbuas, te rogámus, audi nos.

    Ut fructus terræ dare et conserváre dignéris, te rogámus, audi nos.

    Ut ómnibus fidélibus defúnctis réquiem ætérnam donáre dignéris, te rogámus, audi nos.

    Ut nos exaudíre dignéris, te rogámus, audi nos.

    Fili Dei, te rogámus, audi nos.

    Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, parce nobis, Dómine.

    Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, exáudi nos, Dómine.

    Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, miserére nobis.

    Christe, audi nos.

    Christe, exáudi nos.

    Kýrie, eléison.

    Christe, eléison.

    Kýrie, eléison.

    AD MISSAM:

    INTROITUS (QUOD DICITUR TANTUM IN MISSA SINE VIGILIA CELEBRATA)

    Dum sanctificátus fúero in vobis, congregábo vos de univérsis terris: et effúndam super vos aquam mundam, et mundabímini ab ómnibus inquinaméntis vestris: et dabo vobis spíritum novum, allelúja, allelúja. --- Benedícam Dóminum in omni témpore: semper laus ejus in ore meo. --- Gloria Patri --- Dum sanctificátus fúero in vobis, congregábo vos de univérsis terris: et effúndam super vos aquam mundam, et mundabímini ab ómnibus inquinaméntis vestris: et dabo vobis spíritum novum, allelúja, allelúja.

    COLLECTA

    Orémus. Præsta, quǽsumus, omnípotens Deus: ut claritatis tuæ super nos splendor effúlgeat; et lux tuæ lucis corda eórum, qui per grátiam tuam renáti sunt, Sancti Spíritus illustratióne confírmet. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte ejúsdem Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    EPISTOLA

    Léctio Actuum Apostolorum.

    Act 19:1-8

    In diébus illis: Factum est, cum Apóllo esset Corínthi, ut Paulus, peragrátis superióribus pártibus, veníret Ephesum et inveníret quosdam discípulos: dixítque ad eos: Si Spíritum Sanctum accepístis credéntes? At illi dixérunt ad eum: Sed neque, si Spíritus Sanctus est, audívimus. Ille vero ait: In quo ergo baptizáti estis? Qui dixérunt: In Joannis baptísmate. Dixit autem Paulus: Joánnes baptizávit baptísmo pœniténtiæ pópulum, dicens: In eum, qui ventúrus esset post ipsum, ut créderent, hoc est in Jesum. His audítis, baptizáti sunt in nómine Dómini Jesu. Et cum imposuísset illis manus Paulus, venit Spíritus Sanctus super eos, et loquebántur linguis, et prophetábant. Erant autem omnes viri fere duódecim. Introgréssus autem synagógam, cum fidúcia loquebátur per tres menses, dísputans et suádens de regno Dei.

    ALLELUIA

    Allelúja. Confitémini Dómino, quóniam bonus: quóniam in sǽculum misericordia ejus.

    TRACTUS

    Laudáte Dóminum, omnes gentes: et collaudáte eum, omnes pópuli. Quóniam confirmáta est super nos misericórdia ejus: et véritas Dómini manet in ætérnum.

    EVANGELIUM

    Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem

    Joann 14:15-21

    In illo témpore: Dixit Jesus discípulis suis: Si dilígitis me, mandáta mea serváte. Et ego rogábo Patrem, et alium Paráclitum dabit vobis, ut máneat vobíscum in ætérnum, Spíritum veritátis, quem mundus non potest accípere, quia non videt eum nec scit eum. Vos autem cognoscétis eum: quia apud vos manébit et in vobis erit. Non relínquam vos órphanos: véniam ad vos. Adhuc módicum: et mundus me jam non videt. Vos autem vidétis me, quia ego vivo, et vos vivétis, In illo die vos cognoscétis, quia ego sum in Patre meo, et vos in me, et ego in vobis. Qui habet mandáta mea et servat ea: ille est, qui díligit me. Qui autem díligit me, diligétur a Patre meo: et ego díligam eum, et manifestábo ei meípsum.

    OFFERTORIUM

    Orémus. Emítte Spíritum tuum, et creabúntur, et renovábis fáciem terræ: sit glória Dómini in sǽcula, allelúja.

    SECRETA

    Múnera, quǽsumus, Dómine, obláta sanctífica: et corda nostra Sancti Spíritus illustratióne emúnda. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte ejúsdem Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

    PRAEFATIO DE SPIRITU SANCTO

    Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: per Christum, Dóminum nostrum. Qui, ascéndens super omnes cælos sedénsque ad déxteram tuam, promíssum Spíritum Sanctum in fílios adoptiónis effúdit. Quaprópter profúsis gáudiis totus in orbe terrárum mundus exsúltat. Sed et supérnæ Virtútes atque angélicæ Potestátes hymnum glóriæ tuæ cóncinunt, sine fine dicéntes: (Sanctus).

    COMMUNICANTES A VIGILIA PENTECOSTES USQUE AD SEQUENS SABBATUM

    Communicántes, et diem sacratíssimum Pentecóstes celebrántes, quo Spíritus Sanctus Apóstolis innúmeris linguis appáruit: sed et memóriam venerántes, in primis gloriósæ semper Vírginis Maríæ, Genetrícis Dei et Dómini nostri Jesu Christi: sed et beatórum Apostolórum ac Mártyrum tuórum, Petri et Pauli, Andréæ, Jacóbi, Joánnis, Thomæ, Jacóbi, Philíppi, Bartholomǽi, Matthǽi, Simónis et Thaddǽi: Lini, Cleti, Cleméntis, Xysti, Cornélii, Cypriáni, Lauréntii, Chrysógoni, Joánnis et Pauli, Cosmæ et Damiáni: et ómnium Sanctórum tuórum; quorum méritis precibúsque concédas, ut in ómnibus protectiónis tuæ muniámur auxílio. Per eúndem Christum, Dóminum nostrum. Amen.

    HANC IGITUR A VIGILIA PENTECOSTES USQUE AD SEQUENS SABBATUM

    Hanc ígitur oblatiónem servitútis nostræ, sed et cunctæ famíliæ tuæ, quam tibi offérimus pro his quoque, quos regeneráre dignatus es ex aqua et Spíritu Sancto, tríbuens eis remissiónem omnium peccatórum, quǽsumus, Dómine, ut placátus accípias: diésque nostros in tua pace dispónas, atque ab ætérna damnatióne nos éripi, et in electórum tuórum júbeas grege numerári. Per Christum, Dóminum nostrum. Amen.

    COMMUNIO

    Ultimo festivitátis die dicébat Jesus: Qui in me credit, flúmina de ventre ejus fluent aquæ vivæ: hoc autem dixit de Spíritu, quem acceptúri erant credéntes in eum, allelúja, allelúja.

    POSTCOMMUNIO

    Orémus. Sancti Spíritus, Dómine, corda nostra mundet infúsio: et sui roris íntima aspersióne fecúndet. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte ejúsdem Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.


    Traduzione italiana

    ALLA VIGILIA:

    ALLE PROFEZIE

    PRIMA PROFEZIA

    Gen 22:1-19

    In quei giorni, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va' nel territorio di Moria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò». Abramo si alzò di buon mattino, sellò l'asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l'olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l'asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell'olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutt'e due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutt'e due insieme; così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l'altare, collocò la legna, legò il figlio Isacco e lo depose sull'altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l'angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L'angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. Abramo chiamò quel luogo: «Il Signore provvede», perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore provvede». Poi l'angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unico figlio, io ti benedirò con ogni benedizione e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Saranno benedette per la tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce». Poi Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.

    ORAZIONE

    Preghiamo. Dio, che nell’agire del tuo servo Abramo hai dato al genere umano un esempio di obbedienza: concedici di spezzare la malvagità della nostra volontà e di adempiere in ogni cosa i tuoi retti comandi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    SECONDA PROFEZIA

    Ex 14:24-31; 15:1

    In quei giorni,  alla veglia del mattino il Signore dalla colonna di fuoco e di nube gettò uno sguardo sul campo degli Egiziani e lo mise in rotta.  Frenò le ruote dei loro carri, così che a stento riuscivano a spingerle. Allora gli Egiziani dissero: «Fuggiamo di fronte a Israele, perché il Signore combatte per loro contro gli Egiziani!». Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano sul mare: le acque si riversino sugli Egiziani, sui loro carri e i loro cavalieri». Mosè stese la mano sul mare e il mare, sul far del mattino, tornò al suo livello consueto, mentre gli Egiziani, fuggendo, gli si dirigevano contro. Il Signore li travolse così in mezzo al mare.  Le acque ritornarono e sommersero i carri e i cavalieri di tutto l'esercito del faraone, che erano entrati nel mare dietro a Israele: non ne scampò neppure uno.  Invece gli Israeliti avevano camminato sull'asciutto in mezzo al mare, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra.  In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare;  Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l'Egitto e il popolo temette il Signore e credette in lui e nel suo servo Mosè. Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:

    TRATTO

    Cantiamo al Signore perché si è maestosamente glorificato; ha precipitato in mare cavallo e cavaliere. Il Signore è la mia forza, il mio protettore, la mia salvezza. Egli è il mio Dio e lo glorificherò; il Dio di mio padre e Lo esalterò. Il Signore debella le guerre: il suo nome è l'Onnipotente.

    ORAZIONE

    Preghiamo. O Dio, che i miracoli compiuti nei tempi antichi hai spiegato colla luce del Nuovo Testamento, in modo che il Mar Rosso fosse per noi figura del sacro fonte e la liberazione del popolo dalla schiavitù d'Egitto significasse la santificazione del popolo cristiano; fa' che tutte le genti, per merito di fede, conseguiscano il privilegio d'Israele, e siano rigenerate con la partecipazione del tuo Santo Spirito. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con il medesimo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    TERZA PROFEZIA

    Deut 31:22-30

    In quei giorni, Mosè scrisse quel giorno questo canto e lo insegnò agli Israeliti. Poi il Signore comunicò i suoi ordini a Giosuè, figlio di Nun, e gli disse: «Sii forte e fatti animo, poiché tu introdurrai gli Israeliti nel paese, che ho giurato di dar loro, e io sarò con te». Quando Mosè ebbe finito di scrivere su un libro tutte le parole di questa legge,  ordinò ai leviti che portavano l'arca dell'alleanza del Signore:  «Prendete questo libro della legge e mettetelo a fianco dell'arca dell'alleanza del Signore vostro Dio; vi rimanga come testimonio contro di te;  perché io conosco la tua ribellione e la durezza della tua cervice. Se fino ad oggi, mentre vivo ancora in mezzo a voi, siete stati ribelli contro il Signore, quanto più lo sarete dopo la mia morte! Radunate presso di me tutti gli anziani delle vostre tribù e i vostri scribi; io farò udire loro queste parole e prenderò a testimoni contro di loro il cielo e la terra.  So infatti che, dopo la mia morte, voi certo vi corromperete e vi allontanerete dalla via che vi ho detto di seguire; la sventura vi colpirà negli ultimi giorni, perché avrete fatto ciò che è male agli occhi del Signore, provocandolo a sdegno con l'opera delle vostre mani». Poi Mosè pronunziò innanzi a tutta l'assemblea d'Israele le parole di questo canto, fino al loro termine.

    TRATTO

    Udite, o cieli, quello che io dico, ascolti la terra le parole della mia bocca. Si aspetti come pioggia la mia dottrina, stilli come rugiada la mia parola. Come acquazzone su una pianura verdeggiante, come scroscio d’acqua su l’erba nascente; poiché il nome del Signore io proclamo. Rendete onore al nostro Dio! Le opere di Dio sono perfette, tutte le sue vie sono giuste. Dio è fedele e senza iniquità, giusto e santo è il Signore!

    ORAZIONE

    Preghiamo. Dio, gloria dei fedeli e vita dei giusti, che per mezzo di Mosè tuo servo ci hai ammaestrato mediante il canto del sacro carme: compi in tutte le genti l’opera della tua misericordia, elargendoci la felicità e allontanando il terrore, affinché ciò che era stato pronunziato come condanna si trasformi ora in rimedio per la vita eterna. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    QUARTA PROFEZIA

    Is 4:1-6

    Sette donne afferreranno un uomo solo, in quel giorno, e diranno: «Ci nutriremo del nostro pane e indosseremo le nostre vesti; soltanto, lasciaci portare il tuo nome. Toglici la nostra vergogna». In quel giorno, il germoglio del Signore crescerà in onore e gloria e il frutto della terra sarà a magnificenza e ornamento per gli scampati di Israele. Chi sarà rimasto in Sion e chi sarà superstite in Gerusalemme sarà chiamato santo, cioè quanti saranno iscritti per restare in vita in Gerusalemme. Quando il Signore avrà lavato le brutture delle figlie di Sion e avrà pulito l'interno di Gerusalemme dal sangue che vi è stato versato con lo spirito di giustizia e con lo spirito dello sterminio, allora verrà il Signore su ogni punto del monte Sion e su tutte le sue assemblee come una nube e come fumo di giorno, come bagliore di fuoco e fiamma di notte, perché sopra ogni cosa la gloria del Signore sarà come baldacchino. Una tenda fornirà ombra contro il caldo di giorno e rifugio e riparo contro i temporali e contro la pioggia.

    TRATTO

    Il mio diletto aveva una vigna in un colle fertile. La circondò di mura e di fossati; vi piantò la vigna di Sorec ed edificò in mezzo di essa una torre. E vi scavò uno strettoio, perché la vigna del Signore degli Eserciti è la casa d'Israele .

    ORAZIONE

    Preghiamo. Onnipotente e sempiterno Dio che per mezzo del tuo unico Figlio dimostrasti d’esser tu stesso il coltivatore della tua Chiesa; mentre di ogni tralcio che reca frutto nel medesimo tuo Cristo vera vite, tu ti prendi cura sollecita perché copiosamente fruttifichi, non permettere che le spine dei peccati ricoprano i tuoi fedeli che al pari d’un vigneto trasferisti dall’Egitto in grazia del fonte battesimale, affinché, santificati ed agguerriti dal tuo Spirito, rechino frutto copioso di buone opere. Per il medesimo nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con il medesimo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    QUINTA PROFEZIA

    Baruch 3:9-38

    Ascolta, Israele, i comandamenti della vita, porgi l'orecchio per intender la prudenza. Perché, Israele, perché ti trovi in terra nemica e invecchi in terra straniera? Perché ti contamini con i cadaveri e sei annoverato fra coloro che scendono negli inferi? Tu hai abbandonato la fonte della sapienza! Se tu avessi camminato nei sentieri di Dio, saresti vissuto sempre in pace. Impara dov'è la prudenza, dov'è la forza, dov'è l'intelligenza, per comprendere anche dov'è la longevità e la vita, dov'è la luce degli occhi e la pace. Ma chi ha scoperto la sua dimora, chi è penetrato nei suoi forzieri? Dove sono i capi delle nazioni, quelli che dominano le belve che sono sulla terra? Coloro che si divertono con gli uccelli del cielo, quelli che ammassano argento e oro, in cui confidano gli uomini, e non pongono fine ai loro possessi? Coloro che lavorano l'argento e lo cesellano senza rivelare il segreto dei loro lavori? Sono scomparsi, sono scesi negli inferi e altri hanno preso il loro posto. Nuove generazioni hanno visto la luce e sono venute ad abitare il paese, ma non hanno conosciuto la via della sapienza, non hanno appreso i suoi sentieri; neppure i loro figli l'hanno raggiunta, anzi, si sono allontanati dalla sua via. Non se n'è sentito parlare in Canaan, non si è vista in Teman. I figli di Agar, che cercano sapienza terrena, i mercanti di Merra e di Teman, i narratori di favole, i ricercatori dell'intelligenza non hanno conosciuto la via della sapienza, non si son ricordati dei suoi sentieri. Israele, quanto è grande la casa di Dio, quanto è vasto il luogo del suo dominio! È grande e non ha fine, è alto e non ha misura! Là nacquero i famosi giganti dei tempi antichi, alti di statura, esperti nella guerra; ma Dio non scelse costoro e non diede loro la via della sapienza: perirono perché non ebbero saggezza, perirono per la loro insipienza. Chi è salito al cielo per prenderla e farla scendere dalle nubi? Chi ha attraversato il mare e l'ha trovata e l'ha comprata a prezzo d'oro puro? Nessuno conosce la sua via, nessuno pensa al suo sentiero. Ma colui che sa tutto, la conosce e l'ha scrutata con l'intelligenza. È lui che nel volger dei tempi ha stabilito la terra e l'ha riempita d'animali;  lui che invia la luce ed essa va, che la richiama ed essa obbedisce con tremore. Le stelle brillano dalle loro vedette e gioiscono; egli le chiama e rispondono: «Eccoci!» e brillano di gioia per colui che le ha create. Egli è il nostro Dio e nessun altro può essergli paragonato. Egli ha scrutato tutta la via della sapienza e ne ha fatto dono a Giacobbe suo servo, a Israele suo diletto. Per questo è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini.

    ORAZIONE

    Preghiamo. 

    Dio che per bocca dei Profeti ci hai comandato di abbandonare le cose terrene e di tener dietro a quelle eterne: concedici di poter adempiere per divina ispirazione quanto sappiamo tu ci hai prescritto. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    SESTA PROFEZIA

    Ezech 37:1-14

    In quei giorni, la mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori in spirito e mi depose nella pianura che era piena di ossa; mi fece passare accanto ad esse da ogni parte. Vidi che erano in grandissima quantità nella distesa della valle e tutte inaridite. Mi disse: «Figlio dell'uomo, potranno queste ossa rivi vere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo sai». Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annuncia loro: Ossa inaridite, udite la parola del Signore. Così dice il Signore Dio a queste ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. Metterò su di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi stenderò la pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete. Saprete che io sono il Signore». Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che si accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. Guardai, ed ecco apparire sopra di esse i nervi; la carne cresceva e la pelle le ricopriva, ma non c'era spirito in loro. Egli aggiunse: «Profetizza allo spirito, profetizza, figlio dell'uomo, e annuncia allo spirito: Così dice il Signore Dio: Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché rivivano». Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, sterminato. Mi disse: «Figlio dell'uomo, queste ossa sono tutta la casa d'Israele. Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono inaridite, la nostra speranza è svanita, noi siamo perduti. Perciò profetizza e annuncia loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nella vostra terra. Saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore Onnipotente.

    ORAZIONE

    Preghiamo. Signore Dio degli eserciti, che risollevi ciò che è caduto e, risollevato, lo conservi: accresci il numero dei popoli da rigenerare nel tuo santo nome, affinché coloro che sono stati mondato per il sacro battesimo siano sempre diretti dalla tua ispirazione . Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    ALLA BENEDIZIONE DEL FONTE

    Come il cervo anela alle fonti d’acqua, così l’anima mia ti desidera, o Dio. L’anima mia ha sete del Dio vivente. Quando verrò e mi presenterò dinnanzi al tuo volto?  Le lacrime sono diventate mio cibo giorno e notte, mentre mi sento chiedere continuamente: dov'è il tuo Dio?

    V. Il Signore sia con voi.

    R. E col tuo spirito.

    Preghiamo. Fa’, Dio onnipotente, che, celebrando la solennità del dono dello Spirito Santo, siamo accesi dai desideri celesti e accoriamo sitibondi al fonte della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con il medesimo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    V. Il Signore sia con voi.

    R. E col tuo spirito.

    Preghiamo. Dio onnipotente ed eterno, sii presente a questi misteri della tua grande bontà, assisti a questi sacramenti e a ricreare i popoli novelli, che il fonte battesimale ti genera, manda lo Spirito di adozione; onde per opera della tua potenza si attui, quanto sì compie dal nostro umile ministero. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo. Amen.

    V. Il Signore sia con voi.

    R. E col tuo spirito.

    V. In alto i cuori.

    R. Li abbiamo al Signore.

    V. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.

    R. È buono e giusto.

    È veramente cosa degna e giusta, equa e salutare che noi sempre ed ovunque ti rendiamo grazie, o Signore santo, Padre onnipotente, eterno Iddio. Il Quale con invisibile potenza mirabilmente raggiungi l'effetto dei tuoi sacramenti. Benché ministri indegni di così grandi misteri, Tu non abbandoni quelli che sono oggetto della tua grazia e chini l'orecchio della tua bontà anche alle nostre preghiere. O Dio, il cui Spirito, al principio del mondo, aleggiava sulle acque, affinché fin da allora l'acqua naturale ricevesse la virtù di santificare le anime. O Dio, che astergendo i crimini di un mondo colpevole mediante l'acqua, indicasti una figura della redenzione nella stessa inondazione del diluvio; così che da un medesimo elemento misteriosamente si avesse e fine dei peccati e principio delle virtù! Riguarda, o Signore, alla tua Chiesa ed in essa moltiplica le tue rigenerazioni, Tu che con l'effluvio della tua grazia rallegri la tua santa città e in tutto il mondo apri le fonti del Battesimo per rinnovare le nazioni; affinché, al comando della i tua maestà, essa riceva la grazia del tuo unico Figlio dallo Spirito Santo.

    Il Quale Spirito Santo, col suo arcano influsso, renda feconda quest'acqua preparata per la rigenerazione degli uomini; affinché avuta la benedizione, sorga dal seno immacolato di questo fonte divino una progenie celeste, una creatura rinata a nuova vita; e la Grazia, come madre, generi tutti alla medesima infanzia, senza distinzione di età e di sesso. Lontano di qui pertanto e per tuo comando, o Signore, se ne vada ogni spirito immondo; si allontani ogni malizia di diabolico inganno. Qui non possa immischiarsi alcuna potenza nemica, né insidiosa raggirarsi, né insinuante nascondersi, né col contatto infettare.

    Sia questa creatura santa ed innocente, libera da ogni assalto nemico e purificata con l'allontanamento di ogni malizia. Sia fonte vivo, acqua rigeneratrice, onda purificatrice; affinché quanti saranno lavati in questo bagno salutare, ricevano, per opera dello Spirito Santo, la grazia di una perfetta purificazione.

    Perciò ti benedico, o creatura acqua, per il Dio vivente, per il Dio vero, per il Dio Santo; per quel Dio che, nel principio, con una parola, ti separò dalla terra; e il cui Spirito aleggiava su di te.

    Per quel Dio che ti fece scaturire dal mezzo del Paradiso e divisa in quattro fiumi ti comandò di irrigare tutta la terra; che nel deserto da amara ti rese soave e potabile, e poi dalla pietra ti fece scaturire per dissetare il popolo. Ti benedico anche per Gesù Cristo, Signor nostro, unico suo Figlio, che in Cana di Galilea, con segno mirabile ti convertì in vino. Che a piedi asciutti camminò su di te, e in te fu da Giovanni battezzato al Giordano, Per Gesù che, unitamente al sangue, ti fece uscire dal suo costato e comandò ai discepoli di battezzare in te i credenti, dicendo: «Andate, ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».

    Dio onnipotente, guarda propizio a quanto noi facciamo in obbedienza ai tuoi precetti; benigno invia il tuo Spirito.

    Tu stesso con la tua bocca benedici queste acque; affinché oltre la naturale efficacia di lavare i corpi, acquistino anche quella di purificare le anime.

    Discenda su tutta l'acqua di questo fonte la virtù dello Spirito Santo.

    E tutta quest'acqua renda capace di conferire la Rigenerazione.

    Siano qui cancellate tutte le macchie dei peccati: qui la natura creata a tua immagine e restituita alla dignità originale, sia mondata da tutte le sozzure del passato; affinché ogni uomo entrato in questo sacramento  di rigenerazione rinasca alla vera innocenza di una nuova infanzia.

    Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, che verrà a giudicare i vivi e i morti e il mondo col fuoco. Amen.

    Sia santificato e fecondato questo fonte con l'Olio della salute per donare la vita eterna a coloro che in esso saranno rigenerati. Amen.

    L'infusione del Crisma del Signor nostro Gesù Cristo e dello Spirito Santo consolatore, avvenga nel nome della santa Trinità.  Amen.

    La miscela del Crisma di santificazione e dell'olio di unzione e dell'acqua di battesimo, sia ugualmente fatta nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

    ALLE LITANIE

    Signore, pietà. (Ogni singola litania viene ripetuta due volte).

    Cristo, pietà.

    Signore, pietà.

    Cristo, ascoltaci.

    Cristo, esaudiscici.

    Padre celeste, Dio, abbi pietà di noi.

    Figlio, Redentore del mondo, Dio, abbi pietà di noi.

    Spirito Santo, Dio, abbi pietà di noi.

    Santa Trinità, unico Dio, abbi pietà di noi.

    Santa Maria, prega per noi.

    Santa Madre di Dio, prega per noi.

    Santa Vergine delle vergini, prega per noi.

    San Michele, prega per noi.

    Voi tutti, santi Angeli e Arcangeli, pregate per noi.

    Voi tutte, sante schiere degli Spiriti beati, pregate per noi.

    San Giovanni Battista, prega per noi.

    San Giuseppe, prega per noi.

    Voi tutti, santi Patriarchi e Profeti, prega per noi.

    San Pietro, prega per noi.

    San Paolo, prega per noi.

    Sant'Andrea, prega per noi.

    San Giovanni, prega per noi.

    Voi tutti, santi Apostoli ed Evangelisti, pregate per noi.

    Voi tutti, santi Discepoli del Signore, pregate per noi.

    Santo Stefano, prega per noi.

    San Lorenzo, prega per noi.

    San Vincenzo, prega per noi.

    Voi tutti, santi Martiri, pregate per noi.

    San Silvestro, prega per noi.

    San Gregorio, prega per noi.

    Sant'Ambrogio, prega per noi.

    Sant'Agostino, prega per noi.

    Voi tutti, santi Pontefici e Confessori, prega per noi.

    Voi tutti, santi Dottori, prega per noi.

    Sant'Antonio, prega per noi.

    San Benedetto, prega per noi.

    San Domenico, prega per noi.

    San Francesco, prega per noi.

    Voi tutti, santi Sacerdoti e Leviti, prega per noi.

    Voi tutti, santi Monaci ed Eremiti, prega per noi.

    Santa Maria Maddalena, prega per noi.

    Sant'Agnese, prega per noi.

    Santa Cecilia, prega per noi.

    Sant'Agata, prega per noi.

    Sant'Anastasia, prega per noi.

    Voi tutte, sante Vergini e Vedove, prega per noi.

    Voi tutti, Santi e Sante di Dio, intercedete per noi.

    Sii indulgente, perdonaci, o Signore.

    Sii indulgente, ascoltaci, o Signore.

    Da ogni male, liberaci, o Signore.

    Da ogni peccato, liberaci, o Signore.

    Dalla morte eterna, liberaci, o Signore.

    Per il mistero della tua santa incarnazione, liberaci, o Signore.

    Per la tua venuta, liberaci, o Signore.

    Per la tua nascita, liberaci, o Signore.

    Per il tuo battesimo e il tuo santo digiuno, liberaci, o Signore.

    Per la tua croce e la tua passione, liberaci, o Signore.

    Per la tua morte e la tua sepoltura, liberaci, o Signore.

    Per la tua santa risurrezione, liberaci, o Signore.

    Per la tua ammirabile ascensione, liberaci, o Signore.

    Per l'effusione dello Spirito Santo Paraclito, liberaci, o Signore.

    Nel giorno del giudizio, liberaci, o Signore.

    Noi peccatori, ti preghiamo, ascoltaci.

    Perché tu ci perdoni, ti preghiamo, ascoltaci.

    Perché tu ti degni di reggere e governare la tua santa Chiesa, ti preghiamo, ascoltaci.

    Perché tu ti degni di conservare il Papa e tutti gli ordini ecclesiastici nella santa religione, ti preghiamo, ascoltaci.

    Perché tu ti degni di umiliare i nemici della santa Chiesa, ti preghiamo, ascoltaci.

    Perché tu ti degni di confermare e conservare noi stessi nel tuo santo servizio, ti preghiamo, ascoltaci.

    Perché tu ti degni di retribuire i beni eterni a tutti i nostri benefattori, ti preghiamo, ascoltaci.

    Perché tu ti degni di darci e conservarci i frutti della terra, ti preghiamo, ascoltaci.

    Perché tu ti degni di donare l'eterno riposo a tutti i fedeli defunti, ti preghiamo, ascoltaci.

    Perché tu ti degni di esaudirci, ti preghiamo, ascoltaci.

    Figlio di Dio, ti preghiamo, ascoltaci.

    Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci Signore.

    Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, esaudiscici Signore.

    Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

    Cristo ascoltaci.

    Cristo esaudiscici.

    Signore, pietà. Signore, pietà.

    Cristo, pietà. Cristo, pietà.

    Signore, pietà. Signore, pietà.

    AD MISSAM:

    INTROITO (CHE SI DICE SOLO NELLA MESSA CELEBRATA SENZA VIGILIA)

    Quando avrò fatto conoscere tra voi la mia santità, vi radunerò da tutte le terre, e infonderò su di voi un'acqua monda, e sarete purificati da tutte le vostre macchie; vi darò uno spirito nuovo, alleluia, alleluia. --- Benedirò il Signore in ogni tempo e la sua lode sarà sempre sulla mia bocca. --- Gloria. --- Quando avrò fatto conoscere tra voi la mia santità, vi radunerò da tutte le terre, e infonderò su di voi un'acqua monda, e sarete purificati da tutte le vostre macchie; vi darò uno spirito nuovo, alleluia, alleluia.

    COLLETTA

    Preghiamo. Ti supplichiamo, o Dio onnipotente; fa' che il fulgore della tua gloria splenda su di noi e che i raggi della tua luce confermino, per l'opera dello Spirito Santo, i cuori dei fedeli, rinati mediante la tua grazia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con il medesimo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    EPISTOLA

    Lettura degli Atti degli Apostoli.

    Atti 19:1-8

    Or avvenne che mentre Apollo era a Corinto, Paolo, attraversate le provincie superiori, giunse ad Efeso e vi trovò alcuni discepoli, e disse loro: «Avete voi ricevuto lo Spirito Santo quando avete abbracciato la fede?». Ma quelli risposero: «Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia lo Spirito Santo». Ed egli a loro: «Con qual battesimo, adunque siete stati battezzati?» E quelli dissero: «Col battesimo di Giovanni». E Paolo: «Giovanni battezzò il popolo con battesimo di penitenza, dicendo che credessero in Colui che doveva venire, cioè Gesù». Udite tali cose, furono battezzati nel nome del Signore Gesù. E, avendo Paolo imposto loro le mani, sopra di essi venne lo Spirito Santo, e parlavano le lingue, e profetavano. Questi eran circa dodici uomini in tutto. Ed entrato nella sinagoga, parlava liberamente, disputando per tre mesi e rendendo ragione del regno di Dio.

    ALLELUIA

    Allelúia. Rendete grazie al Signore: il suo amore è per sempre.

    TRATTO

    Popoli tutti, lodate il Signore, esaltatelo, o genti! È forte il suo amore per noi, la verità del Signore è per sempre.

    VANGELO

    Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.

    Giov 14:15-21

    In quel tempo: Disse Gesù ai suoi discepoli: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti. E io pregherò il Padre e vi darà un altro Confortatore, affinché resti sempre con voi, lo Spirito di verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede, né lo conosce: voi però lo conoscerete, perché dimora in voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò a voi. Ancora un po', e il mondo più non mi vedrà; ma voi mi vedrete, perché io vivo, e voi pure vivrete. In quel giorno conoscerete che io sono nel Padre mio, e voi in me, e io in voi. Chi tiene presenti i miei comandamenti e li osserva, quello davvero mi ama; e chi ama me, sarà amato dal Padre mio, e io l'amerò e gli manifesterò me stesso».

    OFFERTORIO

    Preghiamo. Manda il tuo Spirito e le cose saranno create e rinnoverai la faccia della terra; al Signore sia gloria in eterno, alleluia.

    SECRETA

    Santifica, Signore, questa offerta, e purifica i nostri cuori con la luce dello Spirito Santo. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con il medesimo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

    PREFAZIO DELLO SPIRITO SANTO

    È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: per Cristo nostro Signore. Che, salito sopra tutti cieli e assiso alla tua destra effonde sui figli di adozione lo Spirito Santo promesso. Per la qual cosa, aperto il varco della gioia, tutto il mondo esulta. Cosí come le superne Virtú e le angeliche Potestà cantano l’inno della tua gloria, dicendo senza fine: (Sanctus).

    COMMUNICANTES DALLA VIGILIA DI PENTECOSTE AL SABATO SEGUENTE

    Uniti in una stessa comunione celebriamo il giorno santissimo della Pentecoste, nel quale lo Spirito Santo apparve agli apostoli in molte lingue di fuoco; e veneriamo anzitutto la memoria della gloriosa sempre Vergine Maria, Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo: e di quella dei tuoi beati Apostoli e Martiri: Pietro e Paolo, Andrea, Giacomo, Giovanni, Tommaso, Giacomo, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Simone e Taddeo, Lino, Cleto, Clemente, Sisto, Cornelio, Cipriano, Lorenzo, Crisógono, Giovanni e Paolo, Cosma e Damiano, e di tutti i tuoi Santi; per i meriti e per le preghiere dei quali concedi che in ogni cosa siamo assistiti dall'aiuto della tua protezione. Per il medesimo Cristo nostro Signore. Amen.

    HANC IGITUR DALLA VIGILIA DI PENTECOSTE AL SABATO SEGUENTE

    Ti preghiamo, dunque, o Signore, di accettare placato questa offerta di noi tuoi servi e di tutta la tua famiglia; che a Te rivolgiamo per coloro che Ti sei degnato di rigenerare con l’acqua e con lo Spirito Santo, concedendo loro la remissione di tutti i peccati; fa che i nostri giorni scorrano nella tua pace e che noi veniamo liberati dall’eterna dannazione e annoverati nel gregge dei tuoi eletti. Per Cristo nostro Signore. Amen.

    COMUNIONE

    L'ultimo giorno della festa Gesù diceva: «Chi crede in me, effonderà dal suo seno fiumi di acqua viva». Disse ciò dello Spirito Santo che dovevano ricevere quanti avrebbero creduto in Lui, alleluia, alleluia.

    POST-COMUNIONE

    Preghiamo. O Signore, lo Spirito Santo effuso nei nostri cuori li purifichi e li fecondi nell'intimo con la rugiada della sua grazia. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con il medesimo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.


    Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

    SABATO, VIGILIA DELLA PENTECOSTE

    l ‘attesa dello spirito santo

    Questo giorno viene già illuminato dalla luce splendente della solennità di domani. I fedeli si dispongono a celebrare degnamente questo mistero per mezzo del digiuno; ma, come nella vigilia di Pasqua, la messa dei Neofiti, che anticamente aveva luogo durante la notte, adesso viene anticipata, e fin da prima della metà del giorno, le lodi dello Spirito Santo, la cui effusione è così prossima, hanno risuonato in ogni Chiesa provvista del fonte battesimale. Verso sera, l’Officio dei primi Vespri apre l’augusta solennità. Da oggi, dunque, dalla Liturgia viene proclamato il regno del divino Spirito. Uniamoci quindi ai pensieri ed ai sentimenti degli ospiti del Cenacolo, la cui attesa è prossima ad essere esaudita.

    La Creazione.

    In tutta la serie dei misteri che abbiamo visto fino ad ora svolgersi durante il corso dell’Anno Liturgico, abbiamo spesso presentito l’azione della terza persona della SS. Trinità. La lettura dei Libri Santi, tanto dell’Antico che del Nuovo Testamento, hanno svegliato più d’una volta la nostra rispettosa attenzione su questo divino Spirito che sembrava circondarsi di mistero, come se il tempo della sua manifestazione non fosse ancora venuto. L’opera di Dio nelle creature procede per gradi, ma arriva infallibilmente nel momento destinato. L’agiografia nel racconto della creazione ci mostra lo Spirito Santo librarsi sulle acque e fecondarle silenziosamente, aspettando la loro separazione dalla terra che inondavano.

    La preparazione de Incarnazione.

    Se dunque il regno palese dello Spirito Santo sul mondo è stato differito fino allo stabilirsi dell’Uomo-Dio sul trono eterno, non crediamo che questo divino Spirito sia restato fino allora inattivo. Tutta la Sacra Scrittura, di cui abbiamo trovato tanti frammenti nella Liturgia, cosa è, se non l’opera nascosta di Colui che, come ci dice il Simbolo, « parlò per bocca dei Profeti »? (1) È Lui che ci dette il Verbo, Sapienza di Dio, per mezzo della Scrittura, come più tardi doveva darcelo nella carne dell’umanità. Egli non è restato ozioso, neppure per un momento, durante il corso dei secoli.

    Egli preparava il mondo al regno del Verbo incarnato, riavvicinando e confondendo le razze, producendo quell’attesa universale che si estendeva dai popoli più barbari alle nazioni più avanzate nella civiltà. Egli non aveva ancora svelato il suo nome alla terra; ma si librava con amore sull’umanità, come in principio aveva fatto sulle acque silenziose ed insensibili.

    L’Incarnazione.

    Aspettando la sua venuta, i profeti lo annunciavano negli stessi oracoli nei quali predicevano l’arrivo del Figlio di Dio. Il Signore diceva per mezzo della bocca di Gioele: « Effonderò il mio Spirito sopra tutti gli uomini » (2, 29). Ed altrove si annunciava così per mezzo di Ezechiele: « E verserò su di voi acqua pura e sarete purificati da tutte le vostre brutture e vi rimonderò da tutti i vostri idoli. E vi darò un cuore nuovo, e uno Spirito nuovo infonderò dentro di voi e strapperò dalle vostre fibbre il cuor di sasso e vi darò un cuore di carne. E infonderò in Voi il mio Spirito e farò sì che camminiate nei miei precetti e osserviate i miei statuti e li pratichiate » (36, 25-27). Ma prima della sua stessa manifestazione, lo Spirito Santo doveva direttamente intervenire per quella del Verbo Divino. Quando la Potenza creatrice fece sorgere dal nulla il corpo e l’anima della futura madre di Dio, fu Lui che preparò l’abitazione della somma Maestà, santificando Maria fin dal primo istante del suo concepimento, prendendo possesso di Lei, come di un tempio ove il Figlio di Dio si apprestava a discendere. Nel momento dell’annunciazione, l’Arcangelo dichiara alla Vergine che lo Spirito Santo scenderà in Lei e che la virtù dell’Altissimo la coprirà della sua ombra. Appena la Vergine ha pronunciato l’accettazione dell’eterno decreto, l’opera dello Spirito Santo ha prodotto in Lei il più ineffabile dei misteri: « E il Verbo si fece carne e abitò fra noi ».

    Su questo fiore uscito dal ramo emanato dal tronco di Jesse, su questa umanità divinamente prodotta in Maria, lo Spirito del Padre e del Figlio si riposa deliziosamente; Egli la colma dei suoi doni e la rende atta al suo fine glorioso ed eterno (Is. 9, 1-3).

    Egli che aveva dotato la madre di tanti tesori di grazia, per il Figlio sorpassa ancora in maniera incommensurabile la misura che sembrava essere la più vicina all’infinito. E tutte queste meraviglie, come sempre, le compie silenziosamente; poiché non è ancora giunta l’ora in cui dovrà risplendere la sua venuta. La terra non potrà che intravederlo nel giorno in cui, sul letto del Giordano, nelle acque del quale Gesù è disceso, egli stenderà le sue ali e verrà a posarsi sulla testa di quel Figlio amatissimo dal Padre. Giovanni penetra il mistero, come, prima di nascere, aveva sentito nel seno di Maria il frutto benedetto che abitava in Lei. Ma gli uomini non hanno visto che una colomba, e la colomba non ha rivelato i segreti dell’eternità.

    Il regno del Figlio di Dio si erge sulla sua base predestinata. Noi abbiamo visto in lui il nostro fratello, poiché ha preso questa carne, con le sue infermità; abbiamo in lui il nostro dottore, poiché egli é la Sapienza del Padre, e, con le sue lezioni, ci inizia a tutte le verità; abbiamo in lui il nostro medico, poiché egli guarisce tutti i nostri languori e tutte le nostre infermità; abbiamo in lui il nostro mediatore, poiché nella sua umanità santa riconduce al suo autore tutta l’opera creata; abbiamo in lui il nostro riparatore, e, nel suo sangue, il nostro riscatto, poiché il peccato dell’uomo aveva spezzato il vincolo tra Dio e noi, ed avevamo bisogno di un redentore divino; abbiamo in lui un capo che non arrossisce delle sue membra, per umili che esse siano, un re che tuttora noi vedemmo coronato per sempre, un Signore che il Signore ha fatto sedere alla sua destra (Sai. 109, 1).

    La Chiesa.

    Ma se egli ci governa di continuo, lo fa adesso dall’alto dei Cieli, fino al momento in cui apparirà di nuovo per piegare a terra la testa dei peccatori, quando la voce dell’Angelo griderà: « Il tempo non é più » (Ap. 10, 6). Nell’attesa, dovranno trascorrere numerosi secoli, e questi sono stati destinati all’impero dello Spirito Santo. Ma lo Spirito non ci poteva essere ancora dato, ci dice S. Giovanni, finché Gesù non fosse stato ancora glorificato (7, 39). Il mistero dell’Ascensione segna, dunque, il limite tra i due regni divini quaggiù: il regno visibile del Figlio di Dio e il regno visibile dello Spirito Santo. Per unirli e prepararne la successione, non sono più solamente profeti mortali a parlarne, ma é lo stesso Emmanuele che si fa araldo del prossimo regno dello Spirito, durante la sua vita sulla terra.

    Non abbiamo noi già inteso dire da Lui: «È meglio per voi che io me ne vada; poiché se non me ne vado, il Confortatore non verrà a voi »? (Gv. 16, 7). Il mondo ha dunque un gran bisogno di questo divino ospite, del quale il medesimo Figlio di Dio si é fatto Precursore. E affinché noi possiamo conoscere quale sia la Maestà di questo nuovo Signore che regnerà su noi. Gesù ci dichiara la gravità dei castighi che attireranno su di essi coloro che l’offenderanno. « Chi avrà parlato contro il Figlio dell’Uomo sarà perdonato; ma a chi avrà parlato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato, né in questo mondo, né nel secolo futuro» (Mt. 12, 32). Però questo Spirito non prenderà natura umana come fece il Figlio; non dovrà riscattare il mondo come lo riscattò il Figlio; ma verrà a portare un amore immenso che non si potrà disprezzare impunemente. È a Lui che Gesù affiderà la Chiesa, sua Sposa, durante i lunghi secoli che dovrà durare la sua vedovanza; a lui rimetterà l’opera sua, affinché la mantenga e la diriga in tutte le cose.

    Disposizioni per ricevere lo Spirito Santo.

    Noi dunque, chiamati a ricevere fra poche ore l’effusione di questo Spirito d’amore che viene a « rinnovare la faccia della terra » (Sai. 103, 30), prestiamo la nostra attenzione come la prestammo a Betlemme, nei momenti che precedettero la nascita dell’Emmanuele. Il Verbo e lo Spirito Santo sono uguali nella gloria e nella potenza, e la loro venuta sulla terra procede dal medesimo decreto eterno e pacifico della SS. Trinità, che ha deciso, con questa doppia visita, di « renderci partecipi della natura divina ». (II Piet. i, 4). Noi, figli del nulla, siamo chiamati a divenire, per opera del Verbo e dello Spirito, figli del Padre Celeste. Ora, se desideriamo sapere in quale modo deve prepararsi l’anima fedele all’arrivo del divino Paraclito, ritorniamo col pensiero al Cenacolo, dove abbiamo lasciato riuniti i Discepoli, perseveranti nella preghiera, secondo l’ordine del Maestro, aspettando che la Virtù dell’alto scenda sopra di essi e venga a ricoprirli come un’armatura per le battaglie che essi dovranno combattere.

    La Madonna nel Cenacolo.

    In quell’asilo di raccoglimento e di pace, il nostro sguardo rispettoso cerca prima di tutto Maria, madre di Gesù, capolavoro dello Spirito Santo, Chiesa del Dio vivente, dalla quale domani nascerà, come dal seno di una madre per mezzo dell’azione dello Spirito, la Chiesa militante che questa nuova Eva rappresenta e contiene ancora in se stessa. Non ha diritto, in tale momento, a tutti i nostri omaggi, la creatura incomparabile che abbiamo visto associata a tutti i misteri del Figlio di Dio, e che, tra poco, diverrà l’oggetto più degno della visita dello Spirito Santo? Noi ti salutiamo, o Maria piena di grazia, noi tutti che siamo ancor racchiusi in Te, e gustiamo l’allegrezza del tuo seno materno. Non è per noi che ha parlato la Chiesa nella Liturgia, quando essa commenta, glorificandoti, il cantico del tuo antenato Davide? (2) La tua umiltà vorrebbe invano sottrarsi agli onori che domani ti attendono. Creatura immacolata, tempio dello Spirito Santo, bisogna ora che questo Spirito ti sia comunicato in una maniera nuova; poiché una nuova opera t’attende e la terra deve ancora possederti.

    Gli Apostoli.

    Intorno a Maria è riunito il collegio Apostolico, che contempla, rapito, colei le cui auguste fattezze gli ricordano il Signore assente. Nei giorni precedenti, un avvenimento grave ha avuto luogo nel Cenacolo, sotto gli occhi della Madre di Dio e degli uomini. Come aveva fatto per fondare il popolo d’Israele, per il quale Dio aveva scelto i dodici figli di Giacobbe come altrettante basi di questo popolo privilegiato, così Gesù aveva eletto dodici uomini nel seno di questo medesimo popolo, per essere le basi dell’edificio della Chiesa Cristiana di cui egli è, e Pietro con Lui ed in Lui, la pietra angolare. La colpa di Giuda aveva ridotto a undici questi eletti divinamente prescelti; il numero sacro non esisteva più, e lo Spirito Santo stava per discendere sul coDegio degli Apostoli. Prima di ascendere al Cielo, Gesù non aveva creduto opportuno di fare, egli stesso, la scelta del successore del discepolo traditore; ma bisognava che il numero sacro fosse completato prima dell’effusione della Virtù dell’alto. La chiesa non doveva invidiare niente alla sinagoga. Chi dunque poteva rimpiazzare la mansione del Figlio di Dio nel designare un Apostolo? Un tale diritto non poteva appartenere che a Pietro, ci dice S. Giovanni Crisostomo; ma nella sua modestia declinò quell’onore, non volendo rammentarsi che dell’umiltà (3). In seguito ad un discorso di Pietro, si avvenne all’elezione, e Mattia, unito agli altri Apostoli, completò quel numero misterioso, e attese, con essi, la promessa discesa del Consolatore.

    I Discepoli.

    Nel Cenacolo, e sotto gli occhi di Maria, sono riuniti anche i Discepoli che, pur non avendo avuto l’onore di essere eletti Apostoli, sono però stati testimoni delle opere dei misteri dell’Uomo-Dio: scelti e riservati per la predicazione della buona novella. Finalmente Maddalena e le altre pie donne attendono nel raccoglimento, come ha loro prescritto il Maestro, quella visita dall’alto, di cui esse ben presto conosceranno la potenza. Rendiamo i nostri omaggi a questa santa assemblea, ai centoventi Discepoli che ci sono stati dati per modello nell’attuale grande circostanza; poiché lo Spirito divino dovrà scendere prima in loro: essi sono le primizie. Più tardi scen derà anche sopra di noi, ed è per prepararci alla sua venuta, che la santa Chiesa oggi c’impone il digiuno.

    La Liturgia di questo giorno.


    Anticamente, questo giorno rassomigliava a quello della vigilia di Pasqua. Verso sera i fedeli si recavano in Chiesa per prendere parte alla solennità dell’amministrazione del Battesimo. Nella notte che seguiva, il sacramento della rigenerazione veniva conferito ai catecumeni che l’assenza o qualche malattia avevano impedito di unirsi agli altri nella notte di Pasqua. Quelli che non erano stati giudicati sufficientemente provati, o la cui istruzione non era sembrata abbastanza completa, avendo ormai soddisfatto alle giuste esigenze della Chiesa, contribuivano pure a formare il gruppo degli aspiranti alla novella nascita, che si attinge al sacro fonte. Invece delle dodici profezie che si ripetevano nella notte di Pasqua, mentre i Sacerdoti compivano sui catecumeni i riti preparatori del Battesimo, non se . ne leggevano ordinariamente che sei; ciò che porta a concludere che il numero dei battezzati nella notte della Pentecoste era meno considerevole.

    Il Cero Pasquale riappariva durante questa notte di grazia, per inculcare alle nuove reclute fatte dalla Chiesa, il rispetto e l’amore verso il Figlio di Dio, che si è fatto uomo per essere « la luce del mondo » (Gv. 8, 12). Tutti i riti di cui noi abbiamo dato i dettagli ed abbiamo spiegato il Sabato Santo, si compivano anche in questa nuova occasione, in cui riappariva la fecondità della Chiesa; ed il Santo Sacrificio, al quale prendevano parte i neofiti, cominciava poco prima del levar del giorno.

    In seguito, essendo per legge divenuto obbligatorio l’uso di conferire il Battesimo ai bambini subito dopo la loro nascita, la Messa battesimale è stata anticipata al mattino del sabato, vigilia della Pentecoste, come pure è stabilito nella vigilia di Pasqua. Prima della celebrazione del Sacrificio si leggono le sei profezie di cui abbiamo parlato poco fa; dopo di che, ha luogo la solenne benedizione dell’acqua battesimale. Il Cero Pasquale torna ad essere presente a questa funzione, alla quale troppo spesso i fedeli mancano di assistere.

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