Festa di San Gregorio VII Papa e Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco. Commemorazione della Vigilia dell'Ascensione a Mattutino, Lodi e Messa, commemorazione di Sant'Urbano I Papa e Martire a Lodi e Messa, commemorazione del Mercoledì delle Rogazioni alla sola Messa.
Coloro che sono tenuti al Breviario e non assistono alla Messa delle Litanie Minori con la Processione, devono recitare le Litanie dei Santi (senza Salmi Penitenziali) al termine delle Lodi, che in tal caso si concludono col Benedicamus Domino omesso Fidelium animae.
Oggi ricorrono tre Messe:
- La Messa di San Gregorio VII si canta dopo Terza; colore liturgico bianco. Laddove non si fa Processione e non si celebrano Messe private, questa è l'unica Messa, anche se lodevolmente si possono recitare o cantare prima le Litanie.
- La Messa della Vigilia dell'Ascensione si canta dopo Sesta; colore liturgico bianco. Se non è la seconda Messa Conventuale si celebra come Messa privata.
- La Messa Exaudivit delle Litanie Minori (che nel Messale si trova dopo la V Domenica dopo Pasqua) si celebra solo laddove si fa la Processione, anche se fosse l'unica Messa (a causa della Vigilia oggi non la si può celebrare come Messa privata). In coro si canta dopo Nona. Colore liturgico violaceo. Da notare che il rito della Processione non si trova nel Messale ma nel Rituale.
Primi Vespri dell'Ascensione del Signore, Doppio di I Classe con Ottava Privilegiata di III Ordine, colore liturgico bianco.
Nota: quest'anno di San Filippo Neri e Sant'Eleuterio non si fa nulla.
Qui per le peculiarità del Tempo Pasquale:
Al Breviario
All'Ufficio di San Gregorio VII:
Antifone e Salmi dal Salterio (3 Notturni a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dal Comune di un Confessore Pontefice. Letture del I Notturno dal detto Comune, Letture del II Notturno, Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi al 25 Maggio, prime due Letture del III Notturno dal Comune dei Sommi Pontefici, come IX Lezione si dice la I della Vigilia dal Proprio del Tempo (nella recita privata dell'Ufficio la IX Lezione del Comune si può accorpare all'VIII e al suo posto si possono dire le tre della Vigilia riunite).
La prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino termina con <<meruit beatas scandere sedes>>. Le Antifone si raddoppiano, la Commemorazione della Croce e le Preci si omettono.
All'Ufficio dell'Ascensione:
Ai Vespri tutto dal Proprio del Tempo con i Salmi indicati. Compieta della Domenica.
Le Antifone si raddoppiano. Da questo momento cambia la conclusione degli Inni che è quella dell'Ascensione <<Jesu tibi sit gloria qui victor in caelum redis>>; la Commemorazione della Croce è definitivamente sospesa, le Preci saranno riprese solo nel Tempo dopo Pentecoste.
Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):
Festa di San Gregorio VII Papa e Confessore, Doppio minore, colore liturgico bianco. Commemorazione della Vigilia dell'Ascensione a Mattutino e Lodi, commemorazione di Sant'Urbano I Papa e Martire a Lodi. Le Rogazioni non si commemorano ma detto il Benedicamus Domino delle Lodi ed omesso Fidelium animae si recitano le Litanie dei Santi; esse non possono essere anticipate al giorno precedente nemmeno se si anticipano le Lodi; allora si recitano a parte.
Primi Vespri dell'Ascensione del Signore, Doppio di I Classe con Ottava, colore liturgico bianco.
Nota: quest'anno di San Filippo Neri e Sant'Eleuterio non si fa nulla.
All'Ufficio di San Gregorio VII:
Tutto dal Comune di un Confessore Pontefice con i Salmi indicati a Mattutino e Vespri, e quelli domenicali a Lodi (a Prima come nelle Feste). Letture del I e prime due Letture del III Notturno dal Comune, Letture del II Notturno Orazione e commemorazione dal Proprio dei Santi al 25 Maggio, come IX Lezione si dice la I della Vigilia dal Proprio del Tempo (oppure, indifferentemente, la IX Lezione del Comune si può accorpare all'VIII e al suo posto si possono dire le tre della Vigilia riunite).
La conclusione della prima strofa dell'Inno Iste Confessor a Mattutino è <<meruit beatas scandere sedes>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<hodie laetus meruit secreta scandere coeli>>. Le Antifone si raddoppiano, la Commemorazione della Croce e le Preci si omettono.
All'Ufficio dell'Ascensione:
Ai Vespri tutto dal Proprio del Tempo con i Salmi indicati.
Le Antifone si raddoppiano. Da questo momento cambia la conclusione degli Inni che è quella dell'Ascensione <<Jesu tibi sit gloria qui victor in caelum redis cum Patre et almo Spiritu in sempiterna saecula>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<Gloria tibi Domine qui scandis super sidera cum Patre et Sancto Spiritu in sempiterna saecula>>. La Commemorazione della Croce è definitivamente sospesa, le Preci saranno riprese solo nel Tempo dopo Pentecoste.
Liturgia del giorno nel Rito Ambrosiano a cura di Stefano Terenghi
San Dionigi Vescovo milanese e Confessore (riposa nel Tempio Metropolitano), Santo Solenne, colore liturgico bianco.
Nello stesso giorno: Vigilia dell’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Al Martirologio: sul Monte Oliveto ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo.
Nelle messe commemorazione della Vigilia dell’Ascensione.
Primi Vespri della Solennità dell’Ascensione di NSGC (c.l. Bianco).
Nota: nel Tempio Metropolitano, nelle Collegiate (e nelle Parrocchie, ove possibile) si celebrano due messe: una del Santo dopo terza (ore 09.00) e l’altra della Vigilia dopo nona (ore 15.00) con colore liturgico bianco.
Al Messale
1) Per chi celebra la Messa di San Gregorio VII:
Messa Si diligis dal Comune dei Sommi Pontefici con le Orazioni al 25 Maggio:
- Gloria in excelsis
- Si dicono quattro Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda della Vigilia dell'Ascensione
- La terza delle Rogazioni
- La quarta di Sant'Urbano I
- Prefazio degli Apostoli
- Ite Missa est
- Come ultimo Vangelo si dice quello della Messa della Vigilia
2) Per chi celebra la Messa della Vigilia dell'Ascensione:
- Gloria in excelsis
- Si dicono quattro Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda di San Gregorio VII
- La terza della Messa Exaudivit delle Litanie Minori
- La quarta di Sant'Urbano I
- Prefazio degli Apostoli a causa della commemorazione
- Ite Missa est
- Prologo di San Giovanni
3) Per chi celebra la Messa delle Litanie Minori:
Il Sacerdote indossa cotta, amitto, alba, cingolo, stola e piviale violacei; se vi sono Diacono e Suddiacono mettono dalmatica e tunicella violacee; se vi sono Chierici o chierichetti, fanno da accoliti e da crocifero. Dopo una breve preghiera il coro, o in sua assenza lo stesso celebrante, canta l'Antifona Exurge Domine e una volta tutti genuflessi comincia le Litanie dei Santi. Solo in questa cerimonia le Litanie si raddoppiano, nella recita privata non occorre farlo. Dopo aver ripetuto Sancta Maria ora pro nobis tutti si alzano e si comincia a formare la Processione. Se questa fosse particolarmente lunga, si possono ripetere le Litanie a partire da Sancta Maria, o si possono aggiungere i Salmi Graduali e Penitenziali, ma non Inni di genere festivo; le Orazioni con cui terminano le Litanie non possono essere dette mentre si cammina. Inoltre è consuetudine delle chiese di campagna fare, durante questa Processione e quelle delle Rogazioni, la Benedizione dei campi o dei monti o dei pascoli. Se si fa stazione presso una o più chiese, si interrompono le Litanie o i Salmi, la Processione viene ricevuta dal Clero locale, ci si inginocchia in silenzio (il celebrante, diacono e suddiacono sui gradini dell'Altare), dopodiché il coro o se non ve n'è il celebrante intona un'Antifona o Responsorio in onore del Titolare della chiesa, coi Versetti e l'Orazione A Cunctis; poi la Processione riprende. Nella chiesa in cui essa termina, la Processione viene ricevuta dal Clero, allorché il rettore o Parroco, in cotta ma senza stola, asperge quelli che entrano e consegna l'aspersorio al celebrante che lo tocca e si segna. Gli accoliti posano i ceri e il crocifero la croce, tutti si inginocchiano e si terminano le Litanie col Pater, il Salmo 69, i Versetti e le Orazioni, in seguito si celebra la Messa. Altrimenti, se si deve tornare alla Chiesa di partenza, questa stazione si fa come le altre, aggiungendo un'Antifona, Versetto e Orazione alla Santa Vergine prima di quelle del Titolare, e la conclusione delle Litanie si fa appena tornati alla chiesa da cui si è partiti.
Se Messa non è l'unica che si celebra, non si tiene conto dell'Ufficio del giorno. Se nelle chiese Cattedrali o Conventuali è l'unica Messa Conventuale, o se nelle altre chiese è comunque l'unica Messa, si commemora l'Ufficio del giorno. Il cero pasquale non viene acceso.
- Non si dicono Gloria né Credo
- Si dicono quattro Orazioni:
- La prima della Messa
- La seconda:
- Se questa Messa è l'unica che viene celebrata: commemorazione di San Gregorio VII
- Se si celebrano altre Messe: Orazione di S. Maria: Concede
- La terza:
- Se è l'unica Messa: commemorazione della Vigilia dell'Ascensione
- Se si celebrano altre Messe: Contro i persecutori della Chiesa: Ecclesiae tuae; oppure Per il Papa: Deus omnium Fidelium.
- Se questa è l'unica Messa da celebrarsi, si aggiunge la commemorazione di Sant'Urbano I
- Quanto al Prefazio:
- Se questa è l'unica Messa da celebrarsi si dice il Prefazio degli Apostoli a causa della commemorazione
- Se si celebrano altre Messe si dice il Prefazio Pasquale (In hoc potissimum die)
- Benedicamus Domino
- Ultimo Vangelo:
- Se è l'Unica Messa: Vangelo della Messa della Vigilia dell'Ascensione
- Se si celebrano altre Messe: Prologo di San Giovanni
Bibliografia per la celebrazione della Processione e Messa delle Litanie Minori:
- Rubriche della Messa Conventuale delle Rogazioni: L. Stercky, Manuel de liturgie et cérémonial selon le Rit Romain, Paris, Lecoffre 1935, Tomo I, pag. 399-401.
- Cerimonie della Processione e della Messa celebrate a norma del Missale Romanum e del Rituale Romanum: L. Stercky, Manuel de liturgie et cérémonial selon le Rit Romain, Paris, Lecoffre 1935, Tomo II, pag. 350-359.
- Cerimonie della Processione e della Messa celebrate pontificalmente, a norma del Caeremoniale Episcoporum: L. Stercky, Les Fonctions Pontificales selon le Rit Romain, Paris Lecoffre 1932, Tomo II, pag. 249-256.
Letture del Mattutino
AD I NOCTURNUM
Lectio 1
De Epístola prima beáti Pauli Apóstoli ad Timótheum
1 Tim 3:1-7
Fidélis sermo: si quis episcopátum desíderat, bonum opus desíderat. Opórtet ergo epíscopum irreprehensíbilem esse, uníus uxóris virum, sóbrium, prudéntem, ornátum, pudícum, hospitálem, doctórem, non vinoléntum, non percussórem, sed modéstum; non litigiósum, non cúpidum, sed suæ dómui bene præpósitum, fílios habéntem súbditos cum omni castitáte. Si quis autem dómui suæ præésse nescit, quómodo Ecclésiæ Dei diligéntiam habébit? Non neóphytum, ne in supérbiam elátus, in judícium íncidat diáboli. Opórtet autem illum et testimónium habére bonum ab iis qui foris sunt, ut non in oppróbrium íncidat, et in láqueum diáboli.
Lectio 2
De Epístola ad Titum
Titus 1:7-11
Opórtet enim epíscopum sine crímine esse, sicut Dei dispensatórem: non supérbum, non iracúndum, non vinoléntum, non percussórem, non turpis lucri cúpidum: sed hospitálem, benígnum, sóbrium, justum, sanctum, continéntem, amplecténtem eum, qui secúndum doctrínam est, fidélem sermónem: ut potens sit exhortári in doctrína sana, et eos qui contradícunt, argúere. Sunt enim multi étiam inobediéntes, vaníloqui, et seductóres: máxime qui de circumcisióne sunt: quos opórtet redárgui: qui univérsas domos subvértunt, docéntes quæ non opórtet, turpis lucri grátia.
Lectio 3, Titus 2:1-8
Tu autem lóquere quæ decent sanam doctrínam: senes ut sóbrii sint, pudíci, prudéntes, sani in fide, in dilectióne, in patiéntia: anus simíliter in hábitu sancto, non criminatríces, non multo vino serviéntes, bene docéntes: ut prudéntiam dóceant adolescéntulas, ut viros suos ament, fílios suos díligant, prudéntes, castas, sóbrias, domus curam habéntes, benígnas, súbditas viris suis, ut non blasphemétur verbum Dei. Iúvenes simíliter hortáre ut sóbrii sint. In ómnibus teípsum præbe exémplum bonórum óperum, in doctrína, in integritáte, in gravitáte, verbum sanum, irreprehensíbile: ut is qui ex advérso est, vereátur, nihil habens malum dícere de nobis.
AD II NOCTURNUM
Lectio 4
Gregórius Papa septimus, antea Hildebrandus, Suánæ in Etruria natus, doctrina, sanctitáte, omnique virtútum genere cum primis nobilis, mirifice universam Dei illustrávit Ecclésiam. Cum párvulus ad fabri ligna edolántis pedes, jam litterárum ínscius, lúderet, ex rejectis tamen segmentis illa Davidici eleménta oraculi, Dominábitur a mari usque ad mare, casu formasse narrátur: manum púeri ductante Númine, quo significarétur ejus fore amplíssimam in mundo auctoritátem. Romam deínde profectus, sub protectióne sancti Petri educátus est. Juvenis, Ecclésiæ libertátem a laicis oppressam ac depravatos ecclesiasticórum mores vehementius dolens, in Cluniacénsi monasterio, ubi sub regula sancti Benedicti austerioris vitæ observántia eo témpore maxime vigebat, monachi habitum induens, tanto pietátis ardore divinæ majestáti deserviébat, ut a sanctis ejusdem cœnobii pátribus prior sit eléctus. Sed, divina providéntia majora de eo disponente, in salútem plurimórum Cluníaco edúctus Hildebrandus, abbas primum monasterii sancti Pauli extra muros Urbis eléctus, ac postmodum Romanæ Ecclésiæ cardinalis creatus, sub Summis Pontificibus Leone nono, Victore secundo, Stephano nono, Nicolao secundo et Alexandro secundo, præcipuis munéribus et legatiónibus perfunctus est ; sanctíssimi et puríssimi consílii vir a beato Petro Damiáno nuncupatus. A Victore Papa secundo legátus a látere in Gálliam missus, Lugduni episcopum, simoníaca labe infectum, ad sui críminis confessiónem miraculo adegit. Berengárium in concílio Turonénsi ad iteratam hæresis abjuratiónem cómpulit. Cadalói quoque schisma sua virtúte compressit.
Lectio 5
Mortuo Alexandro secundo, invitus et mærens, unánimi ómnium consénsu, décimo Kalendas Maji anno Christi millesimo septuagesimo tertio, Summus Pontifex eléctus, sicut sol effulsit in domo Dei. Nam, potens opere et sermóne, ecclesiásticæ disciplinæ reparandæ, fidei propagandæ, libertáti Ecclésiæ restítuendæ, exstirpandis erróribus et corruptélis tanto studio incúbuit, ut ex Apostolórum ætate nullus Pontificum fuísse tradátur, qui majores pro Ecclésia Dei labóres molestiasque pertulerit, aut qui pro ejus libertáte acrius pugnaverit. Aliquot provincias a simoníaca labe expurgávit. Contra Henrici imperatóris ímpios conatus, fortis per ómnia athleta, impávidus permansit, seque pro muro dómui Israël pónere non tímuit ; ac eumdem Henricum, in profúndum malórum prolapsum, fidelium communióne regnosque privávit, atque súbditos pópulos fide ei data liberávit.
Lectio 6
Dum Missárum solemnia perágeret, visa est viris piis columba e cælo delapsa, humero ejus dextro ínsidens, alis exténsis caput ejus velare quo significátum est, Spíritus Sancti afflatu, non humanæ prudéntiæ ratiónibus ipsum duci in Ecclésiæ regímine. Cum ab iníqui Henrici exercitu Romæ gravi obsidióne premerétur, excitátum ab hostibus incendium signo crucis exstinxit. De ejus manu tandem a Roberto Guiscardo duce Northmanno ereptus, Cassinum se cóntulit ; atque inde Salernum ad dedicandam ecclésiam sancti Matthæi Apóstoli contendit. Cum aliquándo in ea civitáte sermónem habuísset ad pópulum, ærumnis confectus in morbum íncidit, quo se interitúrum præscívit. Postrema moriéntis Gregórii verba fuére: Diléxi justítiam et odívi iniquitátem, proptérea morior in exsílio. Innumerabília sunt, quæ vel fortiter sustinuit, vel multis coactis in Urbe Synodis sapiénter constítuit ; vir vere sanctus, criminum vindex, et acerrimus Ecclésiæ defensor. Exactis ítaque in pontificatu annis duodecim, migrávit in cælum anno salútis millesimo octogesimo quinto, plúribus in vita et post mortem miraculis clarus ; ejusque sacrum corpus in cathedrali basilica Salernitana est honorifice cónditum.
AD III NOCTURNUM
Lectio 7
Léctio sancti Evangélii secúndum Matthǽum
Matt 16:13-19
In illo témpore: Venit Jesus in partes Cæsareæ Philippi, et interrogabat discipulos suos, dicens: Quem dicunt homines esse Filium hominis? Et réliqua.
Homilía sancti Leónis Papæ
Sermo 2 in anniversario assumptionis suæ, ante medium
Cum, sicut evangélica lectióne reserátum est, interrogásset Dóminus discípulos, quem ipsum (multis divérsa opinántibus) créderent; respondissétque beátus Petrus, dicens: Tu es Christus Fílius Dei vivi; Dóminus ait: Beátus es, Simon Bar-Jona, quia caro et sanguis non revelávit tibi, sed Pater meus, qui in cælis est: et ego dico tibi, quia tu es Petrus, et super hanc petram ædificábo Ecclésiam meam, et portæ ínferi non prævalébunt advérsus eam. Et tibi dabo claves regni cælórum: et quodcúmque ligáveris super terram, erit ligátum et in cælis: et quodcúmque solveris super terram, erit solútum et in cælis. Manet ergo disposítio veritátis, et beátus Petrus, in accepta fortitúdine petræ persevérans, suscépta Ecclésiæ gubernácula non relíquit.
Lectio 8
In univérsa namque Ecclésia, Tu es Christus Fílius Dei vivi, quotídie Petrus dicit; et omnis lingua, quæ confitétur Dóminum, magistério hujus vocis imbúitur. Hæc fides diábolum vincit et captivórum ejus víncula dissólvit. Hæc érutos mundo, ínserit cælo, et portæ ínferi advérsus eam prævalére non possunt. Tanta enim divínituis soliditáte muníta est, ut eam neque hærética umquam corrúmpere právitas, nec pagána potúerit superáre perfidia. His ítaque modis, dilectíssimi, rationábili obséquio celebrétur hodiérna festívitas: ut in persóna humilitátis meæ ille intelligátur, ille honorétur, in quo et ómnium pastórum sollicitúdo, cum commendatárum sibi óvium custódia persevérat, et cujus étiam dígnitas in indígno heréde non déficit.
Lectio 9
Commemoratio Vigiliae Ascensionis
Léctio sancti Evangélii secúndum Joánnem
Joann 17:1-11
In illo témpore: Sublevátis Jesus óculis in cælum, dixit: Pater, venit hora, clarífica Fílium tuum. Et réliqua.
Homilía sancti Augustíni Epíscopi
Tractatus 104 in Joannem, sub medium
Póterat Dóminus noster, unigénitus et coætérnus Patri, in forma servi, et ex forma servi, si hoc opus esset, oráre siléntio: sed ita se Patri exhibére vóluit precatórem, ut meminísset nostrum se esse doctórem. Proínde eam, quam fecit oratiónem pro nobis, notam fecit et nobis: quóniam tanti magístri non solum ad ipsos sermocinátio, sed étiam pro ipsis ad Patrem orátio, discipulórum est ædificátio: et si illórum, qui hæc dicta áderant auditúri, profécto et nostra, qui fuerámus conscrípta lectúri.
Traduzione italiana delle Letture del Mattutino
I NOTTURNO
Lettura 1
Dalla prima lettera di s. Paolo apostolo a Timoteo
1 Tim 3:1-7
Dottrina garantita è questa: se qualcuno aspira all'episcopato, aspira ad una nobile funzione. Ebbene, è necessario che il vescovo sia irreprensibile, marito di una sola donna, sobrio, assennato, distinto, virtuoso, cordiale verso gli estranei, capace d'insegnare; non dedito al vino, non violento ma indulgente, conciliativo, disinteressato; sappia governare bene la propria casa e tenere sottomessi i figli con pieno decoro; poiché se uno non sa governare la propria casa, come potrà avere cura della Chiesa di Dio?; non sia un convertito di recente, affinché, gonfio d'orgoglio, non incorra nella stessa condanna del diavolo. Inoltre, deve godere la stima di quelli di fuori, in modo da non cadere in discredito e nella rete del diavolo.
Lettura 2
Dalla lettera a Tito
Tito 1:7-11
Infatti è necessario che il vescovo sia incensurabile, poiché egli governa la casa di Dio, e non sia altezzoso, né irascibile, né dedito al vino, né violento, né avido di loschi guadagni, ma cordiale verso gli estranei, amante del bene, equilibrato, giusto, pio, padrone di sé, saldamente abbracciato alla verace dottrina, quale fu insegnata, in modo che sia in grado con quell'insegnamento salutare di rivolgere esortazioni e di confutare gli avversari. Di fatto, vi sono molti insubordinati, ciarlatani e ingannatori, provenienti in massima parte dalla circoncisione, ai quali bisogna chiudere la bocca, poiché essi sono capaci di sconvolgere intere famiglie spacciando insegnamenti vietati, per losco guadagno.
Lettura 3, Tito 2:1-8
Tu invece devi predicare quello che è in accordo con il salutare insegnamento: che i vecchi siano sobri, dignitosi, assennati, robusti nella fede, nella carità, nella pazienza. Altrettanto, che le donne anziane abbiano un contegno santamente decoroso, non siano maldicenti né, schiave del vino; siano maestre di bontà, affinché istruiscano le giovani spose ad amare i mariti e i figli, Ad essere assennate, caste, laboriose in famiglia, buone, sottomesse ai loro mariti, in modo che la parola di Dio non sia oltraggiata. Ugualmente esorta i giovani perché siano temperanti in tutto. Presenta te stesso quale modello di opere buone, insegnando con incorruttibilità, nobiltà, esposizione sana, incensurabile, in modo che chi sta all'opposizione si vergogni, non avendo nulla di male da dire sul conto nostro.
II NOTTURNO
Lettura 4
Papa Gregorio VII, prima Ildebrando, nato a Soana in Toscana, grande innanzitutto per dottrina, santità e ogni altro genere di virtù, illustrò mirabilmente tutta la Chiesa di Dio. Fanciullo ancora ed ignaro di lettere, giocando ai piedi d'un falegname che piallava dei legni, si racconta che formasse per caso coi trucioli quelle parole profetiche di David: «Dominerà da un mare fino all'altro mare» Ps. 71,8; sorreggendo il Signore la mano del fanciullo, a significare la più alta autorità del mondo che possederebbe un giorno. Portatosi a Roma, vi fu educato sotto la protezione di san Pietro. Giovane, profondamente addolorato al vedere la libertà della Chiesa oppressa dai laici e i corrotti costumi del clero, vestì l'abito monastico nell'abbazia di Cluny, dove la osservanza e l'austerità della vita sotto la regola di san Benedetto era allora nel massimo vigore, e si diede al servizio della divina maestà con pietà sì ardente, che venne eletto priore dai santi padri di quel monastero. Ma destinandolo la provvidenza divina a cose maggiori, Ildebrando fu tratto per la salvezza di moltissimi da Cluny; ed eletto dapprima abate del monastero di san Paolo di Roma fuori le mura, e poi creato cardinale della Chiesa Romana, sostenne importantissime missioni sotto i sommi Pontefici Leone IX, Vittore II, Stefano IX, Nicolò II e Alessandro II; chiamato da san Pier Damiano l'uomo del consiglio santissimo e purissimo. Da Papa Vittore II inviato suo legato in Francia, costrinse miracolosamente il vescovo di Lione, colpevole di simonia, a confessare il suo delitto. Nel concilio di Tours costrinse Berengario ad abiurare una seconda volta l'eresia. Colla sua energia soffocò lo scisma di Cadaloo.
Lettura 5
Morto Alessandro II, eletto con unanime consenso sommo Pontefice, nonostante la sua resistenza e le sue lacrime, il 22 di Aprile dell'anno di Cristo 1072, rifulse come sole nella casa di Dio. Difatti, potente nelle opere e nelle parole, s'adoperò con tanto zelo a restaurare la disciplina ecclesiastica, a propagare la fede, a restituire la libertà alla Chiesa, ad estirpare errori e corruttele, che dal tempo degli Apostoli pare non esservi stato alcun Pontefice, il quale abbia sostenuto più fatiche e molestie per la Chiesa di Dio, o che abbia combattuto più fortemente per la sua libertà. Liberò più provincie dalla peste della simonia. Contro gli empi sforzi dell'imperatore Enrico si mostrò in tutto atleta forte ed intrepido, e non temé di alzarsi come un muro in difesa della casa d'Israele; ed essendo caduto questo stesso Enrico nei più gravi delitti, lo scomunicò, privò del regno e sciolse i suoi popoli dal giuramento di fedeltà.
Lettura 6
Mentre celebrava il sacrificio della Messa, pie persone videro una colomba discendere dal cielo, posarsi sulla sua spalla destra e coprire colle sue ali la sua testa; a significare con ciò ch'egli si lasciava guidare nel governo della Chiesa dallo Spirito Santo, non da ragioni umane. Assediato in Roma dall'esercito dell'iniquo Enrico, estinse con un segno di croce un incendio suscitato dai nemici. Liberato finalmente dalle mani di lui da Roberto Guiscardo capo dei Normanni, si portò a Cassino; e poi di là andò a Salerno per consacrarvi la chiesa di san. Matteo Apostolo. Un giorno, mentre parlava al popolo di quella città, sfinito da tante prove cadde malato, predicendo la sua morte. Le ultime parole di Gregorio morente furono: «Ho amato la giustizia e odiato l'iniquità, perciò muoio in esilio» Ps. 44,9. Non è possibile ridire le sofferenze coraggiosamente sostenute, o i saggi decreti fatti in molti concilii tenuti a Roma: uomo veramente santo, vindice dei delitti, e il più valoroso difensore della Chiesa. Aveva compito dodici anni di pontificato, allorché se ne andò in cielo, nell'anno della salute 1085, illustre per molti miracoli in vita e dopo morte; il suo sacro corpo fu sepolto con onore nella basilica cattedrale di Salerno.
III NOTTURNO
Lettura 7
Lettura del santo Vangelo secondo Matteo
Matt 16:13-19
In quell'occasione: Gesù, venuto nelle parti di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo? Eccetera.
Omelia di san Leone Papa
Sermone 2 nell'anniversario della sua elezione, prima della metà
Allorché, come abbiamo inteso dalla lettura del Vangelo, il Signore domandò ai discepoli, chi essi in mezzo alle diverse opinioni degli altri) credessero ch'egli fosse, e gli rispose il beato Pietro con dire: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Matth. 16,16; il Signore gli disse: « Beato te, Simone, figlio di Giona, perché non te l'ha rivelato la natura e l'istinto, ma il Padre mio ch'è nei cieli Matth. 16,17-19: e io ti dico, che tu sei Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non prevarranno contro di lei: e darò a te le chiavi del regno dei cieli: e qualunque cosa legherai sulla terra, sarà legata anche nei cieli; e qualunque cosa scioglierai sulla terra, sarà sciolta anche nei cieli». Rimane dunque quanto ha stabilito la verità, e il beato Pietro conservando la solidità della pietra ricevuta, non cessa di tenere il governo della Chiesa affidatagli.
Lettura 8
Infatti in tutta la Chiesa ogni giorno Pietro ripete: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»; ed ogni lingua, che confessa il Signore, è istruita dal magistero di questa voce. Questa fede vince il diavolo e spezza le catene di coloro ch'esso aveva fatti schiavi. Questa, riscattatili dal mondo, li introduce nel cielo, e le porte dell'inferno non possono prevalere contro di lei. Perché essa ha ricevuto da Dio fermezza sì grande, che né la perversità della eresia poté mai corromperla, né la perfidia del paganesimo vincerla. Così dunque, con questi sentimenti, dilettissimi, la festa odierna viene celebrata con un culto ragionevole; così che nella umile mia persona si consideri ed onori colui nel quale si perpetua la sollecitudine di tutti i pastori e la custodia di tutte le pecore a lui affidate, e la cui dignità non vien meno neppure in un erede.
Lettura 9
Commemorazione della Vigilia dell'Ascensione
Lettura del santo Vangelo secondo Giovanni
Giov 17:1-11
In quell'occasione: Gesù, sollevati gli occhi al cielo, disse: Padre, l'ora è venuta, glorifica il tuo Figlio. Eccetera.
Omelia di sant'Agostino Vescovo
Trattato 104 su Giovanni, circa la metà
Nostro Signore, l'unigenito del Padre e coeterno con lui, «avendo preso la natura di servo» Philipp. 2,7 poteva, in questa natura di servo, pregare in silenzio, se fosse stato necessario: ma volle presentarsi così supplicante davanti al Padre da mostrare di ricordarsi d'essere nostro dottore. Perciò volle che la preghiera che fece per noi ci fosse nota: perché l'edificazione dei discepoli risulta non soltanto dalle lezioni che dà loro sì gran maestro, ma ancora dalla preghiera ch'egli indirizza al Padre per loro: e se queste parole erano l'edificazione di quelli che si trovavano presenti ad ascoltarlo, certo devono essere anche di noi che le avremmo lette raccolte (nel Vangelo).
Ad Primam: il Martirologio del 26 Maggio 2022
Septimo Kalendas Junii, luna vigesima quinta.
1) Parti proprie della Messa di San Gregorio VII