19 maggio 2022

Sabato 21 Maggio 2022 nella liturgia



Santa Maria in Sabato, Semplice, colore liturgico bianco.

Primi Vespri della V Domenica dopo Pasqua, Domenica minore, Semidoppio, colore liturgico bianco.


Qui per le peculiarità del Tempo Pasquale:

https://loquerequaedecentsanamdoctrinam.blogspot.com/2021/04/dispensa-di-liturgia-sul-tempo-pasquale.html


Al Breviario

All'Ufficio di Santa Maria in Sabato:

Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno a Mattutino, I Schema a Lodi), il resto dall'Ufficio di Santa Maria in Sabato. Le prime due Letture del Mattutino si prendono dal Proprio del Tempo al Sabato nella IV Settimana dopo l'Ottava di Pasqua, la terza è quella dell'Ufficio di Santa Maria in Sabato per il mese di Maggio.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono la Commemorazione della Croce a Lodi e le Preci Domenicali a Prima. La conclusione degli Inni fino a Nona inclusa è quella delle Feste della Beata Vergine <<Jesu tibi sit gloria qui natus es de Virgine>>; il Versetto del Responsorio di Prima è <<qui natus es de Maria Virgine>>

All'Ufficio della Domenica:

Ai Vespri Antifone e Salmi dal Salterio e se l'edizione del Breviario lo permette, anche Capitolo, Inno e Versetto; il resto dal Proprio del Tempo.

Le Antifone non si raddoppiano, si dicono la Commemorazione della Croce a Vespri e le Preci a Compieta.

  

Nota per coloro che recitano per devozione il Breviario anteriore alle disastrose riforme del 1911 (chi ha l'obbligo dell'Ufficio purtroppo non soddisfa a tale obbligo se non usa il Breviario riformato dalla Costituzione Apostolica Divino Afflatu, almeno tale è stata la volontà di San Pio X espressamente manifestata nella detta Costituzione):

Santa Maria in Sabato, Semplice, colore liturgico bianco.

Primi Vespri della V Domenica dopo Pasqua, Domenica minore, Semidoppio, colore liturgico bianco.


All'Ufficio di Santa Maria in Sabato:

A Mattutino: Invitatorio dall'Ufficio di Santa Maria in Sabato, Inno dal Comune delle Feste della Beata Vergine Maria, Antifone e Salmi dal Salterio (1 Notturno di 12 Salmi); Versetto, Assoluzioni e Benedizioni proprie di questo Ufficio, le prime due Letture del Mattutino si prendono dal Proprio del Tempo al Sabato nella IV Settimana dopo l'Ottava di Pasqua, la terza è quella dell'Ufficio di Santa Maria in Sabato per il mese di Maggio.

A Lodi: tutto dal Comune delle Feste della Beata Vergine Maria con i Salmi domenicali; Versetto, Antifona al Benedictus e Orazione dall'Ufficio di Santa Maria in Sabato.

A Prima: Inno e Salmi festivi dal Salterio con la prima Antifona dal Comune delle Feste della Beata Vergine Maria; come Lettura Breve si legge il Capitolo di Nona del Comune.

A Terza, Sesta e Nona: Inno dal Salterio coi soliti Salmi, detti rispettivamente con la seconda, terza e quinta Antifona del Comune; Capitolo, Responsorio e Versetto dal Comune, Orazione dell'Ufficio di Santa Maria in Sabato.

La conclusione degli Inni è quella propria della Beata Vergine Maria: <<Jesu tibi sit gloria, qui natus es de Virgine, cum Patre et almo Spiritu, in sempiterna saecula>>; se si usa la versione tradizionale dell'Inno, anteriore alle alterazioni apportate da Urbano VIII, è <<Gloria tibi Domine, qui natus es de Virgine, cum Patre et Sancto Spiritu, in sempiterna saecula>>. Le Antifone non si raddoppiano, si dicono la Commemorazione della Croce a Lodi e le Preci Domenicali a Prima. Il Versetto del Responsorio di Prima è <<qui natus es de Maria Virgine>>.

All'Ufficio della Domenica:

Ai Vespri Antifona e Salmi dal Salterio, il resto dal Proprio del Tempo. 

L'Antifona non si raddoppiano, si dicono la Commemorazione della Croce a Vespri e le Preci a Compieta.


Liturgia del giorno nel Rito Ambrosiano a cura di Stefano Terenghi

Sabato della IV settimana dopo Pasqua (tutto della Feria), colore liturgico verde (con rito pasquale).

Santa Messa della domenica precedente (c.l. Verde) con rito feriale e commemorazione della Beata Vergine Maria.

Nota: il rito feriale della messa domenicale è una celebrazione in cui vengono omessi il gloria, la lezione con relativo salmello, la terza orazione dell’offertorio e il credo.


Al Messale

Si può celebrare facoltativamente la Messa di Santa Maria in Sabato (col IV formulario, quello che si usa dal Sabato dopo la Domenica in Albis al Sabato dopo la IV Domenica di Pasqua):

    • Gloria in excelsis
    • Si possono dire tre o cinque o sette Orazioni:

      • La prima della Messa
      • La seconda dello Spirito Santo Deus qui corda fidelium

      • La terza Contro i persecutori della Chiesa: Ecclesiae tuae; oppure Per il Papa: Deus omnium Fidelium

        • Le altre ad libitum

      • Prefazio della Beata Vergine (agli *** inserire Et te in Veneratione)

      • Ite Missa est

      • Prologo di San Giovanni

        Oppure si può celebrare una Messa Votiva privata (senza il Gloria, prima Orazione della Messa, seconda della Santa Vergine Concede e terza dello Spirito Santo, Prefazio della Messa oppure della Beata Vergine, Benedicamus Domino; se la Messa Votiva è della Santa Vergine si dicono il Gloria, il Prefazio della Santa Vergine e l'Ite Missa est e le Orazioni sono come sopra). Ancora, si può celebrare una Messa quotidiana di Requiem con tre Orazioni.


        Letture del Mattutino

        AD NOCTURNUM

        Lectio 1

        De Epístola beáti Jacóbi Apóstoli

        Jac 5:1-6

        Agite nunc dívites, ploráte ululántes in misériis vestris, quæ advénient vobis. Divítiæ vestræ putrefáctæ sunt, et vestiménta vestra a tíneis comésta sunt. Aurum et argéntum vestrum æruginávit: et ærúgo eórum in testimónium vobis erit, et manducábit carnes vestras sicut ignis. Thesaurizástis vobis iram in novíssimis diébus. Ecce merces operariórum, qui messuérunt regiónes vestras, quæ fraudáta est a vobis, clamat: et clamor eórum in aures Dómini sábbaoth introívit. Epuláti estis super terram, et in luxúriis enutrístis corda vestra in die occisiónis. Addixístis, et occidístis justum, et non resístit vobis.

        Lectio 2, Jac 5:7-11

        Patiéntes ígitur estóte, fratres, usque ad advéntum Dómini. Ecce agrícola exspéctat pretiósum fructum terræ, patiénter ferens donec accípiat temporáneum et serótinum. Patiéntes ígitur estóte et vos, et confirmáte corda vestra: quóniam advéntus Dómini appropinquávit. Nolíte ingemíscere, fratres, in altérutrum, ut non judicémini. Ecce judex ante iánuam assístit. Exémplum accípite, fratres, éxitus mali, labóris, et patiéntiæ, prophétas qui locúti sunt in nómine Dómini. Ecce beatificámus eos qui sustinuérunt. Sufferéntiam Job audístis, et finem Dómini vidístis, quóniam miséricors Dóminus est, et miserátor.

        Lectio 3

        Ex Tractátu S. Augustíni Epíscopi de Sýmbolo ad Catechúmenos

        Lib. 3 cap. 4 in fine

        Per féminam mors, per féminam vita: per Hevam intéritus, per Maríam salus. Illa, corrúpta, secúta est seductórem: hæc, íntegra, péperit Salvatórem. Illa póculum a serpénte propinátum libénter accépit et viro trádidit, ex quo simul mereréntur occídi: hæc, grátia cælésti désuper infúsa, vitam prótulit, per quam caro mórtua possit resuscitári. Quis est qui hæc operátus est, nisi Vírginis Fílius et vírginum Sponsus, qui áttulit Matri fecunditátem, sed non ábstulit integritátem?


        Traduzione italiana delle Letture del Mattutino

        NOTTURNO UNICO

        Lettura 1

        Dalla Lettera dell'Apostolo san Giacomo

        Giac 5:1-6

        Su via adesso, o ricchi, piangete, urlate a motivo delle miserie che v'incoglieranno. Le vostre ricchezze si sono imputridite: e le vostre vesti sono state rose dalle tignuole. L'oro e l'argento vostro s'è irrugginito: e la loro ruggine farà testimonianza contro di voi, e, quasi fuoco, divorerà le vostre carni. Vi siete adunati tesori d'ira per gli ultimi giorni. Ecco, la mercede degli operai che han mietuto i vostri campi e ch'è stata frodata da voi, alza le grida; e il loro grido è giunto alle orecchie del Signor degli eserciti. Siete vissuti banchettando sulla terra, e nei piaceri avete nutriti i vostri cuori per il giorno dell'immolazione. Avete condannato e ucciso il giusto, ed egli non vi fece resistenza.

        Lettura 2, Giac 5:7-11

        Siate dunque pazienti, o fratelli, fino alla venuta del Signore. Mirate come l'agricoltore aspetta il prezioso frutto della terra, attendendo con pazienza finché riceva il frutto della primavera e dell'autunno. Siate dunque pazienti anche voi, e rinfrancate i vostri cuori: perché la venuta del Signore è vicina. Non vogliate borbottare, fratelli, l'un contro l'altro, per non essere condannati. Ecco che il giudice sta alla porta. Prendete, o fratelli, per modello di sofferenza e di pazienza nei mali e nei travagli i profeti: i quali han parlato nel nome del Signore. Ecco noi diciamo beati quelli che han sofferto. Avete udito la sofferenza di Giobbe e visto la fine riserbatagli dal Signore, perché il Signore è misericordioso e clemente.

        Lettura 3

        Dal Trattato di sant'Agostino Vescovo sul Simbolo ai Catecumeni.

        Libro 3 cap. 4 alla fine

        Per una donna la morte, per una donna la vita: per Eva la rovina, per Maria la salvezza. Quella, lasciatasi corrompere, seguì il seduttore: questa fedele a Dio, diede al mondo il Salvatore. Quella prese volentieri il veleno preparatole dal serpente e l'offrì al suo sposo, onde meritarono insieme la morte : questa colla grazia celeste infusale dall'alto, produsse la vita, onde la carne morta può essere risuscitata. Chi è che ha operato tutto questo, se non il Figlio della Vergine e lo Sposo dei vergini, il quale donò la fecondità alla Madre, ma non le tolse punto l'integrità (originale)?


        Ad Primam: il Martirologio del 22 Maggio 2022

        Undecimo Kalendas Junii, luna vigesima prima.



        Nell'undicesimo giorno alle Calende di Giugno, luna ventunesima.




        Parti proprie della Messa

        INTROITUS

        Salve, sancta Parens, eníxa puérpera Regem: qui cœlum terrámque regit in sǽcula sæculórum, allelúja, allelúja. --- Eructávit cor meum verbum bonum: dico ego ópera mea Regi. --- Glória Patri --- Salve, sancta Parens, eníxa puérpera Regem: qui cœlum terrámque regit in sǽcula sæculórum, allelúja, allelúja.

        COLLECTAE

        Orémus. Concéde nos fámulos tuos, quǽsumus, Dómine Deus, perpétua mentis et córporis sanitáte gaudére: et, gloriósa beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, a præsénti liberári tristítia, et ætérna pérfrui lætítia. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

        Orémus. Deus, qui corda fidélium Sancti Spíritus illustratióne docuísti: da nobis in eódem Spíritu recta sápere; et de ejus semper consolatióne gaudére.

        Ecclésiæ tuæ, quæsumus, Dómine, preces placátus admítte: ut, destrúctis adversitátibus et erróribus univérsis, secúra tibi sérviat libertáte.

        Orationes ad libitum.

        EPISTOLA

        Léctio libri Sapiéntiæ.

        Eccli 24:14-16

        Ab inítio et ante sǽcula creáta sum, et usque ad futúrum sǽculum non désinam, et in habitatióne sancta coram ipso ministrávi. Et sic in Sion firmáta sum, et in civitáte sanctificáta simíliter requiévi, et in Jerúsalem potéstas mea. Et radicávi in pópulo honorificáto, et in parte Dei mei heréditas illíus, et in plenitúdine sanctórum deténtio mea.

        ALLELUJA

        Allelúja, allelúja. Virga Jesse flóruit: Virgo Deum et hóminem génuit: pacem Deus réddidit, in se reconcílians ima summis. Allelúja. Ave, María, grátia plena; Dóminus tecum: benedícta tu in muliéribus. Allelúja.

        EVANGELIUM

        Sequéntia ✠ sancti Evangélii secundum Joánnem.

        Joann 19:25-27

        In illo témpore: Stabant juxta Crucem Jesu Mater ejus, et soror Matris ejus, María Cléophæ, et María Magdaléne. Cum vidísset ergo Jesus Matrem, et discípulum stantem, quem diligébat, dicit Matri suæ: Múlier, ecce fílius tuus. Deinde dicit discípulo: Ecce Mater tua. Et ex illa hora accépit eam discípulus in sua.

        OFFERTORIUM

        Orémus. Beáta es, Virgo María, quæ ómnium portásti Greatórem: genuísti qui te fecit, et in ætérnum pérmanes Virgo, allelúja.

        SECRETAE

        Tua, Dómine, propitiatióne, et beátæ Maríæ semper Vírginis intercessióne, ad perpétuam atque præséntem hæc oblátio nobis profíciat prosperitátem et pacem. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

        Múnera, quaesumus, Dómine, obláta sanctífica: et corda nostra Sancti Spíritus illustratióne emúnda.

        Prótege nos, Dómine, tuis mystériis serviéntes: ut, divínis rebus inhæréntes, et córpore tibi famulémur et mente.

        Orationes ad libitum.

        PRAEFATIO DE BEATA MARIA VIRGINE

        Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Et te in veneratione beátæ Maríæ semper Vírginis collaudáre, benedícere et prædicáre. Quæ et Unigénitum tuum Sancti Spíritus obumbratióne concépit: et, virginitátis glória permanénte, lumen ætérnum mundo effúdit, Jesum Christum, Dóminum nostrum. Per quem majestátem tuam laudant Angeli, adórant Dominatiónes, tremunt Potestátes. Cæli cælorúmque Virtútes ac beáta Séraphim sócia exsultatióne concélebrant. Cum quibus et nostras voces ut admitti jubeas, deprecámur, súpplici confessióne dicéntes: (Sanctus).

        COMMUNIO

        Beáta viscera Maríæ Vírginis, quæ portavérunt ætérni Patris Fílium, allelúja.

        POSTCOMMUNIO

        Orémus. Sumptis, Dómine, salútis nostræ subsídiis: da, quǽsumus, beátæ Maríæ semper Vírginis patrocíniis nos ubíque prótegi; in cujus veneratióne hæc tuæ obtúlimus majestáti. Per Dóminum nostrum Jesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum. Amen.

        Orémus. Sancti Spíritus, Dómine, corda nostra mundet infúsio: et sui roris íntima aspersióne fecúndet.

        Quaesumus, Dómine, Deus noster: ut, quos divína tríbuis participatióne gaudére, humánis non sinas subjacére perículis.

        Orationes ad libitum.


        Traduzione italiana

        INTROITO

        Salve, o Madre santa, tu hai partorito il Re gloriosamente; egli governa il cielo e la terra per i secoli in eterno, allelúia, allelúia. --- Vibra nel mio cuore un ispirato pensiero, mentre al Sovrano canto il mio poema. --- Gloria --- Salve, o Madre santa, tu hai partorito il Re gloriosamente; egli governa il cielo e la terra per i secoli in eterno, allelúia, allelúia.

        COLLETTE

        Preghiamo. Signore, te ne preghiamo, concedi ai tuoi servi perpetua salute di anima e di corpo; e, per intercessione della beata Vergine Maria, concedici di essere liberati dai mali presenti e di godere delle gioie eterne. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

        Preghiamo. O Dio, che hai ammaestrato i tuoi fedeli con la luce dello Spirito Santo, concedici di sentire correttamente nello stesso Spirito, e di godere sempre della sua consolazione.

        Accogli, placato, o Signore le preghiere della tua Chiesa perché, distrutte tutte le avversità e gli errori, ti serva in sicura libertà.

        Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.

        EPISTOLA

        Dal libro della Sapienza.

        Eccli 24:14-16

        Da principio e prima dei secoli io fui creata, e per tutta l'eternità io non cesserò di essere; nel tabernacolo santo, dinanzi a Lui ho esercitato il mio ministero, poi ebbi fissa dimora in Sion. Nella città santa parimenti posai ed in Gerusalemme è il mio potere. Gettai le mie radici in un popolo illustre, nella porzione del mio Dio, nel suo retaggio, presi dimora tra i santi.

        ALLELUIA

        Allelúia, allelúia. Tu sei benedetta e venerabile, o Vergine Maria, che senza offesa del pudore sei diventata la Madre del Salvatore. Allelúia. Ave, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne. Allelúia.

        VANGELO

        Lettura del Santo Vangelo secondo San Giovanni.

        Giov 19:25-27

        In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa, e Maria Maddalena. Gesù, dunque, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre». E da quell'ora il discepolo la prese con sé.

        OFFERTORIO

        Preghiamo. Beata te o Vergine Maria, che hai portato il Creatore di tutti; generasti chi ti ha fatto e rimani vergine in eterno. Alleluia.

        SECRETE

        Per la tua clemenza, Signore, e per l'intercessione della beata sempre vergine Maria, l'offerta di questo sacrificio giovi alla nostra prosperità e pace nella vita presente e nella futura. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

        Santifica, Te ne preghiamo, o Signore, i doni che Ti vengono offerti, e monda i nostri cuori con la luce dello Spirito Santo.

        Proteggi, o Signore, noi che celebriamo i tuoi misteri, perché trattando le cose divine, ti serviamo col corpo e coll’anima.

        Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, l'ultima ha la conclusione.

        PREFAZIO DELLA BEATA VERGINE MARIA

        È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Te, nella venerazione della Beata sempre Vergine Maria, lodiamo, benediciamo ed esaltiamo. La quale concepí il tuo Unigenito per opera dello Spirito Santo e, conservando la gloria della verginità, generò al mondo la luce eterna, Gesú Cristo nostro Signore. Per mezzo di Lui, la tua maestà lodano gli Angeli, adorano le Dominazioni e tremebonde le Potestà. I Cieli, le Virtú celesti e i beati Serafini la célebrano con unanime esultanza. Ti preghiamo di ammettere con le loro voci anche le nostre, mentre supplici confessiamo dicendo: (Sanctus).

        COMUNIONE

        Beato il seno della Vergine Maria che portò i! Figlio dell'eterno Padre.

        POST-COMUNIONE

        Preghiamo. Ricevuti i misteri della nostra salvezza, ti preghiamo, o Signore, di essere ovunque protetti dalla beata sempre vergine Maria, ad onore della quale abbiamo presentato alla tua maestà questo sacrificio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen,

        Preghiamo. Fa, o Signore, che l’infusione dello Spirito Santo purifichi i nostri cuori, e li fecondi con l’intima aspersione della sua grazia.

        Ti preghiamo, Signore Iddio nostro, perché Tu non permetta che soggiacciano a umani pericoli coloro cui hai concesso di godere delle divina partecipazione.

        Si possono aggiungere altre due o quattro Orazioni a scelta del Sacerdote, senza Oremus ma l'ultima ha la conclusione.


        Dall'Anno Liturgico di Dom Guéranger

        SABATO DELLA QUINTA SETTIMANA DOPO PASQUA

        Il Matrimonio.

        In questo giorno consacrato a Maria, apriremo il santo Vangelo e vi leggeremo queste parole: « Si facevano nozze in Cana di Galilea, e c’era la madre di Gesù » (Gv. 2, 1). Il racconto aggiunge che anche Gesù e i suoi discepoli furono invitati alle nozze; ma non é senza una ragione profonda che lo Spirito Santo, che conduceva la mano dell’evangelista, ha fatto sì che Maria fosse menzionata per prima. Voleva insegnarci che questa Madre degli uomini estende la sua protezione sull’unione coniugale quando questa è stata contratta sotto gli occhi e con la benedizione del suo Figliolo.

        Il Matrimonio é grande agli occhi di Dio stesso. Egli l’istituì nel Paradiso terrestre in favore dei nostri progenitori ancora innocenti, e ne determinò le condizioni fin da quel giorno, dichiarando che l’unità ne sarebbe la base, che la donna non sarebbe appartenuta che ad un solo uomo, e l’uomo ad una sola donna; ma non manifestò , fin d’allora, l’oggetto glorioso che doveva rappresentare questa nobile unione. Avendo deciso di fare scaturire dalla medesima sorgente, per generazione successiva, tutti i membri della famiglia umana, a differenza degli Angeli, che non sono generati gli uni dagli altri, ma sono stati creati simultaneamente, – il Creatore ha contato sul Matrimonio per compiere i suoi disegni. Ed è per mezzo di esso che otterrà che gli eletti formino, come egli vuole, la sua corte nel cielo, rinforzando così le schiere degli Spiriti beati, decimati dalla defezione degli Angeli caduti. Perciò lo benedisse fin dai primi giorni del mondo, di una benedizione permanente che, come c’insegna la Chiesa nella liturgia, « non fu tolta nè per la pena del peccato originale, nè per la sentenza del diluvio » (Messale rom.).

        Decadimento del Matrimonio.

        Ma prima ancora che questo secondo castigo cadesse sulla nostra razza colpevole, durante il corso di quel primo periodo in cui « ogni carne aveva corrotta la sua via » (Gen. 6, 12), il Matrimonio decadde da quella elevatezza che gli aveva dato il Creatore. Distolto dal suo nobile fine, abbassato al livello di una volgare soddisfazione dei sensi, esso perdette quella sacra unità che ne faceva la gloria. La poligamia, da una parte, il divorzio dall’altra, vennero a togliergli il suo carattere primitivo: da qui l’annientamento della famiglia, vergognosamente sacrificata al piacere; da qui pure, la degradazione della missione della donna , ridotta ad essere un mero oggetto di concupiscenza. La lezione del diluvio non arrestò questo decadimento presso i nipoti di Noè. Non tardò a riprendere il suo corso, e la legge di Mosè non ebbe l’energia necessaria per far tornare il Matrimonio alla dignità della sua istituzione primitiva.

        Riabilitazione del Matrimonio.

        Bisognava per questo che il divino autore dell’alleanza coniugale scendesse sulla terra. Quando le miserie dell’umanità furono arrivate al colmo, egli apparve in mezzo agli uomini, prendendo la loro stessa natura. Dichiarò di essere lo Sposo (Mt. 9, 15), colui che i Profeti e la cantica avevano annunciato dovere , un giorno, prendere una Sposa tra i mortali. Questa Sposa da lui scelta è la Chiesa, ossia l’umanità purificata per mezzo del Battesimo e ornata di doni sopran naturali. Egli l’ha dotata del suo sangue e dei suoi meriti, e l’ha unita a sè per l’eternità. Questa Sposa è unica e nel suo amore le dà questo nome: la « mia unica » (Cant. 6, 8). E così essa pure non potrebbe avere altro Sposo. Così viene rivelato il modello divino dell’alleanza coniugale, che, come ci insegna l’Apostolo, attinge il suo mistero e la sua dignità nell’unione di Cristo con la Chiesa (Ef. 5, 32).

        Il fine di queste due alleanze è comune; esse si fondono. Gesù ama la sua Chiesa dell’amore dello Sposo; ma la Chiesa procede dal matrimonio umano che le dona i suoi figli e la rinnova continuamente sulla terra. Gesù doveva dunque risollevare il Matrimonio, ricondurlo alle sue condizioni primitive, onorarlo come potente ausilio dei suoi disegni. Innanzi tutto, come abbiamo potuto vedere nella seconda Domenica dopo l’Epifania, egli scelse la sala nuziale di Cana, quando volle iniziare il suo ministero col primo miracolo. Accettando l’invito di essere presente a quelle nozze, alle quali era già stata invitata sua Madre, sentiamo che, con la sua presenza, viene ad elevare la dignità del sacro contratto che deve unire i due sposi, e che la benedizione del Paradiso terrestre si rinnovella in loro favore. Adesso, che ha cominciato a manifestarsi come Figlio di Dio, al quale la natura obbedisce, darà inizio alla sua predicazione. I suoi insegnamenti, che hanno lo scopo di ricondurre l’uomo ai fini della creazione, si applicheranno spesso e in modo particolare alla riabilitazione del Matrimonio. Egli proclamerà il principio dell’unità, richiamandosi alla divina istituzione: « che essi siano due in una sola carne »: due e non tre, e non dieci.

        Proclamando l’indissolubilità del sacro legame, dichiarerà che l’infedeltà di uno degli sposi oltraggia questo medesimo legame, ma non lo rompe; poiché egli dice: « l’uomo non separi ciò che Dio congiunse » (Mt. 19, 6). Viene così ristabilita la famiglia nelle sue vere condizioni; viene abrogata la libertà degradante della poligamia e del divorzio, monumenti della durezza di cuore dell’uomo che non aveva visto ancora il suo Redentore. In questo modo rifiorirà l’alleanza tra l’uomo e la donna, alleanza feconda, tanto per la Chiesa della terra, quanto per quella del cielo.

        Il Sacramento del Matrimonio.

        La munificenza del Signore risorto in rapporto al Matrimonio non si limita a rinnovarne l’essenza, alterata dalla debolezza dell’uomo. Vuol fare qualche cosa di più. Questo contratto, solenne e irrevocabile, per mezzo del quale l’uomo prende la donna come sposa, e la donna prende l’uomo come sposo, egli lo eleva per sempre alla dignità del sacramento. Nel momento in cui due cristiani contraggono questa alleanza, che li lega per sempre, una grazia sacramentale discende sopra di loro, e viene a stringere il nodo di quell’unione che nell’istante medesimo passa nel rango delle cose sacre. Vedendo questa meraviglia l’Apostolo esclama che è grande questo mistero nel quale appare l’unione stessa di Cristo e della sua Chiesa! (Ef. 5, 37). Le due alleanze effettivamente si riuniscono: Cristo e la sua Chiesa, l’uomo e la donna, e non avranno che un medesimo fine: la riproduzione degli eletti. È per questo che lo Spirito divino li suggella, l’uno e l’altro.

        Effètti del Sacramento.

        Ma la grazia del settimo sacramento, oltre a suggellare il vincolo che unisce gli sposi, dona nello stesso tempo tutti gli aiuti di cui avranno bisogno per adempiere la loro missione. Prima di tutto essa riversa nei loro cuori un amore scambievole, forte come la morte e che il torrente delle acque gelide dell’egoismo non spegnerà mai (Cant. 8, 6-7), se essi perseverano nei sentimenti cristiani; un amore impregnato di rispetto e di purezza, capace, se ve ne sarà bisogno, di comandare all’attrattiva dei sensi; un amore che gli anni non affievoliscano, ma purifichino e sviluppino; un amore calmo, come quello del cielo, e che, nella sua vigorosa tranquillità, si alimenti spesso, e quasi senza sforzo, ai più generosi sacrifici. La grazia sacramentale, nel medesimo tempo, rende atti gli sposi a compiere la missione dell’educazione dei figli che il cielo manderà.

        Essa conferirà loro una dedizione senza limiti verso questi frutti benedetti della loro unione, una pazienza fatta tutta di tenerezza, per accudire e facilitare la loro crescita nel bene, un discernimento, che solo la fede può ispirare, per giudicare ciò che conviene alla loro età ed alle tendenze che rivelano; il sentimento costante del destino immortale di questi esseri, di cui Dio vuol fare i suoi eletti; finalmente l’intima convinzione che essi gli appartengono assai più che agli stessi genitori, dei quali si è servito per dar loro la vita.

        Tale è la trasformazione operata dalla grazia del Sacramento del Matrimonio nello stato coniugale; tale è la rivoluzione che la legge cristiana produsse in seno al mondo pagano, nel quale un brutale egoismo aveva soffocato il sentimento della dignità umana. Il Cristianesimo veniva a rivelare, dopo tanti secoli di degradazione, la vera nozione del matrimonio: l’amore nel sacrificio e il sacrificio nell’amore. Per condurre e mantenere l’uomo a questa elevatezza, non ci voleva niente meno che un Sacramento! Non erano ancora passati due secoli dalla promulgazione del Vangelo, il diritto pagano era ancora in atto, più imperioso che mai, e già un cristiano tracciava così il quadro di rigenerazione del Matrimonio in seno a questa nuova società che gli editti imperiali proscrivevano, come se fosse stata il flagello dell’umanità. « Dove trovare, diceva egli, parole adatte a descrivere la felicità di un matrimonio di cui la Chiesa stringe il nodo, che l’oblazione divina viene a confermare, al quale la benedizione mette il suggello, che gli angeli proclamano, e che il Padre celeste ratifica? quale giogo è quello, sotto il quale si curvano due cristiani, uniti in una medesima speranza, sotto una medesima legge, sotto una medesima dipendenza! Tutti e due sono fratelli, tutti e due servono un unico padrone; tutti e due non formano che uno, in una stessa carne, che uno, in uno stesso spirito. Essi pregano insieme; insieme si prosternano e digiunano; s’istruiscono scambievolmente, si esortano, si sostengono. Uniti, si vedono in Chiesa ed al banchetto divino; dividono le prove, le persecuzioni e le gioie, non vi è nessun segreto da nascondere tra loro; mai sentono l’isolamento, mai il disgusto. Se visitano i malati o assistono gl’indigenti, non vi è bisogno di tacerselo; le elemosine si fanno senza discussioni, i sacrifici senza urti, le pratiche religiose senza difficoltà. Nessuna croce occulta tra di essi, nessuna timidezza nei loro slanci di pietà cristiana, nè mutismo nei loro atti di riconoscenza al Signore. Cantano in modo perfetto salmi e cantici e, se sono rivali in qualche cosa, è nel cantar meglio dell’altro le lodi del loro Dio. Ecco quali sono le alleanze che confortano gli occhi e le orecchie di Cristo, quelle alle quali dà la sua pace. Egli ha detto che starebbe dove due sono riuniti; egli è dunque là, e il nemico dell’uomo è assente ».

        Attacchi contro questo Sacramento.

        Quali parole e quale quadro! come si sente che questo divin Sacramento ha influito sulle relazioni tra l’uomo e la donna, avendoli già armonizzati su di un piano tanto elevato! Ecco il segreto della rigenerazione del mondo: la famiglia cristiana che era discesa dal cielo, s’impiantò sulla terra. Passarono lunghi secoli durante i quali, nonostante la debolezza umana, ne fu il modello che formò l’ideale universalmente ammesso, e nella coscienza e nelle istituzioni legali. Ma poi, l’elemento pagano, che si può reprimere, ma che non muore mai, si è sforzato a riprendere il terreno che aveva perduto, ed è giunto, nella maggior parte delle nazioni cristiane, a falsare nuovamente la teoria del Matrimonio. La fede c’insegna che questo contratto, divenuto Sacramento, è di dominio della Chiesa, in quanto al vincolo che lo costituisce; la Chiesa se l’è visto strappare in nome dello Stato, agli occhi del quale la legge della Chiesa stessa non è più che un antico giogo da cui l’umanità si è affrancata nella libertà moderna. È vero, però, che appena la legittimità del divorzio ha fatto irruzione nei vari codici, la famiglia è ridiscesa al livello pagano. Ma la lezione non è stata capita. Il senso morale, preservato ancora nella maggior parte degli uomini dall’influenza secolare del matrimonio cristiano, ha potuto farci indietreggiare di qualche passo su questo terreno pericoloso; ma l’inflessibile logica non saprebbe abdicare da quelle conseguenze di cui erano state poste le premesse; oggi, tra noi, tal matrimonio è vincolo eterno e sacramentale agli occhi della Chiesa, ma per quelli dello Stato non esiste neppure; tal altro ha valore davanti alla legge civile, mentre la Chiesa lo dichiara nullo per la coscienza del cristiano. La scissione è dunque avvenuta. Ma ciò che Cristo ha stabilito nella sua potenza non può perire: le sue istituzioni sono immortali. Che i cristiani, dunque, non s’impressionino; che perseverino a ricevere dalla Chiesa loro Madre la dottrina dei sacramenti, e che il Matrimonio continui a mantenere tra loro, insieme con le tradizioni della famiglia stabilita da Dio, il sentimento della dignità dell’uomo, membro di Cristo e cittadino del cielo. In questo modo forse salveranno la società; ma, ad ogni modo, e sicuramente, essi salveranno almeno le anime loro e prepareranno la felicità eterna ai loro figlioli.

        La Madonna e il Matrimonio.

        Terminando questa settimana, e meditando la grande dignità del sacramento del Matrimonio, ci troviamo di fronte al tuo ricordo, o Maria! Il banchetto nuziale di Cana, ove la tua presenza santificò l’unione di due sposi, è uno dei grandi fatti narrati dal santo Vangelo. Perchè dunque, tu che sei il modello inalterabile della verginità, che avresti rinunciato all’onore di divenire Madre di Dio piuttosto di sacrificare questa nobile aureola, sei presente a quella festa, se non affinchè gli sposi cristiani tengano sempre in conto la superiorità della continenza perfetta sul matrimonio, e che l’ossequio che ad essa ameranno rendere, assicuri per sempre ai loro pensieri ed ai loro desideri quella riserva che ne forma la dignità e mantiene la vera felicità del matrimonio? È dunque a te. Vergine senza macchia, che appartiene di benedire e di onorare questa alleanza così pura e così elevata nel suo fine. Degnati di proteggerla più che mai in questi tempi, in cui le leggi umane l’alterano e la deformano sempre più, mentre il traboccare del sensualismo minaccia di estinguere, in un gran numero di cristiani, anche il sentimento del bene e del male. Sii propizia, o Maria, a coloro che non vogliono unirsi che sotto il tuo sguardo materno. Essi sono eredi del tuo Figliolo, sono il sale della terra che ne impedirà l’intera corruzione; sono la speranza di un avvenire migliore. O Vergine! essi sono tuoi; difendili ed aumentane il numero, affinchè il mondo non perisca per sempre.

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